Impuro.
Lo ricordo, amore, quel giorno.
Hai venduto le mie speranze a un errante vertiginoso, senza nemmeno concedermi,
di grazia, la possibilitį di ribellarmi.
Č questo, forse, il nostro destino. Assaporarci con contigenza e libertį, poi abbandonarci sileziosamente al tempo, distratto, confuso, impuro.
Cosa puņ il mio cuore dinanzi a cotanta sconfinatezza? Avevo sempre visto - prima di adesso - fiori in una cornice color pece, il quadro rappresentava l'infinito tumulto dell'uomo, non mi bastava per credere un giorno potessi provare a tinteggiarlo anch'io.
Chi sei, tu? O forse sono io che me lo sto domandando.
Io, chi sono.
Impura. E di questo ho paura.