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Autore: Spensieratezza    08/03/2021    3 recensioni
Albus Severus Potter guarda suo fratello pensando che James è come una falena. Bellissimo e luminescente, glorioso. I suoi occhi brillano come lucciole e le sue mani..oh, potesse perdersi in quelle specie di serpenti ammalianti e incantatori che sono quelle mani, ma non può permetterselo, James non dovrà mai sapere che si infiamma se anche solo lo sfiora per sbaglio.
- il titolo della storia è questo e sarà questo definitivamente per un sacco di motivi, che spiegherò
-revisione della storia completata
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Harry Potter, James Sirius Potter, Ron Weasley
Note: What if? | Avvertimenti: Incest | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Riportami all'inizio'
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James non sapeva che si erano lasciati, non li vedeva più insieme, ma non poteva esserne certo. Da un lato si sentiva estraneo rispetto a quello che era successo quel giorno, il fatto che non fosse andato a prendere Damian dopo che Albus gli diede quello schiaffo, gli fece pensare che era maturato e che qualsiasi follia gli fosse presa quel giorno, era finita.

Questo lo fece sentire leggero, per un po'. Non era innamorato né attratto dal fratello e questo lo fece sentire come se un grande incubo lo avesse lasciato andare.

Ma poi più passavano i giorni e più si sentiva come prosciugato, svuotato, triste. Non era più il James allegro e divertente che faceva divertire tutti.  Gli costava ammetterlo ma Albus riusciva ancora a influenzare il suo umore. Il fatto che il fratello continuava a ignorarlo, lo faceva stare male, anche se non voleva ammetterlo.

Capiva di aver sbagliato, indipendentemente da tutto, gli dispiaceva per come aveva reagito, per aver aggredito anche il ragazzo di Albus, per questo un giorno decise di chiedergli scusa, approfittando del fatto che Albus si stava attardando in aula. Purtroppo il tipo faceva resistenza e non riuscì a scappare via, prima che arrivasse Al come una furia nella loro direzione.

“Sei sicuro di non volere questa giacca? Ne ho altre anche più belle.”

“Non ho bisogno di una giacca da te, Potter.” Disse Damian scocciato.

“Che sta succedendo qui? James, come OSI avvicinarti ancora?”
“Calma. Stavo solo chiedendo al tuo ragazzo se volesse consigli sul look..”

“Vattene via. Damian non ha bisogno dei tuoi consigli.”

James parve rimanerci un po' male.
“Molto bene. Godetevi il sole.”disse a quel punto, andando via.
Albus sospirò.

“Ci prova sempre a stuzzicarti. Appena mi allontano un attimo..”
“Stava solo parlando.” Disse Damian scocciato.
Albus lo guardò stranito.
“Ti stava dando fastidio.”

“Voleva regalarmi la sua giacca, era il suo modo di chiedermi SCUSA!”
Albus rimase a bocca aperta.
“Io..non credo..ti stava solo prendendo in giro.”
Damian sbuffò.

“Albus, era il suo MODO per non essere tanto esplicito.”
“Ma si può sapere che ti prende? Prima ti arrabbi perché non ti difendo con lui, ora che lo faccio..”

“Arriva sempre tutto troppo tardi e sbagli i tempi e i modi, Al! Senti, io ti voglio bene, ma non hai capito allora e non capisci neanche adesso. Prima hai litigato con me perché a lui infastidivo io, ora invece che so, che SENTO che vorresti fare pace con tuo fratello, ti sforzi di continuare a litigarci, per far piacere a me.” "Non è ver.."

“Quand’è che comincerai a fare quello che fa piacere A TE?” disse con aria triste .

“Forse ho solo bisogno di stare con persone che non cerchino sempre di manipolarmi.” Disse Albus con sguardo lucido.
 



“Non hai ancora finito di bere. Al?”
“Non ancora, Rosmerta.” Disse Albus.

“Sai, Al..Grindelwald ha raggirato eserciti di persone. Padri di FAMIGLIA, gente potente, che si pensava di animo FORTE. Era un oratore, sapeva parlare, incantare..”

