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Autore: Farkas    01/02/2021    3 recensioni
Le sorelle Halliwell e i loro compagni hanno affrontato tante sfide nella loro vita, ma forse la più grande è l'essere diventati genitori.
Fare il genitore è molto più dura che che affrontare le forze del male, ma può dare molta più soddisfazione.
Una raccolta che presenta alcuni importanti momenti tra i figli delle sorelle e i loro genitori.
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Paige Matthews, Phoebe Halliwell, Piper Halliwell, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Genitori e figli

Capitolo 9: Disfatta

 
“L’unico vero fallimento nella vita è non agire in coerenza con i propri valori” - Buddha.
 
 
-BASKET, BASKET, BASKET! Non sai pensare ad altro! È un miracolo che tu non abbia un pallone da Basket al posto della testa. Ah, ma il contenuto dev’essere lo stesso! -ululò Paige al suo terzogenito.
Il motivo ufficiale di quella sfuriata era che Henry Jr. anziché approfittare del fatto che usciva un’ora prima da scuola, per rincasare e preparare il pranzo per tutta la famiglia, si era fermato a giocare a pallacanestro con i suoi amici e si era completamente dimenticato di tutto il resto. Il motivo ufficioso era che la giovane e promettente strega di cui Paige si era curata in qualità di Angelo Bianco per più di un anno, era stata uccisa da uno stregone due settimane prima, e quest’ultimo si era rivelato assai competente nell’usare il potere d’intangibilità appena rubato, tanto che grazie a esso, era riuscito a uccidere e rubare i poteri di altre quattro streghe. E Paige si sentiva responsabile di tutto questo.
Era stata certissima di risolvere subito la cosa quando gli aveva fatto orbitare l’athame via dalla mano… ma quel maledetto aveva previsto la mossa e aveva fatto in modo che una volta che l’arma lasciasse la sua mano, esplodesse al contatto con un'altra. Così mentre la figlia di Sam temporaneamente priva di tre dita, urlava per il dolore, lo stregone aveva raggiunto la sua preda che sotto gli effetti del sonnifero che il barista le aveva messo nel gin in cambio di un fruttuoso compenso, non aveva potuto difendersi e l’aveva accoltellata con la sua lama di riserva, per poi fuggire volendo imparare a padroneggiare meglio il suo nuovo potere prima di sfidare una nemica potente come una strega del trio.
Una volta che Wyatt le aveva riattaccato le dita, Paige si era messa in caccia dello stregone, ma inutilmente. Quel maledetto copriva le sue tracce alla perfezione.
In ogni caso, va detto che la fissa di Henry Jr. per la pallacanestro era davvero colossale e che durante le fasi più calde del campionato, il ragazzo non pensava ad altro. E in genere a farne le spese erano i timpani dei suoi parenti dato che ogni volta che vedeva la partita in tv, Henry Jr. si esibiva in un vero e proprio concerto di urla, commenti e imprecazioni.
 
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Lo stregone Oswald era tutt’altro che uno sciocco. Studiava le sue vittime per mesi, dando la caccia ai poteri più adatti e solo una volta comprese alla perfezione le abitudini delle prede, elaborava passo per passo il piano d’attacco, così come la ritirata.
Oswald non aveva la spocchia di molti esseri malvagi. Metteva sempre in conto la possibilità che i suoi piani fallissero, e stava sempre attento a elaborare una via di fuga. D’accordo tutti quei preparativi, lo avevano portato ad aspettare due anni prima di lanciarsi all’attacco, ma considerando che grazie al suo metodo aveva ottenuto cinque poteri in due settimane, ne era valsa la pena!
Quella sera sarebbe toccato al sesto. Oswald era molto astuto. Attaccava esclusivamente streghe che avessero un potere solo. Nessun potere è inarrestabile. Tutti possono essere contrastati e non necessariamente con la magia. In certi casi basta un po’ di cervello e lo stregone ne aveva da vendere.
Certo gli bruciava un po’ non aver eliminato Paige Matthews ma anche se l’aveva ferita gravemente, era stato solo per averla presa di sorpresa. Aveva fatto bene a limitarsi alla preda prescelta e a fuggire. Perché avrebbe dovuto rischiare una battaglia pericolosa, quando c’era un potere utilissimo, ormai facile da ottenere a pochi metri?
“Mai essere avidi” si rampognò. “E mai correre rischi inutili. Infatti dopo stasera lascerò San Francisco. Qui ormai c’è troppa gente a darmi la caccia”
 
