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Autore: eddiefrancesco    28/02/2021    1 recensioni
Inghilterra 1863 sebbene di aspetto piuttosto insignificante, lady Hester Pimblett possiede una viva intelligenza che le consente di scorgere l'uomo disperatamente solo che si cela dietro la maschera cinica di Adrian Fitzwalter, duca di Barroughby e di provare per lui un attrazione che non tarda a diventare amore.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Storico
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Adrian gettò le redini di Drake sul cespuglio di fianco alla porta e bussò ripetutamente. Fu un Mapleton con la barba lunga ad aprirgli. - Adrian! - esclamò, evidentemente per lo sbalordimento causato da quella visita quasi antelucana. - Siete ferito? - - Sto benissimo, immagino - ribatté lui con un sorriso. Riacquistando le buona maniere, Mapleton lo introdusse nel suo studio, una stanzetta ingombra di carte, libri e strumenti vari. Una cameriera sopraggiunse di corsa e fissò il duca con aperta curiosità. - Posso prendervi il cappello e il cappotto, vostra grazia? - - No, non è il caso. Non ho intenzione di trattenermi a lungo. - Và pure, Nancy.- Il chirurgo attese che la cameriera avesse lasciato la stanza. - Non volete accomodarvi, Adrian? - - Si, grazie, John. - Si tolse il cappello, sedette e se lo mise sulle ginocchia. - Devo parlarvi.- Mapleton lo studio' con aperta curiosità. - Sono lieto di ascoltarvi.- Adesso che il momento di parlare era arrivato, la sua consueta reticenza a trattare questioni personali tornò a prendere il sopravvento. Mentre lui esitava, Mapleton attese pazientemente, senza fornirgli alcun aiuto né motivo di andarsene. - Mi dispiace, ho commesso un errore - dichiarò Adrian di punto in bianco balzando in piedi. Per un uomo che aveva ormai superato la mezza età, il chirurgo era in grado di muoversi con sorprendente agilità. Raggiunse la porta prima che lui l'aprisse e vi si appoggiò contro guardandolo in faccia. - Sedetevi e raccontatemi tutto.- Benché tentato di spingerlo da parte, Adrian aveva un bisogno disperato di sentire un altro parere e quindi obbedì. - È successa una cosa, John - esordì in tono grave. - Ah, sì? - Il chirurgo gli sedette di fronte, dietro la scrivania. - Ho chiesto a lady Hester di diventare mia moglie.- Mapleton sgranò gli occhi. - Non scherzereste mai su una cosa del genere, vero milord? - - No, sono serissimo.- - In tal caso, sono felice per voi. Felice! - Il sorriso che gli curvava le labbra lasciò il posto a un'espressione accigliata non dissimile da quella dell'uomo che aveva davanti. - C'è forse un problema di cui non sono a conoscenza? - - No. - - Perché allora siete così abbattuto? Sono sicuro che sarà un'ottima moglie per voi.- - Bè, un problema c'è, un problema di cui siete a conoscenza, John. La mia reputazione.- - Che non meritate.- - Ma che comunque ho. Non è egoistico da parte mia chiedere a una donna così irreprensibile di legarsi a me?- - E lei che cosa pensa di questo problema, milord?- - Sostiene che la gente dimenticherà.- - Vi avevo detto che era una donna intelligente. Sono pienamente d'accordo con lei.- Adrian non era persuaso, come il chirurgo realizzò all'istante. - Quella ragazza possiede un enorme buonsenso, milord, e se non si fa scrupolo di sposarvi, ritengo che dovreste accettare.- Ridacchiò gaiamente. - Mio Dio, non desiderate sposarla, milord? - - Con tutto il cuore. È solo che non avrei mai immaginato...- - Che qualcuno si prendesse la briga di guardare al di là della maschera del Cavaliere Nero? - - Più o meno.- - Bè, lei l'ha fatto. Non è una bellezza, però.- Fu Adrian a ridacchiare, questa volta. - Ne ho avuto fin sopra ai capelli delle cosiddette belle donne e credetemi se vi dico che preferirei di gran lunga vedere il viso di Hester accanto al mio sul cuscino che quello di qualsiasi altra. - - Adesso ho la certezza che siete innamorato.- - Una diagnosi piuttosto esatta, amico mio.- - C'è altro che vi turba? - domandò Mapleton dopo un silenzio cameratesco durante il quale ancora una volta Adrian non provò che gioia. - Purtroppo si, lo ammetto. C'è la questione di Elliott.- - Che cosa gli succede adesso? - - Afferma di voler sposare lady Hester.