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Autore: Severa Crouch    29/03/2021    2 recensioni
Hogwarts. 2021. Ci sono giochi che sono pericolosi.
Il Torneo Tremaghi sembra esigere, anche questa volta, il suo tributo di sangue, come impareranno Louis Weasley e James Sirius Potter. I giochi di potere rischieranno di far precipitare il mondo magico in una partita a scacchi, come scopriranno Teddy Lupin e Roland Lestrange. I sentimenti, tuttavia, sono il gioco più pericoloso che si possa giocare e sarà una lezione appresa da Scorpius, Rose e Albus. Infine, ci sono giochi innocenti che rischiano di trasformarsi in tragedia. Chiedete agli Scamander.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Teddy Lupin
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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 Capitolo 4 - L'attesa del Torneo



Hogwarts, 5 ottobre 2021
 

Il primo mese a Hogwarts era trascorso.

James Sirius Potter iniziava a sentire la tensione data dall’avvicinarsi del Torneo Tremaghi. Non c’era studente in tutta Hogwarts che non facesse pronostici su chi sarebbe stato il campione della scuola e che non si domandasse come sarebbero stati gli avversari.

“Signor Potter, credo che gli incantesimi che sto per spiegare potranno tornarle utili durante il Torneo Tremaghi, sempre che sia ancora interessato a candidarsi…”

Il professor Chambers lo fissò con le braccia incrociate, la testa inclinata di lato e un sorrisetto divertito sul volto. Da quando era stato annunciato il Torneo, il professore di Incantesimi aveva iniziato a usare questa tecnica per richiamare l’attenzione di tutti gli studenti distratti durante le lezioni del sesto e del settimo anno. Ogni studente fantasticava su una candidatura, sognava l’essere scelto dal Calice di Fuoco ed essere colui che portava gloria a Hogwarts. Chi sosteneva di non pensarci, mentiva.

Le dichiarazioni di Hermione sulla Gazzetta del Profeta circa le misure di sicurezza aggiuntive facevano pensare che le prove sarebbero state meno difficili rispetto a un tempo e questo aveva aumentato il livello della competizione. I professori, naturalmente, ne approfittavano per portare acqua al loro mulino.

“Secondo me è lui che mette in giro la voce che le prove saranno semplici questa volta… Così tutti ci pensano su e seguono la lezione.” James si volto verso il cugino e si scambiarono un occhiolino veloce.

“Signor Weasley, per cortesia.” Persino Louis, lo studente modello, fu richiamato. James sospirò e cercò di recuperare la concentrazione per memorizzare la formula e i movimenti del prossimo incantesimo, Reinnerva. “Continuando con gli incantesimi di Guarigione, Reinnerva è tra gli incantesimi essenziali per far prendere coscienza a qualcuno che ha perso i sensi,” spiegò Chambers.

Lo videro alzarsi di colpo e raggiungere Matthew Turpin di Corvonero che ormai sedeva fisso con Anne durante tutte le lezioni. Il professore corresse il movimento del polso e lo mostrò a tutti gli studenti. “Venga, Turpin, mostri ai suoi compagni l’esecuzione dell’incantesimo.”

Chambers aprì una gabbietta e prese un topolino addormentato, lo sistemò sulla cattedra e domandò a Turpin: “Ricordi il movimento del polso?” Il Corvonero annuì. James Sirius detestava i ricci scuri di Turpin, le spalle larghe, la pelle della stessa tonalità di quella di Anne. Più di tutto, però, James detestava il modo in cui Turpin avesse iniziato ad essere felice da quando Anne aveva iniziato a sedersi con lui, aveva notato il modo in cui lui la guardava, le attenzioni che le riservava. Anne sosteneva che la gelosia di James fosse ridicola, che loro due erano solo amici, che avrebbe potuto degnarsi di uscire dalla torre e conoscere altra gente. James, tuttavia, a dispetto dei geni Potter che lo rendevano una frana nelle faccende di cuore, sapeva riconoscere quando un ragazzo ci stava provando, e Turpin ci provava con la sua ragazza.

“Ho sentito dire che Jenkins raccoglie scommesse sul campione,” disse Andrew mentre uscivano da Incantesimi.

“Dov’eri finito?” gli domandò James scrutando l’amico. Louis ridacchiò e si scambiò un occhiolino con Andrew, aggiunse solo, “In ultima fila con Ruth.”

“Non ci credo… voi…”

Una risatina divertita uscì dalle labbra di Andrew, si guardò intorno e abbassò la voce, aggiunse: “Sai com’è, Chambers continua a dire che è tutto un lavoro di polso… Diciamo che ci siamo esercitati abbastanza.”

“Godric che schifo,” James alzò gli occhi al cielo. Il solo pensiero che si facessero quelle cose in classe, dove potevano essere visti, finire in punizione.

“Ehi, guarda che abbiamo ripulito, dopo!” scherzò Andrew, “per chi ci hai preso?”

Louis ridacchiava: “Beh adesso abbiamo capito perché Anne sta cercando di vedere se con un’altra bacchetta va meglio.”

“Ragazzi, queste metafore sono indegne e Anne è la mia ragazza, non vi permetto di parlare in questo modo!”

“D’accordo, Potter, ma sai che oggi Turpin è di ronda, vero?”

“E tu come lo sai?”

“Sono il Caposcuola di Grifondoro, ricordi? Anch’io sono di ronda.” James e il cugino si guardarono ed ebbero entrambi la stessa idea.

“D’accordo, ma porta il Mantello dell’Invisibilità, non voglio rogne con i Prefetti. Sai che Rose è di ronda con Malfoy?”

“Per Godric, ma almeno una buona notizia vuoi darmela oggi?”

“Ti porto in giro dopo il Coprifuoco, cosa vuoi di più?” Louis allargò le braccia e cinse le spalle dei suoi due amici, rivolse un sorriso obliquo ad Andrew e domandò: “Che programmi hai per questa sera?”

“Vedi, Weasley…” esordì Andrew sistemandosi gli occhiali sul naso, “Se tu e Potter avete deciso di sabotare la vostra vita sentimentale, non significa che io voglia fare lo stesso. Starò in sala comune con Ruth, pregando che Sarah e Anne non siano così furiose con voi da rovinarmi la serata.”

“Preferisci le ragazze ai tuoi amici, McLaggen? Sono offeso!” Louis alzò il naso all’insù e assunse la sua aria di supponenza con cui guardava dall’alto in basso i Serpeverde e chiunque lo accusasse di essere un privilegiato per via del suo cognome.

“Se permetti, Weasley, Ruth ha una cosa… beh… più di una cosa che tu e Potter non avete…”

“Sei pessimo, McLaggen.” Lo disse mentre Anne e Matthew li superavano parlando fitto della lezione di Pozioni che avrebbero avuto al pomeriggio. Da quanto tempo James non vedeva quel sorriso sul volto della sua ragazza? I loro sguardi si incrociarono per un attimo e James sperò che lei si fermasse e lo raggiungesse. Rimase con la mano alzata come un idiota, mentre la pacca consolatoria di Louis arrivava a confortarlo. “Lasciala perdere, James…” gli sussurrò.

“Il fatto è che io non capisco. Se preferisce stare con Turpin, che me lo dica, perché farmi sentire come se stessi sbagliando qualcosa?”

“Forse perché vuole che lotti per lei.” La voce di Rose li raggiunse alle spalle. James si voltò verso la cugina e la trovò in compagnia di Albus e Scorpius. Dietro di loro, Karl Jenkins parlava con William Robins e Polly Chapman. “Albus, Malfoy, vi siete infilati tra i Grifondoro?” domandò divertito.

