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Autore: LazySoul    23/01/2021    2 recensioni
Hermione Granger, 45 anni, sposata con Ronald Weasley, è diventata, da poco più di un anno, Ministra della Magia e passa la maggior parte del suo tempo a lavoro.
Ginevra Weasley, 43 anni, è casalinga, nonché moglie dell'illustre Harry Potter, il Salvatore del Mondo Magico. Passa le sue giornate tra corse mattutine, visite a sua madre Molly e vino, litri e litri di vino.
Harry Potter e Ronald Weasley, 44 anni, hanno invitato le consorti a cena in un intimo ristorantino fuori Londra per annunciare loro una difficile verità.
Quale segreto avranno tenuto nascosto Harry e Ronald per vent'anni?
Hugo, diciotto anni, accetta l'invito della sorella, Rose, a passare due settimane a Granada. Con loro ci sono Lily, Albus e un paio di compagni di Hogwarts, tra cui Fred Weasley II e Scorpius Malfoy.
Quali avventure li attenderanno in Spagna?
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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5. Di quando venne fondato il "Club dei Piagnoni"


 

Blaise Zabini condusse la sua ospite fino alla saletta privata dove consumava, solitamente in solitudine, i pasti.

Al centro della stanza rettangolare, c'era un tavolo rotondo apparecchiato per uno e lì accanto un elfo domestico, che ravvivava il fuoco nel camino, che occupava quasi interamente una parete.

«Ho un'ospite questa sera», disse Blaise, attirando immediatamente l'attenzione dell'elfo, che, dopo essersi profondamente inchinato, scomparve con un sonoro 'pop'.

Ginevra intanto si guardava intorno, studiando il quadro di una donna che sembrava essere profondamente addormentata, ma che era certa di aver visto un paio di volte socchiudere un occhio, per sbirciare quello che stava succedendo nella stanza.

Il resto dei quadri della stanza sembrava essere di fattura babbana e all'interno di ogni cornice dorata vi erano raffigurati i più variopinti e suggestivi paesaggi.

«Non sapevo dipingessi, Zabini», disse Ginevra, gli occhi puntati sull'angolo in basso di un quadro, in cui aveva notato le iniziali B. Z.

Per qualche secondo le spalle dell'uomo sembrarono irrigidirsi e il suo viso adombrarsi, poi scosse il capo e un tenue sorriso di circostanza comparve sulle sue labbra: «Non li ho fatti io, Weasley, voglio dire: signora Potter».

Le labbra della donna si assottigliarono, fin quasi a scomparire: «Preferisco essere chiamata Ginevra, o Ginny», disse, con tono tagliente, incrociando le braccia al petto.

In quell'istante riapparve l'elfo domestico, che aggiunse una sedia e un coperto sulla tavola rotonda, mentre Blaise Zabini e Ginevra Weasley in Potter si studiavano da una certa distanza, gli occhi assottigliati e le labbra tese.

«Cosa vorresti mangiare, Ginevra?», chiese l'uomo, calcando leggermente la voce nel pronunciare il nome della donna, che sembrava sul punto di volergli lanciare contro una Maledizione Senza Perdono, o addirittura di saltargli addosso e fargli assaggiare la forza dei proprio pugni.

«Mi hai invitata a cena per potermi prendere in giro?», chiese Ginny, mentre muoveva un paio di passi verso la porta, accarezzando l'idea di andarsene e basta, ma Blaise le si parò davanti, bloccando sul nascere la sua fuga.

«Non è mia intenzione prenderti in giro. Certo, le vecchie abitudini sono dure a morire, ma prometto di comportarmi in maniera ineccepibile».

Ginevra annuì, convinta dalla sincerità che traspariva dallo sguardo serio di Zabini: «Va bene».

«Preferenze per la cena?»

«Sono vegetariana», ammise la donna, il mento sollevato, quasi si aspettasse lo scoppio di una risata o una qualche forma di derisione in risposta alle sue parole.

Blaise sorrise: «Abbiamo qualcosa in comune, allora».

