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Autore: vielvisev    11/04/2021    6 recensioni
Hogwarts è reale da qualche parte e la storia di Harry Potter come la conosciamo è quella che i maghi hanno scelto di raccontarci: una piccola parte della grande guerra contro Voldemort, un punto di vista.
*
In questa storia invece Harry Potter non è l'unico ad avere una profezia che pende sulla sua testa. Grifondoro e Serpeverde non sono le uniche Case che contano. I 4 fondatori hanno avuto fratelli. La protagonista si chiama Emma O'Shea e i ricordi di Severus Piton che conosciamo non sono proprio tutti i ricordi che avremmo dovuto vedere.
Eppure la storia di Harry è la stessa e ci sono sempre Ron, Hermione, Draco, Luna, Ginny e tutti gli altri.
Quasi nulla cambia, se non i punti di vista e le parti in ombra, che vengono messe in luce.
*
Ho iniziato questa storia quasi 10 anni fa.
Nulla è lasciato al caso.
Tutti i capitoli sono già scritti.
Non resta che leggerli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, I fondatori, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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.I ricordi di Severus (I).




Quando Severus aprì gli occhi, dopo alcuni minuti, l'emoor si fece sfuggire un sorriso di vittoria e si perse nel vedere il volto aspro del tutore, riconoscendone le smorfie e i dettagli che indicavano quanto fosse vivo. L'uomo era stato ripulito dal sangue ed adagiato alla meno peggio sui alcuni tessuti trovati nella stanza angusta, le ferite coperte da impacchi di Dittamo e bende bianche che Hermione le aveva lasciato. Emma si chinò per guardarlo in volto, dopo aver controllato il suo lavoro da curatrice inesperta e lo osservò mentre aggrottava la fronte confuso. Sembrava così fragile.
 “Emma?”
 “Sono io”
 “Sono morto?”
 Lei rise, in bilico tra la felicità e la stanchezza.
 “No, sei vivo” gli assicurò.
 “Ma come...” sussurrò lui, portandosi frettolosamente le mani al collo, là dove Nagini aveva colpito, ma Emma lo fermò con un gesto sicuro, guardandolo attentamente.

 “Nagini ti ha attaccato” spiegò.
 “Ricordo” mormorò lui, la fronte aggrottata mentre cercava febbrilmente di ricostruire.
 “Ti ho curato con delle lacrime di fenice e parecchia magia”
 “Fenice?” fece rauco il tutore.
“Erano un regalo di Silente.”
 Lui sbatté le palpebre incredulo, gli occhi scuri fissi sul volto della protetta, che non riusciva a smettere di sorridere.
 “Non sono morto” ripeté, come a rimarcare di nuovo il concetto, aggrottando la fronte pieno di perplessità ed Emma sorrise con tenerezza davanti a quella genuina confusione.
 “Voldemort pensava che uccidendoti sarebbe diventato padrone della bacchetta di sambuco.”
 Gli occhi di Severus diventarono pura oscurità e il corpo stanco si contrasse di spavento.
 “La bacchetta. Emma è importante. Se scopre che sono vivo...” balbettò, cercando di tirarsi in piedi, ma lei lo spinse con forza di nuovo a terra, irremovibile.
 “Non ci provare, sei vivo per miracolo, Sev” disse con voce ferma e stranamente adulta “Ci ho messo parecchio a rimetterti insieme, non rovinare il mio lavoro. Non penso che 
Lui possa sapere che sei vivo, a meno che non appaia qui adesso e non ne avrebbe alcun motivo. Inoltre, a dirla tutta, anche se tu fossi morto, la bacchetta non gli avrebbe comunque risposto come vorrebbe.”
 Il professore la guardò sinceramente confuso, Emma non lo aveva mai visto così giovane e sperso.
 “Ho letto la storia dei tre fratelli al Manor, ne ho parlato con Bellatrix e Narcissa, so come funziona” disse tranquilla “La storia della bacchetta è diventata sanguinolenta a causa della sete di potere degli uomini, ma inizialmente bastava vincere lealmente un duello per guadagnare la sua lealtà. Ora pensa alla torre di Astronomia... tu non sei stato il primo a battere Silente quella notte”
 Severus assottigliò lo sguardo, fissando la protetta “Cosa intendi?”
 Lei sorrise affabile e soddisfatta, controllando una volta di più la fasciatura sul collo e il petto dell'uomo.
“Draco. Draco ha disarmato Silente per primo” disse a bassa voce.
 Lo sguardo di Piton si fece gigante, incredulo.
 “Emma devi avvisarlo... Emma devi...” sussurrò.
 “Non appartiene neppure a lui ormai” disse lei pacata.
 “Cosa intendi?” chiese Severus e lei sorrise.

Dopo che aveva finito di curarlo, Piton era rimasto svenuto per almeno dieci minuti, durante i quali la ragazza, con la testa tra le mani e la tensione a contrarle ogni singolo muscolo, aveva pensato freneticamente a quel che era successo. 
 Aveva usato l'Occlumanzia, in cui era ormai maestra, scorrendo tra le leggende, i racconti che aveva letto, le cose che le erano state dette e ciò che sapeva da Silente sulla bacchetta di Sambuco, facendo tremare fino allo stremo le sue pareti colme di libri. 
 Aveva ripensato alla notte in cui il preside era morto più e più volte, cercando di mettere a fuoco ogni particolare e quando infine era arrivata a quell'ipotesi tutto aveva assunto un senso tanto chiaro che si era stupita per non averci pensato prima. 
 Tutte le nozioni confuse sulle leggende, il potere della bacchette, le maledizioni, i Vinculum e la magia nera erano scivolate al loro posto, lasciandola stranamente calma e consapevole.
 Piton la guardava in attesa che lei parlasse, era ancora pallido e visibilmente scosso e lei si avvicinò lui.
 “Harry Potter” disse con sguardo compiaciuto.
 “Potter?” chiese lui dubbioso “Che c'entra Potter?”
Lei fece un mezzo sorriso divertito nell'udire lo sprezzo con cui lui aveva pronunciato il nome del Grifondoro, nonostante tutto.
 “Potter, 
esatto” quasi rise “ricordi quando lui Hermione e Ron sono apparsi al Manor e poi sono fuggiti con l'elfo? Harry ha disarmato Draco nella fuga, in questo momento ha la sua bacchetta”
“Oh. Quindi Potter...”
 “Harry Potter è il padrone della bacchetta di Sambuco, se ciò che dicono dei libri per bambini può essere considerato reale”
 Le sopracciglia di Severus parvero unirsi per lo sconcerto, per poi distendersi improvvisamente, lasciando il volto aspro dell'uomo illuminato da un'espressione totalmente arresa e incredula.
 “Merlino. Quel ragazzo...” sussurrò ed Emma ridacchiò vagamente, mentre la stanchezza la faceva tremare.
 “Un giorno mi dovrai dire perché lo odi tanto.”
 “È una storia lunga” sbuffò l'uomo.
 “Avremo tempo”
 “Dobbiamo vincere una guerra prima”
 “Con un po' di fortuna oggi sarà una lunga notte, ma vedremo la fine. Poi potremo pensare al futuro.”
 Piton sospirò di sollievo al sentire quelle parole e lei non dovette chiedere nuovamente se era rimasto un uomo di Silente fino in fondo. 
Lo era, non c'era più bisogno di maschere. 
 Rimasero in silenzio a lungo e c'era una strana pace che aveva dell'incredibile in mezzo a tutto quello che era successo, Severus socchiuse gli occhi cercando di riposare, Emma rimase accanto a lui immobile, con la sua mano stretta tra le sue. 
Si sentiva così stanca.
 
