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Autore: I_love_villains    06/02/2021    1 recensioni
Himiko approfitta del rapimento di Katsuki per fare un esperimento che avrà ripercussioni sul loro futuro.
Dal testo:
"Voglio fare un esperimento con te, Tsuki!" Il mio annuncio sembra metterlo in guardia. "Tranquillo, devi solo rispondere a delle domande."
"Ho già detto a quel coglione con le mani che..."
"Non è un interrogatorio" lo interrompo ridendo. "Più o meno. Anche io risponderò a queste domande. Guarda..." Carico una pagina sul mio cellulare e gliela mostro. "Visto? Due sconosciuti rispondono al questionario in quarantacinque minuti e si innamorano!"
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Himiko Toga, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mi vibra il cellulare mentre sono in classe. La cosa strana è che si tratta di una chiamata. Vedo che è Himiko, ma non rispondo, perché lei sa benissimo che ho lezione adesso. Ricevo un breve messaggio: Tsuki per favore, e mi richiama. Se è solo per dirmi che finalmente è libera e non poteva aspettare fino a stasera la mando a fanculo!
Chiedo il permesso di andare in bagno, mi assicuro che non ci sia nessuno e rispondo.
“Tsuki!”
“Svampita, spicciati, ho lezione.”
“Lo so, ma... volevo avvisarti che dei tizi ci hanno sfidati e sembra una cosa piuttosto seria...”
“Quali tizi? È come con la Yakuza?”
“Sì, cioè no, nel senso che Overhaul voleva allearsi, questi ci hanno minacciato di farci arrestare se non li affrontiamo. Com’è che hanno detto di chiamarsi?”
Riesco a sentire la risposta della fotocopiatrice umana, che probabilmente sta camminando accanto a Himiko.
Meta Liberation Army. Li hai mai sentiti?”
“No, ma che vogliono da voi?”
“Dicono che intralciamo i loro piani. Hanno praticamente hackerato il cellulare di Jin e dicono di essere più di centomila! Stiamo andando a Deika City, dove...”
Shigaraki la interrombe bruscamente, rimproverandola per le informazioni che mi sta dando.
“Himiko, no, non ascoltarlo! Hai fatto bene a chiamarmi.”
“Sì, però tu non intendi mandarci contro degli eroi, vero?”
“Non... Himiko, non potete combattere in una città, non pensi a-”
“Ci hanno obbligati! Sì, sì, Jin dice che dobbiamo anche salvare il nostro broker. Guarda il notiziario, Tsuki: le dita e i vestiti sono quelli di Giran!”
“Non potete ritirarvi e finiscono quei bastardi al fresco?”
“Un attimo... No, perché quelli sono più una specie di setta, non una banda criminale e se si presenta un eroe faranno la parte di chi ci ha rintracciati e vuole consegnarci. Ma tranquillo, Tsuki, Tomura ha un piano! Loro hanno un esercito, noi abbiamo Gi-”
Silenzio. Immagino che qualcuno della Lega le abbia tolto il cellulare di mano e abbia riattaccato. Metto in tasca il mio, incerto su cosa fare. La faccenda sa tanto di trappola, ma un combattimento attira sempre l’attenzione, gli eroi arriveranno in ogni caso, come fanno a non rendersene conto? La cosa più sensata che posso fare è avvertire subito la polizia o un eroe... non sarebbe un tradimento verso Himiko, al contrario, l’unico modo che ho per salvarla è arrestarla, dato che ancora non vuole costituirsi. Alla fine però decido di non avvertire nessuno: c’è qualcosa di molto strano in villains che vengono sfidati da gente che appare fin troppo preparata. Forse dare l’allarme senza sapere nulla di specifico non è una buona idea. Opto invece per andare sul posto; se mi sbrigo posso arrivare in tempo, tenere d’occhio Himiko e valutare come muovermi successivamente.
Mentre cerco le coordinate per Deika City, mi dirigo da Aizawa-sensei. Gli racconto una scusa circa importanti problemi familiari affinché mi dia il permesso di uscire. Sembra sorpreso, ma non fa domande, forse perché sa che io non salterei mai ore di lezione senza una valida ragione.
