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Autore: LadyHeather83    27/03/2021    4 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 5 – Sayla

*

Vegeta era solo un bambino.

Era solo un bambino quando Freezer si era presentato un giorno qualsiasi a palazzo, e aveva imposto al suo re di inchinarsi a lui, al suo volere.

Ricordava quel giorno come fosse ieri, impresso nella sua mente come il tratto di un marchio indelebile.

Era giunto nel bel mezzo dei festeggiamenti per la conquista dell’ennesimo pianeta, che aveva portato a Vegeta-Sej ancora più fama e prestigio nell’universo.

La sua gente, ridotta in schiavitù, era costretta a lavorare per loro, o nelle botteghe in città, oppure restando sul loro pianeta ad estrarre oro e gemme preziose.

Zuul, era una stella di piccole dimensioni, composta da rocce e vulcani per lo più, un ambiente ostile alla vita, ma nonostante questo, alcuni individui erano riusciti ad adattarsi, trovando di tanto in tanto un’oasi dove potersi rifugiare.

Quel pianeta, non era nemmeno nelle mappe stellari, situato nel più remoto angolo dell’universo sette, i saiyan che approdarono lì, lo fecero per puro caso, a causa di un’avaria di una delle monoposto.

Avrebbero dovuto controllare di cosa di trattava, altrimenti a casa non ci sarebbero mai arrivati, o meglio, non ci sarebbe arrivato chi aveva il problema.

*

Il piccolo alieno rosa applaudì quattro volte, complimentandosi con il suo re, per la buona novella.

La musica che echeggiava fino all’alto soffitto a volta, si fermò di colpo e le danzatrici coperte da un leggero vestito di velo dai colori più vari, smisero di ballare a ritmo.

Tutti si allontanarono al suo avanzare fiero e dall’aria minacciosa.

“Congratulazioni per la conquista, Re Vegeta” Disse in tono mellifluo rimanendo ai piedi del trono.

“Chi ti credi di essere per irrompere in questa giornata di festa?” Il sovrano si alzò di scatto e guardò dall’alto in basso quel nano, con aria di superiorità.

L’alieno sorrise sadico “Umpf…Freezer”. Tuonò lasciando impietriti tutti i saiyan presenti.

Nessuno lo aveva mai visto, ma la sua fama era conosciuta in ogni angolo della galassia.

Tutti sapevano della sua forza e della sua crudeltà.

Non faceva nessuna distinzione tra giovani, vecchi, bambini o guerrieri, se qualcuno osava mettersi tra lui e il suo obiettivo, questi eliminava tutti senza pietà.

Re Vegeta deglutì rumorosamente, sapeva che contro di lui non aveva nessuna speranza di vittoria, in caso di duello.

La sua espressione mutò di colpo, e da fiera e altezzosa, divenne più arrendevole.

“La tua fama di precede! Vuoi un calice di vino?” Chiamò con uno schiocco di dita una delle schiave vestite in maniera succinta e quella stoffa trasparente lasciava poco spazio all’immaginazione.

La ragazza dalla nivea pelle e capelli biondi ondulati, si precipitò con quanto richiesto da suo re, e versò il liquido rubino in un calice d’oro tempestato di pietre dello stesso colore.

Freezer accettò di buon grado e sorseggiò la bevanda, che sputò immediatamente dopo.

“E questo sarebbe il tuo vino migliore? Che schifo!”

“Proviene da un pianeta chiam…

Alzò una mano per zittirlo, non voleva sentire altre inutili spiegazioni.

“Pensavo che alla tua reggia si bevesse qualcosa di meglio.” Freezer si portò le mani dietro la schiena ed iniziò a camminare “…invece mi ritrovo con questo sapore orrendo in bocca.” Una smorfia di disgusto si dipinse sul suo volto.

Tutti i presenti rimanevano fermi ed immobili, nessuno osava proferire parola o compiere qualche azione di cui si sarebbe pentito subito dopo.

Quel raggio rosso luminoso partito dal suo indice destro, andò a colpire dritta al cuore la povera schiava che aveva osato servirgli un tale scempio, e stramazzò al suolo inerme, inondando con il suo sangue il pavimento bianco lucido.

Nessuno azzardò ad avvicinarsi a quel corpo, in quanto l’alieno, con andamento lento, si stava apprestando a raggiungerlo.

Si mise a carponi, e leccò il sangue direttamente dalla ferita, osservando i suoi occhi sbarrati e privi di vita.