La ragazza sospirò lentamente e lasciò che le ciglia andassero ad accarezzare le guance rigate di lacrime e polvere, ma, prima che potesse cedere alla stanchezza spossante che le faceva tremare, avvertì un brivido alla base della schiena e l'immagine di Harry che correva per il castello le sfarfallò per un attimo davanti agli occhi. Il ragazzo stava per salire nell'ufficio di Silente dove c'era il pensatoio.
 “Sai che io possiedo un mantello dell'invisibilità?” disse ad alta voce.
 “Che cosa?” esclamò Piton, chiaramente stupito, riaprendo gli occhi di scatto.
Lei si strinse nelle spalle con aria non curante, scuotendo il capo.
 “Qualcuno me lo regalò durante il mio primo anno, con un biglietto che diceva che era appartenuto a una persona che mi amava come una figlia. Non ho mai capito chi, ma so che Harry ne ha uno identico. Ricorda un po' il mantello di Ignotus, no?”
 “Un po'” sussurrò lui, inghiottendo saliva.
 “Stai bene?”chiese Emma accigliata.
 Severus stava impallidendo di nuovo e una luce piena di preoccupazione gli illuminava lo sguardo.
 “Dov'è Potter ora?” chiese brusco, con strana urgenza.
 “Sta andando a vedere i tuoi ricordi. Ho pensato dovesse vederli subito” rispose lei e l'uomo fece un gemito di sconforto.
 “Emma. La connessione è ancora aperta tra voi?”
 “Sì, attualmente è molto forte, possiamo comunicare tra noi come fossimo accanto” rispose lei accigliata.
 “Potter ti trascina ancora in ciò che prova e vede?”
 “A volte. Sev, mi fai preoccupare. Cosa c'è che non va?”
 L'uomo si tirò a sedere goffamente e le strinse più forte la mano.
 “Se dovesse trascinarti con te in ciò che sta per vedere Emma, ti prego di perdonarmi per avertelo nascosto. So che è stato sbagliato, ma volevo proteggerti. Silente voleva proteggerti, era necessario. Ho fatto del mio meglio, devi credermi Emma”
 “Di cosa stai parlando?” chiese lei allarmata.
 “Ci sono molte cose che non ti ho detto, soprattutto riguardo alla connessione tua e di Potter”
 “Lo so. Silente non ha voluto spiegare...”
 “Lo so” la interruppe Severus gli occhi pieni di dispiacere “ma avremo tempo di parlarne, potrai farmi domande, ti dirò tutto quello che so, ma ti prego. Ti prego. 
Credimi. Vorrei che ci fosse un modo semplice per spiegare, io volevo solo il meglio per te.”
Emma lo guardò confusa e fece per domandare che cosa le stesse tenendo nascosto, ma non fece in tempo. Un brivido più lungo e potente le percorse la schiena, tremò appena e si accasciò contro la spalla di Piton, mentre con uno schiocco la sua mente veniva trascinata in quella del bambino che è sopravvissuto.
 Severus rimase immobile. Seduto in mezzo alla Stamberga Strillante. Tra le braccia il corpo svenuto di Emma.
Grosse lacrime colavano lungo le guance magre e il naso adunco.

* * *

Emma ci mise un secondo a capire di essere in un ricordo.
L'immagine fluttuava davanti a sé non perfettamente definita, con contorni fumosi e incerti. Era in un parco giochi Babbano, dove due bambine correvano di fronte a lei, vicine, una magra e bionda, l'altra con lunghi capelli rosso fuoco e un vestitino verde con fiori.
 L'emoor avvertì la presenza di Harry e girò il capo, trovandoselo di fronte che la fissava confuso, decisamente più nitido rispetto alle immagini intorno a loro.
 “Tutto bene?” chiese cauta, indovinando della tensione sui lineamenti del ragazzo e lui annuì, ma sembrava stravolto.
 L'emoor gli afferrò la mano e sentì la connessione stabilizzarsi, quasi con sollievo, prima di voltarsi brevemente di nuovo verso le bambine. Si assomigliavano in qualcosa, forse nei loro vestiti curati o nel modo di sorridere e guardarsi intorno, dovevano essere sorelle.
 Harry si tese accanto a lei, muovendosi sul posto a disagio.
 “Cosa c'è?” insistette l'emoor, lanciandogli un'occhiata di sbieco.
 La bambina con i capelli rossi fece un saltello, attirando la loro attenzione e raggiunse l'altalena, cominciando a dondolarsi sotto lo sguardo attento della bambina più grande, canticchiavano entrambe  qualcosa a bassa voce.
“Sono contenta che tu sia qui” mormorò Harry con evidente sollievo “Non lasciare andare la mia mano”
 “Non lo farò” rispose sicura lei.
 Le due sorelle di fronte a loro presero a ridere divertite, la più piccola, saltò dall'altalena. Ci mise troppo a raggiungere il terreno, fluttuò leggera e aggraziata nell'aria per più di venti secondi. Emma capì che era una strega. La bambina bionda si accigliò in un secondo e cominciò a gridare contro di lei.
 “Non devi farlo, Lily. Smettila”
 “Ma è divertente Tunia” rispose l'altra dispiaciuta.
 “Non farlo” si imbronciò la bionda “Lo hai promesso”
 Fu allora che Emma lo notò: 
qualcuno stava osservando la scena oltre a loro. Era un bambino magro, con i capelli scuri maltagliati intorno al visetto smunto, che stava rannicchiato dietro alcuni cespugli, quasi impossibile da notare a causa dei vestiti grigiastri che indossava, troppo grandi per lui, che lo mimetizzavano con l'ambiente. 
 Nell'istante in cui la bimba, che si chiamava Lily, toccò terra, il piccolo osservatore sembrò prendere coraggio e con un sospiro si issò sulle gambe magre, caracollando verso le altre due.
 