“Non diciamo sciocchezze, è tutta una strategia per rendere impossibile la vita di Jenkins e vendicare l’onore di Rose,” esclamò Albus scambiandosi uno sguardo con Rose. James non aveva mai visto sua cugina così allegra in compagnia di suo fratello, per un istante lo sguardo che Rose rivolse ad Albus gli ricordò quello di Anne a Matthew. Scosse la testa, pensando che tutta quella storia lo stesse solo suggestionando. Se così fosse, forse, poteva stare tranquillo. Insomma, Rose e Albus erano chiaramente amici e forse Anne aveva ragione e Turpin era solo un amico.

No, la verità era che se lo sguardo di Anne ricordava quello di Rose, quello di Turpin non era affatto come quello di Albus. La differenza stava tutta lì, James si fidava di Albus e affatto di Turpin.

Dopo cena, mentre tornavano verso la torre di Grifondoro, James scivolò in una rientranza dietro un’armatura per indossare il Mantello dell’Invisibilità, lì attese l’arrivo di Louis per la ronda. Fu sorpreso nel vedere Anne saltare fuori dal buco dietro il ritratto della Signora Grassa dopo cena con lo sguardo luminoso e un sorriso stampato sul volto. Anne si guardava intorno nervosa, mentre si sistemava i lunghi capelli neri e controllava che l’uniforme non fosse spiegazzata. James deglutì e si morse un labbro. Avrebbe voluto abbandonare ogni proposito perché quello sguardo era sufficiente per dimostrare che lei non considerasse Turpin solo un amico. Un’altra parte di sé, tuttavia, voleva andare a fondo in quella storia e chiarire ogni dubbio. Non ci stava a fare la parte dello scemo.

Louis arrivò poco dopo con un sorriso sornione sul volto e la bacchetta in mano. James gli si affiancò e sussurrò sottovoce: “Come mai così contento?”

Louis sobbalzò e d’istinto puntò la bacchetta contro il punto da cui proveniva la voce, poi, la mente dovette elaborare il pensiero e “Per Godric, James, mi hai fatto prendere un colpo!”

Scoppiarono entrambi a ridere e Louis disse: “Seguimi, partiamo dai sotterranei, Turpin va sempre lì a caccia di Serpeverde a cui toglier punti.” Ciò che li sorprese fu il trovare Matthew con Anne nell’atrio della scuola.

Louis si voltò verso James e gli fece cenno di star buono. Sarebbe stato doloroso, ma James acconsentì. “Turpin, non è ancora scattato il coprifuoco, non dirmi che togli punti a una mia compagna di Casa? Sarebbe crudele!”

Mathew Turpin si passò una mano tra i ricci scuri e sorrise. “No, Weasley, ti dispiace se Thomas ci fa compagnia durante la ronda?”

“È la ragazza di mio cugino o c’è qualcosa che mi sono perso?”

Anne sollevò gli occhi al cielo e fece per andare via, ma Turpin la trattenne per il polso: “Non andare Anne, resta con me.” Rivolse uno sguardo a Louis: “Dovremo parlare con James.”

Louis incrociò le braccia e sostenne lo sguardo del Corvonero: “Ah sì, per dirgli cosa? Sono settimane che James cerca di parlare con Anne, senza riuscirci.”

“Non credere che sia facile per me…” sussurrò Anne.

“Sul serio? Qual è la scusa? Sei confusa? Non sai cosa provi? O semplicemente non riesci ad ammettere che ti piace un altro?” Louis stava partendo all’attacco. James allungò la mano sotto il mantello e afferrò il polso del cugino, gli sussurrò di calmarsi. “Sono cose che succedono, Anne, ma credo che James meriti un chiarimento e non di essere preso in giro o di passare per idiota. Quest’estate, le cose erano diverse.”

“Mi dispiace, Louis, non voglio prendere in giro James, ma non è facile parlare con lui.”

Prima che la situazione diventasse più imbarazzante o dolorosa di quanto lo fosse, James tolse il Mantello dell’Invisibilità e le disse: “Non ce n’è bisogno Anne.” Andò via irritato, il coprifuoco non era ancora scattato ma lui non aveva voglia di continuare a girare con Louis e assistere alle effusioni dei due piccioncini.
 

 
****
 
 
La Tana, Ottery St. Catchpole, Devon, 9 ottobre 2021
 

 
“Grazie per essere venuti a questa riunione straordinaria.”

Teddy osservò Hermione alzarsi dal capo del lungo tavolo dei Weasley. Erano stati convocati alla Tana, da Molly e Arthur, segno che la situazione era più grave del previsto o le comunicazioni da dare erano serie. Era stata brava a dissimulare, Hermione, li aveva convinti a trovarsi alla Tana per un pranzo di famiglia, la circostanza che fosse di sabato e non di domenica era sembrata strana, ma lei aveva minimizzato dicendo che “la domenica c’è il Quidditch e finisce che Ginny non c’è mai.” Così, ogni sospetto era rientrato e quando l’avevano vista in jeans, maglione e camicetta a fiori, il ministro era sparito e tutti loro avevano rivisto solo la loro Hermione Granger.

In piedi, a capotavola, con Ron al suo fianco, tuttavia, sembrava aver assunto i panni del Ministro della Magia, l’autorevolezza che sprigionava era notevole, benché ancora non avesse iniziato il suo discorso. Era una questione di postura, espressione facciale, le sopracciglia corrucciate e le labbra contratte nello sforzo di trovare il coraggio di dare un annuncio difficile.

“Aspettate un altro bambino, cara?” domandò Molly. La domanda lasciò affiorare una serie di sorrisi nervosi sul tavolo. Fleur scosse la testa mentre guardava il marito e Teddy la sentì sussurrare: “È sempre la solita, tua madre…” Bill si limitò ad alzare le sopracciglia complice con la moglie. Teddy non riuscì a fare a meno di spostare lo sguardo su Victoire che, tuttavia, era rimasta concentrata su Hermione e non aveva notato lo scambio tra i suoi genitori. Teddy allungò la mano verso di lei e rimase in attesa.

“No, Molly, vorrei che fosse un annuncio tanto lieto. Qualche settimana fa, il Dipartimento Auror ha scoperto cinque polli uccisi con le Maledizioni senza Perdono presso un Babbano di nome Henry Potter. Siamo stati avvertiti dal Dipartimento degli Obliviatori, ma gli Auror lo avevano scoperto grazie alla Traccia che abbiamo apposto sul mondo magico per gli incantesimi proibiti. Teddy e Vic hanno ricostruito la dinamica e le indagini sono in corso per capire cosa c’è dietro.”

“Chiunque sia stato, è stato bravo, non ci sono tracce su cui indagare e la scena del crimine è stata compromessa dai Babbani,” intervenne Victoire. Hermione annuì seria. Zio Harry sedeva nervoso con il pugno contratto, Ginny al suo fianco ascoltava attentamente con le braccia conserte.

“È accaduto di nuovo, ieri mattina. Ho fatto il sopralluogo con Hestia. Questa volta è stato una famiglia di donnole a farne le spese in un bosco di proprietà di un Babbano, un tal Hector Granger.”

“Una famiglia di donnole?”

“Anche piuttosto numerosa, direi.”

“Sbaglio o è il vostro animale?” domandò Teddy.

“Cosa significa, cara?”

“Non ne abbiamo idea, Molly, vi ho convocato per dirvi di prestare attenzione e di riferire a me, Teddy, Victoire, Harry, qualsiasi cosa strana che possiate notare. Se il pollaio di Henry Potter poteva essere un caso, una spiritosaggine, le donnole nel bosco del signor Granger sono un chiaro messaggio.”

