Fanfic su attori > Cast Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: BALTO97    14/02/2021    3 recensioni
seguito della storia "Jared veste Prada", questa volta al centro non ci saranno le disavventure del povero segretario Misha, sempre più convito che il suo capo sia il diavolo, ma la relazione di Jensen e Jared che tra amore e dolore rivelerà una verità scomoda ma impossibile da ignorare
Genere: Angst, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno dopo era domenica e, escludendo la colazione nel loro bar preferito, la corsetta mattutina di Jared, i loro piano comprendevano il girare per casa in mutande, quando si ricordavano di indossarle, con in sottofondo un disco di musica rock facendo l’amore praticamente ogni volta che si sfioravano e su ogni superficie possibile; per esperienza sapevano che il paino della cucina era perfetto così come il tavolo, la mensola del mobile in corridoio no, visto che dopo l’ultima volta Jensen si era ritrovato con un livido sui glutei e Jared un gomito contuso
 
Dopo pranzo e un riposino pomeridiano, se così si potevano definire il crollare sul letto esausti dopo un magnifico amplesso, decisero che usufruire della loro piscina riscaldata sarebbe stato un buon modo per passare il pomeriggio
Jared divorava una vasca dopo l’altra alternandosi tra dorso e stile libero, insieme al correre nuotare era la cosa che preferiva per liberare la mente dai pensieri e dallo stress dovuto al lavoro, Jensen invece preferiva stare seduto su uno dei tavolini a bordo piscina e disegnare sul suo quaderno con davanti una tazza del suo thè fumante
La matita si muoveva leggiadra sul foglio, come se danzasse lasciando dietro di sé una striscia nera; era soltanto un abbozzo di quello che fra qualche giorno sarebbe stato un disegno su una tela, un qualcosa di astratto, proprio com’era nel suo stile
Un fruscio leggero, qualcosa di solo sottilmente percettibile proveniente dal canneto di bambù che si trovava accanto alla staccionata che divideva casa loro da quella dei vicini, attirò la sua attenzione
Strizzando gli occhi, il biondo, inclinò leggermente la testa confuso e incuriosito da quale potesse essere la causa
Per qualche secondo tutto rimase tranquillo, neanche una foglia di bambù si muoveva e né Remson né Winston si erano mossi, Jensen pensò che molto probabilmente doveva essersi confuso e fece per tornare al suo schizzo quando qualcosa attirò la sua attenzione
Un’ombra, un’ombra, grande quanto un essere umano si mosse dietro alcune canne; lasciando cadere la matita per terra iniziò a sentire il suo respiro accelerare mentre era certo che la stessa ombra ora lo stesse fissando
“Jay” sussurrò lanciando una veloce occhiata al giovane ma questo era a metà vasca e con la testa sott’acqua e Jensen non voleva tenere per troppo tempo gli occhi lontano dall’estraneo che lo stava ancora guardando nascosto tra le piccole piante verdi
Con movimenti sconclusionati, mani e gambe tremanti, si alzò in piedi iniziando a indietreggiare
 
I due cani guardarono il loro padrone disorientati e la stessa sensazione provò il giovane quando, riemerse dall’acqua, vide il maggiore camminare all’indietro ma prima di avere il tempo di chiedergli spiegazione lo vide inciampare nel tubo dell’acqua e cadere all’indietro mancando per poco lo spigolo di pietra dall’aiuola con la testa
“o cazzo Jensen” esclamò uscendo freneticamente dalla piscina raggiungendolo “cos’è successo?” chiese aiutandolo a mettersi seduto e, per sicurezza, controllando che il biondo non avesse colpito la dura pietra
Senza rispondergli il biondo si alzò e, ancora con il respiro affannoso un po' per la caduta e un po' per lo spavento, guardò velocemente Jared poi con passi piccolo e tremanti si avvicinò al canneto mentre il giovane, ancora inginocchiato, gli rivolse un sorriso incoraggiante e comprensivo
“va tutto bene” disse alzandosi e andandogli vicino “è passato” aggiunse abbracciandolo da dietro appoggiando il mento sulla spalla
“Non era niente”
 
#######################
 
Qualche giorno dopo alla Beaver e Padalechi corporation
La pioggia batteva incessantemente contro le vetrate del palazzo e gli spessi nuvoloni neri che coprivano il cielo rendevano l’umore di tutti parecchio cupo
 
