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Autore: vielvisev    13/04/2021    5 recensioni
Hogwarts è reale da qualche parte e la storia di Harry Potter come la conosciamo è quella che i maghi hanno scelto di raccontarci: una piccola parte della grande guerra contro Voldemort, un punto di vista.
*
In questa storia invece Harry Potter non è l'unico ad avere una profezia che pende sulla sua testa. Grifondoro e Serpeverde non sono le uniche Case che contano. I 4 fondatori hanno avuto fratelli. La protagonista si chiama Emma O'Shea e i ricordi di Severus Piton che conosciamo non sono proprio tutti i ricordi che avremmo dovuto vedere.
Eppure la storia di Harry è la stessa e ci sono sempre Ron, Hermione, Draco, Luna, Ginny e tutti gli altri.
Quasi nulla cambia, se non i punti di vista e le parti in ombra, che vengono messe in luce.
*
Ho iniziato questa storia quasi 10 anni fa.
Nulla è lasciato al caso.
Tutti i capitoli sono già scritti.
Non resta che leggerli.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Weasley, I fondatori, Nuovo personaggio, Severus Piton | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Lily/Severus, Remus/Ninfadora, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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. I ricordi di Severus (II).




Lily e Severus erano seduti sul tappeto consunto, davanti al caminetto acceso. La bottiglia di vino elfico vuota, così come i loro calici. Ridevano sommessamente, parlando a bassa voce, anche se nessuno poteva ascoltarli. Stranamente complici, a loro agio, come se non fosse passato un giorno dall'ultima volta che erano stati vicini.
Lily fece scivolare il capo sulla spalla del ragazzo e lui l'accolse con velato stupore. Era una scena così dolce e delicata che sia Emma che Harry si sentirono degli intrusi.
 “Mi sei mancato così tanto” sussurrò lei, sorridendo leggera.
 “Anche tu, Lily” rispose subito Severus e l'emoor sentì il cuore andare in pezzi nel vedere quanto era radioso il viso del tutore in quel momento, sembrava non credere alla sua fortuna e si ritrovò a sperare, con tutta sé stessa, che un futuro bellissimo fosse lì ad attenderli, pur sapendo che non sarebbe stato così.

 “Se ti avessi perdonato, dici che le cose oggi sarebbero andate diversamente?” mormorò la ragazza.
 “Non lo so, Lily” ammise mogio lui “forse era solo questione di tempo. Avevi ragione. Mulciber... e Avery...”
 La ragazza fece un piccolo sorriso triste e annuì, rimanendo per un istante assorta a guardare le fiamme arancioni del fuoco, una calma tiepida che calava su di loro. Severus le circondò le spalle con un braccio e lei si voltò verso di lui. I loro volti erano vicinissimi.
Il tempo parve farsi denso alla luce tenue del caminetto. Emma ed Harry trattennero il fiato. Lily sfiorò il naso di Severus con la punta del suo. I suoi occhi erano grandi e lucidi, forse anche a causa del vino. Piton invece si era pietrificato. Le labbra schiuse e una smorfia piena di stupore stampata in volto.
 “Lily...” tentò, con un tono basso e rauco, leggermente timoroso.
 Lei si chinò in avanti e lo baciò con dolcezza, tremante, portando le mani sul volto di lui e per un momento tutto si fermò, davanti a quell'immagine colma di struggente dolcezza.
 Emma sentì Harry tendersi a disagio e gli strinse forte la mano. Durò un secondo. Severus dovette probabilmente usare tutta la sua forza di volontà per staccarsi da lei, ma arretrò e la prese con attenzione per le spalle, delicatamente, scostandola da lui, mentre un'ombra di delusione passava per gli occhi verdi di lei.
 “Lily non fraintendere...” soffiò Piton e sembrava non avere abbastanza aria per riuscire a parlare normalmente “Io... lo vorrei... credimi. Ma... Non sei sposata con Potter?”
 “Sì. Io e James siamo sposati” rispose lei tranquilla.
 “E perché questo? Non sei felice?” chiese confuso, come a cercare una motivazione valida per quel gesto.
 “Sono molto felice con James” rispose Lily con aria colpevole.
 Il cuore di Severus si spezzò, Emma se ne accorse dall'espressione appena trattenuta, ma il giovane rimase in silenzio e continuò a scrutare il volto dell'amica di infanzia, in cerca di risposte.
 Lei invece scostò lo sguardo, a disagio per la prima volta da quando era entrata in quella stanza. Parve improvvisamente farsi piccola e incerta, mentre fissava le trame sul vecchio tappeto con aria assorta, mordendosi il labbro. Era così genuina e semplice, fragile per certi versi e ancora più bella ora che era quasi sopraffatta dagli eventi, le mani strette al petto e il respiro lento.
“Lily, vuoi provare a spiegarmi” chiese Severus, 
morbido, attento.
 “James intuiva che sarebbe potuto succedere questo” disse infine lei, agitando le mani tra loro e diventando completamente rossa, gli occhi verdi ormai quasi liquidi di pianto.
 “Cosa intendi?” chiese Piton, solo appena confuso, il busto proteso verso di lei, pronto all'ascolto “Che intendi, Lily?”
 Lei alzò lo sguardo di scatto, il volto pallido illuminato in modo poetico dal fuoco morente e Severus capì che non gli avrebbe nascosto più nulla, perché la conosceva troppo bene. La vide distendere la fronte e contrarre le labbra in un sorriso incerto e sembrò quasi lasciarsi cadere negli occhi di lui, fiduciosa.
 “Intendo, Sev, che ho bisogno di te e James lo sa. Intendo che ti chiamo nel sonno ogni notte. Piango. Faccio incubi e a volte durante il giorno mentre faccio cose semplici, come allattare Harry, o fare un doccia, ho dei crolli ed è terribile. Un momento sono felice e sorrido, il momento dopo sono in lacrime e mi dispero. Penso a te e mi sento in colpa, 
costantemente. Molto in colpa. Penso a noi due, alla nostra amicizia, a tutto quello che abbiamo fatto insieme e mi manchi così tanto, così intensamente, che a volte mi viene difficile anche solo respirare e il dolore sembra uccidermi ogni volta. Mi hanno detto che sono attacchi di panico”
 Severus la guardava in silenzio, deliziato per il fatto che lei ancora lo pensasse, ma confuso sul perché gli stesse raccontando quelle cose e soprattutto perché lo avesse baciato.
 “Non capisco” sussurrò infatti e Lily ricambiò seria il suo sguardo, si mordeva il labbro, evidentemente cercando le parole giuste da dire.
 “È stata di James l'idea di scriverti. Mi ha spinto a farlo, perché non sapevamo più che fare. Lui è così buono...”
 “Risparmiati le moine a Potter” disse secco Severus, allontanando il busto da lei “Per favore”
Sul volto brillava un dubbio chiarissimo. 
Lily lo stava usando?
 “
Scusa” sussurrò la rossa “Scusami, davvero. È solo che James pensa che troppe cose siano rimaste in sospeso tra noi. Dice che dobbiamo trovare il modo di chiuderla, di dirci addio nel modo giusto, o il senso di colpa mi ucciderà. Ha paura di perdermi ovvio, perché io vivo costantemente nel passato, con un tuo ricordo. Dice  che non posso continuare farmi del male pensando costantemente a quello che sarebbe stato se io ti avessi perdonato e tu...”
 “Potter ha ragione” disse Piton, evidentemente schifato da quell'ammissione, forse sentendosi un po' ipocrita per quello che aggiunse dopo “Nemmeno io voglio che stai male perché attaccata a qualcosa che è solo un ricordo. Non ora che potresti essere felice. Detesto ammetterlo, ma ha ragione.”
 Anche Lily parve stupita, guardò seria l'amico di infanzia per molti minuti, in silenzio. Il fuoco che bruciava sempre più lento nel caminetto, più simile a brace. La ragazza prese un profondo respiro, palesemente affranta, bellissima nella luce calda del soggiorno, con tutte quelle lentiggini a decorarle i lineamenti delicati.
 “James mi ha dato la possibilità di vivere quel che sarebbe stato. Non vuole sapere di noi, capisce che per me è stato difficile stare senza di te così a lungo e che il dubbio mi logora. Forse si sente anche in colpa per come ti ha trattato durante gli la scuola e per aver scatenato gli eventi che ci hanno diviso. Vuole che io aggiusti le mie ferite per tornare da lui intera e io... penso che abbia ragione, Sev. Forse tutti noi meritiamo un po' di pace. Anche io e te.”
 “Non possiamo essere amici e basta?” chiese l'altro. 
 Era incredibile come i ruoli sembrassero invertiti ora e Lily scosse la testa, una lacrima le scorreva sulla guancia. 
 “Noi... Sev. Vorrei tanto che potessimo essere amici. Vorrei tanto che tu... ma tu...Tu sei un Mangiamorte e io...”
Un singhiozzo le sfuggì dalle labbra e Severus capì di non essere l'unico con il cuore spezzato in quella situazione e per la prima volta dopo anni si sentì sulla stessa linea d'onda dell'amica.
 “Ti sei unita all'Ordine della Fenice” concluse per lei, mettendo in ordine i tasselli “Hai deciso di esporti con la Resistenza”
 
