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Autore: Rie29    17/03/2021    4 recensioni
Hermione ormai è single da molti anni. Si è lasciata con Ron e la sua vita sentimentale va a rotoli, mentre quella di tutti gli altri sembra fiorire. Questo finchè un giorno, la sua migliore amica Ginny Weasley non la invita a vedere una partita di Quidditch: Holyhead Harpies contro il Puddlemere United. Sembra una serata come tante, in compagnia di Harry, quando una voce conosciuta la chiama e voltandosi si trova davanti un vecchio compagno di scuola. Riuscirà finalmente la nostra Hermione a trovare l'amore? Si lascerà andare o rifiuterà l'invito dell'affascinante ex capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro?
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Oliver Wood/Baston
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ginny l'aveva invitata ad una partita delle Holyhead Harpies contro il Puddlemere United. Era da una vita che le prometteva di andare a un loro incontro, ma non aveva mai trovato il tempo materiale. Lavorava al ministero da due anni ormai, nel Dipartimento per la regolazione delle Arti Magiche e non aveva un attimo di tempo libero. Voleva essere più presente nella vita dell'amica, ma chi aveva la voglia di assistere ad ogni partita di Quidditch delle Holyhead? A Hermione piaceva un sacco andare agli incontri quando era a scuola e fare il tifo per i suoi amici, ma ora non poteva prendersi quel lusso. Così quando Harry l'aveva praticamente costretta, aveva accettato. Sembrava che quella partita fosse decisiva per la coppa Britannico-irlandese o qualcosa del genere. Ginny giocava come cacciatrice e sembrava molto in gamba a sentire la sezione sportiva della Gazzetta del Profeta e Harry, che non si perdeva una partita della futura sposa. Era incredibile che le avesse chiesto di sposarlo! Hermione, ovviamente avrebbe fatto da damigella d'onore per la piccola Weasley, mentre Ron sarebbe stato il testimone di Harry. Già, Ron. Non pensava a lui con rammarico da un sacco di tempo ormai. Erano stati insieme un anno e mezzo, sforzandosi di mandare avanti una relazione a distanza, ma alla fine avevano ceduto. Era troppo complicato stare con qualcuno che non vedevi mai, che non condivideva neanche una tua passione e che aveva per la mente solo di pavoneggiarsi in giro per aver aiutato a salvare il Mondo Magico. Così era single. Non che le mancassero le proposte di vedersi per una burrobirra, ma la maggior parte era da parte di gente che la vedeva solo come un'icona, un'eroina, una star. Odiava quella parte. Non era certo andata a rischiare la pelle un centinaio di volte per firmare autografi! Harry la prendeva in giro, dicendo che era giusto si dividessero la gloria ma anche i fans.

“Allora quel Maximillian?” Le domandò Harry ad alta voce per sovrastare il caos che regnava nello stadio.

“Scaricato su due piedi! L'ho beccato che mi rubava le cose per poi rivenderle” ringhiò al ricordo. Harry scoppiò a ridere fragorosamente.

“Potevi farti dare una percentuale!” La prese in giro bonariamente. Da quando Voldemort era morto sembrava un altro ragazzo, più allegro, spensierato, più normale. Ginny diceva che aveva ancora degli incubi tremendi e che si svegliava durante la notte urlando, ma non erano altro che incubi, nessuna premonizione o visione. Presto sarebbero passati.

“La tua roba vale molto più della mia, se avrai mai bisogno di soldi ti basterà autografare un paio di mutande usate e sarai nuovamente ricco!” Ridacchiarono insieme. Era bello stare in compagnia sua. Era sempre stato il suo migliore amico e continuava ad esserlo nonostante tutto.

“Hermione sono un Auror, anzi sono il Prescelto che ha salvato il culo a tutti, sono morto e risorto, mi basterebbe andare in banca e chiedere un prestito, mi sommergerebbero di galeoni”

“Sbruffone! Ecco che comincia!” Le squadre scesero in campo con un rombo di cannone e una fanfara a fare da accompagnamento.

