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Autore: eddiefrancesco    28/02/2021    1 recensioni
Inghilterra 1863 sebbene di aspetto piuttosto insignificante, lady Hester Pimblett possiede una viva intelligenza che le consente di scorgere l'uomo disperatamente solo che si cela dietro la maschera cinica di Adrian Fitzwalter, duca di Barroughby e di provare per lui un attrazione che non tarda a diventare amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Storico
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Fra la maledizione del presente e la salvezza del futuro che Hester gli consentiva di intravedere. Fra l'amore indulgente e comprensivo che lei gli offriva e la sua indegnita'. Lei sola di tutte le donne che avesse conosciuto, lei sola avrebbe potuto donargli la pace e la vera felicità. Chi sarebbe riuscito a resistere a una simile tentazione? Lui, stanco di vivere, amareggiato, solo, convinto di essere costretto a raccogliere ciò che aveva seminato? Quella donna. Quell'amore che gli avrebbe restituito la sua integrità, che avrebbe colmato il vuoto della sua esistenza, così come il suo amore per lei colmava il vuoto del suo cuore. Perciò si arrese. Avvicinandosi, l'attrasse a sé. Con un sospiro Hester gli scivolò fra le braccia e allorché i loro corpi si toccarono, l'amore che provavano l'uno per l'altro esplose in una miriade di prismi iridescenti. Le fiamme dell'estasi divamparono fra loro, fiamme che in Adrian bruciarono le scorie accumulate nel corso degli anni rendendolo di nuovo puro, simile a un metallo appena forgiato. - Vi amo - mormorò, gli occhi resi ancora più scuri dalla passione. Lei reagì al calore del suo desiderio abbandonandosi all'ardente struggimento che la pervadeva, sapendo che solo quell'uomo l'avrebbe completata. Il suo bacio avido spazzò via le sue ultime riserve. Stare sola con lui in quella stanza era giusto. Il suo abbraccio era necessario. Il suo corpo contro di lei era perfetto. Mentre Adrian la stringeva a sé, divenne penosamente consapevole di desiderare che lui l'amasse totalmente, e che fossero sposati o no le parve del tutto irrilevante. Interrompendo il bacio, lui sollevò la testa e un caldo sorriso gli illuminò il viso abitualmente cupo. - Dovete andare, Hester, perché altrimenti vi solleverò fra le braccia e vi porterò nel mio letto, e allora la buona opinione che avete di me finirà in mille pezzi.- Aveva ragione, Hester lo sapeva. Sarebbe dovuta tornare nella sua stanza prima che fosse tentata di dimenticare tutti i dettami della società che vietavano di fare l'amore fuori del matrimonio. Tuttavia, le era impossibile lasciarlo immediatamente. - Sono sicura che scoprirò il paradiso nelle vostre braccia, milord - sussurrò appoggiandosi al suo petto. Con un gemito soffocato, Adrian la scostò da se. - Dico sul serio, Hester - l'ammoni' con voce roca. - Voi siete troppo seducente e io non sono neanche lontanamente rispettabile come voi sembrate credere.- - Nemmeno io - - Come? Cosa sentono le mie orecchie? La coscienziosa, pudica lady Hester è una ragazza sfacciata, dopotutto? - - Solo con voi, milord. - - In tal caso non c'è che un sistema per accertarci che questo rimanga un nostro segreto.- Lei li fissò con aria interrogativa. - Dovete diventare mia moglie.- Hester aveva appena aperto la bocca per rispondere, quando a un tratto lui si accigliò e le poso' l'indice sulle labbra. - Consentitemi di dirvelo in modo meno arrogante e presuntuoso...per dimostrarvi che sono capace di cambiare.- Si lasciò cadere su un ginocchio e le prese la mano nella sua. - Vi prego, lady Hester, volete farmi il grandissimo onore di diventare mia moglie? - Troppo emozionata per pronunciare parola, lei si limitò ad annuire. Adrian si alzò e le depositò un altro bacio sulla guancia. - Non vi merito e non merito tanta felicità.- Questa volta fu Hester a posargli un dito sulle labbra. - Tutta la felicità che sono in grado di dare sarà vostra. Avete ragione, però. Devo andare.