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Adesso è arrivato il momento di presentarvi la signora Annabeth Clarkson. Un personaggio di spicco nell’alta società di San Francisco. Aveva avuto tutto dalla vita. Un marito splendido, due bellissime figlie, una vita agiata grazie al patrimonio del ricco consorte. Un vero peccato, considerato che definirla una carogna sarebbe stato farle un complimento.
Tanto per cominciare, tradiva il marito in continuazione, scopando in letti altrui con regolarità da ragioniera. Seconda cosa, era una pettegola pronta a sputare veleno e maldicenze su chiunque. Terzo, sfruttava l’attività di import-export del marito per coprire un traffico di droga e prostituzione di cui il poveretto non aveva idea. Quarto arrivata ai quarant’anni, per rimanere certa del potere della propria bellezza aveva sedotto un sedicenne di nome Ward Cormak, stregone buono e ultima preda di Oswald.
Ward a volte pensava che quel che faceva era con quella donna fosse sbagliato, ma non riusciva a resisterle. Non che gliene si potesse fare una colpa: Annabeth aveva intortato uomini ben più smaliziati di lui.
Ovviamente Oswald grazie alla sua sorveglianza sapeva tutto e la cosa gli tornava enormemente utile. I due s’incontravano in uno squallido motel in periferia, e sarebbe stato lo stesso Ward a trovare coi genitori una scusa per giustificare la sua sparizione per tutto il pomeriggio.
Una vera pacchia per Oswald: bersaglio solo (quella bagascia certo non sarebbe stata d’ostacolo), in un posto isolato, con scarso rischio che qualcuno venisse a cercarlo. Già che c’era avrebbe dato il benservito pure alla mortale. Tutto quello che aveva addosso poteva valere una bella somma, e se è necessario sfruttare gli umani i soldi possono funzionare anche meglio della magia che oltretutto può essere rilevata. Il barista ne era stato la dimostrazione lampante.
“D’accordo, la cosa si presenta facile, ma non devo abbassare la guardia. Un imprevisto può sempre capitare” si disse Oswald entrando nel motel. E in quel caso l’imprevisto sarebbe stato Henry Mitchell Junior.

Quest’ultimo moriva dalla voglia di andare allo stadio a guardare la partita tra i Golden State Warriors e i Chicago Bulls. Sarebbe stato un incontro pazzesco, ma i biglietti erano introvabili. Fortunatamente il suo amico Dave conosceva un bagarino in grado di procurarglieli. E il suo luogo preferito per trattare gli affari era un motel.

-Spenderemo i risparmi di due mesi, ma ne varrà la pena-dichiarò Dave quando informò il giovane Mitchell che l’affare era fattibile.

-Assolutamente- concordò l’amico.

In più aveva proprio bisogno di passare qualche ora lontano da casa. Sua madre in quei giorni tendeva a sfogare la sua irritabilità su chiunque le capitasse a tiro, quindi tutti loro si sforzavano di stare il più possibile fuori, Henry Senior e Kat nei rispettivi posti di lavoro, Tam insieme a quel meccanico che aveva cominciato a frequentare da poche settimane. Non avesse conosciuto bene la sorella, Henry avrebbe potuto pensare che avesse cominciato una storia seria, visto quanto stava appiccicata a quel tizio.

 

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Il motel aveva un nome francese traducibile con “L’ostello di Christine” a detta di Dave. Malgrado si trovasse in un luogo isolato, Henry ammise che sembrava un posto pulito ed ordinato. Il giovane Mitchell, notò un ragazzo della loro età salire rapidamente le scale, ma non ci diede molto peso. Il desiderio di ottenere i biglietti per l’incontro dell’anno occupava completamente la sua mente.
 