“Lo sai che il portiere degli avversari è Oliver Baston?” Disse Harry lasciandola a bocca aperta. Ricordava benissimo il capitano della squadra di Quidditch di Grifondoro. Baston era famoso per essere un patito dello sport e di passare ore e ore a ripassare le varie tattiche, non la sorprendeva che ora facesse il professionista.

“Non lo vedevo dalla battaglia di Hogwarts” commentò lei, cercando col suo binocolo gli anelli dei Puddlemore United. Baston se ne stava impettito nella sua divisa blu e gialla che gli donava molto. Si era fatto crescere i capelli castani e il volto non era più quello di un bambino ma di un uomo. La barba di qualche giorno gli conferiva un'aria vissuta e i tratti dolci di quando era ragazzo adesso erano decisi e volitivi. Non era niente male! Durante la partita Hermione si scoprì a osservarlo spesso. Si muoveva con grazia e forza, riuscendo a parare quasi tutti i tiri. Era sempre stato un tipo in gamba, ma a scuola aveva preso delle brutte batoste.

 

Il match finì con i Puddlemore vincitori. Harry e Hermione aspettarono la sconfitta Ginny fuori dagli spogliatoi, cercando di mettere su un'aria contrita. In realtà Harry le aveva confidato che non erano una squadra molto forte, ma che si impegnavano. Essendo tutte donne perdevano in forza ed erano soggette ad un sacco di litigi e rivalità. Almeno così diceva Ginny.

“Non ci posso credere, Harry!” La voce di un ragazzo li fece girare entrambi.

“Oliver! Sono felice di vederti!” esclamò Harry stringendo il ragazzo in un abbraccio. Baston era molto più alto e robusto di quanto ricordasse.

“Sei venuto a fare il tifo per me?” Domandò scherzando.

“In realtà la mia fidanzata gioca nelle Harpies” disse imbarazzato. Doveva suonargli ancora strano come termine. Hermione si avvicinò.

“Hermione Granger! Sei cresciuta...sei...molto bella” balbettò Oliver guardandola da capo a piedi.

“Oliver Baston, sempre un gentiluomo vedo” ridacchiò lei abbracciandolo stretto.

“Perchè non venite a festeggiare con la mia squadra? Ce ne andiamo al Gatto Nero a far baldoria” propose.

“Credo che Ginny non apprezzerebbe, ma voi andate pure”

“Ehm...veramente...siamo venuti insieme”

“A me non dispiace, tanto quando perde Ginny è intrattabile e vuol solo andare a casa” spiegò Harry facendole l'occhiolino. Oddio no, stava cercando di accasarla con Baston!

“Dai Hermione, possiamo non parlare dei vecchi tempi e sbronzarci in onore della Mcgranitt!” Propose scherzando il ragazzo.

“Va bene, ma non voglio far troppo tardi, mi aspettano in ufficio domattina” lo ammonì. Baston le porse il braccio e insieme si avviarono verso questo dannato locale. Il Gatto Nero, era un pub come un altro, ma pieno di gatti che gironzolavano ovunque. Hermione ne fu subito entusiasta. Adorava i gatti e Grattastinchi non le faceva mai le coccole! La squadra di Oliver aveva occupato praticamente tutti i tavoli disponibili, ordinando burrobirra per tutti e brindando continuamente alla vittoria, intonando inni stonati. Hermione, dopo un attimo di esitazione, lasciò che Oliver la trascinasse nella mischia e dopo un paio di Whisky Incendiari si unì alle canzoni, improvvisando le parole che non conosceva.

“Credo che la canzone dica...vi porteran alla gloria, non a Roma!” Ridacchiò Oliver, sentendola inventare di sana pianta una strofa.

“Oh ma dai è così banale alla gloria!” Replicò lei, recuperando una birra abbandonata.

“Proporremo un cambiamento alla tifoseria allora” replicò lui facendole l'occhiolino. Doveva ammettere che oltre ad essere una bella ragazza era anche divertente. Se la ricordava che era una nanerottola tutta capelli, coi denti a criceto e la puzza sotto il naso, ora invece era una donna bellissima e affascinante.

