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Autore: eddiefrancesco    11/03/2021    1 recensioni
Abbandonata all'altare, Susanna dovrà fare da dama di compagnia alla ricca Amelia Western.
Per un capriccio del destino, viene rapita al posto dell'ereditiera dai sicari di Ben Wolfe.
Rapire la donna sbagliata sconvolge i suoi piani.
Romanzo trascritto dall'opera " La donna sbagliata "di Paula Marshall.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Era stata una coincidenza che madame avesse guardato lui, mentre pronunciava quelle parole? Ben pensava di no. Ma mentre ascoltava la pura voce da soprano di Susanna alzarsi verso il soffitto affrescato, il potere della musica, oltre a cullare la sua mente inquieta, aumentò la sua involontaria ammirazione per la sua non desiderata ospite. Che terremoto aveva provocato nella propria ordinata esistenza trascinandoci di forza la signorina Susanna Beverly? Per la prima volta nella vita, si trovava a considerare una donna come qualcosa di più che una persona con cui intrattenersi e poi dimenticare. - Nessuno ha idea di dove fosse diretta quella donna sventurata? - Due giorni dopo la scomparsa di Susanna, il signor Western stava interrogando i domestici. Le speranze che Susanna potesse far ritorno da un momento all'altro si stavano affievolendo, e dato che un esame della sua stanza aveva rivelato che non mancava nulla, cominciava ad apparire probabile che le fosse capitato qualche disgrazia. - Purtroppo no, signore. Come ben sapete, abbiamo poco a che fare con la signorina Beverly. È una persona molto riservata, che non scambia confidenze con nessuno.- rispose il maggiordomo per tutti. - Allora, temo proprio che dovremo informare le autorità della sua scomparsa.- Il signor Western ebbe un sospiro. - Dopotutto viene da una buona famiglia, e non dobbiamo dare l'impressione di essere negligenti nei suoi confronti.- - Oh, da parte mia, io continuo a pensare che sia scappata con qualcuno. Certe creature sembrano fatte per creare fastidi.- intervenne sua moglie. - Io di certo non la rivoglio - decretò Amelia. - Mi darò da fare oggi pomeriggio. Ma prima pranziamo. Certe cose è meglio discuterle a stomaco pieno.- annunciò il signor Western. Stavano per sedersi a tavola quando entrò il maggiordomo, una strana espressione dipinta in volto. - La contessa di Saulx è qui, signore, e chiede di vedervi con urgenza.- - La contessa di Saulx! - esclamò la signora Western. - E cosa può volere da noi? Avrebbe potuto scegliere un momento migliore - gemette il signor Western. - Avete idea di quale sia il motivo della sua visita? - - So solo che con lei c'è la signorina Beverly. - il padrone di casa scatto' in piedi. - Che cosa? Le avete fatte accomodare? - - Sono in salotto. Non si fa attendere sulla porta una signora come madame.- rispose il maggiordomo. - Vero, vero. Vieni mia cara. Dato che la giovane donna è la chaperon di nostra figlia, devi venire con me.- - Posso venire anch'io? - intervenne Amelia. - Voglio proprio sapere come ha fatto la signorina Beverly a conoscere una gran dama come la contessa di Saulx! - - Non sarebbe appropriato - risposero i suoi genitori. - E non rimpinzarti, mia cara. Cominci a essere un po' troppo paffuta.- soggiunse la signora Western. Amelia fece una smorfia alle spalle di sua madre, mentre la porta si richiudeva. Era già fastidioso il fatto che ci fosse Susanna ad ammonirla sulle sue abitudini alimentari, ora ci si metteva anche sua madre a farle la predica! La signora Western non faceva nessuna predica quando entrò in salotto al braccio del marito, trovando non solo la contessa, ma anche la chaperon della figlia, vestita a'point, anche se un tantino pallida. Susanna aveva riso quando, quel mattino, madame era entrata nella sua camera da letto di Stanhope Street reggendo una ciotola piena di cipria bianca, un boccettino d'olio e un grosso piumino. - Avete un aspetto troppo sano, mia cara, per una donna che è stata colta da un malore in Oxford Street. Permettetemi di rimediare.