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Autore: Ciarax    20/01/2021    0 recensioni
Una lotta contro il tempo per riuscire a catturare l'omicida seriale più sanguinario che la storia abbia mai conosciuto: Kira.
Una lotta contro il tempo nel tentativo di risolvere il caso prima che sia troppo tardi.
...
Dal testo:
«Ma chi si crede di essere…» mormorò a sé stesso certo che nessuno l’avesse sentito.
«Agente del KGB Yana Sokolova, prenderà parte attiva alle indagini su mia personale richiesta» gli rispose indirettamente Elle mentre la ragazza si mise comoda sul bracciolo della poltrona, incrociando le braccia sotto il seno e rivolgendo loro uno sguardo attento.
...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 4
 
               «Ryuzaki, Misa sta parlando» la voce di Watari interruppe il silenzio denso di concentrazione che aleggiava nell’ennesima suite d’hotel, presa come quartier generale provvisorio della squadra anti-Kira.
            Elle alzò la testa e si fiondò con un salto verso la poltrona posta di fronte ad uno schermo e un microfono, ordinando con una certa urgenza di far arrivare ai dispositivi sia immagine che sonoro. I tre poliziotti lo seguirono a ruota seppur con la dovuta calma, avevano trascorso la notte precedente in quella stanza ed erano rimasti svegli fino all’ultimo, la stanchezza ora era decisamente evidente su tutti e tre.
            «Era ora, sono passati tre giorni» si lamentò Aizawa passandosi una mano tra i capelli ricci e scoccando un’occhiata verso Yana che sembrava non avere intenzione di scomodarsi dalla sua posizione.
La bionda infatti non aveva lasciato il proprio portatile per dirigersi verso lo schermo assieme agli altri, i capelli scalati che aveva lasciato per una volta sciolti le ricadevano scompostamente di fronte il viso nascondendo così gli occhi socchiusi. Stava sonnecchiando da poco più di un paio di minuti quando una mano poggiata sulla spalla non la scosse dolcemente, Yana aprì di scatto gli occhi girandosi verso il sovrintendente Yagami che l’aveva appena svegliata e la guardava con espressione gentile accortosi della sua stanchezza.
            «Mi spiace doverti svegliare ma forse abbiamo qualcosa su Misa Amane» aggiunse poi alzandosi dopo aver ricevuto un cenno del capo da parte di lei. Yagami si era reso conto di come la stanchezza avesse preso tutti ma in particolar modo la ragazza che a dispetto degli altri non sembrava aver dormito affatto da giorni, gli occhi solcati da leggere occhiaie e lo sguardo spesso assente glielo avevano confermato più di una volta.
Yana scosse leggermente la testa tentando di scrollarsi di dosso la stanchezza, chiuse il portatile e sistemando la felpa grigia che indossava si alzò raggiungendo i quattro che osservavano concentrati lo schermo di fronte il detective.
            «Non ce la faccio più…- mormorò in un sussurro appena udibile la bionda che ancora una volta come giorni fa era legata da testa a piedi, la pesante maschera metallica a coprirgli gli occhi, -uccidimi»
I tre poliziotti sussultarono al solo sentire quella richiesta, Yana ed Elle al contrario non mossero un muscolo, attenti per lo più alle espressioni facciali della Amane o perlomeno quel poco che potevano percepire vista la maschera sugli occhi. La ragazza sembrava distrutta, si reggeva in piedi ma non sembrava minimamente intenzionata a lottare, era esausta e sconfitta.
            «Uccidimi, fa presto» ripeté, questa volta con tono più forte.
Aizawa si mosse nervosamente sul posto, chiaramente contrario e in disappunto con quello che stava vedendo. Non sopportava che una persona venisse privata in tal modo della libertà e dei propri diritti solo sulla base di una supposizione, a maggior ragione una ragazza così giovane e all’apparenza innocente, la sua irritazione poi non fece che crescere notando come Ryuzaki non sembrava minimamente turbato dalla situazione, al contrario, sembrava quasi esservi del fastidio e della noia per la lentezza richiesta per ottenere quella che rasentava l’estorsione di una confessione.