“Perché hai voluto che partecipassi anch’io?” Ginny lo domandò preoccupata.

“Perché ho bisogno di tenere Rita Skeeter lontana da questa storia. So che non vede l’ora di mettermi in difficoltà e immagina quanto potrebbe ricamare se una storia del genere dovesse saltare fuori.”

“Ho litigato furiosamente in redazione per ottenere l’assegnazione degli articoli del Torneo Tremaghi. Ho fatto presente che rientra tra i giochi magici e io sono la cronista di sport e giochi magici della Gazzetta, ma non posso scavalcare una caporedattrice come la Skeeter, lo sai.”

“Temo che sia tutto inutile, Hermione.” Arthur fece voltare l’intera tavolata verso il soggiorno. Videro il signor Weasley prendere dal tavolino la copia del “Profeta della Domenica” da cui titolava in prima pagina: “I nuovi Mangiamorte si addestrano con gli animali Babbani, ma il Ministro Granger tace. Siamo al sicuro o farà gli errori di Fudge?”

“Che faccia tosta!” esclamò Ron. Teddy notò il modo nervoso in cui Percy si sistemò gli occhiali sul naso. George se ne accorse e gli disse: “Beh, ora hai l’occasione per dimostrare di non essere un completo idiota, no?” Il tono era scherzoso, come se desse per scontata la posizione di Percy, ma toccò un nervo scoperto visto che rispose: “Credevo che questo aspetto fosse già chiarito. Devo dimostrarlo nuovamente?”

“Oh, no, Percy, no! Hai ragione!” Nonna Molly, come tutti loro la chiamavano, intervenne a sedare un confronto che poteva degenerare.

“Era solo una battuta.”

“Nemmeno una delle migliori, papà,” lo riprese Roxanne. “Sappiamo tutti che zio Percy è a posto.” Teddy notò il modo in cui Roxanne e Molly si scambiarono un sorriso, Angelina e Audrey cercarono di stemperare l’atmosfera, interrotta dall’esclamazione di Hermione: “Quella grandissima oca!”

“Chi?” domandò Ron. Hermione assottigliò gli occhi verso il marito e sibilò: “Lavanda.” Teddy assistette agli occhi al cielo di Victoire e le mani sul viso di Ginny, Lucy e Percy, in un modo così sincronizzato da risultare buffo. “Ecco chi è stata a raccontare delle morti degli animali e dell’uso delle maledizioni senza perdono! Mi sentirà! Ci sono indagini in corso e lei parla con la stampa?”

“Hermione…” Harry si sistemò gli occhiali e le disse: “Prima di prendertela con Lavanda…”

“No, Harry, non iniziare a difenderla!”

“Ascoltami, però, la domanda da fare è: perché la Skeeter è andata a colpo sicuro da Lavanda? Chi l’ha indirizzata?”

“Ha ragione Harry, non si è parlato di nessuna inchiesta sui rapporti tra maghi e Babbani nelle ultime riunioni di redazione della Gazzetta del Profeta. Qualcuno ha imbeccato la Skeeter.”

“I Mangiamorte non sono stati nemmeno presi in considerazione nei rapporti degli Auror,” aggiunse Teddy. “Non ci sono segni che sia qualcuno correlato a Voldemort.”

Victoire si voltò verso di lui e gli disse: “Sul serio? Solo perché non c’è il Marchio Nero? Non pensi che possano centrare qualcosa?”

La discussione venne interrotta dall’arrivo di un Draco Malfoy su tutte le furie. “Oh, vedo che ho interrotto una riunione di famiglia!” esclamò gelido. Dopo quanto accaduto al figlio e ad Albus, lo avevano invitato un paio di volte alla Tana, su insistenza di Hermione e lui doveva aver dedotto che fossero tutti riuniti in quel posto. Hermione l’osservò ritta a capotavola. “Malfoy, cosa ti porta nel Devon?”

“I pavoni di mio padre sono stati torturati e uccisi, Granger.”

Harry, Ron e Ginny trattennero nascosero le risatine dietro una mano. Draco, tuttavia, le notò e incrociò le braccia indispettito: “Sul serio, Potter, non è affatto divertente. Ho letto il Profeta della Domenica e se ci sono Mangiamorte che vogliono farcela pagare per avervi aiutato a vincere la guerra, voglio saperlo. Devo proteggere mio figlio e i miei genitori.”

“Non c’è nessuna evidenza che i Mangiamorte siano coinvolti,” disse Hermione. “A meno che tu non abbia altri elementi a sostegno di questo sospetto, Draco.”

“Purtroppo, nessuno. Ti ho cercata per avere maggiori informazioni, ma vedo che, come un anno fa, brancoli nel buio.” Draco spostò lo sguardo su lui e Victoire e continuò sprezzante: “Vedere due dei tuoi migliori Auror a tavola invece che al lavoro mi rende evidente le priorità del ministero.” Hermione sospirò: “Non è il caso di iniziare a polemizzare, Draco, sto effettuando i rilievi personalmente insieme ad Hestia Jones, il Capo del Dipartimento Auror. Harry, considerati coinvolto. Teddy e Victoire dovranno andare a Hogwarts, la comparsa di questi fenomeni con l’avvicinarsi del Torneo Tremaghi è sospetto, ma è troppo presto per affermare che c’entrino i Mangiamorte.”

“Però possiamo scoprirlo,” disse Victoire. Teddy sapeva cosa le passasse per la testa. “Non ha mai funzionato, anzi si è sempre rivelato controproducente.”

“Lo scorso anno è saltato fuori che i Lestrange sapevano chi fosse Delphini e l’hanno lasciata lavorare, pronti a rivelare la loro vera fedeltà se avesse avuto successo e vuoi farmi credere che non sappiano nulla?”

“I Lestrange vivono sotto osservazione da troppo tempo, nessun sostenitore di Voldemort li avvicinerebbe,” disse Draco. “I miei genitori li frequentano ancora e sono in buoni rapporti. La moglie di Rodolphus lavora con Theodore Nott, Roddie e Orion lavorano al Ministero e non credo che Roland faccia cose del genere, lui le arti oscure le può praticare nel suo castello al riparo dalla traccia.” Draco intercettò lo sguardo sorpreso di Hermione e aggiunse beffardo: “Proprio così, ministro, ci sono dei buchi nella sua coperta d’oppressione.”

 
****

 
Hogwarts, 9 ottobre 2021
 

“Scorpius, sei pronto?”

Albus non stava nella pelle all’idea di andare a Hogsmeade. Voleva assolutamente fare scorta di piume e pergamene e osservare i nuovi taccuini che Scrivenshaft e fare un giro da Mondomago. Secondo la pubblicità apparsa sulla Gazzetta del Profeta era arrivata una scorta di Omniocoli che sarebbe stata perfetta per seguire le gare del Torneo Tremaghi.

Albus sbuffò per il caldo e l’impazienza. Ogni volta era sempre la stessa storia: si preparava per uscire e poi iniziava a sudare mentre aspettava Scorpius che finiva di prepararsi. Malfoy usciva dal bagno fresco e affascinante, mentre lui si sentiva sudato come Hagrid e profumato come Neville quando fertilizza le piante con il letame di drago.

“Eccomi!”

Scorpius lo raggiunse con un sorrisetto soddisfatto sul volto. Albus non fu l’unico a notare il modo in cui il suo amico si controllò la pettinatura nello specchio prima di uscire dalla sala comune. Frederiks esclamò divertito: “Malfoy, guarda che la tua fidanzatina Potter ti apprezza già così.” Seguirono una serie di risate sghignazzanti mentre Albus sentiva le guance avvampare per la vergogna. Scorpius l’osservò perplesso, come se ci fosse qualcosa che non andasse. Cercò di distrarlo e biascicò un “Lascia perdere Yann, andiamo, sto morendo di caldo qua dentro!”