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“Troverò quel maledetto stregone, lo devo alla povera Iris” si disse determinata Paige, mentre continuava a sfogliare il Libro delle Ombre alla ricerca di un incantesimo di tracciamento che non avesse ancora provato. Dopo sei tentativi infruttuosi uno di loro la teletrasportò in un vicolo di periferia, dove vide in lontananza una donna coi capelli neri ricci di media lunghezza, la pelle olivastra e gli occhiali da sole, che indossava una camicetta bianca e pantaloncini arancioni. In mano aveva una busta, che nascose rapidamente dietro alcuni bidoni dell’immondizia.
“Si è trasformato così usando la magia” pensò Paige. Il suo incantesimo l’aveva portata lì, e l’unica persona lì presente era quella tizia quindi c’era un’unica spiegazione.
La donna si guardò nervosamente intorno, ma non parve notare Paige e cominciò a camminare a passo svelto fino a entrare in un bar.
Maledizione! Sarà pieno di mortalima cosa avrà nascosto?” Con mille cautele la moglie di Henry si avvicinò alla busta e la aprì… scoprendo che dentro c’erano un paio di jeans e una maglietta viola.
“Un altro travestimento? Ma cosa vuole fare?” si chiese perplessa Paige, prima di ricominciare il suo pedinamento. La donna dopo un po’ entrò in un bar dove corse al bancone per fare la sua ordinazione.
-Finalmente! Whisky! Whiskyyyyy... erano giorni che lo desideravo! -.
-State attenti! La donna appena entrata è un’assassina! - urlò Paige facendo il suo ingresso nel locale.
-Cosa? Siete certa di quello che dite? -.
-Eccome! Poco fa ha nascosto dei vestiti, mentre veniva qui ha fatto un sacco di giri e si guardava continuamente intorno! -.
-Non datele retta! Questa donna è pazza! -.
Paige determinata a non lasciarsi sfuggire quel maledetto colmò la distanza fra sé e il presunto essere malvagio, cercando di fargli annusare una pozione stordente, ma quella si scostò e per impedirgli di fuggire la figlia di Sam gli afferrò i capelli che si staccarono rivelando una lunga, liscia chioma bionda
 -Travestimento, parrucca… che storia è questa?! Quella è davvero una criminale! -urlò una cliente.
-Tenetela stretta, che chiamo la polizia! - strillò un altro degli avventori.
-Un momento! - urlò la donna. – Guardatemi bene! Non mi riconoscete? Sono io Drunky Laurie*! -.
-Drunky Laurie? -.
-Accidenti! È proprio lei! -.
Stupita Paige vide i presenti rilassarsi e scoppiare a ridere… ma soprattutto notò che la donna aveva sul collo un graffio sporco di sangue*.
-Buona questa! Perché diamine ti sei conciata così Laurie? - chiese l’uomo che aveva minacciato di chiamare la polizia.
-Ma voi… voi tutti conoscete questa donna? -.
-E chi non la conosce nel quartiere? Laurie è la persona più innocua del mondo, può essere dannosa solo per chi voglia farsi un goccio al bar, visto che è capacissima di svuotarmi la cantina da sola- fece allegro il barista.
-Ecco, bravo Frederick. Diglielo tu a questa pazza, che io non faccio nulla di male… dille di lasciarmi bere in pace il mio Whisky- protestò la bionda.
-Ve lo berrete il vostro Whisky, ma prima spiegateci il perché di questa mascherata! – sbottò irata la sorellastra di Piper.
-In effetti la signora ha ragione- ammise Frederick. - Perché cavolo ti sei conciata così Laurie? Da quando in qua devi travestirti per venire nel mio bar? -.
-Da quando mia sorella è incinta, ecco da quando! Sembra che sia la prima donna, ad aspettare un bambino. Legge tutto lo scibile umano sulla gravidanza, e sugli effetti delle varie sostanze sul corpo. È diventata una salutista da un giorno all’altro, mettendosi in testa di trasformarmi in un’abominevole astemia! Lei che al suo addio al nubilato, ha bevuto tanto da mettersi a ballare nuda sul tavolo! -.
-Quindi ti sei travestita per togliertela di torno? – chiese ancora il barista.
-Eccome! “Laurie l’alcool fa male”, “Laurie, devi darci un taglio coi fast-food, il cibo spazzatura è un veleno”, “Laurie, se ingrassi non riuscirai a sposarti”, “Laurie potresti andare un po’a correre invece che a teatro, così magari incontri qualcuno”. Da quando si è sposata, sembra mia madre! Certi giorni mi aspetta al varco, fuori dall’ufficio, non ne posso più! - urlò la donna. - Chiarito adesso Miss Marple? Posso godermi il Whisky che mi sognavo da una settimana? -.
-Ehm… sì certo- balbettò Paige. -Anzi… glielo offro io per scusarmi…-.
-Quand’è così, fammi un altro bicchiere Frederick! -.
Paige fissava la donna perplessa. I casi erano due: o era legata allo stregone in qualche modo, o lo stregone aveva trovato un modo per ostacolare il suo incantesimo. Peccato che non potesse sapere quale delle due ipotesi fosse corretta… e che non avrebbe potuto pensarci, visto che un attimo dopo le arrivò un violento scapaccione in viso.
Irata si voltò, per ritrovarsi di fronte una bionda riccia, con gli occhi verdi, un pancione da cinque mesi di gravidanza, e l’aria inferocita.
-Ma bene! Io cerco di farle perdere il vizio, e voi glielo sovvenzionate! Vergognatevi! -.
-Basta! BASTA! BASTAAAAAAAAAAAA! Sono una donna adulta io, mangio e bevo quello che voglio! – ululò esasperata Drunky Laurie.
-Tu qui non ci metterai più piede! L’alcolismo…-.
-Ma quale alcolismo, a volte sto settimane intere senza bere! -.
Frederick tentò di bloccare il litigio, ma alla fine Laurie svuotò un’intera bottiglia sulla testa della sorella, e quella ricambiò. Paige si trovò presa in mezzo, riuscendo a uscire dalla rissa, solo dopo aver subito uno spintone, una tirata di capelli e un calcio… e averli ricambiati come poteva.
 