            «Ryuzaki questo è davvero troppo per una ragazza di vent’anni» esclamò Aizawa con una nota di disappunto nella voce.
            «Ormai avrà raggiunto il limite» gli diede manforte Matsuda.
Elle li ignorò troppa era la concentrazione rivolta allo schermo di fronte a sé, allungò la mano e premette il pulsante di attivazione del microfono, «Misa Amane, mi senti?» domandò.
Misa sobbalzò impercettibilmente al sentire quella voce uscita dal nulla, pesantemente alterata.
            «Si. Ti prego, uccidimi subito» supplicò nuovamente.
            «Adesso rispondi alla mia domanda. Ammetti di essere tu il secondo Kira?» domandò nuovamente Ryuzaki ignorando la continua richiesta della Amane che sembrava avere un’espressione sempre più insofferente e sull’orlo di una crisi di nervi.
            «No…- biascicò per poi riprendere a parlare con tono più acuto, presa dal nervosismo, -Io non conosco nessun secondo Kira. Non ce la faccio più… preferisco morire. Avanti, sbrigati, uccidimi! Tu puoi farlo, no? Uccidimi, che aspetti?»
            «Ma con chi va blaterando?» domandò confuso Aizawa, percependo come la ragazza stesse lentamente iniziando a delirare senza lasciare neanche il tempo a Ryuzaki di poter rispondere.
            «Si, uccidimi» ripeté un paio di volte come caduta in trance.
Yana assottigliò lo sguardo concentrando ora tutta la sua attenzione sulla ragazza che continuava a supplicare di venire uccisa, l’impressione tuttavia non era quella che si stesse rivolgendo a Ryuzaki, il quale smise di risponderle, ma ad un terzo interlocutore. Si domandò se potesse trattarsi di Watari ma la cosa non aveva senso sapendo come l’anziano non aveva quasi mai rivolto la parola alla Amane e di certo i suoi metodi non erano così pesanti da far suscitare il desiderio di morte.
C’era qualcosa sotto, qualcosa che sfuggiva anche a due delle menti più geniali al servizio della giustizia.
Misa dava l’impressione di essere palesemente sotto shock e di star delirando con la sua nenia ma alla ragazza non importava, quei giorni erano stati troppo duri per lei e aveva raggiunto il limite. Non avrebbe mai tradito Light e preferiva morire piuttosto che lasciarsi sfuggire qualcosa di bocca, non chiedeva altro a Rem.
Scrivere il suo nome e farla finita in meno di un minuto.
            «Non ce la faccio più, uccidimi…- mormorò per l’ennesima volta, negando nuovamente alla proposta di Rem per salvarla da quel supplizio, -No, no, uccidi me. Uccidi me» non voleva che ci andasse di mezzo anche Light, avrebbe rispettato la sua promessa.
All’ennesimo momento di silenzio i membri della squadra anti-Kira videro Misa esplodere di frustrazione, «Ne ho abbastanza, se non vuoi uccidermi tu…!»
            «Dannazione, Watari! Impediscile di mordersi la lingua» Esclamò imperativo Elle, troncando sul nascere quel gesto di follia mentre Watari le chiuse la bocca con una striscia di tessuto.
Tutti i presenti rimasero in silenzio, la pesante consapevolezza di non aver avuto i risultati sperati che gravava in modo insistente su di loro.
Elle sospirò impercettibilmente e fissando con i suoi soliti occhi sgranati lo schermo pensò allo strano comportamento della giovane modella, anche se era al corrente di come Watari fosse in grado di esortare pressoché qualunque persona a confessare, dubitava che avesse potuto esagerare talmente tanto da indurla a desiderare la morte con così tanta insistenza.
C’era qualcosa che la frenava dal parlare, ed era talmente radicata nelle sue convinzioni che avrebbe preferito la morte al tradire i suoi ideali.
