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Autore: Ashla    12/02/2021    4 recensioni
AGGIORNAMENTO 29/12/2022:
Storia interattiva, iscrizioni aperte.
"Cappuccetto rosso", "Biancaneve e i sette nani", "Peter Pan e l'isola che non c'è"... no, troppo babbani.
E allora "lo stregone dal cuore peloso", "Baba Raba e il ceppo ghignante" o, ancora, "La fonte della buona sorte".
La lettura porta metaforicamente in un'altra realtà, diversa da quella reale.
Ma, quando sei in una delle più famose scuole di magia e stregoneria del mondo, non ti stupisci se aprendo un libro vieni catapultato in carne ed ossa in un altro mondo in cui i personaggi delle fiabe non sono poi così fantastici.
Hogwarts!Au
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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 Normalità 

 

Hogwarts, poche ore prima
 
Un leggero venticello smuoveva le fronde degli alberi della Foresta Proibita mentre il sole continuava il suo lento declino abbassandosi sempre di più verso l’orizzonte e il cielo iniziava a scurirsi.
In sella alla sua Nimbus, Fujii Yuka fluttuava davanti agli anelli osservando, con i propri occhi rosati, i compagni di Grifondoro volare nel campo da Quidditch provando nuove tecniche in vista dell’attesissima partita contro Serpeverde che si sarebbe svolta da lì ad una settimana.
Tutta la squadra rosso e oro era in fibrillazione all’idea dell’imminente incontro non solo a causa della forte rivalità tra le due case, ma anche per il fatto che il vincitore avrebbe potuto avvicinarsi ai Tassorosso che, in quel momento, dominava la classifica della Coppa di Quidditch.
La tensione saliva ogni giorno di più.
La brezza scompigliò ancora di più il caschetto nero della ragazza spostandole sul viso una delle poche ciocche rosso corallo che aveva sul lato sinistro, se la tolse con un gesto non curante incitando poi, con un sorriso sulle sottili labbra rosate, i compagni invitandoli a provare a segnare negli anelli da lei difesi.
Tsurugi Kyōsuke e Amemiya Taiyou, due cacciatori del sesto anno, si lanciarono un sorrisetto complice e partirono all’attacco passandosi la Pluffa mentre evitavano i Bolidi e i loro stessi compagni di squadra che provavano ad ostacolarli.
Quei due ragazzi erano certamente i migliori cacciatori che Yuka avesse mai visto giocare nella coppa scolastica di Quidditch e la ragazza era felice di essere loro compagna di squadra: averli contro durante una partita ufficiale sarebbe stato veramente difficile anche se, una parte di lei, avrebbe voluto giocarci contro seriamente almeno una volta.
Tsurugi Kyōsuke e Amemiya Taiyou erano un accoppiata vincente anche se condividevano ben poco oltre al dormitorio, alla passione per il Quidditch e all’ammirazione per il famoso cacciatore Gōenji Shūya…va beh…forse quelle tre sole cose potevano anche bastare, dopotutto i due erano già formidabili così e, sinceramente, se avessero condiviso anche il carattere (di uno qualsiasi dei due) sarebbe stato impossibile gestirli.
Erano così diversi caratterialmente ma, quando si trattava di fare punto, riuscivano ad andare d’accordo e a creare strategie vincenti con estrema facilità.
Yuka riuscì a fatica a parare la Pluffa, colpendola con la parte inferiore del manico, facendola volare nella parte del campo opposta, poi sorrise ai due kohai e batté le mani.
«Grandissimi! Kyo, voglio un tiro del genere anche contro i Serpeverde!»
Kyōsuke sospirò sentendo il soprannome, che la maggiore doveva aver sentito dalle labbra della minore dei Tsurugi, ma annuì decidendo di ignorarlo per concentrarsi invece sull’imminente partita: tanto quando il loro capitano si metteva in testa qualcosa era quasi impossibile farle cambiare idea.
