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Autore: cin75    11/04/2021    4 recensioni
Dalla storia:
Nell’appartamento di Jared, il ragazzo, era ancora fermo al centro della soggiorno, con lo sguardo fisso sulla porta di casa chiusa. I suoi occhi vedevano ancora la sagoma di Jensen, la sua mente continuava a gridargli “Muoviti, lui non è più su quella porta!E’ andato..., devi respirare di nuovo. Devi muoverti di nuovo!”
Non seppe quanto tempo passò, ma ad un certo punto diede retta a quella voce interna e quasi con fatica, raggiunse il divano. Si sedette, poggiò la testa sul cuscino dello schienale.
Completamente vuoto, completamente svuotato. Decisamente confuso.
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles, Misha Collins, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La mattina dopo, Jared chiamò Misha e disse che per qualche giorno lui e “Alex” non sarebbero andati in ufficio.

Ancora non se la sentiva di rivelare tutto all’amico, ma si era ripromesso di convincere Jensen a fare una sorta di festa a sorpresa per il suo ritorno. Avrebbero prima messo al corrente la famiglia di Jared e quella di Jensen stesso e poi, il biondo si sarebbe rivelato agli amici.

“Davvero vuoi dare una festa e poi cosa?? vuoi farmi uscire da una torta gigante??!” scherzò Jensen, mentre a letto, si gustava la colazione che Jared aveva preparato per loro.

“Niente torta gigante anche perché saresti inquietante in bikini e lustrini!!” replicò il più giovane sorridendo.

“Sono d’accordo sul bikini...ma ammettiamolo , i lustrini mi darebbero quell’aria alla Twilight!!” affermò convinto Jensen, divertito.

“Ma davvero?!” esclamò sorpreso , Jared, dato che Jensen aveva odiato quel film - “hanno rovinato l’idea tosta e dark che avevo di Dracula!”, si era lamentato alla fine del film, o meglio a meno della metà! -

“Ehi!! in fondo sono un morto non morto!!” convenne arricciando le labbra, in un modo che tentarono Jared. Infatti , non resistette.

Si sporse immediatamente verso il compagno ritrovato e lo baciò. I loro sapori e quelli delle cose che stavano mangiando si mischiarono in un unico sapore inebriante. Jared vezzeggiò le sue labbra fino a sentire Jensen sospirare appagato. Ma quando si staccò da lui e dalla sua bocca, Jensen, potè scorgere un’improvvisa serietà sul volto del compagno.

“Cosa c’è?!” sussurrò come a non voler disturbare le meravigliose sensazioni che quel bacio avevano scatenato.

“Non dirlo mai più!” rispose in un sussurro Jared. “Non dire mai più che sei morto!”

Jensen deglutì. Sì!, in effetti dato quello che era successo alla loro relazione, al modo in cui era successo, quella battuta era stata decisamente di pessimo gusto.

“Scusami. Hai ragione. Ti prego perdonami!” fece sinceramente pentito, il biondo.

Jared senza dire altro, scostò il vassoio che li divideva e lo abbracciò. Lo abbracciò forte, quasi come , se nonostante i momenti d’amore che avevano vissuto e condiviso in quelle ore, volesse ancora convincersi che Jensen era davvero vivo ed era di nuovo tra le sue braccia.

“Non lasciarmi mai più. Non andare mai più via.”

“Jared...”

“Non sopravvivrei!”

“Amore mio.” fece Jensen, stringendolo forte. Rassicurandolo. Carezzandolo con decisione per convincerlo che i suoi tocchi, le sue carezze, i loro corpi vicini, erano reali. “Non ti lascerò mai più. Per nessun motivo al mondo. Non ho mai voluto farlo. Ma ora siamo di nuovo insieme e se una festa è quello che vuoi per rendere tutto ancora più reale, allora festa sia.” gli disse ancora, per rassicurarlo.

“Davvero?...daremo la festa?!” domandò sorpreso Jared , guardandolo innamorato.

“Ho tanto da farmi perdonare e se una festa per il mio ritorno può essere un passo per quel perdono, allora...”

“Jensen , niente perdono, niente sensi di colpa. Mi hai raccontato tutto. Ho capito e soprattutto ho compreso cosa puoi aver passato, ed eri solo. Quindi, ricominciamo da qui. Da noi. Riprendiamoci la nostra vita insieme.”