            «Possibile che questo faccia parte delle azioni controllate da Kira prima delle morte?» si domandò sovrappensiero notando con la coda dell’occhio come Yana l’avesse raggiunto e stava lentamente prendendo posto sul bracciolo della poltrona, le braccia dei due ragazzi a sfiorarsi timidamente.
            «Se questa fosse opera di Kira, la Amane sarebbe morta da tempo e ci avrebbe risparmiato tre inutili giorni di attesa» gli rispose Yana puntando i suoi occhi grigio mercurio in direzione dello schermo che riportava freddamente la scena della ragazza che continuava a negare con la testa e nel tentativo di articolare qualche parola, il bavaglio le permetteva di produrre solo suoni ovattati.
            «Ma che diamine vai dicendo, Sokolova! Sei impazzita? Pensi sia uno scherzo quello che sta passando quella ragazza?» quasi gli urlò contro Aizawa, sul punto di esplodere.
Yana non gli era andata a genio sin dall’inizio ma in quei giorni di attesa si era quasi dimenticato della sua presenza tanto era una figura silenziosa nella stanza, ma ora… ecco di nuovo quello sguardo penetrante che non lasciava trasparire alcun pensiero, il volto dai tratti delicati della giovane agente del KGB induriti in una espressione severa mentre incatenava il proprio sguardo in quello furioso del poliziotto giapponese. Quell’aria di superiorità che sembrava trasparire dalla sua intera figura ogni volta che aveva quello sguardo era una cosa che non sopportava, sembrava mettere qualunque altra persona in secondo piano come se fosse di poca importanza o mere comparse.

            «Perdere giorni di indagini mentre Kira continua ad uccidere centinaia di persone indisturbato per stare dietro ad una ragazzina che si dimena dalla paura... sinceramente, per essere una sospettata del caso Kira è stata trattata persino con troppo riguardo, Aizawa» disse con tono calmo Yana riportando il proprio sguardo glaciale in direzione dello schermo che continuava a trasmettere la figura immobilizzata della Amane.
Aizawa era sul punto di sbottare dalla rabbia ma venne ripreso in tempo dalla mano poggiata sulla sua spalla e dallo sguardo ammonitore del sovrintendente Yagami che lo guardava con accondiscendenza. Per quanto potesse essere d’accordo con il suo collega anche Yagami sapeva che le parole dure di Yana avevano un fondo di verità, la faccenda di Misa Amane li aveva tenuto fermi per parecchi giorni oramai e con il tasso di morti dei criminali questo non era un lusso che potevano permettersi.

            Un silenzio pesante era calato nella stanza, Yana tornò a rivolgere la propria attenzione allo schermo dove Misa era con il capo reclinato di lato come sconfitta, di tanto in tanto sembrava annuire o scuotere la testa ma al di là di quello non sembrava affatto decisa a parlare. La cosa iniziava a snervare sia la bionda che Ryuzaki, entrambi restii a dimostrarlo apertamente ma era palese quanto quella situazione stesse facendo perdere tempo a tutti.
Un dettaglio attirò l’attenzione dell’hacker.
Una frazione di secondo ma fu sufficiente per farle aggrottare leggermente la fronte, confusa.
Per una frazione di secondo lo schermo aveva mostrato una delle ciocche bionde della idol spostarsi di poco e ricadere nuovamente di fronte la maschera di metallo che le oscurava gli occhi, il movimento di quella singola ciocca sembrava essere passato inosservato ai tre agenti di polizia ma anche Elle aveva di poco allungato il collo, incuriosito da quello strano fenomeno.
I due non dissero nulla ma quel dubbio rimase soprattutto nella mente di Yana che era rimasta ad osservare assorta lo schermo del proprio portatile una volta ripresa la posizione da lavoro vicino la poltrona del detective.
