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Autore: MaxT    21/01/2021    6 recensioni
Questo racconto è basato su Somewhere only we know di marianna1317, rielaborato e completato da MaxT con l'aiuto dell'autrice originale.
Anni dopo essere morto nel mondo da incubo all'interno di un libro magico, Cedric redivivo si presenta alla porta della donna che ancora lo ama, la guerriera Orube.
Al rifiuto di dare spiegazioni sulla sua resurrezione si creano sospetti e incomprensioni, mentre le storie dei due personaggi si intrecciano con le realtà dei loro mondi natii, e con esuli che vivono in incognito nella città di Heatherfield.
Combattuti tra l'affetto per Orube e il loro dovere, le Guardiane e i saggi di Kandrakar cercano risposta a una domanda: c'è ancora una minaccia nascosta nel Libro degli Elementi?
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cedric, Orube
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Riassunto dei capitoli precedenti

 

Tre anni dopo essere morto all'interno del mondo nel magico Libro degli Elementi Cedric, ferito ed esausto, si ripresenta a Villa Rudolph.

Qui abita Orube, ancora innamorata di lui e tornata sulla Terra per riaprire la sua vecchia libreria.

La Saggia Yan Lin, informata, la incarica di chiedergli come ha potuto risorgere e uscire dal Libro degli Elementi, che Orube aveva riportato nello scantinato del Ye Olde Bookshop.

Il portale di Kandrakar viene spostato dallo scantinato al negozio di animali gestito da Matt Olsen.

Per un certo periodo Cedric e Orube convivono in modo apparentemente sereno gestendo la libreria e facendo vita ritirata, ma lui non risponde ad alcuna domanda sul suo ritorno.

Infine però si fa accompagnare nel seminterrato dove c'è ancora il Libro degli Elementi, ma davanti a questo ha una reazione che allarma Orube.

All'ennesimo rifiuto di Cedric di dare spiegazioni, Orube lo lascia, ma decide di non raccontare a Kandrakar l'episodio per non peggiorare la situazione del suo ex.

Nel frattempo, i contatti tra le Guardiane e Kandrakar sono resi difficoltosi dalla collocazione del portale nel negozio di animali, e loro decidono di chiedere a Orube di spostarlo a casa sua, non più frequentata da Cedric.

A Kandrakar il Saggio Endarno mette in questione con gli altri Saggi la condotta di Orube e sollecita a indagare attivamente su possibili minacce ancora contenute nel Libro degli Elementi.

Su incarico di Kandrakar, Will entra di nascosto nella libreria di Cedric e vi nasconde cinque segnalibri rivelatori di attività magica.

Il giorno dopo, Orube deve ammettere con Will che ha mentito, poi va alla ricerca di una palestra di arti marziali finchè incontra, sotto le mentite spoglie del maestro Stan Luther, il capo guerriero Yarr che aveva conosciuto anni prima a Basiliade.

Yarr le racconta di essere stato esiliato due anni prima perchè aveva criticato la preminenza della casta dei Guerrieri e degli ideali guerreschi nella società di Basiliade. Era stato condannato a morte, ma l'Oracolo aveva segretamente interceduto perchè la pena fosse commutata in esilio.

Il fratello di Orube, Ipitlos, era tra i suoi seguaci ma sfuggì all'arresto.

La domenica dopo le Guardiane vengono a casa di Orube, e il portale di Kandrakar viene magicamente trasferito nella sua soffitta, in fondo a un armadio. Endarno raccomanda di non far avvicinare né Elyon né Cedric al portale; questo riacutizza dei malumori, e Orube inizia a isolarsi dalle altre.

L'ultimo giorno di ottobre una giovane di nome Cassandra Smith entra, in compagnia degli amici Ashley e Josh, al Ye Olde Bookshop e resta sorpresa nel riconoscere Cedric. Come se non bastasse, appena apre un libro le appare un messaggio di Phobos: questo libererà la madre di lei, detenuta a Meridian e trasformata in un fiore, se lei convincerà Cedric a scendere nello scantinato.

In realtà Cassandra è Kendrel, la figlia del defunto Lord Luksas, fuggito con lei da Meridian all'avvento di Phobos ventuno anni prima.