Era buffo. Si muoveva in modo frenetico e incerto, impacciato dal camicione fuori misura, un sorriso compiaciuto a illuminare il viso.
 “Lei può farlo perché è una strega.” disse allegro alle due bambine che lo guardavano con sospetto, l'aria solenne.
 “Merlino...” sussurrò Emma, portandosi la mano libera alla bocca, mentre un groppo strano di stupore ed emozione le si agitava nel petto “Ma è Severus”
 La biondina assunse un'aria tra l'imperioso e lo schifato e fece un passo indietro per allontanarsi sdegnata dal nuovo arrivato.
 “Vattene via” sibilò “io lo so chi sei. Sei quel Piton. Vivi giù vicino al fiume. Tuo padre urla sempre a tua madre, lo sanno tutti”
“Ma io...” tentò il ragazzino, facendo un passo avanti.
 “Non vogliamo giocare con te" disse in fretta la ragazzina, lo sguardo più spaventato che cattivo e fece un altro passo indietro.
 Il bambino arrossì terribilmente e per un momento tentennò incerto, come se volesse tornare a nascondersi nel cespuglio e fingere di non esistere, tutto il coraggio che lo aveva animato completamente scomparso, mentre la bionda, soddisfatta per l'insulto, si allontanava risoluta. 
 La bimba rimasta, invece, dondolò sui piedi, guardando la sorella sempre più lontana, che la chiamava a gran voce, ma prima di seguirla si avvicinò al bimbo di fronte a lei con uno sguardo tenero.
 “Tutto bene? Non ascoltare Tunia, a volte può essere davvero cattiva” disse complice “Io sono Lily”
 Harry si schiarì la voce e si voltò verso Emma, osservandola con occhi verdi sgranati.
 “La bimba è mia madre” sussurrò.
L'emoor trattenne il respiro, sorpresa.
Il ricordo cambiò.

Emma riconobbe immediatamente la radura di Spinner's End. 
 I fiori sull'erba verde protetti dai faggi secolari, il ruscello che tagliava in due lo spazio, gorgogliando piano. I piccoli Piton e Lily stavano seduti nell'erba morbida e ridacchiavano complici, felici, le teste vicine e i visi luminosi.
 “Non vedo l'ora di andare ad Hogwarts, Sev.”
 “Anche io Lily. Sarà bellissimo”
 La bimba prese una margherita e il piccolo Piton scostò lo sguardo dal fiume per osservarla attento, mentre il fiore prendeva a danzare sul palmo candido della sua mano. Ad Emma ricordò la sua prima magia involontaria. Lily sorrise e Severus con lei.
“Non andrò ad Azkaban per questo, vero?” chiese d'un tratto la bimba, guardando l'amico con ansia e Piton scossa subito la testa, in modo buffamente solenne.
 “Assolutamente no. Ad Azkaban ci vanno solo i cattivi. Non noi”
 Il volto di Lily era pieno di sincero sollievo.
 “Raccontami della magia e della scuola e di 
tutto quello che sai
 Il piccolo Piton gonfiò il petto, orgoglioso di essere investito di quel ruolo, gli occhi neri lucidi e grondanti di gioia, mentre guardava la bambina seduta di fronte a lui.
Il ricordo cambiò di nuovo.

Severus poteva avere qualche anno di più ora, ma aveva ancora il corpo di un bambino e sedeva solo nella solita radura, con aria sconsolata, i capelli neri a coprire come una tenda il viso magro. 
 Doveva aver pianto e tirava su col naso, ma quando dei rumori lievi preannunciarono l'arrivo di qualcuno si sfregò gli occhi con foga e raddrizzò la schiena, cercando di dimostrarsi sicuro di sé. 
 Lily apparve davanti a lui con una smorfia preoccupata sul volto, che a Emma ricordò Harry, le ginocchia sbucciate che spuntavano dalla salopette corta, i lunghi capelli rossi raccolti in una treccia.
 “Stai bene?” chiese contrita.
Piton si strinse nelle spalle, ma rimase in silenzio.
 “Non offenderti se i bambini ti prendono di mira. È Tunia che li istiga e loro sono degli stupidi”
 “Ci sono abituato” mormorò lui, tenendo il capo chino, le ginocchia strette contro il petto e la bambina si morse il labbro dispiaciuta, come se valutasse varie opzioni.
 “Secondo me si sbagliano, non sembri una femmina. A me piacciono molto i tuoi capelli lunghi” disse infine.
Il piccolo Piton tentennò, ma poi il suo sorriso si aprì dolcissimo.
“Dici davvero?” chiese goffo.
 “Dico davvero, Sev” sorrise lei.
Il ricordo cambiò

Ci fu un frullìo di immagini colorate, luminose, positive.
 Lily nella radura. Lily che rideva. Lily che lo abbracciava, le gote abbronzate dopo l'estate. Lily che muoveva un piccolo bastoncino di legno fingendo che fosse una bacchetta. 
 Lily e il piccolo Severus che correvano sul versante della collina, felici, spensierati, uniti. Lily che lo guardava assorta, mentre lui parlava di Hogwarts. Lily Evans brillava semplicemente di luce propria nei ricordi di Severus.
 Il cuore di Emma si fece caldo e pesante davanti a quelle immagini sfarfallanti e colorate e, accanto a lei, Harry le strinse la mano più forte, un'espressione combattuta in volto. 
 Era evidente che il ragazzo si dibattesse tra lo sconcerto per ciò che stava vedendo e la gioia di avere la possibilità di affondare nel passato della madre scomparsa. Emma invece si sentiva semplicemente confusa. 
Perché Severus non gliene aveva mai parlato? Perché svelare il segreto ora?
 
Lily fermò la corsa verso la cima della collina, i capelli scompigliati del vento. Severus camminava piano dietro di lei, osservandola con occhi neri sgranati e felici. La bambina si voltò verso di lui, curiosa, i capelli che si muovevano ribelli nell'aria come una fiamma.
 “Avanti Severus” trillò “Sei lentissimo”
 E subito corse indietro, verso di lui, veloce, scendendo lungo il versante della collina e l''emoor perse un battito mentre li osservava, perché era una scena davvero molto simile a quella che aveva vissuto lei con il tutore. 
Molto simile al ricordo che usava per poter evocare il suo Patronus.
Il volto di Severus esplodeva di felicità sincera mentre la guardava, Lily non riuscì a fermare la sua corsa, inciampò e cadde addosso al ragazzino, troppo esile per riuscire a fermarla. 
 Ruzzolarono giù ridendo, tra i fiori e i fili d'erba.
Il ricordo cambiò.