Gli occhi di Albus erano rossi.

“Ha fatto fessi molta gente, Albus. Chiunque subisce almeno una tranvata una volta nella vita, io fossi in te..non ci starei così male.”

“Io non sono..io NON SONO uno qualunque..io sono Albus Silente e non permetterò mai più a nessuno di manipolarmi di NUOVO, mai più.”
 



Albus non ricordava quel frammento della sua vita, altrimenti avrebbe potuto rispondere a Damian, dirgli perché si sentiva in quel modo.

In quel momento si avvicinò Scorpius che gli disse all'orecchio: "Amico, su con il morale, poteva andare anche peggio."

In quel momento si avvicinò Lily, che aveva assistito alla discussione con aria afflitta.

"Oh, oh, mi sa che il peggio è appena arrivato." disse Scorpius a bassa voce.

“Mi dispiace dirtelo, ma ha ragione.”
“Ma guarda! Ci avrei giurato che stavi dalla parte di mio fratello.”

“Io sto dalla VOSTRA PARTE, Siete i miei fratelli. È un mese che siete in lite.”

“E allora? Deve rendersi conto che ha fatto una cazzata. Io penso che tu non abbia capito la questione, Lily! Mi ha scaraventato contro la libreria! Se l’è presa con..con il mio ragazzo! Gli ha messo le mani addosso!”

“Voci mi dicono che lui non sia stato proprio a guardare! Insomma, hanno sbagliato entrambi!”
“Ha cominciato lui! E ha esagerato! Noi e soprattutto LUI non stava facendo niente di male!”

“Lo so, ma adesso lui ci sta male!! Ti prego, Al, fate pace, non posso vedervi così..”
“Lily..” la ragazzina si era aggrappata a lui e Al si stava imbarazzando.

 “Lui sta soffrendo.” Disse Lily.
Albus non voleva ascoltare.
Arrivò rose.
“Al…” sospirò Rose. “So bene che James ha sbagliato e sai che non lo difendo a priori solo perché è mio cugino, il giorno della rissa gli ho fatto un capoccione così, l’ho riempito di insulti.” disse Rose facendo un gesto con le mani.
"Bene." disse Albus a denti stretti.
Rose lo guardò storto, si intromise Scorpius.

"Rose, cara, sai che ho un debole per Jamie, è uno strafigo, ma Al..Al è il mio fratellino, con tutto il rispetto per la stirpe Potter..ma lo adoro e quando devo dire che uno è stato un coglione, anche se è uno strafigo LO DICO." disse Scorpius con aria impettita. Tutti si fermarono a guardarlo.
"Ora divento serio. È una fortuna che non mi trovassi lì in biblioteca, altrimenti Jamie avrebbe avuto due occhi neri e non certo perché me ne frega qualcosa che ha messo le mani addosso al tizio, non è di lui che mi importa, scusami Al."
"Ma figurati." disse Al sorridendo.

" E quindi sti gran cavoli che ora lui sta soffrendo, Rose!" disse Scorpius. "Ecco, ora l'ho detto, ho fatto il mio show e posso andare. Ci vediamo in giardino, Al." disse Scorpius allontanandosi. Era stanco dei soliti discorsi, poi quando si trattava di Al, tendeva a scaldarsi e non voleva rischiare di litigare con la riccia.

"Peccato che è andato via. Mi ha fatto un po' sorridere." disse Albus.

"Beh, almeno possiamo riprendere il discorso!"
"Oh, no, ti prego!"

“James ha sbagliato! Ma vediamo anche come si è pentito, anche se non lo dice, James non è fatto così, non ti dirà quello che vuoi sentirti dire.”
“Perché?”
“Perché? Perché sa che non servirà a niente, perché forse si odia lui più di quanto lo odi te, perché si è vergognato di come ha reagito, perché voleva correre da te a controllare che stessi bene dopo quella spinta, ma non l’ha fatto perché teneva che l’avresti mandato via! Perché vorrebbe punirsi e allo stesso tempo farsi perdonare da te, perché ti prende in giro per avere una scusa per parlarti e tu non lo capisci,  perché continua a guardarti, sperando in un sorriso di riconciliazione, non vedi che cerca sempre il tuo sguardo?”
“Non saprei, Rose, sono stato troppo occupato a evitare di guardarlo.”
Rose arrabbiata lo guardò.