“Guarda Potter come si scalda, eh, Malfoy, che effetto che fai ai ragazzi…”

Albus si voltò verso Yann spazientito: “Frederiks, è un corteggiamento questo?”

“Sei geloso, Potter?” ridacchiò.

Albus scoppiò a ridere e si trascinò dietro Scorpius, la sola ipotesi era ridicola. Albus non aveva alcuna ragione per essere geloso di Scorpius e Frederiks, visto che i due si odiavano e Yann non faceva nulla per nascondere quell’odio. Poi, un pensiero si installò nella mente di Albus: e se Yann cercasse di attirare l’attenzione di Scorpius perché in realtà gli piace? Non gli risultava che Frederiks avesse una fidanzata o una relazione con qualcuna, benché fosse il Capitano della squadra di Quidditch di Serpeverde e avesse una serie di ammiratrici.

“Frederiks è un idiota,” disse Scorpius.

“Secondo me gli piaci,” biascicò Albus, scrutò attentamente le espressioni di Scorpius pronto a cogliere ogni segnale. L’amico, tuttavia, scoppiò a ridere: “Mi spiace per lui, gli stronzi non mi sono mai piaciuti.”

Tirò un sospiro di sollievo nel sentire quell’esclamazione, poi, il suo cervello registrò un sottotesto che l’ansia di allontanare la minaccia di Frederiks non gli aveva fatto notare: Scorpius non aveva detto che non gli piacevano i ragazzi. Trattenne il sorriso a quella rivelazione e ridacchiò: “Forse si è illuso visto quanto ami farti strapazzare da Rose…”

“Ma Rose non può essere paragonata a Frederiks, lei è un’altra cosa,” mormorò Scorpius, le guance diventate rosse. “Insomma, lo sai, Rose… beh… lei è…”

“…complicata,” terminò la frase andando in soccorso dell’amico.

“Sì, ma è anche irraggiungibile. Nonostante tutto sta con Jenkins, no?”

“Stai perdendo le speranze, Malfoy?”

“È complicato, Albus, non capisco cosa mi succede.”

“Ti va di parlarne davanti una Burrobirra?”

“Possiamo provarci.”

Che Rose fosse un argomento spinoso, sembrava essere intrinseco nel nome di sua cugina, si disse Albus. Persino lui era confuso dopo gli ultimi mesi trascorsi insieme. Scacciava i pensieri su Rose sentendosi sporco. È mia cugina, si ripeteva, siamo cresciuti insieme, come se ciò bastasse ad allontanare quello che sentiva, ad impedire al suo stomaco di sobbalzare quando lei gli scostava i capelli dalla fronte o gli faceva un complimento. Aveva scoperto delle reazioni nel suo corpo, quando Rose gli faceva il solletico che l’avevano turbato.

Si era trovato ad invidiare Scorpius che poteva parlare liberamente della sua cotta senza speranze per Rose, mentre lui non aveva nemmeno la possibilità di sfogarsi. Il suo migliore amico l’avrebbe presa come un tradimento, suo fratello sarebbe tornato a considerarlo strambo ed era fuori discussione parlarne con Lily, Hugo o Teddy.

Doveva gestire quell’infatuazione da solo, superarla senza ferire Scorpius e rovinare l’amicizia che stava nascendo con Rose. Non poteva rovinare tutto.

La sua risoluzione venne messa alla prova non appena arrivarono a Hogsmeade, quando dalla carrozza accanto alla loro, Rose e Karl scesero in compagnia di William e Polly. Tutti avvolti nelle loro sciarpe rosso-oro, sembravano un gruppo inarrivabile. Albus spostò lo sguardo su Scorpius, entrambi si sorrisero con la stessa espressione sofferente e cercarono rifugio da Scrivenshaft.

“La cancelleria è il rimedio migliore per le pene d’amore,” sentenziò avventandosi sui taccuini che erano appena arrivati.

“Pensavo che fosse il cioccolato,” ridacchiò Scorpius. Lo sguardo di entrambi venne catturato da un nuovo set di Piume magiche. C’erano alcune piume di uccelli tropicali che erano meravigliosi con i loro colori sgargianti.

“Queste arrivano dal sud America,” spiegò loro la commessa. “Credo che nessuno possa passare inosservato con una piuma del genere,” disse Scorpius. “L’obiettivo è proprio questo: lasciare il segno.”

Albus le sorrise: “Grazie, ma c’è qualcosa di più ordinario? Sa, in classe non si vuole dare nell’occhio…”

“Certo, abbiamo questa piuma d’aquila dotata di incantesimo mimetizzante, assume l’aspetto delle piume intorno a lei.”

“Interessante!” esclamò Scorpius, “ne prendiamo una a testa!” Albus guardò l’amico pagare le piume e porgergliene una. “È un regalo perché sei il mio migliore amico,” gli disse con un sorriso, mentre Albus si sentiva uno schifo. Non sei un amico, gli sussurrava una vocina nella sua testa, gli amici non desiderano le ragazze che piacciono ai loro amici, non fanno certi pensieri sui loro amici.

“Lascia che ti offra la Burrobirra ai Tre Manici di Scopa,” gli disse portandolo fuori dal negozio. Il cielo di Hogsmeade si era riempito di nuvole e grosse gocce di pioggia iniziarono a cadere tra le vie della cittadina magica. Albus e Scorpius corsero ridendo lungo la via principale diretti al pub. Arrivarono affannati, con le guance rosse e divertiti da quell’imprevisto.

Si fecero largo tra la folla di studenti alla ricerca di un tavolino libero. Ne trovarono uno sul fondo della sala, lasciato libero da due Corvonero del terzo anno che si erano alzati. “Tieni il tavolo, io vado a ordinare,” disse Albus mentre si dirigeva al bancone da Ernie il figlio di Madama Rosmerta che da un paio d’anni stava subentrando alla madre insieme alla sua fidanzata, l’affascinante, Lydia.

“Eccomi, qui, c’era una fila incredibile,” disse Albus passando il bicchiere di Burrobirra a Scorpius.

L’amico sorrise e fece un cenno del capo alla sua sinistra: “C’è anche Rose.”

“A proposito di Rose, vuoi dirmi cosa ti succede?” domandò Albus, “Se ti sta passando la cotta per lei è solo un bene, magari aumentano le tue chance perché la smetti di comportarti da idiota quando c’è lei.”

“Non lo so cosa mi succede,” sospirò, “Vorrei che fosse così facile dare una definizione certa e sapere cosa provo, ma non è così semplice.”

“Ti piace qualcun altro?” La voce di Albus tremò leggermente e il cuore sembrò fermarsi quando Scorpius mormorò “Non lo so. Non so cosa mi sta succedendo, è come se tutto quello che ho sempre creduto fosse sbagliato.”

“Ti capisco,” mormorò Albus affondando il viso nella Burrobirra. Quando abbassò il bicchiere vide lo sguardo sorpreso di Scorpius ad aspettarlo: “Cosa significa? Tu… Insomma, dopo Delphini tu…”

“Non lo so che mi succede, tutto quello che credevo di sapere sembra non contare più molto e ho paura. L’ultima volta, con Delphi, ho rischiato di perderti e non voglio che accada di nuovo.”

“Delphi non è riuscita a separarci e non esiste ragazza che non possa dividerci,” gli disse Scorpius. Lo sguardo di Albus si spostò su Rose, qualche tavolo a sinistra, che rideva a una battuta di Polly. Osservò la mano di Karl sulla spalla della cugina e sospirò.