Arrivarono altre immagini, come un torrente, visioni galleggianti e fugaci che quasi accarezzavano Emma ed Harry con la loro bellezza, sfarfallando inconsistenti tutto intorno a loro.
 Lily danzava sventolando la busta di Hogwarts in aria. Lily che lo carezzava. Lily che lo abbracciava. Lily che si torturava il labbro indecisa. Lily con lo sguardo ferito che fissava la sorella voltarle le spalle arrabbiata. Lily sporca di briciole, mentre mangiava i biscotti fatti da sua madre, offrendone a Severus. Lily che lo aiutava a mettere un cerotto sul ginocchio sbucciato. Lily che rideva soprattutto o che lo guardava fin troppo seria e adulta.
 “Come va con i tuoi genitori Sev?”
Lui si strinse nelle spalle con noncuranza, scegliendo il silenzio.
 “Litigano sempre?” insistette Lily
 “Quasi sempre”
 “Le cose andranno meglio, Sev, credimi.”
Il ricordo cambiò.

Lily e Severus erano da Ollivander. Evidentemente i signori Evans, in quel momento seduti dove un tempo si era seduta Ginny Weasley con la cesta di Wolland, si erano offerti di accompagnare a fare i suoi acquisti anche quel bambino scuro, così amico della figlia.  
 Severus già stringeva la sua bacchetta, un sorriso tanto largo sul volto da sembrare grottesco. La bambina invece era ritta in piedi, in evidente agitazione, gli occhi verdi che saettavano a destra e sinistra.
“Ecco” disse Ollivander con entusiasmo “proviamo questa”
 “La mia prima bacchetta” sussurrò Lily e insieme all'amico si sporse sul bancone per osservarla.
 Harry ed Emma li imitarono, avvicinandosi di un passo e l'emoor quasi si strozzò per lo stupore. 
Quella era la sua bacchetta.
 “
È bellissima” sussurrò Lily e Severus annuì con forza accanto a lei.
 La bimba allungò la mano e la strinse, la bacchetta tremò appena, ma non successe nient'altro e Ollivander storse il naso, assorto.
 “Non perfetta, no. Peccato. Proviamo qualcos'altro”
 Sparì nel retro mentre Lily posava delusa la bacchetta nella scatola, occhieggiando verso l'amico con aria triste.
 “Ne troviamo una migliore” disse il piccolo Piton, propositivo.
 “Ma questa mi piaceva proprio tanto” sussurrò lei.
 Emma non riusciva a togliere lo sguardo sulla bacchetta posata sul bancone dalla bambina e trattenne il respiro. 
Come doveva essersi sentito Severus ogni volta che la vedeva studiare e fare magia con quella bacchetta? L'aveva riconosciuta? Ma certo che sì.
 “È la mia bacchetta Harry” sussurrò, quasi senza forze e il Grifondoro si voltò di scatto, stupito. 
 “Davvero?” chiese, lei annuì, sentendo la secchezza in bocca.
 “Quando la acquistai la feci vedere a Severus e lui si rabbuiò. Allora non lo conoscevo bene, ero con lui solo fa un giorno e non capii il suo atteggiamento, pensai che fosse semplicemente un uomo acido e scontroso, perché mi disse che era una bella bacchetta e si voltò dall'altra parte chiudendosi in sé stesso. Fu difficile cavargli dalla bocca anche solo una parola per ore. Non sapevo perché avesse reagito così e pensavo non mi sopportasse”
 “Invece era perché se la ricordava” mormorò l'altro, una ruga di preoccupazione tra gli occhi “Si ricordava Lily e la sua prima bacchetta, dopo tutti quegli anni...”
Uno schioppo e delle scintille alle loro spalle, annunciò che Lily aveva trovato al sua bacchetta. I Signori Evans batterono le mani contenti, chinandosi sulla figlia per abbracciarla, ma Lily aveva occhi solo per il suo amico e Severus sorrideva pieno di felicità.
Il ricordo cambiò di nuovo.

Si ritrovarono in uno scompartimento dell'espresso di Hogwarts.  
 Severus e Lily erano seduti vicini e discutevano animatamente con altri due ragazzini di fronte a loro.  L'emoor ed Harry li osservavano curiosi e sussultarono entrambi per lo stupore nel farlo, perché uno dei due bambini era perfettamente riconoscibile: 
era James Potter. 
 Improvvisamente Emma osservando il bimbo nel ricordo capì cosa intendessero tutti quando dicevano che Harry era la fotocopia di suo padre. Era coì: erano
 davvero identiciLo stesso sguardo assorto e furbo, i lineamenti delicati, i capelli impossibili.
 “Gli somigli molto” sussurrò.
 “Lo so” disse Harry, senza riuscire a nascondere una punta di orgoglio che gli fece brillare gli occhi.
 Accanto a James Potter, che rideva divertito, c'era ragazzino magro dal volto bello e affilato, seduto mollemente sul sedile con fare sicuro e gradasso. L'emoor riconobbe con stupore Sirius Black.
 “Come puoi 
sperare di finire in Serpeverde?” chiese James a Severus, mentre Lily lo fulminava con lo sguardo.
 “Tutta la mia famiglia è di Serpeverde” spiegò Piton accigliato, gonfiando ridicolmente il petto “Vorrei renderli orgogliosi.” 
 “Anche la mia lo è” disse Sirius con vago sprezzo al contrario, afflosciandosi appena sulla seduta.
 “Oh!” esalò James dispiaciuto “e dire che sembravi a posto”
 “Lo sono.”  ribatté veloce il bambino “Io odio la mia famiglia. Sono un Black, se sai cosa intendo. Non voglio essere un Serpeverde”
Gli occhi grigi e profondi erano privi della tristezza che li aveva velati da adulto, ma il sorriso da lupo era lo stesso che Emma ricordava. Provò una forte malinconia.
 “Oh. Ora ha più senso” disse James con un ghigno, per poi tornare a fissare Piton con gli occhi assottigliati “Tu invece però speri proprio di 
essere un Serpeverde, non sarai forse stupido?”
 “Un 
Mocciosus” rincarò Black in un soffio, mentre Piton schiudeva le labbra per rispondere, rosso in volto.
 “Oh, andiamo Sev, troviamo un altro scompartimento” intervenne Lily, con un broncio pieno di solenne offesa, afferrandolo al polso.
 Emma si accorse come improvvisamente gli insulti degli altri due bambini, che non smettevano di ridere in modo stupido alle loro spalle, sembrassero scivolare addosso al piccolo Piton, ora che la bambina lo teneva per mano.
Il ricordo cambiò.

Hogwarts. Emma ed Harry assistettero allo smistamento in silenzio, curiosi. Videro Remus, James e Sirius smistati in Grifondoro e la faccia delusa di Piton separato dall'amica di infanzia, poi subito le immagini ripresero a scorrere velocemente, colorate, inarrestabili.
 Severus sedeva al tavolo di Serpeverde e guardava tristemente la sua Lily seduta dall'altra parte della sala, lei alzò il capo e fece un sorriso nella sua direzione, agitando la mano in segno di saluto.
 Severus e Lily con le cravatte di Grifondoro e Serpeverde, incuranti degli sguardi dei compagni, stavano vicini in Sala Grande, le teste chine, mentre scrivevano assorti sulle loro pergamene.
 Severus e Lily sulle rive del lago nero e in biblioteca, in giro per i corridoi di Hogwarts. Sempre insieme, 
sempre vicini, nonostante le Case diverse. Emma si stupiva ogni volta nel vedere quel sorriso impacciato sui lineamenti del bimbo. 
Harry non riusciva invece a credere ai suoi occhi, mentre tutto quello che aveva di certo nella vita si sgretolava lentamente.
 “Nessuno ti ha mai detto che Piton era amico di tua madre?” chiese la Corvonero e l'altro scosse la testa.
 “No” mormorò “nessuno”
I ricordi correvano veloci.