I segnalibri nascosti nella libreria hanno segnalato attività magica durante l'ingresso di Cassandra; le scene registrate da Kandrakar vengono mostrate alle Guardiane e a Orube. Si decide di indagare con prudenza sia sul libro del messaggio che sui tre clienti sospetti.

Il giorno dopo Cassandra si fa riconoscere da Cedric e gli domanda chi sia al potere a Meridian e come potrebbe tornarci. Su questo Cedric dà risposte incomplete perchè non vorrebbe perdere questo contatto interessante appena trovato.

Le indagini svolte dalle Guardiane non portano nessun elemento decisivo.

Loro vorrebbero affrontare direttamente Cedric per fare chiarezza; Yan Lin risponde che l'Oracolo considera la situazione delicata e vorrebbe occuparsene personalmente, ma al momento non può.

Orube si sente sempre più di peso per Kandrakar e si sfoga con Yarr, che le consiglia di parlarne con l'Oracolo.

Nel libro c'è tuttora lo spirito del defunto tiranno Phobos, che aveva assorbito energia magica dal portale di Kandrakar al quale era stato imprudentemente lasciato vicino da Orube. Phobos aveva resuscitato Cedric per farsi aiutare a ricreare il suo corpo. Alla ritrosia di Cedric, lo spirito lo costrinse minacciandolo di nuocere a Orube, e facendogli indossare una magica veste nera.

La prima missione di Cedric fu recuperare un'ampolla contenente lacrime di Phobos custodite in una cripta nel Metamondo; la seconda fu di procurarsi trecento bulbi di un particolare fiore per trasformarli in altrettanti nuovi mormoranti. La terza missione fu recarsi a Meridian e rubare nelle case di alcuni benestanti delle piccole scorte di acqua magica.

Cedric si trattenne per settimane nel mondo del libro per iniziare la trasformazione delle piantine in mormoranti. Finita l'acqua magica, Phobos lo rimandò a Meridian per sottrarne una quantità maggiore, ma qui Cedric scoprì che la città era sorvegliatissima dopo i suoi primi furti.

Tentò di sostituirsi al funzionario Alektor, ma quando costui lo riconobbe lui lo colpì, facendolo involontariamente cadere dall'alto. In preda al panico, Cedric fuggì da Meridian.

 

 

 

Capitolo 20

 

Lasciatemi!

 

 

“Niente neanche qui! Che...”, fa in tempo a lamentarsi Will uscendo dalla Libreria Alexandria, quando una ventata fredda le sbatte sul viso grosse ciocche dei suoi capelli rossi.

Cerca di proteggersi alzando il cappuccio della giacca a vento, poi cerca di liberarsi gli occhi e la bocca dai capelli. “Che giornata... pfft... di ...”

Cornelia la segue fuori, calcandosi la cuffia di lana sugli occhi socchiusi e alzando il bavero del suo cappotto per proteggersi dalle folate. “A vederla attraverso una finestra sembrava bellissima e tersa. E invece... ”. Si interrompe quando una sottile ciocca fuggitiva le svolazza davanti alla bocca.

“A chi lo dici!”, geme Will al culmine di una crisi di autocompassione. “E non è finita, se non trovo quel maledetto libro per dopodomani rischio anche di sentirle da quella strega!”. Sbotta, mentre riprendono a camminare per la via: “Se io dovessi mai diventare una professoressa universitaria, non mi sognerei di pretendere che centoventi studenti possano comprare tutti lo stesso libro entro la lezione di dopodomani!”.

Cornelia annuisce comprensiva, ma non apre più bocca.

Will continua: “ Il risultato? Mezz'ora dopo la fine della lezione, il libro è già introvabile nelle tre librerie più vicine all'università. E ogni volta mi sono sentita rispondere che le ultime copie erano andate a ruba pochi minuti prima!”.

Cornelia annuisce condiscendente, finché non girano l'angolo della via, trovando un po' di protezione dalle folate. “E ora che cosa vuoi fare?”, chiede infine.

Will le risponde di malumore: “La prossima libreria sulla strada è quella di una nostra vecchia conoscenza”.

“Cedric”, completa freddamente Cornelia. “Sei davvero decisa a entrare lì?”.