Lily era tornata a prendersi il loro bacio mancato prima che fosse troppo tardi. Prima di crollare in pezzi per il rimorso, prima che il suo Severus, così come lo aveva conosciuto, sparisse inghiottito dalle Arti Oscure, e un muro di non detto e rimorsi separasse lei e l'uomo di cui era innamorata: Potter.
 Lily era venuta per amare Severus Piton per una sola notte, per dare a entrambi il beneficio del dubbio e un ultimo ricordo felice: 
l'addio che meritavano. Salvando sé stessa e il suo futuro e dando a lui un'ultima cosa dolce da amare e stringere.

Emma si accorse di tremare di dolore ed Harry si avvicinò a lei, lo sguardo verde confuso e dispiaciuto.
 “Io non avevo idea” esalò affranto il Grifondoro e l'emoor annuì.
 Di fronte a loro Lily e Severus chinarono all'unisono il capo, poi lui allungò una mano per raccogliere la lacrima della ragazza sfuggita alle sue ciglia, senza riuscire di evitare di mostrare quel lato dolce che in fondo era sempre appartenuto soltanto a lei. 
 La Grifondoro tese le labbra in un sorriso stanco e appoggiò la guancia nella mano di Severus con dolcezza, singhiozzando piano, cercando di riprendere fiato e controllo.
 “Questa è l'ultima volta che ci vediamo quindi?” chiese Piton con voce incredibilmente tranquilla e sia Harry che Emma trattennero il fiato, in ansia quasi quanto lui di conoscere la risposta.
 “Penso di sì” mormorò Lily in un sussurro, il volto ancora appoggiato alla mano dell'amico, gli occhi chiusi.

 E questa volta, quando la ragazza si chinò in avanti per baciarlo Severus non si tirò indietro. Fece scorrere una mano sulla vita di lei e l'altra tra i lunghi capelli tirandola verso di sé. I contorni del ricordo si fecero meno nitidi e infine si sfocarono, ma sia Emma che Harry sapevano cosa doveva essere successo subito dopo.
 Ne intuivano la dolcezza, il dolore, la profondità che li avrebbe avvolti per molto tempo. Si guardarono imbarazzati, mentre il ricordo seguente ci metteva fin troppo tempo tempo a comporsi.
Il ricordo cambiò

Lily era scomparsa, non più una lettera. Nulla.
 Harry ed Emma riuscivano ad avvertire il vuoto intorno alla figura sottile di Severus, piombato nella solitudine, in un vortice di dolore, incubi, maledizioni e missioni quasi suicide. Lui però sopravviveva sempre, suo malgrado e tornava sempre indietro, alla sua esistenza vuota, apatica. Troppo aggrappato alla vita per lasciarsi morire, ma troppo codardo per cambiare le sue sorti.
 Lucius si era sposato con Narcissa e avevano avuto un bambino e Severus osservava con pacato distacco la famiglia dei suoi unici amici, stravolto dai sentimenti contrastanti: dalla dolcezza, alla sensazione di fallimento e solitudine che lo scuoteva nel profondo.   
 
Quella era una normalità che lui non avrebbe mai avuto.
 
Harry ed Emma assistettero ad alcuni ricordi confusi di Severus con un piccolo Draco sulle ginocchia, cena intime dai Malfoy, risate sommesse con Narcissa, pochissimi brevi attimi di normalità e l'emoor si commosse, mentre osservava il viso del tutore, sempre meno simile al giovane Piton sorridente che aveva condiviso qualcosa con Lily Evans e sempre più illeggibile e ferito mentre  arrancava nella vita, cercando disperatamente un riconoscimento.
Il ricordo cambiò
La Testa di Porco era squallida e sporca, ma Harry ed Emma se ne accorsero appena, troppo distratti a osservare Piton. Sembrava l'ombra di sé stesso, gli occhi neri frementi e pericolosi sul volto segnato di stanchezza, il corpo magro e scavato. 
 Si era imbattuto in Sibilla Cooman, Albus Silente e la profezia del bambino che poteva sconfiggere Lord Voldemort e in un attimo di vanagloria aveva visto forse la soluzione alla sua apatia. 
 Emma ed Harry assistettero al cambio di espressione dell'uomo, all'improvviso raggiante e consapevole e lo seguirono, loro malgrado, mentre lui correva dal suo Signore, per snocciolare con tono febbrile e ansioso tutto quello che aveva sentito, desideroso di trovare almeno un posto dove fosse benvoluto al mondo.
 Erano cose che Potter e l'emoor già sapevano, ma entrambi si rattristarono nell'assistere il compiersi di un triste destino, mentre Severus mandava a morire proprio lei: la sua unica fonte di felicità.
 “Oh Sev” mormorò Emma “stupido ragazzo. Che cosa hai fatto?”
 Harry si pose più vicino a lei, protettivo. Erano spalla contro spalla e respiravano insieme.
Il ricordo cambiò.

