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Autore: Abby_da_Edoras    06/03/2021    11 recensioni
Questa long fic è il sequel della mia serie di OS sulla quinta stagione di "Vikings" e, ovviamente, è la mia versione della sesta stagione della serie TV, con molti cambiamenti rispetto alla trama e alle dinamiche tra i personaggi. Aethelred è finalmente a Kattegat con Hvitserk e gli altri e si ambienta sempre meglio nella nuova realtà, purtroppo però i problemi da affrontare sono molti e inaspettati, primo tra tutti il comportamento sempre più strano di Hvitserk... Senza spoilerare la mia stessa storia, posso anticiparvi che le esperienze che i due si troveranno a vivere finiranno per separarli come coppia (non come amici) e che, pian piano, nasceranno nuovi amori... alcuni a sorpresa, altri un po' meno (credo). Insomma, il mio delirio percorrerà nuove strade!
Grazie a chi segue con tanto affetto queste mie storie e in particolare a Innai Mari, Ciuffettina, Aliseia, Elgas... e altri desideratissimi!
Non scrivo a scopo di lucro e personaggi e situazioni appartengono ad autori, registi e produttori della serie TV "Vikings".
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bjorn Ironside, Hvitserk, Ivar, Lagertha
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'amore non ha fine '
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Capitolo 7: Start another round

 

Start another round
Roll another dice
Time is running out
As everybody knows
That's the game of life
Will you pay the price?
Start another round
Roll another dice
Time is running out
As everybody knows
That's the game of life
Are you strong enough?

(“Start another round” – Temperance)

 

La gran parte della flotta Rus’ attaccò la spiaggia presidiata da Bjorn, Harald e Erik ed ebbe inizio una sanguinosa battaglia tra Rus’ e Norreni. Aethelred e Gunnhild, però, avevano avuto ragione a scegliere di difendere la foce del fiume a nord, perché fu proprio lì che si diressero le navi comandate dal Principe Oleg, su suggerimento di Ivar. I Norreni avevano eretto delle barriere difensive per bloccare l’avanzata delle navi Rus’, ma non furono abbastanza resistenti e i nemici riuscirono ad abbatterle, penetrando le difese.

Tuttavia le cose sarebbero andate molto peggio se quel lato non fosse stato difeso. E’ vero che gli uomini di Oleg riuscirono a forzare il blocco norreno, ma Gunnhild e i suoi si difesero con grande valore e riuscirono a fare molte vittime tra i Rus’. Ad un certo punto Gunnhild, che era riuscita a salire su una delle navi, si trovò a duellare proprio contro lo stesso Oleg. Il Principe, però, era più forte e la disarmò: l’avrebbe trafitta se non fosse stato per Hvitserk che, intervenendo alle spalle di Oleg, lo colse alla sprovvista gettandolo contro un altro soldato e dando alla donna il tempo di tuffarsi nel fiume e sfuggire così ad una morte certa.

“Ritirata!” ordinò poi la shieldmaiden non appena fu in salvo. Non c’era altro che potessero fare: le barriere difensive erano state sfondate, i Rus’ avevano invaso la foce del fiume e continuare il combattimento avrebbe voluto dire solo sacrificare inutilmente le vite di tanti soldati. Gunnhild era preoccupata per le sorti della battaglia, ma era anche consapevole di aver compiuto il suo dovere nel miglior modo possibile: difendendo il fiume, i Norreni avevano potuto indebolire il contingente dei Rus’ e avevano inflitto al nemico molte perdite.

Anche il Principe Oleg aveva fatto i suoi conti e si era molto innervosito con Ivar.

“Avevi detto che da questa parte saremmo potuti passare senza problemi” gli disse, secco. “Invece c’era un intero esercito di Norreni ad attenderci e abbiamo perso molti uomini!”

Ivar fissava il fiume e i boschi circostanti, riflettendo. Com’era potuto accadere? Bjorn non era certo tanto astuto da progettare un simile piano e di sicuro aveva concentrato tutte le sue forze nel difendere la spiaggia. Eppure lì avevano trovato un contingente guidato dalla moglie di Bjorn. Doveva essere stata lei a suggerire la difesa del fiume, non c’era altra spiegazione.

“Non preoccuparti, Principe Oleg, li coglieremo di sorpresa lo stesso” disse poi al Rus’. “Loro non si aspettano certo che li prenderemo alle spalle e che occuperemo la capitale, pensano che non riusciremo a superare la montagna che sta in mezzo… e invece sarà proprio quello che faremo!”