Yuka sorrise soddisfatta e guardò l’altro cacciatore mostrandogli il pollice alzato.
«Taikkun, mi è piaciuta la finta! Ricordatene in partita!»
Amemiya annuì radioso e, insieme al compagno, si affrettò a raggiungere l’azione dall’altra parte del campo.
Un bagliore dorato presso le tribune vuote dei professori attirò lo sguardo di Yuka che si voltò distraendosi momentaneamente.
Non era però l’unica ad averlo notato, perché pochi secondi dopo una figura rossa e rosa si gettò in picchiata verso quel luccichio.
Kirino Ayame aveva individuato il Boccino d’oro e lo stava inseguendo.
Anche un battitore se ne accorse perché provò ad ostacolarla ma la cercatrice, sulla sua Firebolt, evitò il Bolide con un abile giravolta e accelerò allungando la mano in avanti per afferrare il suo trofeo.
Le dita della ragazza si strinsero attorno alla pallina alata e Yuka sorrise prima di dover tornare a guardare i cacciatori che si avvicinavano pericolosi alla zona degli anelli.
Deviata nuovamente la Pluffa, la maga corvina si girò appena per salutare Kirino Ayame che la raggiungeva con calma tenendo il Boccino in una mano.
Normalmente, quando la pallina alata veniva catturata, la partita di Quidditch terminava ma, visto che era solo un allenamento, si poteva continuare per tutto il tempo che si voleva.
Tenendosi ben stretta alla scopa con le gambe, Kirino Ayame si abbassò gli occhialini, propri dei cercatori, facendoli pendere dal collo mentre guardava la partita con i vispi occhi azzurri.
Yuka si lasciò sfuggire un lieve sospiro: era incredibile la somiglianza tra Kirino Ayame e suo fratello maggiore Ranmaru, battitore e vice capitano di Corvonero. I fratelli Kirino potevano quasi essere scambiati per gemelli: avevano gli stessi capelli lunghi rosati, che sembravano così morbidi, e le stesse iridi color cielo primaverile che mietevano vittime a non finire.
Erano sempre un piacere da vedere i due fra…erano sempre un piacere da vedere giocare uno contro l’altro quando vi era Grifondoro contro Corvonero perché significava assistere ad un entusiasmante scontro trai fratelli Kirino e Ayame era ancora più motivata a prendere il Boccino per prima.
Sì…Yuka stava decisamente pensando a quello.
La corvina annuì attirando l’attenzione di Ayame che la guardò dubbiosa.
«Cosa?»
«Uhm…sei stata bravissima! Quante volte hai preso il Boccino oggi?»
«Sarà la quarta».
«Grandiosa! Stai per battere il tuo record!»
Ayame sorrise annuendo e aprì la mano per far volare via nuovamente il Boccino essendosi riposata a sufficienza.
Yuka, senza pensarci, lo afferrò con un gesto repentino.
«Che fai, capitano? Hai deciso di volerti riprendere il ruolo di cercatore?»
Ridacchiò la minore sistemandosi gli occhialini e Yuka mollò il Boccino sorridendo mentre questo volava via veloce: c’era stato un tempo in cui le due ragazze si erano contese la posizione di Ayame ma, dopo il quarto anno di Yuka, la maggiore aveva deciso di passare alla difesa degli anelli senza un apparente motivo e così Ayame era diventata la sola cercatrice della squadra.
«Nah, testavo i miei riflessi».
«Ho visto le parate, sono ottimi come al solito!»
«Aya-chan! Tu mi aduli!»
Kirino Ayumi ridacchiò e con un cenno di saluto si allontanò tornando a cercare il Boccino, scambiando prima qualche parola, probabilmente per dare un consiglio, con il giovane battitore che l’aveva presa di mira durante la sua ultima caccia alla pallina alata.
Yuka sorrise guardandola, si sentiva rincuorata: quella era la sua ultima Coppa di Quidditch ad Hogwarts e poi si sarebbe diplomata, ma dopo la squadra di Grifondoro sarebbe stata comunque in buone mani.
Chissà…magari avrebbero potuto battere il record delle vittorie consecutive della Coppa.
 