Piton si chiuse una porta alle spalle con fare rigido e subito dopo si portò una mano al cuore e scivolò contro il muro elegante dell'ingresso del Manor, impallidendo. Emma ebbe l'istinto di andare a sorreggerlo, ma a metà del suo slancio si rese conto che il Severus del ricordo non poteva sentirla e che lei non poteva aiutarlo.
 “Cosa hai fatto?” disse una voce femminile e Piton si voltò di scatto spaventato, insieme ai due ragazzi.
 Narcissa Malfoy lo fissava con quello che sembrava puro odio, gli occhi azzurri gelidi, le labbra contratte, la posa autoritaria.
“Cosa hai fatto Severus?” chiese ancora lei e all'uomo sembrò mancare l'aria per respirare correttamente, annaspò, raddrizzandosi.
“Io... sono stato a una riunione. Il nostro Signore è...” fece un cenno alla porta alle sue spalle.
 Narcissa si fiondò su di lui, afferrandolo rudemente per un braccio e lo trascinò con sé fino alla Sala Rosa che Emma conosceva bene.
La Corvonero ed Harry li seguirono con il cuore in gola.
 “Che cosa hai fatto.” disse di nuovo la donna, una volta che ebbe protetto e insonorizzato la stanza con vari incantesimi.
 La sua non sembrava più una domanda, ma un'accusa. Severus sembrò farsi di cristallo, la guardò disarmato e poi si spezzò, arreso.
 “Lui crede che siano i Potter, Narcissa” esalò infine con sguardo giovane e sperduto “Crede che sia il figlio di Lily Evans”
 L'espressione sul viso di lei divenne se possibile ancora più dura, tanto che lui arretrò di un passo ed Emma non avrebbe mai creduto che avrebbe mai visto il tutore avere paura di Narcissa Malfoy.
 “Tu” sibilò la donna, furente “Tu stupido, ignobile, ragazzo. Tu e il tuo inutile orgoglio. Sei un idiota”
 Severus incassò le spalle e sembrò trattenere un singhiozzo.
 “Mi dispiace. Mi dispiace.”
“Gli hai dato in pasto Lily Evans. Lei tra tutte. Te ne rendi conto?” sibilò gelida lei, senza andare per il sottile e lui annuì tra sé e ad ogni oscillazione del capo sembrava perdere un po' di colore.
 Narcissa invece sembrò farsi di sale ed Emma, che aveva imparato a conoscerla, si rese conto che stava pensando velocemente, quindi non si stupì quando d'improvviso, con uno scatto inatteso, si fiondò in avanti verso Severus, puntando lui la bacchetta alla gola, con aria estremamente minacciosa.
 “Ora farai come ti dico io: andrai da Silente” disse seria, pigiando la bacchetta più a fondo e Piton deglutì e sgranò gli occhi.
“Silente? Ma Narcissa... che cosa...”
 “Andrai da Silente” ripeté brusca lei “E lo pregherai di aiutarti. Gli dirai cosa hai fatto e gli chiederai di salvare Lily Evans. Ti inginocchierai se necessario. Io ti coprirò, nessuno si accorgerà della tua assenza, non importa quanto ci vorrà, ma poi...”
“Non lo farò. Lui lo scoprirà e saremmo entrambi in pericolo. Non posso salvarla” singhiozzò l'altro, accasciandosi lungo il muro “E non posso trascinare in questo anche te e Lucius”
“Lo farai” insistette gelida Narcissa “Puoi farlo e lo farai, Severus. Sei la persona più intelligente che io conosca, ma a volte risulti veramente stupido. Te l'ho già chiesto una volta e non hai saputo rispondermi, te lo ripeto ora: la ami?”
Gli occhi di Piton si fecero grandi ed Emma sentì chiaramente Harry tendersi contro la sua spalla, ma l'uomo non rispose, terrorizzato e Narcissa sospirò affranta.
“Molto bene” disse “Allora nel dubbio non ci resta che salvarla”
 “Ma Narcissa...” tentò di nuovo Piton, scivolando ancor più contro il muro, pieno di dolore e panico.
 “Draco e Lucius sono le due persone che più amo al mondo, Severus.” rispose lei spiccia “Hai idea di cosa mi succederebbe se morissero a causa mia e io non cercassi di fare nulla per impedirlo?”
 L'uomo trasalì, poi scosse piano il capo e la bionda tremò.
 “Il dolore che proverei sarebbe tanto atroce che impazzirei, invocando di essere uccisa” mormorò, pressando appena le labbra, gli occhi lucidi al solo pensiero di quel che stava dicendo “Sei un amico troppo caro Severus, una persona buona, anche se ancora non lo sai e soprattutto sei il padrino di Draco e il tuo compito è proteggerlo, non impazzire di dolore per la morte della donna che non hai il coraggio di ammettere di amare. Una morte causata, per altro, da un tuo unico momento di stupidità e vanagloria.”

Lo sguardo di Narcissa era imperioso e ad Emma sembrò bellissima e potente, tanto che persino Potter la guardò affascinato.
 “Chi lo avrebbe mai detto, erano amici” sussurrò il ragazzo, osservando la madre di Draco addolcirsi, abbassare la bacchetta per attirare Severus contro di sé e stringerlo in un abbraccio fraterno.
 “Lo sono ancora” mormorò l'emoor, osservandoli attenta, l'affetto per Narcissa che zampillava dentro di lei “Lo sono ancora”
 “Mi dispiace davvero tanto Severus” sussurrò la Serpeverde e Piton si appoggiò alla sua spalla e rimasero immobili per il tempo di un respiro, prima che lei si staccasse quasi bruscamente, di nuovo sicura e concentrata “Ora vai da Silente e imploralo, offrigli tutto quel che credi sia degno della vita di Lily Evans, trova un modo per proteggerla. Io ti coprirò e nessuno saprà nulla, nemmeno Lucius. Poi tornerai qui e pregherai anche l'Oscuro”
 “Ma non mi ascolterà.” balbettò l'altro “Non si può pregare... 
Lui”
 “
Pregherai anche l'Oscuro usando una qualunque scusa. Farai tutto quello che in tuo potere per difenderla, Severus. L'Oscuro vuole il figlio della ragazza, prendi tempo, mostrati crudele, chiedi lui di risparmiare lei e basta per esempio, sii convincente” disse seria “Ovviamente, tutto questo solo se la ami. Altrimenti se non è così, se pensi di poter superare facilmente la morte di quella ragazza, non ne vale la pena di mettere a rischio ogni cosa. La ami?”
 Severus rimase in silenzio, ma lo sguardo lucido e nero che scambiò con l'amica bastò come risposta a Emma ed Harry. 
 Era lo sguardo di un uomo al patibolo, di qualcuno che non aveva scelta ed era traboccante di sentimento e terrore. 
 Nulla al mondo contava più di Lily Evans agli occhi di Severus Piton,
 era lampanteQualunque cosa non sarebbe mai stata abbastanza per pagare il pegno. Severus Piton avrebbe dato di più. Molto di più.
 Narcissa annuì e si avvicinò verso la porta a passo svelto.
“Grazie” mormorò il giovane, il capo chino, l'espressione nascosta nei capelli neri e la bionda sorrise amara. 
 “Non mi ringraziare, lo faccio perché sono egoista, Severus. Non voglio rinunciare una persona come te al mio fianco, ma soprattutto a quello di Lucius. Lui... si sta un po' perdendo, temo e so che tu potrai aiutarlo. E poi un giorno mi ripagherai del favore, quando dovrò essere io a proteggere qualcuno”
 Il giovane fece un debole cenno di assenso e la donna uscì.
Il ricordo cambiò.

