Fumetti/Cartoni americani > RWBY
Segui la storia  |       
Autore: Manu_00    31/03/2021    5 recensioni
Raccolta di one-shot legate ai personaggi principali e secondari di JIID: Story of a thief.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Sotto il sole di Menagerie

L'estate cadeva su Menagerie puntuale ogni anno, ustionando le spiagge del piccolo rifugio dei fauni con i suoi raggi irragionevolmente caldi e sollevando un'afa che impediva ai nuovi arrivati, poco abituati al clima caldo umido di quell'angolo di Remnant, di godersi la gradevole vista del limpido mare che andava a sdraiarsi sopra la battigia.
La maggior parte dei passanti quel giorno se ne stava in acqua, e chi non intendeva darla vinta al caldo fino al punto di farsi una nuotata, sfidava il sole riparandosi sotto un ombrellone od il tetto di un bar, tentando di raggiungere il giusto equilibrio tra il rinfrescarsi con un drink e devastarsi irrimediabilmente quella poco calcolata appendice nota come fegato.
Dell'una o dell'altra cosa avrebbe voluto saperne qualcosa il giovane Coern, che invece se ne stava stoicamente sotto il sole, con la schiena appoggiata al muro di legno di un bar più vicino al centro della cittadina che non sul mare.
Ma non era nel suo caso una sfida al potere del sole, tantomeno uno sfoggio di resistenza al calore di cui pure fino a poco tempo fa credeva di essere molto dotato.
No, dietro l'espressione stoica e le braccia conserte, il ragazzino nascondeva l'agonica impazienza di chi se ne stava sotto il sole cocente da più tempo di quanto ne avrebbe voluto ricordare ed in più era tormentato dalle esigenze di una vescica piena ben oltre il limite consentito.
Ma se era costretto a rimanere attaccato al muro del bar, proprietà di una famiglia di ex minatori della SDC che era fortunatamente riuscita a farsi una vita lontana da quell'inferno per fauni, lo doveva al fatto che... era letteralmente attaccato al muro.
Cercando di non dare ascolto al pizzicore del collo ustionato ed alla vescica che supplicava di liberarsi al più presto, il ragazzo ripercorse a mente gli avvenimenti che lo avevano portato a quell'imbarazzante situazione.
Una rissa, beh, non proprio, o almeno non era certo di poter chiamare rissa qualcosa dove non era colata una singola goccia di sangue, ma il punto era che stavano per venire alle mani e probabilmente lo avrebbero fatto se non fosse stato per il dono e la maledizione che la natura gli aveva fornito.
Era lui contro tre ragazzi poco più grandi, figli di famiglie da poco arrivate sull'isola, in generale si parlava di operai sfuggiti alla SDC o braccianti di Mistral in fuga dai debiti verso le grandi aziende agricole del paese, e che in attesa di una sistemazione passavano il loro tempo a bighellonare sulle spiagge in attesa di qualcosa di divertente, e beh, Coern poteva giurare che quei tre non si erano divertiti affatto.
Stava lavorando come inserviente nello stesso bar a cui adesso era incollato quando da un momento all'altro si era trovato a rispondere alle provocazioni dei tre perditempo, forse avevano avuto da ridire sui suoi capelli, forse lui aveva spazzato della sabbia sulle scarpe di quello più grosso.
Fatto sta che dalle provocazioni non ci volle molto per passare alle mani, o almeno si avvicinarono all'usare le mani, ma quando lui tirò fuori la sua fidata arma (quella oltre alla scopa), i tre idioti se l'erano già data a gambe.
Si concentrò sulla propria soddisfazione per non pensare alle gambe che tremavano ed all'inguine che gli faceva male tanto aveva bisogno di pisciare.
Purtroppo la sua arma era anche stata la sua rovina.