*** 

Ad eccezione della squadra di Quidditch di Grifondoro e di pochi altri coraggiosi, la gran parte degli abitanti di Hogwarts era all’interno del castello: c’era chi studiava, chi si preparava per la cena e chi giocava.
Quest’ultimo era il caso di Kageyama Hikaru, Tsurugi Kotone e Sorano Aoi che, seduti su uno dei morbidi tappeti gialli che decoravano la parte ristoro della rotonda e circolare sala comune di Tassorosso, giocavano a spara schiocco su un basso tavolino smangiucchiando biscotti mentre, poco lontano da loro, un tiepido fuocherello scoppiettava nel camino.
«Noo! È caduto ancora…»
Sbuffò Sorano Aoi guardando addolorata quel che restava del castello di carte: proprio non capiva come fosse possibile completare il gioco senza che questo crollasse o esplodesse.
«Tranquilla, prima o poi ci riuscirai! Ne sono certo ».
Kageyama Hikaru sorrise dolcemente all’amica e, riparate e riunite le carte, passò il mazzo a Tsurugi Kotone che lo ringraziò con un sussurro osservando con gli occhi ambrati scuri il mazzetto, quasi come se quello potesse prendere improvvisamente vita.
Kotone era la sorella gemella di Tsurugi Kyosuke ma, ad eccezione di alcune caratteristiche fisiche, con lui condivideva gran poco: non era di certo coraggiosa o sicura di sé ed era estremamente timida.
La ragazza dispose le carte a faccia in giù sul tavolino e si mordicchiò un’unghia nervosa: quel gioco non le piaceva per niente, odiava quando le carte esplodevano e raramente riusciva ad arrivare a completare il primo piano del castello ma…ma il gioco l’aveva proposto Sorano Aoi e lei avrebbe fatto di tutto per compiacerla, forse non proprio di tutto ma quasi.
Se le avesse chiesto di uccidere qualcuno non l’avrebbe mica fatto, ma Aoi non era quel tipo di persona quindi non c’erano problemi e quindi sì: avrebbe fatto di tutto, anche quel brutto gioco in cui era incapace.
«Kotone-chan?»
La ragazza batté le palpebre quando Hikaru picchiettò leggermente la spalla guardandola con aria incerta.
«Ti sei incantata a guadare le carte…»
«Oh…uh…eh…scusate, penso che passerò. Dubito di poter fare anche solo mezzo piano».
Sussurrò Kotone chinando il capo in avanti nascondendo così completamente l’occhio destro dietro al ciuffo di capelli blu scuri tipici dei Tsurugi.
«Ma no, Kotone-chan! Fidati di te, ce la farai!»
Sorano Aoi le prese una mano tra le proprie e la ragazza sobbalzò sentendosi arrossire.
«C…certo…se tu lo fa…c’è…se tu lo dici!»
Aoi, annuendo, sorrise incoraggiante e la giovane Tsurugi prese in mano un paio di carte cercando di calmarsi.
Forse, ma proprio forse, poteva fare solo il primo piano.
Il suo viso dall’incarnato niveo e i lineamenti femminili si tese in un’espressione concentrata e nessuno dei tre parlò.
Alla sesta carta il castello esplose e i frammenti di carta si sparsero dovunque intorno a loro.
«Uffaaa…ma bravissima Kotone-chan! Avevi quasi finito!»
Aoi sorrise girandosi a guardarla poi, dopo un attimo di incertezza, scoppiò a ridere ottenendo uno sguardo spaesato da parte dell’altra.
«C...cosa?»
Aoi, senza smettere di ridere, le toccò la punta del piccolo naso leggermente all’insù e Tsurugi Kotone arrossì.
«Ti era rimasto addosso un pezzo di una carta».
Kotone si lasciò scappare un’esclamazione sorpresa e Aoi sorrise ricomponendo, ancora una volta, il mazzo prima di tenderlo all’amico.
«Kageyama-kun?»
Il ragazzo lanciò un’occhiata occhiata all’ora e fece un lieve sorriso di scuse scuotendo piano il capo.
«Mi piacerebbe ma ho promesso a Nishizono-kun che lo avrei aiutato con i compiti».
Le due maghe annuirono.
«Allora io vado, eh…voi parlate, mi raccomando!»
Kageyama si alzò facendo l’occhiolino a Kotone che sussultò sentendosi le guance scaldarsi: parlare? Di cosa dovevano parlare? Oh…no, no, no…non era pronta.
«Io…io…vado a preparami per la cena!»
Kotone, arrossita, scattò in piedi e, incurante dello sguardo confuso di Aoi e del sospiro di Hikaru, scappò via andandosi a rifugiare nel proprio dormitorio sbattendo, seppur involontariamente, la porta alle sue spalle.
Shindou Akiko, una sua compagna di camera, mugugnò nel sonno rigirandosi nel letto senza, però, svegliarsi.
La minore dei Tsurugi la guardò leggermente invidiosa: la coinquilina avrebbe potuto dormire indisturbata anche durante un concerto della banda scolastica, forse no visto che lei faceva parte della banda…beh…la giovane Shindou avrebbe potuto dormire tranquillamente anche durante una partita di Quidditch mentre lei, come testimoniavano le sue profonde occhiaie, faticava a prendere sonno e a restare addormentata anche in situazioni di completo silenzio…cos’era questa ingiustizia?
Sospirò e, sfiorandosi uno dei piercing che le adornavano le piccole orecchie, si avviò verso il proprio letto decisa a farsi una bella doccia calda nel tentativo di calmarsi: si era agitata all’idea di stare da sola con Aoi e la sottile allusione che aveva fatto Kageyama non aveva certo aiutato a tenerla tranquilla.
Sapeva che l’amico voleva solo aiutarla ma, davvero, non ce la faceva…non così.
Eppure tutti le dicevano che doveva solo buttarsi…
 