Una punta di sorpresa sciolse appena i lineamenti induriti di Ginevra; abituata com'era a doversi sempre giustificare per quella scelta alimentare anticonvenzionale nel Mondo Magico, non si era aspettata di trovare nel mago di fronte a lei un "alleato".

«Posso tentarti con un assaggio di toma valdostana per iniziare e dei tajarin al tartufo come primo? Il tutto accompagnato da un Langhe Arneis?», chiese Zabini, inclinando appena il capo, mentre osservava il volto della strega e attendeva una sua risposta.

Ginevra non sapeva quali fossero le tradizioni culinarie italiane e non aveva idea se il tartufo le potesse o meno piacere, ma le sembrò sciocco rifiutare la proposta più che invitante dell'uomo e senza esitare annuì: «Volentieri, grazie».

Zabini si limitò a lanciare una veloce occhiata all'elfo domestico, che con un inchino profondo scomparve nuovamente.

Fu Ginevra a spezzare il silenzio: «Chi è?», chiese, indicando il quadro in cui la donna raffigurata continuava a fingersi addormentata.

«Mia madre, Teresa Lucia Dalmasso», rispose Zabini, avvicinandosi di qualche passo al quadro: «È inutile che fingi di dormire, mamma», aggiunse, sorridendo in modo accondiscendente alla donna, che aprì prima un occhio poi l'altro e inizò a stiracchiarsi, come se Zabini l'avesse svegliata da un sonno molto profondo.

«Blaise, tesoro», disse lei, nascondendo uno sbadiglio dietro la mano destra: «Chi è la tua giovane ospite?»

Zabini fece cenno a Ginevra di avvicinarsi a lui e al quadro: «Questa mamma era una mia compagna di scuola ad Hogwarts, ci siamo appena incontrati e ho pensato di invitarla a cena per chiacchierare un po' dei bei vecchi tempi».

Ginevra aggrottò la fronte ed emise un verso di gola per esprimere la propria perplessità di fronte a quelle parole, ma si ricompose ben presto e con il volto leggermente arrossato sorrise: «È un piacere conoscerla, signora».

«Signorina!», la corresse con voce acuta la donna dentro alla cornice, mostrando la mano sinistra, dove all'anulare non aveva alcun anello: «Sono morta signorina, malgrado i miei numerosi tentativi di trovare l'amore, quindi preferisco essere ricordata come signorina Dalmasso».

«Chiedo scusa», disse Ginevra, abbassando appena il capo.

Prima che Zabini potesse dire qualcosa per alleggerire la tensione nella stanza, l'elfo domestico tornò con un vassoio d'argento sospeso sopra alla sua testa e una bottiglia di vino bianco tra le dita lunghe e strette.

«Mamma, perché non vai a trovare Marietta e Olga nel quadro delle cucine, sono certo che a zia Rita farà piacere chiacchierare con te», disse Blaise, lanciando un'occhiata insistente alla donna, che con un sorrisetto malizioso annuì: «Certo, figliolo, auguro a entrambi una piacevole serata», disse, prima di scomparire oltre alla cornice dorata.

Ginevra si avvicinò al tavolo e osservò con curiosità il tagliere su cui erano disposti dei crostini di pane, sopra ai quali vi erano fettine sottili di formaggio, sormontate da quella che sembrava confettura.

«Toma valdostana con marmellata di peperoncino, spero sia di tuo gradimento», disse Blaise, prendendo posto di fronte a Ginevra, che si era accomodata e osservava la bottiglia di Langhe Arneis con un misto di brama e timore.

Zabini intuì i pensieri che dovevano attraversare la mente della sua ospite e chiese in un mormorio all'elfo domestito, Ogum, di portare dell'acqua.

Ginny, intanto, si chiedeva se un semplice bicchiere di vino avrebbe potuto peggiorare il lieve mal di testa, che era tornato a tormentarla, e non si era resa conto della scomparsa dell'elfo domestico.

Quando Ogum tornò, si limitò a deporre sulla tavola imbandita la bottiglia d'acqua, che stringeva tra le mani, per poi scomparire nuovamente.

