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Autore: cin75    18/02/2021    6 recensioni
Dalla storia:
Nell’appartamento di Jared, il ragazzo, era ancora fermo al centro della soggiorno, con lo sguardo fisso sulla porta di casa chiusa. I suoi occhi vedevano ancora la sagoma di Jensen, la sua mente continuava a gridargli “Muoviti, lui non è più su quella porta!E’ andato..., devi respirare di nuovo. Devi muoverti di nuovo!”
Non seppe quanto tempo passò, ma ad un certo punto diede retta a quella voce interna e quasi con fatica, raggiunse il divano. Si sedette, poggiò la testa sul cuscino dello schienale.
Completamente vuoto, completamente svuotato. Decisamente confuso.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Da quel triste giorno, e quella notte che divenne poi un altro giorno e poi un’altra notte e poi ancora e ancora a pensare a Jensen, alla sua mancanza, ai loro progetti, le loro litigate, i ricordi, i viaggi... tutto, passarono 4 anni.

Quattro lunghissimi anni.

Anni che Jared, una volta superato la fase più acuta del dolore, anche subendone effetti fisici, passò sommergendosi nel lavoro. Lavorava quanto più poteva e a volte quando non aveva incarichi ufficiali, si offriva di ristrutturare edifici che nessuno voleva o aveva interesse a rimettere in sesto.

Dare nuova vita ad una casa era facile.

Dare nuova vita alla sua stessa vita, era impossibile.

Ancora impossibile.

Misha, il suo socio in affari, e caro amico sia suo che del compianto Jensen, un giorno , vedendo la massa di lavoro del più giovane, gli comunicò senza possibilità di replica, che gli avrebbe affiancato un assistente, se pur solo svolgere i lavori più semplici come la burocrazia per i documenti edili o la posta o fosse solo per prendergli un caffè.

Jared lo lasciò fare. Anche perché aveva imparato a conoscere il socio e non era uno che cambiava idea facilmente.

“Ok! Ma farai tu i colloqui e che sia uno che non abbia voglia di parlare tutto il tempo o come me lo mandi te lo rimando indietro!!” fu il consenso.

“Te lo trovo sveglio ma muto, ok?!” scherzò.

“Perfetto!” e si chiuse nel suo ufficio.

 

Circa una settimana dopo, Jared era sul cantiere di un antico casale che stavano restaurando, quando Misha lo raggiunse.

“Ehi, Jared...ti ho portato il tuo nuovo assistente. Fresco fresco di assunzione!”

“Decido io se verrà assunto!”

“Ok! Ma vedrai che è in gamba. Non vorrai fare più a meno di lui!!” e così dicendo si spostò appena per dare la visuale sul ragazzo che aveva alle spalle.

Jared per un attimo restò senza fiato.

Il ragazzo aveva gli occhi scuri eppure anche se appena nascosti da un paio di occhiali spessi dalla montatura di osso, sembravano comunque brillare del colore vivo della terra appena arata. I capelli erano castani e incorniciavano il viso mascolino e una morbida frangia copriva la fronte. La barba era abbastanza lunga da coprire il volto, un fisico possente ma asciutto, decisamente muscoloso, specie le braccia.

Eppure quei lineamenti...quello sguardo…il profilo del viso…

Erano così...

Ma non poteva essere.

 

“Salve Jared! Piacere, io sono Alex!” si presentò il neo assistente porgendo la mano all’altro.

E ora aveva sentito anche la voce. Bassa, calda, appena appena rauca.

Qualcosa gli strinse lo stomaco. Una sensazione violenta. Inaspettata!!

“Io...” fece ignorando quella mano ancora tesa verso di lui.

“Piacere!!” insistette Alex senza sembrare offeso di quella titubanza. Il nuovo, lanciò uno sguardo veloce a Misha che sembrò perplesso almeno quanto lui.

“Jared?” lo richiamò il bruno. “Tutto bene, amico?!” chiese poi quando vide Jared sbiancare.

Infatti Jared, fissandoli come stranito balbettò un : “Scusate...io..io.. scusate...mi sento poco bene!” e corse letteralmente verso il suo trailer che fungeva da ufficio sul cantiere.

Misha gli andò dietro , pregando Alex di aspettare fuori dal camper.

Quando entrò nel mezzo, sentì chiaramente Jared stare male nel piccolo bagno. Si avvicinò alla porta.

“Ehi? Jared ...posso?…stai male? Posso aiutarti?” chiese preoccupato.

“No...no...dammi solo un minuto. Arrivo...subito!” lo rassicurò Jared, dopo qualche altro colpo di tosse rauca.

Misha si allontanò e preparò un bicchiere di scotch all’amico. Lo aspettò seduto al piccolo divano. E quando Jared lo raggiunse si stava ancora passando un asciugamano umido sulla faccia.

“Bevi!” sembrò ordinargli il più grande.

“Non penso sia...”

“Bevi e sta’ zitto. Servirà almeno a toglierti quel saporaccio dalla bocca!!!” lo spronò ad obbedirgli e Jared obbedì.