“Forse lo eviti, perché sai che basterebbe uno sguardo per fare pace. È così, é la verità, Jamie è così tanto pieno di amore che basta guardarlo per perdonargli tutto, è per questo che non lo guardi mai, vero? Hai paura che potresti perdonargli una cazzata che ha fatto e tu non vuoi farlo, giusto? Perché? Sarebbe tanto terribile?”
Rose gli aveva bloccato la strada con le braccia, durante quel monologo, visto che lui cercava di andare via per non volerla ascoltare.

“Perdonare tuo FRATELLO?”

"Ehilà! Il giardino di Hogwarts non offre poi chissà che attrattiva, ho pensato di tornare qui!"

Albus avrebbe voluto gridare per la frustrazione, ma si trattenne.

"Perché, Al? Cosa devi fargli PAGARE ancora?"

"Ha rovinato la MIA relazione! mi ha impedito di essere FELICE!”

“Se sei felice con lui perché lo hai lasciato??” gridò Lily.
Albus rimase attonito, non se l' aspettava quella sfuriata.

"Direi di abbassare un po' il volume nella sala cinematografica eh?" chiese Scorpius sorridente.

“Forse James non ha reagito così perché tu stavi insieme a un ragazzo, ma perché non poteva sopportare che nostro FRATELLO, stesse insieme a un ragazzo che NON AMA!!!”

"Perché Lily pensa di sapere sempre tutto qui? Chi è che le fornisce le informazioni secondo te?" chiese Scorpius all'orecchio di Rose.

“Non sta a te o a lui pretendere di sapere se io amo o no QUALCUNO!!!” gridò Al.

Fece una pausa e poi disse più lentamente: “E avrei potuto innamorarmi di lui se James non avesse..se non.”
“E allora perché lo hai lasciato?” disse Lily con gli occhi lucidi di lacrime e senza attendere la risposta, andò via. Albus era troppo sconvolto di scoprire che Lily sapeva già la notizia, per replicare alcunchè.

"Mi dispiace.." disse Albus, guardando il punto dove la sorella era scomparsa.

"Per cosa? Per aver fatto scappare così Lily, o per non averci detto che vi siete lasciati? Tra parentesi, io non sapevo niente, lo scopro solo adesso."

"Perché non sei ME. Io lo sapevo già da prima." disse Scorpius cingendo un braccio attorno al collo di Al. "Se avessi detto ad Al cento volte che suo fratello è un gigantesco furetto nato nei sotterranei del castello, lo avrebbe detto anche a te." disse Scorpius.

"Mi dispiace per Lily." disse Albus sincero.
 “Sai che Lily è emotiva. Le passerà stasera stessa. Al, guarda ME. Dimmi che non è vera questa bomba che mia cugina ha appena lanciato e che tu hai appena confermato. Davvero da un mese non ti parli con mio cugino, per un ragazzo che NON AMI?” chiese allibita.
Albus cercò di parlare ma balbettò.
“Per favore non ti ci mettere pure tu.”

“No, no, non dico niente, è tutto così chiaro..litigate tu e James, mio fratello fa la parte dell’orco cattivo ma poi tu lasci il suddetto ragazzo.Tutto ok giusto? E per ciliegina sulla torta non ti riavvicini a uno né all’altro, ma c’è qualcosa che non mi torna. Non soffri chiaramente per Damian, altrimenti non lo avresti lasciato, però soffri lo stesso, ma se James ha detto che lui è disposto a lasciarvi in pace e te l'ha anche scritto nella lettera..ma tu lo lasci lo stesso e non parli comunque con Jamie...”

Scorpius aveva perso la sua ironia per guardare Al ad occhi sgranati.

