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Autore: eddiefrancesco    14/02/2021    1 recensioni
Inghilterra 1863 sebbene di aspetto piuttosto insignificante, lady Hester Pimblett possiede una viva intelligenza che le consente di scorgere l'uomo disperatamente solo che si cela dietro la maschera cinica di Adrian Fitzwalter, duca di Barroughby e di provare per lui un attrazione che non tarda a diventare amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Storico
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-Non ho la più pallida idea di quanto abbia intenzione di trattenersi - ribatté la duchessa. - Sai bene che non si degna mai di informarmi dei suoi andirivieni. - Afferrò un sandwich e la fissò freddamente. - Se avete finito, lady Hester, potete lasciarci - Benché non avesse bevuto che un sorso di tè, lei sapeva riconoscere un congedo quando ne udiva uno. - Ci vediamo a cena - aggiunse la duchessa. Lord Elliott si alzò e si inchinò con un sorriso di scusa e una quasi impercettibile scrollata di spalle. - A più tardi, lady Hester.- Hester si annodò i nastri della cuffia sotto il mento e si avvolse lo scialle di lana attorno le spalle. Era una bella giornata, anche se fredda, e aveva bisogno di una boccata d'aria. L'atmosfera della casa si era fatta ancora più opprimente, grazie all'accrescersi della tensione causata dall'arrivo di lord Elliott. Dopo essere sgattaiolata giù dalle scale posteriore, si diresse verso le scuderie, una meta che aveva scelto per due ragioni. Innanzitutto perché le piaceva il loro calore e l'odore della paglia le ricordava la stalla di casa sua, dove soleva rifugiarsi ogniqualvolta le sue sorelle si accapigliavano. Il secondo luogo, perché si trovavano nella direzione opposta a quella presa dal duca. Gli stallieri, che si stavano dirigente verso l'ala della servitù dopo una giornata di lavoro, la salutarono con un cenno mentre entrava nell'edificio fiocamente illuminato, lasciandola in una gradita solitudine. Non era la prima volta che lei vi si recava e conosceva quasi tutti i cavalli. Mentre percorreva il corridoio centrale, notò la pariglia nera del duca e il suo cavallo da sella che scalpitava impaziente. Era stato fermo troppo a lungo, immagino'. - Ma non mi fiderei di te più di quanto non mi fiderei del tuo padrone - bisbiglio', fermandosi per ammirarlo. - Vale a dire per niente, ci scommetto.- Girandosi di scatto, Hester vide il duca in piedi al centro del corridoio, il peso del corpo appoggiato sulla gamba ferita, le braccia incrociate sull'ampio petto, la faccia a stento rischiarata dalla scarsa illuminazione, tanto da impedirle di scorgere la sua espressione. Lentamente, prese ad avanzare verso di lei. - Suvvia, non siate timida, lady Hester. Siete una donna intelligente, quindi non mi aspetto che vi fidiate di me - - Dopo quanto è accaduto ieri, potete starne certo - Lo rimbecco' lei, in un tono reso tagliente dalla sorpresa, mentre avrebbe di gran lunga preferito apparire indifferente. - Buona sera, vostra grazia - tentò di passargli davanti, ma lui le bloccò la strada. - Non è necessario che ve la diate a gambe. Vi prometto di tenermi a prudente distanza.- - Non ho paura di voi.- - Mia cara ragazza, mi state forse dicendo che sto perdendo la mia capacità di incutere terrore e timore riverenziale in un petto femminile? - Hester lo sbirciò con circospezione, desiderando di riuscire a vederlo meglio. - Sarebbe preferibile che cercaste di incutere ammirazione e rispetto.- Lui si portò una mano al cuore. - Significa che 'non' suscito ammirazione e rispetto? Ahimè, bella fanciulla, ditemi che non è vero, altrimenti sarò costretto ad affogare le mie pene in quell'abbeveratoio.- - Un bel tuffo non vi farebbe male - ribatté lei seccamente, facendo del proprio meglio per non ridere. - Ma allora i capelli si incollerebbero alla mia fronte febbricitante e vi garantisco che non susciterei certo ammirazione.- - Mi riferivo all'ammirazione per i vostri pregi, non per il vostro aspetto.- Adrian indietreggiò vacillando di un paio di passi, un braccio sugli occhi. - Me misero! La bella fanciulla vorrebbe che diventassi famoso per i miei pregi... un'impresa disperata.