Lei annuisce stoica, facendosi forza come davanti a un plotone d'esecuzione. “Devo tentarle tutte. Se aspettassi, poi il libro potrebbe essere già esaurito in tutte le librerie della città, e mi mangerei le mani per non avere tentato anche da lui”.

“Ma così, all'improvvisata? Non sprecheremmo una buona occasione?”.

La Guardiana del Cuore la guarda a lungo prima di rispondere. “Non capisco cosa intendi. Una buona occasione per tirare dritto, vuoi dire?”.

Cornelia abbassa la voce e si accosta di più per non farsi sentire da alcuni passanti. “Intendo dire che se ci organizziamo con Taranee, lei potrebbe approfittare per leggergli i pensieri e captare qualche informazione. Insomma, quello che avremmo potuto e dovuto fare già mesi fa”.

Will ci pensa sopra. “Corny, Cedric sa già che Taranee può leggere i pensieri. Non ci cascherebbe”.

“Ma Taranee potrebbe rendersi invisibile”, le ricorda l'altra. “Noi entriamo, gli chiediamo il libro, poi lo provochiamo in qualche modo per fargli pensare a ciò che ci ha sempre tenuto nascosto”.

Will scuote il viso. “Non oggi, di certo. Andrebbe studiata bene: anche se Taranee fosse invisibile, lui potrebbe notarne la presenza dal tempo che la porta del negozio resta aperta, oppure potrebbe essere urtata da qualche altro cliente”. Tace brevemente mentre incrociano un gruppo di studenti che le guardano, poi conclude: “Insomma, solo nei fumetti le cose sono sempre così facili”.

“Abbiamo fatto cose ben più difficili con pieno successo”, fa presente Cornelia impaziente, “Perché ora esitiamo per così poco? E se anche non andasse bene, cosa abbiamo da perdere? Sarà anche un serpentone, ma non apre la bocca abbastanza da mangiarci intere”.

Will sorride alla battuta, poi torna seria. “Corny, l'hai sentito anche tu: Kandrakar ci ha raccomandato prudenza. L'Oracolo vorrebbe occuparsene di persona, ma per ora non può. E' per questo che Yan Lin ci ha raccomandato di monitorare l'evoluzione della situazione, non di farla precipitare con qualche incidente”.

“E quindi, niente?”, sbotta delusa la Guardiana della Terra.

“ E quindi... per l'intanto chiederò a Cedric se ha questo benedetto libro. Per organizzare qualcos'altro ci sarà tempo”.

 

 

Cedric, al riparo della vetrina della sua libreria, osserva la giornata tersa e ventosa all'esterno. I passanti si affrettano, stringendosi nei loro vestiti imbottiti e nelle loro sciarpe come se quella brezza fresca potesse rubargli l'anima.

A lui quel tempo piace: gli fa risuonare qualcosa di intimo. Il vento corre, sferza, urla. E' perfetto quando qualcosa brucia dentro.

Sì, anche questa sera si farà una passeggiata, e sarà ancora più lunga del solito. Camminerà in strada fino a un'ora in cui i terrestri saranno tutti rintanati nel tepore delle loro case, sprecando la loro serata a mangiare patatine davanti a un televisore che pensa per loro. Così le strade saranno tutte per lui.

Natale si sta avvicinando, con tutto quello che comporta per i negozi e per i loro clienti. Sa bene che molti dei libri che venderà in questo periodo saranno comprati solo per regalarli ad altri che non li hanno scelti. Sa che una buona parte dei libri regalati resteranno orfani dell'attenzione del loro nuovo padrone, e serviranno solo per riempire uno sfavillante pacco per un regalo di circostanza. Il loro triste destino sarà di non essere mai letti né amati, come figli mai desiderati.

Si riscuote da questi pensieri: ha bisogno del denaro delle vendite, non può permettersi di gestire un ospizio per libri mai voluti.

Guarda la sua vetrina antiquata. Forse dovrebbe addobbarla con lucette e striscioni scintillanti come fanno tutti gli altri negozianti? Secondo i terrestri, questo farebbe allegria e inviterebbe ad acquistare. Ma deve proprio farlo? Vendere qualche libro in più vale il doversi adattare ai rituali di una festività frivola che non sente sua?

