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Autore: Joy    24/02/2021    4 recensioni
Il piano di sopra è un vero inferno, Dean ne ha visti diversi come quello: il primo gli ha portato via sua madre, quando aveva solo quattro anni. È da allora che odia il fuoco, ed è per questo che passa la vita a combatterlo.
Destiel
Pompieri AU
[Scritta per la Else Where Challenge, gruppo facebook Hurt/Comfort Italia]
Genere: Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Benny, Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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3.

 

 

 

“Te l'ha spalmata la crema?” se ne esce la mattina successiva Bobby Singer, mentre sale sul tapis roulant della palestra azionando la camminata svelta.

Dean, sdraiato sulla panca piana, strabuzza gli occhi e il bilanciere si abbassa pericolosamente sul suo petto.

Benny, dietro di lui, lo afferra prontamente e lo ripone sulle staffe, sghignazzando.

“Vacci piano, Bobby” commenta. “O sarai costretto a trasportare le sue costole incrinate al Pronto Soccorso.”

“È lui che deve andarci piano” tuona burbero Bobby, aumentando il passo sul tappeto mobile. “Sta correndo troppo, il ragazzo.”

Dean, rosso per lo sforzo quanto per l'imbarazzo, si solleva dalla panca.

È abbastanza lucido da ammettere che forse Bobby ha ragione, del resto lui e Cas si conoscono da appena dieci giorni, ma Dean ha sempre avuto la sensazione che la vita possa scivolargli dalle mani in qualsiasi momento, e vuole fare presto.

“Sei stato tu a dargli il mio indirizzo” gli fa notare con tono forzatamente neutrale, prima di nascondere il viso nell'asciugamano con la scusa di detergersi il sudore.

“E ho sbagliato, per caso?” ribatte Bobby lanciandogli uno sguardo di sbieco, prima di afferrare le manopole e tornare a concentrarsi sul passo.

Dean non risponde.

Si sposta alla sbarra e sfoga il disagio sui suoi bicipiti.

Benny scuote la testa divertito, poi si posiziona al vogatore e mette sotto sforzo braccia e gambe, riuscendo persino a fischiettare allegramente.

Quando nel motivetto Dean riconosce la sigla del più becero programma per coppie, gli scocca un'occhiata omicida e incassa in risposta una risata aperta.

Bobby gli fa eco dall'angolo del tapis roulant e un paio di nuove reclute si voltano verso di loro con aria interrogativa.

“Andate al diavolo” borbotta Dean a denti stretti, ormai paonazzo.

 

***

 

A Dean piace l'atmosfera che c'è in casa quando Cas è con lui.

Sembra che ogni pensiero negativo, ogni lacerante senso di colpa sparisca insieme alla solitudine.

Si sente di nuovo innocente e libero di essere felice, come se quel bagaglio di responsabilità gli scivolasse improvvisamente dalle spalle e lui potesse alzarsi da terra e riprendere a vivere.

Non sente più quel terrore schiacciante che gli corrode la trachea, quasi inalasse aria satura di polveri ogni istante della sua vita: quando sono insieme, lui e Cas, s'impongono metà del coraggio a testa, il resto gli arriva dall'altro.

E fa meno male, così.

Dean ha raschiato il coraggio dal fondo del suo animo per così tanto tempo che adesso, in quella leggerezza, sente solo il desiderio di dormire.

Ama pensare di poterlo fare.

Fuori ha iniziato a nevicare.

La serata è silenziosa, immobile.

Il lieve sibilare del vento fa da sottofondo al chiacchiericcio ciarliero del talk show che stanno guardando.

Dean non gli sta prestando grande attenzione.

Nel salotto immacolato al di là dello schermo, uno degli ospiti compassati snocciola un paio di battute e il pubblico prorompe in una risata tonante.

Riesce a riconoscere la vibrazione divertita nel petto di Castiel anche se non si stanno toccando.

Si volta verso di lui appena in tempo per scorgere il guizzo di un sorriso sulle sue labbra:

quando incrocia il suo sguardo la stanza si tinge di blu, ma forse, pensa Dean, è il riverbero azzurrino dello schermo.

Non che gli importi: ha sonno e si sente al sicuro dopo tanto tempo.