“Oh, no, anche tu…” mormorò Scorpius. Albus abbassò gli occhi sentendosi un mostro. Non era riuscito a gestire la sua infatuazione né a fingere con Scorpius. Scosse la testa con un sorriso tirato, allungò una mano verso quella di Scorpius e gli disse: “Non lo so, magari è il gruppo di lettura che mi influenza. Insomma, non dovrei avere certi pensieri.”

“Non puoi impedire i pensieri, Albus, lo sai, più ci provi e più loro tornano forti.”

“È tutto un casino, Scorpius, non riesco a fare un pensiero che sia a posto. Perché tutto quello che penso è così strano?”

“Non dirmi che ti piace anche Lily, insomma, è tua sorella!”

“Per Salazar, no! È piccola! Ed è mia sorella! No!” Si guardarono sconvolti, ridacchiando imbarazzati, poi Scorpius aggiunse: “Sarebbe come essere innamorati di James, o di me.”

“Tu non sei mio fratello,” disse Albus senza riflettere troppo. Scorpius arrossì: “No, non lo sono, ma… insomma, sarebbe strano, no?”

“Non per Frederiks,” sghignazzò Albus, “Immagini la sua espressione?” Affondarono entrambi il viso nelle Burrobirre e scoppiarono a ridere. La tensione di quella domanda era scomparsa e Albus era riuscito a non negare né confermare. Non poteva confessare a Scorpius che lui era l’altra estremità a cui tendeva il pendolo del suo pensiero che si alternava tra lui e Rose.
 

 
****
 
I fine settimana a Hogsmeade erano sempre divertenti. Karl, Polly e William l’avevano fatta morire dalle risate e Rose era tornata al castello di buon umore, pronta a godersi la cena e la ronda notturna con Scorpius. Adorava le ronde con Malfoy perché trascorrevano la serata a parlare delle loro letture, era come una sessione straordinaria del loro gruppo, mancava Albus perché la serata diventasse perfetta.

Indossò l’uniforme e si preparò per la cena avendo cura di sistemare i capelli sconvolti dalla pioggia che li aveva colpiti durante il pomeriggio.

Polly uscì dalla doccia e la squadrò da cima a piedi: “Come siamo carine… Che programmi hai per stasera?”

“Sono di turno come Prefetto,” disse mentre applicava un po’ di crema idratante.

“Con chi ti hanno messa questa volta?”

“Oggi sono con Scorpius, quindi sarà leggera, passeremo il tempo a parlare della saga che tu non vuoi iniziare.”

“Siete al quarto romanzo, non mi metterò mai in pari e mi hai praticamente spoilerato la storia… Se non dovesse piacermi Curunir, temo che mi toglieresti il saluto.”

“Puoi giurarci, sarebbe indice dei tuoi pessimi gusti in fatto di uomini.”

“O dei tuoi…” scherzò Polly facendole l’occhiolino.

“Dai, però, Karl sta rigando dritto, no?” domandò Rose.

“Sì, certo, facile ora che siamo a Hogwarts… Ho scoperto delle cose su William, di quest’estate,” Polly sospirò e si chinò per infilare gli slip.

Rose la seguì con lo sguardo e ammirò la capacità dell’amica di indossare la biancheria tenendo il telo annodato al corpo, aveva una tecnica unica. “Insomma, le cose non vanno affatto bene e sto riconsiderando un po’ di cose.”

“Gira voce che tuo cugino sia appena tornato sul mercato…”

“Albus?” domandò sorpresa dall’affermazione di Polly. Osservò lo sguardo disgustato dell’amica: “Per Godric, no! Parlo di James Sirius, lui sì che è figo! Come ti è saltato in mente Albus?”

Rose scrollò le spalle e controllò il nodo della cravatta, sistemò le onde dei suoi capelli che grazie alla Tricopozione Lisciariccio di Fleamont Potter riusciva a gestire. “Cosa? James e Anne si sono lasciati?”

“Pare che lei abbia una storia con Matthew Turpin di Corvonero. Non so se l’hai presente.”

Rose annuì, era il Cercatore di Corvonero e si sarebbe scontrato sul campo da Quidditch con James alla prima occasione.

“Potresti mettere una buona parola per me…” mormorò Polly Chapman.

“Ma così farei un torto a William che è il miglior amico di Karl.”

“Ma io saprei consolare James, non vorresti che fossimo parenti?”

“Vuoi davvero diventare la cognata di Albus?” ridacchiò Rose, “Immagino i pranzi di famiglia!” Si voltò conciliante verso l’amica che cercava di sistemare al meglio l’uniforme e scuoteva la testa sconsolata: “Non c’è modo di rendere questa divisa sexy…”

“Generazioni di studentesse ci hanno provato invano, secondo zia Ginny aumenta le fantasie e la voglia di sfilarla. Dice sempre che non dobbiamo avere fretta di mostrare le nostre carte, la seduzione è come una partita a scacchi.”

“Io la immagino più come un fuoco d’artificio di Zonko,” commentò Polly.

“Ma così finisce subito, le partite a scacchi durano molto di più.”

Continuarono a discuterne lungo le scale, fino alla Sala Grande. Rose sentì una gomitata di Polly quando James, Louis e Andrew passarono vicino loro. Sospirò ed esclamò: “Ehi! Vi siete divertiti a Hogsmeade?”

James si voltò verso di lei e la raggiunse: “Non siamo andati a Hogsmeade. Siamo rimasti al castello ad allenarci, ma non dirlo a nessuno.”

“Allenarvi? Ma Ruth non mi ha detto niente,” esclamò Rose terrorizzata all’idea della lavata di capo che si sarebbe beccata se avesse saltato un allenamento. James abbassò la voce: “No, non a Quidditch. Stiamo facendo allenamenti speciali per il Torneo: Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Trasfigurazione Avanzata, tanto per cominciare.”

“Non c’entra niente con il fatto che tu e Anne vi siete lasciati?”

“E tu come lo sai?”

“Le voci corrono e la sala comune è piccola.”

James alzò gli occhi al cielo. Polly, accanto a Rose, era al settimo cielo in un modo a dir poco imbarazzante. “È lei che ci perde,” sussurrò sbattendo le ciglia. Rose alzò gli occhi al cielo e si scambiò uno sguardo imbarazzato con James.

Louis era troppo sveglio – sicuramente più di James – capì subito l’antifona e trascinò il cugino lontano da Polly attirandosi un paio di commenti acidi della sua amica. Rose cercò di nascondere le risate ma il divertimento cessò non appena entrò in Sala Grande. Sua madre, zio Harry, zia Ginny, Teddy e Victoire parlavano con la Preside.

Hermione si voltò, i loro sguardi si incrociarono, sua madre le sorrise: “Rose…”

“Ministro…” esordì Polly con un inchino che strappò una risatina sarcastica a Rose. Diede una gomitata all’amica e Hermione la salutò: “Ciao Polly, ciao, Rose.”

“Cosa ci fai qua?”

“Anch’io sono felice di vederti,” sospirò Hermione, “Siamo venuti a parlare con la Preside. Teddy e Victoire staranno qua insieme a una delegazione di funzionari del Ministero durante tutte le prove del Torneo.” Sua madre parlava, ma lo sguardo di Rose venne catturato dal dialogo acceso tra James con i genitori. Andrew McLaggen, in un angolo, sospirava osservando il suo idolo di sempre, Ginny Weasley.

“Sono venuta a vedere come state tu e Hugo.”

