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Autore: Digihuman    30/01/2021    1 recensioni
[IN CORSO]
A te è una raccolta di oneshot dedicata ai protagonisti di Digimon Adventure e a degli "ospiti" alquanto inediti. Queste oneshot non avranno alcun legame tra di loro. L'unico legame previsto all'interno di questa raccolta è quello che unisce me, Digihuman, ai protagonisti dei miei capitoli, digiprescelti o inediti che siano.
Ogni capitolo, quindi, è dedicato ad un personaggio di Digimon, al quale, a sua volta, ho voluto associare una persona a me vicina. Scelta casuale? Ovviamente nulla è lasciato al destino... a meno che questo non prenda il mio nome.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Koushirou Izumi/Izzy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questa storia ed i personaggi in essa descritti sono frutto della mia fantasia. Qualsiasi similarità con persone reali o scomparse, luoghi o eventi è puramente causale e non intenzionale.


Buongiorno,
questa storia fa parte di una raccolta di oneshot dedicata ai protagonisti di Digimon Adventure e a degli "ospiti" alquanto inediti.
Come avrete già capito, il capitolo che andrete ora a leggere è dedicato a Taichi, il digiprescelto del coraggio. Ad ogni personaggio ho voluto associare una persona speciale. Scelta casuale? Ovviamente nulla è lasciato al destino... a meno che questo non prenda il mio nome.

A te.
A Isabella, una splendida persona, tutta da scoprire, dal carattere esplosivo e con un pensiero sempre rivolto al prossimo.


Rating capitolo: VERDE
Personaggi capitolo: Taichi ed Isabella


TAICHI


Sono trascorsi ormai diversi anni da quando il male è stato sconfitto.
Digiworld è tornata a prosperare ed insieme a lei anche la Terra. Incredibile come in così poco tempo tutto sia cambiato. Il nostro mondo, così come lo conoscevamo, si è fatto da parte, dando così ospitalità a quelle creature digitali che solo pochi anni prima avevano tentato di distruggere tutto quanto.
Mi sorprende come la Terra si sia adattata così facilmente ai Digimon. Voglio dire, vi immaginate Ogremon presidiare i siti natalizi insieme a Babbo Natale? Ogremon in veste di elfo natalizio?! Suvvia, se me lo avessero detto anche solo 10 anni fa, non ci avrei mai creduto! Per non parlare di Kuwagamon che quasi ha sostituito gli aerei di trasporto merci e partecipa a missioni umanitarie in giro per il mondo. E non scordiamoci, ovviamente, di Greymon, fondatore, nonché attrazione principale del parco preistorico situato nel cuore di Tokyo. Loro si sono integrati perfettamente. Siamo noi, digiprescelti, a non riuscire tutt’oggi a farcene una ragione.
Il fenomeno digitale è scoppiato come una bomba successivamente all’ultima esperienza vissuta da Daisuke e gli altri a Digiworld. Da allora tutti conoscono i Digimon e la nostra storia.

È un fenomeno talmente esteso, pensate, che una delle più grandi registe italiane ha deciso di girare una trilogia dedicata a noi. In realtà, tutto questo mi emoziona moltissimo perché ci permetterà di mostrare al mondo intero la grande avventura vissuta a Digiworld.
Oggi è il grande giorno e incontrerò questa regista per la prima volta. Non mi spiego ancora il perché, ma ha preferito intervistarmi per primo e soprattutto da solo. Il film, ovviamente, sarà su tutti quanti noi, Digimon compresi, ma lei insiste nel dire che io ne devo fare le veci, che solo io sono il capo e, di conseguenza, vesto la carica di portavoce del gruppo. E così sia.
Sarò forse scontato o decisamente banale, ma credo sia inutile dirvi con che outfit mi sia presentato oggi all’intervista: incredibile maglietta blu elettrica, inserti ocra, bermuda marroni con grandi tasche ai lati, sneackers bianche e i miei indimenticabili occhialoni da aviatore.

