Epilogo
"Alla fine ti sei fidata di me."
Hermione si fermò in mezzo al corridoio sentendo la voce di Draco alle sue spalle.
Quando aveva accompagnato Julia nell'ufficio della preside McGranitt, Draco era lì a supplicarla di dargli ascolto, di credergli, mentre lei continuava a dirgli che non poteva fare nulla senza una prova concreta. Ovviamente.
Hermione aveva soppresso il desiderio di dirgli: "Te l'avevo detto che senza prove non avresti ottenuto nulla!"
Non lo aveva nemmeno guardato. Aveva solo detto che Julia aveva qualcosa da dire a proposito di ciò che era successo a Gwendolyn.
Poi Julia aveva iniziato a ripetere ciò che aveva detto a Hermione poco prima e la preside aveva chiesto sia a lei che a Draco di uscire e lasciarle sole.
"Sembri sorpreso" replicò Hermione senza voltarsi.
"Lo sono."
Hermione si voltò di scatto e lo fissò con la fronte corrugata e lo sguardo infastidito.
"Quando ti ho chiesto di fidarti di me, non hai risposto" aggiunse Draco come spiegazione per il suo tono sorpreso di un attimo prima.
"Non credevo fosse necessario. Sai che mi fido di te, mi conosci. Mi fiderei di te pure se mi dicessi che il cielo è verde, dannazione!"
"E allora perché..."
"Perché non puoi accusare qualcuno di una cosa simile senza avere uno straccio di prova! Hai idea del casino in cui ti saresti cacciato se Julia non avesse deciso di confessare? Sei stato la prima persona di cui il Ministero ha sospettato. Un'accusa da parte tua senza prove avrebbe solo spinto il Ministero a dubitare di nuovo di te. Avresti fatto la figura del colpevole che cerca un capro espiatorio per farla franca" disse Hermione.
Sospirò e poi aggiunse: "Mi sono fidata di te nel momento in cui hai iniziato a dire che secondo te era stata Julia. Stavo solo cercando di salvarti il culo per l'ennesima volta."
Draco rimase in silenzio per un attimo, colpito dalle parole della ragazza.
Si era davvero convinto che lei non si fidasse di lui e la cosa lo aveva turbato più di quanto avesse voluto ammettere. Sapere che le cose stavano diversamente lo rendeva felice in modo quasi imbarazzante, ma piuttosto che ammetterlo preferì nascondersi dietro una battuta.
"Davvero ti fideresti di me se ti dicessi che il cielo è verde? Vuoi dire che stare con me ti ha fatta diventare stupida, Granger?"
Hermione scosse la testa senza riuscire a nascondere un sorriso.
"Devo ancora farci l'abitudine, credo" disse ancora, avvicinandosi a lei.
"A cosa?"
"Al fatto che ti fidi di me, al fatto che mi ami, al fatto che stai indossando i colori di Serpeverde... un sacco di cose, insomma."
Hermione abbassò lo sguardo sulla felpa grigia che Draco le aveva prestato quella mattina. Lo stemma di Serpeverde - seppur piccolo e coperto dai capelli di Hermione che ricadevano su un lato - era abbastanza visibile.
Hermione si sistemò i capelli in modo da coprirlo ulteriormente e disse: "Mi hai detto che non avevo tempo di tornare in camera mia e di certo non potevo mettermi il vestito del matrimonio e andare in giro per il castello come se stessi andando alla notte degli Oscar."
"La cosa?" chiese Draco confuso, ma Hermione lo ignorò e continuò a parlare.
"E non devi abituarti perché questa è la prima e ultima volta che mi vedi indossare qualcosa di Serpeverde."
"Ma come? Quindi non soddisferai la mia fantasia di vederti con addosso la mia cravatta?"
Hermione arrossì vistosamente e si mise a ridere, mentre Draco la attirava a sé e la stringeva tra le sue braccia.
Per un attimo nessuno dei due pensò a nient'altro che a come si sentivano quando stavano insieme.
Felici, completi, vivi.
"Cosa ti ha detto Julia?" chiese Draco qualche attimo dopo.
Hermione si scostò leggermente. "Che non voleva farle del male. Forse non voleva nemmeno darle il filtro, ma la gelosia fa fare cose stupide a volte."
"È una studentessa molto dotata, ecco perché è stata smistata in Corvonero anche se tutta la sua famiglia è Serpeverde da generazioni. È un peccato che debba rinunciare alla sua istruzione."
"La espelleranno, vero?"