I lineamenti di Ginevra s'indurirono leggermente alla vista della nuova bevanda e i suoi occhi color caramello si puntarono in quelli talmente scuri da sembrare neri di Zabini: «Pensavo che avremmo bevuto il Langhe Arneis», disse semplicemente, cercando di non lasciar trapelare il fastidio che provava, al pensiero che l'ex Serpeverde potesse aver intuito quello che le passava per la mente.

«Certamente, ma ho la gola un po' secca e preferirei iniziare il pasto con un sorso d'acqua, prima di aprire il Langhe Arneis», disse Blaise, allungando il braccio per afferrare la bottiglia e versarsi tre dita del liquido trasparente nel bicchiere: «Vuoi?»

Ginevra annuì e allungò il proprio bicchiere.

Provava un profondo senso di gratitudine nei confronti dell'uomo che le stava di fronte. Zabini non aveva detto ad alta voce il vero motivo per cui aveva deciso di chiedere dell'acqua all'elfo domestico, ma si era limitato ad inventarsi una scusa plausibile, così da non costringere Ginevra a confessare i propri recenti problemi con l'alcol.

«Alla salute», brindò Zabini, facendo scontrare i loro bicchieri.

Solo quando prese il primo sorso d'acqua, Ginevra si rese conto di quanta sete avesse e di quanto si sentisse disidratata. Senza prestare attenzione all'uomo che le stava di fronte — i cui occhi erano puntati su di lei — Ginny bevve in un solo lungo sorso l'acqua che aveva nel bicchiere e, senza tanti complimenti, se ne versò nuovamente dell'altra.

«Sete?», chiese con un sorrisetto Blaise, allungando una mano per afferrare uno dei crostini che si trovavano sul tagliere, per poi mangiarlo in un sol boccone.

«Fame?», ribattè Ginevra, finendo il secondo bicchiere d'acqua e sentendosi improvvisamente sazia e soddisfatta.

L'uomo sorrise e prese un altro crostino: «A pranzo non ho mangiato molto, sto cercando di evitare un ospite che vuole comprare il mio agriturismo e tende a farmi gli agguati ogni volta che mi trovo vicino alle cucine o al ristorante».

Un'espressione stupita comparve sul viso di Ginevra: «Intendete forse il signor Lacroix?»

Blaise si fermò con il terzo crostino a mezz'aria e lanciò un'occhiata colma di sincero sbigottimento alla strega seduta di fronte a lui: «Siete qua da meno di un giorno, che avete trascorso chiusa nella vostra stanza, eppure siete già riuscita a fare amicizia...»

Ginevra — che aveva appena infilato in bocca uno dei crostini con toma valdostana e marmellata al peperoncino, dove la cremosità e dolcezza del formaggio si sposavano magnificamente con la nota piccante della confettura — approfittò del momentaneo silenzio calato tra loro per decifrare ciò che Zabini le aveva appena detto.

Il mago sembrava sinceramente infastidito dalla sua nuova "amicizia" col signor Lacroix, cosa che Ginevra non riusciva a spiegarsi, ma dalle parole di Blaise aveva colto un fatto ancora più incomprensibile: come faceva a sapere come aveva trascorso la propria giornata e perché avrebbe dovuto interessarlo un'informazione simile?

«Non la definirei un'amicizia», disse Ginevra, soppesando con cura le proprie parole: «Ho incontrato il signor Lacroix poco prima della lezione sulla pasta della signora Rita e, senza che gli chiedessi nulla, mi ha parlato del suo desiderio di acquistare un terreno in zona e di voler chiederti consiglio al riguardo... Quello che vorrei sapere, Zabini, è come mai sembri essere a conoscenza di ogni mio spostamento».

Blaise non rispose subito, limitandosi a stappare la bottiglia di Langhe Arneis, per poi versare due dita di vino nel proprio calice e in quello della sua ospite.

«Non mi aspetto che tu mi creda, ma gradirei che facessi attenzione al signor Lacroix e ai suoi modi affabili; può essere molto affascinante e molto pericoloso allo stesso tempo», disse Zabini, posando la bottiglia di vino sul tavolo: «E non ti ho fatta seguire, se è questo che temi...»

