Vegeta-Sej
*
Capitolo 4 – Amare sorprese
*
A
volte basta una semplice parola o frase per far fermare il mondo attorno a te,
per mandare il tuo cuore in frantumi come fosse fatto di cristallo.
Oppure
una semplice pioggia per far sciogliere un castello di sabbia appena costruito
con tanta fatica.
Era
così che si sentiva Vegeta quando Whis aveva annunciato l’arrivo sulla Terra
del popolo saiyan.
Ma
che intendeva?
Lo
aveva chiesto ingenuamente Goku, precedendolo, perché alla sua bocca non
arrivava l’impulso di muoversi.
“Non
è che si sta sbagliando? Magari quell’arnese è andato in tilt” Aveva aggiunto
confuso riferendosi allo scettro che brandiva l’angelo.
Sapeva
che il suo popolo, o meglio, quello di Vegeta, era estinto ormai da anni, era
stato lo stesso Freezer a mettere la parola fine all’era saiyan.
“Non
sono previsioni. Ma io vedo solo certezze, e quello che so è che i saiyan sono
vivi e vegeti.”
“Ma
questo come è possibile?” Grugnì Vegeta stringendo i pugni.
Whis
interrogò la sfera di cristallo e proiettò un ologramma verso il nulla, quello
che videro, gli fecero spalancare la bocca.
Qualcuno
aveva evocato il drago Polunga ed iniziato quella follia.
“Dobbiamo
andare sul pianeta Neo-Namecc, inizieremo da lì” Aveva sentenziato il Principe
dei saiyan salendo sul cubo.
“Non
è meglio se prima andiamo sulla Terra? Se sono diretti lì, Chichi, Bulma e gli
altri saranno in pericolo” Goku si grattò la testa a forma di palma.
Vegeta
incrociò le braccia al petto e indurì lo sguardo, Goku capì che non sarebbero
stati ammessi cambi di programma.
“Dimentichi
che sulla Terra ci sono Trunks, Gohan e Goten. Ci penseranno loro.”
“E
se non fossero alla loro altezza?”
Al
principe partì un embolo, quell’idiota stava solo ritardando la loro partenza
con quelle inutili chiacchiere.
“Sono
super saiyan, deficiente! Li metteranno al tappeto in un batter d’occhio.”
Ma
Goku non ne era del tutto convinto e forse nemmeno Vegeta, ma prima di agire,
prima di precipitarsi sulla Terra, dovevano indagare su quanto successo prima.
E
soprattutto chi aveva avuto la folle idea di far resuscitare quei barbari, e se
per disgrazia fosse successo loro qualcosa, in qualche modo avrebbero sistemato
le cose.
*
Vegeta,
al contrario di Goku, non era precipitoso e istintivo.
Lui
studiava la situazione, coglieva ogni dettaglio, per poi colpirti quando meno
te lo aspetti.
Aveva
ordinato agli dei di portalo sul pianeta Neo Namecc, sapeva che la cosa più
sensata da fare era quella di parlare con i namecciani, scoprendo per prima
cosa, chi ci fosse dietro a tutta questa storia.
Che
fossero stati proprio loro?
Vegeta
scosse il capo togliendosi subito quel pensiero.
Quel
popolo non aveva ragione per compiere un simile gesto, un motivo valido per
riportare in vita proprio i saiyan.
E
se l’essere che aveva pensato di farli tornare in vita, avesse sterminato i
namecciani?
Dovevano
indagare.
“A
cosa stai pensando, Vegeta?” Gli domandò Goku vedendolo preoccupato.
“Ho
una terribile sensazione” Rispose aprendo un occhio.
“Beh!
Hai detto tu che ci sono Trunks e gli altri a proteggere la Terra, non
succederà nulla di grave a nessuno!” Era incredibile quanta positività avesse
quel saiyan cresciuto sulla Terra.
Goku
era si un saiyan, ma più un terrestre per certi aspetti, non era uno di loro,
non li conosceva e non sapeva di cosa potevano essere capaci.
Erano
subdoli, meschini, dei barbari agli occhi delle popolazioni che hanno avuto la
sfortuna di imbattersi in loro.
Persino
Freezer li temeva.
Temeva
che un giorno si sarebbero potuti trasformare nel leggendario super saiyan,
ponendo fine alla sua tirannia.
Per
questo, quell’alieno venuto da lontano, aveva preferito prima sottometterli e
poi sterminarli senza pietà, cercando di eliminare la fonte delle sue notti
insonni.