“Questo si che è buono” Si leccò le labbra, lasciando attoniti i presenti.

Re Vegeta deglutì il nulla davanti a tanta barbarie.

C-che cosa vuoi?” Balbettò il sovrano.

“Un’alleanza!” Rispose guardandolo cinico.

“Alleanza?” Fece di rimando.

Si sarebbe aspettato di tutto, ma non di certo stringere un patto con lui, che alla pari, sarebbe stato come stingerlo con il diavolo in persona, perché era così che era conosciuto nella galassia.

“Ti darò tempo fino al tramonto per decidere” Il tiranno girò i tacchi e sempre con le braccia incrociate dietro la schiena, si incamminò verso l’uscita, camminando sul lungo tappeto rosso.

Poi si fermò di colpo “…e per dimostrarti cosa ti aspetta se non dovessi accettare”. Iniziò a trucidare alcuni presenti senza un ordine preciso.

*

Mentre i saiyan rimasti, avevano iniziato a portare via i corpi per bruciarli tutti insieme, Re Vegeta non si era mosso dal suo trono.

Era rimasto seduto, con la testa abbassata e una mano sul volto.

“Padre” Lo richiamò Vegeta. “…io combatterò”.

Il sovrano gli volse lo sguardo. “Non è un nemico che puoi affrontare.” Si alzò per posargli una mano sulla piccola spalla che sorreggeva il mantello rosso.

“Nessuno può” Aggiunse rassegnato.

“Sire” Sibilò la vecchia megera che era rimasta fino a quel momento nascosta dietro una colonna ad ascoltare i discorsi, ma alle orecchie di Vegeta, sembrò la voce di un serpente velenoso.

Il bambino la guardò in maniera riluttante e se solo suo padre glielo avesse chiesto, l’avrebbe eliminata senza tanti complimenti.

“Un’alleanza con quell’alieno potrebbe rivelarsi la cosa più sensata da fare”.

“Mai! Morire in battaglia è la fine degna di un saiyan. Un saiyan non si fa mai sottomettere. Diglielo tu padre!” Lo guardò con aria di supplica.

E’ questo quello che fin da quando era in fasce, era stato impartito al principe, e sempre cresciuto con quell’ideale.

“Taci, Vegeta!” Lo zittì il sovrano. “Devo fare quello che è più giusto per il mio popolo.”

“Il tuo popolo ti seguirebbe in battaglia. Combattiamolo!” Cercò di farlo ragionare, di risvegliare il suo cuore di saiyan.

“Il Re non vuole portare il suo popolo a un massacro” Fu la sibilla a parlare per il suo sovrano, molto provato su quell’assurda situazione.

“Ho forse chiesto un tuo parere?” Tuonò il principe dei saiyan.

“Smettila, Vegeta. E vattene” Gli ordinò “…sei solo un bambino, non puoi decidere tu le sorti di tutti noi.”

Nella sala c’erano solo loro tre.

Gli altri, dopo che avevano portato via i corpi dei loro compagni, e bruciati, erano rimasti all’esterno del palazzo, fino a che il re, non avesse deciso cosa fare.

Morire o sottomettersi.

“Ma padre…” Cercò di dire, ma venne zittito all’istante e senza diritto di replica.

Era solo un bambino, cosa ne poteva sapere lui di come si governa un popolo.

Era solo un bambino.

Ma aveva più coraggio lui di suo padre.

Uscì da palazzo non con aria abbattuta di chi si era ormai arreso, perché la parola arrendersi, non esiste nel suo vocabolario, e a volte faceva finta di non sapere il suo significato.

Aveva percorso anche lui il tappeto rosso, lo stesso che aveva calpestato Freezer qualche attimo prima.

Era sparito, o meglio sembrava esserlo.

Si schermò gli occhi portandosi una mano guantata di bianco sulla fronte.

All’orizzonte, appena sotto il sole che stava tramontando, vide la sua navicella.

*

“Allora, sire. Che cosa ha deciso di fare?” Gli aveva chiesto Sayla.

“Non ho altra scelta.”

Re Vegeta si incamminò sul balcone dove era solito tenere i suoi comizi, seguito a ruota dalla sua consigliera fidata.

“Fratelli. Sorelle. Amici.” Appoggiò le mani sulla balaustra di marmo bianca mentre cercava lo sguardo del suo popolo.