“Tutto quello che vuoi, Jared! Tutto quello che vuoi.” convenne Jensen, raggiungendo il materasso con la schiena e tirandosi dietro anche Jared, così da poterselo tenere abbracciato, stretto. Vicino. Così da poterlo accarezzare , sentire.

 

 

Dopo qualche giorno, come da programma, l’incontro con le due famiglie famiglie fu di un’emozione molto forte. Alla felicità di rivedere Jensen sano e salvo, naturalmente non potè non mancare la tristezza e la malinconia per i suoi genitori che non erano sopravvissuti. Come, naturalmente, non mancò, l’incredulità per la verità raccontata da Jensen. I genitori di Jared erano al settimo cielo, anche perché rividero sul viso di loro figlio quella luce che da anni non vedevano più, ma prima di tutto, vollero assicurarsi che davvero il compagno del figlio fosse fuori da quell’incubo.

“Jensen, ragazzo, non sai quanto siamo felici di riaverti con noi. Ma ti prego...” fece il padre di Jared. “..ti prego, sii sincero e dicci che sei davvero fuori da tutta quella storia assurda e terribile!”

“Ne sono fuori, Jerry.” lo rassicurò Jensen. “O non sarei tornato nella vita di Jared. Non avrei mai potuto metterlo a rischio!”

“Non è quello che intendeva mio marito, tesoro!” si intromise la donna. “Non ti ha chiesto se ne sei fuori per paura che qualcosa possa accadere a Jared, ma perché se c’è qualcosa che possiamo ancora e comunque fare per te, devi solo chiedere!”

“Esatto!” confermò il padre.

“Mamma….papà!” sussurrò emozionato e grato, Jared, colpito da quelle parole.

“E’ tutto finito. Credetemi!!” fece ancora Jensen. “Chi doveva finire in galera , ora lo è. Tutta l’organizzazione è stata smantellata. Il processo c’è stato e io ho testimoniato. Il procuratore Morgan ha fatto tabula rasa di quella società e di chi ne faceva parte. Quindi….ne sono fuori.” riassunse in breve. “Credetemi...credetemi. È tutto finito!” disse con forza.

“E allora riprendetevi la vostra vita, ragazzi!” esclamò la donna, abbracciandoli insieme. E poi, quando si scostò, rimase con una mano sul volto di Jensen. “Ho pianto tanto per te, tesoro mio. Per i tuoi genitori.”

“Anch’io!” confessò con gli occhi lucidi, Jensen, prontamente stretto in un abbraccio da Jared. “Non posso riaverli con me, ma almeno ho dato loro giustizia!”

“E loro ne sarebbero, anzi no, ne sono fieri!” lo rassicurò Jerry. “Noi tutti ne siamo fieri!”

 

E poi, come Jensen aveva promesso, aveva lasciato che Jared organizzasse la festa per il suo ritorno.

Jared aveva chiamato Misha per primo. E poi tutti gli altri loro amici, vecchi e nuovi. Quelli che Jensen non poteva aver conosciuto.

“Misha?”

Ehi!! chi si sente??” esclamò scherzoso, Misha. “Allora come vanno le cose con il tuo...” e poi pensò di doversi frenare. Dire “fidanzato” forse era troppo presto. Ma lui non sapeva. “...con Alex?!

“E’ per questo che ti chiamo. Senti...sabato do’ una festa, qui a casa mia!”

Cosa??!!” fece decisamente sorpreso. “Tu?….sabato?...una festa?

“Sì. Lo so che è strano e che non è da me. Ma ci saranno i nostri amici, anche qualcuno di vecchia data e ci terrei tanto se ci fossi anche tu.”

Certo. Certo che ci sarò. Non mancherei per nulla al mondo.” lo rassicurò Misha.

“Ok! Ne sono felice!”

Posso chiederti come mai questa festa?!” domandò decisamente curioso.

“Ho un annuncio importante da fare!”

E c’entra Alex?!” azzardò.

“In un certo senso, sì!” lo spiazzò Jared, sapendo che Misha avrebbe pensato a tutt’altro.

Ohw!! Ok! Ok!! non voglio sapere altro o non mi gusterò la sorpresa!

“Perfetto, anche perché non ti avrei detto altro!” scherzò Jared. “D’accordo. Ci vediamo sabato!!” decisamente entusiasmato.

Ci sarò e ….Jared?!” lo richiamò prima che la telefonata finisse.

“Sì?”

Ti sento...felice, amico!

“Credimi, Misha, lo sono. Lo sono come non lo ero da tempo!!”

Mi fa piacere sentirlo. Davvero!” replicò sincero.