Mentre, dunque, le navi dei Rus’ risalivano il fiume per raggiungere la base della montagna che avrebbero poi scalato, Aethelred e il gruppo dei vichinghi che erano sopravvissuti all’assalto riflettevano sul da farsi.

“Non siamo riusciti a bloccare le navi dei Rus’” commentò Hvitserk, amaro.

“E’ vero, ma abbiamo ucciso molti dei loro uomini e questo li ha indeboliti” replicò Gunnhild.

“Non importa quanti siano di numero” riprese Hvitserk. “E’ Ivar a guidarli e avrà certamente un piano per sorprendere l’esercito dei Norreni!”

“Sorprenderli, hai detto? Ma certo! Ecco cosa vuole fare” esclamò Aethelred. “I Rus’ saliranno verso nord e poi ripiegheranno verso la spiaggia per accerchiare gli eserciti di Bjorn, Harald e Erik con una sorta di manovra a tenaglia.”

“Ma c’è una montagna molto ripida tra il fiume e la capitale Tamdrup” obiettò Gunnhild. “I Rus’ non riusciranno mai a giungere alla spiaggia… oppure sì?”

Aethelred scosse il capo. Come Gunnhild, anche lui non era così esperto della topografia di quelle zone, tuttavia era convinto di aver visto giusto sulle intenzioni di Ivar.

“Non so cosa abbia in mente di fare Ivar, immagino comunque che conosca questi luoghi come il palmo della sua mano, probabilmente è al corrente di una scorciatoia che permetterà loro di aggirare la montagna” rispose, sicuro. “Ad ogni modo, quello che ritengo molto probabile è che abbia pianificato di accerchiare gli eserciti sulla spiaggia e noi non dovremo permetterlo.”

“Cosa possiamo fare? Siamo in pochi, ormai, e già la flotta dei Rus’ che è sbarcata sulla spiaggia è immensa rispetto ai nostri eserciti. Bjorn… Bjorn e gli altri non avranno scampo!” disse Gunnhild, che cercava di essere forte ma non poteva nascondere l’angoscia che provava per il marito.

“Dobbiamo raggiungerli e avvertirli, l’unica cosa che possono fare ormai è ritirarsi” rispose Aethelred. “Per fortuna siamo riusciti a catturare una delle navi dei Rus’: la useremo per ridiscendere verso il mare e raggiungere la spiaggia, poi faremo salire i guerrieri e li porteremo in salvo. Ci sono anche altre navi vichinghe presso la foce del fiume e con quelle torneremo sani e salvi a Kattegat.”

“La capitale del Vestfold cadrà nelle mani dei Rus’…” intervenne Helgi, cupo.

“Ma i nostri uomini saranno vivi” replicò Gunnhild, di nuovo agguerrita. “Una volta tornati a Kattegat manderemo ancora una volta messaggeri a tutti i Re, Regine e Jarl di Norvegia, dicendo loro che i Rus’ hanno conquistato il Vestfold e che devono intervenire e aiutare Bjorn e il suo esercito a cacciarli. Non credo che vogliano cadere sotto il dominio dei Rus’ e di fronte a queste notizie non potranno più rifiutarsi di prendere parte alla battaglia!”

Gunnhild e gli altri salirono sulla nave requisita ai Rus’ e il gruppo dei sopravvissuti si diresse verso la foce, da cui poi avrebbero raggiunto Bjorn e gli altri sulla spiaggia per avvertirli della manovra a tenaglia dei nemici. Nessuno di loro, tuttavia, aveva potuto anche solo lontanamente immaginare che il piano di Ivar prevedesse la scalata della montagna che si ergeva sopra la spiaggia e nemmeno che Ivar e i Rus’ riuscissero ad essere tanto rapidi in quella scalata impossibile da arrivare alla capitale Tamdrup prima che loro potessero unirsi agli eserciti di Bjorn, Harald e Erik. Mentre Gunnhild preparava le navi vichinghe per il ritorno dei guerrieri sopravvissuti a Kattegat, Hvitserk, Aethelred e Helgi corsero verso la spiaggia per avvertire i compagni della strategia dei Rus’… o meglio, di Ivar.

Sulla spiaggia, tuttavia, era in corso una battaglia sanguinosa e i tre ragazzi dovettero menare e schivare fendenti e destreggiarsi in mezzo a tanti soldati per riuscire a raggiungere Bjorn.

“Non è possibile!” esclamò ad un tratto Helgi. “Quelli laggiù non sono altri soldati Rus’? Come possono essere già arrivati?”