“Grazie!” sussurrò poi, mandando giù qualche sorso.

“Ok! Mi dici che ti è preso lì fuori….con Alex?!” chiese poi.

“Oddio..Misha!! E’...assurdo, per non dire imbarazzante!” rispose ancora a disagio.

“Prova a spiegarmelo!”

“Per un attimo, non appena Alex si è fatto più vicino, io...cioè...insomma…..io...”

“Tu, cosa?!”

“Mi è sembrato di vedere….” e negò con forza il capo, come a convincersi di star impazzendo. “..io ho pensato di vedere…. Jensen!” ammise poi a capo basso.

“Jared!” sospirò Misha, dispiaciuto. Era stato vicino a Jared dopo la morte di Jensen e sapeva dell’amore che li aveva legati. Del dolore che aveva provato Jared quando Jensen era morto in quel maledetto incidente stradale. “Senti… confesso che forse, e dico forse , qualche somiglianza fisica con Jensen possa esserci, ma Jared.. Alex non è... non...”

“Lo so, lo so, amico... Alex non è Jensen. Non può esserlo. Ma quando l’ho visto è stato come un flash. Gli somiglia o... almeno credo!!” ammise con frustrazione. “Qualcosa nei suoi lineamenti, nel suo sguardo….E’ assurdo. Assurdo!” fece passandosi la mano tra i capelli umidi di acqua. Poi si tirò su. “Dov’è adesso?”

“Gli ho chiesto di aspettare fuori!” rispose e poi: “Senti...se averlo intorno ti crea questo disagio, io posso dirgli che non se ne fa niente , che...”

“No, no, no...ci mancherebbe che una mia ossessione “mentale”..” fece convinto. “...costi il posto di lavoro a qualcuno!” e così dicendo andò verso la porta del camper, l’aprì e quando vide Alex, lo richiamò. “Ehi! Alex...puoi entrare per favore?!”

 

Il ragazzo entrò nel camper, lo sguardo appena a disagio o forse in imbarazzo. Guardò Misha che gli sorrise tranquillo. Jared, visibilmente ancora un po’ scombussolato che sorseggiava un qualche liquore dal suo bicchiere.

“Sta’ bene signor...”

“No.. per favore!!” lo fermò Jared. “Chiamami Jared e ..grazie, ora sto meglio. Deve essere stato qualcosa che ho mangiato ieri sera, tranquillo. Sto bene!” fece con più convinzione.

“Ok! Mi fa piacere!” convenne il neo assunto.

“Bene. Ora credo che sia il momento di dirti quali saranno i tuoi compiti, va bene?!”

“Per me va benissimo.” fece contento Alex.


Le cose andarono avanti così.

Misha alla contabilità. Jared che si occupava dei progetti e Alex che svolgeva per Jared tutte le commissioni di cui poteva alleggerirlo.

Un giorno, approfittando del fatto che era stata richiesta la presenza di Jared su un cantiere e Alex doveva sistemare alcune pratiche nell’ufficio, l’assistente azzardò a fare alcune domande a Misha.

“Posso chiederti qualcosa….su Jared?” fece con timore.

“Dipende da cosa vuoi sapere!”

“Oh..beh….io...insomma….a volte entro nel suo ufficio e lo trovo a fissare quella foto che nasconde sempre nella scrivania e….”

“Che occhio!” fece Misha, prestando più attenzione a quello che diceva il ragazzo.

“Io...io non lo stavo spiando ma è che….che ogni volta che è da solo e mi capita di doverlo chiamare….lui...lui...fa quella cosa e poi...sembra sempre ….”

“Sembra cosa?!”

“..così triste. Lui sembra sempre triste!” disse senza esitare. Questa volta.

Misha chiuse la pratica che aveva davanti e posò la penna. Si appoggiò allo schienale della poltrona e sospirò profondamente.

“Hai ragione!” confessò.

“Ohw!”

“Ok! Lavori con lui e..voglio fidarmi, ma deludimi e..”

“Mi licenzi.”

“ Ferisci Jared e ...”

“Fammi indovinare: mi licenzi?!” azzardò il ragazzo.

“Sì, ma prima ti farò del male! Molto male!! Del male fisico! Chiaro?”

“Cristallino!”

Misha sospirò e poi : “Jared era fidanzato. Lui si chiamava….”

“Lui?!” fece sorpreso Alex.

“Sì. Lui. E’ un problema per te!?” domandò un attimino in apprensione per la risposta che avrebbe avuto.

“Cosa?….no, no, no. E’ che io.... Lo sospettavo ma non ne avevo la certezza!”

“Davvero?!”

“Sì..beh!..vedi...anche io ho, come dire, i suoi stessi gusti in fatto di compagnia!”

“Ohw!! questa volta sono io a sorprendermi. Non lo avevo capito!”

“E ora sono io a chiederlo: è un problema!?”

“Affatto!” rispose subito. “Affatto!!”

“Allora ….mi stavi raccontando di Jared!”

“Sì. Lui si chiamava Jensen. Vedi...loro avrebbero dovuto sposarsi”

“Sul serio?!”