“Lo so. Ci vediamo sabato!”

Contaci!” e mise giù, sospirando sollevato. Che Alex avesse fatto davvero il miracolo ??, si ritrovò a pensare senza sapere che anche non “esistendo”, Alex, lo aveva fatto quel miracolo.

 

La sera del sabato arrivò e Jared accoglieva con entusiasmo chiunque entrasse in casa sua. Vedeva che su alcuni volti c’era incredulità per quella festa, curiosità e su molti una strana perplessità.

Jared sorrise mentalmente!!

Di certo qualcuno si aspettava un annuncio tipo “Voglio farmi prete!!”

Quando si rese conto che tutti i suoi ospiti erano arrivati, soprattutto Misha, fu proprio quest’ultimo che raggiunse.

“Finalmente!! finalmente sei arrivato!!” lo accolse, salutandolo con un abbraccio caloroso.

“Wow!!! che accoglienza. Quasi quasi esco e rientro così...”

“Andiamo..smetti di fare lo scemo e seguimi!!” lo tirò in casa portandolo verso la cucina che era priva di ospiti.

“Jared...Jared….ma che hai?, che ti prende??!” gli chiese vedendolo agitato o forse….emozionato.

“Ok! Ascoltami, fra un po’ farò un annuncio, ma ho bisogno che tu….” e deglutì decisamente agitato.

“Jared ma che succede?!” e questa volta era serio.

“Quello che sta per accadere è tutto vero, Misha. E io ho bisogno che tu mi appoggi, che non ti arrabbierai per non avertelo detto subito. Ma non è stato per mancanza di fiducia, ma solo...”

“Jared!!”

“...solo priorità!!” precisò.

“Ok! Ok!!” lo rassicurò Misha. “ Se ci saranno domande da fare, le farò dopo. Quando saremo soli. Niente corte marziale!”

“Era quello che volevo sentirti dire. Grazie amico!!” fece, avviandosi all’uscita della cucina.

“Di niente. Ma ascolta...”

“Sì?!”

“Dov’è Alex?!”

“In un certo senso….si sta preparando.” disse solo, facendogli l’occhiolino e andò via.

 

Misha rimase decisamente spiazzato e ora, assurdamente, nella sua mente l’idea che stava vorticando furiosamente era: questi due stanno per sposarsi.

Il che era un’assurdità dato il poco tempo che si conoscevano. Ma Misha aveva anche promesso niente corte marziale.

E quindi, cosa? Doveva accettare quello che stava per accadere? Alex gli piaceva. E Jared sembrava di nuovo pieno di vita, entusiasta della vita e di vivere.

Ma sposarsi ? Ora? Così?

Si passò una mano sul viso. Il suo quasi un gesto frustrato. Sul bancone una birra. L’aprì e ne bevve un sorso generoso.

“Ok! Niente paranoie. Vediamo cosa ci riserva la serata!” si disse e raggiunse il soggiorno e gli altri ospiti.

 

Qualche minuto dopo, Misha vide Jared ritornare dal corridoio che portava alla sua camera da letto. Il ragazzo oltrepassò tutti e fece in modo che i suoi invitati dessero le spalle al corridoio.

Lui nel frattempo si fermò accanto a dei loro amici e attese con curiosità e anche un po’ di ansia quando il giovane amico richiese l’attenzione di tutti i presenti.

“Ok! Lo so che molti di voi, se non tutti, vi state chiedendo come mai questa festa. E soprattutto che cosa possa essere successo perché la festa sia io a darla!!” iniziò facendo sorridere tutti.

“In effetti siamo molti curiosi!” fece Rich, poggiato ad un angolo della stanza.

“Già.” convenne Jared. “D’accordo...” e fece un profondo respiro. “Tutti voi sapete che cosa è successo più di 4 anni fa e sapete come quell’evento mi abbia cambiato. Ma devo confessare che in quest’ultima settimana, qualcosa è cambiato ancora. Decisamente cambiato!” precisò con entusiasmo.

“Oddio Jared , tu...sei...sei di nuovo...” fece una sua cara amica, sperando che ciò che Jared volesse dire fosse “sono di nuovo innamorato”

“Lasciatemi finire, vi prego. Perché alla fine so che ci saranno domande, tante domande. Anche io ne ho fatte tante e vi giuro...vi giuro, che tutto questo mi sembra ancora un sogno. Un magnifico miracoloso sogno!”