“Questo è un giorno importante per noi. Il popolo saiyan, è sempre stato un popolo libero…” Fece una breve pausa sospirando “…ma oggi, ho dovuto prendere una vitale decisione…forse la più importante.” Un altro sospiro mentre cercava le parole più adatte, ma non ce n’erano, ed era inutile girarci tanto intorno.

Intanto la folla rimase sempre in silenzio e attenta alle parole del loro sovrano.

“Oggi, sarà il giorno che sancirò la mia alleanza con Freezer!” Lo disse in tono non proprio convinto, d’un fiato, sembrava come che la cosa gli fosse stata imposta e non ci fosse altra via d’uscita, e sia il re, che il popolo poterono udire l’eco di un tuono squarciare il silenzio che c’era stato fino ad ora.

Nessuno parlò, oppure osò ribellarsi a quelle parole.

“Questo garantirà la nostra sopravvivenza!” Aveva aggiunto Sayla.

“E chi ci dice che se non combatteremo ci ucciderà comunque?” Chiese un suddito.

“Abbiamo la sua parola!” Rispose il re.

“E se non la manterrà?” Ribadì un altro saiyan situato un po’ più distante, fomentando il malumore tra tutti i presenti.

“Mi credete un bugiardo?”

Freezer irruppe quella conversazione, trascinando con sé il principe Vegeta svenuto e tumefatto.

Lo lanciò in alto perché il re lo prendesse.

Aveva il viso rigonfio e sanguinante, un occhio nero, mantello e vestiti quasi inesistenti.

“Tuo figlio ha più coraggio di te!” Disse in tono di sfida abbozzando un ghigno soddisfatto.

“Non gli ho dato io l’ordine di attaccarti” Si era giustificato consegnando il corpo del figlio alle sue guardie, per le dovute cure mediche.

Un paio d’ore nella vasca di rianimazione e sarebbe divenuto come nuovo.

Semmai un paio d’ore le avesse il popolo saiyan.

Il sovrano sperava che quella bravata di suo figlio, non costasse loro la vita.

“Si, lo so.” Disse in tono mellifluo “…ma il bambino, ha più palle di te. E stando al discorso che hai appena tenuto, ora ne ho le prove.” Freezer si alzò in volo ed atterrò sul balcone di fronte a lui, e nonostante la differenza di altezza, Re Vegeta era abbastanza intimorito.

“Quali prove?” Indietreggiò.

“Le prove che sei un codardo. Tuo figlio morirebbe piuttosto che sottomettersi.” Iniziò a girargli intorno e a guardarlo con circospezione.

“Non m’importa quello che farebbe mio figlio. Io e il mio popolo eseguiremo i tuoi ordini.” Deglutì sperando di convincerlo.

“E’ la cosa giusta e sensata da fare” Gli porse la mano per una stretta amichevole.

Dopo un po’ di esitazione, il sovrano del pianeta Vegeta, allungò la sua e la strinse a quella del tiranno, sancendo l’alleanza tra il popolo saiyan e il suo esercito di guerrieri.

*

Vegeta aveva aperto gli occhi.

Non si era nemmeno accorto di essersi addormentato in un angolo del cubo trasparente.

La prima cosa che vide, fu la faccia da idiota del suo amico, che continuava a chiedergli se stava bene o se fosse sveglio.

“E levati” Gli aveva ordinato spostandolo con poca grazia, da davanti la sua faccia.

“Siamo arrivati, Vegeta” Disse Whis portando il mezzo di trasporto nel mezzo del prato della Capsule Corporation, dove al principe si chiuse in una morsa lo stomaco iniziando a sudare freddo.

Gli bastò uno sguardo alla staccionata divelta di legno bianco che delimitava il confine con la strada, un paio di arbusti bruciacchiati e la parete distrutta dove si trova la cucina, a fargli salire ancora di più la preoccupazione.

“Siamo arrivati tardi!” Aveva sussurrato a mezze labbra.

*

Continua

*

Angolo dell’Autrice:

Ciao a tutti! Spero si sia capito che è stato un sogno, o meglio un ricordo che Vegeta aveva impresso nella sua testa, e spero anche si sia capito il motivo per cui il nostro amato principe non vede di buon occhio la sibilla Sayla.

Alla fine siamo giunti sul pianeta Terra, e le cose non sembrano presentarsi delle migliori, cosa faranno i nostri eroi adesso?

Come sempre vi lascio con il titolo del prossimo capitolo: Si parte.

E aspetto le vostre impressioni in merito.

Baci, Erika

 

  
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