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Autore: Ridley Jones Stark    20/01/2021    0 recensioni
𝘐𝘳𝘭𝘢𝘯𝘥𝘢, 2019
La tranquilla vita di Vitani Blake viene sconvolta quando, dopo l'improvvisa scomparsa di sua nonna Helena è costretta a trasferirsi assieme alla sua famiglia nel paese natale di sua madre: Blackwood Hollow. Inizialmente la ragazzina non è felice del suo trasferimento, trova difficile convivere con i suoi zii e i suoi cugini, le manca la sua vecchia routine e -soprattutto- da quando si è trasferita nel paesino terribili incubi la tormentano.
Tuttavia stando a Blackwood Hollow Vitani viene a sapere che un oscuro segreto avvolge la sua famiglia e per uno sfortunato caso del destino sarà lei a doverlo risolvere.
𝘐𝘳𝘭𝘢𝘯𝘥𝘢, 1800
Endrell Morgerstern è il mago a cui è stato affidato il compito di proteggere il villaggio di Blackwood Hollow dalle perfide Ombre: Anime corrotte che danno la caccia ai viventi per mangiarne le carni e berne il sangue. Per fermarle Endrell e la Veggente Diadama devono scendere nelle profondità del Regno delle Anime e sconfiggere il Ladro di Anime: un mago malvagio che ha stabilito la sua dimora tra i morti.
Il viaggio che il mago e la Veggente dovranno affrontare sarà lungo e pieno di pericoli e il nemico con cui dovranno confrontarsi potrebbe rivelarsi troppo potente per essere sconfitto.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La macchina si allontanò parecchio dal centro del paesino dirigendosi verso il limitare della foresta, Vitani notò che più si distanziavano dalla piazza più le ville diventavano grandi e antiche. L’auto si fermò davanti ad una casa sul limitare del bosco circondata da un muro di cinta in cemento bianco poco più basso di una persona sovrastato da una staccionata in ferro battuto che terminava con degli spuntoni, il cancello -anch’esso in ferro battuto- era decorato con tralci di acanto e motivi floreali, il grande giardino era perfettamente tagliato, sotto i due alberi di mele completamente spogli al lato del vialetto erano state sistemate tutte le foglie cadute e le siepi erano potate a dovere
 
-A vedo che Jack ha fatto un’ottimo lavoro- disse Nathan con un sorriso osservando il giardino mentre provvedeva a parcheggiare la vettura lì vicino.
 
Vitani scese rapidamente e iniziò a guardarsi attorno come una bambina curiosa, non ricordava quella casa così imponente e sicuramente non ricordava la foresta così vicina, la ragazzina si sfregò le braccia rabbrividendo, non sapeva perché ma quel bosco le trasmetteva un terribile senso di disagio, la faceva sentire quasi osservata…
 
-Va tutto bene tesoro?- le chiese la madre
 
-Si mamma… solo… che non ricordavo che la foresta fosse così vicina alla casa, mette i brividi-
 
la donna sorrise appena
 
-Forse un po’ sì, ma non è pericolosa, quando ero bambina io e i tuoi zii passavamo giornate intere a giocare tra questi alberi-
 
-Okey…- rispose la ragazzina
 
poi si voltò e si diresse verso il porta bagagli per prendere le sue tre valigie e la chitarra elettrica. Ma quando Vitani prese la prima comprese borsa che avrebbe dovuto fare più di un viaggio per riuscire a portare tutto in camera sua, così prese il borsone con i libri e iniziò ad avviarsi verso il grande cancello sbuffando
 
Non capisco perché ci ha fatto portare tutto l'appartamento! In fondo ci fermeremo poco
 
pensò infastidita.
 
Una volta arrivata davanti al portone si accorse di non avere le chiavi, Vitani sbuffò nuovamente quella giornata stava decisamente peggiorando, seccata bussó, ad aprirle fu una donna con i capelli di un biondo platino così chiaro da non sembrare naturale, gli occhi erano freddi come il ghiaccio, avevano una forma leggermente allungata, le labbra rosse e gonfie erano tirate in un sorriso poco amichevole, il viso era pallido e affilato, il corpo perfetto era fascia to da un'elegante tailleur nero. La ragazzina si sentì un po' intimorita da quella rigida figura, ma si sforzò comunque di sorridere
 
-Ciao zia Jennifer- disse in tono cordiale
 
il sorriso sul volto della donna si fece più freddo
 
-Oh ciao streghetta!- affermò
 
la smorfia sulle labbra di Vitani si spense e prese un profondo respiro per rimanere calma, poi fece per ribattere, ma prima che potesse dire qualcosa sua madre la raggiunse
 
-Ciao Jenny- disse sorridendo
 
-Alexa, siete in ritardo, vi aspettavamo questa mattina-
 
-Dovevo sistemare le ultime cose Jenny… gli altri sono già tutti qui?- 
 
-Scott e James sono arrivati ieri, mentre Violet ha detto che non ha intenzione di venire, nemmeno per il funerale di nostra madre…-
 
Alexa annuì, mentre un’espressione seria le si dipingeva sul volto 
 
-Capisco- disse sospirando, poi si voltò verso la figlia che aveva seguito la conversazione con interesse -Vitani perché non entri e non inizi a sistemare le tue cose?-
 
la ragazzina annuí
 
-Va bene mamma- disse entrando.
 