L'ex Serpeverde puntò i suoi occhi scuri in quelli di Ginevra: «So che non siamo mai stati amici, Weasley, ma quando ieri notte sei apparsa nella hall del mio agriturismo ubriaca fradicia, ho riconosciuto nel tuo dolore, lo stesso che ho provato io non tanto tempo fa... Inoltre, non ti ho fatta seguire, ho semplicemente chiesto ai ragazzi della reception di informarmi appena ti avessero visto».

Ginevra si trovò per qualche secondo a corto di parole, mentre osservava il volto serio di Blaise Zabini e sentiva le proprie spalle tese rilassarsi impercettibilmente, appena si rese conto che il mago, che le stava di fronte, non le stava mentendo.

«Immagino quindi che tu sappia che chiamarmi signora Potter al momento non sarebbe del tutto corretto», disse infine Ginevra, trattenendo le lacrime che minacciavano, ancora una volta, di bagnarle il viso.

Blaise annuì: «Ieri notte sei stata particolarmente espansiva».

Ginny chiuse gli occhi e prese un porfondo respiro, quando li riaprì il volto di Zabini era ancora di fronte al suo, con la fronte aggrottata dalla preoccupazione e le labbra tese in una linea sottile.

«Se mai vorrai parlarne, anche se so che non c'è mai stata confidenza tra noi, sappi che io ci sono. Ammetto di essere solitamente molto impegnato con il lavoro, ma...»

Un singhiozzò eruppe dalle labbra di Ginevra e le sue mani corsero a nascondere, dagli occhi attenti di Zabini, il proprio volto stravolto dal pianto.

Il mago si alzò subito dal proprio posto e, raggiunta la figura tremante della donna, s'inginocchiò accanto a lei, appoggiando una mano sulla sua spalla.

L'istante successivo Ginevra, messi da parte ogni incertezza e ritegno, gettò le braccia al collo di Zabini e si lasciò cadere a terra accanto a lui, bagnando di calde lacrime la spalla dell'uomo.

Per quelli che ad entrambi parvero interminabili minuti, Ginevra pianse, mentre Blaise cercava di consolarla facendo scorrere le mani lungo la sua schiena tremante, a causa dei singhiozzi.

«Lo so», sussurrava semplicemente lui, contro l'orecchio di lei: «Lo so che fa male».

Solo quando Ginevra finì di consumare ogni lacrima rimastale, sciolse l'abbraccio e, col volto basso e rosso per la vergona, sussurrò: «Grazie».

Blaise appoggiò le proprie mani sulle spalle forti della donna: «Cosa non avrei dato, per avere qualcuno con cui piangere qualche mese fa...»

Quelle parole fecero sollevare il viso di Ginevra, che si rese conto, con una punta di sorpresa, che anche sul volto di Zabini erano ben visibili calde lacrime.

Si sorrisero tristemente, poi Ginevra parlò: «Potremmo fondare il "Club dei Piagnoni", altro che Lumaclub».

Blaise rise di gusto a quelle parole, poi si asciugò il viso con un fazzoletto, estratto dalla tasca della giacca elegante che indossava: «Lumacorno non sarebbe affatto fiero di noi, se ci dovesse vedere ora».

Ginny si alzò, per poi aiutare Blaise a ritrovare a sua volta la posizione eretta: «Ho sempre pensato che Lumacorno fosse un frignone senza spina dorsale, è triste rendersi conto di essere diventata come lui».

Zabini aggrottò le sopracciglia e scosse la testa: «Fidati, Weasley, non sei affatto come lui. Lui era spaventato della sua stessa ombra e viscidamente subdolo, tu sei semplicemente triste perché sei stata lasciata dopo vent'anni di matrimonio. Potter non mi è mai stato simpatico, ma non credevo che avrebbe potuto fare qualcosa di tanto crudele», disse il mago, recuperando la propria sedia, in modo tale da posizionarla accanto a quella di Ginevra.

L'uomo avvicinò il proprio calice di vino a quello che Ginevra aveva sollevato e li fece scontrare con un lieve tintinnio: «Alla tristezza».

Ginny prese un sorso di Langhe Arneis, poi sospirò: «Tu perché sei triste, Zabini?»