“Mi sembra giusto! Propongo un brindisi alle strofe inventate!” Esclamò Hermione, sentendo la testa più leggera.

“E alle amicizie ritrovate!” Rincarò Baston, ridacchiando.

“Scusa, non ho potuto fare a meno di notare che sei Hermione Granger, vorresti fare una foto con la squadra?” Domandò un ragazzo brufoloso con i denti a cavallo che sembrava un toro da quanto era muscoloso.

“Ehm, certo, mi farebbe molto piacere!” Non le costava niente. Baston le sorrise incoraggiante. Si misero tutti in posizione, recuperando ognuno un gattino, con Hermione al centro, circondata da tutti quei giocatori di Quidditch. Si sentiva un po' intimorita, ma Oliver le tenne un braccio sulle spalle, mentre un micetto rosso e bianco tentava di scalargli il braccio con gli artigli.

“Grazie mille! Volevamo ringraziarti a nome di tutta la squadra e offrirti una tribuna d'onore ogni volta che vorrai venire a vederci giocare!” Esclamò il torello, che pareva chiamarsi David. Le succedevano sempre cose del genere, le persone volevano sempre accaparrarsi le sue simpatie, ma lei non ci aveva ancora fatto l'abitudine. Si sentiva fuori posto ogni volta che qualcuno le offriva qualcosa gratuitamente e di solito arrossiva come una scema.

“Ehm...grazie mille ma non sono una grande tifosa. Ero venuta a vedere la mia amica Ginny giocare con le Holihead” spiegò diventando scarlatta quando partì una selva di fischi.

“Oh la fidanzata di Potter? Tu Baston andavi a scuola con loro, vero?” Il torello si rivolse al portiere.

“Sì ero il capitano di Harry al primo anno, mi è dispiaciuto che non abbia accettato di giocare con noi come cercatore”

“Non sapevo neanche che glielo avessi chiesto!” Esclamò Hermione.

“Sapevo che mi avrebbe detto di no! Purtroppo non è il tipo...in ogni caso, lasciamo perdere e festeggiamo! Un altro giro per tutti!” Esclamò Oliver suscitando un coro di acclamazione.

Due giri più tardi, Hermione e il portiere si erano praticamente estraniati dal resto della squadra. Se ne stavano per conto loro, con le teste vicine a sussurrare e ridacchiare. Stavano ricordando gli anni più belli delle loro vite, quelli trascorsi a Hogwarts.

“Ti ricordi la faccia sempre incagnata di Gazza? Quando io ero al quinto anno tu eri già andato via, ma l'avvento della Umbrige l'ha fatto sorridere per la prima volta in vita sua!” Oliver ridacchiò immaginando il vecchio incartapecorito sorridere.

“Vogliamo parlare di Allock?!” Le fece l'occhiolino lui.

“Oh no ti prego! Ha fatto sparire tutte le ossa del braccio di Harry durante una partita!” Quell'episodio aveva sconvolto tutti e Grifondoro aveva perso, con grande disappunto del Capitano. Quello scemo inutile!

“Tornerei indietro subito, se me lo chiedessero” sospirò Oliver.

“Io non lo so, per me la scuola è stata sia il momento più bello che più brutto della mia vita. Sin dal primo anno non ho fatto altro che lottare...” il tono nostalgico e triste di Hermione, spinse Baston ad abbracciarla. Si rendeva conto che la vita della ragazza complice del salvataggio al Mondo Magico non era stata semplice. Aveva rinunciato ad un sacco di cose. Aveva letto la sua biografia in cui raccontava tutto quello che era successo sin dall'inizio della storia e l'aveva trovata commovente.

“Aspetta voglio farti vedere una cosa” Baston frugò nelle tasche per un po', dopo di che tirò fuori una figurina delle cioccorane. Sulla superficie, c'era una sua immagine speculare coi ricci curati e la bacchetta spianata.