Draco annuì. "È fortunata a non avere ancora compiuto diciassette anni, altrimenti sarebbe andata molto peggio."
Hermione sospirò. Era sinceramente dispiaciuta per lei, nonostante fosse consapevole che meritasse una punizione esemplare.
"Dovremmo dirlo a Gwendolyn" disse sollevando lo sguardo verso Draco.
"Ci penserà la McGranitt, sono certo che la convocherà appena finirà di parlare con Julia. E poi avviserà il Ministero" rispose Draco.
Hermione sospirò di nuovo. Harry era in congedo matrimoniale, ma aveva dato la sua completa disponibilità per quel caso.
Aveva detto di averlo fatto perché ci teneva a fare bene il suo lavoro e trovare il responsabile, ma Hermione sospettava lo avesse fatto per risolvere quella storia in fretta in modo da togliere ogni dubbio che vorticava attorno a Draco.
Harry era davvero come un fratello e avrebbe fatto qualsiasi cosa per lei.
Anche cercare di chiudere un caso per tenere fuori dai guai l'uomo di cui si era innamorata.
"A che stai pensando?" chiese Draco circondandole le spalle con un braccio e iniziando a camminare verso la Sala Comune.
Hermione sollevò lo sguardo e sorrise. "Niente. Sono solo sollevata che la situazione si sia risolta."
"Già, anch'io" rispose Draco stringendola a sé.
I due mesi seguenti scivolarono via in un attimo.
La confessione di Julia e la sua conseguente espulsione da Hogwarts erano state argomento di discussione per un paio di settimane, poi finalmente le acque si erano calmate e gli studenti avevano smesso di pensarci.
Per i primi tempi, Hermione aveva tenuto sotto controllo Gwendolyn, convinta che tutta quella storia - soprattutto scoprire che la causa di tutto era una delle sue più care amiche - le avrebbe provocato un crollo emotivo.
Non era stato così.
Gwendolyn si era buttata a capofitto sui libri, concentrandosi sui M.A.G.O. più di qualsiasi altro studente e cercando di migliorare i voti delle materie in cui era rimasta indietro nei mesi precedenti.
Tyler l'aveva aiutata molto. Aveva studiato con lei e poi l'aveva obbligata a chiudere i libri ogni tanto e prendersi una pausa.
Lo stesso valeva per Tamara. Dopo aver finalmente capito quanto fosse viscido il suo fidanzato - si era scoperto che Gwendolyn non era l'unica con cui ci aveva provato nei mesi passati - aveva troncato ogni rapporto con lui e si era concentrata solo sugli esami, decisa a prendere il massimo.
Erano usciti tutti abbastanza bene da quella storia, tranne Andrew.
Ritrovarsi improvvisamente solo a Hogwarts era stato un duro colpo, così come lo era stato scoprire un lato di sua sorella che fino a quel momento non conosceva.
I suoi voti erano calati drasticamente, arrivando al di sotto della sufficienza in almeno un paio di materie. I professori erano stati clementi e, vista la situazione, gli avevano comunque fatto passare gli esami ma era ovvio che di quel passo non sarebbe riuscito ad affrontare l'anno seguente.
C'era solo da sperare che i mesi estivi lo aiutassero a riprendersi.
Draco e Hermione invece stavano incredibilmente bene.
Conclusa la vicenda che li aveva portati a fingere di stare insieme e poi a stare insieme davvero, avevano finalmente potuto godersi la vita di coppia senza troppi problemi.
Ed erano entrambi più innamorati che mai.
"Da dove esce quel vestito?" chiese Draco entrando nella camera di Hermione e trovandola davanti allo specchio, con addosso un vestito rosso che le stava divinamente.
"Dal mio armadio" rispose lei senza degnarlo di uno sguardo.
Draco le lanciò un'occhiataccia. "Spiritosa. Intendevo dire che non te l'avevo mai visto addosso."
"L'avevo comprato per il matrimonio di Bill, il fratello di Ron. Lo uso solo nelle occasioni speciali" spiegò lei.
"E oggi è un'occasione speciale?" chiese corrugando la fronte.
Hermione si voltò verso di lui. "Sono stata incaricata di consegnare i diplomi ai ragazzi dell'ultimo anno."
Draco continuò a guardarla perplesso e disse: "Da quando Hogwarts ha una cerimonia di consegna dei diplomi? Pensavo che mandassero gli attestati a casa tramite gufo."