Lily scoppiò a ridere, i capelli rosso fuoco a incorniciare il volto lentigginoso. Si sporse in avanti e svelta mise la sua sciarpa Grifondoro intorno al collo dell'amico in un gioco pieno di sfida.
 Erano sulle rive del lago nero, dove tante volte Emma era stata con i suoi compagni e amici, o aveva passeggiato con Draco, le sembrava incredibile a pensarci che le stesse rive avessero accolto Severus, i malandrini, Lily Evans e i loro drammi.
 “Guarda come sei bello vestito da Grifondoro” trillò lei e Piton arrossì, assumendo un'espressione beata.
 “Tu saresti meglio come Serpeverde” ribatté, avvolgendo a sua volta la sua sciarpa intorno al collo di lei e Lily rise allegra, ma non si tolse la sciarpa che rendeva i suoi occhi ancora più verdi.
 “Noi saremo amici per sempre, Sev?” chiese ingenuamente.
 “Sempre” rispose subito lui con aria solenne.
 Un vociare indistinto e passi alle loro spalle interruppero quel momento intimo e dolce, tanto che anche Emma ed Harry quasi trasalirono, insieme ai due piccoli Lily e Severus.
 “Hey Mocciosus, bella sciarpa” gridò Sirius, e lanciò verso di lui una manciata di terra, ridendo sguaiato.
 “Smettila Black” sibilò Lily in risposta, infuriata, mettendosi di fronte all'amico con fare protettivo e a Emma ricordò improvvisamente qualcuno, ora che la vedeva così arrabbiata e corrucciata, ma non avrebbe saputo dire chi.
Black rise e si allontanò seguito da Potter e gli altri e Lily e Severus si sedettero sulla riva e aprirono i loro libri per cominciare a studiare.
 “Erano davvero amici” mormorò Harry “Come me ed Hermione”
 L'emoor osservò lo sguardo assorto di Piton che studiava il profilo di Lily, 
adorante, dolcissimo e sospirò piano.
 “No, Harry. Non penso che fossero come te ed Hermione”
Il ricordo cambiò.

Quasi sera. Lily e Severus camminavano nei corridoi bui.
 Erano entrambi più alti, i corpi avevano abbandonato le forme dell'infanzia. Lui era diventato lungo e magro, i capelli sempre a coprirgli il viso ora più spigoloso. Non poteva dirsi bello, ma aveva assunto un certo fascino nella sua camminata sicura e quel modo di fare distaccato e ombroso. 
 Lily invece si stava trasformando in una vera bellezza. Era sinuosa, delicata, luminosa 
quasi. I capelli lunghi che le accarezzavano la schiena in una morbida curva fino alla vita sottile, le forme dolci che si intuivano sotto la divisa, il volto ricamato di lentiggini dove splendevano due occhi grandi e verdi, brillanti nella luce spettrale della sera calante.
 “Sev” mormorò lei assorta.
 Si fermarono a una diramazione, Emma sapeva che Severus sarebbe andato a sinistra per raggiungere i sotterranei e Lily a destra verso la torre di Grifondoro.
 “Si?” chiese il ragazzo, inarcando appena un sopracciglio.
 “Tu hai mai dato un bacio?”
 Piton quasi si strozzò con la sua stessa saliva e divenne paonazzo.   
 “Ehm, no”
 “Nemmeno io” disse lei tranquilla e se si accorse del disagio dell'amico non lo diede a vedere.
Rimasero in silenzio per un po', lui si guardava imbarazzato i piedi, lei si mordeva assorta il labbro inferiore.
 “Sev” lo chiamò di nuovo “ti va se provo a darti un bacio? Sei il mio migliore amico e di te mi fido. Non voglio fare schifo al mio primo bacio con un ragazzo solo perché non ho mai provato”
 Piton sembrò annaspare, gli occhi scuri lucidi nella penombra.
 “Se ti fa schifo non importa” aggiunse subito lei con un sorriso leggermente incrinato “Posso lasciar perdere”
 “No, certo che no” la fermò lui tutto d'un fiato “Proviamo!”
 Lily ridacchiò appena, si avvicinò a lui lentamente e gli diede un bacio lieve, quasi impalpabile. Un bacio piccolo e casto sulle labbra, 
veloce, tanto che Severus non riuscì a muoversi, ma rimase dritto come uno stoccafisso.
 “Non come me ed Hermione” disse Harry imbarazzato ed Emma sorrise lui, guardando con dolcezza il primo bacio del suo tutore.
 Lily si era staccata da lui imbarazzata, ma il ragazzo sembrava deciso a non rinunciare a quella sfacciata fortuna e si chinò di nuovo verso di lei, questa volta abbracciandola in vita, le guance che sembravano andare in fiamme e la baciò con dolcezza, a lungo.
 “Lily io...” sussurrò emozionato, il volto vicinissimo a quello di lei e Lily si aprì in un sorriso, lo sguardo stupito e brillante nella sera.
 “Sev ma sei bravissimo! Farai impazzire così tante ragazze se baci così bene” disse allegra e sciolse l'abbraccio con delicatezza e si allontanò lungo il corridoio, voltandosi all'ultimo verso di lui per fargli un sorriso, mimando la parola '
grazie' con le labbra carnose.  
 Emma fu sicura di sentire il cuore di Severus spezzarsi.
 “Non l'ha capito vero?” disse Harry, guardando la figura della madre che si allontanava, osservata dal giovane Piton rimasto solo e confuso, le spalle incassate nel corpo magro.
 “Qualcosa che hai preso da lei” rispose l'emoor.
Il Grifondoro la guardò storto, senza capire. 
 “Che intendi?”
 “Quanto ci hai messo a capire che Ginny ti stava solo aspettando Potter?” lo punzecchiò l'emoor e lui increspò le labbra in un mezzo sorriso stanco e dolcissimo.
Il ricordo cambiò.