Il vento sferzava la collina con irruenza, cancellando le parole che Piton e Silente si erano detti. La profezia. Harry Potter. Voldemort.
 Severus che chiedeva piangendo al preside di Hogwarts di proteggere Lily Evans. Giovane e disperato. I capelli neri scomposti intorno al volto giallognolo e affilato.
 “Lily è sposata ed è madre, Severus. Ti importa solo di lei?” chiese Albus e sia Emma che Harry fecero un passo indietro, spaventati dall'intensità dello sguardo del mago.
 “No” disse debolmente il giovane, ma era chiaramente una bugia.
 “Tu mi disgusti” disse Silente, voltandosi con sprezzo evidente in volto e Piton lo seguì annaspando.
 “Ti prego” gridò, gli occhi neri pieni di terrore all'idea che Silente se ne andasse senza ascoltarlo “
La prego, mi aiuti. Li protegga. Li protegga tutti. Non mi importa”
 Sembrava isterico e senza speranza, stravolto dalle sue emozioni e l'anziano lo osservò in silenzio, con attenzione.
 “Perché sei diventato un Mangiamorte, Piton?” chiese calmo.
 “Perché non avevo scelta” biascicò l'altro.
 “Si ha sempre una scelta”
 “Non io” ribatté il ragazzo con disperazione,
Silente lo analizzò attentamente, con quel suo fare distaccato e intimidatorio, l'aria si fece meno tesa, mentre Piton si faceva sfuggire un singhiozzo, accasciandosi di un poco, come se non avesse più forza nemmeno di stare in piedi. 
 “Posso solo cercare di salvarla, ma per me non ho scelta” gracchiò infine, come un legno spezzato e Silente aggrottò le sopracciglia. 
 “Io invece credo che tu possa scegliere, 
Severus. Guarda che cosa hai fatto stasera. È una scelta molto forte.”
 Il ragazzo alzò il capo confuso, mentre il preside lo ispezionava attraverso gli occhialini dorati, ora più gentile, tiepido quasi.
 “Cosa mi darai in cambio della protezione di Lily Evans?”
 Piton puntò lo sguardo verso di lui, stravolto, stupito forse da quella domanda e per un momento Emma pensò che si sarebbe ribellato, che avrebbe detto che stava cercando di salvare una vita in fondo, che non doveva dare nulla in cambio. 
 L'emoor lo immaginava rispondere secco con il suo tono aspro e arrabbiato che lei conosceva, ma dovette ricredersi, vedendo gli occhi del tutore farsi giganti, quasi liquidi, mentre esalava con un sospiro: “Qualunque cosa”
Il ricordo cambiò.

Piton era estremamente nervoso. 
 Da quando i Potter avevano fatto l'incanto Fidelius non poteva più andare a sbirciare sotto la loro casa, per sapere se stessero bene. 
 Non aveva più notizie. Non da Silente, né tantomeno dall'amica di infanzia e sconvolto, svuotato, dopo l'ennesima missione, si lasciò cadere sul divano logoro della casa di Spinner's End, troppo stanco persino per raggiungere la sua stanza.
 Un piccolo gufo lo osservò dal basso tavolinetto, con una lettera tra le zampe, chiaramente in attesa che il giovane la afferrasse.
Quando Severus si voltò, rimase a fissare l'animale per qualche secondo, poi allungò la mano e afferrò la busta in carta spessa.
 “Non sembra nemmeno lui. Sembra così fragile” mormorò Harry, lasciando stupita l'emoor, che gli fece un debole sorriso.
 Il giovane di fronte a loro attirò di nuovo la loro attenzione quando sussultò, scattando in piedi, lo sguardo improvvisamente attento, guardando con occhi sgranati la calligrafia che si era convinto non avrebbe mai più visto.


Sev. Ciao.

Non ci sono parole semplici per dirti quello che sta succedendo, quindi sarò diretta: sono incinta di 7 mesi e il padre non è James. 
Sei intelligente abbastanza da fare da solo i calcoli.
 Non so come sia potuto succedere. Non ci ho pensato. Ero troppo presa dall'averti ritrovato. James è migliore di me e mi ha subito detto che è ovvio che lo terremo, che crescerà il bambino come suo, che già lo ama. 
 Non ha fatto una sola piega. Non credo di meritarmi una persona come lui, così come forse non mi sono mai meritata abbastanza una persona come te, ma penso proprio che faremo così. Terremo il bambino e lo cresceremo, però ho deciso che tu lo dovessi almeno sapere. Scusa se te l'ho tenuto nascosto a lungo, ma mi spaventa quello che sei e io devo proteggerlo, capisci?

È strano sai? Sapere che io e te saremo mischiati dentro un piccolo
 corpoStrano. Forse tremendamente giusto. Non cercarmi. Silente dice che non siamo al sicuro.

Ti terrò io aggiornato. Ti voglio bene.

Ciao.
Lily

Severus alzò la lo sguardo dalla lettera tremando, confuso, felice. Lacrime grosse come macigni rotolarono fuori dagli occhi scuri, mentre si stringeva quella lettera al petto, per poi rileggerla freneticamente. Emma ed Harry erano sconvolti.
 “Hai un fratello?” sussurrò lei confusa.
 “No” disse secco l'altro biascicando “forse mamma è morta prima?”
 “Forse”mormorò l'emoor, pensando a Lily e a quel bambino forse mai nato e guardando con dolore la felicità dipinta sul volto del tutore. Si sentì quasi gelosa di quell'amore evidente che lo animava in quel momento. Lei aveva creduto di essere la prima ad essere considerata quasi come un figlia per lui, ma era lampante che lui avesse già provato quella sensazione. Doveva aver desiderato quel bambino con tutto sé stesso.
Il ricordo cambiò.

I Mangiamorte non trovavano i Potter e il malcontento di Voldemort metteva terrore. Severus presenziava il minimo possibile alle riunioni con l'Oscuro, ma anche al Manor e le sue Cene di Gala, tanto che Narcissa dovette bacchettarlo dicendo lui che avrebbe dovuto essere più attivo come Mangiamorte, se non voleva non destare sospetti.  Piton la ascoltava blandamente, contro voglia, ma si sforzava un poco per l'amica, per poi scappare il prima possibile a Spinner's End dove le lettere di Lily scorrevano veloci.
 Erano poche notizie, ma Severus le leggeva tutte con avida attenzione. A volte la calligrafia non era quella di Lily, ma quella più appuntita e frettolosa di James. Quando le riceveva da lui Piton le metteva da parte con maggiore sprezzo, ma l'emoor non poté fare a meno di notare come Potter fosse sempre gentile in quelle missive, didascalico forse, ma informava il giovane del procedere della gravidanza con precisione quando Lily era troppo stanca per farlo.
“Tuo padre doveva essere un grand'uomo” disse Emma a Harry e il Grifondoro annuì, con gli occhi lucidi ed emozionati.
 Perché era vero. James Potter era un uomo che era stato in grado di mettere da parte il suo orgoglio e la sua arroganza in favore di un bambino che nemmeno era suo. Aveva imparato ad amare talmente a fondo da perdonare Lily, da non lasciarla andare via. 
 Aveva capito cosa spezzava la moglie e forse le aveva dato la possibilità di trovare uno strano equilibrio e una nuova pace dentro di sé. O forse si era semplicemente macerato troppo a lungo nel dolore di essere la causa dell'infelicità della donna che amava e aveva affrontato il problema. Emma si accorse di ammirarlo.
 Lei ed Harry osservarono Severus e Narcissa scorrere nei corridoi del Manor, tessere la loro trama, muoversi sicuri e poi dividersi e ritrovarsi con la stessa luce negli occhi: difendere chi amavano. Sempre. Rimanevano fedeli a loro stessi: un Mangiamorte spietato e una moglie devota, ma Emma cominciava a cogliere nelle loro espressioni qualcosa che riconosceva nel presente e che l'aveva spinta irrimediabilmente a legarsi a loro due, la mancanza di crudeltà gratuita, forse anche di ambizione e desiderio di potere se questo significava calpestare chi possedeva il loro cuore. 
 Narcissa non sapeva della gravidanza di Lily evidentemente, eppure non smetteva nemmeno per un istante di offrire il suo silenzioso appoggio a Severus, che dalla sua continuava ad essere in maniera ineccepibile un Mangiamorte, padrino di Draco e amico di entrambi i Malfoy: Narcissa sempre più lucida e sicura, Lucius sempre più instabile e incerto.
Il ricordo cambiò.