            Misa non accennò una parola per un paio d’ore, probabilmente addormentatasi dopo le ore infinite di interrogatorio pesante a cui era stata sottoposta, sotto la segreta compassione di Matsuda che sembrava non accettare proprio l’idea che una ragazza così giovane potesse incarnare le veci del secondo Kira.
Nonostante tutte le prove a suo carico, Misa si ostinava a non parlare. Quella testardaggine stava mettendo a dura prova la pazienza già limitata di Yana che non avrebbe esitato ad appesantire i metodi di interrogatorio pur di mettere fine a quelle ore così vuote, e sotto lo sguardo curioso del più giovane dei tre agenti, venne sorpresa a sonnecchiare.
            «Guarda Aizawa, si è addormentata. Così non fa più tanta paura, eh?» commentò scherzoso il giovane dando una leggera gomitata all’amico che sbuffò con un broncio molto eloquente.
Quella ragazza di certo non le andava a genio, nonostante sembrasse avere un’intelligenza fuori dal comune, il suo atteggiamento a tratti strafottente proprio non lo digeriva.
            «Pensa piuttosto a finire di controllare questi documenti, più tardi puoi chiederle di uscire se proprio ci tieni» sbuffò di risposta notando come Matsuda avesse di colpo sgranato gli occhi dall’imbarazzo, balbettando frasi sconnesse.
Soichiro Yagami riprese rapidamente i due che ritornarono subito a lavoro, e nella tranquillità snervante di quel pomeriggio di fine maggio non c’era molto da fare se non continuare ad aggiornare la lista delle morti di Kira.
            Dopo qualche ora passate in completo silenzio Yana schioccò la lingua socchiudendo gli occhi e puntando lo sguardo sul computer di fronte a sé, seccata dalla lentezza con la quale procedevano le indagini sembrava totalmente immersa nei propri pensieri.
Aveva più di una volta avvertito lo sguardo dei due agenti di polizia su di sé ma non ci aveva prestato la benché minima attenzione, tagliando fuori qualunque fonte di disturbo si era isolata nella sua testa e, invece di approfittare di un paio d’ore di sonno prezioso in quel momento, aveva passato in rassegna tutte le informazioni che ricordava riguardo il caso Kira.
Nomi, date, eventi, dettagli, immagini.
Tutto.
Qualsiasi minimo particolare poteva essere d’aiuto e giocare un ruolo determinante nella risoluzione di quel caso internazionale, eppure non riusciva a togliersi dalla testa quel dettaglio. Quella stupida ciocca di capelli mossa da chissà quale folata o spiraglio di vento inesistente, poco prima che la Amane perdesse i sensi.
            «Non ci siamo… mi sta sfuggendo qualcosa… pensa» si redarguì sottovoce.
Elle d’altro canto non era in una situazione migliore, a corto di zuccheri da quella mattina vista l’assenza di Watari e quello che sembrava essere un vicolo cieco tra le mani.
La situazione non poteva mettersi peggio.
            Senza dire una parola il corvino allungò la mano lungo uno dei pezzi della scacchiera posta sopra il piccolo tavolino di fronte a lui, mosse il pedone avanti di due caselle senza distogliere lo sguardo dallo schermo che continuava a trasmettere la statica immagine della giovane Amane crollata per la stanchezza.
Yana spostò lo sguardo alla sua sinistra dove si trovava la scacchiera rimessa a posto quella mattina da uno dei presenti, osservò con interesse il pedone bianco che svettava fieramente davanti agli altri pedoni e con un gesto fluido mosse in risposta il pedone nero in avanti.
            «Certo che ti sei proprio affezionato alla Difesa Siciliana» commentò Yana con un leggero sogghigno ad incurvarle le labbra mentre Elle non attese un attimo rispondendo alla mossa con l’avanzamento di un secondo pedone.
Sotto lo sguardo allucinato e incredulo di Matsuda e Aizawa e quello sorpreso del sovrintendente Yagami, la partita giunse di nuovo e con rapidità ad uno stato di impasse che lasciò i due con quattro pezzi ciascuno.