“Sì.. ma Jensen..”

“Si sono lasciati?!” lo interruppe Alex.

“In un certo senso!” convenne amareggiato Misha.
"Non capisco...in che senso "in un certo senso"?"
Jensen morì in un incidente stradale insieme ai suoi genitori oltre quattro anni fa!” e quella rivelazione Alex stralunò gli occhi, dispiaciuto.

“O mio Dio!….è terribile e deve essere stato terribile per Jared.”

“Lo è stato e credo...anzi, so che lo è ancora.” ammise triste. “La foto che guarda sempre e che nasconde, credendo che nessuno lo noti, è la foto di Jensen. Lui non riesce a dimenticarlo. Sono passati oltre quattro anni ma lui ancora non riesce a lasciarsi alle spalle quella parte della sua vita.”

“E’….triste!” riflettè Alex.

“Sì, lo è. Soprattutto perché Jared è giovane e ha….” e poi riflettendoci bene: “..avrebbe tutta una vita davanti se solo volesse concedersi di viverla di nuovo!”

“Jared è una brava persona. E per quello che ho potuto vedere, con un gran cuore!”

“Hai ragione, Alex. Hai ragione!”

 

Da quella confessione, Alex iniziò a guardare con occhi diversi Jared. Ora sapeva che cosa era quella tristezza, quel suo estraniarsi, quei suoi silenzi.

E anche Jared aveva notato che Alex lo guardava in modo diverso e a volte quando capitava che i loro sguardi si incrociavano, l’assistente gli sorrideva sincero e Jared, senza spiegarsi il perché, non riusciva a non ricambiare quel sorriso.

Un giorno, dovettero recarsi insieme a controllare come procedevano i lavori del vecchio teatro che Jared aveva deciso di ristrutturare convincendo il comune a partecipare ai lavori. Quel teatro!

Quando entrarono nella sala principale, Alex esclamò di meraviglia , osservando gli affreschi riportati ai vivi colori originali, agli ornamenti in marmo delle balconate. Ai fregi di legno che di lì a qualche settimana sarebbero stati riverniciati in oro.

“Mio Dio!! è bellissimo!” fece l’assistente. “Sapevo di questo ...lavoro, ma non pensavo che i lavori fossero a questo punto.”

“Il restauro è stato fermo per qualche anno.” rispose, ricordando purtroppo , il motivo del fermo lavori. “Ma..sì, sta venendo proprio bene. I restauratori stanno facendo un magnifico lavoro. Come tutti gli altri, in fondo. Ma vieni...andiamo di sopra.” lo invitò con entusiasmo.

“Dove?!” domandò sorpreso, seguendolo comunque.

“Il capo mastro mi ha detto che ha notato una crepa in uno dei palchetti. Devo controllare se è un danno strutturale o solo una crepa nell’intonaco.”

“Non sarà pericoloso?” chiese perplesso.

“No!” rispose sorridendo a quella paura ingenua. “O forse ….sì!”

“Cosa??!” fece. Alex acuendo la voce , preoccupato.

“Tranquillo. Ti stavo prendendo in giro. Non ti avrei mai portato qui , con me, se non fossi stato sicuro. È di certo solo una questione di intonaco. Tengo questo teatro sotto stretto controllo e sono certo che non si tratta di danni alla struttura portante.” spiegò mentre entrava nel piccolo loggione in questione.

Alex lo vide chinarsi verso la crepa incriminata. Lo vide osservarla con attenzione. Grattarla appena e annotare poi le sue conclusione sui documenti dei lavori.

“Allora dottore, qual’è la diagnosi!?” fece Alex.

“Come pensavo. È solo una questione di intonaco.” fece mentre l’assistente gli si fece vicino.

Erano vicino alla parete del palchetto ed erano vicini. Tanto. Vicini al punto che le loro spalle si toccavano con decisione.

Jared non appena si rese conto di quel contatto, si girò verso Alex.

Non capì se fu la luce riflessa sul viso dell’altro, se fosse la sua mente a giocargli brutti scherzi facendogli vedere persone che non potevano essere lì.

Ma , senza rendersene conto, si ritrovò con la mano di Alex poggiata tra la guancia e il collo. Come era familiare quel gesto.

Alex non si ritrasse. Rafforzando dolcemente quel tocco.

Jared tremò appena, fissando quasi con timore i lineamenti del viso che lo stava fissando in quella maniera così intima. Gli occhi lucidi e dolci del ragazzo di fronte a lui. La sua mano ancora ferma sul viso. Quei lineamenti, che in quella penombra continuavano a confonderlo.

Lentamente, Jared muovendosi piano, poggiò la sua mano su quella dell’altro. Chiuse gli occhi sospirando. Infilando le dita tra quelle dell’altro.

“Jared...” sussurrò.

“Io...forse non dovrei….”

“Ssh!!” lo fermò l’assistente. “Va’ tutto bene!” e a Jared non servì altro.

Il baciò arrivò subito dopo. Prima timido, accennato. Quasi casto.

 

   
 
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