Eccola!
Lei è già arrivata e ha un’aria piuttosto frizzante ed eccitata.
Quando mi vede si alza dalla sedia e mi viene incontro con occhi sgranati e fiato tenuto sospeso. Non so perché, ma qualcosa nel suo modo di fare mi fa venire in mente Mimi.
«Ciao, sono Taichi Yagami» le dico allungandole una mano e stringendo debolmente la sua.
«Taichi, io sono Isabella e sono lieta di poterti finalmente incontrare» risponde la ragazza con un sorriso spiazzante.
«Prima di iniziare l’intervista ti devo confidare una cosa…» aggiunge la ragazza piuttosto nervosa.
Riesco a leggere il suo corpo, le sue dita affusolate giochicchiano con il piccolo registratore che ha portato con sé per l’intervista, le gambe non hanno ancora ben deciso se rimanere accavallate o meno e il suo sguardo saetta su e giù cercando quasi di leggermi nella mente.
«Sono curioso, di che cosa si tratta?» le domando.
«Okay…» mi risponde prendendo fiato e cercando visibilmente di dare un senso a tutto quel nervosismo «È da quando sono bambina che seguo le vostre avventure. Ho sempre creduto che i Digimon fossero esseri buoni e non cattivi come i media volevano farci credere. Quando finalmente la verità è stata resa al mondo, ho capito che tutto ciò non bastava e che avrei potuto rendervi il giusto omaggio che meritavate!».
Mi passo una mano tra i capelli. Ora sono io quello ad essere a disagio. Questa ragazza mi spiazza.
«Insomma, voi avete salvato il mondo, quando il mondo stesso era contro di voi. Perché?» mi chiede ancora.
È in quel frangente che capisco che l’intervista è iniziata. In realtà, sono già stato intervistato da altri grandi della televisione, ma mai nessuno aveva attaccato bottone con me in maniera così… sincera e spontanea.
Sono piuttosto convinto che in un’altra vita questa ragazza avrebbe potuto essere una grandissima digiprescelta.