 ***

Intanto nell’altra sala comune sotterranea, quella di Serpeverde, un ragazzo dai corti ed arruffati capelli grigi, tagliati appena sotto le orecchie, si sedette su uno dei divani di pelle nera e, collegate le cuffie alla propria chitarra elettrica, cominciò a suonare incurante degli sguardi dei presenti.
Kurosawa Ryuunosuke, in sette anni ad Hogwarts, era riuscito a trovare il giusto incantesimo per far funzionare il proprio strumento anche in un posto dove difficilmente la tecnologia andava e, da quando aveva compiuto quella sua piccola impresa, spesso nel tempo libero si metteva a strimpellare felice di poterlo fare anche durante l’anno scolastico.
Il ragazzo chiuse gli occhi lasciandosi trasportare dalla musica e non li riaprì neanche quando qualcuno si gettò con poca grazia accanto a lui: prima voleva assolutamente finire di suonare la canzone.
Quando finì, le sue iridi dorate fecero capolinea dalle palpebre e, per qualche secondo, si persero a guardare un piccolo calamaro nuotare nel lago al di là del vetro: inizialmente il dormitorio sotto il Lago Nero gli aveva fatto un po' impressione, insomma svegliarsi nel cuore della notte con una sirena che di guarda al di là del vetro non era mica divertente, ma con il tempo si era abituato e aveva cominciato ad apprezzare la vista, oltre che a tirare le tende delle finestre quando andava a dormire per evitare spettatori indesiderati.
Uno sbuffo.
Kurosawa Ryuunosuke si girò guardando con un sorrisetto la nuova arrivata che se ne stava a guardarlo con la testa appoggiata alla sommità della testiera del divano.
«Che c’è, Sugar-chan? Sawamura-san ha preso di più di te in pozioni?»
Sugawara Ayumi, al sentire il nome della fastidiosa rivale di Corvonero, scoccò un’occhiataccia all’amico che ridacchiò togliendosi le cuffie.
«Ehi, ci ho provato, non sono mica un legilimens».
«Ho incontrato Fey…nei corridoi…con la rossa…»
Kurosawa Ryuunosuke si accigliò incrociando le braccia al petto.
«Sei consapevole che l’hai mollato tu l’anno scorso e che lui può fare quello che vuole, vero?»
La maga annuì arrotolandosi una ciocca dei lunghi capelli bianco argentei intorno al dito.
«Bene…quindi?»
«Uh…immagino di non essermi ancora abituata?»
Kurosawa ci pensò su poi annuì prima di scoccare un’occhiataccia ad un ragazzo del sesto anno che, poco distante da loro, stava infastidendo uno più piccolo; subito il bulletto smise e scappò via.
Sugawara, che aveva visto la scena, ridacchiò.
«Ma che prefetto spaventoso che sei Nokkun! Ormai ti basta guardare la gente per riportare l’ordine».
«Non posso dire la stessa cosa di te».
Sbottò il ragazzo con un mezzo sorriso mentre si alzava stiracchiandosi poi, presa la chitarra, si avviò verso il dormitorio maschile del settimo anno subito affiancato dall’altra nuovamente sorridente.
«Ma io sono il prefetto buono e tu quello cattivo».
Kurosawa la guardò, con un lieve sorriso divertito sul volto, con la coda dell’occhio: i due si erano conosciuti sull’ Hogwarts Express durante il loro primo viaggio ma, per motivi diversi, non avevano più parlato fino a quando, qualche mese più tardi, uno studente del terzo anno non aveva chiesto loro se fossero fratelli e, sinceramente, come potesse la gente scambiarli per parenti era proprio un mistero.