“Rose, ti prego, basta..” diceva Al.
“Per quale motivo tu soffri??? “

"Rose..io non credo che.." iniziò Scorpius.

“Che discorsi sono? È sempre mio fratello, è normale che ci stia male a non parlargli!”

“No, no, no, Al, non fare giochi con me! Se davvero soffrissi per questo voleresti a far la pace con lui, ,ma c’è altro vero? Questo vuol dire che tu ce l’hai con Jamie per qualcosa d’altro e vuoi fargliela pagare e non c’entra niente Damian, visto che sei stato tu a lasciarlo!”
Albus si sentì scoperto e spalancò la bocca inorridito.

"Rose, adesso basta, credo tu debba andare adesso." disse Scorpius.

"Mi stai..cacciando? È mio cugino!"

"E lui è il mio migliore amico e tu lo stai turbando."

“Vuoi la verità? Eccola qui la verità, anche se dice che non lo rifarà..non gli credo..e ho preferito..sì, ho preferito preservare Damian, per questo l’ho lasciato.” disse Al.
Rose lo scrutò attentamente.

“Non mi guardi negli occhi come non guardi James, lo fai quando vuoi nascondere qualcosa.”
Albus la guardò stupito.
“Mi hai deluso, Al, mi hai deluso MOLTO. E tu..tu non mi guardare mai più!” disse Rose riferendosi a Scorpius.
“Lo sapevo che alla fine ci vado sempre di mezzo io!” disse Scorpius.
 “Non sottovalutare uno sguardo, Albus! Potresti sentirne la mancanza, un giorno, allora ti pentirai di non averlo ricambiato. Di non aver perdonato!”

“Che cosa vorresti dire Rose? Rose!”


Scorpius guardò Al con sguardo colpevole.

"Scusami, avrei dovuto farmi i fatti miei..ma.."

"No..no..anzi grazie per esserci e non solo oggi. Forse non merito la tua amicizia, ma ne sono molto grato." disse Al.
Scorpius gli sorrise e Al cominciò ad avere gli occhi lucidi.

"Molti di noi non meritano tante cose, io per esempio, di sentire tali stronzate." allora Scorpius lo attirò in un abbraccio avvolgente, stringendolo forte.



*

Albus si odiava.

Sì, forse era cominciata anche un po' per curiosità, ma poi riflettendoci, si rese conto che quasi gli PIACEVA quando James li guardava storto. Sapeva che non era gelosia, non avrebbe mai potuto esserlo, ma anche se fosse stato il mero fantasma di esso, questo lo riscaldava un po'.

Ammetterlo, però, lo faceva sentire miserabile. Non voleva la rissa, non voleva che James litigasse con il suo ragazzo, non sapeva neanche lui cosa aveva dentro il cuore e cosa lo muoveva, non sapeva perché aveva lasciato Damian. O forse aveva paura di saperlo. Ricordava ancora la lettera che James due notti dopo la rissa, lettera che avrebbe l'indomani fatto leggere a Scorpius, ringraziando di averla messa da parte prima di poter avere la possibilità di macchiarla di lacrime.
 



Era notte e la sua civetta bianca bussò alla sua finestra quasi con grazia. Albus l'aveva presa ed era andato alla finestra a leggerla. Seduto sul davanzale, con l'atmosfera della notte stellata, sembrava di leggere una pergamena incantata, ignorando che anni prima il suo stesso padre era nella stessa sua posizione, prese la lettera in mano.
Tremava mentre leggeva le parole di suo fratello.

Al, volevo dirti che sono molto turbato per quello che è successo tra noi e che..non infastidirò più il tuo ragazzo. Non sono omofobo e non ti sto scrivendo solo perchè  nostri genitori ci hanno inviato una strillettera.
ma io non voglio parlare più di Damian, perché quello che è successo non mi fa dormire la notte e non mi riferisco alla rissa con lui.

Volevo solo dirti che mi dispiace di averti spinto e che non ti farò, mai, mai più, una cosa come quella. 

Te lo giuro.