Chiacchieriamo del più e del meno e per un istante quasi mi scordo di quel piccolo dispositivo che tiene tra le mani. Mi sento a mio agio e libero di poter dire finalmente tutto ciò che mi passa per la testa.
Poi lei solleva un tasto dolente e mi domanda come siano andate realmente le cose all’interno della piramide di Datamon. Mi soffermo a pensare a quel frangente e subito i miei pensieri vanno ad una persona a me cara. Le racconto obiettivamente la realtà dei fatti, senza però soffermarmi sul fatto che il mio cuore in questo istante stia facendo i capricci e stia imprecando di liberare tutte le mie emozioni. Eppure, il suo sguardo attento mi sta studiando e sono piuttosto convinto che abbia captato qualcosa.
L’intervista procede ancora per un’oretta circa. Mi fa moltissime domande e tutte molto diverse rispetto a quelle a cui sono abituato. Generalmente mi viene chiesto com’è essere guardiano dei due mondi, com’è aver salvato il mondo e cosa ci ho guadagnato in tutto questo. Lei è visibilmente più interessata al mio rapporto coi digimon, al legame che si è instaurato tra di noi e al fatto che la mia leadership fosse già scritta nel mio cuore.
Ma ecco che, terminate le domande più ovvie -se così le posso definire- iniziano quelle decisamente più scomode.
«Alla fine, quindi, Hikari ha deciso per Daisuke e non per Takeru. Che effetto ti fa questo?» mi chiede quasi a volermi stuzzicare.
Io scoppiò a ridere, gesto del tutto involontario «beh, poco importa in realtà quello che penso io, alla fine è la sua vita ed è giusto che stia con la persona per cui prova affetto!».
Isabella mi squadra brutalmente e alza un sopracciglio: è chiaro che non rimasta soddisfatta della mia risposta.
«Non capisco cosa tu voglia sentirti dire. Preferivo Takeru? No, in realtà no! Daisuke è un bravo ragazzo, certo… molto diverso da Takeru, ma ha la testa sulle spalle e se questo rende felice la mia Hikari, allora rende felice anche me…» le rispondo allargando le braccia ed implorando pietà con gli occhi.
La vedo sorridere e spegnere finalmente il registratore. The end. Sessione completata.
Ed invece no. Mi guarda nuovamente con quegli occhi pieni di sfida e mi dice «non ho intenzione di divulgare i vostri fatti personali, motivo per il quale ho appena interrotto la registrazione, ma ho seriamente bisogno di togliermi un pensiero dalla testa che davvero mi sta devastando. Diciamo che è più una mia curiosità personale… ».
«Dimmi» le rispondo solamente, nonostante un brivido gelido mi abbia appena attraversato la schiena.
«Tu e Sora siete sempre stati affiatati, non c’è dubbio, lo testimoniano soprattutto i video dei campionati di calcio giovanile che mi ha fornito la vostra scuola. Non capisco cos’è successo dopo. Perché Yamato? Cioè, seriamente!? - in questo stesso istante mi accorgo di non aver più davanti una professionista, bensì una mia fan.
Ridacchio divertito «siamo cresciuti e abbiamo voluto fare le nostre esperienze. Yamato è un tipo… solitario, molto introverso, ma è pur sempre il mio migliore amico. Non ho intenzione di parlare male di lui».
«Non è questo quello che ti sto chiedendo, infatti! I fan che hanno seguito le vostre avventure, non si sono appassionati solamente ai vostri digimon, ma soprattutto a voi come persone, ai vostri affetti e alle vostre relazioni interpersonali» mi spiega lei ritrovando la sua professionalità.
«Sì, ho sentito tanto parlare di Sorato e Taiora in questi anni e la cosa quasi mi mette i brividi. Venir quasi paragonato ad una star di Hollywood e di conseguenza divulgare tutta la mia vita personale… come dire, non è da me» le rispondo sinceramente.
Isabella sorride senza però dire una parola. Posso tranquillamente captare quanto lei si aspettasse quel genere di risposta.
«Diciamo che non sono solito farlo e probabilmente negherò fino alla morte qualsiasi cosa uscirà da questa stanza senza il mio consenso…» annuncio alla fine accendendo un’evidente luce di speranza nei suoi occhi «ma credo di poterti dare qualche spiegazione in più».
Isabella si mette comoda sulla sua sedia. È evidente che non le interessa registrare quanto sto per rivelarle. La sua posizione mi fa intendere che lei sta assaporando ogni istante della nostra chiacchierata. È qui per il suo film, il primo e vero film sui Digimon, ma è qui soprattutto per capire chi sono e cos’è un digiprescelto.
«Sai, da piccolo sono sempre stato innamorato di Sora. Ma essere digiprescelto mi ha anche fatto capire che alle volte è necessario mettersi da parte per un bene superiore» cerco di spiegarle. Lo so che è un concetto difficile e probabilmente in molti non lo riescono a capire.