Chissà quanto è destinata a durare la sua mezza libertà? Ormai sono passate tre settimane dal trenta ottobre, la data in cui le streghe dovevano incontrare Elyon. Possibile che non le abbiano parlato del suo così misterioso ritorno? Possibile che lei non l'abbia ricollegato a cosa accadde a Meridian quello stesso giorno? Si era aspettato che, dopo quell'incontro, la situazione sarebbe precipitata da un momento all'altro: di essere trascinato a Kandrakar ridotto all'impotenza dalle più sofisticate magie di quegli stregoni, poi un umiliante processo davanti alla Congrega o al Tribunale Reale di Meridian, con un incantesimo di sonda mentale capace di penetrare nei suoi ricordi e risvegliarli uno per uno fino ai più dimenticati, i più repressi, quelli che si nascondono da decenni nel suo passato remoto, avvolti da un denso velo di oblio.

Invece, niente di tutto ciò. Solo un paio di furtive presenze notturne in negozio, alcuni talismani camuffati da segnalibri e niente di più. Che cosa stanno aspettando?

Il suo cuore perde un battito non appena riconosce le due ragazze ben coperte e con grosse borse a tracolla che, sul lato opposto della strada, si sono fermate a osservare il suo negozio. Sono Will e Cornelia, la perfida Guardiana del Cuore e l'arrogante Guardiana della Terra! E' arrivato il momento, dunque.

Cerca di calmarsi, di ragionare con lucidità: le due hanno borse da studenti, e l'università è vicina. Le due streghe dovrebbero avere proprio quell'età, ora. Magari saranno di passaggio, scambieranno qualche chiacchiera malevola su di lui e poi tireranno dritto...

Le incerte speranze di Cedric crollano quando le vede attraversare la strada e venire decise verso il suo negozio.

 

Quando le due entrano, lui è trincerato dietro il banco con l'atteggiamento più professionale che gli è possibile. Sente il battito del cuore fin nelle orecchie, ma sa che la maschera di impassibilità è quella che può dargli qualche speranza.

Appena entrate, le due esordiscono con un gelido e corale “Buongiorno”.

Quando Will si avvicina al bancone, Cedric si sente guardato con lo sguardo sprezzante di chi si sente sempre dalla parte giusta.

Poi la Guardiana appoggia sul bancone la sua grossa borsa di tessuto, sulla quale campeggia un'orribile caricatura di un anfibio irriconoscibile dal ghigno diabolico, e ne estrae un foglio inserito in una busta di plastica trasparente.

Ma... sono titoli di libri! C'è anche il logo della Facoltà di Lettere Moderne. Cedric ne ha viste a decine di quelle liste. Allora la terribile Guardiana è qui solo come una qualunque cliente!

Will legge una riga dalla lista, scandendo le parole: “Hai 'Semantica e lessicologia' di Sarah Finley, edizioni Heatherfield University Press, edizione 2003?”.

Cedric annuisce sollevato: qualunque interazione basata sui libri lo pone in una posizione di forza. “Attendi un attimo, prego”.

Si dirige verso uno scaffale nascosto sulla sinistra, quasi in fondo alla libreria. Trova il libro a colpo sicuro tra le centinaia e centinaia che giacciono su ciascuna scaffalatura. Mentre lo estrae, nota lì vicino un altro volume nel quale ricorda di aver trovato uno dei misteriosi segnalibri bronzati. Lo apre, e l'oggetto è ancora lì.

Questa è una buona occasione per osservare le reazioni della Guardiana di Kandrakar, decide. Lo inserisce nel libro destinato a Will, così potrà mettere in chiaro che ha ancora qualche controllo sulla sua fragile roccaforte.

Quando torna al banco, pone il libro davanti alla sua odiata cliente. “Eccolo, è l'ultima copia in negozio”.

Will lo prende in mano. “Graz...”. La parola le muore in bocca, appena riconosce l'oggetto sporgente tra le pagine.

Lo estrae lentamente, pallida in viso, e glielo porge. “Credo che questo non c'entri”.

Cedric si gode brevemente l'imbarazzo della sua vecchia nemica. “Tienilo, è un omaggio della ditta per i clienti affezionati”.