- Lasciò ricadere il braccio. - Temo che sia troppo tardi per ispirare sentimenti del genere - aggiunse più seriamente. - Non è mai troppo tardi. - - Che cosa potete saperne voi? - domandò lui a bassa voce in tono improvvisamente intimo. - Non siete altro che un'irreprensibile, rispettabile giovane donna.- Hester arrossì e il cuore le accelerò i battiti. - De... devo andare, vostra grazia.- Adrian non si mosse di un passo. - Immagino che il mio caro fratellino incuta ammirazione e rispetto. Tutte le donne sembrano pensarlo.- Lei non seppe come rispondere, riluttante a farsi coinvolgere in quel conflitto familiare. - Non lo conosco abbastanza da poterlo dire.- - Ma che cosa vi suggerisce la vostra mente?- - Non saprei, ora come ora.- - Dunque mi state dicendo che evitate di esprimere giudizi affrettati?- - Mi auguro di non giudicare mai troppo in fretta, qualora mi fossi lasciata influenzare dalla prima impressione.- - È mai possibile che, malgrado la mia notoria reputazione, non siate propensa a disprezzarmi? - Hester annuì. - Una donna più unica che rara, che non presta ascolto ai pettegolezzi. Ditemi, di grazia, lady Hester, qual è stata la prima impressione che avete avuto di me? - - Ho pensato che tenevate a freno la collera con notevole abilità.- - Come? Non vi hanno colpita il mio aspetto attraente o il mio spirito caustico?- - Se mi fate delle domande per ricevere dei complimenti, state perdendo il vostro tempo.- - Restate ancora un momento - la prego' Adrian, mentre lei si accingeva di nuovo a girargli attorno. - Non vi fidate di me, non è vero?- - Sebbene non creda ciecamente ai pettegolezzi, li sento, vostra grazia, e dopo quello che ho udito, non ritengo prudente fidarmi di voi.- - Ah! - - Voi me l'avete chiesto e io vi ho risposto, vostra grazia - - Oh, non sono affatto offeso. Anzi, applaudo la vostra razionalità e la vostra saggezza, lady Hester. C'è solo una cosa che vorrei dirvi e poi potrete andarvene, come sembrate tanto ansiosa di fare. Spero che non vi fiderete neanche del caro Elliott.- - Perché non dovrei? - Hester lo osservò un istante tentando di interpretare la sua espressione indecifrabile. - Dopotutto è un uomo maledettamente affascinante. Potreste perdere la testa.- - Se non 'perdo la testa' per il famigerato, attraente e seducente Cavalliere Nero, perché dovrei perderla per vostro fratello? - - Fratellastro.- - D'accordo, fratellastro.- - Quindi, può darsi che lui sia solo pericoloso la metà di quanto lo sono io...ma pur sempre pericoloso.- - Avete intenzione di trattenermi fino all'ora di vestirmi per la cena?- lo apostrofo' Hester, alquanto seccata e completamente sconcertata. Sembrava talmente sincero da indurla a credere che fosse davvero preoccupato per lei, cosa che le toccò il cuore. - Va bene, scappate pure, mia cara, purché mi promettiate di non fidarvi di nessuno dei due.- Lei si costrinse a incontrare i suoi occhi. - Lui non mi ha baciata sulla bocca, vostra grazia, né ha tentato di fare approcci sconvenienti - ricordò sia a sé stessa che a lui. - Se io non prendo le mie decisioni basandomi sulle chiacchiere, non le prenderò nemmeno basandomi su ciò che mi dite voi.- Lui indietreggiò per lasciarla passare, consentendole finalmente di vederlo in faccia. Hester desiderò di non averlo fatto, poiché la sua espressione dura e fredda le gelò il sangue nelle vene. - Se dovesse succedere qualcosa, non dite che non vi avevo avvertita. - - Per esempio? - - Non sono l'unico Fitzwalter accusato di essere un rubacuori - ribatté lui tornando al suo tono scherzoso. L'aveva messa in guardia. Adesso toccava a lei dargli o non dargli retta. - Non credo di correre grossi rischi - osservò Hester con altrettanta leggerezza. - Ora devo proprio chiedervi scusa.- E corse via senza guardarsi in dietro. Meglio così, si disse Adrian. Cominciava a piacergli fin troppo stare solo con lei. Le conveniva evitarlo, purché evitasse anche Elliott. Imprecando a denti stretti, si avvicinò al suo stallone - Ho tentato, Drake - mormorò accarezzandogli il collo. - Ho fatto il possibile - Lady Hester non aveva la più pallida idea del pericolo che correva. Una donna come lei, sola, insignificante, non più giovanissima, poteva cadere facilmente vittima delle attrattive di Elliott.
   
 
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