Spinner's End. Il fuoco brillava nel camino e dalle finestre si intuiva una tempesta d'acqua. Qualcuno bussò alla porta e Severus uscì dalla sua stanza andando ad aprire. Harry ed Emma si sporsero curiosi per capire chi fosse e sussultarono stupiti entrambi quando Remus Lupin entrò nel salotto, scrollandosi di dosso l'acqua. 
 Severus non fece una piega, lo stava evidentemente aspettando.
 “Piton” salutò l'uomo.
 “Lupin. Accomodati” ribatté secco l'altro, prendendo posto sulla sua poltrona “Quindi? Cosa ti porta qui?”
“È nata” disse il mannaro e sembrava raggiante, come se fosse normale per lui dividere la felicità con Piton.
 Severus invece sbiancò e scattò di nuovo in piedi, gli occhi grandi pieni di frenetico stupore, le labbra schiuse e incerte.
 “È nata? Una femmina?” mormorò senza fiato.
 Lupin annuì velocemente un sorriso sul volto magro e arruffato.  “Sì, ed è una bambina stupenda, Severus. Lo devo ammettere, non credo abbia preso il tuo naso” sorrise e cercò qualcosa nel pastrano.
 Da una delle tasche tirò fuori una piccola foto, Emma si avvicinò in fretta insieme ad Harry e vide una bambina minuscola, con una peluria chiara in testa, dormire in una copertina verde. Sul retro la calligrafia di Lily che ricamava poche parole:

È una bambina Severus. Tu devi proteggerla.
Una bambina! Si chiamerà Eileen Evans.

È nata” mormorò Harry confuso “È sopravvissuta” 
 Emma non si voltò verso di lui però, perché osservava Piton che tremava, guardando la minuscola foto come se non ci fosse nulla di più prezioso al mondo, il volto trasfigurato in qualcosa di perfettamente riconoscibile: 
amore.
 “Come sta?” chiese in un sussurro rivolto verso Lupin.
“Stanno entrambe bene” sorrise dolcemente Remus e Piton annuì, visibilmente sollevato, le guance chiazzate di rosso ed emozione.
“Grazie di essere passato” disse secco.
 “Dovere” sorrise il mannaro, spostando il peso da un piede all'altro con aria incerta “Lily voleva che tu lo sapessi subito e mandare James, o Sirius non sarebbe stata una buona idea immagino”
 Severus fece una smorfia simile a un ghigno benevolo, con evidente sforzo di mostrarsi educato nei confronti dell'uomo.
 “Immagini bene. Posso tenerla?” chiese facendo cenno alla foto.
 “Certo è tua.” disse Remus mite “Tu come stai Severus?” 
L'altro non rispose e lo guardò, come se si aspettasse una trappola. 
 “Ringrazia Potter da parte mia” disse infine, aspro, nervoso “Digli che lo verrò a sapere se la tratterà male e...”
 “James già la ama. Non gli importa che sia tua e non la tratterà mai male Severus, puoi star tranquillo su questo. Sarà un buon padre” cercò di tranquillizzarlo Remus, ma gli occhi di Piton divennero più cupi e sembrò chiudersi a riccio, mentre dava le spalle al mannaro, guardando assorto la foto della neonata.
 Emma si avvicinò lui e gli posò una mano sulla spalla, pur sapendo che lui non avrebbe potuto sentirla.
 “Chi lo sa?” chiese Piton.
 “Che è tua figlia?”
L'altro annuì.
“Lily, James, Sirius, Silente, Minerva ed io”
 “Nessun altro?”
 “No”
 “Nemmeno Codaliscia?”
 “No. Lily non ha voluto. Hanno scelto un amico a testa. James ha scelto Sirius e Lily me. Silente e Minerva sono stati messi al corrente fin da subito invece per protezione e sicurezza”
“Chi sa che è nata invece?” chiese Piton.
 “Le stesse persone e Codaliscia, ma pensa che sia la figlia di James” lo tranquillizzò Lupin e Piton annuì secco.
 “Severus” tentò Remus “le cose potrebbero essere diverse se solo...”
 “No” lo interruppe l'altro “io voglio solo che lei sia felice”
 “La bambina?” domandò quieto il mannaro, guardandolo con affettuoso dispiacere.
 “Lily” disse secco l'altro, nervoso “e anche la bambina certo. Voglio che abbiano una bella vita, serena, felice, ma non posso stare accanto a loro. 
Sarebbe drammatico. Io sono una Mangiamorte e non voglio imporre la mia presenza. Io e Lily ci siamo detti addio e per la bambina Potter basterà. Continuate tutti a dire quanto sia nobile e bravo. Saranno felici. Importa questo.”
 “Come preferisci. Pensaci su però. C'è tempo per cambiare idea” sussurrò Lupin, rispettoso, ma dispiaciuto, dirigendosi verso la porta e Severus lo seguì con lo sguardo, senza provare a fermarlo.
 Fu Remus a farlo, voltandosi con un sorriso pieno di tenerezza.
 “Lily vorrebbe che fossi il padrino della piccola” spiegò, ormai sulla soglia e guardò attento l'uomo fronte a lui, come se si aspettasse una reazione particolare, ma Piton scrollò solo le spalle con aria stanca e Remus quindi continuò a parlare con tono gentile “Ci teneva a sapere un tuo parere a riguardo, Severus e anche io”
 “Non ho molte altre persone da proporre” ammise Piton con fastidio “Le uniche persone che non pensano che io sia un pezzo di carne da macello sono Lucius Malfoy e Narcissa Black e non credo che Lily approverebbe la scelta”
 “Penso di no” ammise Lupin.
 “Quindi tu andrai benissimo, 
Lupin.” disse secco Piton, trattenendo forse il disgusto, forse le lacrime di amarezza che premevano sui suoi occhi “Meglio che quel cane di Black, comunque” 
“Ti ringrazio della fiducia” ribatté dolcemente il mannaro, sorvolando sull'insulto all'amico “E mi dispiace davvero per come sono andate le cose tra noi, Severus. Ho sempre pensato che se ci fossimo incontrati in modo diverso saremmo potuti essere amici.”
 “Ma ci siamo incontrati con in mezzo Potter e Black, inutile pensare a come sarebbe stato” disse Severus con sprezzo, nascondendo solo parzialmente lo stupore che aveva provato ascoltando le parole dell'altro “Tu mi odi, Lupin e io odio te”
 “Io tengo in grande considerazione il parere di Lily e lei ha sempre avuto una buona parola per te” rispose il mannaro con un sorriso “E poi no,  io non ti odio Severus.”
Il ricordo cambiò.

