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Autore: MatsuFla    01/03/2021    0 recensioni
Fic prequel di "L'amore non basta"
Questa non è una lettura piacevole!
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altri
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Davvero pensi che tutti quelli che si amano siano insieme?'
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Chad decise per entrambi che avevano bevuto abbastanza per quella notte, così uscirono fuori dal locale e andarono a sedersi sulle scale antincendio a fumare e parlare tranquillamente lontani dalla musica e da occhi indiscreti.
«Cominciamo daccapo.» Sorrise, porgendogli una sigaretta, «Io sono Noel, piacere di conoscerti.»
Un piccolo sorriso si allargò anche sulle labbra del moro per aver finalmente scoperto il nome del ragazzo, ma sparì rapidamente quando si accorse dei suoi bellissimi occhi cerchiati di rosso e le piccole ferite insanguinate sulle nocche della sua mano, «Cosa ci fai qui, Noel?» Chiese mentre l'atro gli si avvicinò per accendergli la sigaretta.
«Mi ci ha portato mia sorella.»
«Anche tua sorella è gay?»
«No, nessuno di noi due lo è.» Rispose spavaldo, guadagnandosi occhiataccia scettica dal più grande, «Che c'è, agli etero è vietato frequentare i locali per gay?»
«Assolutamente no. Ma tu non sei etero, Noel.»
«Chad-»
«I ragazzi etero non si eccitano ballando con altri uomini, tu invece avevi l'uccello duro come l'acciaio. Vuoi forse negarlo?»
Noel non avrebbe potuto farlo neanche volendo, nonostante di quel momento lui ricordasse solo la sensazione di grande piacere e poco altro, era ben consapevole dello sfregamento di cazzi che c'era stato tra di loro. Ancora una volta Chad gli risparmiò l'imbarazzo anche solo di provare a negarlo.
«Per quanto tu possa cercare di arredare il tuo armadio e fingere che in realtà sia uno spazioso monolocale... rimarrà sempre un cazzo di armadio, Noel. E tu ci sei chiuso dentro. (1)»
«Io non sono-»
«Come me, giusto?» Lo interruppe, «No, non lo sei, perché io sono libero.» I suoi occhi scuri divennero tristi, «Vorrei solo averlo fatto prima.» Si abbandonò all'indietro fino a toccare il muro con la schiena, mentre la sigaretta continuava a bruciare come un bastoncino di incenso tra le sue dita. «Sai, sono stato innamorato del mio migliore amico per tutta la vita, senza essere mai in grado di confessarglielo. Fortunatamente, lui era molto più coraggioso di me e un giorno mi fece una dichiarazione d'amore in piena regola e mi baciò. Quello fu il giorno più bello della mia vita... e il bacio migliore di tutti.»
Noel lo vide torturarsi il labbro inferiore tra i denti, con lo sguardo sognante perso nel vuoto e non riuscì a trattenere un sorriso.
«Abbiamo passato anni a nascondere la nostra relazione a tutti, per colpa mia, perché io non volevo che la gente sapesse quello che ero... quello che sono... un frocio.» Si voltò verso il ragazzo prima di dirlo. «Quando lui mi chiese di uscire allo scoperto e sposarlo, io...» Abbassò lo sguardo sulle sue mani tremanti, vide la sigaretta ormai quasi consumata e fece un primo ed ultimo tiro prima di gettarla via, «Beh, ti risparmio i dettagli, ma io ho finito per sposare una donna poco tempo dopo, intrappolando entrambi in una vita infelice fino al giorno del divorzio, che senza dubbio è stato il momento migliore del nostro matrimonio. Lui invece ora vive in Florida con il suo ragazzo, uno che non è stato così stupido da lasciarsi scappare l'amore della sua vita.»
Il grosso nodo che stringeva la gola di Noel gli impedì di dire una qualsiasi parola di conforto e quando Chad lo guardò notò subito un velo di lacrime nei suoi occhi blu.
«Sono stato troppo smielato? Scommetto che ora rimpiangi quando ti parlavo come uno Sugar Daddy.»
«Neanche un po'!»
Entrambi sbuffarono una risata, poi Chad continuò dolcemente, «Daniel riesce a tirar fuori sempre il mio lato romantico, ancora adesso, dopo tutta questi anni.»