I ricordi
 successivi furono meno dolci, più cupi e talvolta pieni di sofferenza. Non c'era più stati baci, anzi. Lily spesso bacchettava Piton, fiera e bellissima.
 “Avery e Mulciber, Sev! Come fai a frequentare quei due? Sono rivoltanti. Non te ne rendi conto?”
 Lui rispondeva raramente, impacciato, sempre più in difficoltà a fornire giustificazioni e a comunicare con lei. L'emoor vide lo sforzo del ragazzo dipinto sul volto pallido, i tentativi goffi di chiedere scusa, di nascondersi in fretta se Lily lo beccava insieme ad altri Serpeverde, o con volumi oscuri nella cartella.
 C'era più freddezza e distacco in quei ricordi. Una Lily consapevole e matura che scuoteva l'amico con forza, ma sempre più stancamente e un Severus solo e senza altri amici, vessato dai Malandrini, privo di supporto, ammaliato da quei Serpeverde più grandi che lo facevano sentire importante.
 Harry, accanto all'emoor si faceva man mano più pallido.
 “Non ne sono fiero” sussurrò, mentre guardavano la scena di Piton a testa in giù, disperato e umiliato, con le mutande grigiastre in vista a causa dei Malandrini, mentre inveiva contro tutti, Lily compresa.
 “Non è mica colpa tua Harry. Erano ragazzi” cercò di consolarlo Emma, anche se si sentiva male a vedere quanto dolore svettava sul volto del tutore e quanto amare erano le lacrime che colavano in silenzio sul volto pallido.
Assistettero in silenzio all'umiliazione del ragazzo e allo sconcerto e al dolore che lo attraversarono dopo essersi accorto di aver chiamato Lily 
schifosa Sangue sporco.
 “Forse le cose sarebbero andate meglio se non l'avessero bullizzato così” riprese Harry, seguendo con lo sguardo i Malandrini che si allontanavano insieme ridendo. 
 James e Sirius in testa, Peter che li seguiva adorante e Remus per ultimo, in disparte. Emma vide il giovane Lupin fermarsi e voltarsi a guardare con aria assorta Piton rimasto a terra, sembrò quasi tentennare, come se volesse tornare sui suoi passi e aiutare il ragazzo, ma Sirius tornò indietro e lo afferrò per la mano, dedicandogli un ghigno leggero e portandolo via con sé.
 “Harry” disse Emma, tornando a concentrasi su di lui e stringendogli la mano “Se le cose fossero andate diversamente forse Lily alla fine non si sarebbe nemmeno innamorata di James e tu non saresti qui. Le cose dovevano andare così. E poi Severus non ti ha mai sopportato a causa di tuo padre e tu non c'entravi nulla, o quasi. Direi che siete andati in pari” disse ed Harry fece un sorriso debole, ma guardò dispiaciuto il Serpeverde di fronte a lui.
Il ricordo cambiò.

La ami vero?”
 Narcissa Black, con la divisa di Hogwarts indossata a perfezione, si sedette accanto a Severus, accavallando le lunghe gambe.
 Emma ed Harry ammutolirono davanti a quel curioso duo, il Grifondoro perché non li aveva mai visti insieme, l'emoor perché non aveva mai pensato a loro a Hogwarts.
 Si trovavano al campo di Quidditch, gli spalti erano quasi vuoti ad esclusione di qualche Grifondoro che aveva assistito agli allenamenti della loro squadra e Serpeverde che aspettava di vedere la propria. Gli occhi di Severus si staccarono a fatica dalla figura di Lily, accovacciata sugli spalti dalla parte opposta del campo, il volto affossato in un libro, una leggera ruga tra le sopracciglia a segnare la sua concentrazione. Non si era nemmeno accorta che gli allenamenti della sua Casa erano finiti.
 “L'amore è per i deboli” esalò il ragazzo e gli occhi di Emma si riempirono di dispiacere a quelle parole e anche Harry si rabbuiò, ma Narcissa fece un sorriso, trattenendo a stento una risata.
 “Voi uomini siete tutti uguali”
 Severus inarcò un sopracciglio, lanciando lei un'occhiata torva.
 “Hai bisogno di qualcosa, Black?”
 Lei scosse elegantemente il capo e arricciò appena le labbra e  sembrava sinceramente divertita.
 “Anche Lucius si ostina a dire che l'amore è per i deboli, ma dovresti vedere come si illumina quando gli dico che non vedo l'ora di essere Lady Malfoy”
 Piton fece una smorfia acida e tornò apatico a guardare di fronte a sé, mentre la Black sospirava.
 “Sono solo preoccupata per te Severus” disse serafica.
 “Perché dovresti?” si difese bruscamente lui.
 “Perché sei un amico” rispose candida lei “E sei un ragazzo intelligente. Lucius mi ha detto dei suoi piani con L'Oscuro mago di cui tutti parlano, non mi piace per nulla e se c'è una cosa per cui la Evans ha ragione è che anche tu dovresti stare a distanza da personaggi come Mulciber e Avery”
 L'espressione di Severus si contrasse appena di fastidio. 
 “Dovresti pensare ai fatti tuoi, Cissa. Lucius prenderà il marchio, dovresti mettere lui in guardia, non me.”
 Lei arricciò il naso in una smorfia appena infastidita, gli occhi azzurri eccessivamente seri e guardinghi.
“Lucius sa perfettamente cosa vuole, Severus” disse gelida “E questo gli impedirà di perdere la sua mente nelle Arti Oscure. Sai meglio di me che chi le pratica deve avere una forte motivazione: Lucius vuole me, una famiglia, un erede e l'onore e prenderà scelte, sbagliate o giuste che siano, per queste quattro cose, per preservarle e difenderle al meglio delle sue capacità, ma tu?”
 Severus si mosse vagamente a disagio sulla sua seduta ed Emma si rese conto in quel momento di quanto fosse giovane e ancora ingenuo, malleabile, trascinato da un fervore alimentato dalla sensazione di ingiustizia e dalla voglia di riconoscimento. Gli occhi azzurri di Narcissa, invece, erano fermi e tranquilli mentre lo osservavano, specchio di una personalità più matura e rotonda.
 L'emoor sentì il cuore battere, rendendosi conto in quel momento che persino lei aveva sottostimato il legame tra i due, strinse più forte la mano ad Harry e il Grifondoro ricambiò assorto, mentre Piton di fronte a loro tornava a guardare il profilo lontano di Lily Evans.  
 “Non lo so cosa voglio, Cissy” ammise mesto e la giovane inarcò un sopracciglio e si lisciò la gonna con un gesto elegante.
 “Io penso invece che tu lo sappia perfettamente, Severus. Quindi prendi accuratamente le tue scelte” disse, sciogliendo poi la sua espressione in un sorriso più morbido “Lucius ti è affezionato, pensa che tu sia di un'intelligenza rara e io anche. Quello che volevo dirti oggi è che troverai sempre in noi un appoggio, quando lo vorrai, ma prima di capire chi siano i tuoi alleati ti consiglio di riflettere se il tuo intento sia solo distruggerti, o stai cercando qualcos'altro.”
 Cadde un silenzio denso tra i due, mentre i nuovi giocatori verde argento invadevano il campo sfrecciando sulle loro scope, tra gli applausi generali delle persone della loro Casa venuti lì ad assistere. Narcissa si alzò nervosamente, pronta ad andarsene.
 “Lo ami?” chiese Piton a sorpresa, senza guardarla in volto.
“Lucius intendi?” chiese la ragazza e le sue labbra si piegarono in una smorfia gentile “Io so rispondere a questa domanda, Piton, a differenza tua. Lucius è tutto quello che il mio sangue poteva desiderare. Mi è affezionato teneramente e sto imparando ad amarlo a modo mio, nelle piccole cose. Ho scoperto che è intelligente e che ha un animo più gentile di quel che la gente si aspetta, sotto le apparenze. È un ottimo compromesso che non mi lascerei mai sfuggire. Sono certa che tu possa capire cosa intendo” disse quieta  “Credo che amerò ancor di più la nostra vita e i figli che avremo. Non ho mai desiderato altro se non una famiglia, l'appoggio dei miei genitori e la possibilità di essere me stessa. Di poter continuare a studiare, leggere, viaggiare e Lucius mi permette di avere tutto questo e ciò che la società si aspetta da me, è un fidanzato rispettoso. Quindi sì. Lo amo, o sto imparando a farlo. Sono felice.”
 “Sei felice” mormorò Piton.
 “Sì, Severus” sorrise quieta Narcissa “e ti auguro di esserlo anche tu un giorno, quando te lo permetterai.”
 Il ricordo cambiò.