Dopo essersi guardato a torno con circospezione, il giovane si scostò dal muro quel tanto che bastava per girarsi e osservare il motivo di tutte le sue sofferenze: la sua coda, una robusta ma non troppo lunga coda di scure scaglie verdi come verde foglia erano i suoi capelli, alla cui estremità si poteva notare una minacciosa struttura ossea spinosa che per metà era penetrata nel muro dell'edificio.
Già, un piccolo inconveniente che tendeva ad accadere più volte di quanto il giovane avrebbe voluto, specie se in barba alle raccomandazioni dei genitori, al proprio istinto di autoconservazione ed al comune buonsenso, si metteva ad agitare quell'affare come un ossesso.
Coern aveva già provato a strattonarla più e più volte, senza successo se non rischiare di strappare la sua preziosa appendice passare il resto della giornata a ruzzolare per terra come un'idiota a causa della mancanza di equilibrio.
E di chiedere aiuto non se ne parlava, primo perché sarebbe passato per imbecille, e non a torto, secondo, perché avrebbe dovuto ripagare i danni al proprietario con almeno due settimane di lavoro gratuito.
Piuttosto si sarebbe strappato la coda a morsi, se non fosse che lasciarla lì avrebbe portato allo stesso risultato del chiedere aiuto.
Per questo era lì da almeno quaranta minuti, con il collo scottato, la vescica in fiamme, e la coda intorpidita a forza di starsene piegata contro la schiena per evitare che qualcuno si accorgesse della sua... incresciosa situazione.
Credeva di aver fatto un buon lavoro, o che semplicemente tutto fossero troppo distratti dal caldo per considerarlo, eppure era abbastanza certo che quell'uomo dagli abiti sporchi seduto al bar vicino lo avesse notato, anzi, era sicuro che quel vecchiaccio fosse stato lì per tutti i quaranta minuti a guardarlo come se fosse un bel pezzo di carne!
Ok, non lo stava proprio fissando come un gabbiano che si appresta a calare su un pesciolino spiaggiato, ma Coern poteva giurare di averlo visto più volte spostare lo sguardo su di lui per osservarlo con interesse.
Ed a rendere la cosa più strana, era il fatto che quell'uomo non era un fauno come lui, ma un essere umano.
Nel più probabile dei casi poteva essere un pedofilo, nel peggiore, beh Coern aveva sentito parlare i figli dei vicini riguardo a persone senza scrupoli che cacciano fauni dalle parti animali particolarmente esotiche per rivenderle o a qualche rivenditore interessato ad estrarne chissà cosa, o ad un sadico collezionista intento ad estendere la definizione di caccia oltre i limiti riconosciuti.

Beh nel secondo caso allora sì, Coern sarebbe stato disposto a rinunciare alla sua bella coda, o forse proprio perché poteva farlo così facilmente, il collezionista o il cacciatore non sarebbe rimasto soddisfatto se non impagliando il corpo intero?
L'uomo lanciò un altro dei suoi sguardi fugaci al giovane fauno, offrendo ai suoi occhi giallastri la sgradevole vista dei suoi baffi mal ordinati e sporchi.
Ok, lo aveva sicuramente guardato, perché doveva scegliere proprio oggi per incastrare la sua coda in un muro di merda?
Coern alzò lo sguardo al cielo: il sole era ancora alto, le strade erano ancora affollate, sarebbe dovuto trascorrere molto tempo prima che rimanesse da solo con la sua coda, ed era certo che per allora o la sua vescica sarebbe esplosa o sarebbe svenuto per un'insolazione.
E se sarebbe sopravvissuto ad una o ad ambedue le cose, ci avrebbe pensato sua madre a dargli il colpo di grazia, e questa prospettiva forse era più terrificante di tutte le altre messe assieme.
<< AH! >>
Non fece nemmeno in tempo a spostare lo sguardo a terra che si trovò faccia a faccia con l'uomo del bar, che da essere umano era appena stato promosso a entità paranormale.
Tutti i pedofili sono così furtivi?