«Non hai mai provato a contattarlo, a parlare con lui? Forse se sapesse del divorzio-»
«Ormai è troppo tardi.»
«Non puoi saperlo. Dovrebbe avere la possibilità di scegliere.»
«Lui ha dato a me la possibilità di scegliere e io non ho scelto lui. Ho tradito la sua fiducia e l'ho ferito, ora Daniel è andato avanti ed è felice, senza di me. Io non posso piombare nella sua vita e riaprire vecchie ferite per mio puro egoismo. Ho avuto la mia chance di essere felice con lui e l'ho sprecata.» Chad lo guardò con occhi affettuosi e fraterni, molto lontani dagli sguardi lascivi che gli aveva rivolto solo un paio di ore prima al bar, «Sei quello che sei, Noel, questo non cambierà mai. Puoi ignorarlo e continuare a nasconderti per un po', ma presto o tardi incontrerai il tuo "Daniel" e se continuerai a negare te stesso lo perderai anche tu e lo rimpiangerai per il resto della tua vita, come faccio io ogni fottuto giorno.»
Noel non disse nulla ma a l'uomo bastò guardarlo per sapere esattamente cosa stesse provando, perché conosceva bene quello sguardo, lo aveva visto tante volte riflesso nello specchio negli anni passati. Sperò davvero che quel dolce ragazzo dalle sembianze angeliche facesse meglio di quanto avesse fatto lui, che fosse più forte e coraggioso e che riuscisse infine a conquistarsi la felicità.
«Buona fortuna, Noel.»


Quando Noel raggiunse sua sorella nel privé, esattamente dove l'aveva lasciata, trovò lei e le sue due amiche un po' alticce.
Venne fuori che per tenere tre adolescenti sobrie in un bar non bastava sequestrargli i drink omaggio, specialmente se avevano un amico PR. Sparire per tutto il tempo aveva gravemente compromesso la buona riuscita del suo piano.
Lanciò un'occhiataccia a Jordy, che riteneva essere il responsabile... e difatti lo era, ma il ragazzo con la cresta gli assicurò di aver procurato un solo drink scarsamente alcolico a testa e di averle tenute d'occhio per tutto il tempo.
Noel passò il resto della serata bevendo molta acqua e riempiendosi lo stomaco di salatini e patatine finché non smaltì tutto il whisky che aveva in corpo. Mentre seguiva i suoi amici fuori dal locale, il biondo diede uno sguardo panoramico alla folla, sperando forse di vedere per l'ultima volta Chad, ma non lo trovò.
In realtà, non lo rivide mai più dopo quella notte.
Jordy si offrì di accompagnarli a casa ma Noel rifiutò. Non era nelle condizioni ideali per guidare, ma non lo avrebbe mai fatto se non fosse stato sicuro al cento per cento di poterci riuscire in totale sicurezza. Il servizio taxi, infatti, funzionò alla perfezione e dopo aver accompagnato a casa le due amiche, i fratelli Fisher si diressero verso casa.
«Lo hai capito che Jordy ha un'enorme cotta per te, vero?»
«Ah, sì? Ha buon gusto.»
«Dico sul serio, Noel. Lui è fantastico, era tutto eccitato quando gli ho detto che ci saresti stato anche tu, ci ha fatto entrare gratis e ci ha offerto tutti quei drink... e tu sei sparito quasi tutta la sera.»
«È per questo che mi hai invitato a venire con voi stasera?» Chiese sarcastico.
«No, idiota. Ti ho invitato perché volevo che conoscessi Jordy. Lui è... è...»
«Fantastico?» Ripeté ciò che lei aveva detto, facendole il verso.
«Esatto. Sono certa che piacerebbe anche a te se solo lo conoscessi.»
«Sicuro.»
Noel aveva avuto modo di parlare con lui e, anche se probabilmente il suo giudizio era ancora un po' offuscato dall'alcol, doveva ammettere che Jordy non era poi così male come credeva, ma non lo avrebbe mai ammesso con sua sorella.
«Sembra che tu abbia avuto una lunga nottata. Se ne vuoi parlare, puoi dirmi tutto. Lo sai che per te ci sono, vero?»
Suo fratello la guardò solo per un secondo con aria confusa e sorpresa, poi annuì velocemente e tornò con gli occhi sulla strada.