L'uomo abbassò lo sguardo per qualche secondo, quasi dovesse fare ordine tra i propri pensieri, poi bevve un lungo sorso di vino e iniziò a parlare: «Per il tuo stesso motivo, Ginevra, mi sono illuso di essere innamorato e ho chiesto ad una donna di sposarmi; ma l'amore mi aveva reso tanto cieco da non rendermi conto che nel cuore di lei c'era già un altro».

Fu il turno di Ginevra, col volto colmo di sincero dispiacere, di allungare una mano e di appoggiarla sulla spalla di Blaise.

Il mago sorrise appena a quel gesto e prese un altro sorso di vino, prima di continuare: «Le sono riconoscente per non avermi lasciato all'altare, ma di avermi spezzato il cuore in tempo per annullare tutto quanto ed evitare l'imbarazzo di scoppiare a piangere di fronte agli invitati».

Ginny scosse la testa e una smorfia colma di rabbia le stravolse il volto: «Harry mi ha detto di aver passato gli ultimi vent'anni di matrimonio a tradirmi, nel bel mezzo di un affollato ristorante babbano».

«Ouch», sussurrò Blaise, versando a se stesso e a Ginny una generosa porzione di Langhe Arneis.

«E non sai la parte migliore», disse Ginevra, resa particolarmente espansiva dal vino, che stava ingerendo a stomaco quasi completamente vuoto: «Harry mi ha tradito per vent'anni con mio fratello, Ronald».

Blaise, incredulo, si trovò a corto di parole, mentre osservava il volto serio e triste della donna che gli sedeva accanto.

«Dev'essere stato un duro colpo».

Ginevra scrollò le spalle: «Sarebbe stato un duro colpo anche se mi avesse tradito con una donna...», disse, poi le labbre le si sollevarono in un triste sorriso: «Ti è mai capitato di annullare te stesso per un'altra persona, per poi ritrovarti solo e senza alcuna idea su chi tu sia veramente? È così che mi sento, come se fossi stata condannata a ricevere il bacio di un Dissennatore e ora dovessi ricostruire pezzo per pezzo la mia anima».

«Ginevra?», sussurrò Blaise, gli occhi scuri che iniziavano ad apparire più lucidi a causa dell'alcol, che stava a sua volta bevendo a stomaco vuoto: «Penso che tu sia una delle streghe più forti e coraggiose che io abbia mai conosciuto, se c'è qualcuno che potrebbe rimettere insieme i pezzi della propria anima ed uscirne vincitrice, quella sei tu».

Ginny sorrise, si sporse verso l'uomo e gli lasciò un umido bacio sulla guancia: «Ho sempre pensato che fossi un arrogante e pomposo Serpeverde, Zabini, è bello potersi ricredere».

Il mago sembrò stupirsi del gesto fin troppo affettuoso della strega e la osservò con gli occhi scuri, leggermente appannati dall'alcol: «Ad Hogwarts avevo una cotta per te».

Blaise aprì bocca, poi la richiuse, infine si drizzò e sembrò guardare Ginevra con un misto di timore e sorpresa: «Voglio dire... Cotta non è la parola giusta...»

Ginevra Weasley in Potter, con la mente leggermente annebbiata dall'alcol, sorrise e inclinò appena il capo, osservando il volto leggermente imbarazzato di Blaise Zabini e rendendosi conto, non per la prima volta in vita sua, che fosse un bell'uomo.

C'era una certa eleganza nei lineamenti marcati di quel viso; nella fronte ampia, gli zigomi pronunciati e le labbra carnose, circondate dal pizzetto nero leggermente brizzolato.

Anche Ginevra, ad Hogwarts, si era trovata ogni tanto, soprattutto durante le cene del Lumaclub e prima che Harry si dichiarasse, a studiare il compagno Serpeverde con un'involontaria punta d'interesse.

«Davvero? Credevo che, essendo una traditrice del mio sangue, non meritassi la tua attenzione», disse Ginevra, mentre si chiedeva perché stessero continuando a parlare invece di baciarsi.

«Il fatto che non la meritassi non voleva dire che non la ottenessi», rispose Zabini, i cui occhi continuavano a scivolare da quelli color caramello della donna, alle sue labbra socchiuse ed invitanti.