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-Dunque volete i biglietti per l’incontro dell’anno eh? - fece in tono divertito il bagarino, un uomo sulla quarantina.
-Finché hanno un costo abbordabile- rispose Dave, (“Cavolo sì! Li vogliamo a tutti i costi” sarebbe stata una risposta più sincera, ma Dave voleva evitare che Albert alzasse troppo il prezzo).
Concluso il losco affare, i due amici stavano per andarsene, quando udirono uno schianto.
 -Vado a vedere! Qualcuno potrebbe aver bisogno di aiuto- urlò Henry Jr.
-Co… aspetta- urlò il suo amico, ma Henry lo ignorò correndo nella direzione del rumore.
 
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Nel vedere comparire lo stregone Ward, gli aveva lanciato contro il tavolo, ma quello si era reso intangibile, per poi immobilizzarlo con delle ragnatele.
Annabeth cercò di fuggire (disinteressandosi completamente del teenager da verme qual’era), ma venne fermata con la telecinesi e poi trasformata in una statua di ghiaccio fra le urla di Ward. Statua che Oswald fece a pezzi con un calcio (gioielli e portafoglio tanto giacevano per terra).
Junior appena entrato nella stanza, lanciò un flusso di ghiaccio, ma Oswald lo neutralizzò lanciandone uno uguale.
Riconoscendo lo stregone dalla descrizione di sua madre, Henry cercò di pensare a qualcosa. Ma dovette rotolare di lato per evitare una scarica di scintille energetiche.
Maledizione, non aveva mai dovuto affrontare un essere malvagio prima… e questo aveva il suo stesso potere! Che poteva fare?
-Bah, mi capita una strega di più e ha un potere che ho già. Questa sì che si chiama sfiga- sospirò Oswald. - Be’ magari posso mettere il potere in una sfera e venderlo in un mercato demoniaco-.
Ward cercò di liberarsi con la sua forza, ma Oswald lo scaraventò via con la telecinesi.
-Prima il potere più utile. E statti buono- sbuffò lo stregone prima di ustionare Ward, con una raffica di scintille, per poi voltarsi ad affrontare il giovane Mitchell.
“Maledizione è ferito. Se solo potessi guarirlo o orbitarlo in un posto sicuro…” si disse affranto il criocineta fissando l’altro adolescente.
 
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Paige stava maledicendo la sua malasorte, quando sentì un tintinnio. Uno dei suoi protetti aveva bisogno di lei. Svoltò in un vicolo e si dissolse in sfere di luce.
 