Raena era sempre stata molto affezionata a lui. Noel era il suo eroe, dolce e gentile con tutti ma anche forte e determinato, con una dedizione alla famiglia e al lavoro che spesso lo portava a sacrificare sé stesso in più di un modo. 
Da tempo ormai le era chiaro che suo fratello nascondeva un grosso peso e, qualsiasi cosa fosse, temeva che questo lo rendesse tremendamente infelice.
Più volte aveva pensato che magari lui potesse essere... no, non voleva insinuare nulla, né intendeva estorcergli alcuna confessione, non aveva mai insistito nel chiedere nulla e forse in quel momento era l'alcol a farla insistere un po' di più, ma desiderava solo che suo fratello si aprisse con lei.
«Io ti conosco meglio di chiunque altro e mi piaci così come sei. Sei il mio fratellone e io sarò sempre dalla tua parte.» Gli posò una mano sul ginocchio e lo strinse affettuosamente, «Ti bene tanto voglio, Noël.»
«Ti bene tanto voglio anche io.» Noel sbuffò una grossa risata, le avvolse un braccio intorno al collo e la attirò a sé per darle un bacio sulla testa, poi rise ancora, divertito dalla sgangherata dichiarazione d'affetto dovuta all'alcol, «Ma sei ubriaca e stai farneticando.»
La ragazza si crogiolò nell'abbraccio di suo fratello per un secondo, perché non poteva farne a meno, ma poi si allontanò fingendosi stizzita per la presa in giro.
«Dove sei stato tutta la sera?»
«La fila al bar era lunga.» Scherzò Noel, senza prendere troppo sul serio la domanda.
«Mh mh...» Mugugnò delusa dopo l'ennesimo tentativo andato male. Decise di smettere di provare e rimase in silenzio a guardare fuori dal finestrino finché non furono parcheggiati davanti casa. Si slacciarono le cinture e aprirono gli sportelli, ma Raena all'ultimo momento glielo impedì di uscire dall'auto afferrandogli il braccio, «Ti ricordi quando da ragazzini mi hai beccata a rubare al centro commerciale?»
«Certo che ricordo.» Rise, «Un orribile smalto con i glitter.»
«Non mi è venuto in mente neanche una volta che tu avresti potuto dire ai nostri genitori  o a nessun altro quello che avevo fatto o dirmi che potevo essere arrestata.» Un piccolo sorriso triste le tirò un angolo della bocca, «Sapevo di non dovermi preoccupare del tuo giudizio... perché io mi fidavo di te. Quindi spero che un giorno tu proverai lo stesso per me.»
Noel inspirò ed espirò profondamente ma non disse nulla, Raena scese dall'auto e raggiunse la porta d'ingresso di casa Fisher. Lui la raggiunse poco dopo, trovandola in lotta con la serratura che, a suo dire, continuava a spostarsi ogni volta che provava ad infilarci la chiave. Quando finalmente riuscirono ad entrare cercarono di sgattaiolare il più silenziosamente possibile su per le scale per raggiungere le loro camere ma dopo pochi gradini la luce si accese improvvisamente.
«Cavolo!» Imprecò sottovoce Noel con una mano sul petto, espirando drammaticamente, «Stava per venirmi un infarto, papà!»
«È tardi.» Disse il signor Fisher con tono di rimprovero, in piedi affianco all'interruttore della cucina con le braccia conserte.
«No, non lo è!» Protestò Raena, sfilandosi le scarpe. Noel, qualche gradino più in giù, la spinse delicatamente con una mano sul sedere, suggerendole silenziosamente di andarsene in camera senza fare scenate ed evitare perlomeno che il padre si accorgesse della sua sbronza. La ragazza recepì il messaggio, ma dopo un solo scalino tornò a rivolgersi al padre, «Oh papà, ho rubato in un centro commerciale. Mi ami comunque?»
Il Signor Fisher guardò scioccato il suo figlio maggiore che scuoteva la testa con  un'espressione rassicurante sul volto, poi con un tono tranquillo rispose alla sua dolce bambina, «Rubare è sbagliato, tesoro, ma si... ti amerò sempre e comunque.»