Il cuscino accanto a lui si abbassa, facendolo scivolare di lato e un braccio si avvolge intorno alle sue spalle.

“Sei caldo...” mormora Dean, mentre posa la testa sulla sua spalla.

“E tu hai lo zucchero della torta anche nei capelli” gli risponde Cas, le labbra che strusciano lievi sulla sua tempia. “Domani andrò a ordinarne altre dieci” scherza.

“Nah” gli risponde Dean, concedendo alla stanchezza di abbassargli le palpebre. “Preferisco la birra.”

Il petto di Cas vibra di nuovo in una leggera risata, le sue labbra gli schioccano un bacio sulla fronte e il suo braccio lo stringe un po' più forte a sé.

“Non è vero” gli risponde.

Dean esala un paio di sospiri che fremono come fusa, poi incastra il viso nell'incavo del suo collo e si addormenta contro di lui.

 

Quando si risveglia è notte fonda.

Cas dorme appoggiato allo schienale del divano, la tv proietta le immagini di una scadente televendita e sul tavolino, tra le loro tazze sporche di cioccolato e i resti della torta, il cellulare di Cas s'illumina vibrando.

Dean si solleva quanto basta per leggere sullo schermo il nome lampeggiante di Michael.

 

***

 

“Tu resti in caserma, Novak” dichiara Billie con tono di comando, mentre irrompe negli spogliatoi della caserma. “Shurley ti vuole nel suo ufficio: c'è una chiamata urgente per te” seguita.

“Ti sostituirà Chambers.”

Le labbra di Castiel si stringono in una linea sottile.

“Si tratta di mio padre, non è così?” risponde.

E mentre lo fa, il pugno serrato sui gambali che stava sistemando, comincia a fremere di rabbia mal repressa; Dean non l'ha mai visto così.

“Sta mettendo in atto uno dei suoi giochi di potere. Ci scommetto” continua, respirando profondamente nel tentativo di riprendere il controllo.

“Dean...” mormora, incrociando il suo sguardo.

A Dean sembra quasi che voglia chiedergli il permesso, che nonostante la palese ribellione alla sua famiglia, non si senta del tutto autorizzato a fare di testa sua.

Si chiede quanto potere abbia deciso di concedere a quelle catene marchiate sottopelle.

Dean non è mai riuscito a imporre il proprio volere a suo padre, ma pensa che a volte avrebbe dovuto, per cui gli rivolge un sorriso mesto e annuisce appena.

Cas si perde per un lungo istante nel suo sguardo, poi si riscuote completamente.

S'infila la giacca della divisa, chiudendola fino al collo e afferra il casco.

“Al diavolo!” sbotta rivolto a Billie. “Tu e Shurley potete dire a mio padre di andare a farsi fottere.”

Poi le volta le spalle e senza aggiungere altro, segue il resto della squadra nel garage della caserma.

Dean pensa che potrebbe amarlo.

Però non sa dove collocare quel sentimento, nell'enorme divario tra felicità e paura.

 

***

 

“Persone nell'area a rischio?” chiede Dean dopo aver indossato l'auricolare e abbassato la visiera.

“Nessuno Winchester, Turner è fuori” replica Billie. “Tieni il culo al suo posto.”

Il tono è piccato, Dean immagina che Shurley non abbia apprezzato il resoconto di quanto è avvenuto negli spogliatoi.

“La discarica a sud-ovest crollerà a breve” annuncia Cas dall'elicottero con il quale sta sorvolando la zona.

“Parametri per un eventuale intervento?” s'informa Billie.

“Negativi” replica deciso.

“Va bene. Circoscriviamo l'area.”

“Dean” avvisa Cas, “tu e Benny siete troppo vicini alla traiettoria del crollo.”

Dean fissa l'inferno di fronte a sé: è crudele e implacabile, ma per la prima volta prova un insolito moto di sollievo nel sapere che Cas veglia su di loro dall'alto.

“Il traffico delle strade limitrofe è già stato deviato” annuncia Billie. “Avete margine. Non correte rischi inutili.”

Benny alla guida dell'autocisterna retrocede. Il getto si erge come un muro contro le fiamme, il campo visivo di Dean si riduce.

