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Autore: _MoonFlower02_    07/04/2021    1 recensioni
Dal testo:
"– Bene! Se per ora non ci sono altre domande ho preparato un’attività che spero troverete utile per conoscere meglio voi stessi e il vostro eroico futuro; a volte un aiutino dall’esterno può fare comodo. Se foste così gentili da controllare sotto al vostro banco, dovreste trovare una pianta con un biglietto. Su di esso c’è scritto il vostro nome, quello scientifico della pianta e quello comune; infine il suo significato. Può essere più diretto o più enigmatico, sta a voi interpretarlo come meglio credete si adatti alla vostra persona. Naturalmente ognuno ha pregi e difetti, ma sentendo parlare di voi e osservandovi quella che troverete sarà la pianta che in generale più vi rispecchia. Almeno al momento.
Un brusio elettrizzato seguì le parole dell’ospite: la curiosità di scoprire cosa si nascondesse sotto al proprio banco dilagava nella classe."
...
"Con il viso sorretto da una mano Bakugo tastò svogliatamente il sottobanco con l’altra, fino a stringerla intorno ad un gambo piuttosto robusto. Afferrò il cartoncino che penzolava da una cordicella attaccata ad esso e lesse:
Katsuki Bakugo
Paeonia
Peonia
Rabbia."
Genere: Angst, Hurt/Comfort, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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– Bakugo? – Kirishima aprì piano la porta della stanza buia, sicuro che il ragazzo fosse lì nonostante non avesse risposto al suo bussare.
Gli ci volle un secondo per abituarsi all’oscurità ma individuò all’istante la figura del compagno, steso sulle coperte del letto sistemato nel lato destro della stanza. Era rivolto verso il muro, quindi Eijiro poté intravederne solo la zazzera di capelli biondi e gli indumenti scuri.
– Ti serve qualcosa? – la voce di Bakugo gli arrivò lontana mentre si chiudeva la porta alle spalle.
– Come?
– Ho detto: ti serve qualcosa? – ripeté lui lentamente e a voce più alta.
– No, volevo solo...
– Allora vattene – lo interruppe Katsuki secco.
– No – rispose semplicemente il rosso, facendo qualche passo verso il centro vuoto della stanza.
Non ricevette risposta, quindi continuò ad avvicinarsi fino ad arrivare al bordo del letto. Fece per toccare la spalla del biondo, sperando di farlo voltare, ma quest’ultimo si spostò di scatto, riuscendo con una mossa ad afferrare il suo polso e a mettersi seduto sul bordo del materasso. Finalmente si guardavano negli occhi, e Bakugo notò che c’era qualcosa di diverso nell’altro, i suoi capelli non erano acconciati come al solito ma gli ricadevano sulle spalle e sembravano umidi. Ci fu un attimo di immobilità, poi lasciò andare la mano di Kirishima spingendola via con un verso irritato.
– Si può sapere cosa vuoi, capelli-di-merda? Qual è il tuo problema!
– Qual è il tuo! – stranamente anche Eijiro aveva alzato la voce, stanco di non essere ascoltato – Cosa doveva esserci scritto su quel dannato cartoncino per averti fatto infuriare in questo modo?!
Bakugo lo osservò con tanto d’occhi, non avendo per una volta una risposta pronta.
– Si può sapere di cosa stai parlando?
– Non fingere con me, ti ho già detto che ti conosco. Hai letto quello stupido cartellino e all’improvviso sei diventato intrattabile. Quel povero fiore non ti aveva fatto nulla!
– Pensi che non lo sappia?! – esplose alla fine il biondo prima di riuscire ad inventare un’altra scusa – Pensi che mi sia divertito a far esplodere uno stupido fiore? È stato uno stupido incidente!
Alla fine abbassò la testa, stanco di essere guardato dall’alto. L’altro non si perse d’animo, inginocchiandosi per arrivare poco più in basso del compagno.
– Era una peonia, vero? La rabbia – nonostante nella sua voce non ci fosse che comprensione vide Katsuki irrigidirsi a quelle parole – Ho fatto qualche ricerca – aggiunse il ragazzo con un sorriso imbarazzato.
– Oh no, hai scoperto il mio segreto – ribatté Bakugo sarcastico, rifiutandosi ancora di guardare Kirishima negli occhi nonostante egli fosse ormai a pochi centimetri – Sono una bomba a orologeria ambulante.
– Basta fingere – Eijiro non voleva essere brusco, ma non c’era altro modo per farlo ragionare – Non sono stupido, né tantomeno qualcuno a cui dovresti nascondere i tuoi sentimenti.
Fu allora che accadde.
Fu allora che la maschera finalmente cadde, infrangendosi sul pavimento buio della stanza.
Il viso di Katsuki si contorse in una smorfia ferita, ma non da quelle ultime parole.
Kirishima attese pazientemente mentre l’altro prendeva un respiro profondo, temporeggiando per riprendere il controllo prima di iniziare a parlare.
– La rabbia è... – iniziò, facendo poi subito una pausa per reprimere un singhiozzo: non avrebbe pianto davanti a Kirishima – è una parte di me, lo so. Non credo riuscirò mai a liberarmene del tutto. Però immagino che... insomma sapere che... ciò che un Pro-Hero crede ti caratterizzi sia... questo...