L’unica cosa che li accumunava erano i capelli chiari ma poi, per il resto, erano diversissimi: lui era di corporatura media, alto sul metro ottanta e con una carnagione olivastra mentre lei, più bassa di circa una spanna, sembrava quasi una ragazzina del quinto anno e aveva l’incarnato niveo e pieno di lentiggini, anche se tentava di nasconderle mediante trucchi e magie.
Da quel giorno, però, i due avevano cominciato a parlare diventando ben presto amici e fingersi fratelli davanti agli sconosciuti era diventato un divertimento.
Appena entrati nel dormitorio, la maga andò a sedersi, quasi saltellando, ai piedi del letto di Kurosawa Ryuunosuke che depose la sua preziosa chitarra accanto al comodino prima di imitarla.
«Allora? Pronto per conquistare la tua bella?»
«Sì, me lo sento: oggi sarà la volta buona!»
Sugawara Ayumi ridacchiò: quella frase l’aveva già sentita…tipo un’ottantina di volte da quando era iniziato il settimo anno qualche mese prima.
Il ragazzo le tirò un piccolo pugnetto amichevole sulla spalla, come ad aver capito i suoi pensieri.
«Ti assicuro che sarà così! Devo solo trovare un modo di togliermi dai piedi quello… Shindou-san».
Sbottò Ryuunosuke pronunciando il nome del rivale facendo il verso alle numerose ammiratrici dell’altro.
Ayumi scoppiò a ridere nascondendosi la bocca dietro ad una mano.
«Più tardi riunione d’emergenza con Taiyou-kun?»
Il ragazzo annuì giocherellando inconsapevolmente con anello di metallo che portava sul dito medio sinistro: aveva già preso i fiori, doveva solo trovare il momento opportuno per darli alla sua bella.
«Piuttosto…cosa leggiamo sta sera?»
Gli occhi lilla dell’amica si spalancarono e la giovane, dopo essere sbiancata momentaneamente, arrossì vistosamente scattando in piedi.
«Me ne sono dimenticata! Io…corro subito, forse faccio in tempo a trovare un libro! Ci vediamo a cena per il piano di conquista!»
Ayumi corse via salutandolo a gran voce e Ryuunosuke, per qualche secondo, rimase a fissare il vuoto lasciato dall’altra prima di alzarsi e cominciare a camminare per la stanza pensando già ad un piano: quella sera avrebbe chiesto a Yamana Akane di uscire e lei non avrebbe potuto dirgli di no.
 
 
 
Angolo autrice
Allora…allora…
Io cancello il capitolo avviso e mi viene fuori “vuoi cancellare la storia?”. Io tranquillamente clicco sì per poi comprendere il significato e andare nel panico…beh…fortunatamente con storia intendeva solo il capitolo!
 
Hello!
Sono tornata! Ho finito l’ultimo esame ieri a mezzogiorno e mi sono subito buttata a terminare il capitolo!
Chiedo pietà: non li ho presentati tutti. Ne mancano ancora tre ma volevo darvi qualcosa da leggere il prima possibile e visto che stavo ancora pensando alla Corvonero ho aspettato a presentare l’altra Corvonero!
In questo capitolo sono apparsi:
E beh…anche Shindou Akiko ma dormiva quindi al prossimo…sì.
Presentazione più adatta per Akiko non poteva esserci…dorme. Ma tranquilli…qualcunA la sveglierà…forse…
Uh…c’è stata anche una breve menzione ad un’altra bella ragazza che non farà parte della storia (ok, forse due).
Ho voglia di scrivere una Cardverse!Au…è grave?
I have to go but…non sarà l’ultima volta che mi sentirete (spero)!
Ciao!
Aiko
   
 
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