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Autore: Juliet1987    11/04/2021    0 recensioni
Che succederebbe se Eugene, a letto con l'influenza, fosse costretto a farsi curare da qualcuno che non è Rapunzel? Essere il fidanzato della principessa a volte ha il suo prezzo e, nel caso del nostro adorato ladruncolo, questo prezzo si chiama Cassandra, ma in fondo (molto in fondo) Eugene lo sa.
Lui e la dama di compagnia sono come due fratelli, male si dicono e... bene si vogliono.
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Flynn Rider/Eugene Fitzgerald, Rapunzel
Note: Movieverse, Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
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Dopo un paio d'ore di sfibrante lavoro Cassandra si lasciò cadere stancamente sul suo letto. Era esausta. Aveva spazzato e lavato il pavimento, rifatto il letto di Rapunzel e lucidato l'argenteria. Era riuscita perfino a rammendare qualche calzino di suo padre, il capitano delle guardie, ma nonostante il sole stesse per tramontare lei sapeva che la sua giornata non era ancora finita.

-Chissà se Fitzherbert si sente meglio, andrò a dare un'occhiata- mormorò fra se tirandosi in piedi e dirigendosi verso l'armadio per indossare la sua divisa nera da combattimento. Infatti, una volta terminate le sue faccende soleva chiudersi nel granaio per allenarsi con la spada. Sperava così di diventare, un giorno, come suo padre.

In silenzio s'incamminò verso la porta e uscì in corridoio.

Tutt'intorno aleggiava una strana calma.

Cassandra sospirò, probabilmente Rapunzel era ancora in giardino a giocare a scacchi con Pascal, per questo c'era tanta pace. Per non parlare del fatto che Eugene non era in giro a far danni.

La dama sorrise beata fra sé e sé, se solo ogni giorno fosse stato così.

Non ci mise molto a raggiungere le stanze di Eugene, d'altronde erano a soli due corridoi dalle sue; raggiunse la porta indecisa se bussare o no, poi decise di non farlo.
-Dovrei bussare al suo cervello piuttosto, chissà forse riprenderebbe a funzionare- pensò facendo capolino nella stanza con un certo nervosismo.

Cosa ci trovava Rapunzel in uno come lui proprio non lo capiva, o forse semplicemente non voleva capirlo.

-Fitzherbert? Sei in punto di morte?- lo prese in giro entrando.

Nessuno rispose.

Cassandra sbuffò avvicinandosi al letto.

-Insomma ora neanche rispondi? Dev'essere grave quest'influenza per aver zittito la tua boccaccia- lo provocò facendoglisi accanto per tastargli la fronte bollente.

-Eugene?! Parlami! Che cos'hai?- Cassandra era sbiancata e il labbro inferiore le ballava in modo strano.

Il ladro giaceva immobile sul materasso, privo di sensi, e respirava a fatica.

Cassandra lo schiaffeggiò nel tentativo di risvegliarlo, ma nell'accorgersi che non reagiva il sangue le si gelò nelle vene.

-Sta tranquilla ragazza, Rider sta facendo un sonnellino- sghignazzò improvvisamente una voce cavernosa alle sue spalle.

Cassandra rimase impassibile rimproverandosi mentalmente per essersi fatta cogliere di sorpresa, se non si era accorta di non essere sola in quella stanza era stato solo per la sua preoccupazione nei confronti di Eugene.

Si voltò fulminando con lo sguardo i due corpulenti uomini dal ciuffo rosso e le lunghe basette che le puntavano malvagiamente la spada al collo. -Che gli avete fatto?- li affrontò furente sguainando anche lei la sua fidata lama.

I due si scambiarono un'occhiata maligna -Ancora nulla per adesso, ma ti conviene farti da parte, abbiamo un conto in sospeso con Rider ed è arrivato il momento della nostra vendetta- rispose uno dei due per entrambi, poiché il fratello non poteva parlare.

-Ah si?! Staremo a vedere!- sbraitò Cassandra lanciandosi alla carica con decisione.

Le spade degli Stabbington sibilarono in aria scontrandosi con la sua. -Non vedevo l'ora di fare un po' di movimento- ghignò mollando un cazzotto al gemello silente per poi rivolgere nuovamente la sua attenzione all'altro, che tentava inutilmente di infilzarla senza riuscirci. Cassandra fece una giravolta spuntandogli le basette con un guizzo.