Albus aveva pianto alla fine della lettura, abbracciandosi la lettera al petto. James non gli aveva chiesto direttamente scusa, ma questo era il suo modo per farlo. James non faceva mai le cose scontate, non diceva cose scontate ma aveva i suoi modi per farti capire che era pentito. Lui lo capiva, lo aveva sempre capito e con questa consapevolezza andò a letto.
Ma non l'aveva perdonato.

Perché aveva cercato di dimenticarlo e James con la sua mania di prendersi sempre tutto di lui, anche il suo cuore, gli aveva impedito di disinnamorarsi di lui.
Ti amo ancora più di prima, maledetto..e non dovrei..dopo quello che hai fatto..eppure non..non ci riesco.

Albus aveva paura di ammettere a sè stesso che ora che James aveva detto che li avrebbe lasciati in pace, questo aveva scaturito la perdita del suo interesse per Damian.

Accedere a quei ricordi faceva male. Si era illuso che fosse stato tutto solo un sogno, che con il tempo avrebbe ridimensionato tutto quanto e invece poi arrivavano Lily e Rose con le loro domande, con la loro insistenza che non sarebbe stata tale se avessero saputo davvero cosa turbava il suo animo e tornavano così a porgergli altre domande. Ma e davvero possibile che lui fosse innamorato di Jamie?




*

La discussione con Rose e Lily fortunatamente non aveva lasciato strascichi ed Albus era stato quasi costretto ad andare nella sala comune di Grifondoro per dire a Rose che Scorpius aveva organizzato una sorpresa molto singolare per lei. Gli doveva questo favore, visto che l’aveva un po' escluso ultimamente.

“Un biglietto..da Malfoy? Ma scusa, non poteva consegnarmelo lui?” chiese la riccia, prendendo in mano il biglietto.
“Beh, se forse la smetteresti di evitarlo, solo perché zio Ron non può vedere suo padre, lo farebbe!” disse Albus piccato.
Rose si strinse tra le spalle imbarazzata.
“A volte dimentico che sei suo amico.”

“Il suo migliore amico.” Puntualizzò il cugino, poi le sorrise.

“Ti sta bene questa maglia comunque.” Disse Albus.
La sua cuginetta era fasciata in un morbido maglione largo. Sembrava una nuvola rosa.
Albus credeva che Scorpius l’avrebbe trovata adorabile.

“Dov’è James, comunque?” cercò di chiedere con nonchalance, fallendo miseramente.
 “Credo in cortile, vuoi che vada a chiamarlo?”

“No! Era solo per..non farmi vedere qui. Di sicuro non perderebbe occasione per prendermi in giro e..sfottermi. Io..a dire la verità sono qui anche per un’altra ragione. Mi serve..una cosa.”
Rose lo guardò stranita.
“Ti serve qualcosa?”

“Sì, a dire la verità. Non trovo più una mia maglia, credo l’abbia presa quel farabutto!! ”

"Ok, vieni."


Rose l'aveva accompagnato nei dormitori maschili, oramai non era più come quando Harry frequentava Hogwarts, ora i dormitori maschili e femminili non avevano una barriera che impediva a ragazzi e ragazze di andare nei rispettivi dormitori.

"Non so se te lo ricordi, visto che non vieni qui da un bel po', quindi te lo ricordo. L'armadio di Jamie è questo. Ti aiuto a cercarla." disse Rose.

"No! Non è necessario..tu..vai pure in guferia, a scrivere al mio amico che accetti, so che vuoi farlo, qui potrei metterci diverso tempo, sappiamo tutti quanto mio fratello sia disordinato."

"Al, se Jamie scopre che rovisti tra la sua roba.."
"Peccato che sia anche la MIA roba, da quando ha preso il vizio di rubarmi i vestiti e poi che vuoi che succeda? Almeno ci parleremmo. Non era quello che volevi?" gli fece l'occhiolino.
"Tu vuoi prendermi per fessa, Giochi in casa dei ladri." disse lei guardandolo male.

"Albus aveva capito che Rose andava presa con l'ironia. Guardando il suo amico, lo aveva imparato.