Will si rabbuia e glielo porge con più insistenza. “Cedric, credimi, è meglio che questo torni dov'era”.

“Non è mio”, le risponde lui fingendo indifferenza. “Se non lo vuoi, lo posso gettare via”. Lo prende con due dita e lo molla sopra il cestino.

“Aspetta...” , cerca di fermarlo Will, guardando il gesto con gli occhi fuori dalle orbite.

Appena mollato, l'oggetto resta a fluttuare a mezz'aria.

Cedric, disorientato, guarda verso le due guardiane. Vede Cornelia tendere il braccio verso l'oggetto levitante, senza dire una parola. Lentamente, in un silenzio surreale, il segnalibro si muove verso la mano protesa della Guardiana. Dopo una breve eternità, lei serra infine le dita sull'oggetto, poi lo porge alla sua amica, anche lei un po' presa in contropiede.

Recuperato il talismano, Will prende fiato con le narici dilatate e fissa Cedric con ira repressa, brandendo il segnalibro bronzeo. “Quando dicevo che è meglio che questo torni dov'era, intendevo che è meglio per te”. Si volta sui tacchi e si dirige verso gli scaffali, sparendo alla vista dietro uno di questi.

Cedric è rimasto agghiacciato, mentre Cornelia continua a fissarlo severa. Lui cerca di sostenere questo sguardo, senza girare gli occhi verso la porta dello scantinato. Cerca di non pensare a niente. No, non si può pensare a niente. Pensa ai libri, ai libri...

Will riappare da dietro la scaffalatura, diretta verso il bancone. “Mi sono spiegata, Cedric? Quella cosa deve restare dov'è!”.

Lui prende fiato, sforzandosi di mantenere una parvenza di aplomb. “Va... va bene, guardiana. Allora ti dico anch'io una cosa: se dovete nascondere, ascoltare, spiare, è meglio che lo facciate apertamente. So che non riuscirei a impedirvelo. Ma almeno, evitate di fare piazzate magiche in questo posto. Ne ho abbastanza di lampi rosa durante la notte, di pavimenti che scricchiolano sotto piedi invisibili, di libri trovati fuori posto e adesso anche di oggetti che mi volano sotto il naso. E grazie agli dei che non c'erano clienti...”.

In quel momento entra un uomo calvo e occhialuto, che si piazza educatamente in attesa dietro di Will.

Cedric, apparentemente impassibile, si accosta alla cassa. “Sono trentasei dollari, signorina. Serve un sacchetto?”.

“No grazie”, risponde formale Will estraendo il portafogli dalla tasca dei jeans. “ Trenta... trentacinque... . L'ultimo dollaro viene messo assieme raschiando gli spiccioli dal fondo della tasca. “ Trentasei a lei. Grazie e buongiorno”.

Cedric osserva le due guardiane uscire dal negozio. Maledizione, perché sono andato a provocarle... Questo sfoggio di magia proprio qui! E solo dietro quella porta c'è un mostro che...

“Posso?”, chiede educatamente il cliente in attesa.

“Certo, signore. Come posso servirla?” chiede professionale Cedric, cogliendo l'occasione per cambiare i suoi pensieri rivolgendoli ai libri. Non si sa mai che, nascosto nell'invisibilità, ci sia qualcuno pronto a captarli. O qualcuna.

 

 

“Questo non sarebbe dovuto succedere” , rimugina Will allontanandosi dal negozio, così turbata da aver dimenticato di rialzarsi il cappuccio, indifferente al vento che le sferza i capelli e il viso.

“Non abbiamo niente da rimproverarci”, le risponde Cornelia da dietro il bavero, camminando dritta al suo fianco. “Noi siamo entrate solo per comprare un libro, è stato lui che ha provocato”.

“Forse avrei dovuto semplicemente accettare quel segnalibro senza fiatare, e tornare a piazzarlo di nuovo stasera...”

“Inutile recriminare, Will. E' chiaro che lui aveva già scoperto quegli oggetti. Se non avessimo agito così, si sarebbe sentito libero di buttarli via tutti”. Fa un gesto a mano aperta, come per spiegare un'ovvietà: “Ora non lo farà più”.