Il vecchio uomo si massaggiò le orecchie irritato, per poi tornare ad analizzare il moccioso dalla coda spinosa nello stesso modo in cui si ammira un'opera d'arte.
<< Senti, se cerchi il bordello stai sbagliando strada... >>
<< Non ho mai visto una coda simile. >>
Sordo alle parole del giovane, il vecchio uomo si chinò sul fauno, intento a studiare nei dettagli la sua pericolosa appendice, per quanto fosse possibile farlo con metà dell'estremità conficcata in un muro di legno.

Dal canto suo, lo spavento di Coern si esaurì presto, altro che pedofilo o cacciatore di fauni, tutto al più era un pensionato un po' tocco che aveva scelto il posto sbagliato per una vacanza, eppure qualcosa nel suo modo di fare faceva presupporre al ragazzo che quella conversazione sarebbe stata qualcosa di più che l'imbarazzante monologo di un uomo a cui si erano ormai bruciate le sinapsi.
<< La vuoi? Per cinquecento lien te la puoi prendere, basta che la porti via da questo muro! >>
Senza attendere risposta, il vecchio uomo portò la mano sulla cosa del fauno, in un primo momento Coern fu tentato di colpirlo, ma si ricordò presto delle alternative.
L'uomo misterioso afferrò l'estremità spinosa della coda del giovane, e con un violento strattone la cavò via dal legno.
Trucioli di legname e schegge caddero sulla sabbia, mentre la mazza chiodata vorticò accanto alla testa del giovane, centrandolo per poco.
Coern balzò a destra prima di colpirsi da solo, già lo zio Quincey era deceduto dopo essersi accidentalmente fracassato il cranio con la propria coda, e Coern non aveva molti ricordi del funerale se non che gli invitati avevano fatto molta fatica a non ridere.
Ecco, non ci teneva a fare la fine del compianto zio Quincey.
<< Puoi tenerti la coda, se non te la taglia il proprietario. >>
D'istinto, Coern prese a guardarsi attorno alla ricerca del suo datore di lavoro, per poi ricordarsi che il suo capo quel giorno aveva lasciato il locale completamente ai dipendenti, non che non lo facesse anche gli altri giorni, semplicemente questa volta si era degnato di andare a farsi in giro anziché starsene in disparte a consumare la sua riserva di alcoolici.
E per fortuna, nessuno dei suoi colleghi era fuori, probabilmente neanche sapevano che se ne era andato, alla fine il suo lavoro consisteva nello spazzare i pavimenti quando diventavano “più sporchi del necessario”, frase la cui interpretazione variava arbitrariamente da dipendente a dipendente.
<< Bene, allora grazie, goditi il viaggio, e se cerchi un posto con belle ragazze... >> l'uomo iniziò ad accigliarsi << O bei ragazzi... >>
<< Tu non devi essere il più sveglio del locale, dico bene? >>
Ignorando che quell'uomo sapeva dove lavorava senza che glielo avesse detto, fece per ribattere, ma ci rinunciò subito quando si ricordò che era appena stato staccato dal muro a cui si era attaccato con la coda.
<< Forse, ma ho tutta una vita per migliorare. >> bofonchiò mentre portava le mani sull'appendice indolenzita dall'esperienza.
Il vecchio lo osservò soddisfatto, Coern non aveva ancora capito cosa volesse quel matusa da lui, ma stava iniziando a squadrarlo con crescente attenzione:
L'uomo non vestiva con la solita camicia hawaiana o canottiera bisunta come i vari pensionati che scelgono di passare un'estate a Menagerie per soddisfare la loro voglia di vacanza esotica, e tanto meno aveva quell'aria da vecchio viscido di chi veniva qui in cerca di giovani dai corpi dotati di parti animali e bisognosi di denaro.
No, quel tizio era diverso da qualsiasi essere umano o fauno avesse mai visto oltre la sessantina: i suoi abiti pesanti e scuri con tanto di stivali in pelle stridevano con violenza in mezzo alla massa di sandali, camicie chiare e costumi da bagno.