*
Si
era versato del vino rosso nel calice d’oro.
Aveva
portato alla bocca il bicchiere assaporando quel liquido rubino.
Zarbon
e Dodoria erano rimasti impietriti dietro di lui, dopo che gli aveva
preannunciato il suo folle piano.
“Ne
è sicuro, signore?” Osò chiedere Zarbon inchinandosi.
Freezer
bevve d’un sorso, e Dodoria pensò bene di liberarlo di quell’ostacolo,
prendendo il bicchiere tra le sue mani.
Poi
sospirò dalle narici guardando la galassia fuori dall’oblò della navicella.
“Non
possiamo rischiare.”
“I
saiyan sono ai nostro ordini, non hanno mai disobbedito…”
Freezer
alzò una mano, imponendogli di fare silenzio, Zarbon chiuse la bocca senza
replicare.
“Il
Principe Vegeta, Nappa e Radish sono in missione su altri pianeti, vuole che li
richiami?” Chiese tremolante Dodoria.
“No.”
Rispose lapidario “…per loro ho in mente altro. Non hanno ancora finito con
me.”
*
Quindici
minuti.
Era
il tempo che ci avevano messo a raggiungere il pianeta di Neo Namecc.
Vegeta,
Goku, Lord Beerus e Whis, scesero dal cubo e con passo spedito, raggiunsero il
cuore del pianeta, dove prosperavano i namecciani.
Attorniati
da una fitta foresta di arbusti sempre verdi, sorgevano i sette villaggi del
popolo color smeraldo, collegati tra loro.
Al
centro, si trovava la casa bianca dell’anziano saggio Moori.
“Chi
siete voi?” Aveva chiesto con fare minaccioso un namecciano guerriero, simile
nell’aspetto al loro amico Junior, che si era palesato davanti a loro.
Un
fruscio di foglie lo aveva annunciato, come se si fosse mimetizzato dietro di
esse per tutto il tempo, seguendo quei forestieri dal momento in cui avevano
messo piede sul suo pianeta.
Nessuna
aura proveniva da lui, ma non sembrava un cyborg, piuttosto, era abile ad
azzerarla.
“Ciao!
Io sono Goku!” Gli porse la mano amichevolmente “E tu come ti chiami?”.
Il
namecciano non accettò quel gesto e rimase impassibile di fronte quell’usanza.
Si
trovavano al confine di uno dei villaggi, ancora pochi passi e si sarebbero
lasciati alle spalle quella fitta vegetazione.
“Che
cosa volete?”
“Vedere
il vecchio saggio Moori, abbiamo delle cose da chiedere”
Il
guerriero fu sorpreso di quella richiesta e che conoscesse il suo nome.
“Aspettatemi
qui!” Detto questo, li lasciò li ad attendere il suo ritorno, chissà per quanto
tempo.
*
“Potete
venire” Le foglie si erano mosse e richiuse dietro di se.
Goku
pensò che quell’individuo così duro e autoritario, doveva essere il successore
di Nail.
Gli
assomigliava sia nell’aspetto, che nel portamento.
Sfacciatamente
glielo chiese durante il tragitto, con la solita innocenza e semplicità che lo
caratterizzava.
“Nail?
No, però l’ho conosciuto quando ero un bambino, è stato un esempio per me, e
quando ho saputo che si è unito ad un altro namecciano, o meglio che era stato
assorbito, ho voluto seguire le sue orme. Ed eccomi qui” Allargò le braccia
“…il fidato consigliere e guardia dell’anziano saggio”.
“Vogliamo
smettere di parlare inutilmente?”
Il
guerriero e Goku si guardarono interrogativamente, poi quest’ultimo sussurrò
qualcosa all’orecchio del namecciano, che venne però captato dal principe.
“Non
sono irascibile perché non ho pranzato”
“Mi
ha sentito” Sospirò Goku.
“Piantatela!”
Intervenne Lord Beerus, che si stava chiedendo l’assurdo motivo del perché
anche lui e Whis dovevano prendere parte a quel viaggio.
Si
zittirono tutti, non era il caso di irritare ancora di più il dio della
distruzione, se faceva scoppiare pianeti solo perché non gli servivano un pasto
decente, figuriamoci cosa avrebbe potuto fare ora che si trovava lontano da
casa, con la pancia che brontolava, in un luogo dove si nutrivano solo di erba
e radici insapori.
Il
namecciano scostò la tenda rossa posta all’ingresso della dimora del saggio, e
invitò ad entrare i suoi ospiti, quando l’ultimo entrò, si congedò con un
inchino.