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Junior strisciò sul pavimento. Aveva cercato di difendersi al meglio delle sue possibilità, ma non era bastato. Era finita. Sarebbe morto in quella stanza. Non sarebbe mai diventato grande.
-Avete resistito bene ragazzini. Ma adesso è ora di smettere di giocare- fece divertito Oswald. Ward alla fine era riuscito a liberarsi e aveva cercato di combattere ma era stato messo rapidamente K.O.
Henry non chiuse gli occhi. Avrebbe guardato la morte in faccia.
La morte però non se lo sarebbe portato via quel giorno. Di colpo in un vortice di sfere comparve sua madre Paige. La donna rimase incredula nel vedere lì il figlio, ma si riscosse subito e si mise in guardia. Purtroppo con tutti i poteri che aveva assorbito, Oswald ormai era perfettamente in grado di battersi con Paige.
Entrambi adottarono una tattica mordi e fuggi, durante lo scontro, alternando uno l’intangibilità, l’altra la sua abilità di spostare gli oggetti per usarli come difesa, e appena fu riuscita a disorientare abbastanza il nemico, la mora gli lanciò contro la pozione per eliminarlo. Purtroppo per Paige la buona sorte sembrava avere un certo debole per Oswald e lo soccorse anche in quella circostanza.
Le tubature del motel infatti erano vecchie e una cedette proprio in quell’istante, sommergendo la donna di acqua gelida. La direttrice del motel, teneva alla pulizia ma non voleva spendere un centesimo per la manutenzione. A lungo andare sarebbe stato dannoso, ma visto che era prossima alla pensione, Thea Salteres ragionava in base al fatto che quando quel lungo termine fosse arrivato a dirigere il motel ci sarebbe stato qualcun altro, che avrebbe dovuto organizzare i lavori e presentare il conto alla proprietaria tirchia come pochi.
La strega accecata non riuscì a lanciare la pozione, e Oswald ne approfittò per lanciarsi all’attacco.
Per Paige sarebbe stata la fine se Henry non avesse avuto l’idea di congelare il pavimento sotto i piedi dello stregone, facendolo scivolare. Purtroppo Oswald perse la presa sull’athame, ed Henry lo afferrò sperando di riuscire a usarlo per colpire il nemico… ricordandosi un secondo troppo tardi di ciò che era successo a sua madre. L’athame esplose, scaraventando il ragazzino contro il grande specchio presente nella camera. Il terzogenito di Paige, sentì le schegge di vetro penetrargli nella carne, sentì il rumore che fece il suo cranio sbattendo contro la parete e sentì l’urlo di sua madre. Poi tutto divenne nero.
 
Oswald si era portato un pugnale di riserva, ma una scheggia di vetro gli si era infilata nell’occhio, e preferì teltrasportarsi al sicuro per levarsela. Usando la pozione giusta, avrebbe potuto evitare di perdere l’occhio, ma doveva fare in fretta.
Addio superforza. Mi spiace ma la visione binoculare è più importante” pensò l’uomo prima di sparire nel nulla.
 
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Paige corse disperata al fianco del figlio.
-Schegge- disse con voce rotta, liberando il corpo di Junior dai frammenti di vetro. Il ragazzo era pallidissimo e aveva perso un sacco di sangue. Non fosse stato per il suo petto che si alzava ed abbassava molto lentamente, avrebbe pensato che fosse addirittura morto, e il solo pensiero fece sorgere un’altra scarica di brividi dentro di lei.
Disperata Paige pose le mani sulla schiena martoriata del figlio. Un attimo dopo erano zuppe di sangue, e la luce dorata emessa da esse creò un orrendo contrasto di colori.
Il processo durò per due angosciosi minuti, ma alla fine le ferite del ragazzino sparirono. Era arrivato a un passo dalla morte, ma Paige era riuscita a salvarlo.
Quando se ne rese conto tutta la tensione che nemmeno aveva sentito accomunarsi dentro di lui si sciolse di colpo.
-S… sta bene? - boccheggiò Ward strisciando verso la quartogenita di Patty. - È un eroe, mi ha salvato la vita…-.
-Starà bene- lo rassicurò Paige. - Starà bene. E starai bene anche tu-.
 
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Henry riaprì e gli occhi, e si rese conto che non gli faceva male da nessuna parte. E che era in camera sua.
Girò lo sguardo e vide i suoi genitori e le sue sorelle.
-Lo stregone? - bofonchiò.
-È scappato-.
-Mi dispiace mamma. Era… troppo forte…-.
-Questo non è importante ora- fece Kat.-L’importante è che tu stia bene-.
-Lo stregone ha ucciso una mortale. Ho lasciato che uccidesse un’innocente. Ed è pure scappato- fece amaro il ragazzino. – Ho fallito. -.
-Ward, l’obiettivo dello stregone è ancora vivo, solo perché tu l’hai aiutato. L’ho salvato grazie a te- notò Paige. – Quindi non direi che il tuo è stato un fallimento completo. Hai contribuito a salvare una vita. Purtroppo non possiamo salvarle tutte, ma tu hai fatto tutto il possibile. Sono orgogliosa di te- disse sua madre prendendogli la mano.
-Io pure- dichiarò suo padre.
-E per i prossimi scontri non temere: ti daremo una sepoltura degna di un eroe. Nel caso in cui rivenissimo il tuo corpo, naturalmente- fece Tamora.
Kat le ammollò uno scappellotto.
-Ehi, cercavo solo di sdrammatizzare- protestò indispettita la gemella.
-A proposito si può sapere che ci facevi in quel motel? – chiese inquisitorio Henry Senior.
-Centra il basket-.
-Chissà perché lo immaginavo- fece Paige. - Dai adesso riposati. E non ti preoccupare per Dave: sta bene. Quando ha trovato il coraggio di seguirti ti ha visto svenuto, ma gli abbiamo fatto dimenticare tutto-.
Henry sospirò. Razionalmente sapeva di aver fatto tutto il possibile, però … il senso di colpa lo avrebbe accompagnato ancora a lungo.
 