- Volse attorno lo sguardo. - Per il momento - lui ridacchiò. - Buonanotte allora - Hester si avviò lentamente alla porta, poi si girò a un passo dalla soglia con un radioso sorriso. - Chissà che cosa dirà la duchessa? - osservò in tono malizioso. - Forse non ci conviene annunciare subito il nostro fidanzamento. Prima lasciate che trovi un modo per persuaderla a trasferirsi a Dower House, la villa vicina a questa in cui di solito abitano le vedove dei duchi di Barroughby. Non voglio che accusi voi di averla buttata fuori, come senza dubbio si esprimerebbe.- - Se ritenete che sia la cosa migliore - acconsentì di buon grado Hester. - Ora che so che mi amate, niente altro sembra avere importanza.- Girando sui tacchi, scivolò fuori silenziosamente com'era entrata. Dopo che se ne fu andata, Adrian rimase dove era per diversi minuti, limitandosi a lasciarsi sommergere da quel senso di ineffabile, incredibile gioia. Finché non cominciò a prendere seriamente in considerazione quello che la duchessa, e altre persone, avrebbero potuto dire. Emergendo dalla nicchia buia in cui si era nascosto, Elliott fece passare uno sguardo malevolo dalla porta della stanza di Hester a quella del fratello. E così, Adrian l'aveva avuta. La 'sua' Hester. Come spiegare altrimenti la presenza di lei nella stanza di Adrian, i suoi abiti in disordine, l'espressione raggiante che aveva avuto sul viso nel lasciarlo? Francamente, non esisteva una donna virtuosa in tutto il paese se Hester Pimblett era disposta a giacere con un uomo che non era suo marito. Quanto ad Adrian...come era potuto essere tanto sciocco da credere che Adrian la ignorasse perché non la trovava abbastanza attraente? Il semplice fatto che lei vivesse in casa sua avrebbe dovuto fargli capire che cosa sarebbe accaduto. Avrebbe dovuto Immaginare che il fratello stava tessendo una deduzione molto, molto sottile. Senza dubbio si era recato così spesso al villaggio solo per infiammare il desiderio di Hester. E forse al suo ritorno a tarda notte non era andato direttamente nella sua stanza. - E ha il coraggio di criticare me! - si infuriò Elliott. Probabilmente se l'era portata a letto anche per fargli dispetto, sapendo che lui intendeva sposarla. Tipico di Adrian. Non poteva neppure permettergli di avere una sposa vergine. Un'insipida, bruttina sposa vergine. All'improvviso un'altra idea gli si affacciò alla mente. Se Adrian l'aveva avuta senza averla sposata, ebbene, avrebbe potuto averla anche lui. Mentre all'alba della mattina seguente, dopo una notte insonne, cavalcava in direzione del villaggio, il duca di Barroughby non si era mai sentito più confuso, incerto ed eccitato in vita sua. Un momento veniva assalito da un'esultante speranza al pensiero che una donna intelligente come Hester gli voleva bene. Subito dopo era pieno di dubbi, assolutamente convinto di essere indegno di lei. Convinto che Hester non avesse la più pallida idea di ciò che lui aveva fatto, in quale caos avesse trasformato la sua esistenza. Che lei non vedesse che il suo bel viso e le sue enormi ricchezze, cieca al suo ignobile passato. Che sarebbe dovuto partire all'istante e non rivederla mai più, e che forse il dolore che inevitabilmente sarebbe seguito avrebbe finalmente pagato il giusto prezzo per le terribili sofferenze che aveva inflitto. Eppure, perfino in quei momenti sapeva benissimo di non possedere la forza necessaria per compiere un simile sacrificio. Da quel debole mascalzone che era, non riusciva a tollerare neppure l'idea di vivere senza di lei. Possibile che il loro matrimonio fosse un errore, in quelle circostanze? Si chiedeva altresì come l'avrebbe presa Elliott. Si sarebbe rassegnato o avrebbe dato in escandescenze, con risultati probabilmente catastrofici? O aveva ragione Hester? Era davvero ora di lasciare che Elliott subisse le conseguenze delle sue azioni? Ansioso di sentire un altro parere, aveva finalmente deciso di fare un'altra cosa che non aveva mai fatto prima di allora, ossia confidare le sue preoccupazioni a un amico, John Mapleton, che era già a conoscenza di molte vicende che riguardavano la sua famiglia. Adrian lanciò Drake al galoppo per quasi tutta la strada che portava a Barroughby e solo quando vide tingersi di rosa il cielo dietro la casa del chirurgo, gli venne in mente che poteva essere troppo presto per andare a trovarlo. D'altra parte, solo a quell'ora poteva avere la certezza di trovarlo in casa.
   
 
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