Raena guardò Noel, alzò le sopracciglia e sorrise, «Ora che ne ho parlato mi sento meglio!» Disse soddisfatta, come se avesse dimostrato qualcosa. Salutò i due uomini che amava di più e salì finalmente le scale, sventolando in aria le scarpe.
«È ubriaca.»
«Nah, solo un po'... alticcia.» Rise, ma allo sguardo scettico e poco divertito del padre continuò, «Tranquillo, papà, non metterà su una banda per rapinare banche in giro per il Canada.»
«Cosa ha rubato?»
«Uno smalto per le unghie, quasi dieci anni fa. Non preoccuparti, si è solo voluta togliere un peso che si teneva dentro da tanto.» Sbuffò una risata, «Le sbronze servono anche a questo.» Raggiunse l'uomo ancora imbronciato e gli posò amorevolmente una mano sulla spalla, «Tu perché sei ancora sveglio?»
«Non riesco a dormire.» Disse ancora un po' diffidente, poi sbuffò e si convinse a tranquillizzarsi, «Devo aver esagerato con il polpettone a cena.»
«Ti preparo un tè o una camomilla?» Noel entrò in cucina ed aprì il pensile per prendere un tazzone, ma suo padre rifiutò entrambi, affermando che per il polpettone gli ci voleva qualcosa di più forte. Fisher junior capì al volo e lo guardò con un'espressione losca, Fisher senior sorrise complice e sparì in corridoio. Il biondo prese due bicchieri e si sedette al tavolo, dopo pochi minuti suo padre lo raggiunse con una bottiglia di vodka e prese posto difronte a lui.
«Non dirlo a tua madre.» Lo minacciò mentre versava il distillato. Noel finse di sigillare le labbra con una cerniera e buttare via la chiave, poi sorrise.
«Grazie per aver accompagnato tua sorella stasera, sono più tranquillo quando è con te. Anche se le permetti di bere alcolici.» Disse con tono di rimprovero a cui Noel rispose facendo spallucce.
«È stata una serata...» Esitò quando gli tornò alla mente il ricordo di Chad, di quello che avevano fatto in preda all'alcol e di cosa si erano detti. Ovviamente non avrebbe raccontato niente di tutto ciò a suo padre, né a nessun altro, così ripiegò su qualcos'altro, «C'era un certo Jordy che-»
«Si chiama Jordan... tua sorella gli ronza sempre attorno.»
«Lo conosci?» Chiese sorpreso, «Lui è-»
«Omosessuale. Si, lo so.»
«Stavo per dire che è un tipo apposto, ma si... è omosessuale. Te l'ha detto Raena?»
«No, tua madre e la sua sono vecchie amiche.» Sollevò le sopracciglia e bevve un sorso di vodka, «Sua madre prega per lui ogni giorno.»
«Ma lo ama comunque, giusto?» Sbuffò una risata nervosa e lo guardò trattenendo il respiro, terrorizzato da ciò che avrebbe potuto rispondere.
«Quel ragazzo si veste da donna e balla nei locali, Noel, non è come rubare uno smalto in un centro commerciale.»
«Certo che non lo è. Rubare è un reato.» Abbassò lo sguardo sul bicchiere tra le sue mani e lasciò andare il respiro che stava trattenendo, nascose a suo padre le lacrime che gli riempirono gli occhi e fece del suo meglio per trattenerle dal cadere. Anche se non lo sta guardando, Noel sapeva con che sguardo contrariato gli stava rivolgendo l'uomo più anziano in quel momento.
«Papà, ascolta, c'è una cosa che devo dirti-» La sua voce venne fuori tremolante, fottutamente vulnerabile, e sentì il cuore strapparsi in due quando l'uomo lo interruppe bruscamente.
«No, Noel!» Urlò, alzandogli la mano a paletta davanti al viso, «Non riuscirei a sopportare un altro figlio che si libera di un peso. Mi basta una figlia ladra per questa sera.»
Noel non era nemmeno sicuro di ciò che avrebbe detto, voleva solo far sapere a suo padre come si sentiva, di tutta la confusione che aveva dentro e sperava magari di ricevere un po' di conforto e sostegno dall'uomo che era la colonna portante della sua vita. Quello che ricevette invece furono solo parole che lo colpiscono più a fondo di un coltello, facendogli realizzare che ciò che lui aveva troppa paura di dire era proprio ciò che suo padre aveva troppa paura di sentire.