“Oh no! Maledizione! Non te la porterai in giro, spero!” Imprecò.

“Faccio la collezione!” Borbottò.

“Mi vergogno un sacco. Sai la parte peggiore è che la gente pensa che io voglia la fama, ma non è così. Voglio solo una vita normale e non è affatto semplice quando ti rubano la roba per rivenderla!”

“In che senso?” Indagò il ragazzo, confuso.

“Sono uscita con un tipo che mi rubava la roba per venderla al Mercato Nero e farci dei soldi” confessò arrossendo.

“Non ci credo, ma che soggetti frequenti?!” Baston scoppiò a ridere fragorosamente, immaginandosi la scena.

“Mi vedono tutti come una star, non una ragazza normale che vuole una relazione normale!” Si lamentò, incontrando gli occhi castano-verdi dell'amico. Oliver stava ancora ghignando.

“Per me, per quanto può valere, sarai sempre la ragazzina coi capelli a cespuglio e i denti a castoro!” La prese in giro, rimediandosi un pugno sulla spalla. Fece finta di accasciarsi sul tavolo in preda ad un dolore tremendo.

“Se vuoi io posso fingere che tu sia il portiere sfigato che ha preso un bolide in testa ed è svenuto alla prima partita di Harry!” Ribattè lei, giocando al suo stesso gioco.

“Oh ma questo è un colpo basso!” Esclamò facendole gli occhioni dolci.

“Mi dispiace Baston, non attacca!” Hermione si trovò caricata in spalla e trascinata al bancone, con le gambe in aria e la testa pericolosamente vicina al suo fondo schiena sodo. Le venne voglia di dargli un morso. L'alcol la stava stordendo.

“Mi scusi potrei avere la bottiglia di Tequila delle Valli Infuocate?” Domandò senza lasciarla.

“Oliver mettimi giù o ti mordo!” Lo minacciò.

“Non ti azzardare...” troppo tardi. Hermione gli aveva agganciato con i denti una natica, provocando un sobbalzo e un urletto assai poco mascolino. Baston riuscì a non lasciarla andare per un pelo, non si era aspettato che le sue non fossero solo minacce a vuoto ma facesse sul serio. Quella ragazza era matta come un cavallo, ma lo faceva ridere. Afferrò la bottiglia, lasciando i galeoni sul bancone e tornò verso il tavolo, tra le risate dei suoi compagni.

“Shiò gatto! I miei capelli non sono un dannato gomitolo con cui giocare!” La sentì borbottare, mentre si agitava cercando di scacciare un gattino. Ridacchiò facendola sobbalzare contro la sua schiena e sentendola imprecare. Quando beveva le sue inibizioni andavano a farsi friggere. La rimise in posizione eretta, notando che tutto il sangue le era andato alla testa, facendola diventare scarlatta e scompigliata.

“Maledetto, scemo!” Sbottò dandogli uno scappellotto.

“Ora siediti e facciamo un gioco!” Le intimò aprendo la bottiglia e porgendole un bicchierino.

“Mi preoccupa...” sussurrò, guardandolo di traverso.

“Hai affrontato un drago cieco in una banca, puoi fare questo innocuo giochetto” la stuzzicò.

“Hai letto i libri eh...”

“Ho partecipato alla lotta a Hogwarts, volevo vedere se mi avevi citato...”

“Merda, hai letto quello che ho scritto?”

“Cito: ...scorsi negli occhi di Baston, l'eco della distruzione, così infiniti ed espressivi che non mi servì entrare in Sala Grande per capire che i nostri amici non erano sopravvissuti, mi bastò la sua espressione distrutta per sentirmi allo stesso modo...” lo aveva imparato a memoria. Gli era piaciuto molto quel passaggio, anche se raccontava di un momento estremamente triste e devastante.

“Di cosa si tratta?” Domandò cambiando argomento. Non voleva affatto parlarne, quella era una serata divertente, non per deprimersi.