 


 

Uscendo dal negozio dopo il lunghissimo pomeriggio, Cedric chiude a doppia mandata. La serata è ancora ventosa e sempre più fredda, il vento porta il gelo nelle ossa penetrando dagli interstizi del suo impermeabile; ormai è buio da un po', ma lui ha assolutamente bisogno di camminare lontano da quel luogo per sfogare il suo nervosismo.

Lo sforzo per controllare i suoi stessi pensieri ha trasformato il resto del pomeriggio in un incubo interminabile. Niente lo assicura che non ci sia ancora attorno qualcuno pronto a spiarglieli, ma ormai trattenerli gli è insopportabile.

Camminando a passo veloce, incrocia sempre meno persone a mano a mano che i terrestri rientrano nelle loro abitazioni, infagottati e appesantiti da borse di acquisti.

E' irritato con le arroganti Guardiane, ma anche con sé stesso. Avrebbe potuto dare a Will il suo sospirato libro e liquidarle entrambe in un minuto, invece la sua inutile provocazione ha scatenato proprio ciò che non avrebbe voluto: uno sfoggio di energia magica a pochi metri dal Libro degli Elementi.

Proprio quello che lo spirito di Phobos agognava! E chissà se nei giorni precedenti si sono anche teletrasportate fin dentro la cantina in qualche furtiva quanto inutile ispezione, magari evocando quel loro Cuore di Kandrakar a un solo passo dal Libro!... Al paragone di questo, l'episodio di oggi andrebbe derubricato a una debole scintilla.


 


 


 

La voce di Phobos risuonò dall'alto, lasciando intuire la collera trattenuta:

So già tutto, Cedric. Non inventarti belle parole per infiocchettare questo fallimento catastrofico”.

Vi prego, mio Principe”, rispose lui in ginocchio, quasi piangente, “Perdonatemi, ma il Dio del Fato si è accanito contro di me! Per un po' sono riuscito a muovermi in quell'ambiente così insidioso, ma questa sfortuna... Quell'uomo mi ha riconosciuto a colpo, anche se non ho fatto nessuna mossa sbagliata. Come potevo sapere che fosse un telepate così potente da potermi smascherare nonostante l'oscurità, il travestimento e tutta la magia della Vostra veste?”.

Incapace... Incapace...”, ripeté tra i denti la voce incorporea, come un mantra sulla strada della follia. “Perché non hai provato a ipnotizzarlo? Non riuscire è una cosa, non provarci è un'altra! Potevi incantarlo, usare la voce del comando... almeno provarci!”. Gli occhi che scrutavano dal cielo si chiusero in un moto di stizza. “E pensare che avevo già tutto pronto, qui, per la ricostruzione del mio corpo! Sarebbe stata una cosa di un attimo, con quell'energia che avresti dovuto portarmi! Ah, che illuso! Avevo perfino già aperto il portale per Heatherfield... ”.

Cedric, in ginocchio, si chinò fin a toccare la sabbia con la fronte, poi rialzò il viso supplichevole. “Sono desolato... cosa posso fare ora?”.

Tu, incapace, puoi...”.

Lo spirito si interruppe brevemente, poi riprese con un tono quasi amichevole. “Mio fedele Cedric, tu puoi avere ancora una parte importante nella mia rinascita. Ammetto che ti sei trovato in difficoltà oggettive, superiori alle tue capacità. Perciò ora ti concederò un onore immenso: mi trasferirò nel tuo corpo per un po' di tempo, e vedrai che riuscirò dove tu hai fallito. Non sei contento?”.

Davanti al silenzio sbigottito di Cedric, lo spirito riprese con un tono che avrebbe voluto essere rassicurante: “E non preoccuparti per il tuo corpo, te lo tratterò bene, e te lo renderò come nuovo appena avrò ottenuto l'energia per ricostruire il mio, in un modo o nell'altro, per poi passare alle fasi successive dei miei progetti!”.

Cedric riuscì infine a proferire: “Come... possedere il mio corpo? Mio principe, non è necessario arrivare a tanto... Vi ho deluso, lo so, ma lasciate che mi riscatti... Posso studiare nuovi piani, tornare ad affrontare i rischi di un nuovo tentativo...”.