- Mapleton emise un suono di scherno. - Ah-ha! Questa sì che è pura follia.- - Lui afferma di essere sincero.- - E dopo tutti i suoi inganni e sotterfugi, voi gli credete? - - Non so se credergli o no. Comunque, non è questo il guaio, dato che Hester non lo avrebbe mai preso in considerazione.- - Allora qual è il guaio? - - Lo conoscete. Pensate che tollererà che la sposi io? - - Se ne fosse innamorato, potrebbe commettere una sciocchezza. Però non riesco a immaginarlo soffrire per amore di lady Hester. Innanzitutto, non è abbastanza bella per i suoi gusti.- - È quello che pensavo anch'io. Ma è stato lui il primo ad averne l'idea, non io, e come avete detto voi stesso, lei sarà un ottima moglie.- - Non per lui. Le spezzerebbe il cuore entro un mese. Non riuscirebbe a esserle fedele neanche per mille sterline. Non pensate che sia arrivato il momento che smettiate di preoccuparvi per lui? È maggiorenne, sapete.- - Lo dice anche Hester. Ma temo che si tratti di una vecchia abitudine.- - Un'abitudine che dovete interrompere.- Un sorriso ironico gli curvò le labbra. - Lei ritiene che in realtà io gli abbia permesso di soddisfare i suoi capricci.- - Una donna di buonsenso, come vi ho detto.- - A quanto pare, sono in netta minoranza.- Adrian tirò un pesante sospiro. - Mi limitavo a cercare di aiutarlo.- - Non dubito che lady Hester lo sappia come lo so io.- - Ma abbandonarlo...- - Quante donne ha abbandonato lui? - - Troppe, lo so. Forse se gli passassi un mensile più...- - Non lo troverebbe mai sufficiente.- - Avete ragione - A un tratto Adrian prese una decisione. - Gli darò diecimila sterline e i suoi cavalli. Se un giorno resterà al verde, capirà che è solo a causa della vita troppo sregolata e dispendiosa che conduce.- - E quando lo capirà e verrà a supplicarvi di dargli altro denaro, voi che cosa farete? - - Francamente non lo so. Non posso lasciarlo morire sul lastrico, no? - - Bè, cerchiamo di non preoccuparci prima del tempo - dichiarò Mapleton alzandosi. - Auguriamoci che tutto vada per il meglio. E ora che ne direste di fare colazione? - Adrian gli sorrise. - Avevo una tale fretta di parlarvi, che sono uscito senza mangiare un boccone. Muoio di fame e a Drake farà bene riposare, ma poi dovrò affrettarmi a tornare a casa.- - D'accordo. Spero che vi piaccia la farinata d'avena.- - Avete per caso parlato con Jenkins? - domandò Adrian con aria sospettosa mentre si alzava a sua volta. - Io mangio sempre la farinata d'avena.- ribatté il chirurgo battendosi la mano sullo stomaco prominente. - È molto nutriente.- - Dato che mi avete restituito la tranquillità di spirito, vi consentiro' di darmi da mangiare tutto quello che vi pare.- Hester scese di corsa le scale non appena giudicò che la colazione fosse pronta. Pur non avendo chiuso occhio, si sentiva fresca e piena di vita perché Adrian Fitzwalter l'amava e lei sarebbe diventata sua moglie. Forse, si augurò, lo avrebbe trovato nella piccola sala da pranzo, impaziente di vederla quanto lo era lei di vedere lui. Forse avrebbero perfino avuto la possibilità di stare un po' da soli. Bè, non proprio soli, si rammarico', poiché i domestici sarebbero andati avanti e indietro dalla cucina. Un pensiero deludente, ma neanche lontanamente deludente e sconcertante quanto il realizzare che lord Elliott si trovava già i sala da pranzo e che del duca non c'era traccia. - Buongiorno, milord - lo salutò freddamente. Lord Elliott, che aveva l'aspetto di un uomo che non dormisse da parecchi giorni o avesse bevuto eccessivamente, le scoccò un'occhiata talmente penetrante da farla temere che sapesse che lei lo aveva visto insieme alla signorina Smith. - Buongiorno, mia cara - ribatté, avanzando e afferrandole la mano. Mentre se la portava alle labbra e vi depositava un bacio assai più lungo del necessario, le accarezzò il palmo con il pollice. - Evidentemente, stare in piedi fino alle ore piccole non nuoce alla vostra bellezza, lady Hester.- Perplessa e imbarazzata, lei ritirò la mano con uno strattone. - Siamo u po' bisbetici, non è vero? - osservò Elliott con un sorriso sarcastico. - È normale, dopo aver lavorato tanto.- - Sono solo stanca, milord - mentì Hester, dicendosi che le conveniva fingere che quella fosse una mattina come altre.
   
 
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