“Stiamo come al solito, come mai ti interessa?”

Hermione sospirò e Rose comprese: “È per via dell’articolo sul Profeta della Domenica, vero? Pensi che ci siano di mezzo i Mangiamorte, di nuovo?”

“Non lo so, ma vorrei che tu e Hugo faceste attenzione. Se vedete qualcosa di strano avvisate Teddy e Victoire, intesi? Stiamo indagando, ma chiunque ci sia dietro sa camuffare bene le sue tracce.” Rose annuì. Hermione era sempre stata una donna impavida. I racconti sulla guerra la dipingevano come un’eroina, lei la conosceva nel ruolo di strega responsabile e infaticabile. Il mondo magico veniva sempre prima del suo benessere e anche quello della sua famiglia e per questo motivo Rose e Hugo l’avevano detestata, sebbene il papà facesse del suo meglio perché sentissero la presenza di un genitore. Il lampo di preoccupazione che aveva scorto negli occhi di sua madre, tuttavia, cambiava le cose. Il solo pensiero che dietro l’uso delle arti proibite ci fossero i Mangiamorte, dei nuovi Mangiamorte, la gettava nell’angoscia, era come se tutto il suo lavoro per migliorare il mondo magico non fosse servito a nulla. Rose notò delle rughe ai lati degli occhi e per la prima volta avvertì che sua madre non era eterna e perfetta come aveva sempre creduto.

“D’accordo, mamma,” disse prima di essere interrotta da Hugo che disse: “Che succede? Cosa ci fai qua, ma’?”

“Sono venuta a trovare la preside per via del Torneo Tremaghi, Rose ti spiegherà tutto. Adesso, porto via Harry prima che inizi a litigare con James. Pare che non voglia che partecipi al Torneo.” Accompagnò la madre da zio Harry e zia Ginny per salutarli e dare manforte a James. In supporto arrivarono anche Albus e Scorpius. Rose fu sorpresa dalle domande che sua madre rivolse a Scorpius, dalla preoccupazione che mostrò verso il suo amico. Sì, ultimamente i suoi genitori avevano cambiato opinione verso i Malfoy, specie dopo quanto accaduto l’anno precedente, ma quella preoccupazione era sospetta.

“È successo qualcosa che non so, signora Weasley?” domandò Scorpius. Rose notò la gaffe e il modo in cui Hermione si irrigidì. Era il Ministro Granger e lui la chiamava signora Weasley, era il solito Scorpius disastro, o forse era un genio, Rose non l’aveva ancora deciso.

“Hai letto il Profeta della Domenica?”

“Se si riferisce all’articolo di Rita Skeeter, sì, l’ho letto.”

“Molto bene. Sei un ragazzo intelligente, Scorpius, tuo padre ci ha informato da poco che i pavoni albini di tuo nonno sono morti con magie proibite.”

“Per Salazar…”

Hermione osservò lei, Hugo, Albus e Scorpius, disse loro: “Lo so che è terrificante il pensiero di una minaccia che incombe. Hogwarts è uno dei posti più sicuri del mondo magico, promettete che non cercherete di minare le misure di sicurezza che dovremo imporre.”

“Avete già abolito il Quidditch, che altro ci dobbiamo aspettare?” domandò Rose spazientita. Notò il sorrisetto di Scorpius e Albus e si decise a ignorarlo.

“Ciò che sarà necessario, Rose, io spero che non ci saranno restrizioni, ma non posso farti nessuna promessa. Qualcuno ha imbeccato Rita Skeeter e qualcuno dopo ventitré anni dalla morte di Voldemort tira fuori i Mangiamorte. Non vorremmo che l’arresto di Delphini Riddle e la scoperta della sua esistenza abbia suscitato delle attese. Stiamo indagando, ma non è semplice e vorrei che vi guardaste le spalle. Intesi?”

Annuirono tutti quanti. Il discorso di Hermione rimase nelle loro teste e sembrò far svanire i problemi che fino a qualche minuto prima credevano di avere.

Rose si ritrovò a parlarne con Scorpius durante il turno di ronda: “Credi che stiano tornando sul serio, i Mangiamorte?”

Scorpius sospirò e scosse la testa: “È difficile dirlo, è una pista che non si può escludere del tutto, ma se penso ai figli degli ex Mangiamorte che conosco… beh… mi sembra impossibile.”

“Giusto, tu conosci diversi figli di Mangiamorte, che tipi sono?” Rose osservò il modo in cui Scorpius teneva la bacchetta con una mano, mentre l’altra rimaneva nella tasca del mantello. Scrollò le spalle e disse: “Normali, come me e te. Sì, d’accordo, dicono che bisogna frequentare solo dei Purosangue, ma nessuno di loro dice che i Babbani meritano di morire o che i Nati Babbani debbano essere perseguitati. Nessuno rimpiange i tempi di Voldemort… Anzi, di solito le facce si scuriscono e i sorrisi si spengono.”

“Eppure tu non sapevi nulla di Delphini.”

Scorpius scosse la testa: “No, frequento i Lestrange da quando ero bambino e nessuno l’ha mai menzionata.”

“Non pensi che possano nasconderti altre cose?”

Un rumore li interruppe, era simile a un verso. Il coprifuoco era scattato da una mezzoretta. “Avanti, chi sei?” domandò Rose puntando la bacchetta contro la fonte del rumore.

“Vieni avanti…” disse Scorpius.

“No, Tod, no!” una vocetta parlò nell’ombra. Proveniva da dietro un’armatura. Rose e Scorpius si fecero cenno di andarle incontro. “Su, Tod, vieni fuori!” esclamò Rose, cercando di mostrarsi conciliante. Scorpius lasciò cadere dalla tasca del mantello l’involucro dorato di un Calderotto e uno Snaso vi si avventò.

“Immobilius!” esclamò Rose contro lo Snaso mentre dietro di lei si sentì, simile a un lamento disperato: “No, Tod!”

Scorpius afferrò lo Snaso e Rose spostò lo sguardo verso la voce, un’uniforme di Tassorosso andò loro incontro. “Lysander?” domandò Rose non appena riconobbe i ricci biondi del bambino.

“Lo conosci?” domandò Scorpius perplesso.

“Sì, lui è uno dei due gemelli Scamander,” spiegò, “Cosa ci fai fuori dal dormitorio a quest’ora, Lysander?”

“Tod sentiva nostalgia di Lorcan e volevo farli incontrare…” si giustificò. Rose si chinò verso il bambino: “Lo sai che il regolamento non ammette la presenza di Snasi? Sono pericolosi in una scuola. Come fai a prendertene cura?” Lysander alzò le spalle con un broncio che minacciava di trasformarsi in pianto. “Non mi portare via Tod, ti prego, Rose!” Si tuffò contro la sua gonna e Rose si scambiò uno sguardo perplesso con Scorpius. Sospirò. Era una delle cose che più detestava dell’essere Prefetto, ma Molly le aveva detto che bisognava essere giusti, non crudeli, e così lei disse: “Lysander, ascoltami, non puoi stare fuori dal dormitorio a quest’ora, non è consentito. Dovrò togliere cinque punti a Tassorosso per questa infrazione. Non puoi tenere uno Snaso, non gli fa bene, è pericoloso per lui e per gli altri studenti. Domani mattina lo porteremo da Hagrid. Lui se ne prenderà cura e tu e Lorcan potrete andarlo a trovare quando vorrete, d’accordo?”

Lysander annuì. Gli occhioni azzurri erano pieni di lacrime che furono cacciate indietro e le guanciotte rosse, scosse dall’essere stato colto in flagrante, intenerirono Rose. Lo accompagnarono vicino il dormitorio di Tassorosso e controllarono che entrasse in sala comune, mentre andavano via, tuttavia, Scorpius le disse: “Non credevo che fosse così semplice farla franca con te…”

“In che senso?”