Se scava tra i suoi ricordi può ancora sentire la voce di Sammy che s'innalza in un acuto di concitazione, nel momento cruciale dei loro giochi: hanno trascorso nel Disfacimento Turner molti pomeriggi estivi.

Bobby e Rufus sono sempre stati grandi amici, e loro padre troppo dedito alle missioni.

“Devi salire” lo avverte Benny, lanciando uno sguardo preoccupato all'ammasso di auto in fiamme.

Dean ha appena il tempo di chiudersi la portiera alle spalle che il crollo annunciato da Cas estende di almeno dieci metri il diametro del rogo.

L'onda d'urto li investe in modo lieve, Benny ha portato l'autocisterna in zona sicura.

Volge lo sguardo al cielo ed è sollevato di vedere che Cas si trova ragionevolmente distante.

L'aria diventa irrespirabile anche all'interno dell'abitacolo, le sostanze chimiche bruciate nell'incendio avveleneranno per giorni l'intera area.

Dean indossa la maschera antigas, estrae dal cruscotto uno degli apparecchi in dotazione e scambia uno sguardo d'intesa con Benny, prima di scendere di nuovo.

“Percorro il perimetro in direzione sud-est, registrando la densità delle polveri.”

“Ricevuto” conferma Billie dall'altro lato del microfono.

Per una volta, non è costretto a disubbidire, constata.

 

Il deposito di demolizione auto è forse il luogo più felice della sua infanzia: c'è qualcosa di crudele, che gli lacera il petto, nel vederlo ridotto in fumo.

Come la sua casa.

Come sua madre.

Come suo padre.

A volte, la notte è talmente nera che Dean è tentato di staccarsi la maschera dal viso e lasciare che il veleno gli ammorbi i polmoni.

Ma adesso c'è Cas sopra di lui, che continua a tenere a bada le fiamme.

Tiene a bada anche il dolore.

E quel sentimento è di nuovo lì, dentro di lui, più vicino alla felicità che alla paura.

 

Albeggia già, quando le squadre sostitutive arrivano a dare loro il cambio.

 

***

 

Quando esce dalla doccia sono le nove del mattino e Dean non è ancora riuscito ad andare a dormire.

L'adrenalina lo tiene sempre vigile e iperattivo a lungo dopo una missione.

E certo non aiuta che il sole di febbraio, quella mattina, abbia deciso di emulare quello di maggio; per cui quando sente suonare il campanello è già rassegnato a rimandare a sera il suo appuntamento con il materasso.

Socchiude gli occhi per schermarsi dal sole mentre apre la porta, e quando riesce a mettere a fuoco, il volto di Castiel è davanti a lui.

“Ciao, Dean” lo saluta in un sussurro.

Anche lui deve essere uscito da poco dalla doccia, perché i suoi capelli sono ancora un po' umidi, ma non ha un aspetto rilassato anzi.

È pallido e scosso da un tremore continuo, e il suo sguardo azzurro è imprigionato nelle orbite iniettate di sangue.

“Vieni dentro” gli dice Dean serio, afferrandogli il gomito per sottolineare quelle parole.

Cas si lascia trascinare fino al tavolo della cucina senza dire una parola.

Dean non se ne stupisce, sa per esperienza che alcune cose restano incatenate dentro, a martellare con dolore sordo, anche quando sloggiarle porterebbe il sollievo desiderato.

Gli scosta una sedia perché possa sedersi e gli porge la tazza di cioccolato che aveva preparato per sé. Solo allora nota il foglio stropicciato, chiuso nel pugno di Cas.

“Dammi qua” gli dice, sfiorandogli il polso.

Cas si agita sulla sedia e scuote la testa.

Dean esala un sospiro profondo, avvolge un braccio attorno alle sue spalle e lo stringe contro il suo petto.

“Andrà tutto bene” lo rassicura. “Fammi vedere.”

La schiena di Cas vibra sotto la sua mano aperta, dopo un istante chiude il pugno libero sulla stoffa della sua felpa ed emette un gemito soffocato contro il suo stomaco.

