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Autore: cin75    10/02/2021    6 recensioni
Dalla storia:
Nell’appartamento di Jared, il ragazzo, era ancora fermo al centro della soggiorno, con lo sguardo fisso sulla porta di casa chiusa. I suoi occhi vedevano ancora la sagoma di Jensen, la sua mente continuava a gridargli “Muoviti, lui non è più su quella porta!E’ andato..., devi respirare di nuovo. Devi muoverti di nuovo!”
Non seppe quanto tempo passò, ma ad un certo punto diede retta a quella voce interna e quasi con fatica, raggiunse il divano. Si sedette, poggiò la testa sul cuscino dello schienale.
Completamente vuoto, completamente svuotato. Decisamente confuso.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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E un pomeriggio , dopo che la passione era scattata, vissuta e poi spenta, come a volte accadeva, Jared e Jensen erano ancora uno tra le braccia dell’altro, nel loro letto.

Il biondo, poi, all’improvviso, accortosi dell’ora, era scattato in piedi, rivestendosi in fretta.

“Ehi??!” lo richiamò stranito Jared. “Che succede? Dove vai?”

“Devo andare in città. Devo lasciare la mia macchina al meccanico e poi passare ad un negozio per una commissione.”

“Ma se lasci la macchina come torni? Devo venirti a prendere?” fece mettendosi seduto al centro del letto.

“No, mi riaccompagnano i miei. Devono andare qualche giorno fuori città e passano di qui, quindi...tranquillo!” lo rassicurò, mentre si riallacciava i jeans.

“Che commissione devi fare?!” chiese poi curioso.

“E’ un segreto!” rispose, facendogli l’occhiolino.

“Ma dai, Ackles!! sai che ora che mi hai detto così, ti darò il tormento fin quando non sputerai il rospo!” lo minacciò bonariamente, l’altro.

“Sì, lo so. Ma sarà divertente vederti provare!” ghignò Jensen.

“Oh andiamo….smettila e dimmi tutto. Risparmieremo tempo ed energie entrambi!!” replicò convinto.

“Ok! Ma ad una condizione!” si arrese Jensen.

“Quale?!” concesse il giovane, incrociando le braccia al petto.

“Che tu rimanga lì, dove sei.”

“Ok!”

“Nel nostro letto.”

“Ok!”

“Nudo!” precisò Jensen, molto poco malizioso.

“O..k!” sospirò il compagno.

Jensen si avvicinò ai piedi del letto e si chinò appena verso il volto di Jared che lo guardava rapito.

“Devo andare a ritirare il tuo anello di fidanzamento e quando tornerò ti chiederò di sposarmi!” disse sottovoce, come se volesse che quella rivelazione rimanesse segreta tra loro due.

Gli occhi di Jared si fecero grandi e stupiti. La bocca si schiuse appena per la sorpresa. Il suo cervello andò in panne per infiniti secondi, poi ritornò lucido e mise a fuoco quello che Jensen gli aveva appena detto.

“Tu vuoi...”

“..sposarti?...Sì. Da quando ti ho conosciuto e mi sono innamorato!” confessò dolcemente.

“Ci siamo conosciuti 5 anni fa!” sembrò ricordare ad entrambi, Jared.

“ Sì, quindi immagina quanto tempo ho avuto per pensare al tuo anello e alla proposta che ti farò quando tornerò.” disse, baciandolo prima che l’altro potesse rispondere qualcosa e poi andando via.

Jared rimase per lunghi minuti a fissare la porta di casa loro e da cui Jensen era uscito sorridendogli. Un sorriso quasi ebete sulle labbra, nel cuore una gioia immensa. Nella mente la consapevolezza dell’amore infinito che provava per Jensen.

“Ogni storia ha un inizio, un mezzo e una fine. Così come la nostra. Ma anche se è così che vanno tutte le storie, io so, io so..” ribadì con decisione. “..che non è così che andrà la nostra. La nostra non avrà mai fine, Jared. Ed è per questo che ora esco e vado a prenderti il tuo anello di fidanzamento” e andò via , non prima di averlo baciato, lasciandolo definitivamente senza parole, al centro del letto, a causa dell’emozione che ormai aveva bloccato la gola del più giovane.

Si riprese un secondo dopo e..

“Ti dirò di sì, Ackles!!” gridò sapendo che Jensen era ancora nel corridoio.

Infatti…

“Lo so!” arrivò la risposta.

 

Quando ormai si erano fatte le nove di sera, Jared iniziò a preoccuparsi, anche perché Jensen non rispondeva al telefono.

All’improvviso , qualcuno bussò al loro appartamento. Jared andò ad aprire pensando che fosse finalmente Jensen e che come spesso accadeva, avesse dimenticato le chiavi.

Sorrise.

“Hai dimenticato di nuovo le…..” disse mentre apriva la porta, ma quelli che si trovò di fronte non furono gli occhi verdi di Jensen, ma quelli seri e scuri di un agente di polizia. Il sorriso sparì immediatamente dalle sue labbra. “Che succede?!” chiese già in ansia.

Il poliziotto con movenze caute lo spinse in casa e fece cenno al collega di chiudere la porta.