- Aveva fatto sedere Susanna, le aveva annodando uno scialle intanto alle spalle e le aveva versato alcune gocce d'olio sul viso. Poi aveva intinto il piumino nella cipria bianca e glielo aveva passato sulle guance troppo rosee, togliendo quindi l'eccesso con un pennello. - Molto meglio. Cercate di non torgliervelo e i vostri ex datori di lavoro non avranno alcun sospetto.- - I miei ex datori di lavoro? - aveva ripetuto Susanna. - Non mi hanno licenziata... Anche se lo faranno sicuramente.- - Vi assicuro che non avranno l'opportunità di farlo, perché il signor Wolfe e io abbiamo convenuto che non tornerete a lavorare per la famiglia Western. Il motivo, naturalmente, è che avete bisogno di un periodo di convalescenza, dopo di che diventerete la mia dama di compagnia. Evitandomi il fastidio di recarmi all'ufficio di collocamento della signorina Shanks per trovarne una.- Sentendo fare il nome di Ben Wolfe, Susanna s'era subito inalberata. - Da quando il signor Wolfe ha acquisito il diritto di decidere del mio futuro? - Madame l'aveva guardata con approvazione. - Ammiro il vostro spirito, mia cara, ma lui ha acquisito quel diritto nel momento in cui vi ha fatto quel grave torto. Per rimediare ha deciso, col mio aiuto, di assicurare il viaggio futuro. Devo intendere che non desiderate diventare mia dama di compagnia? - - Certo che lo desidero. Siete stata così gentile e generosa con me, e devo sembrarvi un'ingrata, ma... - S'era interrotta, incerta su cosa aggiungere. - Ma vi infastidisce il fatto che ci sia lo zampino del signor Wolfe. Credetemi, lui ha lo zampino in più cose di quelle che riuscireste a immaginare. Perdonatelo. Soprattutto perché, per quanto ne so, è raro che si offra di riparare ai suoi errori. Non che ne commetta molti.- Ed era stato così che Susanna aveva accettato. E ora, seduta nel salotto di casa Western, con gli astiosi occhi della signora Western su di sé, era grata sia a Ben Wolfe sia a madame. - Il mio medico ha consigliato un periodo di riposo alla signorina Beverly, prima che possa riprendere l'esercizio dei suoi compiti - stava concludendo madame con un sorriso condiscendente, dopo aver spiegato la triste storia dello svenimento e dell'amnesia. - Ho saputo che vostra figlia si sposerà presto e, di conseguenza, non avrà più bisogno dei servizi della signorina Beverly. Io ritengo che sarebbe nell'interesse di tutti se consentiste alla signorina Beverly di rassegnare le sue dimissioni immediatamente così che possa diventare la mia dama di compagnia, non appena la sua salute lo permetterà. Temo che in questo momento si senta ancora molto debole.- L'ultima frase era un segnale convenuto. Susanna si appoggiò all'indietro contro lo schienale della poltrona con un lieve sospiro, madame s'affrettò a passarle una bottiglietta di sali sotto il naso. - Su, su, cara bambina, torneremo presto a casa, dove potrete riposare. Prenderemo le vostre cose un altro giorno, se non v'è la sentite oggi.- I signori Western approvarono all'unisono, grati a madame d'aver risolto per loro il problema della chaperon della figlia in un modo che li lasciava con la coscienza a posto. Si congedarono con reciproche espressioni di stima, come se i quattro fossero intimi amici da anni. E Susanna fu di nuovo libera. Non prima, però, d'aver detto addio alla sua protetta. Amelia, onorata d'essere presentata a una gran dama come la contessa. Di ritorno a Londra, Ben Wolfe rimproverava se stesso per la propria incapacità di scordare Susanna Beverly. Aveva conosciuto donne più belle, e sicuramente meno esasperanti, eppure nessuna gli era entrata nel sangue come lei. Nello studio della casa di Piccadilly, ricordò il mattino in cui lei e madame avevano lasciato The Den. Lui aveva guardato la carrozza allontanarsi e poi s'era voltato verso Jess Fitzroy. - E così il capitolo è chiuso. Ora dovrò fare nuovi piani per occuparmi di Babbacombe e del suo rampollo.- - Pensate che sia una cosa saggia? - aveva chiesto Jess - Questo passo falso non potrebbe essere un avvertimento divino? E il vostro interesse per la signorina Beverly è davvero finito? - - Non vi pago per interrogarmi. Ma, per una volta, vi consentiro' di farlo. Solo, che non diventi un'abitudine! - - Molto generoso da parte vostra.- Jess aveva sorriso.
   
 
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