Emma avvertì il dolore e il gelo in arrivo e sentì Harry, accanto a lei, trattenere il respiro. Erano nel buio, ci furono delle grida disumane che l'emoor riconobbe come la voce di Severus e la sua disperazione rese l'aria quasi irrespirabile.
 C'era una stradina che baluginò davanti a loro e poi una casa mezza distrutta, con un piccolo giardino e la porta d'ingresso divelta.
 “È casa mia” sussurrò Harry e fu la volta dell'emoor di trattenere il respiro “È casa dei miei genitori a Godric's Hollow”
 Un giovane Piton li superò svelto in quel momento ed entrò nella casa, loro fecero per seguirlo, ma il ricordo tremò e si sfocò ed Emma, con lucido stupore, si rese conto che Severus, pensando a ciò che avrebbe visto Harry, aveva cercato di nascondere lui i dettagli più macabri nel passargli il suo ricordo, risparmiandogli il corpo di James, i muri anneriti e le stanze devastate. 
 Solo al pensiero l'emoor provò una profonda commozione. Ci fu un lampo, la pioggia che cadeva incessante, si trovarono nella cameretta di un bambino. 
I giocattoli a terra, un carillon che ancora suonava. 
Il silenzio. Emma si portò la mano libera alla bocca, per frenare i singhiozzi e sentì Potter tremare più forte sulla sua spalla.
 “Mi dispiace Harry. Mi dispiace così tanto” mormorò e insieme a lei anche Severus sussurrava infiniti 
'mi dispiace', con le lacrime sulle guance cave e tra le braccia il corpo inerme di Lily Evans. 
 Il volto disperato affondato nei suoi capelli rossi, la braccia strette sul corpo magro ed Harry si fece di cera davanti a quell'immagine struggente e poetica e sentirono entrambi i loro cuori fermarsi, rispettosi di quel dolore troppo grande.
 L'emoor e il Grifondoro si aggrapparono l'uno all'altra.
Il ricordo cambiò.

Erano nell'ufficio di Silente. Piton era a terra e singhiozzava in modo orribile, pareva invecchiato di almeno dieci anni ed Emma sentì il cuore stringersi nel petto e le ginocchia tremare a quella vista. Harry la sorresse, tornato quasi in controllo, pur con gli occhi sgranati.
 “Lily e James hanno riposto la loro fiducia nella persone sbagliata, Severus, come te d'altra parte. Non avevi chiesto a Lord Voldemort di risparmiarla?” disse pacato Silente, mentre il giovane uomo prostrato di fronte a lui pareva inconsolabile.
 “Io volevo proteggerla. Volevo...”
 “Harry ed Eileen sono sopravvissuti” lo interruppe cauto Silente e cadde il silenzio e un lampo di speranza passò sul volto di Severus.
 “È viva?” chiese quasi senza voce, strabuzzando gli occhi.
 “Sono vivi entrambi”
 Lui fece un gesto stizzito “Dov'è?” chiese fremendo e il preside, che lo osservava attraverso i suoi occhialini dorati, fece un profondo respiro, come se volesse raccogliere le forze per dire qualcosa di molto complesso, o di molto doloroso
“Non posso fartela vedere Severus” ammise infine e ci fu una pausa solenne, in cui il volto di Severus assunse una smorfia scioccata.
 “Cosa?” berciò poi, il petto che si alzava e abbassava affannato “Che cosa intendi. Albus, ti prego”
 “Harry ed Eileen dovevano essere messi al sicuro”
 “Posso prendermi cura io di entrambi se me lo chiedi. Posso curare anche il figlio di Potter... Lui si prendeva cura di Eileen, posso prendere con me anche il bambino” tentò Severus, ma Silente scosse di nuovo il capo lentamente, con serietà. 
 “Harry è stato mandato dai suoi zii materni”
 “Ok, d'accordo, ma mia figlia?”chiese in un sussurro Piton.
 “Tua figlia è stata data a due Babbani, che abitano in una zona vicina a Minerva che può tenerli d'occhio”
 Ancora una pausa. 
Densa. Pesante.
 “Ma è mia figlia!” ruggì l'uomo “Non è orfana”
 “Lo so, Severus, ma era di prioritaria importanza che Eileen venisse messa al sicuro. Nessuno può sapere che la bambina era con Harry Potter questa notte. La sua esistenza è poco nota e...”
 “Con me sarebbe al sicuro” singhiozzò lui, perdendo di nuovo il controllo “Sarebbe completamente al sicuro, perché io...”
 “No, Severus. Non lo sarebbe. Voldemort...”
 “Lui è SCOMPARSO!”
 “
Lui tornerà” lo fermò con voce fredda il preside, obbligando il giovane ad abbassare il tono e gli occhi di Piton fremettero di terrore sincero e chinò il capo, respirando a fondo.
 Harry si schiarì la gola, a disagio “È davvero terribile vederlo così” mormorò sincero e ancora una volta Emma riuscì solo ad annuire, confusa e ferita, in parte gelosa di quella bambina misteriosa, ma soprattutto spezzata di fronte al dolore del tutore.
 Severus non lo meritava. 
Non lo meritava.
 Silente fissò il giovane con sofferenza visibile e quando riprese a parlare lo fece con tono più morbido, accogliente, paterno.
 “Voldemort tornerà, Severus e quando lo farà tu mi servirai in prima linea, perché Harry ed Eileen saranno in pericolo estremo. Non possiamo far sparire Harry, perché è famoso in tutto il mondo magico, la gente festeggia gridando il suo nome questa sera, ma nessuno sa dell'esistenza di tua figlia, eravamo ancora in tempo, capisci? E anche se avessi deciso di non nasconderla, tu non avresti potuto crescerla. Sarebbe stato strano affidare una bambina a un presunto Mangiamorte in attesa di processo, non credi?”
 “Non è al sicuro” annaspò Piton in lacrime, scosso dai singhiozzi “Non è al sicuro. Quel Black, 
sapeva di lei e li ha traditi, ha tradito Lily e Potter  e la cercherà Albus. Io devo proteggerla, ti prego”
 “È al sicuro, Severus” ripeté calmo Silente, commosso “me ne sono assicurato personalmente, nessuno potrà mai trovarla. Nemmeno tracciando il suo sangue. 
Credimi. Ho eseguito su di lei un Vinculum Pateret in modo che si legasse con il sangue ai due...”