Lo stato di concentrazione e totale alienazione dei due venne interrotta da un leggero gemito proveniente dalla video schermata che continuava a mostrare la snella figura legata della Amane, ora scossa da leggeri movimenti mentre alzava di poco la testa e la muoveva come a constatare di essere ancora bendata.
            «Signor maniaco? Ehi, signor maniaco. Dimmi, dove sei?» domandò improvvisamente più vigile prima di accennare un piccolo sorriso, «ora basta con questo gioco, dai»
Ryuzaki congela la mano con la quale aveva afferrato un cioccolatino, ora fermo a mezzaria davanti a sé, puntando come una saetta quegli occhi sgranati sullo schermo con acuto interesse.
«Non lo sai che questo è un reato, signor maniaco?» supplica nuovamente, alzando di poco la voce.
Yana assottiglia lo sguardo in direzione della Amane, quel tono così deciso di certo era strano considerando come fino a qualche ora prima continuava a chiedere di venire uccisa e che non avrebbe detto nulla. Si percepiva come stesse evitando di dire qualcosa, eppure ora… non aveva la minima esitazione, non aveva paura.
L’hacker vide come Elle si portò il pollice sopra il labbro, fattosi improvvisamente più pensieroso di prima probabilmente a causa del comportamento anomalo della Amane che non sembrava rientrare nelle ipotesi del detective.
            «Maniaco?» esclamò dubbioso Aizawa alle spalle dei due giovani, «è da quando ha ripreso conoscenza che va avanti con questa storia»
Matsuda commentò dando man forte al collega, entrambi stupiti da quell’atteggiamento così insolito se comparato a qualche ora prima.
            «È sincera. Non sta mentendo, nonostante prima sembrava ostinarsi a non voler rivelare qualcosa… ora quel segreto è semplicemente svanito nel nulla» quel commento atono di Yana cadde nel silenzio, una volta distaccatasi dal proprio portatile ora abbandonato e inutilizzato sopra le proprie gambe incrociate.
            «Almeno toglimi questa benda dai, vorrei vederti in faccia» continuò a lamentarsi Misa decisa a non mollare la presa.
Elle sgranò gli occhi a quel commento, improvvisamente vigile e con un dubbio nella sua mente che doveva venire immediatamente messo a tacere o essere confermato; allungò una mano dietro di sé ordinando che venisse chiamato Mogi.
Chiedere di venire liberati all’improvviso dopo tre giorni come se niente fosse, per di più dopo la pensante accusa di essere il secondo Kira che può essere in grado di uccidere semplicemente conoscendo il volto della vittima. In tutto quella storia, qualcosa non quadrava.
            «Mogi, quando ha arrestato Misa amane le ha detto di essere sospettata di essere il secondo Kira?» domandò prontamente Ryuzaki una volta essere entrato in possesso del telefono di Matsuda.
La risposta che ricevette dall’altro capo del telefono contribuì ad aumentare quel dubbio che ora si faceva sempre più insistente.
            «Ti faccio un autografo e ti stringo la mano se vuoi, e poi ti do anche un bacio sulla guancia, va bene? Ti giuro che non scappo»
Elle continuò a rimuginare cosa potesse aver scatenato quel cambio repentino nel suo comportamento dopo tre giorni di interrogatorio che l’avevano portata allo sfinimento, senza tra l’altro ottenere molte informazioni; ora invece, sembrava gioviale e fin troppo energica, forse era tutta una farsa per trarli in inganno.
            Il detective allungò una mano attivando così il microfono di fronte a se, «Misa Amane, prima di addormentarti non hai aperto bocca e hai chiesto addirittura di venire uccisa, è un po’ tardi per fare la finta tonta»
Il broncio che sorse sul viso della giovane giapponese fu piuttosto eloquente.