Jared era in ufficio, impegnato in una riunione al computer, e questo permetteva ai segretari del piano di stare tranquilli per almeno un’ora
Misha era comodamente spaparanzato sulla sua sedia e rideva insieme a Claire, appoggiata alla scrivania insieme ad altri dipendenti, chiacchieravano del più e del meno
“anche voi avete notato qualcosa di strano nel capo in questo periodo?” domandò ad un certo punto il moro guardando verso la porta dell’ufficio per essere sicuro che non spuntasse all’improvviso “in effetti non mi ha urlato contro quando gli ho detto che mi sono dimenticato di passare in lavanderia” affermò Claire annuendo “e anche ieri Kim ha dovuto ricordargli una riunione” aggiunse il segretario
“ha delegato la pratica dopulous a Tony” disse Steve, un altro dipendente
“quella pratica è importantissima, l’ha fa sempre lui!” replicò la ragazza e mentre i suoi colleghi discutevano tra loro Misha sospirò mormorando un “qualcosa non va…”
 
“Kim? Tu cosa pensi?” domandò voltandosi verso la prima assistente del boss
La donna non distolse lo sguardo dal PC mentre, con tono serio rispondeva “penso che non siano affari nostri”
Questo zitti gli altri segretari che, anche loro, si voltarono verso di lei
“Kim” disse Claire confusa “sai qualcosa?” chiese con una nota di curiosità e divertimento nella voce
Kim sospirò passandosi una mano tra i capelli “ok”
“ma io non vi ho detto niente” aggiunse “mi ha chiesto di prenotare una serie di visite mediche da uno specialista, sottolineando che era importante ottenere un appuntamento il prima possibile”
 
Tutti sussultarono stupiti “perché?” domandò Steve
“non me l’ha detto” rispose Kim
 
“certo che è strano … è distratto, sta sempre al telefono e prenota delle visite” mormorò Misha tornando a guardare verso la porta dell’ufficio
 
“comunque non sono fatti nostri” ripeté Kim ma Claire non sembrava affatto convinto anzi “lo sono se rischiamo il posto” esclamò con tono quasi di sfida, ma infondo non ci si poteva aspettare altro dalla giovane ragazza, per Jared era stato fin troppo facile domare questo suo lato ribelle, ma per tutti gli altri dipendenti era solo una peperina.
 
“sono sicura che non sia niente di grave e non dovremmo preoccuparci di perdere il lavoro” disse la segretaria seria rimettendo facilmente in riga l’atteggiamento della nuova assunta
“O impicciarci di cose che non ci riguardano” aggiunse “torniamo al lavoro prima che esca e ci faccia stare qui fino a mezzanotte”
 
I presenti sospirando si allontanarono tornando nei loro uffici, Claire tornò ai suoi moduli da stampare mentre Misha al suo computer almeno fino a quando, dopo un sospiro
“forse dovremmo chiedergli qualcosa” mormorò
 
La donna scosse la testa “dovresti sapere che non ama chi gli fa domande sulla sua vita privata. E ora torna al lavoro hai abbastanza cosa da fare per tenere la mente impegnata!”
 
Non erano neanche le 16 quando la porta dell’ufficio di Jared si aprì e il giovane boss uscì con la giacca in mano, le maniche della camicia bianca arrotolate fino ai gomiti e sotto braccio la sua cartellina nera che portava sempre con sé
“io vado, ho un impegno, Kim ricordati di inviare la pratica edilizia alla Wincherster company” annunciò lasciando sulla scrivania del segretario alcune carte per poi salutare con il solito “ci vediamo domani” incamminandosi verso l’ascensore
Kim e Misha lo salutarono mentre lo osservandolo allontanarsi
 
“sempre più curioso” mormorò il segretario accertatosi che l’ascensore si fosse chiuso
“va solo a casa prima, non è la prima volta” rispose Kim con una scrollata di spalla
 
“No” affermò serio Misha ruotando leggermente sulla sedia girevole
“hai notato il livido sulla parte interna del gomito?” chiese riferendosi ad un piccolo, insignificante livido bluastro con delle sfumature viola nell’incavo del gomito
 