“Beh, Tassorosso se l’è cavata con solo cinque punti in meno quando era un’infrazione da chiamare la preside e scrivere a casa.”

“Dai, è un bambino del primo anno!”

“Al primo anno mi odiavi,” le ricordò. Rose scoppiò a ridere e Scorpius la seguì. Era così strano stare bene con Malfoy, trovarsi in sintonia, riuscire a parlare di qualsiasi cosa sapendo che lui non avrebbe frainteso. Arrivarono fino all’atrio dove si sarebbero salutati per la fine del turno.

“Mi piace fare le ronde con te, Malfoy,” gli disse e, assecondando uno slancio imprevisto, gli posò un bacio sulla guancia. Scorpius rimase immobilizzato, con un sorriso idiota sul volto e sembrava fare un grande sforzo per non uscirsene con una delle sue frasi imbarazzanti. Si limitò a dirle: “Anche a me, Rose.”

“Non abituartici, però!” gli disse.

“Quando mai…” borbottò Scorpius, le guance completamente rosse, mentre si allontanava e correva verso i sotterranei di Serpeverde.
 

 
****
 
 
Durmstrang, 20 ottobre 2021

 
“En garde! Prêts! Allez!”

Gli incantesimi partirono dalle bacchette al via di Rabastan, scivolò al margine della pedana attento a studiare i movimenti dei suoi allievi.

“Huggorm, la postura!” esclamò. “Hansson, il movimento del polso! Non essere così dozzinale!”

“L’ho colpito, prof, no?”

“No, ha schivato l’incantesimo. Non ti distrarre!”

Rabastan si scambiò uno sguardo con Dimitri Volkov, il professore di Arti Oscure con cui aveva messo su quelle sessioni speciali di duello magico e si sorrisero. I loro studenti erano migliorati enormemente nell’ultimo mese.

Avevano approfittato del mese di ottobre per preparare a fondo la delegazione che sarebbe partita per Hogwarts con allenamenti speciali e lezioni dedicate ad affinarne le capacità. Il Ministero della Magia scandinavo sembrava intenzionato a fare qualsiasi cosa purché Durmstrang si aggiudicasse la Coppa Tremaghi, portando gloria alla tradizione dei maghi del nord. Gli studenti seguivano i loro insegnamenti con una disciplina che Rabastan non aveva mai visto a Hogwarts, di cui ricordava le sessioni di studio intense, ma anche una certa libertà di movimento.

“Huggorm, vuoi stare dritto?” Il professor Volkov lo riprese aspramente. “Ricominciate. En garde! Prêts! Allez!” Huggorm e Hansson ripresero a duellare e dopo pochi minuti la bacchetta di Hansson volò via dalle sue mani.

“Cambiamo! Signorina Berg, Signorina Petrov, tocca a voi!” Le due ragazze del settimo anno salirono sulla pedana prendendo il posto dei loro compagni. La divisa femminile di Durmstrang aveva lo stesso taglio militare rosso e nero di quella dei ragazzi. Un inglese le avrebbe scambiate per campionesse di equitazione, si disse Rabastan.

“Berg, la schiena! Petrov, stai dritta anche tu! E dire che segui anche il corso di danza e quello di scherma.” Rabastan la riprese. Aalina Petrov, originaria di qualche paesino russo ai confini con la Finlandia, era una delle studentesse più indaffarate di Durmstrang. I suoi colleghi professori la definivano una macchina da guerra e la rendeva l’alternativa a Huggorm. Se Olag era stato dominato da tutti e quattro gli elementi, Aalina era una fiera dominatrice dell’acqua, sette anni sotto lo stesso elemento non erano poi così comuni, gli aveva detto Dimitri quando li avevano Smistati al loro arrivo.

“Facciamola duellare con Huggorm, che ne pensi?” domandò Rabastan, curioso di capire le capacità dei due ragazzi. “A Hogwarts potrebbe scontrarsi con dei ragazzi.”

Berg venne Schiantata contro una parete, uscì dalla pedana e perse il duello. “Huggorm, prova tu contro Petrov,” disse Rabastan. I due ragazzi presero posto uno di fronte l’altro, le bacchette in posizione, la postura perfetta. I capelli biondi di entrambi erano acconciati in treccine che richiamavano le antiche pettinature del nord, gli occhi azzurri di entrambi trasmettevano il gelo dei loro paesi. Si domandò come si sarebbero trovati a Hogwarts.

Accanto a lui, dopo l’inchino di rito, Dimitri annunciò: “En garde! Prêts! Allez!”

I due studenti iniziarono a duellare. Sapevano di essere i favoriti come campioni di Durmstrang e stavano dando il meglio di sé per dimostrarlo. Rabastan lo capiva dalla precisione dei movimenti, dallo sguardo attento, la postura controllata, la rapidità del polso. Si disse che difficilmente Hogwarts avrebbe avuto campioni tanto preparati. Non era nello spirito della preside McGranitt preparare gli studenti ai duelli.

Osservava gli studenti duellare quando Frida gli passò davanti chiacchierando con Bjorn. Dimitri gli sorrise comprensivo: “Anche tu sei caduto vittima di Frida…”

Rabastan scosse la testa: “No, trovo ridicolo quel suo atteggiarsi, come se mi importasse qualcosa. Ci siamo divertiti, ma è finita qui.”
“In Russia abbiamo una passione per gli amori tormentati, sai, Anna Karenina…” Rabastan sorrise al suo collega, era il solito melodrammatico. Nel frattempo, Huggorm aveva Disarmato la Petrov. “Complimenti, ragazzi! Per oggi è tutto,” esclamò battendo le mani. Gli studenti andarono a recuperare i teli, si avvolsero nei mantelli e corsero verso le rispettive sale comuni. Rabastan, invece, seguì Dimitri nella sala professori per la vodka incendiaria post-allenamento che era diventato uno dei loro riti.

“Allora, Lestrange, ti sei mai innamorato come la Karenina? Ti sei fatto sconvolgere la vita da una donna?”

“No, ma mio padre e mio zio sì. Mio padre si è innamorato quando mia madre aveva quindici anni e lui ne aveva ventotto. Il suo amore ha resistito a quattordici anni ad Azkaban ed è scoppiato durante la guerra, nonostante ci fosse già mio fratello Orion, figlio del primo marito di mia mamma. Si sono sposati che erano entrambi vedovi e hanno avuto me e i miei fratelli, Roland e Roddie.” Sentiva gli occhi lucidi al pensiero di quanto i suoi genitori si amassero, delle difficoltà che avevano superato insieme e di quanto solo alla fine si fossero trovati.

“Io voglio un amore così, altrimenti non mi interessa," disse convinto, "Voglio una compagna che capisca le mie radici e le rispetti, non che giochi al gatto e al topo. Voglio qualcuna in grado di sorprendermi, altrimenti ci sono le case di piacere.”

“Ma come fai a farti sorprendere se non dai la possibilità di conoscerti?”

“Per certe cose non c’è bisogno di conoscersi. I miei fratelli hanno trovato le loro compagne nei modi più incredibili e lo stupore è partito da cose secondarie. Roddie, per esempio, si è sorpreso dell’eleganza con cui Alexandra utilizzava le posate durante una cena, Roland si è innamorato di Lucile quando lei l’ha aiutato a rialzarsi dopo una caduta dalla scopa e papà ha visto mamma chiacchierare con altre persone durante un incontro in società. Basta poco. Frida non è all’altezza.”