«Yamato?» mi domanda lei.
«Amicizia…» rispondo semplicemente «il gruppo è sempre stato coeso perché il vero pilastro che ci ha sempre tenuti uniti in questi anni è sempre e solo stata l’amicizia. Non associare l’amicizia a Yamato solo perché lui ne è il portatore della digipietra. È un caposaldo che risiede in ciascuno di noi. Il gruppo non esisterebbe senza l’amicizia».
Isabella corruccia la fronte. La trovo tenera, mi ricorda in parte Mimi e la sua testardaggine. Capisco che non è ancora soddisfatta, perciò decido di proseguire «mi sono fatto da parte perché ero convinto che fosse giusto così. Yamato era ed è tutt’ora il mio migliore amico, è diventato un uomo dai grandi valori e sicuramente rispettabile nella sua personalità. Io volevo che Sora stesse con Yamato perché ero convinta che lui l’avrebbe resa felice e che le avrebbe concesso un futuro radioso».
«E così non è stato?» mi domanda Isa appoggiando i gomiti sulle ginocchia e il volto tra le mani. Anche quell’atteggiamento curioso l’associo a Mimi.
«No, lei non era felice e lui non era felice ed io li ho solo forzati a stringere una relazione che nessuno dei due voleva realmente» le rispondo guardando il pavimento.
Isabella sgrana lo sguardo «davvero?».
«Davvero! Essere leader è difficile e spesso ci si macchia di scelte sbagliate» la mia voce è quasi rancorosa «ma la cosa fondamentale è imparare dai propri errori e migliorare, sempre e comunque, dico bene?».
Lei annuisce ormai assorta dalle mie parole.
«Alla fine, è stata Mimi ha risolvere la situazione. È stata una scena epocale, me la ricordo ancora come fosse ieri» ridacchio divertito tra me e me.
«Ti prego, mi piacerebbe molto ascoltare questa storia» risponde lei con aria supplichevole.
«Beh, non è stato nulla di eccezionale in realtà. Era la Vigilia di Natale ed eravamo tutti riuniti a casa di Mimi. Yamato e Sora stavano insieme, ormai da qualche annetto. Non ti nego che Mimi era ormai un periodo che si comportava in maniera particolarmente strana. Quella sera ha perso la pazienza, ha rovesciato il bicchiere di champagne addosso a Yamato dicendogli che era un cretino a non capire che stava solamente intrappolando l’amore di Sora. Poi ha deciso di puntare il dito anche contro di lei, vomitandole addosso tutto ciò che pensava del suo finto amore per Yamato e del fatto che non esistevano solo loro due e che la loro relazione feriva anche gli altri» le spiego tutto d’un fiato.
Lo sguardo avvincente di Isabella mi fa intendere che si stia godendo pienamente il mio racconto.
«Mimi poi si è messa a piangere e ha confessato i suoi sentimenti per Yamato e ovviamente ha fatto una delle sue uscite di scena ad effetto. Degne di una qualsiasi attrice famosa» Isabella ridacchia ma posso leggere nel suo sguardo quanto stia sostenendo la tesi di Mimi «alla fine la serata è stata un successone. Entro la mezzanotte Yamato e Sora si sono lasciati, entrambi convinti della scelta fatta. Mimi ha trovato finalmente il suo principe azzurro ed io ho potuto aprire il mio cuore a Sora».
Isabella stavolta esplode. Si alza dalla sedia con tanta esuberanza da farla cadere dietro la sua schiena. Il suo volto diventa paonazzo e le sue gote si gonfiano teneramente «tu, Taichi Yagami, mi stai forse dicendo che alla fine ha vinto la TAIORA?! -
Rido di gusto questa volta. La giornalista, regista e donna di carriera che sedeva di fronte a me, si era appena trasformata in una mia fan sfegatata pronta ad esultare con il mio amore sbocciato «eppene sì, ti posso dire che alla fine ha vinto la Taiora» le rispondo, quindi, mostrandole la fede al dito.
Isabella inizia a saltellare di gioia ed urlare a pieni polmoni un «lo sapevo, io lo sapevo!».
Come si suol dire, ognuno di noi ha un sosia al mondo, io ho appena trovato quello di Mimi.



Due anni più tardi, esattamente il 15 Gennaio, è uscito in tutte le sale del mondo il primo capitolo della trilogia “Brave Heart” diretto da Isabella, in arte LadyItalia_UsabellaDream. Un film unicamente dedicato all’avventura vissuta a Digiworld da noi digiprescelti. Ma va ben oltre tutto ciò. Lei è riuscita a cogliere quel qualcosa in più, è riuscita a captare la nostra essenza, a cogliere ogni nostro particolare individuale e di gruppo creando una trama che ha letteralmente spiazzato tutti... me compreso.

Ah, quasi scordavo un particolare piuttosto rilevante… il film è interamente Taiora.
  
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