Scopro con disappunto che per raggiungere Deika mi ci vorrà più di un’ora, ma ormai ho preso la mia decisione, non ha senso rimpiangerla. Raggiungo la stazione in un baleno, compro un biglietto e dopo pochi minuti sono in treno. Mando un paio di messaggi a Himiko, senza ottenere risposta. Che stia già combattendo? Sui notiziari ancora nulla, per il momento. Magari la Svampita ha esagerato, quei coglioni volevano solo attirare l’attenzione della Lega, impressionarli... lo spero, ma non ci credo.
Scendo dal treno senza ancora nessuna risposta e prendo l’autobus che mi porterà a destinazione, se non che, poco prima di entrare nei confini di Deika City, c’è un blocco stradale. Controllo il cellulare, ma non ci sono notizie su eventuali scontri in quella città. Allora perché cazzo fermano il traffico? Non può essere una coincidenza! Un’intuizione mi colpisce: in centomila alleati, ci sarà qualche poliziotto, qualche eroe... ma no, devono aver mentito... posso accettare il fatto che qualcuno molto potente abbia così tanti seguaci, ma che abbia agito talmente in segreto da non sollevare nessun sospetto, nemmeno una diceria...
Ah, non ha importanza! Devo raggiungere la città, poi pensare! Scendo dal bus, quando nessuno mi guarda scavalco il guardrail, corro e, appena sono abbastanza lontano dal posto di blocco, uso le esplosioni per avvicinarmi più velocemente a Deika.
Presto avverto i suoni di una battaglia su vasta scala. Mi fermo un attimo per chiamare Himiko. Sto per riagganciare, quando finalmente risponde: “Bakugou?”
Non è Himiko... la mia preoccupazione per lei cresce.
“Sì, e tu chi cazzo sei?”
“Bubaigawara! Twice! Toga-”
“Dimmi solo dov’è Himiko!”
“Con me, è svenuta, ma-”
“Dove siete?!”
“Aspetta, significa che sei qui?”
“Sono quasi entrato in città. Rispondi!”
“Meno male! Resta dove sei, veniamo noi! Toga-chan ha bisogno di cure, io ho fatto quello che potevo, ma deve lo stesso andare in ospedale. È davvero un sollievo sapere che sei qui, Bakugou...”
Lo stronzo continua a ripetersi senza darmi altre notizie di Himiko. Lo interrompo per dirgli dove mi trovo esattamente e gli ordino di arrivare in fretta, poi riattacco. Mentre li aspetto cerco di non stare troppo in ansia per Himiko: la Svampita riesce sempre a cacciarsi nei guai, per fortuna ha degli amici che possono aiutarla... e ha me, naturalmente.
Mi domando perché mai un’organizzazione del genere, che possiede notevoli risorse, se la sia presa con la Lega. Sono circa tre mesi che se ne stanno appartati tra le montagne a non commettere crimini. Anche ripensando a ciò che hanno fatto in precedenza, da quando Shigaraki ha attaccato per la prima volta la Yuei, non mi viene in mente nulla di rilevante.
Sento qualcuno avvicinarsi, più di una persona. Mi preparo ad attaccare, se necessario. Sorpreso, mi accorgo che si tratta di tre Twice: uno precede gli altri portando in spalla un altro Twice ancora, che ha le braccia rotte, gli altri due portano Himiko. Non faccio più caso a loro e la raggiungo in un attimo, spaventato per com’è ridotta. Il suo viso è tutto insanguinato e battuto, soprattutto il lato destro... e sembra avere ovunque innumerevoli ferite. Le carezzo la guancia sinistra, preoccupato oltre ogni misura.
“Lo so” dice triste il Twice con le braccia spezzate. Guarda me e lei con compassione. Nonostante ciò – e il dolore che deve provare per le ossa rotte, ci sono passato anch’io – si sforza di sorridere. “Ero molto scosso anch’io quando l’ho trovata così... il suo bel faccino... ma sono arrivato in tempo, conta questo, giusto?”
Annuisco. I due Twice che portano Himiko me la consegnano fra le braccia. Uno di loro dice: “Però sarebbe stato ironico se proprio Toga-chan fosse morta per dissanguamento.”