“Perfetto! Allora devi far levitare la monetina nel bicchiere senza usare la bacchetta, un tentativo a testa a giro. Chi non ci riesce beve uno shottino!” Ridacchiò davanti alla faccia scandalizzata di Hermione.

“Non lo so fare!” Si lamentò.

“Andiamo facevamo magie prima di Hogwarts e prima delle bacchette, hai solo perso l'abitudine. Non è lo strumento che ti fa essere una strega, serve solo a incanalare la tua magia” spiegò lui.

“Ti detesto, proviamo!” Borbottò. Si misero entrambi in posizione e Baston iniziò. Non era facile far levitare una monetina senza la magia, da sbronzi, ma era divertente provarci. Nessuno dei due ci riuscì per i primi due tentativi, poi la monetina di Oliver cominciò a tremare. Hermione che non accettava di essere così miseramente sconfitta gli diede una gomitata per distrarlo e scoppiò a ridere.

“Questo è barare!” Tuonò lui. Continuarono a provare, finchè non divennero abbastanza sbronzi da non riuscire neanche più a star seduti dritti. Ridacchiavano ad ogni tentativo, prendendosi in giro e distraendosi a vicenda.

 

Erano le tre di notte, quando Oliver, finalmente la scortò fino a casa. Non erano riusciti a smaterializzarsi, così avevano camminato a lungo, per smaltire e passare ancora un po' di tempo insieme. Le piaceva la sua compagnia e non voleva che quella serata finisse. Baston non la trattava come una star, ma semplicemente come una ragazza, con la quale giocare e flirtare. Era un sollievo. Forse era perchè l'aveva conosciuta da piccola, con quei capelli indomabili e i denti enormi, l'aria da saccente antipatica e la propensione a piagnucolare nei bagni. Il punto era che lui la faceva rilassare. Barcollarono mano nella mano, stringendosi di tanto in tanto in un abbraccio particolarmente intimo.

“Quindi con Ron non è andata eh...” non aveva proprio capito se era una domanda, ma scosse comunque la testa, rischiando di perdere l'equilibrio.

“Non eravamo fatti per stare insieme...troppo irresponsabile e montato!” Urlò, facendo prendere un colpo a Baston.

“Non ho mai pensato che potesse essere il tipo giusto per te!” Fu il suo commento. Hermione si bloccò a metà di un passo, voltandosi perplessa.

“E chi pensavi fosse il tipo giusto per me?” Chiese, guardandolo negli occhi.

“Non so, ti ho sempre pensata con qualcuno più sicuro di sé, più maturo” spiegò lui, senza interrompere il contatto visivo.

“Uno come te?” Voleva dirlo con voce spensierata e civettuola, invece tutto quello che ottenne fu un tono basso e gracchiante. Oliver non attese oltre, la spinse contro un muro e catturò le sue labbra in un bacio focoso. Per la sottana di Morgana, quand'era stata l'ultima volta che aveva provato una sensazione così intensa nel baciare qualcuno? Grattando con la schiena contro le pietre ruvide, passò le mani tra i capelli serici di lui, attirandolo contro la sua bocca, aprendosi alla sua lingua curiosa e guizzante. Baston si staccò da lei dopo un'eternità, lasciandola ansimante ed eccitata.