            «Ma che stai dicendo? Sei stato tu ad addormentarmi e a rinchiudermi qua dentro. Che c’è? Ti diverte così tanto giocare con una modella famosa come me, vero?»
            «Conosci il motivo per cui sei stata portata qui e legata?»
            «Il motivo?» Misa esitò qualche attimo, «perché sono famosa, no? Anche se tu sei veramente fuori di testa»
Matsuda preso dal nervosismo afferrò in fretta il microfono e rimproverò la Amane che, sentendo quel repentino cambio di atteggiamento, sobbalzò dallo spavento e riprese a lamentarsi con maggiore foga.
            «Smettila» la silenziò Elle con tono calmo all’ennesima richiesta di poter andare al bagno, «ci sei andata quattro minuti fa»
            «Ma come sarebbe? Vuoi che resti tutto il tempo legata così? Brutto pervertito!»
Yana sogghignò a quel commento così spudorato alzandosi e mettendosi sopra il suo posto sul bracciolo della poltrona, ricevette nel mentre un’occhiata da parte di Ryuzaki accanto a lei che non emise un fiato, portando di nuovo il solito pollice sul labbro inferiore, pensieroso.
            «Amane, adesso riprendiamo seriamente il discorso prima che tu ti addormentassi. Dimmi se conosci Light e per quale motivo ti sei avvicinata a lui»
            «Ma Light è il mio ragazzo ci mancherebbe che non lo conoscessi» ammise confusa la ragazza non capendo il motivo di quella domanda così ovvia, domandandosi perché mai avrebbe dovuto avere un chissà quale secondo fine oscuro per stare accanto al ragazzo che ama.
La confusione a quell’improvvisa ondata di sincerità attraverso come una saetta la mente dei due geni che sedevano l’uno accanto all’altra, mentre dietro di loro il più giovane dei tre agenti di polizia esternava a voce alta il proprio dubbio.
            Neanche il tempo di replicare che il telefono del detective prese a squillare facendo interrompere il collegamento audio e video con la Amane giusto prima di rispondere, Ryuzaki lesse il chiamante ad alta voce ottenendo così uno sguardo scioccato dal sovrintendente Yagami che non aveva aperto la bocca fino ad allora.
Elle concluse velocemente la chiamata indicando poi anche la locazione in cui si trovavano da a malapena un giorno, Soichiro si alzò lentamente con sguardo grave poco prima di sospirare, «e così, mio figlio sta venendo qua»
            Quella rapida piega degli eventi iniziava a non essere più una semplice sequela di incredibili quanto fortuite coincidenze, tanto che Yana non credette alle proprie orecchie quando capì che il primo sospettato del caso sarebbe stato lì con loro nell’arco di una mezz’ora.
Dopo tre giorni passati con un pugno di polvere, all’improvviso tutto sembrava smuoversi e a riprendere lentamente il cammino, una marcia che, almeno apparentemente, non sembrava giocare a favore della squadra anti-kira.



---Note---
Ed eccomi un po' in ritardo, -ma come al solito d'altronde.
Nuovo capitolo fresco fresco, più o meno, e qui penso che si inizi a complicare la faccenda con Misa che sembra sempre intenzionata a salvaguardare quell'amore malato di cui solo lei è convinta esista un lietofine e Yana che continua a rimuginare sul caso.
Dite che scoprirà qualcosa che sta sfuggendo al caro, ma a volte alquanto distratto, L?
Eh eh, di certo non ve lo dico ora.
Detto questo, sono a poche settimane dal periodo esami dunque non ho molto tempo libero per anticiparmi qualche capitolo e quelli che ho stanno finendo drasticamente, dunque credo che la pubblicazione rallenterà ad un capitolo ogni due settimane circa. (Sperando sempre di rimettere mano anche alla storia abbandonata di Hika di Naruto che è da parecchi mesi che non aggiorno)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e se vi va lasciate anche qualche parolina, magari qualche bella speculazione su come andrà la stori.
Sono davvero curiosa.


Ciara

 
   
 
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