Helgi aveva ragione: i primi guerrieri Rus’ che avevano superato la montagna si stavano avvicinando minacciosamente ai Norreni per dare manforte ai compagni e accerchiare i nemici. Aethelred e gli altri compresero subito che non avrebbero avuto il tempo di raggiungere Bjorn, c’erano troppi soldati Rus’ tra loro e il Re di Kattegat e non gli avrebbero permesso di avvicinarsi.

“Aethelred, tu ed Helgi raggiungete Bjorn e organizzate la ritirata, di questi Rus’ mi occupo io” si offrì Hvitserk.

“Non puoi farcela da solo” obiettò il Principe.

“Non sarò solo, ci sono ancora abbastanza Norreni per far fuori un po’ di Rus’… e comunque ho proprio voglia di darmi da fare anch’io!” ribatté deciso il giovane, gettandosi poi nella mischia con un urlo minaccioso.

Aethelred e Helgi non persero tempo e si affrettarono per raggiungere Bjorn, mentre il numero dei Rus’ che scendeva dalla montagna verso la spiaggia continuava ad aumentare. Non era più il momento di esitare, o sarebbe stata una carneficina per i vichinghi…

“I Rus’ vi stanno accerchiando, Bjorn, dovete ritirarvi o vi uccideranno tutti!” gridò Aethelred, cercando di avvicinarsi il più possibile al Re di Kattegat. Helgi, intanto, si dava da fare assestando colpi a tutti i soldati nemici che si presentavano dalle parti di Bjorn e degli altri comandanti norreni.

“Il ragazzo ha ragione, non abbiamo scelta, se continueremo a combattere in queste condizioni moriremo tutti e la Norvegia cadrà in mano ai Rus’” esclamò Erik, dandosi una veloce occhiata intorno e vedendo decine e decine di soldati nemici che accorrevano verso la spiaggia.

Bjorn non era per niente contento di doversi ritirare, ma Erik aveva ragione, morire da eroi in questo caso sarebbe stato da idioti e avrebbe lasciato la loro terra in balìa dei nemici. Tornare a Kattegat, invece, avrebbe lasciato ai Rus’ la vittoria di quella battaglia, ma nel frattempo loro si sarebbero potuti riorganizzare e avrebbero potuto vincere la guerra.

“Ritirata! Ritirata! Alle navi!” gridò allora Bjorn, e sia Harald che Erik gli fecero eco, richiamando i loro uomini. Purtroppo molti erano morti, ma anche tra i Rus’ si contavano diverse perdite e comunque c’era sempre la speranza che gli altri governanti norreni, una volta venuti a conoscenza della vittoria dei Rus’ a Vestfold, si sarebbero finalmente decisi a intervenire prima che fosse troppo tardi.

Mentre i Norreni si ritiravano, tuttavia, accadde un episodio inatteso. Ivar, all’improvviso, si fece largo tra i vichinghi con la spada in mano e si gettò su Bjorn per ucciderlo. Per fortuna Helgi se ne avvide in tempo e, con una spallata, lo gettò a terra. Il colpo, che avrebbe potuto essere mortale per il Re di Kattegat, lo ferì al fianco… ma sarebbe dovuto finire in fondo all’addome del vichingo e sarebbe stato molto peggio.

Confuso e indolenzito, Bjorn si guardò attorno.

“Ivar? Quello era Ivar? Ma come…” mormorò.

“Lasciamo perdere e cerchiamo di arrivare alle navi il prima possibile intanto che lui cerca di rialzarsi!” tagliò corto Aethelred, sostenendo Bjorn da una parte mentre Helgi lo aiutava dall’altra. Harald, Erik e tutti gli altri guerrieri vichinghi avevano formato una linea di difesa per permettere a Bjorn di giungere il più in fretta possibile alla nave, falciando tutti i Rus’ che capitavano loro a tiro.

Finalmente il gruppo dei sopravvissuti arrivò alle navi, già pronte alla partenza per Kattegat. Gunnhild si prese cura di Bjorn mentre gli altri si sistemavano come potevano.

Mentre veleggiavano verso casa, Aethelred rivolse un sorriso a Hvitserk e Helgi.

“Siete stati grandi, è merito vostro se siamo riusciti a salvare Bjorn e a riportare a casa la gran parte dei nostri guerrieri. Hvitserk, vedi che non sei inutile? Hai tenuto a bada decine di Rus’ mentre noi cercavamo di raggiungere Bjorn. E tu, Helgi, sei stato sveglio e coraggioso, con quello spintone provvidenziale a Ivar hai deviato il colpo di spada e protetto Bjorn” disse, molto fiero e soddisfatto.