Ci fu una pausa durante la quale Bakugo cercò invano di fermare gli spasmi che lo scuotevano, sempre più frequenti dato che si rifiutava di lasciarsi andare. Si portò una mano al petto, stringendo la stoffa della maglietta sentendosi quasi soffocare.
Il rosso stava per intervenire, ma prima che potesse dire qualcosa l’altro riprese la parola, alzando la voce e alzando finalmente anche la testa:
– Dov’è l’ambizione? Dove sono il coraggio e la determinazione? – ormai i suoi occhi erano bagnati di lacrime e si sentiva un completo idiota, ma se avesse tenuto ancora tutto dentro era certo sarebbe esploso – Cazzo Kirishima oggi credevi che avrei davvero potuto colpirvi con un’esplosione!
– E ne sono mortificato! – si intromise il diretto interessato prima che il biondo potesse continuare – Non avrei dovuto agire così. So che non avresti mai...
– È questo il punto! No che non lo sai! Perché io sono glicerina ambulante, non sai mai cosa potrebbe farmi esplodere! Questo è tutto ciò che sono e tutto ciò che il mondo vede in me.
Calò il silenzio.
Le lacrime scendevano calde sulle guance dell’aspirante eroe, che non faceva più nulla per fermarle: ormai si era messo in ridicolo, non aveva senso continuare a combatterle.
– Ti dico cosa vedo io invece – riprese la parola Kirishima, prendendo il viso dell’altro tra le mani e obbligandolo a guardarlo in faccia – Vedo un ragazzo che ha sempre avuto le idee chiare sul suo futuro e che non ha permesso a nessuno di mettergli i bastoni tra le ruote; che ha sempre dato il massimo nonostante gli ostacoli; che mette la missione al primo posto, anche davanti alla sua stessa vita. Vedo un eroe che non ha ceduto al lato oscuro neanche in cambio della libertà, con ambizioni talmente grandi da non riuscire mai a dare meno del 100% . Vedo un figlio e un amico pronto a difendere i propri cari, che sotto alla scorza dura nasconde valori invidiabili. Poeta avrà anche visto la rabbia, ma se hai notato portava gli occhiali; io invece ci vedo benissimo.
Katsuki non disse nulla, rimasto senza parole dopo quel discorso. Gli occhi gli si riempirono di nuovo di lacrime, ma quella volta era una sensazione di calore ad occupargli il petto. La morsa che lo attanagliava sembrava essersi allentata, almeno per il momento, e il ragazzo si rese conto di quanto tempo fosse passato dall’ultima volta che si era sentito così leggero. Troppo.
Si gettò istintivamente contro l’altro, circondandogli il busto con le braccia e tenendo una mano tra i suoi capelli umidi. Kirishima ricambiò subito la stretta, sollevato di essere riuscito a fare breccia nella sua corazza. La schiena di Bakugo era ancora scossa da lievi singhiozzi, che però andavano via via scemando sotto le sue mani pazienti.
Rimasero in quella posizione per chissà quanto, abbastanza da far addormentare le gambe del povero ragazzo ancora inginocchiato. Lentamente la stretta si sciolse, ma loro rimasero vicini; nessuno dei due sembrava aver intenzione di fare il primo passo per spostarsi. Persino Katsuki credeva non ne valesse la pena: dopotutto ormai aveva perso la faccia, non gli rimaneva niente da perdere.
Erano talmente vicini in quella stanza semi buia che avrebbero giurato di poter sentire i rispettivi battiti cardiaci impazzire. Alla fine, in realtà, nessuno dei due si avvicinò veramente all’altro: si incontrarono semplicemente a metà strada. I loro visi si sfiorarono, prima la punta del naso e poi, leggere come un soffio, le loro labbra. Ci fu a malapena un contatto, ma ai due aspiranti eroi sembrò tanto naturale quanto sorprendente. Uno dei due alla fine osò farsi avanti, prendendo il viso dell’altro tra le mani e rafforzando un minimo la pressione. Fu un bacio tenero, delicato, ma quando si allontanarono una volta per tutte ai due ragazzi parve di essere precipitati dal paradiso.
Fu nuovamente Bakugo a prendere l’iniziativa stringendo il rosso come aveva fatto poco prima. Non ricordava di aver mai abbracciato tanto qualcuno in un lasso di tempo ridotto, ma non gli importava. Andava bene così.
– Rimani qui stanotte – sussurrò solo al suo orecchio, non certo del fatto che fosse una richiesta o un’affermazione.
Kirishima si limitò ad annuire contro il suo collo, noncurante del fatto che fosse una richiesta o un’affermazione. Andava bene così.


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Angolo autrice:
Eilà! 
Ringrazio di cuore tutti coloro che sono arrivati fino a qui e annuncio che l'ultimo capitolo arriverà a breve (insieme a lui ci sarà anche un piccolo capitolo bonus).
Spero continuerete con me questa avventura!
Baci,
MoonFlower
   
 
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