Non gli do retta. Non riesco a fare a meno di guardare Himiko, così pallida e insanguinata, come lo era nell’incubo in cui mi aveva intrappolato il maniaco... stavolta però è la realtà. Uno dei cloni mi poggia una mano sulla spalla.
“La affidiamo a te, eroe!”
“Non farcene pentire!”
“Arrivederci, Bakugou. Prenditi cura di Toga-chan, sono sicuro che lei farà lo stesso con te.”
“S- sì, grazie.”
Senza perdere altro tempo, corro nella direzione da cui sono venuto. Nella realtà sono padrone di me stesso, nessuno controlla le mie azioni e se trovo degli ostacoli, li abbatto, con le dovute precauzioni. Mi prenderò cura di Himiko il meglio che posso, non permetterò che le venga fatto ancora del male. La mia responsabilità consiste non solo nel portarla in ospedale, ma anche nel chiamare la polizia... per quanto riguarda il suo arresto almeno. Invece, per ciò che sta accadendo a Deika, preferisco confidarmi con qualcuno di fidato. Credo di capire un po’ meglio Stain adesso: prenderei volentieri a mazzate qualche falso eroe del cazzo!
Mi sono allontanato a sufficienza da quella maledetta città. Mi avvicino ai bordi della strada e fortunatamente non ci vuole molto prima che qualcuno mi dia un passaggio, facendomi un sacco di domande. Il tipo però si arrende dopo che io rispondo a monosillabi e, inaspettatamente, parte sgommando come un pilota d’auto da corsa. Gli sono grato per questo... Carezzo Himiko e me la tengo stretta, pensando a tutte le frasi che si dicono per rassicurare una persona in certi frangenti, ma non ce la faccio a dirgliele davanti a uno sconosciuto. Basta il gesto.
Dopo non più di mezz’ora che ho lasciato Deika, sono seduto nella sala d’aspetto dell’ospedale più vicino, in attesa. Aspetto che mi informino sulle condizioni di Himiko; che arrivino Aizawa-sensei, Best Jeanist e la polizia, mi auguro in quest’ordine. Sì, li ho chiamati uno per volta, raccontando dove mi trovo e che ci ho portato Toga Himiko, non ho aggiunto molto altro, anche loro hanno capito che occorreva parlare di persona.
Pochi minuti dopo, mentre un paio di agenti si assicurano che Himiko sia veramente priva di sensi e in gravi condizioni, il detective sopraggiunto con loro mi invita a seguirlo in centrale per lasciare una deposizione. Io rifiuto di andar via finché lei non starà meglio, ma sono disposto a fami interrogare quanto vuole qui e subito. Contrariato – non me ne frega un cazzo, deve averlo capito che non ho alcuna intenzione di lasciarmi convincere – chiede a un’infermiera di usare una stanza per parlare in privato. A me va benissimo, ma gli chiedo di aspettare che arrivino i miei sensei; tanto Himiko non può andare da nessuna parte ed io non voglio ripetere la storia troppe volte. Beh, dovrò ripeterla per i miei...
Ben presto arriva il momento in cui devo raccontare tutto: aggiungo alcuni dettagli che avevo tralasciato circa il mio rapimento, parlo degli scambi telefonici avuti con Himiko, delle varie volte in cui l’ho rivista. Mi premuro di spiegare che genere di persona è lei, il motivo per cui ho deciso di non arrestarla alla prima occasione. Non m’importa se magari mi prendono per un coglione innamorato, basta che non pensino che sono un traditore o che Himiko mi abbia raggirato. No, devo render chiaro che lei ha bisogno di cure psichiatriche. Questo, unito alle sfortune che le sono capitate, l’ha fatta diventare un’assassina, ma io mi sono impegnato per salvarla, per annullare l’impulso di uccidere e ferire, e in qualcosa sono riuscito.
Mi rendo perfettamente conto che non è abbastanza, ha bisogno di una terapia adeguata, ma ho aspettato a consegnarla alla polizia nella speranza che rivelasse qualcosa di utile sui piani della Lega e nel frattempo ho cercato di arginare i danni il più possibile.