Kim si arrese sospirando mentre anche lei si spostava con la sedia trovandosi così faccia a faccia con il moro
“si l’ho visto e allora?”
“probabilmente avrà fatto un esame del sangue” aggiunse
Misha non demorse “non sei neanche un po' curiosa di sapere perché è così strano in questo periodo?”
La donna sbuffò nuovamente “no! e ti ricordo che l’ultima volta che ti sei messo a curiosare nella sua vita privata ci hai fatto credere che fosse una specie di… di…  coso Grey con manette e frustino!” esclamò
Fu il turno di Misha di sbuffare prima di lasciarsi ricadere contro lo schienale della sedia, effettivamente l’ultima volta era stato parecchio imbarazzante, specie quando avevano scoperto che non era niente del genere
Ma proprio non riusciva a smettere di farsi tante domande e forse ad essere anche un po' preoccupato per Jared, dopo averlo visto alla festa con Jensen aveva capito che dietro quell’immagine da duro c’era un uomo sensibile.
 
Kim ruotò la sedia tornando al suo lavoro esclamando “sono sicura che va tutto bene”
 
################################x
 
L’orologio segnava le 18:30 quando Jared entrò in casa, i cani non gli corsero incontro quindi probabilmente erano nel giardino sul retro o in qualche stanza ma mentre si toglieva la giacca vide Jensen venirgli incontro e sorrise “scusa il ritardo c’era traffico” disse, ma il biondo non sembrava molto interessato a quello che stava dicendo infatti, una volta arrivatogli vicino gli accarezzò le spalle mormorando qualcosa di incomprensibile
Il giovane avrebbe riconosciuti ovunque quei mormori e sorrise imitando i gesti dell’altro iniziando ad accarezzargli i fianchi “ti sono mancato?” chiese notando le macchie di vernice sulla felpa verde militare, sui jeans e persino nei capelli e suoi piedi nudi, era strano ma Jensen amava dipingere senza scarpe né calzini anche con meno 40 gradi
Il biondo non rispose ma sporgendosi, quasi con brutalità, intrappolò le labbra di Jared in un bacio appassionato, bagnato, prepotente
Al giovane non dispiacque affatto mentre prontamente rispondeva avvolgendogli i fianchi tirandolo più vicino e mentre Jensen gli metteva le mani nei capelli, gemendo staccandosi appena per prendere fiato mormorò
“se continui così non arriviamo in camera da letto” per poi tornare ad avventarsi su quelle labbra così invitanti, rosse e successo come una ciliegia matura
“chi ha detto che dobbiamo arrivare in camera da letto” rispose in un altro mormorio Jensen
 
Jared emise un suono gutturale, quasi un grugnito, portandogli le mani sui glutei perfetti e sollevandolo mentre il biondo avvolgeva le gambe intorno ai suoi fianchi e le braccio intrecciate dietro le ampie muscolose spalle
Entrambi potevano sentire che il bacio, le lingue che si sfioravano e le labbra che toccavano, succhiavano, ogni centimetro della pelle del collo, stavano facendo effetto anche più in basso dove il tessuto dei boxer era sia fastidioso contro la pelle tesa sia un appagante contatto
 