“Grazie,
Ismail” Tuonò Moori dall’alto del suo trono.
Nessuno
dei presenti lo salutò con riverenza, tranne Whis, che accennò un chino con il
capo.
“Goku!
Quanto tempo” Si era alzato e raggiunto il quartetto, abbracciando il saiyan
con la tuta arancio.
“Eh
si, sono passati un bel po' di anni!”
“Che
cosa vi porta qui?”
“Sappiamo
che è stato evocato il drago Polunga, e che il popolo saiyan è stato portato in
vita, perché?”
Moori
guardò dietro Goku, quella figura non molto alta e con lo sguardo truce che
aveva appena parlato.
Riconobbe
in lui, quel sicario che aveva trucidato molti dei suoi amici, in cambio delle
sfere del drago, poi se la memoria non lo stava ingannando, la signorina
gentile che li aveva ospitati a casa sua quando una casa loro non avevano,
ospitò anche lui.
Deglutì
rumorosamente ricordando ancora la sua figura sanguinaria.
L’anziano
saggio fu restio a rispondere, cosa che non avvenne, quando Goku gli chiese
gentilmente di dare una spiegazione.
“Uno
dei nostri ci ha tradito” Moori abbassò lo sguardo dalla vergogna, in tanti
secoli, nessuno aveva osato tanto, ma la smania di potere e le promesse di una
vecchia sibilla, si erano insinuate nella testa di Akim come un cancro,
consumandolo lentamente “…c’era una donna che abitava questo pianeta prima del
nostro arrivo. Ci ha aiutati con la sua magia a costruire i villaggi, in cambio
di vitto e alloggio, non chiedeva altro. Poi ha soggiogato uno dei nostri,
senza che ce ne accorgessimo.”
“Sa
chi era?” Lo chiese il principe.
“Sappiamo
solo che si chiamava Sayla” Rispose l’anziano.
“Sayla?”
Vegeta era rimasto impietrito.
Goku
guardò l’amico con aria interrogativa “La conosci forse?”
“Era
la sibilla di palazzo” Spiegò “…pensavo fosse morta nello scoppio del pianeta”
Aggiunse poi “…quella stronza dev’essere riuscita a scappare in qualche modo,
non è possibile che sia stata alle dipendenze di Freezer” Parlò poi tra sé e sé
a voce alta.
“Sayla
ci aveva spiegato che era riuscita a mettersi in salvo grazie ad una monoposto
di fortuna, dopo che il Re fu assassinato. Aveva vissuto molti anni su questo
pianeta da sola, molto prima che arrivassimo noi”
“Tsk!
Non c’è da stupirsi, è sempre stata molto intelligente e scaltra. Mi chiedo
solo quali siano i suoi piani ora.”
“Mi
spiace non poter soddisfare la tua curiosità, Vegeta. Ma chi l’ha aiutata nella
sua impresa, è stato addormentato.”
Goku
inarcò un sopracciglio “Cioè? Non lo puoi svegliare?”
Moori
scosse il capo e spiegò che chi viene addormentato, non può più venire risvegliato,
ma lo farà spontaneamente appena avrà capito di aver sbagliato, e si sarà
pentito dell’azione compiuta.
Nessuno
sa quanto tempo ci vorrà, e soprattutto cosa accade mentre uno è quella specie
di purgatorio.
“E’
un peccato” Biascicò in tono deluso Goku, al contrario di Vegeta, che sembrava
capirci un po' più di lui in quel momento.
“Andiamocene!
Abbiamo già perso abbastanza tempo” Il principe senza troppi ringraziamenti,
girò i tacchi ed uscì da quella stanza, sciogliendo quella posa rigida che
aveva tenuto tutto il tempo.
“Eh?
Cosa? Ma sei stato tu a voler venire qua” Poi lo stomaco del saiyan dai capelli
a palma iniziò a brontolare “…prima di andarcene possiamo fare merenda?”
“Sei
sempre il solito!” Grugnì Vegeta.
**
Continua
*
Angolo dell’Autrice: Ciao a tutti e buon sabato pomeriggio, dovevo
pubblicare domani, ma temo che tra una cosa e un’altra, di non riuscire, così
ho anticipato.
Contenti?
Se la risposa è
affermativa allora fatemi sapere cosa ne pensate, e vi ringrazio come sempre
per seguire questa storia, siete in tantissimi J
E come sempre vi do appuntamento alla prossima settimana con
il capitolo 5 dal titolo: Sayla.
Baci, Erika
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