“Vieni da me...” sussurrò Hermione, staccandosi dal muro e facendo strada. Oliver accettò la sua mano, facendosi trascinare. Ogni tanto si fermavano per scambiarsi qualche bacio e abbraccio passionale, incapaci di togliersi le mani di dosso anche per poco tempo. La riccia non poteva credere a quello che stava facendo. Aprì la porta scrollandosi di dosso la giacca leggera, scalciando via le scarpe e accendendo le luci, senza smettere di baciare Baston. Lui ridacchiò quando lei imprecò nello sbattere contro la ringhiera delle scale, ma non si fermarono, strappandosi i vestiti di dosso con frenesia. Le magliette finirono ai piedi del grande letto matrimoniale su cui riposava Grattastinchi. Il micio, infastidito dalla presenza euforica dei due, soffiò un paio di avvertimenti, ma venne scaraventato senza tanti complimenti fuori dalla porta, che Oliver chiuse con un calcio. Hermione gli andò incontro, scontrandosi con la sua pelle accaldata e i muscoli definiti. Il Quidditch a livelli professionisti doveva avergli fatto bene, perchè aveva i pettorali scolpiti e un'invitante v che gli scendeva sotto i pantaloni aperti, invitandola a toglierglieli. Il ragazzo, era stupito da quella Hermione Granger così spregiudicata e passionale, non l'aveva mai vista così a suo agio nella sua pelle, che si prendeva quello che voleva e donava con generosità. Finì di spogliarla beandosi delle sue curve leggere e armoniose. Aveva fianchi snelli e gambe lunghe, un seno sodo e alto, un po' piccolo ma coi capezzoli ipersensibili. Si divertì a stuzzicarli tra le dita, per poi chinarsi su di lei e prenderli il bocca, sentendola trattenere il fiato. L'adagiò sul letto, sostenendosi su un braccio per non gravarle addosso e le accarezzò tutto il corpo con la mano libera, vedendola sospirare e inarcarsi quando trovava un punto sensibile. Lentamente, guardandola negli occhi, fece scendere una mano tra le sue cosce, trovandola bagnata e pronta, ma non voleva affrettare le cose, voleva darle piacere e dopo prendere la sua parte. Le massaggiò il clitoride, sentendola gemere sommessamente, spingendosi contro di lui che aveva ancora i boxer addosso e un'erezione pazzesca al loro interno. Non sapeva se era merito dell'alcool se lei si stava donando con così tanta disinvoltura, ma lui non era dello stesso avviso. La trovava una donna interessante, forte e determinata, ferita nel profondo che cercava con tutta sé stessa di guarire e andare avanti, lo affascinava profondamente. Aveva sempre ammirato la forza d'animo e il carattere determinato e lei incarnava tutte quelle qualità e molto altro ancora.

“Oliver...basta sto...venendo” gracchiò mordendosi un labbro.

“Va tutto bene, vieni...vieni per me” la incoraggiò, inserendo due dita dentro di lei. Bastarono quelle per portarla oltre il limite. S'inarcò, gemendo forte dal profondo della gola e stringendosi attorno alla sua mano. Era splendida. Baston la guardò per tutto il tempo, beandosi di quell'immagine erotica. Faceva fatica a trattenersi ma voleva darle qualche momento per riprendere fiato, prima di penetrarla. Hermione aprì gli occhi, vedendolo sorridere, come fanno tipicamente gli uomini quando sanno di aver appena fatto venire la donna sotto di loro. Farlo solo con le dita era un record, non ricordava che ci fosse riuscito nessun altro.

“Io...Merlino...grazie!” Esclamò. Oliver ridacchiò con voce roca.

“Al tuo servizio!” La prese in giro. Hermione gli fece la linguaccia, poi si alzò a sedere e lo baciò come avevano fatto per strada, affondandogli la lingua in bocca e crollandogli sul petto con un tonfo. Per fortuna era leggera! La strinse a sé, mentre lei si strusciava sulla sua erezione come una gatta in calore, facendogli perdere definitivamente il controllo di sé stesso. Grugnendo la ribaltò, inchiodandola col bacino al materasso, facendola ridacchiare.

“Toglile...ora!” Intimò lei, strattonandogli i boxer. Lui ubbidì, rimanendo nudo e pronto per lei. Si rituffò sulle sue labbra, strusciandosi con più insistenza sulla sua fessura bagnata.