Jared sapeva che, nonostante la sua forza, non sarebbe riuscito a portare Jensen in camera, o meglio forse si, ma il suo ragazzo continuava a dimenarsi sfregando la sua intima durezza contro il suo basso ventre e questo non solo faceva tremare le braccia del giovane ma anche desiderare i arrivare alla prima superficie piana e sbottonargli i pantaloni
Per fortuna nell’atrio, accanto al piano forte, avevano sistemato una chaise longue in pelle nera su una base di legno di noce regalata da un vecchio amico il giorno dell’inaugurazione della casa
Poco importava se non sarebbero stati troppo comodi o se non sarebbero riusciti a sdraiarsi, era una superficie morbida e la prima a disposizione
Senza quella, probabilmente, Jared non ci avrebbe pensato due volte a farlo sul pavimento dell’ingresso; infondo lo aveva fatto in posto non solo molto più strani (il gazebo, sul tavolo da biliardo in taverna, il cofano della macchina in garage) o molto più pubblici ( il suo ufficio, il ripostiglio del museo durante una mostra)
Sdraiati, senza smettere un solo secondo di toccarsi o baciarsi, Jensen iniziò ad armeggiare con la zip dei pantaloni dell’altro mentre al giovane non ci volle molto ad abbassargli i pantaloni i pantaloni della tuta orientandosi, visto che stava ancora baciando Jensen, con le mani sorridendo quando costatò che oltre ai calzini il suo ragazzo non portava anche un’altra cosa.
E mentre il giovane sorrideva e sentiva la sua eccitazione crescere al pensiero di Jensen senza intimo per tutto il giorno, si sentì stringere proprio lì, la sua virilità stretto nella mano nell’altro
“wow” esalò incapace di trattenere un gemito “qualcuno qui è affamato” mormorò con un sorriso ma al contrario di lui Jensen non sorrise mentre gli afferra i capelli con la mano libera “non giocare” affermò con un filo di voce, il respiro accelerato e le pupille così grandi da riempire quasi tutto l’occhio
Jared si irrigidì un attimo poi, il suo sorriso divertito si tramutò in qualcosa di molto diverso; divenne un’espressione accattivante e mentre la lingua del giovane accarezza i denti bianchi le sopracciglia si sollevarono
“non vuoi giocare” sussurrò avvicinando la bocca al suo orecchio e la sua mascolinità a Jensen, sfiorandolo languidamente “e se io volessi farlo?” domandò poi le mani, che nel frattempo erano scese fino ai fianchi, strinsero le ossa del bacino e in un mossa precisa, ormai divenuta abitudine, lo fece suo
Il verso del biondo morì nella sua gola mentre gli occhi si chiudevano per andare incontro al piacevole dolore delle spinte del giovane “Jay” gemette quando sentì che, questa volta, era il giovane ad avere tra le mani la sua virilità “no…” mormorò tra un respiro e l’altro “Non credo che”
Infine, quando il giovane si irrigidì e gemette dopo l’ennesima spinta, mormorando un “o cazzo” gutturale e profondo con le labbra che tremavano e il sedure che gli impelava la pelle Jensen si inarcò in preda ad uno spasmo quando la sua virilità iniziò a secernere il bianco piacere che imbrattò la mano del giovane.
 
“wow” esalò Jared, qualche minuto dopo, seduto per terra con la schiena appoggiata alla gamba della sedia “fantfottustaticamente stupendo” aggiunse gettando la testa all’indietro respirando ancora affannosamente
Al contrario di lui, Jensen, sdraiato sulla chaise longe, era tornato a respirare regolarmente e quando il giovane esclamò “se il sesso fosse una disciplina olimpica noi vinceremmo l’oro” facendolo ridere e pesare quanto fosse fortunato fino a quando io suo occhio non cadde su un post-it che usciva dalla tasca dei pantaloni scartati di Jared e lesse “dottor Sheppard”
“cos’è?” domandò prendendolo
Il giovane si girò e quando vide il bigliettino scattò sull’attenti “niente” disse facendolo per riprenderlo ma l’altro si spostò mentre leggeva e Jared osservò prima lo stupore e poi la rabbia nascergli sul viso mentre borbottava un “non ci posso credere” alzandosi
“Jensen” esclamò il alzandosi anche lui
 
“sei andato da quel medico” replicò il biondo accartocciando il bigliettino tirandoglielo contro
“gli ho solo fatto vedere i risultati degli ultimi esami” replicò il l’altro cercando di afferrargli il braccio ma anche una volta Jensen si allontanò dicendo “senza dirmi niente!”
Il giovane sospirò “qual è il problema ?!”
“il problema è che ormai non parliamo d’altro” rispose Jensen battendo il piede per terra facendo cadere le braccia con fare esasperato “sono stanco di sentirti parlare sempre e solo di medici, medicine, visite e tutte quelle altre stronzate!”
“bè scusami se a quanto pare sono l’unico che si preoccupa per queste stronzate!” replicò Jared
“a me importa!” continuò “non posso semplicemente fare finta di niente come fai tu, nascondere la testa sotto la sabbia e fingere che sia tutto normale” aggiunse mentre il biondo scuoteva la testa con le braccia incrociate
“quindi è molto meglio fare come te! Non avere più una vita per colpa di questa merda?!” domandò ironico
“io almeno mi preoccupo! Al contrario di come fai tu!” replicò, quasi urlando, il giovane


“allora sai cosa c’è” affermò Jensen in piedi infondo alle scale
“visto che riesci solo a pensare a questa cosa pensaci anche mentre passi la notte sul divano”
 
Jared sospirò “Jensen ti prego, lo sai che non dovresti…” disse rivolto verso le scale, interrotto dal rumore della porta che sbatteva e un forte “FOTTITI!”

(chiedo scusa, questo capitolo è un pò corto ma prometto che il prossimo e forse ultimo, dipende cosa deciderò prima di pubblicare, sarà più lungo. baci)
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: BALTO97