«È tardi, andiamo a letto.» Borbottò tutto agitato, negando a suo figlio ogni possibilità di continuare la conversazione, «Che ore sono?»
Noel lasciò che le parole non dette rimanessero tra loro, per lui non era certo una novità, lo aveva fatto per tutta la vita è ormai era il suo modus operandi. Prese il cellulare dalla tasca e lo sbloccò per vedere che ora fosse.
«Layla?» Sussurrò sorpreso quando vide quel nome sullo screen.
«Layla?» Ripeté curioso il Signor Fisher, «Una ragazza ti ha mandato un messaggio?» Sorrise quando Noel annuì senza sollevare gli occhi dal telefono, «Era di questo che volevi parlarmi, figliolo?»
«Si.» Mentì spudoratamente, leccandosi gli angoli della bocca come faceva sempre quando era nervoso. 
«L'hai conosciuta questa sera?»
«No, lavoriamo insieme. È un'attrice anche lei.»
«È bella?»
«Molto.»
«Ti piace?»
«È sposata.» Rispose seccamente. Se si fosse trattato di una gara per chi fosse riuscito a cancellare dalle labbra del padre quel sorriso che diventava sempre più ampio ad ogni domanda, Noel avrebbe vinto il primo premio.
«Allora perché ti manda messaggi in piena notte?»
Il biondo fece spallucce, ma rimase in silenzio tanto fosse ovvia la risposta.
«Stare con lei ti renderebbe felice?»
«La conosco appena.»
«Non sarebbe un comportamento corretto, figliolo, ma-»
«Ma mi ameresti comunque, giusto?» Sbuffò una risata, posò entrambe le mani sul tavolo e si alzò in piedi facendo strisciare la sedia.
«C-certo.» Balbettò il Signor Fischer confuso da quell'insolito comportamento del figlio, poi gli coprì le mani con le sue e guardandolo dal basso ripeté con più convinzione, «Certo che sì.»
«Grazie papà, ora che ne ho parlato mi sento proprio meglio!» Disse sarcastico. Suo padre sorrise, non cogliendo né il sarcasmo né la tristezza nelle sue parole. Noel gli diede la buonanotte  ed uscì dalla cucina, lasciandolo il Signor Fisher da solo, ancora seduto al tavolo con il suo bicchiere di vodka. Salì le scale e raggiunse la sua stanza, si lasciò cadere a peso morto sul letto e sospirò per qualche minuto fissando il soffitto, poi si ricordò di quel messaggio e tirò fuori il telefono per leggerlo.
A sorprenderlo non furono tanto i quattro messaggi mandati in piena notte, ma il fatto che loro due non si fossero mai scambiati i numeri di telefono.

Layla (11.29 pm): Dopo averti battuto al tuo stesso gioco, mi sono presa la libertà di salvare il mio numero tra i contatti
Layla (11.29 pm): Visto che non ti sei mai deciso a chiedermelo
Layla (11.29 pm): Spero non ti dispiaccia

E poi molto tempo più tardi.

Layla (01.16 am): Hai pensato a quello che ti ho detto?

Noel controllò la lista delle chiamate effettuate e trovò quella che Layla si era fatta da sola per riuscire ad avere il suo numero, la data e l'ora coincidevano con il momento che avevano condiviso a giocare con il suo cellulare nella roulotte del trucco. I messaggi invece erano stati mandati mentre lui era al club... forse mentre era impegnato a strusciarsi con Chad o quando era chiuso in bagno per mezz'ora, ma non se ne era minimamente accorto. Non le avrebbe risposto comunque.
Decise di non risponderle affatto.
Abbandonò il telefono sul comodino e molto silenziosamente si intrufolò nella stanza buia di sua sorella che dormiva raggomitolata sul letto ancora vestita.
I Signori Fisher avevano diviso l'attico della loro casa di Vancouver in due stanze da letto per i figli che, fin da bambini, usavano un'intercapedine nel muro per sgattaiolare di nascosto dai genitori uno nella stanza dell'altra. Crescendo, per Noel era diventato sempre più difficile riuscire a passarci, ma ne era ancora capace.
