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Autore: niallsblast    25/01/2021    0 recensioni
Take my hand, take a breath
Pull me close and take one step
Keep your eyes locked on mine
And let the music be your guide
Won't you promise me (now won't you promise me, that you'll never forget)
We'll keep dancing (to keep dancing) wherever we go next
It's like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million, the chances of feeling the way we do
And with every step together, we just keep on getting better
So can I have this dance (can I have this dance)
Can I have this dance
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Ballerino!Harry e Louis ((Larry))
Harry ama ballare, lo fa da quando aveva 6 anni. A 11 ha avuto l'opportunità di frequentare lezioni nella scuola di danza più famosa del paese, a Londra. Ora ne ha 18 e il suo più grande sogno è di partecipare al balletto.
Louis, invece, ama la fotografia, il modo in cui i ricordi rimangono impressi sulla carta. Si è trasferito da poco a Londra e a 20 anni non sa ancora cosa vuole dalla vita.
"Lasciati guidare da me. Non ti lascerò cadere, promesso. Fidati di me, Louis."
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Louis POV

 - Sì, sono qua. Stai tranquilla, me ne sono ricordato. Ci vediamo domani mattina. Sì, sì, ho intenzione di portarle fuori a cena. Anche io ti voglio bene, buon turno. - . Chiusi la chiamata e rimisi il telefono nella tasca posteriore dei pantaloni, un po' scocciato.

Anche quella sera avrei dovuto stare dietro alle mie sorelle minori. Mia mamma Jay era stata chiamata per coprire un altro turno notturno in ospedale, il terzo della settimana, nonostante le fosse stato garantito di non doverne più fare quando avevamo traslocato da Doncaster a Londra due settimane prima. Era proprio quello uno dei motivi per il quale ci eravamo trasferiti qua, ma il suo capo le continuava ad assegnare turni notturni.

Sospirando spinsi l'enorme portone della scuola di danza più famosa del paese e subito mi sentii piccolo: i soffitti erano altissimi, un grande lampadario di cristallo era appeso al soffitto, in mezzo a due scalinate che portavano al piano superiore. Un largo tappeto rosso ricopriva i gradini di granito di entrambe le scale, mentre il corrimano era di un legno lucido. L'ambiente era pulito e silenzioso, a parte qualche ballerina ritardataria che frettolosamente si precipitava a lezione

Mi affrettai lungo il corridoio che portava alle sale per le prove, passando accanto a diverse stanze, dentro le quali vidi diverse ballerine e ballerini provare salti e impegnative coreografie di danza classica. Li ammiravo, in un certo senso. Erano così flessibili ed eleganti, costanti e determinati, con il loro corpo raccontavano creavano figure da considerare vera e propria arte, mentre io ero il solito impacciato, certamente poco aggraziato, ragazzo che inciampava sulle sue stesse scarpe.  

Arrivato alla sala numero 3, vedendo la porta aperta, entrai silenziosamente e vidi le mie sorelle in fila alla sbarra, assieme alle loro amichette, ricreare le varie posizioni che la maestra, una donna sui sessanta anni, mostrava loro come fare. Altri genitori erano distribuiti nel retro della stanza ad ammirare le loro bambine e i loro bambini allenarsi in una scuola così prestigiosa. Chissà quanto si vantavano con i loro amici, i cui figli, magari, erano "solo" giocatori di calcio o di pallavolo. Ringraziai internamente di avere una mamma umile come la mia, che lodava sempre i suoi figli, ma non usava mai il loro successo per sminuire gli altri.

Sospirai, pensando a quanto mia mamma si facesse in quattro per soddisfare tutti noi. Primo fra tutti, aveva fatto in modo di trovare un piccolo appartamento vicino al centro di Londra per dare a noi figli più opportunità di futuro, cosicché Daisy e Phoebe potessero frequentare questa scuola di danza in particolare, Lottie avrebbe invece avuto più possibilità di fare esperienza come make up artist, mentre Fizzy amava semplicemente Londra. A me non era cambiato molto. Non avevo grandi progetti futuri nè grandi ambizioni. L'unica mia vera passione era la fotografia. A Doncaster avevo lasciato solo un amico, Stan. In qualsiasi caso anche lui presto aveva intenzione di avvicinarsi alla capitale, per trovare, in qualche modo, lavoro come presentatore tv. 

- Louis! Louis! – sentii urlare, prima che due esili corpi mi furono al collo. Ridacchiai prendendole in braccio. Nonostante fossero due, non pesavano molto. 