Paige si sentiva ancora male se pensava a quello che era accaduto poche ore prima. Sapeva che come tutti i suoi figli prima o poi anche Henry avrebbe dovuto affrontare il male, ma non si aspettava che avrebbe cominciato così presto.
Eppure quello era il suo destino. Malgrado fosse stata una grande scavezzacollo, come madre si era scoperta abbastanza apprensiva.
Vedendo il figlio così intristito tuttavia la donna si rese conto che probabilmente quel fallimento lo aveva fatto sentire non all’altezza. Avrebbe dovuto stargli vicino nei prossimi giorni. Forse portarlo con sé quando andava dai suoi protetti Gli avrebbe fatto capire cosa voleva dire essere strega, angelo bianco… e senza saperlo Paige gli avrebbe anche mostrato come essere un buon genitore.
 
 
 
 
  • Gli stregoni e le streghe malvagi non sanguinano. O meglio non lo fanno i warlock il termine con cui questi esseri vengono chiamati in inglese. Tecnicamente vorrebbe riferirsi a un individuo che usa la magia oscura, diverso da una strega o uno stregone che pur essendo malvagio non ruba i poteri ad altri esseri, e che possiede comunque un’anima (come diventerà Tamora, o com’erano le sorelle Stillman nella serie, per fare un esempio). Il nemico del capitolo è un essere come Matthew Tate o Jeremy Burns.
  • Traducibile più o meno con “Laurie la sbronza”.
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Una giornata piena di sfighe per Paige, eh? Mi andava di aggiungere un tocco di umorismo al capitolo, visto che gli ultimi sono stati più seri. Capitolo per certi versi simile al precedente, ma qui madre e figlio si salvano a vicenda. Ho pensato che sarebbe stato interessante vedere uno dei cugini affrontare il male per la prima volta, e anche assistere mentre perdeva un’innocente e ho deciso di combinare le due cose. Quest’ultimo tema, penso di poterlo riusare in futuro.
Inizialmente pensavo che perlomeno madre e figlio avrebbero eliminato lo stregone, ma ho finito per affezionarmici mentre scrivevo, così ho optato per una disfatta quasi totale eccetto il salvataggio di Ward. Oswald era un nemico troppo ben riuscito per bruciarlo così. Ho un debole per i cattivi scaltri e intelligenti.
Se qualcuno si è chiesto perché nessuno dei figli di Paige ha poteri da angelo bianco, è perché loro sono angeli bianchi solo per un quarto. Chris che lo è per metà, non ha tutte le capacità tipiche di quella specie (per esempio non può guarire), quindi immagino che a maggior ragione i figli di Paige essendo solo al 25%di quella specie non possano sviluppare gli stessi poteri della madre e dei cugini (e poi sarebbe stato noioso se tutti avessero avuto le stesse capacità). Ecco perché ho voluto dare loro poteri già visti nella famiglia.
Melinda invece non ha nessun potere da angelo bianco, perché Piper e Leo l’hanno avuta quando lui era ritornato a essere un mortale, quindi anche se di livello superiore, lei è una strega normale. Avendo visto la serie, in effetti questo è intuibile, ma preferisco comunque fare chiarezza.
Ringrazio i fedeli fenris, Giadasteles e apeirmon che recensiscono sempre ogni capitolo di questa storia e ComeleOndedelMare e Girl_Hufflepuff che l’hanno messa nelle seguite.
Ovviamente grazie anche a tutti voi lettori silenziosi, ma se usciste dall’anonimato ne sarei davvero felice.
  
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