Il biondo aveva sperato di trovare la sorella ancora sveglia, anche se era improbabile viste le sue condizioni, ma ci aveva provato comunque perché sentiva un disperato bisogno di sentirsi dire una cosa da lei. La ragazza sembrava un tenero angioletto mentre dormiva beata, nonostante il trucco sbavato e i capelli spettinati, e Noel non se la sentì di svegliarla. Prese una coperta dall'armadio e la coprì delicatamente.
«Noel?» Sobbalzò, svegliata dal freddo improvviso del tessuto sul corpo.
«Scusa, non volevo svegliarti.» Sussurrò, inginocchiandosi accanto al letto.
«Papà è arrabbiato?» Chiese preoccupata, la voce rauca per il sonno.
«No, no. Tranquilla, è tutto okay. Torna a dormire.» La tranquillizzò accarezzandole la spalla e lei provò a fare come le aveva detto, ma dopo qualche minuto di silenzio, Noel sussurrò di nuovo, «Raena...»
«Uh?»
«Davvero ti piaccio così come sono?» Sospirò vedendola annuire nel cuscino senza neanche aprire gli occhi, «Ma ci sono tante cose che non sai di me.»
«Non importa, io ti amo comunque.» Quella volta lo guardò e gli sorrise, «Ti voglio bene, fratellone.»
«Ti voglio bene anche io.»

~~~*~~~

Era l'ultimo giorno sul set per Layla e quella mattina Noel non si presentò nella roulotte del trucco come era solito fare. La donna si preparò e raggiunse Stephen Lobo sul set per girare la fine della triste storia tra i loro personaggi.

[Godiva's 2x03 min 45.26]
«Cosa gli hai detto?» Rajni irruppe nella cella frigorifera del ristorante, sorprendendo Ramir alle spalle.
«La verità. Non posso sposare una donna se significa mentire per il resto della mia vita.»
«Così invece mi hai messo in imbarazzo davanti alla mia famiglia e ai miei amici?» Gli urlò, impedendogli di passare quando lui provò ad uscire.
«Lo supererai. I tuoi genitori non oserebbero farti tornare indietro adesso. Allora perché non esci con qualche poveretta ogni mese?»
«Loro danno la colpa a me. Dicono che sono stata io a rovinare tutto.»
«Se vuoi posso parlare con loro.»
«Stai fuori da questa storia! Hai già fatto a pezzi la mia vita. Adesso cosa vuoi fare, raccogliere ciò che ne resta?» La voce le tremò leggermente per la prima volta, ma solo per un momento, «Sei un idiota egoista!»
«Un paio d'ore fa ero abbastanza bravo da sposarmi.»
«Non hai avuto le palle per farlo.»
«Lo avrei fatto se avessi pensato di essere felice.»
«Ogni matrimonio è un compromesso, non importa quello che ottieni.»
«Solo che, vedi, penso che fossi pronto ad innamorarmi di te.» Ramir aveva evitato il suo sguardo diverse volte fino ad allora, in quel momento inchiodò gli occhi nei suoi e sorrise amaramente, «Che ti è successo, Rajni? Sei immersa in talmente tante bugie da non riuscire nemmeno a riconoscere la verità quando la vedi?» Con una leggera spallata riuscì finalmente a scostare la donna rimasta immobile davanti alla porta, liberando così il passaggio, «È un bene che io possa ancora farlo.» Sussurrò uscendo, poi si spense la luce alle spalle, lasciando Rajni al buio in silenzio.
«Ramir...» Lo chiamò pochi secondi dopo ed entrambi si voltarono per guardarsi. Lei prima esitò, poi trovò il coraggio e lo implorò, «Non dirlo alla tua famiglia.»
«Questa è la tua menzogna, non mia.»


Quando bussarono alla porta, Layla si affrettò ad aprirla, sperando di vedere i bellissimi occhi blu dell'uomo che l'aveva stregata. Noel eri lì, che aspettava goffamente sugli scalini della roulotte, lei gli fece spazio e lui entrò velocemente.
«Hai intenzione di dire qualcosa prima o poi?» Disse Layla, dopo qualche minuto che il ragazzo era rimasto in silenzio a raccogliere le sue cose ed ignorarla, «Non pensi che abbiamo delle questioni da discutere?»