“Jim...ma cosa?!” chiese spaesato, Jared, all’agente che conosceva da anni, ormai. Vecchio amico di famiglia.

“C’è stato un incidente Jared!” fece Jim, mesto.

“Oddio….i miei genitori….mio fratello o mia sorella….cosa...cosa è successo?!” domandò mentre il panico si faceva sempre più pesante nel suo stomaco.

“No, no, no...non si tratta dei tuoi genitori o di Jeff o Meggie.”

“E allora? Chi?”

“Donna e Alan Ackles!” rivelò dispiaciuto.

Jared sgranò gli occhi dal terrore. “Mio Dio!!!” esclamò affranto passandosi la mano fra i capelli. “Ecco perché Jensen non mi rispondeva al telefono. Ecco perché stava facendo tardi!” riflettè ad alta voce.

“Jared...”

“Jensen doveva tornare a casa, ma evidentemente lo avete chiamato per comunicargli….”

“Jared….”

“Oddio! dov’è adesso? All’ospedale ? E’ da solo?” fece allarmato.

“Jared!!!” e questa volta non sembrò un richiamo , ma un rimprovero per avere silenzio.

“Cosa c’è? Non perdiamo tempo. Portatemi in ospedale...” fece infilandosi la felpa della tuta il cui pantalone già indossava.

“Jared, ascoltami. Vieni qui, un attimo!” fece Jim, portandosi dietro Jared, fino a raggiungere il divano. “Siediti!”

“Jim, non voglio sedermi. Voglio raggiungere Jensen e stargli vicino. Avrà bisogno di me. Per favore, andiamo!!” fece con forza, mentre la mano di Jim , lo spingeva comunque a sedersi. “Ma cosa...”

“Jared...” e poi passandosi la mano sul viso con un gesto frustrato. “Cazzo...odio fare queste cose!” imprecò.

“Ma ...” fece Jared realmente confuso.

“Mi dispiace...sul serio, Jared. Ma... Jensen era sulla macchina dei genitori quando è avvenuto l’incidente.”

“No!” si rifiutò di accettare. “Per l’amor del Cielo…..è ferito? E’ in ospedale anche lui?? Cazzo, Jim!! alziamoci da qui e portami da Jensen….e..” decisamente irato e preoccupato.

“Ascoltami, Jensen era con loro. Seduto dietro.” iniziò a dovergli spiegare, cercando di tenere la voce calma il più possibile dato che , molto probabilmente, Jared, inconsciamente, aveva già intuito tutto.

“No, no, no...lui è venuto in città per lasciare la macchina da Matt e poi avrebbe preso un passaggio dai….” e tutto esplose in quel momento nella mente sempre più sconvolta di Jared.

“...dai genitori. Ero con lui quando Alan lo ha preso a bordo.” concluse amaramente Jim.

“Ma lui...” sussurrò appena.

“Mi dispiace, Jared. Mi dispiace infinitamente.”

“No!”

“Purtroppo...nessuno dei tre è... sopravvissuto!”

“No, no!” negò con forza. “Lui sta per tornare. Lui doveva prendere l’anello…..lui, lui... deve chiedermi di sposarlo….”

“Oh Gesù!!” si ritrovò a sospirare sconvolto e addolorato l’amico poliziotto. “Jared...”

“Non dirmi “Jared!” in quel modo. Jensen non è morto. Vedrai che tra un po’ entrerà da quella porta e io dovrò stargli accanto. Lui non ….”

“Jared, fatti forza!”

“Lui non può...”

“Vieni qui , ragazzo!!!” provò a confortarlo , cercando di abbracciarlo.

“No, no. No!” iniziò a ripetere con tono quasi isterico e disperato.

“Jared, ti prego!” cercò di chetarlo l’amico. Ma Jared era rigido e continuava solo a ripetere che Jensen stava per tornare, che non era morto.

E quando alla fine , il vecchio poliziotto riuscì a stringerlo tra le braccia, la tempesta esplose.

“Nooooo!!!!!!” gridò Jared scoppiando in un pianto doloroso che a stento Jim riusciva a confortare.

 

Il giorno dei funerali degli Ackles, l’intera città di Austin, si strinse intorno ai parenti che avevano subito la perdita. C’erano anche i genitori di Jared, naturalmente, sia come supporto al figlio oramai distrutto dal dolore, che come amici delle vittime.

Jared era come un fantasma. Stava in piedi perché il padre e il fratello gli erano accanto. Respirava perché non ne poteva fare a meno. Rispondeva telegrafici “grazie” a chi gli porgeva le condoglianze. Ma mai, mai una volta, aveva spostato gli occhi dalla foto su quella bara posta al centro tra le altre due.

Quel sorriso luminoso, quegli occhi che brillavano di un verde bellissimo, quello sguardo tanto impertinente quanto dolcissimo.

Non riusciva.

Jared non riusciva a smettere di guardare la foto di Jensen che sembrava guardare solo lui e nessun altro in quella chiesa.