"Non più" disse Hermione sedendosi sul bordo del letto. Afferrò un paio di sandali con il tacco basso e li infilò, aggiungendo: "In realtà, i quattro fondatori aveva istituito una cerimonia vera e propria per gli studenti del settimo anno: consegna degli attestati, presenza dei genitori, banchetto finale... con il passare degli anni è diventata solo una banale consegna di una pergamena che dice che hai completato la tua istruzione. Durante quello che avrebbe dovuto essere il nostro ultimo anno, a causa della guerra, la cerimonia è stata annullata e negli anni seguenti non è mai stata ripristinata. Fino a oggi."
"Quindi cosa dovresti fare?" chiese Draco curioso.
"Un breve discorso introduttivo che dovrebbe spronare gli studenti a dare il meglio una volta usciti dalla scuola e poi dovrei consegnare a ognuno di loro la pergamena che attesta che hanno superato i M.A.G.O." disse Hermione alzandosi in piedi. Fece un rapido giro su sé stessa e disse: "Come sto?"
"Benissimo, come sempre" disse Draco avvicinandosi a lei e baciandola.
Era davvero bellissima, più di quanto Draco fosse disposto ad ammettere.
Il vestito rosso le ricadeva addosso in modo perfetto, lasciandole le spalle scoperte, una scollatura non troppo generosa e una porzione di gambe ben visibile.
Aveva raccolto i capelli lasciando qualche ciocca a incorniciarle il viso e si era truccata leggermente gli occhi. Non molto, non sarebbe stato da lei un trucco vistoso, ma abbastanza affinché risaltassero.
E Draco la trovava davvero bellissima.
"Posso accompagnarti?" chiese scostandosi da lei.
Hermione annuì. "Certo, mi farebbe piacere."
Era difficile ammetterlo, ma avere Draco al suo fianco la tranquillizzava.
La faceva sentire più rilassata mentre faceva ai suoi ormai ex studenti un discorso - provato davanti allo specchio almeno un centinaio di volte - su come sarebbe cambiata la loro vita una volta usciti da lì e su quanto fossero importanti le cose che avevano imparato nel corso degli anni.
Parlava di un futuro che in realtà lei non conosceva, non aveva la minima idea di cosa sarebbe successo a quei ragazzi una volta usciti dalle mura del castello. E la spaventava.
La terrorizzava parlare a quei ragazzi di come sarebbe stato il loro futuro senza in realtà avere alcuna certezza.
La vicinanza di Draco però la rendeva più sicura.
Le costava ammetterlo. Significava ammettere di avere bisogno di qualcuno, di non essere così indipendente come voleva far credere.
Quando terminò il suo discorso, chiamò gli studenti in ordine alfabetico e consegnò ad ognuno di loro la pergamena su cui era stato scritto che avevano ultimato la loro istruzione a Hogwarts.
Era felice e orgogliosa, quasi più di quando era stata lei a diplomarsi.
"Ricordatevi che anche se vi siete diplomati, questa sarà sempre casa vostra e Hogwarts sarà sempre pronta a riaccogliervi a casa" disse Hermione con le lacrime agli occhi, appena terminata la consegna delle pergamene. "E ora andate, Hagrid vi sta aspettando."
I ragazzi iniziarono ad avviarsi verso l'uscita della Sala Grande, diretti verso il lago dove Hagrid li avrebbe scortati alla stazione a bordo delle barche solitamente usate per gli studenti del primo anno.
La cerimonia istituita dai quattro fondatori prevedeva che gli studenti del settimo anno salutassero Hogwarts con un'ultima traversata in barca, così come anni prima l'avevano salutata arrivandoci per la prima volta. Una sorta di chiusura di un cerchio che la McGranitt aveva voluto istituire nuovamente.
"Stai bene?" chiese Drago avvicinandosi a lei.
Hermione annuì. "Certo. Sono solo un po' emozionata."
Draco non disse altro, interrotto dall'arrivo di Tyler e Gwendolyn.
"Ragazzi, che fate ancora qui?" chiese Hermione sorpresa.
Gwendolyn porse ad entrambi una busta, mentre Tyler diceva: "È l'invito per il nostro matrimonio."
Draco e Hermione sorrisero entusiasti. Erano entrambi felici che tutto ciò che era successo quell'anno non li avesse divisi.
"Quindi alla fine l'avete detto alle vostre famiglie" disse Draco.
"È stata la prima cosa che abbiamo fatto quando la situazione si è risolta. E i nostri genitori erano talmente felici per noi che hanno voluto organizzare tutto il più in fretta possibile. Ci sposiamo tra due mesi" disse Tyler.