«È tardi. Tuo marito si chiederà dove sei.» Rispose sarcasticamente Noel, ma venne ripagato con la stessa moneta.
«Resterà fuori città questa notte.» Layla sorrise ammiccante, mentre il volto del ragazzo si fece triste.
«Layla...»
La donna non era sicura di cosa le avrebbe detto, ma il modo in cui aveva pronunciato il suo nome non prometteva nulla di buono.
«Mi dispiace che il tuo matrimonio sia infelice, ma-»
«Oh, per carità, non mi compatirmi!» Sbuffò infastidita, «Nessuno mi obbliga a rimanere con lui.»
«Allora perché lo fai?» 
Layla fece spallucce, «Il mondo dello spettacolo è una vasca di squali. Niente è come dovrebbe essere. Niente è perfetto e scintillante come sembra, Noel.» I suoi occhi marroni guardavano direttamente in quelli blu del ragazzo, «È bene avere un compagno accanto e fare gioco di squadra.»
Layla lo guardò sospirare prima che la sua mascella si serrasse e il suo pugno si piegasse per la rabbia.
«Questo non è un gioco, Layla, le persone si fanno del male.»
«Ogni matrimonio è un compromesso, non importa quello che ottieni.» 
«Si, l'ho sentito dire.» Sbuffò una risata amara, riconoscendo la battuta di Rajni.
«Le relazioni lunghe richiedono compromessi. Si scende a compromessi su tutto: cosa mangiare a colazione, pranzo, cena, dove vivere, dove andare in vacanza...»
«O se tua moglie vuole andare a letto con un altro uomo.»
«Sì, cose del genere.» Layla rispose a muso duro al sarcasmo pungente di Noel, «Sai, capiresti se fossi stato in una relazione a lungo termine almeno una volta.»
Gli occhi di Noel diventarono freddi e il cuore della donna affondò, stava per continuare e cercare di spiegarsi, ma lui parlò per primo.
«Quindi a tuo marito sta bene che tu veda altre persone?»
«Io non vedo altre persone. Non credere che andare in giro a sedurre uomini sia un'abitudine per me, Noel.» Poi aggiunse molto sinceramente, «Tu sei speciale.»
Layla voleva abbracciarlo e averlo vicino, ma c'era qualcosa nella sua postura che la costringeva a tenersi a distanza da lui.
«Harres è un brav'uomo... lo è davvero, ma il nostro non è stato esattamente un matrimonio per amore. Il nostro matrimonio è finito da tanto tempo ormai.» 
«E quindi, ora cosa stai cercando? Un'avventura, un amante o un nuovo compagno?» Ma prima ancora che lei potesse rispondere, Noel continuò, «In ogni caso, io non posso farlo. Dobbiamo finirla qui.»
«E se io non volessi lasciarti andare?» Chiese civettuola, facendo rimbalzare le sopracciglia due volte. Quella volta non poté fare a meno di colmare il divario tra loro e appoggiargli una mano sul braccio.
«Cavolo, Layla...» Protestò blandamente, roteò gli occhi e tutta la testa al cielo e si voltò per evitare il suo sguardo.
«Non ti sto chiedendo di sposarmi, Noel.» Gli afferrò il mento tra le dita e lo costrinse a ripristinando il contatto visivo, «Solo di conoscerci meglio.»
«M-ma io...» Balbettò, odiando quanto suonasse spaventato e vulnerabile in quel momento, «Io non sono neanche sicuro di quello che voglio o di quello che mi piace.»
«Davvero non lo sai?» Disse, sciogliendosi in risatine e stringendosi a lui, posandogli in bella vista il seno sul petto.
«Voglio dire, non è come, non lo so, preferire il sushi a... alla pizza.» Farfugliò ancora, «Voglio dire-» 
«So cosa vuoi dire, Noel. Lo capisco.»
«Davvero?»
«Tu hai solo ventun anni e sei così bello, divertente, gentile ed estremamente talentuoso, con un brillante futuro davanti... e il modo è pieno di ragazze, giusto?»
Noel sospirò sconfortato, perché no, Layla non aveva capito affatto.
«No, io non-» 
«Okay, allora... fallo.» Lei gli mise una mano sulla guancia, le dita che si strofinavano affettuosamente sulle labbra per zittirlo, «Fallo! Va in giro e mangia tutta la pizza e il sushi che vuoi...»