Dean vorrebbe poter fare più che chinarsi e depositargli un bacio affettuoso sulla testa, e si sente quasi un traditore quando approfitta del calo di tensione sul suo pugno per sfilargli il foglio stropicciato di mano.

Cas non protesta comunque, si limita ad avvolgere entrambe le braccia attorno alla sua vita e ad affondare il viso nella sua pancia.

Il foglio è una lettera di sospensione dal servizio attivo.

Dean sente la propria mascella irrigidirsi: Cas viene messo in panchina a tempo indeterminato per una ripicca familiare. Se potesse, prenderebbe a pugni qualcosa. O qualcuno.

“Non è niente che non si possa risolvere” gli dice invece, muovendo la mano su e giù per la sua schiena. “Chiederemo a Bobby, lui saprà cosa fare” seguita, “e nel frattempo ci faremo una vacanza.”

E nel momento in cui lo dice, Dean realizza che desidera davvero prendere Cas e partire.

Senza meta va benissimo, senza pensieri o obblighi. O catene.

Semplicemente liberi.

Liberi e basta.

Un suono diverso gorgoglia contro il suo sterno e Cas solleva la testa, mostrandogli un disastro di occhi rossi e guance bagnate, e il contrasto di un sorriso che è più di un accenno.

Anche a Dean verrebbe da sorridere, se non fosse per il cellulare di Cas che riprende a squillare, facendoli rabbuiare entrambi.

Gli occhi di Cas si stringono come se quel suono fosse doloroso.

Dean lo estrae dalla sua felpa e lo spenge senza esitazione.

Cas non fa niente per impedirlo, né si scioglie dal suo abbraccio.

La mattina diventa tranquilla; il sole disegna triangoli di luce sulla schiena di Cas e i suoi capelli odorano come il bosco all'inizio della primavera, quando la neve si scioglie.

Dean sente un calore nuovo irradiargli le ossa e svuotargli la mente.

Chiude gli occhi e l'adrenalina finalmente cede il posto alla stanchezza.

Anche Cas sembra accorgersene, perché dopo un istante si alza dalla sedia.

“Devi riposare, Dean” mormora. “Mi dispiace di essere piombato a casa tua, è stata una lunga notte. Ci vediamo domani.”

Dean lo trattiene afferrandogli un braccio.

“Ti va di restare?” gli chiede.

La risposta di Cas non arriva, ma il suo sguardo si addolcisce e le sue labbra si piegano verso l'alto.

Dean lo prende per mano e lo guida nella sua stanza.

 

***

 

Hanno chiuso le tende e si sono infilati sotto il piumone così com'erano, con due strati di felpa a dividere la loro pelle.

A Dean non sembrano molti. Non mentre il respiro di Castiel, che s'infrange sulla sua gola, gli sparge brividi fino alle punte dei piedi.

Non quando Cas mormora il suo nome, intreccia le gambe alle sue e appoggia le labbra calde contro la sua clavicola.

Si sente talmente spoglio di ogni protezione, che basterebbe una sola parola di Cas a mandarlo in frantumi.

Ma Cas non parla.

Si stringe contro di lui ad occhi chiusi, con i pugni serrati intorno alla stoffa sul suo petto, borbottando scuse sconnesse, e Dean non riesce a far altro che avvolgerlo di nuovo nel suo abbraccio.

E mentre si addormenta, con la luce di mezzogiorno che filtra dalle tende, Dean realizza che non ci saranno più notti troppo buie, fintanto che avrà Cas accanto.

 

 

 

 

Eccoci qua, alle battute finali di questo AU che sembrava non voler mai finire.

A questo proposito... ^^

La storia è dipanata ed è sostanzialmente completa, tuttavia ci sono ancora un paio di punti che mi piacerebbe raccontare e avevo pensato ad un epilogo.

Che ne dite?

Vi piacerebbe vedere uno scorcio della vacanza di Dean e Cas? (In tal caso dovrò alzare il rating, lo premetto! ^^)

E magari dopo qualche mese vederli insieme al matrimonio di Sam?

Fatemi sapere. ^_^

Vi abbraccio tutti e vi ringrazio per avermi seguito in questa avventura. ♥

 

 

Joy.

 

 

 

 

 

 

  
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