"Congratulazioni" rispose Draco sorridendo, prima di abbracciare Tyler.
Non era frequente vedere un simile slancio di affetto da parte sua e ogni volta che capitava Hermione rimaneva a fissarlo imbambolata e con uno stupido sorrisetto sulle labbra.
"Grazie per tutto" disse Gwendolyn. "Avete fatto molto più di quello che vi spettava per me."
Hermione avrebbe voluto dirle che non era necessario ringraziarli, che avevano solo fatto il loro dovere, ma rimase in silenzio consapevole che Gwendolyn avesse bisogno di dire quelle cose.
"Hai avuto notizie di Julia?" chiese invece.
Gwendolyn annuì e abbassò lo sguardo. "Mi ha scritto una lettera. Si è scusata per quello che è successo, ha chiesto il mio perdono. Io non le ho ancora risposto."
"Ma lo farai perché non sei in grado di non perdonare qualcuno" disse Tyler, quasi con tono di rimprovero ma comunque sorridendo.
In fondo, era una delle cose che amava di Gwendolyn. La sua capacità di perdonare anche le cose più terribili.
"Dovreste andare ora. Hagrid vi sta aspettando" disse Draco, mettendo fine a una conversazione che stava diventando fin troppo seria.
Tyler e Gwendolyn salutarono i loro insegnanti un'ultima volta, poi uscirono dalla Sala Grande mano nella mano.
Hermione rimase a fissarli mentre uscivano. Sulle labbra aveva un sorriso leggero, di quelli che vengono spontaneamente quando ci si sente sereni.
Draco le circondò le spalle con un braccio e le baciò una tempia. "Vedi? Alla fine si è concluso tutto per il meglio. La storia di Gwendolyn, noi due, persino Blaise e Daphne sembrano andare di nuovo d'amore e d'accordo."
Hermione annuì sorridendo. Tutto era andato al proprio posto.
Avevano capito chi aveva fatto del male a Gwendolyn e perché, loro due avevano trovato un equilibrio per far funzionare la loro relazione; Blaise e Daphne avevano ripreso a frequentarsi e, strano ma vero, questa volta era stata Daphne a trattenersi quando Blaise le aveva detto di amarla.
Le cose non potevano andare meglio di così.
"Sai, credevo di non avere bisogno di innamorarmi, soprattutto di non avere bisogno di innamorarmi di te. Invece sono contenta che sia successo" disse Hermione avviandosi fuori dalla Sala Grande abbracciata a Draco.
"Già, sono felice anch'io. Forse sono davvero felice per la prima volta."
"Credi che sia normale che fare qualcosa di stupido come innamorarci l'uno dell'altra ci renda così felici?"
"Normale? Quando mai siamo stati normali, Granger? Non inizierei a preoccuparmene ora. Quello che conta è che ti amo e che tu ami me."
Hermione non replicò.
Draco aveva ragione, era tutto quello che contava.
Falling in love was another foolish thing
That I never really needed
But you were the first to change my mind
You're knocking me off of my horse and here I lay
Fallen and defeated
I'd leave it all behind
For this foolish thing of mine
(Foolish thing – Darren Criss)
Spazio autrice:
Buongiorno!
Non ci posso credere di essere arrivata alla fine. Ho iniziato a scrivere questa storia durante la prima maratona di Harry Potter (a marzo se non sbaglio) e ho finito di pubblicarla quasi un anno dopo.
Ho messo tutto il mio impegno in questa storia, sia perché avevo bisogno di qualcosa che potesse distrarmi dalla situazione che stiamo vivendo, sia perché era da tanto tempo che non scrivevo per questo fandom.
Spero che la storia e che questo epilogo vi siano piaciuti e spero di tornare presto con nuove storie.
Grazie per avermi seguita in queste settimane.
Buongiorno!
Non ci posso credere di essere arrivata alla fine. Ho iniziato a scrivere questa storia durante la prima maratona di Harry Potter (a marzo se non sbaglio) e ho finito di pubblicarla quasi un anno dopo.
Ho messo tutto il mio impegno in questa storia, sia perché avevo bisogno di qualcosa che potesse distrarmi dalla situazione che stiamo vivendo, sia perché era da tanto tempo che non scrivevo per questo fandom.
Spero che la storia e che questo epilogo vi siano piaciuti e spero di tornare presto con nuove storie.
Grazie per avermi seguita in queste settimane.