Cedric, non deludermi ancora”, riprese lo spirito, “Nessuno ha mai rifiutato un simile onore, prima d'ora. E poi, per dirla tutta, la mia non era una richiesta, ma un ordine!”.

Dicendo questo, la voce incorporea si fece sempre più vicina, sempre più avvolgente. Cedric la sentì tutt'attorno a sé. Si guardò in giro in cerca di una qualche via di fuga. E la vide! Il portale per Heatherfield era già aperto al limitare del bosco. Attraverso un ampio anello iridescente, si intravedeva la penombra e una delle finestre a bocca di lupo del seminterrato del Ye Olde Bookshop.

No, Cedric, non pensarci nemmeno!”.

La divisa cominciò a stringere e bruciare le sue spalle.

Lui, invece, scattò in una corsa disperata verso quell'unica possibilità di salvezza.

Fermatelo!” comandò lo spirito.

A quell'ordine, le piante al limitare del bosco allungarono i loro rami e le loro foglie, già prensili, e avvinghiarono una delle gambe di Cedric.

Noo! Lasciatemi!” urlò lui, tendendo al portale ormai vicino con tutte le sue forze.

A queste parole, con sua grande sorpresa, i viticci delle piante si fermarono, e dopo un attimo si sentì liberare la gamba prigioniera.

Fermatelo, vi ordino!”, tuonò nuovamente lo spirito, “Sono io il vostro Signore! Io!”, ma le piante non si mossero più.

Cedric, incredulo, riprese a correre verso il portale e lo attraversò con un ultimo balzo.

 

Si ritrovò nel seminterrato, illuminato a giorno dalla luce attraverso il portale.

Guardandosi indietro, si ritrasse quando vide l'alone iridescente del portale che per un attimo si allargò come una bocca pronta a rimangiarselo.

Poi l'anello si strinse lentamente vibrando come di collera mal trattenuta, mentre il dolore della divisa nera si attenuava brevemente.

Cedric, mi senti?” tuonò la voce imperiosa di Phobos; questa volta non veniva dal cielo, ma dall'interno della sua testa. “Ora sei nelle condizioni di farmi del male, ma anch'io lo sono. E non parlo di pizzicotti sulle spalle. Tu sei innamorato di quella Orube, vero? Vuoi tornare da lei al disopra di ogni cosa al mondo? Fallo pure. Ma ricorda: se dirai che io esisto ancora dentro questo libro, mi vendicherò. Possiedo tutte le tue memorie, comprese quelle che tu non sai di avere. Una vita di sotterfugi, tradimenti e meschinità. Come credi che reagirebbe lei, educata all'onore fino all'ottusità, se di un colpo le trasferissi tutti i ricordi della tua vita miserabile, e magari anche qualcuno in più? Non sarà come una tua confessione, non sarà qualcosa che ti può perdonare come passato. Quella stolta capirà di chi si è realmente innamorata, e per te non potrà provare che disprezzo e odio. Ogni volta che vedrà il tuo viso, le passerà davanti agli occhi qualcuna delle scene più deplorevoli della tua vita, o qualcuno dei tuoi pensieri più meschini. Forse impazzirà per la vergogna di averti amato. Forse si ucciderà per il suo onore ormai perso per te. E quindi ascoltami, Cedric: hai ancora la possibilità di tenere la bocca chiusa, e vivere senza più recarmi danno. Se io avrò qualunque sentore che hai parlato di me o di una minaccia nel libro, trasferirò questi ricordi alla tua Orube in un istante, ovunque lei sia, anche se questo fosse l'ultimo atto della mia esistenza”.

Detto questo, il portale collassò in una macchiolina luminosa, poi svanì del tutto, lasciando lo scantinato nella semioscurità della sera di agosto.

 

 

Note sul capitolo 20

 

Il capitolo termina rivelando il principale motivo per cui Cedric ha mantenuto il segreto di Phobos con Orube, anche a costo di perderla.

Se non fosse stato per questo, la strategia più conveniente per lui sarebbe stata denunciare la presenza di Phobos nel libro, anche rischiando un'accusa di omicidio per la caduta di Alektor a Meridian, dalla quale avrebbe potuto comunque discolparsi sostenendo di essere stato costretto dalla veste magica impostagli dallo spirito del defunto tiranno.

  
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