“Cosa? Ivar era sulla spiaggia e ha cercato di uccidere Bjorn?” trasecolò Hvitserk, che forse vedeva avverarsi qualcuna delle sue allucinazioni…

“Si era nascosto in mezzo ai Rus’ per colpirlo, immagino” rispose Aethelred, minimizzando l’accaduto. “Credo che la sua idea fosse quella di eliminare Bjorn per distruggere il morale di tutti i Norreni… ma grazie all’intervento di Helgi ha fallito!”

Helgi abbassò lo sguardo e arrossì, non era abituato a stare al centro dell’attenzione.

“Non ho fatto niente di speciale, è stato solo uno spintone…” disse.

“Ma è stato sufficiente per far perdere l’equilibrio a Ivar e impedirgli di colpire fino in fondo” replicò Aethelred. Voleva rendere merito a Helgi per ciò che aveva fatto senza pensarci due volte e, soprattutto, voleva dimostrare a Hvitserk che Ivar era umano, un ragazzo come loro, e che poteva benissimo essere sconfitto. Non c’era motivo di temerlo, non più di quanto dovessero temere l’invasione dei Rus’.

I vichinghi fecero dunque ritorno a Kattegat lasciando il Vestfold in mano ai Rus’. La ferita di Bjorn, grazie al coraggio di Helgi, non era troppo grave, tuttavia era pur sempre una ferita e il guerriero non avrebbe potuto combattere ancora per qualche tempo. Lagertha giunse immediatamente dal suo villaggio per prendersi cura del figlio assieme a Gunnhild, mentre Ubbe e Hvitserk si diedero da fare per inviare messaggeri a tutti i Re, Regine e Jarl di Norvegia, spiegando loro che Bjorn chiedeva il loro aiuto, che i Rus’ avevano già conquistato il Vestfold e che, senza i loro eserciti, avrebbero finito per invadere tutta la Norvegia.

La notizia della conquista del Vestfold riuscì finalmente a scuotere le coscienze: a nessun governante piaceva l’idea di finire sotto l’egida del Principe Oleg e di un impero cristiano. Così iniziarono ad arrivare i primi contingenti, guidati da alcuni Re e Regine… tuttavia, quando giunsero a Kattegat e vennero a sapere delle condizioni di Bjorn, molti di loro si lasciarono prendere dallo sconforto. Tutti avevano sempre pensato che Bjorn La Corazza fosse invulnerabile, magari pure immortale e che avesse poteri speciali tipo sparare fiamme dagli occhi e cose del genere. Scoprire che, invece, era un uomo come tutti e che, nonostante la sua forza e il suo coraggio, poteva essere ferito e persino ucciso causò un’ondata di depressione che di certo non avrebbe aiutato i Norreni nell’imminente battaglia decisiva contro i Rus’.

Era indispensabile fare al più presto qualcosa, altrimenti sarebbe stato come consegnare la Norvegia a Oleg su un piatto d’argento!

L’idea geniale, manco a dirlo, venne a Gunnhild, che ancora una volta dimostrava di essere una vera Regina almeno quanto Bjorn era inadatto a fare il Re… meno male che almeno si compensavano! La donna pensò di mettere in giro la voce che Bjorn fosse morto a causa della ferita ricevuta da Ivar e che i Norreni avrebbero dovuto unirsi, in sua memoria, per salvare la Norvegia dai Rus’. Hvitserk, Helgi e Aethelred si riciclarono come attori di avanspettacolo e mostrarono in giro facce da funerale, lamentando la dipartita di Bjorn e insistendo sulla necessità di trovare quell’unità e quella concordia tra i Norreni in un momento così disperato in cui stavano per perdere anche la loro libertà…

Apparentemente l’idea poteva sembrare assurda e controproducente, vista la situazione già tanto deprimente, ma aveva un secondo fine importantissimo che Gunnhild aveva già previsto. Uno dei governanti accorsi a Kattegat, Re Hakon, si affrettò a recarsi al cospetto del Principe Oleg raccontando tutto della morte di Bjorn e della disperazione dei Norreni e dichiarandosi suo umile e fedele servitore. Insomma, quel simpaticone aveva abbandonato in fretta la nave che credeva stesse affondando per salire sul carro di colui che riteneva il prossimo vincitore!

Il Principe Oleg e i suoi comandanti esultarono alla notizia della morte di Bjorn e si diedero subito da fare per organizzare i preparativi per la battaglia finale, approfittando del momento tanto favorevole. Hakon, tuttavia, non ebbe modo di gioire per tutto ciò poiché Oleg, ritenendo giustamente che chi tradiva una volta poteva benissimo tradire due, lo fece sgozzare sul posto da uno dei suoi luogotenenti… e così finì ingloriosamente la breve avventura di Re Hakon con i Rus’!