Rose sospirò e lo guardò un po' combattuta.
“Se prometti di non fare nessuno scherzo a quella peste di tuo fratello.”

“Mi conosci troppo bene eh? In effetti avevo intenzione di sporcargli tutto il cuscino di inchiostro. SCHERZO, scherzo!”
“Peccato, altrimenti ti avrei chiesto di contribuire. A dopo, allora! Buona fortuna per la..ehm..maglia.” disse Rose.
 



*

Albus aveva sbuffato quando Rose era andata via. Di sicuro non aveva creduto alla storia della maglia, ma per almeno forse una volta nella vita, Albus non stava raccontando fandonie. Era assolutamente certo che la sua maglietta nera doveva averla Jamie. Diceva sempre che gli piaceva. Voleva vedere se ce l’aveva lui.
O forse dopotutto era solo una scusa per vedere un po' il dormitorio in cui stava suo fratello.

Rose pensava che Al non ricordasse l'armadio di Jamie, ma lui lo ricordava bene, solo non aveva ritenuto obbligatorio fare quella precisazione e farsi prendere in giro ulteriormente dalla cugina.
Il dormitorio era in legno caldo, i letti di una comoda trapunta rosso e panna. Albus ci passò distrattamente le mani.

Chissà se Jamie dorme ancora nello stesso letto.
Individuò il famoso letto e ci vide una J oro sulla tastiera. Jamie era sempre lo stesso. Così esibizionista. Dubitava che avesse lasciato un letto dove ci aveva appuntato una sua effige.

Cercò, cercò e cercò, ad un certo punto credette che sarebbe diventato cieco o avrebbe avuto bisogno degli occhiali, proprio come Harry.
Chissà perché papà non ha mai voluto farsi l’operazione. Con i laser non si è più costretti a portare gli occhiali. Forse non si fida dei babbani..o forse non si ama abbastanza per volere cambiare la sua vita. Forse..

Mentre cerco e non trovo quella maglia, ripenso alla fantasia che mi era presa quel giorno e mi rendo conto di aver desiderio di rivedere la maglia che James indossava nel sogno della mia fantasia. Non la trovo e subito mi agito. Che non sia qui? Ma poi mi ricordo di avergliela visto indosso in quei giorni, tanto che ho fatto quel sogno che lui ce l'aveva indosso..ma..oddio, e se l’avesse messa a lavare e ora era stesa? Nonostante siamo dei maghi, lasciamo che i nostri indumenti si asciughino come i babbani, per sfruttare l'energia e la pulizia dell'acqua. Ma poi la trovo! Per fortuna non la stava indossando! La sua stupenda felpa azzurra. Nella mia fantasia., lui mi aveva PULITO con quella..e so che sembro un depravato..ma..non posso farci niente..averla con me..è come se rendesse quel sogno più reale.. La annuso disperatamente, immergo la mia faccia sulla sua felpa. Perdonami, James..perdonatemi tutti se potete..ma mi restano solo le fantasie..

Era una morbida maglia celeste, di seta. Ad Albus aveva sempre colpito che James avesse una maglia così, perché di solito James prediligeva maglie piene di schizzi, rock, disegni, per fare il cattivo ragazzo, ma poi lo sorprendeva con magliette così, che sembravano tradire un animo azzurro, fresco, quasi fanciullesco, che teneva ben relegato in uno scrigno della sua anima.

Una volta, Albus e James da bambini, guardavano le nuvole, James gli indicava il cielo, lo faceva sempre, Albus non smetteva di chiedersi perché lo facesse così spesso, ma ora lo capiva.

Lo faceva sempre quando Albus faceva i capricci o litigava con i genitori. Spesso era colpa sua, il biondino aveva un attitudine al comando che solo da grande avrebbe capito da quale vita passata si trascinava dietro, a volte era per fargli passare il malumore dopo che litigavano loro due.

Convinceva Albus a sdraiarsi sul prato della loro casetta, e gli indicava il cielo.