C'erano immagini più nere. Notti più fredde e non più il rassicurante castello di Hogwarts. Essere tra i Mangiamorte era terribile. Torture, ordini, retate, sveglie notturne a tutte le ore, paura.
 Emma ed Harry si mossero a disagio nei ricordi di un Piton giovane e allo sbaraglio, orfano, senza punti di riferimento, se non la debole umanità che a volte gli riservava Lucius Malfoy, quando tornava da qualche missione troppo ferito, o sperso.
  Emma si sentiva male per il tutore, mentre lo guardava arrancare in quella vita di cui sembrava essersi già pentito, per lo più solo e miserabile, dove solo in alcuni brevi stralci rivedeva il brillio nel suo sguardo di chi ha fame di qualcosa e vuole ottenerla a tutti i costi.
Lily non lo aveva mai perdonato, nonostante le sue scuse, 
nonostante i tentativi, il loro legame così forte e simbiotico si era dissolto come briciole di pane al vento e ai mille gufi inviati, lei non rispondeva mai. Risoluta e testarda come solo un Grifondoro può essere.
 Emma ed Harry tacquero nell'assistere alla crescita di quella montagna di dolore, incomprensione e non detto. Frastornati e dispiaciuti di fronte all'espressione di Severus mentre guardava Lily Evans camminare a Hogsmeade con James al suo fianco, senza che potesse nulla pretendere. A Emma si spezzò il cuore e desiderò con tutta se stessa poter abbracciare quel ragazzo pieno di sbagli e si stupì di vedere lo stesso sentimento di dispiacere sul volto di Harry.

Lily era ancora nelle giornate di Severus, ma lei non lo sapeva. Lui passava spesso da Godric's Hollow, sotto le finestre della casa dei Potter, avvolto nel suo mantello scuro.
 Lanciava solo sguardi veloci alle finestre illuminate, con il cuore che prendeva a battere forte e gli occhi che brillavano di felicità se riusciva a scorgere il suo sorriso, o una ciocca di capelli rossi. 
 Si assicurava semplicemente che stesse bene vegliando sulla neo coppia in silenzio, assicurandosi che rimanessero fuori dall'attenzione del suo Signore e più volte Harry ed Emma lo videro fermo di fronte la porta di casa, la mano tesa verso il campanello, senza avere il coraggio di suonare. I ricordi si fecero più confusi. 
Cupi. A volte lampeggiavano delle luci verde degli Avada Kedavra.
 Severus non aveva mai ucciso. Era terrorizzato alla sola idea. Temeva di fallire. Ma si affannava in ogni missione, in ogni retata, sempre il primo a presentarsi ad ogni chiamata, scuro e silenzioso, con il suo nuovo Marchio Nero splendente sul braccio pallido.
Il ricordo cambiò.

Piton si accasciò sul letto di una stanza che Emma riconobbe essere quella che il tutore a volte occupava quando era al Manor.
 Lo videro provare a regolarizzare il respiro, gli occhi serrati e la fronte aggrottata. 
Era esausto. Mentre sembrava sul punto di addormentarsi, dalla finestra spalancata sulla notte pacifica un gufo entrò frullando le ali e fece cadere una lettera davanti a lui. 
 Severus socchiuse gli occhi e si accigliò, poi il cuore gli andò in gola quando evidentemente riconobbe la calligrafia sulla lettera.
 Emma ed Harry si scambiarono uno sguardo e si sporsero su di lui a guardare la pergamena che aveva srotolato con mani tremanti.

Ciao Sev. Sono Lily. Quanto tempo.
Non so bene perché ti scrivo, ma ne sento il bisogno.
 Sono diventata mamma Sev. Ci credi? Io. Harry è il bambino più bello dell'universo, se solo tu lo conoscessi: ti piacerebbe, ne sono certa. 
 So che le cose tra noi non si sono chiuse bene. So che hai provato a chiedermi scusa, ma io non riuscivo ad accettare quello in cui ti stavi trasformando, quello che sei. Mi terrorizzava, Sev. Mi chiedo però se le cose potevano andare diversamente se ti avessi perdonato. Forse non ti saresti unito a loro? 
 Forse non è troppo tardi?
 È che io cercavo il mio migliore amico, il bambino con cui mangiavo biscotti nella nostra radura, con cui sognavo Hogwarts... e quel che facevate tu e Mulciber... e Avery! Godric, Avery! Non potevo accettarlo. 
 Immagino che tu abbia saputo del mio matrimonio, immagino che tu non l'abbia presa bene e mi dispiace. So che tu e James non vi siete mai sopportati, ma ora lui è una persona molto diversa dal bullo che conoscevi. 
 Magari un giorno gli darai una possibilità?

 Non so se risponderai a questa lettera, ma mi manchi Sev e dovevo dirtelo.
 Mi manca il mio amico.
Ora che ho un bimbo di cui prendermi cura mi sono spesso ritrovata a pensare a noi da piccoli. Vorrei tanto che Harry trovasse un giorno un amico come te.

Con affetto, tua
Lily.


Severus rimase immobile, mentre un sorriso insensato gli illuminava il volto emaciato. Non sembrava afflitto per il matrimonio, era solo tremendamente contento che lei lo avesse cercato.
 Emma ed Harry lo videro trasfigurarsi in un'altra persona, come se una nuova energia lo avesse investito. Gridò euforico nella stanza, libero, felice. Urlò tremante di gioia e sollievo.
Il ricordo cambiò.