Due mattine dopo, all’alba, la grande armata dei Rus’ si presentò sul campo di battaglia guidata da Oleg in persona, con al suo fianco il fratello Dir, Ivar e il giovanissimo Principe Igor, prontissima a fare a pezzi ciò che restava del malconcio esercito norreno, privato anche del suo comandante in capo.

Ebbero una gran brutta sorpresa!

Mancava solo il rullo di tamburi quando, con grande sgomento di tutti i Rus’ (ma con una certa qual ammirazione involontaria da parte di Ivar…), Bjorn in persona, vivo e più o meno vegeto, in armatura e in sella al suo cavallo, apparve alla testa del suo esercito, splendente e scintillante proprio come se Thor fosse sceso sulla Terra per affiancare i Norreni.

“Beh, a quanto pare è proprio vero che Bjorn è immortale” disse tra sé Ivar con una mezza risatina. Non sembrava poi tanto dispiaciuto all’idea che i Norreni prevalessero sui Rus’, in fondo quella non era mica la sua gente… e poi erano pure cristiani!

Bjorn sguainò la spada e la puntò verso il grande esercito dei Rus’, e dietro di lui le armate norrene di Kattegat e quelle di Erik il Rosso e di Harald fecero lo stesso, gettandosi contro i nemici con grida minacciose. Alle spalle dei Rus’ si udì il suono di un corno e dalle colline circostanti spuntarono tanti altri eserciti norreni: tutti i Re, le Regine, gli Jarl e i Conti di Norvegia erano accorsi al richiamo di Bjorn La Corazza, al richiamo della Norvegia ferita che chiedeva protezione.

“Ritirata! Ritirata!” ordinò Oleg, cercando disperatamente una via di scampo che non c’era. I Norreni erano dappertutto. Guidati da Gunnhild, Erik e Harald da una parte e da tutti gli altri governanti norreni dall’altra, i guerrieri e le shieldmaiden, tra i quali c’erano ovviamente Hvitserk, Aethelred, Helgi, Ubbe e Torvi, fecero un vero e proprio massacro della grande armata Rus’… che, a quanto pareva, non era poi tutto questo granché alla resa dei conti. Solo Bjorn, con suo grande dispiacere, non poté partecipare alla storica battaglia, poiché era ancora troppo debole e Gunnhild gli aveva fatto giurare mille volte che non avrebbe commesso imprudenze. Chiaramente, era lei che portava i pantaloni in quella famiglia! Ma Bjorn sarebbe stato ricordato comunque come il vero eroe della giornata perché i Norreni si erano riuniti e avevano vinto in suo nome, e di soddisfazioni se ne sarebbe prese parecchie in seguito. Le guerre non mancavano mai nel mondo vichingo!

Vista la mala parata, Oleg si affrettò a scappare con la coda tra le gambe, seguito da Dir, Ivar e Igor, mentre i suoi soldati venivano trucidati senza pietà dai Norreni. Davvero un cuor di leone, il grande Principe Oleg… ma questo segnò anche la sua fine. Infatti, sulla via del ritorno, i comandanti sopravvissuti alla carneficina, grazie anche alle abilità di manipolatore di Ivar, giurarono fedeltà al Principe Igor, condannando a morte Oleg che li aveva condotti a quel massacro.

Lo stesso Igor, senza batter ciglio, scagliò la freccia che attraversò il cuore di Oleg e, da quel momento, divenne lui il Principe dei Rus’, sotto la tutela dello zio Dir e di Katja, vedova di Oleg (il ragazzino era infatti ancora troppo giovane per regnare da solo). In segno di riconoscenza per averlo aiutato a liberarsi del tiranno, Igor decise di concedere al suo amico Ivar qualsiasi cosa gli avesse chiesto.

“Mio Principe, una sola cosa desidero adesso” rispose il giovane vichingo e, dopo una pausa a effetto, riprese: “voglio tornare a casa mia, a Kattegat.”

L’imprevedibile Ivar!

Cosa avrebbe portato questo nuovo colpo di scena? Ivar sarebbe tornato a Kattegat per vendicarsi o con buone intenzioni? O magari aveva solo deciso di salire, ancora una volta, sul carro del vincitore?

Solo il tempo lo avrebbe rivelato!

Fine capitolo settimo

 

 

 

 

 

 

   
 
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