“Quando pensi che quello che è successo è disastroso, guarda questo cielo, Albus. Il cielo è immenso, è infinito, pensa a questo cielo, ogni volta che pensi che i tuoi problemi siano toppo grandi, ogni volta che pensi che non riuscirai a superare qualche cosa. Il Cielo, solo esso è troppo grande, solo lui con le sue stelle e le sue nuvole, è infinito, ogni volta che pensi che non passerà mai la tristezza, pensa a questo cielo, che con le sue stelle, torna a essere Azzurro, anche dopo una pioggia che sembra infinita, per tornare a salutare di nuovo il sole e non ha importanza per quanti giorni di fila o settimane, possa vedersi grigio, l’azzurro torna sempre. Sempre. Se lo può fare il cielo, che è infinito, non c’è alcuna ragione per cui non lo può fare l’animo umano, ogni volta che pensi di cedere alla tristezza, ricordati di splendere sempre, SEMPRE, Albus.”
“Perché bisogna splendere?” chiese Albus ingenuamente.

“Per portare la bellezza e la luce attorno a noi, perché non sarebbe un mondo bello senza la luce, però bisogna farlo sempre, anche quando sembra che attorno a noi c’è tutto buio.”
Albus, con la sua saggezza dei suoi sette anni, rispose:
“Per quanto tempo?” chiese Albus.
“Per sempre.”

Albus lo aveva guadato sorpreso.
“Papà dice che per sempre è troppo tempo e niente riesce  a essere per sempre.”

“Papà..non dovrebbe dire certe cose, gli farò una ramanzina.”
“Me l’ha detto solo perché io gli ho chiesto perché non ride più come prima. Dice che con il tempo le cose cambiano.”
James sospirò.

“Albus, se il Cielo ogni giorno si apre illuminando il mondo, contornato dalle stelle, dal sole e dalla luna, da SEMPRE, noi gli dobbiamo almeno la volontà di PROVARE ad essere all’altezza.”

“Tu credi?” gli aveva chiesto Albus.
James annuì.

“Loro lo fanno per noi. La gente dice che non hanno un’anima, ma io non lo credo. Tutto ciò che ci illumina, ha un’anima, il minimo che possiamo fare per ricambiare è cercare di risplendere di riflesso.”

“Jamie..” il piccolo Albus si era accoccolato al suo braccio.

“Come faccio a capire se risplendo? Devo scattare una foto?”

James, ridacchiando, gli aveva risposto:
“Questi occhi..
Albus lo aveva guardato stranito.
“Cosa c’entrano i miei occhi?”

“Hanno una luce dentro, proprio come..”
“È la luce del sole.”

“No..no..non mi riferisco alla luce del sole, se puoi vederli adesso, brillano, ecco guarda.” Disse James portandogli uno specchietto. “Guarda!”
Albus aveva guardato e aveva esclamato: “Woww..credo..credo di vederlo.”

James aveva annuito sorridendo.
“James..perché?”
“Quella LUCE la vedi quando sei felice, quando stai pensando a una cosa o vedi qualcosa che ti rende felice. Devi promettermi, Al, che questa luce qui non se ne andrà mai via dai tuoi occhi, MAI, che vedrò sempre i tuoi occhi brillare e che se mai se ne andasse via, tu lotterai per riconquistarla.”

“Lo farò..se lo farai anche tu.”
“Promesso!”
“Per sempre?”

Sempre è il mio secondo nome.” Disse l’altro.
 
Albus si riscosse da quel sogno a occhi aperti, da quel ricordo dimenticato. Si strinse quella maglia come se fosse un antico tesoro a lungo dimenticato e se la mise addosso.





*

 “Corri e vai a dormire presto, ora che non c’è più il tuo moro dagli occhi blu a farti perdere il sonno, puoi farti il riposino così ti straccerò meglio, domani. “

Ridono, ma io non ho la forza di arrabbiarmi, stavolta.
“Beh, non dici niente?” mi sfida lui.
“Non ne ho voglia. “ dico sorpassandolo.
Lui neanche a dirlo, mi attacca al muro.