Una volta dentro la ragazzina ne approfittò per guardarsi attorno: l’ingresso sfociava direttamente in un amplio salone arredato con antichi mobili in mogano e velluto nero, sulle pareti candide erano appese numerose foto che ritraevano paesaggi di campagna, matrimoni e bambini che giocavano allegramente, dall’alto soffitto pendeva un grande lampadario dorato che emetteva una fredda luce, ma fortunatamente l’ambiente era riscaldato dal caminetto infondo alla stanza.
Davanti ad esso a ravvivare il fuoco vi era un uomo basso, il fisico atletico era fasciato da un’elegante completo nero, i capelli biondi e ricci erano stati accuratamente pettinati, gli occhi azzurri erano arrossati probabilmente a causa del pianto; la ragazzina vedendolo gli sorrise
 
-Ciao zio Scott- disse,
 
l’uomo si sforzò di ricambiare il sorriso
 
-Ciao Tani… siete appena arrivati?- domandò
 
-Sì… mancavamo solo noi?-
 
-Dato che Violet non ha intenzione di venire e che tutti gli amici di tua nonna vivono qui direi di sì…-
 
-Ok…- disse la ragazzina senza sapere cosa dire
 
-Ora sbrigati, tra non molto dobbiamo uscire- intimò suo zio,
 
Vitani allora quasi meccanicamente lo superò e iniziò a salire la prima rampa di scale.
Le vecchie assi di legno cigolavano sotto il suo peso ad ogni passo, la vecchia carta da parati era sbiadita dove erano state posizionate le lampade
 
Probabilmente è per l’esposizione alla luce troppo prolungata
 
pensò la ragazzina osservandole distrattamente, per poi spostare lo sguardo sulle varie foto che ornavano le pareti; era quasi arrivata al secondo piano quando un quadro in particolare attirò la sua attenzione: l’immagine ritraeva un’anziana donna, con i lunghi capelli argentati legati in un comodo chinione, grandi occhi azzurri pieni di dolcezza e un sorriso gentile dipinto in volto, seduta su una panchina nel mezzo della piazza di Blackwood Hollow che stringeva tra le braccia una bambina di circa due anni con tanti riccioli biondi spettinati e grandi occhi argentati che sorrideva e indicava la telecamera. Alla vista di quella foto sul volto di Vitani si formò un sorriso, quasi come se la felicità di sua nonna e sua cugina l’avesse contagiata, in un attimo la ragazzina venne sommersa dal ricordo di tutti i bei momenti che aveva passato in quel paesino quando era piccola e per un secondo le sembrò che sua nonna le avesse posato una mano sulla spalla, ma quando si voltò dietro di lei non c’era nessuno, così la giovane sospirò e ricominciò a salire le scale, in quel momento l’ultima cosa di cui aveva voglia era passare più tempo del dovuto a Blackwood Hollow. Una volta in cima la ragazzina iniziò a percorre il  lungo corridoio osservando le varie porte chiuse che si alternavano sulle pareti, quella casa aveva davvero tante camere, per la maggior parte inutilizzate, probabilmente in antichità la famiglia Morgerstern doveva essere molto più numerosa e doveva vivere tutta riunita lì, immaginò la giovane.
Ma mentre camminava Vitani assorta nei suoi pensieri si scontrò con  una ragazzina, con grandi occhi color acquamarina, i lineamenti appuntiti e i capelli color miele legati in una perfetta coda alta, il fisico esile era avvolto da un elegante vestito di velluto. Vitani squadró la ragazzina da capo a piedi
 
-Ciao Emily- disse con tono vuoto
 
la giovane alzò lo sguardo, aveva gli occhi arrossati è il volto rigato dalle lacrime
 
-Oh... siete arrivati... avete fatto tardi…- rispose con freddezza,
 
Vitani sbuffò
 
-Abbiamo avuto alcuni imprevisti…-
 
-Mh… pensavamo che non voleste venire, come zia Violet-
 
-Invece siamo venuti e ora se non ti dispiace voglio portare i miei bagagli in camera e cambiarmi, abbiamo un funerale questa sera… e siamo già in ritardo-
 
Con queste parole Vitani superò la cugina e si diresse vero la camera in fondo al corridoio.
 
   
 
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