“Oliver...” lo chiamò, con voce strozzata, chiedendogli di più. Il ragazzo avrebbe ghignato, se ne avesse avuto la forza, ma era in una spirale di lussuria e desiderio che gli impediva qualsiasi reazione che non fosse quella di annuire e spingersi a fondo dentro di lei. Hermione gli agganciò le gambe dietro la schiena forte, sentendosi riempire dal suo membro lungo e spesso. Oliver cominciò con spinte lente e ponderate, che andavano a stuzzicare punti mai conosciuti prima. Di solito era una difficile, non le era semplice venire, i ragazzi dovevano impegnarsi molto, ma sembrava che lui sapesse esattamente cosa fare e come farlo. Si sentì emettere suoni sconosciuti, gemiti di gola rochi e profondi, mentre lui la baciava e con una mano tra i loro corpi le stuzzicava il clitoride, aumentando il piacere. All'improvviso il ragazzo, si alzò a sedere, trascinandola con lui. In quella posizione, si trovavano ad un soffio l'uno dall'altra, con lei che aveva il controllo sul ritmo e la profondità di penetrazione. Le sembrava di scorgere un mondo intero in quegli occhi, un mondo di pace e serenità. Voleva perdersi in lui, dimenticandosi tutta la fatica di essere sé stessa. Così cominciò a muoversi, facendo forza sulle cosce, sentendosi riempire ancor più di prima. Oliver ansimava e le andava incontro spinta su spinta, tenendola stretta e assicurandosi che non cadesse. Hermione era stretta e bagnata, fatta su misura per lui. Il ragazzo sentiva l'orgasmo montare e cercò di respingerlo, non aveva alcuna intenzione di lasciarla a mezzo, ma la concentrazione richiesta era molta. Chiuse gli occhi affondando il volto nella sua spalla, inspirando il suo odore di pulito e pergamena nuova. I capelli ricci di lei gli solleticarono il naso, facendogli perdere il ritmo.

“Hermione...ci sono quasi!” Ringhiò.

“Anch'io!” Fu la risposta, mezza gridata della ragazza. Allora lui la rovesciò sulla schiena, spingendo forte dentro di lei, sentendo finalmente che lei si stringeva attorno al suo membro con un grido strozzato, s'inarcava e afferrava le coperte tra le mani. Baston si sfilò da lei, non volendo rischiare di metterla incinta e venne con un rantolo sulla sua pancia piatta. Affannato, stanco e accaldato si adagiò accanto a lei, cercando di riprendere conoscenza.

“è stato bellissimo!” Esclamò lui, facendola ridere.

“Quella era la mia battuta!” Lo prese in giro, ansimando ancora. Dopo quelle che gli parvero ore, il ragazzo trovò la forza di alzarsi, andando a frugare in un cassetto dell'armadio. Hermione lo guardò beandosi del suo corpo forte, delle sue spalle larghe e le natiche sode, delle gambe lunghe e dei muscoli eleganti. Era bellissimo alla luce fioca della lampada.

“Non starai mica cercando qualcosa da vendere...” lo prese in giro. Oliver si voltò con in mano il suo pigiama coi gattini.

“Cercavo qualcosa da mettere...se volessi qualcosa da vendere prenderei le tue mutandine” le fece l'occhiolino rimediandosi una cuscinata in faccia.

“Vieni a letto, mi piaci nudo!” Esclamò la riccia, ridendo della faccia finta scandalizzata di lui.

“Quella era la mia battuta, che fai me la rubi?” Ribattè replicando quello che poco prima le aveva detto lui.

“Allora fa l'uomo!”

“Domani sera ti porto a cena e ti faccio vedere io che razza di uomo sono!” Saltò sul letto, facendola sobbalzare e ridere felice. Si sentiva spensierata e anche se non fosse durata nel tempo, voleva godersi ogni attimo che la vita le riservava, senza preoccuparsi troppo del domani. Era il momento di pensare solo a Hermione Granger, il Mondo Magico poteva arrangiarsi da solo!

 

Note: Salve a tutti! Avevo scritto questa storia qualche anno fa, più per un momento di follia che altro. Ma oggi mi sono svegliata con la voglia di pubblicarla, tanto per dare qualcosa da leggere di leggero alla comunità. La storia è semplice e tranquilla e non vuol avere niente di pretenzioso. Solo un piccolo passatempo che spero qualcuno apprezzerà. Fatemi sapere se vi è piaciuta!

 

   
 
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