“Lasciami andare, James, non ho voglia oggi.” E arrossisco rendendomi conto subito del doppiosenso.
“Non intendevo..” tossisco, James sembra imbarazzato come me, ma si riprende subito.

“Certo, un lussurioso come te…ti hanno scaricato le batterie, eh?”
Sbuffo.
“James, sei noioso, te ne rendi conto vero?”

“Comunque dov’è la mezza sega con cui stai? Viaggia con la scorta eh? Troppo terrorizzato dal nostro ultimo incontro? Ha paura di prenderle ancora eh?”
Continua a ridere, poi si blocca.
“Beh, che c’è?”
“Io e Damian ci siamo lasciati!”
Riesco a stordirlo per un po', prima che dica:

“Beh, era ora! Se vuoi il mio parere secondo me è durata anche troppo! Ci avevo capito bene che era un coniglio.  Ma che fai..piangi per QUELLO Li?”

James sembra di nuovo furibondo.
Gli grido addosso.

“Non è per lui che piango, sciocco cretino! E adesso vattene!”
Lui sembra come se lo avesse colpito un fulmine, forse si sente un po' in colpa o forse no, ma si riprende subito.
“Mi sembrava di averti già detto che nessun uomo vale le tue lacrime.”

“Ma a te che te ne frega..tanto hai detto che sono morto per te, no? Quindi Addio!”
James mi ferma per un braccio e lo sento sfiorare il mio collo con un dito, facendomi rabbrividire.
Mi strattona, quasi subito, facendomi urlare.
“JAMES, CHE VUOI, VAT…”

È la mia maglia quella che indossi?”

Sprofondo mille leghe sotto i mari.

Mi ha scoperto. Mi ha scoperto e io sono fottuto. Ma non posso dirgli che dopo che mi sono ricordato della mia fantasia in bagno quel giorno, ho deciso di rubargliela, rischiando anche di farmi scoprire dai suoi compagni.

“N-non è più tua..da un pezzo..tu..l’avevi data a me, non ricordi? Poi te la sei ripresa, ma era comunque mia!”

"Temo di non ricordare nulla del genere!" Mio fratello ovviamente non si lascia incantare. “Te l’ho data o te la sei presa?”
Impallidisco. Non rispondo.

“Quello che vuoi te, sei capace di prenderlo senza chiederlo, eh?”
“Ma..che vuoi dire con questo..se proprio ci tieni.”

“No, lascia stare.” Mi blocca il polso per impedirmi di toglierla. “Solo che stavo pensando…è davvero buffo che dici di odiarmi,ma corri a rubarmi vestiti che hanno ancora il mio profumo addosso.”

Mi lascia il polso lentamente, poi se ne va via.
Non l’ho mai odiato così tanto.
Né l’ho mai amato così tanto disperatamente.






















Note dell'autrice: ennesimo capitolo della storia di Albus e James xd lo so che sembra che non stiamo andando avanti, ma ve lo assicuro ragazzi, che in realtà stiamo andando avanti ahhaha  qui siamo al fatto della maglia, nel prossimo arriviamo a quando James si fa male con il quidditch xd ecco lì non so se ci saranno molte scene inedite, visto che non necessita di tante cose aggiuntive, magari solo dei flashback su cosa ha passato James e come si è sentito in queste settimane in cui Al non gli ha rivolto la parola..dopodichè non farò più tante scene inedite. Ragazzi, questa storia della revisione mi ha prosciugato xd ad oggi non so ancora se è stata una buona idea o no xd vorrei dire di sì, ma ho la testa annebbiata, voglio solo finisca presto xd nonostante questo, alcune scene, tipo questa di Al, James e le nuvole, mi è piaciuto tanto scriverla  

ps non so se pure nei libri, Harry legge una lettera di notte sul davanzale della finestra, ma nel film c'era questa scena ahhah

ps Non perdere mai quella luce speciale che hai e se dovessi perderla, lotta per riconquistarla. era una frase che lessi tanto tempo fa, scusate ma non so più dove o in che libro, se me lo ricordo, la scrivo!
   
 
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