- Le mie scimmiette che ballano. Vi siete divertite? Siete state bravissime. – dissi con un sorriso affettuoso, mettendole giù e tentando di scompigliare i loro capelli, senza successo, perchè avevano lo chignon che avevo fatto loro prima che andassero a lezione. Ebbene sì, facevo anche gli chignon. Per loro, tutto. Soprattutto non volevo che sentissero la mancanza di una figura maschile. Con il fatto che mia mamma aveva sempre lavorato molto per assicurarci un futuro, poi, dovevo imparare a fare anche queste cose. 

- Sì! È bellissimo ballare qua, la maestra è severa, ma è bravissima. – esultò Daisy.

 - Sì! Poi oggi abbiamo fatto tantissime amicizie con le altre ballerine. Non vedo l'ora che sia la prossima settimana per tornarci! – esclamò con voce acuta Phoebe, l'altra gemella. 

- Anche io! – concordò l'altra. Era tutto così in casa: loro parlavano insieme e si esaltavano per tutto. Forse era l'età, perchè Fizzy e Lottie erano più quiete e parlavano a malapena. 

- Sono contento. Ora andate a cambiarvi e a farvi la doccia che siete tutte sudate e fuori è un freddo polare. – dissi loro senza mai togliermi un sorriso dalla faccia. Subito saltellarono fino alla loro sacca, raccolsero le loro cose e sparirono in spogliatoio, chiacchierando qua e là con altre bambine. 

Mi misi più avanti nel corridoio ad aspettarle, per non essere di intralcio a nessuno, e presi fuori il telefono iniziando a giocare a qualche gioco stupido.

 

Harry POV 

Ero in un ritardo colossale per la lezione di danza e avevo trovato persino un buco nella t-shirt grigia che indossavo per allenarmi. Peggio di così non poteva andare.

Feci le scale con facilità, saltando qualche gradino, mentre con la mano tenevo ben saldo il borsone sulla mia spalla. Mi affrettai verso il corridoio e guardai l'orario. Già erano 5 i minuti passati. L'insegnante mi avrebbe fatto fare il triplo del lavoro, ma quel giorno non ne avevo per niente voglia. Mi ero svegliato con le gambe doloranti, più del solito, e, nonostante avessi fatto la mia solita mezz'ora di stretching mattutino, prima di andare a correre al parco, non mi era passato per niente il male. 

Perciò mi ritrovai a correre verso la sala prove malamente, cercando di non affaticare troppo i muscoli. Quando, a un certo punto, voltai l'angolo e mi ritrovai faccia a terra, sopra a un ragazzo che avrà avuto più o meno la mia età, con due occhi azzurri da togliere il fiato.

 - Ops. – balbettai alzandomi da lui e arrossendo per quanto fossi imbranato.

 - Ciao! – mi sorrise lui, rivelando una voce acuta, ma delicata.

 - S-scusa io...sono in ritardo e non stavo guardando esattamente dove stavo andando. Spero tu non ti sia fatto male. Davvero, scusa. Devo scappare. – riuscii a tirare fuori, prima di correre dentro alla sala, dove il resto della classe era già sistemato in fila alle sbarre. 

 

Louis POV

 Mi ero appena imbattuto in un dio greco o in un ragazzo vero e proprio? 

Lo guardai entrare leggiadro in una delle sale per le prove: in due balzi aveva fatto metà corridoio. La linea del suo corpo era fluida e delicata. Aveva due gambe lunghe e incredibilmente muscolose, accentuate dalla calzamaglia che portava. I capelli, probabilmente lunghi, erano tenuti indietro in uno chignon estremamente ben fatto. Gli occhi, pur avendoli visti per pochi secondi, mi avevano subito colpito. Erano di un verde intenso e mozzafiato.

Sicuramente era un ballerino di danza classica, a giudicare da come era vestito. Subito, pensai a come sarebbe stato magnifico se avessi potuto fotografarlo, magari mentre era intento a fare un salto o una piroetta. Io, nascosto dietro al mio obbiettivo, lui esposto mentre dava sfogo a tutta la sua abilità.

Quando Daisy smollò la sacca accanto ai miei piedi con un tonfo, mi risvegliai dalle mie fantasie mentali.

 - Lou, andiamo? Sono stanca.– si lamentò lei, stringendosi nel giubbotto. Le accarezzai la piccola testolina e annuii, prima di prendere il borsone. Phoebe ci stava correndo incontro. 

- Andiamo, ragazze. Stasera vi porto fuori a cena. – dissi, guadagnandomi strilla di felicità. Sistemai il loro borsone su una spalla, seguendole fuori da quella scuola, con un unico pensiero fisso: il ragazzo che mi era venuto addosso.

 

  
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