Prima che uno dei due facesse il primo passo e cancellasse la poca distanza tra le loro bocche, si sentì il suono di una risata sguaiata e la cornice dorata, che era rimasta priva di contenuto fino a quel momento, sembrò all'improvviso troppo stretta per contenere le due figure che si erano aggiunte a quella regale e composta della signorina Dalmasso.

Zabini sospirò e posò lo sguardo sulle tre donne, che ridacchiavano maliziose e lo salutavano con entusiasti gesti della mano.

«Blaise, caro, non sapevamo avessi compagnia», disse una delle due signore, anche se dall'espressione furbesca sul suo volto si sarebbe creduto il contrario: «Non ci presenti la tua nuova amica?»

«Mi dispiace», disse in un sussurro Blaise, lanciando una veloce occhiata a Ginevra, che era particolarmente infastidita da quell'interruzione.

«Oh, perché mai? Abbiamo tutti parenti ficcanaso di cui non andiamo fieri», disse Ginny, scrollando le spalle e afferrando l'ultimo crostino con toma e marmellata di peperoncino sul tagliere.

«Vero, ma quello che m'infastidisce è che abbiano rovinato l'atmosfera», disse Blaise, lanciando un finto sorriso alla madre e alle zie, mentre faceva loro un cenno di saluto con la mano.

Ginevra rise, posò il calice vuoto sul tavolo e senza pensarci, appoggiò la mano sulla nuca dell'uomo, così da portare nuovamente i loro volti vicini: «Al diavolo l'atmosfera», disse, prima di premere le proprie labbra su quelle dell'uomo.

Il bacio non durò molto, giusto il tempo necessario per permettere a Ginevra di ricordarsi di essere ancora una donna sposata — anche se era certa che quel titolo non avesse più il valore di un tempo, dato che suo marito non si era fatto problemi a tradirla negli ultimi vent'anni — e per Blaise di desiderare che durasse all'infinito.

Una delle donne nel quadro emise un urletto di sorpresa, mentre le altre due cercavano di zittirla; poi Ginny si alzò, recuperò la propria borsa e si diresse verso la porta con passo nervoso, incredula di ciò che aveva appena fatto.

«Non abbiamo mangiato», le fece notare Zabini, alzandosi in piedi, incerto su come comportarsi.

Ginevra scrollò le spalle: «Penso di aver letto da qualche parte che ho diritto al servizio in camera, grazie comunque per la serata, Zabini, e buona notte».

Ginny scomparve oltre la porta e Blaise si lasciò cadere sulla sedia, il cuore che gli batteva forte in petto e le dita che gli tremavano appena.

«Ai miei tempi un simile comportamento sarebbe stato disdicevole», disse la zia Olga, scuotendo contrariata la testa, mentre Marietta ridacchiava sotto ai baffi e punzecchiava le costole di Teresa con il gomito: «Tuo figlio ci sa fare, eh?»

Blaise ignorò le tre donne e un caldo sorriso gli increspò le labbra, mentre finiva l'ultimo sorso di Langhe Arneis che aveva nel bicchiere.

 

 

 

***

Buonsalve popolo di EFP!

Eccoci arrivati anche alla fine di questo capitolo; cosa ne pensate?

Vi è piaciuto?

Vi aspettavate un comportamento simile da parte di Ginny?

E cosa pensate di Blaise e del suo cuore spezzato?

Ma soprattutto: a chi sono piaciuti i personaggi di Olga e Marietta?

Nel caso doveste avere domande, non esistate a farmene; state pur cert* che andando avanti verranno svelati più dettagli; tipo l'ideantità della misteriosa donna che ha avuto l'ardire di lasciare Blaise pochi giorni prima del matrimonio, quali segreti nasconde il signore Lacroix e tanto altro ancora!

Come sempre vi ricordo che potete trovarmi anche su Istagram, il nome dell'account è lazsysoul_efp; se invece foste interessat* a supportare il mio lavoro, regalandomi un caffè, trovate il link alla mia pagina Ko-fi nella bio.

Un bacio,

LazySoul
  
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