“Andrà su tutte le furie se dovesse scoprirlo, sai quanto è permalosa.” Dimitri gli passò il bicchierino di Vodka Incendiaria e Rabastan lo mandò giù in un sorso secondo le tradizioni del posto.

“Non mi importa, sono giovane, ho tutto il tempo per incontrare la strega giusta, ammesso che non sia uno splendido drago! Sai, mio nonno materno trafficava in uova di drago, era diventato un punto di riferimento in Inghilterra!”

“Se tuo nonno si fosse limitato ai draghi, a quest’ora non sarebbe nata tua madre e nemmeno tu!” gli ricordò Volkov. Scoppiarono a ridere entrambi quando dalla finestra videro un gufo entrare e lasciare una lettera sul tavolo di fronte Rabastan.

“Hai ricevuto posta!” si sorprese il collega che ne approfittò per alzarsi e tornare verso il proprio ufficio. Rabastan si abbandonò contro lo schienale imbottito di velluto rosso, come le altre poltroncine della sala professori. Aprì la lettera curioso di sapere chi gli scrivesse.

Quando vide la pergamena bianca, comprese che il mittente era Roland, così puntò la bacchetta contro il foglio e pronunciò la loro formula segreta. Chiunque, avrebbe provato con un Revelio, ma Roland dopo che aveva lasciato Hogwarts aveva inventato “Littera vestras!” che permetteva loro di comunicare senza paura di essere intercettati. La scrittura stretta e obliqua, spigolosa e disordinata di suo fratello comparve.

 

“Caro Rabastan, come stai?
Spero bene. Devo ricorrere al nostro segreto, ma credo che tu ricordi perfettamente come aggirare gli incantesimi di protezione per la nostra corrispondenza. Ti scrivo perché in Inghilterra stanno accadendo cose strane e non vedo l’ora di saperti a Hogwarts per poterti dare maggiori dettagli (magari ci vediamo ai Tre Manici di Scopa. No, non voglio andare alla Testa di Porco, sai che ogni volta quel posto porta guai).”


Rabastan sorrise tra sé e sé al pensiero di quella volta in cui avevano incontrato Delphini alla Testa di Porco e poi erano quasi finiti in punizione. Alla fine, se l’erano cavata, quindi Roland era il solito melodrammatico. Probabilmente, la compagnia di mamma, papà e Lucile e l’essere diventato genitore lo avevano reso meno flessibile di un tempo.
 

“Sono accadute cose strane: qualcuno sta usando le Maledizioni senza Perdono, ma non si sa chi sia. La notizia è trapelata sui giornali, Rita Skeeter ha parlato dei nuovi Mangiamorte e non ti dico il putiferio che è successo a casa: papà ha urlato, la mamma si è infuriata, zio Rabastan alza le mani e dice che lui non sente Rita da secoli, che vive in Francia e non sa nulla di quello che accade in Inghilterra (secondo me, però, è una fesseria perché quando ci vediamo fa domande troppo mirate per essere uno al di fuori dei giri).

Ad ogni modo, hanno ucciso degli animali, al momento, ma l’escalation è preoccupate. Prima se la sono presa con dei polli di un Babbano di nome Henry Potter (non hai idea delle risate che ci siamo fatti con Orion e Roddie. Ci manchi!), poi con delle donnole nel bosco di un tal Granger. Tutto normale, pensavamo che fosse qualche vecchio sostenitore dell’Oscuro Signore o un burlone che aveva rintracciato dei Babbani omonimi degli “eroi del mondo magico”, però poi hanno ucciso i pavoni di Lucius Malfoy (per poco non gli è preso un colpo al vecchio Lucius ahahahaha! Dovevi vedere, era più bianco dei suoi pavoni albini!).

Qualche giorno fa abbiamo trovato dei corvi morti vicino la nostra proprietà e tu lo sai che il corvo è il simbolo della nostra famiglia. Il Ministro ci è piombato in casa insieme ad Harry Potter e mezzo ufficio Auror (sì, anche Lupin… dovevi vederlo quanto era speranzoso di sbattermi ad Azkaban, ma anche questa volta è rimasto a muso asciutto! Ahahaha). La mamma è andata su tutte le furie, persino il papà ha perso la pazienza. È stato decisamente umiliante perché – sul serio – questa volta non sapevamo nemmeno di cosa parlassero. Tra l’altro, papà trova offensivo trovarsi insieme ai Potter, la Granger e i Malfoy, e non mi sento di dargli torto.

Ti scrivo per dirti di stare con gli occhi aperti e di segnalarci se hai sentore di movimenti strani. Io sto cercando di riprendere i contatti con alcuni amici, i figli di ex-Mangiamorte, ma sembra che nessuno sappia niente. Sono tutti spaventati, soprattutto dopo il casino che lo scorso anno ha combinato Delphini.

Stai attendo, mi raccomando,
ci vediamo presto,
R. L.”


Rabastan rilesse la lettera più e più volte. Mancavano dieci giorni alla partenza per Hogwarts e tra le lezioni di Cura delle Creature Magiche e Arti Oscure, i preparativi per il Torneo Tremaghi, l’incontro con Rolf Scamander, solo la minaccia dei Mangiamorte ci mancava… Ma perché doveva essere sempre così sgradevole tornare in quella scuola? L’ultima volta che quel passato si era affacciato, lui era finito con un braccio e una gamba rotta. Era stato un percorso di guarigione dolorosissimo e il solo pensiero di dover nuovamente avere a che fare con i Mangiamorte gli dava la nausea.

Non poteva arrivare un Mago Oscuro – se proprio qualcuno voleva contestare quei Babbanofili del Ministero – che non nominasse Voldemort? Dovevano per forza rievocare quei tempi? Era una minaccia priva di fantasia o qualcuno provava a vedere se c’era del consenso?
O se il nome di Voldemort provocava ancora terrore?

Rabastan sospirò. Forse, però, stava per venirgli l’idea per un romanzo.




 
Note:

Eccomi qui con un altro aggiornamento! Ho iniziato a lavorare full-time (yeah!) e quindi gli aggiornamenti andranno un po' a rilento rispetto al previsto, ma ho già plottato tutto fino al Ballo del Ceppo (in realtà so anche come andrà il Torneo!) quindi arriveranno. Vi pare normale che abbia in mente un missing-moment su Andrew McLaggen al Ballo del Ceppo? No, sul serio io lo trovo tenerissimo! 

James, purtroppo, si conferma il degno figlio di Ginny e con la Thomas (sì, è la figlia di Dean)  non è proprio andata. *sospira* Vedremo come reagirà. xD

Sul gruppo di lettura c'è poco da dire, a parte che Albus è confuso, Scorpius è confuso e nemmeno Rose ha le idee tanto chiare se si lancia in un bacio sulla guancia a Scorpius. 

Spero che la digressione su Teddy e Rabastan vi abbia interessato. Continuano le morti di animali a seguito dell'utilizzo delle Maledizioni senza Perdono. Vi metto una nota per chi non mastica l'inglese e magari non coglie il senso di quello che ho scritto: donnola in inglese si dice "weasel" da cui si pensa derivi "Weasley", per questo le donnole nella proprietà del signor Granger hanno turbato gli animi.

Lo so, tutti voi siete scoppiati a ridere al pensiero della strage di pavoni albini di Lucius. Siete delle persone orribili come Roland! :3 

Rabastan, sotto sotto, sta diventando un romanticone, chi l'avrebbe mai detto?

Non vi tedio ulteriormente e spero di non farvi aspettare troppo con il prossimo aggiornamento!
Un abbraccio,
Sev


 
   
 
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