-Ma tu chi diavolo sei?- sbottò il rosso furiosamente.

-Chi è lei? Ma il vostro peggiore incubo- la voce di Eugene distrasse i due Stabbington e in pochi secondi Cassandra li mise fuori uso.

-Ma bene, guarda un po' chi è tornato fra noi, fatto bei sogni Fitzherbert?- sghignazzò Cassandra ammanettando i gemelli a una delle colonne e dirigendosi verso Eugene,

rinfrancata.

-Oh sì, bellissimi... finché non mi sono svegliato- borbottò il ladro con un sorrisetto ironico sul volto.

Cassandra lo ignorò toccandogli la fronte con aria esperta -Hai un febbrone da cavallo, mi hai fatto preoccupare prima-.

-Quando dici prima, intendi quando urlavi quasi in lacrime "Oh Eugene, Eugene parlami! Che hai Eugene?- sghignazzò il ladro facendole il verso alla perfezione.

Cassandra divenne viola per la rabbia -Mi venisse un colpo secco! Allora facevi finta! Buono a nulla che non sei altro. Hai idea dello spavento che mi hai fatto prendere? Ma ti faccio vedere io, ti passerà la voglia di prendermi in giro, Fitzherbert!- urlò furibonda saltandogli addosso e colpendolo con tutta la forza di cui disponeva.

Eugene rise di gusto evitando tentando di inutilmente di parare i colpi -Dai donna drago guarda il lato positivo, hai sventato un attentato al futuro re di Corona, parlerò bene di te al capitano delle guardie, non sei contenta?-.

Cassandra strepitò ancora più furente -Contenta? Sarò contenta solo quando ti avrò ammazzato, brutto deficiente che non sei altro!-.

Quando si fu calmata Eugene aveva sul corpo più lividi che nei.

-Insomma non ti sembra di aver esagerato un po'?- tentò il ladro sommessamente massaggiandosi l'addome indolenzito.

-Sta zitto o hai anche il resto- sibilò Cassandra fulminandolo con lo sguardo e cacciandogli in bocca il termometro che gli aveva lasciato Rapunzel.

-E' grave dottore?- domandò Eugene sarcastico.

-Se parli del tuo cervello sì, è più che grave- rispose Cassandra velenosa mentre gli sbottonava la camicia zuppa di sudore per sostituirla con una asciutta.

Eugene tacque lasciandola fare, non l'avrebbe mai ammesso ad alta voce, ma era felice che Cassandra fosse lì, a prendersi cura di lui. Era la prima volta che qualcuno lo faceva.
Infatti, da orfanello quale era non aveva avuto la fortuna di avere una madre che curasse i suoi raffreddori, che sopportasse i suoi capricci o incerottasse le sue ginocchia sbucciate.
Non che Cassandra fosse una madre per lui, per carità, forse, forse una sorella... beh diciamo una specie di sorella.
Sorrise mentre Cassandra gli sistemava il cuscino e controllava il termometro.

-39 e 3, mi sa che stasera resterai inchiodato al letto Fitzherbert, ti farò portare la cena in camera. Un bel brodino di pollo che ne dici?- propose strizzandogli l'occhio, ben

consapevole che lui, il brodo di pollo, proprio non lo poteva soffrire.

-Credevo che i due pugni degli Stabbington e la tua sfuriata di poco fa fossero una punizione più che sufficiente, insomma cosa deve fare un uomo per non essere

maltrattato?- mormorò Eugene con un sorrisetto sghembo.

-Allora qualcosa ti avevano fatto- rifletté Cassandra scuotendo poi la testa divertita -Mi spiace ma è il menù influenza e non si discute!- disse poi, rimboccandogli in fretta le coperte.
Aveva già perso fin troppo tempo con quel buono a nulla.

Eugene sorrise sincero incontrando per un attimo il suo sguardo.

-Forse però potrei portarti un pezzo di dolce- si lasciò sfuggire Cassandra strizzandogli l'occhio con aria complice, poi, in silenzio, lasciò la stanza per chiamare suo padre affinché portasse via gli Stabbington.

Eugene alzò gli occhi al cielo scuotendo la testa divertito.

-Non cambierai mai… Cass!-.

   
 
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