Lettere. Parole. Affetto. RetateUccisioniTorture.
 La vita di Piton era in bilico tra le frequenti comunicazioni di Lily e le sue attività di Mangiamorte. Un ossimoro: spaccato, distrutto.
 “Sono rimasti in contatto, per tutto quel tempo” mormorò Harry incredulo, mentre davanti a loro scorrevano immagini sfocate e lettere piene di affetto e amicizia, mischiate con orrore, notti fredde e Cruciatus. Anche Emma era ammutolita, stupita, mentre cercava di unire i pezzi di ciò che stava vedendo, senza riuscirci.
 Un conto era nascondere a lei ed Harry che Piton e Lily fossero stati amici da bambini, ma nascondere tutto quello che stavano vedendo... 
perché?

Possiamo vederci Sev?
Ti devo parlare.
Lily

E il ricordò cambio.

Severus si era infilato i suoi vestiti migliori, neri, nuovi. Una camicia aderente e pantaloni scuri. Era un giovane uomo ora, aveva perso la goffezza dell'adolescenza e il suo fisico si era fatto asciutto, ma in forze e il volto era sempre aspro, ma meno corrucciato di quando era un bambino. Davanti allo specchio cercava di pettinarsi alla meno peggio i lunghi capelli neri. 
Era evidentemente agitato, le labbra serrate che non riuscivano a trattenere un sorriso fremente. Faceva tenerezza. Emma riconobbe la casa di Spinner's End non molto diversa da com'era nel presente. Mancava solo la sua poltrona davanti al camino.
 “Lì dietro ora c'è la mia stanza” disse al Grifondoro, indicando la libreria ed Harry si guardò intorno con occhi diversi.
 “Ah, abiti qui?” chiese curioso.
 Emma annuì, seguendo con lo sguardo Severus che camminava nervoso da una stanza all'altra. L'orologio segnava le diciotto. Piton non stava più nella pelle evidentemente. Si torceva le mani agitato, senza riuscire a stare fermo un solo secondo. Suonarono al campanello e il mago si fiondò verso la porta aprendola di scatto, tanto che quasi sbatté contro il muro.
 Lily Evans in carne ed ossa lo aspettava fuori, i capelli rossi tagliati alle spalle, le lentiggini sparse, gli occhi verdi lucidi. Era così simile alla ragazza che era stata, eppure più matura, il volto giovane pieno di una nuova luce consapevole.
 Se ne stava in piedi con un sorriso che aleggiava sulle labbra, avvolta in una mantella scura e teneva un vino elfico tra le mani. Arrossì nel vedere l'amico e per un istante nessuno dei due si mosse, forse nel tentativo di osservare i cambiamenti nell'altro, ma fu lei a lanciarsi per prima contro di lui, abbracciandolo stretto.
 “Mi sei mancato Sev”


*Angolo Autrice*


Ciao Lettori. 
Questo capitolo e il successivo sono tra i miei preferiti e sono molto legati tra loro. 
Non dirò qualsi nulla. Lascio a voi ogni commento. 
Metto solo qualche punto/spunto a seguire:
. Ho cercato di ampliare i ricordi in modo credibile, a parte il capitolo del principe non sappiamo molto del passato di Severus, ma lui e Lily sono amici da prima di Hogwarts (mi immagino qualche anno prima) e sono molto vicini almeno fino al quinto anno. Nel quinto anno ancora Lily si ostina a difenderlo, andando contro il parere di tutti. Sono quindi 6/7 anni di amicizia, sicuramente il tempo necessario per far avvicinare molto due persone. Per questo il momento del 'bacio' tra i due non mi sembra OOC, i due personaggi lo vivono semplicemente in modo molto diverso, ma credo possa essere successo anche in un ipotetico Canon, mi è difficile pensare che l'adorazione di Severus per Lily sia rimasta intatta per tanti anni solo sulla base di qualche anno fugace di amicizia, credo che i due abbiano condiviso molto e che fossero molto vicini.
. la frase "Se si deve prendere per vero quel che si dice in un libro per bambini" mi fa sorridere, perché anche HP è un libro per bambini, eppure siamo qui a scriverne e parlarne, a soffrire e gioire un poco con i suoi personaggi e la piccola Emma. E per quanto attraverso un racconto è una sofferenza 'reale' per questo i libri son tanto belli.
. Ho inserito un piccolo dettaglio per me molto importante: Sirius che prende Remus per mano. Sono una di quelle lettrici che crede nell'amore tra Remus e Dora, ma che reputa anche che Wolfstar (Sirius e Remus) sia Canon. Quattro amici sempre insieme, quasi in maniera ossessiva, James è il più bello e capace e sposa Lily, ma Sirius era notoriamente il più affascinante eppure non è mai accostato una figura femminile di sorta. Spende il tempo solo con i suoi amici, suo fratello James, il piccolo Minus e Remus. Remus per cui diventa un Animagus, Remus che rivede con emozione dopo Azkaban, Remus di cui forse dubita prima della morte dei Potter, tanto da proporre Minus come custode. Non mi viene difficile immaginare Remus e Sirius come una coppia di gioventù e mi fa sorridere pensare a quando infine si ritrovano e poi a cosa deve aver provato Lupin alla morte di Sirius. Non è assolutamente un dettaglio che aiuta alla storia, ma mi fa molta tenerezza.
.Cercando online l'anno di nascita di Narcissa è il 1955, Severus invece nasce nel 60, non avrebbero dovuto quindi essere insieme ad Hogwarts al quinto anno di Piton. Nel libro Canon però si fa riferimento solo a un Lucius Malfoy prefetto durante lo smistamento di Severus, mi sono presa quindi la libertà di dare un'età intermedia tra i due personaggi a Narcissa, immaginandola come una ragazza del settimo anno, già ufficilamente fidanzata con Malfoy durante il quinto di Piton. 
(Adoro l'amicizia composta tra i due personaggi tra l'altro, mi ricordano un po' Blaise o James ed Emma)
. Trovo adorabile il fatto che Lily ora che è madre vorrebbe augurare ad Harry di trovare un amico come Sev è stato per lei ed è dolce pensare che Harry lo trovi in fondo, soprattutto in Ron, che come Severus con Lily spiega lui ogni cosa sul mondo magico e nonostante vari screzi. Harry a differenza di Lily però, perdona sempre i colpi di testa dell'amico.
Vi aspetto alla prossima parte di capitolo. Molti nodi verranno al pettine, ve lo assicuro è un capitolo essenziale nel posizionamento degli ultimi tasselli.
Grazie mille per chi segue, silenzioso o meno, soprattutto grazie ai miei veterani recensori che non mi abbandonano mai: Arisky, Gattyp, Thranduil, Keira e Megumi.

A lunedì! 
vi

  
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