La voce del preside si spense, notando la rabbia cocente improvvisa che cristallizzò i lineamenti di Piton. Gli occhi si fecero grandi di genuino sconcerto e le labbra si piegarono in un'espressione dolente.
 “Hai imposto il Vinculum Pateret A MIA FIGLIA??” ruggì Severus a bassa voce, minaccioso.
 Harry osservò i due confuso, ma Emma sbiancò, perché sapeva perfettamente di cosa stessero parlando. 
 La bambina, 
chiunque fosse, da quel momento non avrebbe più avuto il sangue dei genitori nelle vene, non avrebbe più avuto un legame con Lily e Severus, ma solo con i nuovi tutori e confusa, si chiese se Silente le avesse parlato di quella maledizione nelle loro lezioni proprio a causa di Eileen Evans. Doveva forse trovarla?
Severus. Siediti” ordinò l'anziano “Credimi, mettere al sicuro Eileen per me è prioritario, così come Harry. Non sto agendo con leggerezza. Ti chiedo di essere ancora una volta dalla mia parte. Non vuoi far si che Eileen abbia un'infanzia serena? Aiutami a proteggere tua figlia e il figlio di Lily Evans, Severus.”
 “Il figlio di Potter” sibilò lui e Silente annuì con amara tristezza e fece un minuscolo sorriso spento, che non arrivava agli occhi chiari e che subito scomparve nella barba candida.
 “Ha i suoi occhi, Severus. La bambina ha esattamente gli stessi occhi di Lily. Tutti e due i bimbi li hanno e James Potter questa sera è morto per proteggere entrambi, dovresti essere lui grato”
 “Che ne sai tu?” sibilò l'altro “Come fai ad essere così sicuro che Potter li amasse abbastanza, che si sia sacrificato?”
 “Lo so e basta” disse semplicemente Silente e sembrò non voler aggiungere null'altro, sicuro di sé.
 Severus tentennò ormai in pezzi ed Albus insistette di nuovo.
 “È una condizione temporanea questa, Severus, per la sicurezza di tutti. Un giorno, ti assicuro che potrai stare con Eileen. Questa è una promessa. Ma per ora ti chiedo di essere il mio braccio destro e di aiutarmi a non abbassare la guardia, per la sicurezza di entrambi i bambini. Per la sicurezza di tutti”
 Piton lo scrutò per lunghi minuti combattuto, poi annuì seccamente ed Emma ed Harry si strinsero con forza la mano, perché avevano entrambi l'impressione di vivere una vita parallela mentre assorbivano tutte quelle informazioni.
 “Hai un sorella Harry”disse Emma con voce sottile “da qualche parte hai una sorella”
 “Emma io credo...” iniziò il ragazzo.
Il ricordo cambiò.

Piton entrò sbattendo la porta nello studio del preside. Era furente.
 “La McGranitt mi ha detto che Eileen non è tra i bambini che frequenteranno il prossimo anno scolastico, Silente e dovrebbe. Ha l'età giusta. Che cosa le hai fatto?”
 L'anziano alzò gli occhi su di lui “Siediti. Ti aspettavo Severus”
 “Non voglio sedermi” ribatté l'altro con foga, sbattendo le mani sulla scrivania “Voglio sapere 
esattamente che cosa hai fatto a mia figlia. Io mi sono fidato di te” tuonò, lo sguardo che mandava fiamme e Silente fremette per un istante e sembrò quasi spaventato, ma quando parlò la sua voce era tranquilla.
 “Non è semplice da spiegare” mormorò, unendo la punta delle dita in un gesto composto “Siediti per favore”
 “È una Maganò?” indagò Severus, ma l'altro scosse la testa.
 “Ricorderai che avevo trovato una famiglia Babbana a cui affidarla” disse e Piton annuì secco, mentre Albus riprendeva a parlare “Scelsi i genitori addottivi su consiglio di Minerva, perché avevano perso una figlia della stessa età di Eileen il giorno stesso, morta per una malformazione al cuore. Confonderli e affidare loro tua figlia, facendogli credere che fosse la loro, era semplice. Il Vinculum Pateret le garantiva un nuovo sangue senza sopprimere la magia, l'unico eventuale problema era che sarebbe stata un po' meno potente, ma mi sembrava un pegno accettabile, pur di garantire la sua sicurezza. Era una soluzione ottima”
 “Non dirmelo” gracidò Piton “C'è stata un complicazione.” e gli occhi azzurri del preside saettarono su di lui. 
 “In effetti è così” sussurrò “C'è stata una complicazione.
 “E quando pensavi di informarmi?” soffiò l'altro, lo sguardo gelido.
 “Non lo so, forse questa sera stessa” sorrise il preside con dolcezza.
 “
Proprio questa sera” sputò tra i denti Severus “Che curiosa coincidenza. Che tempismo, Albus”
“Una coincidenza fortuita, sì” replicò il preside e Piton alzò gli occhi al cielo, ma si sedette infine di fronte all'uomo, facendogli un cenno secco perché continuasse a spiegare.
 “Ho scoperto che il padre adottivo di tuo figlia, aveva tenui collegamenti con la comunità magica nel suo albero genealogico. Minerva in realtà l'o sapeva già prima che decidessimo di affidarla a loro, ma ci sembrò solo un dettaglio interessante, che sarebbe stato utile alla bambina quando sarebbe stata reinserita in questo mondo”
 “Ma...” disse sarcastico il giovane, rigido e duro, Albus tentennò e a Harry ed Emma parve improvvisamente diventare fragile ed entrambi si tesero agitati, ansiosi di scoprire la verità.
 “Continua” lo esortò aspro Piton, assottigliando lo sguardo scuro e dando voce ai pensieri dei due ragazzi.
 “Conosci la profezia degli emoor, Severus?” chiese Silente.
 Emma sentì il cuore battere con più forza e spalancò la bocca piena di stupore, mentre Harry impallidiva. La ragazza prese un profondo respiro pensando ad Emily, gli occhi chiari e i capelli corvini come quelli di Potter, timida, esile.
 Possibile che fosse la figlia del suo tutore?
 Cercò di pensare se aveva mai notato interazioni tra l'amica e il professore, ma non le venne in mente nulla.
 Il volto di Piton intanto si era fatto improvvisamente livido, tanto che per un istante i due ragazzi ebbero paura e pur sapendo di non rischiare nulla, fecero titubanti un passo indietro.
 “Fammi capire” sibilò il mago con tono pericolosamente minaccioso e vibrante “Mi stai dicendo che hai imposto un legame di sangue a mia figlia con una famiglia discendente da un'Ombra di Hogwarts, Albus?”
 “Non era mia intenzione, ma è successo” ammise il preside, teso.
 E Piton esplose, si gettò contro ogni cosa che capitava a tiro, distruggendo gli oggetti argentei con i loro sibili, i libri e la scrivania.
Silente rimase immobile, quasi impassibile, mentre assorbiva tutta quella giustificata rabbia del giovane uomo. Una rabbia alimentata da anni e anni di rancore, solitudine e rimorso, mischiati a uno studio feroce e una pazienza infinita che le cose migliorassero.
 Severus Piton aveva dovuto mantenere segreti immensi, come l'esistenza di una figlia che amava senza aver mai conosciuto e si era leccato da solo le sue ferite, costruendosi una spessa maschera, senza poter richiedere conforto e comprensione se non a Silente, che ora sembrava averlo pugnalato alla schiena. Emma pianse ed Harry impallidì, mentre prendevano atto di tutto quel dolore.
 “Severus” mormorò il preside “Sono davvero dispiaciuto”
 “Tu sei un falso” quasi gridò il mago “Non sei dispiaciuto. Sei machiavellico, sei 
malvagio. Ordisci i tuoi piani per fini più alti di noi comuni mortali, senza pensare a me, o a altri. Doveva essere al sicuro e l'hai esposta! Sono anni che ti aiuto...”
 “E te ne sono grato” mormorò il preside.
 “Grato?” gridò Piton, il volto in fiamme “Hai idea di cosa ho provato ogni giorno della mia vita a sapere di non poter crescere mia figlia? Cosa ho provato per tutto l'anno scolastico a guardare gli occhi del figlio di Potter e sapere che io ho dovuto rinunciare a 
tutto pur di proteggerlo? Tu non lo sai, Albus. Non riesci a immaginarlo perché tu sei solo al mondo, più di me. Tu vuoi solo che Harry Potter venga addestrato per battere l'Oscuro Signore. Tu hai temuto che quella famiglia non avrebbe avuto altri figli dopo la morte della primogenita e gli hai fornito una figlia per timore di non avere il quarto emoor. Tu sei un mostro!”
 Gli occhi di Silente fremettero di dispiacere 
sincero e parve spezzato.  “Severus... non è così. Ascoltami...”
 “Sei un MOSTRO” ripeté il mago, alzandosi di scatto e camminando avanti e indietro “Dimmi dove si trova, adesso.”
“Severus, ora più che mai è importante che tu... In tutti questi anni hai rinunciato a lei perché fosse protetta”
 “Come si chiama, qual è il nome Babbano?”
 “Severus...”
 “Dimmi dov'è Albus. ORA”
Il ricordo cambiò.