Per quanto la cosa fosse concretamente dolorosa, Jared, non riusciva ad accettare la morte di Jensen. L’idea e la prospettiva di non vederlo più, di non poter più sentire la sua voce, la sua risata. Di non vedere più quella luce smeraldina che brillava nei suoi occhi sempre fissi su di lui. L’assurda certezza di non poter avere più la possibilità di poterlo amare ed essere amato da lui.

“Ti ho dato tutto!” si ritrovò a sussurrare vicino a quella cassa quando la cerimonia ebbe fine. “Cos’altro ho da dare a chi potrebbe o dovrebbe venire dopo di te!”, disse ancora , usando le ultime parole di Jensen. “Come faccio senza di te, Jensen? Come vivo, ora, senza di te?”

 

Quando lo riportarono a casa, Jared era svuotato di ogni emozione. Spento. Senza vita.

Si sedette da solo nell’angolo del divano dove di solito si sedeva Jensen e da cui, abbracciati, guardavano la tv. Passò in quella sorta di posizione fetale, parte della serata e di certo avrebbe passato così anche la notte.

In quel mentre, alla televisione, che il padre aveva acceso solo per spezzare il silenzio dell’appartamento, passò lo spezzone di un film. Le parole della canzone che la famosa interprete stava cantando, non potevano che descrivere al meglio quello che stava provando Jared, ma al tempo stesso, quelle stesse parole, il tono, la melodia, arrivarono al cuore del giovane come una impietosa pugnalata.

 

Vorrei aver potuto dirti addio...Ti avrei detto cosa volevo dire...
Se avessi saputo che sarebbe stata l’ultima volta...

 

Non voglio sentire un altro tocco
Non voglio iniziare un altro fuoco
Non voglio conoscere un altro bacio
Nessun altro nome pronunciato dalle mie labbra
Non voglio dare il mio cuore
Ad un altro sconosciuto
Non amerò mai più

 

Quando ci siamo incontrati la prima volta
Non avrei mai pensato che mi sarei innamorat
o
Non avrei mai pensato che mi sarei trovato tra le tue braccia
E voglio fingere che non sia vero

che tu te ne sia andato.
Perché il mio mondo continua a girare
e girare e girare

e io invece non mi muovo ?….

Non voglio più amare..a meno che non sia tu.


Jeff scattò immediatamente quando , venendo fuori dalla cucina dove era andato per prendere dell’acqua, si rese conto di quello che stava andando in onda. Quasi corse verso la televisione e la spense.

“Penso che possiamo evitare!!” sussurrò, lanciando su una poltrona il telecomando.

I genitori andarono via, dopo mezzanotte, sfiniti, portandosi dietro la figlia. Il fratello maggiore rimase con Jared.

“Non credo sia il caso di lasciarlo solo. Voi andate. Io resto e vi chiamo domani!” disse ai genitori mentre andavano. La mamma per un attimo, prima di uscire, si volto verso il figlio: “Jared...tesoro. Chiama o facci chiamare da Jeff se hai bisogno di qualcosa, di qualsiasi cosa.”

“Quello che mi serve è Jensen. Voglio Jensen, qui. Con me. Vivo. Puoi farlo? Puoi darmi Jensen, mamma?!” sussurrò quasi crudele senza nemmeno guardarla, chiuso nel suo dolore.

“Amore mio...no. Non posso!” rispose triste la donna mentre la mano del marito le carezzava la schiena, confortandola.

“Allora non mi serve niente da voi e non mi serve che Jeff stia qui a farmi da cane da guardia!”

“Io non me ne vado, fratellino!” asserì deciso il maggiore.

“Tranquillo...non ho intenzione di compiere un qualche gesto insano...”

“Oddio Jared non dire così!!” si allarmò la madre al solo pensiero.

“Mamma sto male, sto malissimo, il dolore che provo è qualcosa che non auguro al mio peggior nemico, vorrei svegliarmi e rendermi conto che è stato solo un incubo. Vorrei Jensen qui che mi prende in giro per aver fatto un sogno simile. Ma so che non accadrà, so che lui è morto, lui che amava la vita in un modo meraviglioso e so che se solo pensassi di mettere fine alla mia per raggiungerlo , lui mi odierebbe per l’eternità e io non posso accettarlo. Quindi mi limiterò a stare qui, in questo che era il suo posto preferito, a piangerlo, a rimproverarlo per avermi lasciato dopo che...che….” stava per confessare la proposta che Jensen avrebbe dovuto fargli. I genitori e il fratello lo guardarono straniti, in attesa di sentire il seguito che però non arrivò. “Voglio solo provare dolore adesso, mamma. Voglio solo piangere fin quando riuscirò a piangere. E quindi , anche tu, Jeff, ti prego….ti prego, vattene via.”

Jeff guardò la famiglia e lo sguardo affranto e comunque terrorizzato della madre.

Poi si rivolse al Jared.

“Ascolta, Jared. Starò qui solo stanotte. Perché sono un rompipalle, lo sai. Domani andrò via.”

Jared lo guardò, voleva stare solo, ma vedeva decisione sul volto del fratello e si arrese. Si rituffò nella sua posizione sul divano e borbottò uno stanco: “Fa’ come vuoi!”

 

   
 
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