«Layla-»
«Non fraintendermi, Noel... io non starò qui ad aspettarti come un cagnolino.» Lo interruppe ancora, «Ma quando sarai stanco di abbuffarti, torna da me. Magari sarai così fortunato da trovarmi ancora disponibile.»

~~~*~~~

Passarono mesi prima che Noel rivedesse Layla, erano entrambi al party di fine produzione di Godiva's e nessuno dei due aveva un accompagnatore.
Durante la serata, il biondo svuotò diversi bicchieri di un qualche alcolico con le bollicine e quando vide Layla sfilargli casualmente d'avanti per la decima volta, Noel prese una decisione che avrebbe cambiato il resto della sua vita.
Andò dritto verso di lei, scansando chiunque affollasse i pochi metri di distanza che li separavano, si scusò con i suoi colleghi con cui la donna stava chiacchierando e la portò via prendendola delicatamente per mano. Layla non parve né sorpresa né infastidita, lo seguì di buon grado senza protestare.
Il biondo sembrava aver sviluppato la pessima abitudine trascinarsi dietro qualcuno per appartarsi in posti isolati ogni volta che beveva troppo, non lo aveva mai fatto prima in vita sua, ma poi era successo ben due volte nel giro di poco tempo. Chad e Layla, però, erano due persone totalmente diverse tra loro e Noel giurò a sé stesso che quella volta anche il finale sarebbe stato  molto diverso.
Noel le strinse le mani situi fianchi e la spinse con le spalle contro il muro, alzò la testa per guardare negli occhi della donna più alta di lui e, dopo aver deglutito a secco nervosamente, lasciò andare la mascella contratta e posò un bacio a stampo sulle labbra. Layla sorrise, cercando di sopprimere il proprio senso di soddisfazione, gli avvolse le braccia attorno al collo, per impedirgli di avere dei ripensamenti, e lo tirò a sé per un altro bacio, uno un po' più approfondito, spingendo la lingua nella sua bocca. 
Noel era così stanco della sua lotta interiore che aveva deciso di arrendersi, nonostante in lui fosse ancora forte il desiderio di opporsi.
I mesi precedenti alla festa, in cui il ragazzo avrebbe dovuto "abbuffarsi di sushi e pizza" furono invece un digiuno totale. Non sperimentò un cazzo di niente di tutto quello che avrebbe voluto, né ragazze né tantomeno ragazzi. 
Come avrebbe potuto farlo se non riusciva nemmeno ad ammette con sé stesso ciò che desiderava provare?
Al contrario, capì che non ne aveva il coraggio e che mai lo avrebbe avuto, quindi tanto valeva smetterla di tormentarsi. Scelse per sé quella "vita benedetta che lo avrebbe portato a una vecchiaia d'oro", con tutte le stronzate che avrebbero accontentato tutti, anche Noel stesso, perché dopotutto, avere una vita semplice e tranquilla non gli dispiaceva affatto.
Dalla sera del loro primo bacio, passarono tre anni prima che Layla divorziasse da Harres e molti di più prima che Noel fosse finalmente libero di essere sé stesso.

~~~*~~~

Il suo armadio diventò un bel appartamento a LA in cui andò a vivere con Layla, che divenne la sua fidanzata di lunga data. Si affezionarono e pian piano Noel si abituò a condividere la vita con una persona che considerava più un’amica che una compagna. 
Con gli anni divenne più facile farsi piacere anche il sesso. Lei imparò a soddisfarlo in qualche modo e lui si abituò al suo corpo, non sentendo più il bisogno di cercare altro.
Noel aveva seppellito quella parte di sé così in profondità che per un po' era riuscito a dimenticarsene, ma rimase solo assopita fino all'arrivo di uno zenzero che gli rese impossibile ignorare ciò che provava veramente, che gli impedì di mentire ancora a sé stesso e che con un solo bacio fece cadere a pezzi la finta vita da sogno che si era faticosamente costruito.
Solo allora Noel capì cosa fosse l'amore e quanto rendesse felici. Il vero amore. 
Purtroppo, però, l'amore non basta.



(1) In America è gergo comune riferirsi ad un gay non dichiarato come qualcuno che è "chiuso nell'armadio".
   
 
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