E la sua postura non era curva come quella delle cariatidi che già alle prime ore del mattino affollavano le spiagge esponendo i loro corpi grinzosi, quell'uomo camminava eretto, i suoi lineamenti pur flagellati da rughe apparivano rigidi come il marmo, se Coern avesse dovuto paragonarlo a qualcosa, avrebbe detto che sembrava ad un pezzo di ferro, ma con qualche strato di ruggine sopra.
Il che era comunque sopra la media della maggior parte delle persone di quell'età che Coern poteva dire di aver visto a giro.
Inoltre, dettaglio che Coern notava soltanto adesso, dalla cintura dell'uomo pendevano due grosse scuri metalliche.
Fu allora che capì di non aver considerato l'eventualità più probabile tra tutte quelle prese in considerazione.
<< Ma tu sei... un cacciatore? >>
Un ghigno perfido, nascosto sotto strati di baffi, comparve sulle labbra dell'uomo.
<< Forse sì, forse un tempo, ma parliamo di te... >>
<< Se è per la coda, l'ho conficcata lì durante una rissa! >>
<< Escludendo il buco non vedo segni di rissa. >>
Coern sorrise.
<< Ho un ottimo deterrente. >>
L'uomo lo scrutò per l'ennesima volta, dalla testa ai piedi, ma i suoi occhi color ghiaccio non si soffermarono mai su quelli del giovane fauno, per la maggior parte del tempo rimanevano puntati su quella mazza da guerra attaccata alla coda.
<< Vedo, e dimmi, hai mai pensato che potresti farci dei soldi? >>
Il fauno rimase interdetto per un attimo, la sua mente si focalizzò su tutte le raccomandazioni di sua madre a lui e suo fratello riguardo il non usare in maniera stupida la propria eredità biologica, se non volevano fare la fine dello zio Quincey o farne una peggiore per mano sua.
E nessuna delle due alternative lo allettava molto.
Ma il pensiero venne subito superato dall'idea di trasformare quell'imbarazzante calamita di disastri nella sua migliore amica.
E soprattutto, cosa non avrebbe dato per lasciare quella minuscola isola e non rassegnarsi alla vita di dipendente in un qualche bar sperduto o al massimo vigilante nella guardia di Menagerie? L'esistenza da fauno non aveva spesso molto da offrire, quindi perché non valutare attentamente ogni opportunità?
Ma con criterio: non poteva certo fidarsi del primo sconosciuto dall'aspetto inquietante che gli offriva un lavoro.
<< Mi stai proponendo di iscrivermi in un torneo di combattimento per fauni? >>
<< Non siamo nelle miniere di Solitas, vedi ragazzo non sono solo un ex cacciatore, pensa a me come... ad una sorta di talent scout... >>
Coern non era del tutto convinto che ascoltare quell'uomo fosse una buona idea, ma d'altronde erano in pubblico, lui aveva una grossa coda spinosa, e nessuno lo aveva ancora richiamato nel locale, quindi tese bene le orecchie e rimase in ascolto....
Per tre secondi netti.
<< Dove vai? >>
<< Senti vecchio, è da quaranta minuti che devo pisciare, se vuoi propormi un lavoro ne riparliamo dopo il mio turno e all'ombra! >> e senza dire altro, si congedò dentro il locale bestemmiando a denti stretti per le scottature sul collo.
Il cacciatore sorrise tra sé e sé...
<< Beh, il potenziale dovrebbe esserci, se poi diventa anche intelligente... >>
Senza aggiungere altro se ne tornò al bar, il sole di Menagerie flagellava i passanti senza prendersi pause, e lui non era certo sopravvissuto a uomini e grimm per crepare di ipertermia.
Si sedette al suo posto e ordinò da bere, forse dopotutto quella vacanza sull'isola non sarebbe stata solo una scusa per bere.
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > RWBY / Vai alla pagina dell'autore: Manu_00