“Jared ma che stai cercando di dirci, amico?!” si fece avanti Rich, al cui fianco si posizionò Misha, ora decisamente incuriosito da tutto e da quel preambolo, soprattutto.

“La settimana scorsa ho incontrato qualcuno...o meglio sarebbe dire...ho rivisto qualcuno che non pensavo di poter mai rivedere.”

“Ma non eri con Alex in questi giorni?!” si intromise Misha.

“Sì….no...cioè..Oddio, pensavo sarebbe stato più semplice da spiegare!” sospirò frustrato, Jared.

 

“Vediamo di renderlo semplice, Jared.” fece una voce alle spalle di tutti quelli che stavano ancora fissando l’imbarazzo di Jared.

 

Tutti si voltarono di scatto a quella voce.

Qualcuno strabuzzò gli occhi, alcune ragazze si portarono la mano alla bocca per la sorpresa o forse per una sorta di spavento. Rich fece letteralmente cadere il bicchiere che aveva tra le mani ed esclamò un sibilato “Cazzo!!”

L’unico che sembrò voler reagire fu Misha. Il moro avanzò tra gli invitati che sembravano essersi congelati al solo vedere quella nuova presenza.

Lo raggiunse, gli si fece di fronte. Lo guardò, anzi, no. Lo scrutò minuziosamente.

“Come puoi... essere tu?!” sussurrò tentennante.

“Ciao, Misha!” fece Jensen sorridendogli.

“Jensen?!”

“Sì, amico.”

“Ma tu...tu eri…. morto!!” disse ancora, interdetto, mentre Jared li raggiungeva ignorando il brusio sconvolto di tutti i presenti.

“Beh!! che dire?? Sto una favola per essere uno zombie!!” provò perfino a scherzare Jensen.

“Jensen!!!” lo riprese Jared, ormai vicino ai due. Misha si voltò verso il giovane, stranito, confuso.

“Ma cosa…..come...quando...”

“Aggiungi anche perché?” si accodò Rich. Ora anche lui , loro vicino.

“Gliela racconti tu o ci penso io?!” fece Jared.

“Beh! Vedendo come hai fatto la mia presentazione , credo che sia meglio la racconti io!!” lo prese in giro, Jensen.

“Ehi!! ero nervoso!” fu la giustificazione.

“Quando avete finito, noi siamo qui e avremmo decisamente bisogno di capirci qualcosa!” fece Rich. “Anche perché...”

“Anche perché c’è gente qui che ha pianto al tuo funerale, che ha maledetto Dio per la tua morte, che ha maledetto l’intero universo perché non riusciva a trovare una spiegazione ad una simile ingiustizia! Che passava intere notti a sentire la tua mancanza!!!” fece quasi rabbioso Misha e Jensen capì che quelle emozioni che l’amico ritrovato stava riportando alla memoria non erano altro che le sue.

Così agì d’istinto. Fece un passo verso Misha e lo abbracciò. Forte. Stretto.

Misha per un attimo rimase impietrito da quel gesto, le braccia tese lungo il busto, i pugni stretti, gli occhi sbarrati dalla confusione. Ma poi quando Jensen gli sussurrò all’orecchio: “Mi sei mancato anche tu. Ed è così bello rivederti, Mish!!”….Mish, solo Jensen lo chiamava così e solo a Jensen era permesso chiamarlo così ed erano anni che non sentiva quel nomignolo. Solo allora qualcosa si sciolse nel moro e finalmente ricambiò l’abbraccio.

“Jensen??”

“Sì, amico. Sì!!”

“Jens...sei davvero tu??!” fece , rendendo ancora più concreto la stretta tra loro.

“Sono io. Sono io!!” lo rassicurò Jensen, massaggiandogli la schiena che sentiva ancora contratta ma sempre più rilassata nel loro abbraccio.

“Oddio….oddio….sei vivo!! sei vivo!!!” e poi accadde. Misha scoppiò a piangere. Ma erano lacrime di gioia miste ad un dolore che andava via via scomparendo.

Jensen lo strinse ancora. Più forte, cercando di consolarlo il più possibile.

Alle loro spalle, anche Rich , aveva le lacrime agli occhi e quando Jared se ne rese conto, gli mise una mano intorno alle spalle che singhiozzavano appena e portò anche a lui, conforto.

“Ma che è successo? Come è possibile?!” chiese il barista.

A quella domanda, Jensen si scostò piano da Misha che si asciugò gli occhi e cercò di ricomporsi.

“Vi devo una storia!” fece il biondo.

 

   
 
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