Quando finisco di raccontare e rispondere alle domande del detective, lui mi chiede chi ha ridotto così Himiko. Sollevato, poiché mi consente di dare una risposta onesta, gli dico che non lo so. Aggiungo, modificando un po’ la realtà, che Twice mi ha chiamato usando il cellulare di Himiko ed io sono accorso appena ho saputo che rischiava la vita. Il detective mi sembra soddisfatto. Dice che mi crede, ma che comunque aspetterà che Himiko si svegli e confermi le mie parole prima di essere sicuro al cento per cento che non ho mentito. Annuisco bruscamente, per nulla preoccupato: Himiko gli confermerà ogni parola, perché può aiutare moltissimo me senza mettere in pericolo i suoi amici. A proposito, mi chiedo se la battaglia sia finita, chi abbia vinto... spero siano ancora vivi.
Una volta che il detective è andato via, racconto in che circostanze esatte ho recuperato Himiko ferita. Aizawa-sensei e Best Jeanist si scambiano uno sguardo preoccupato.
“Da qualche minuto le notizie provenienti da quella città sono allarmanti, a dir poco” dice Best Jeanist dopo un rapido controllo al cellulare. “Sembra più una ex città ormai... Bakugou, hai visto qualche eroe sospetto?”
“Soltanto uno, al blocco stradale. Aveva un costume viola, mantello verde, mascherina nera e faccia da babbeo.”
“È un inizio. Credo sia ora che io vada, in fondo sono ancora in congedo, no? Però mi ha fatto piacere constatare quanto sei cresciuto, Bakugou. Se fosse per me, non ti toglierei nessuna responsabilità riguardo al caso di Toga. Un eroe più... adulto, si sarebbe fatto coinvolgere di meno, probabilmente, ma qualche volta essere poco professionali può essere un vantaggio.”
“Grazie” mormoro, colto di sorpresa. Non mi aspettavo una lode, da nessuno di loro. In realtà, mi pare di aver fatto molto poco, come eroe, e di essermi messo nei guai come studente della Yuei. Il mio sguardo si sposta automaticamente su Aizawa-sensei.
“Di solito non vengono affidate missioni a chi è coinvolto personalmente, ma esistono sempre le eccezioni” pondera lui, sovrappensiero. “Dovrò riportare al consiglio la tua condotta, poi valuterà Nezu cosa fare.”
“Non m’importa di ricevere una punizione... o di essere espulso. Credo di aver fatto la cosa giusta, anche se era un errore, io...”
“Hai mentito e omesso la verità, per non far arrestare una villain. D’altro canto, hai salvato chi quella villain avrebbe potuto uccidere proprio diventandole amico, allo stesso modo sei venuto a conoscenza di informazioni importanti e hai salvato anche la villain. Se manca qualcosa, la voglio nel rapporto completo che mi dovrai consegnare domani mattina.”
“Sì, sensei...” rispondo confuso. È vero che ho fatto tutto ciò, ma da quando Himiko è diventata la mia ragazza quelle cose sono passate in secondo piano, per me. A proposito di Himiko: “Sensei, comunque vada, vorrei stare con Toga quando si sveglia. Immagino che sarà molto confusa e potrebbe agitarsi... lei ha paura che gli eroi le facciano del male.”
Per non parlare del fatto che chiunque sarebbe disorientato e impaurito nel ritrovarsi in un ospedale, in mezzo a sconosciuti o gente considerata nemica, dopo essere sopravvissuti a uno scontro mortale. Nessuno dei suoi amici può venirla a trovare – credo. Sta a me rassicurarla, senza contare che se ci sono io lei collaborerà molto più facilmente. Non occorre che spieghi questo, se ne rende ben conto anche il sensei.
“Capisco. Da quanto mi ha detto un medico, la terranno addormentata almeno per un paio di giorni, quindi puoi andare a casa a preparare quel rapporto, Bakugou. Quanto al verdetto, dovrai attendere.”
Sa anche che devo parlarne con i miei genitori, il bastardo...
“Immagino che ci aggiorneremo dopo aver ascoltato la testimonianza di Toga” riflette Best Jeanist. “In bocca al lupo, Bakugou.”




***Angolo Autrice***

Potrebbe saltare la pubblicazione per una settimana o due perché sto avendo qualche difficoltà a scrivere i capitoli finali. Sorry...
   
 
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