Emma si voltò verso Harry con un largo sorriso stampato sul volto.
 “Deve essere Emily, Harry! Deve essere tua sorella. Lei...” esclamò felice, ma le parole le morirono in gola.
 Si trovavano in una strada che conosceva 
perfettamente
 Le piccole villette a schiera bianche, il marciapiede pieno di erbacce su cui era facile inciampare, la via che portava al bosco vicino.
 L'emoor si voltò di scatto, il cuore in gola, le orecchie che fischiavano. Piton era di fronte a una casa bassa e accogliente, i fiori curati nel piccolo giardino. Un bambino biondo bussava con insistenza alla porta di legno verde, gridando a gran voce.
 “Emma! Muoviti, ti aspetto da 
ooooore
 La Corvonero sentì un nodo alla gola e le si mozzò il respiro: era Steph. Il suo caro, dolce 
Steph. Con i suoi calzoncini corti e i capelli biondi arruffati. Steph con cui aveva giocato e scherzato. Con cui aveva sognato di crescere tra mille avventure, con i cerotti sulle ginocchia e quella fiducia nel mondo e nel futuro così infantile e genuina. Steph che era morto senza poterle dire addio quando era ancora poco più di una bambino pieno di immaginazione.
Quella era casa. 
Casa casa.
 “
Emmaaaa!” gridò ancora il bambino e la consapevolezza si fece strada lentamente nell'emoor.
 Osservò Piton immobile, stringere la staccionata con forza, gli occhi fissi sul bambino biondo, le nocche quasi bianche.
La ragazza si avvicinò al tutore, lasciando la mano di Harry. 
 Sapeva perfettamente cosa sarebbe successo di lì a poco: una sé stessa di appena dieci anni sarebbe uscita dalla porta ridendo, i capelli probabilmente raccolti in una treccia e le ginocchia perennemente sbucciate. Avrebbe detto a Steph
 “Che fretta c'è si può sapere?” e lo avrebbe abbracciato, per poi correre via insieme. 
 Forse sua madre Lydia avrebbe dato loro una merenda, o suo padre Alan si sarebbe sporto dalla finestra per salutare Steph e avrebbe raccomandato loro di tornare in tempo per la cena. 
 Forse avrebbero lanciato uno sguardo curioso all'uomo strano che li fissava dalla staccionata, ma Emma se lo sarebbe ricordato se fosse successo nel suo passato e lei sapeva che non era mai accaduto.
 Per questo non si stupì di vedere Severus tremare indeciso, ma infine voltarsi, arreso, dando le spalle alla porta di casa che si apriva, senza guardarla, allontanandosi in fretta. 
Ancora una volta, ubbidendo a Silente ed Emma cercò di respirare senza riuscirci. Era sconvolta
 E per per un attimo le sembrò di scivolare via dalla mente del Grifondoro e vide la Stamberga Strillante baluginarle davanti, ma Harry la trattenne con forza, riafferrando la sua mano.
 “Non puoi andartene” le disse, mentre il ricordo mutava ancora intorno a loro  “Non ora, Emma. Stai con me”
 “Ma non capisci Harry?” disse l'emoor con occhi sgranati e un filo di voce “
Sono io. Sono io la figlia segreta di Severus Piton e Lily Evans. Sono io tua sorella”
 Harry si sistemò gli occhiali nervosamente sul naso e annuì, stringendo più forte la mano di lei, un piccolo sorriso morbido che si increspava sulle sue labbra.
 “Sì, Emma. L'ho capito. Tu sei mia sorella” disse sicuro.
Il ricordo cambiò.



*Angolo Autrice*

Ciao Lettori! 
Prima di tutto mi scuso. Come ho già avvisato chi ha recensito avrei dovuto chiudere i ricordi in questo capitolo, ma mi sono resa conto come questo sarebbe diventato un capitolo infinito e il successivo sarebbe stato troppo breve e ho dovuto cambiare l'accorpamento. Molte domande che potevano avere già risposta qundi dovranno attendere ancora un poco. (Ma tutte le domande, lo prometto, o almeno tutte quelle che per ora mi avete posto, avranno risposta entro la fine.). 
Per il resto, che dire: sono un po' emozionata a pubblicare questo capitolo. 
Mi tenevo dentro questo segreto davvero da un sacco! 

Emma non è solo la protetta di Severus, ma sua figlia. Se ripercorrete tutto quello che abbiamo passato insieme dall'inizio, quello che ne esce è a mio parere un ritratto ancora più sofferente ed eroico di Piton. Un uomo che ha rinunciato a tutto quello che poteva renderlo felice per il benessere di chi ama. Trovo struggente questo cambio di punto di vista, dolce e doloroso. è stato molto difficile immaginare cosa poteva pensare Emma, ma se ci riflettete non è poi un cambio di posizione così enorme. 
Emma è arrivata ad amare, rispettare e apprezzare, come un padre, proprio il padre che le è stato negato. 
Ciò da un significato ancora più intenso e profondo al legame tra i due e la cosa mi commuove ogni volta che ci penso. Specie se rileggo i primi capitoli. 

Sono certa che alcuni di voi avevano cominciato a sospettare questo legame. Anche perché mi sono divertita a disseminare anche indizi. 
Basta anche solo pensare a Lily: Lily che bambina fa le stesse magie di Emma con i fiori e si morde il labbro come lei. Quando Lily si arrabbia e si mette protettiva davanti a Severus ad Emma ricorda qualcuno, ma non riesce a capire chi: è sé stessa. Immaginate Severus che rivive con la piccola emoor tutte quelle situazioni avute con l'amica di infanzia come deve stare. Quanto gliela deve ricordare, come si attacca alle piccole differenze tra le due (Emma è più bionda come Petunia, ma conserva nei suoi capelli delle venature ramate).

Vi lascio rimuginare. 
Aspetto vostri scleri e commenti.
E vi abbraccio. 
Con affetto.
vi


ps. Cercherò di pubblicare giovedì e sabato. Vi avviso se ci sono cambiamenti.

  
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