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Autore: Lodd Fantasy Factory    11/04/2021    1 recensioni
Non ho tempo per le introduzioni. Devo raccontare questa storia, e voglio farlo il prima possibile. Prima che qualcosa mi possa fermare... prima che loro... sono dietro ogni angolo. Sono nella mia casa... cancelleranno tutto. Persino me...
Genere: Dark, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash, Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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11 Aprile 2021,

 

 

Nel lento e inesorabile sprofondare nella follia, nessuno di noi governa un raziocinio tale da rendersi conto dell’infausta sorte, dell’irrealtà, dell’assurdo capace di tramutarsi in plausibile.

Non puoi riconoscere la follia, fintanto che ne sei parte.

Era questo, suppongo, che aveva reso i miei compagni di viaggio del tutto indifferenti alle costanti perdite subite durante quella spedizione. Ho utilizzato il termine spedizione molto di frequente, per riferirmi agli episodi del tempio; ciò è incorretto. Ma se avessi avuto la premura di utilizzare il vocabolo adeguato, non sarebbe servita a niente tutta questa spiegazione. Avrei potuto rivelarvi sin da subito l’epilogo della mia disavventura, ma chiunque leggesse queste parole si troverebbe facile all’errato giudizio dei miei passati collaboratori.

Il racconto stesso è un mezzo per arrivare alla verità. Come voi, anche io la sto riscoprendo per la prima volta nei meandri della mia mente.

Quel fastidiosissimo dolore non c’è più, per fortuna. Credo sia meritò della meditazione che sono costretto a fare da queste parti. Anche il termine costrizione non è del tutto esatto. Sono venuto qui [...] con lo specifico desiderio di liberarmi dalla piaga che mi affligge, di disfarmi dalla maledizione scatenatami contro dall’eccessiva curiosità del Prof. Poegrim. Sono venuto in questa abazia [...] per espiare le mie colpe.

Non è affatto facile riuscire a tenere dentro di sé episodi simili.

La notte, certi demoni si risvegliano e, armati di ogni fibra della loro perfidia, si sono divertiti a punzecchiarmi per molto tempo. Ora, lontano dai miei doveri, vedendo con maggior chiarezza il mio ruolo all’interno dell’intera faccenda, posso dire di essermene liberato, almeno in parte.

Riesco a dormire più del solito, non ho più la tremenda sensazione di essere perseguitato. Questa è la parte conclusiva di quanto accadde in quella Ziggurat, il giorno che l’Uomo Ombra conobbe il mio nome, il mio destino. Il giorno che ho maledetto da prima dell’inizio di questo Diario…

 

Il Prof. Poegrim avrebbe premuto il grilletto altre quattro volte, se non avessi avuto la premura di sottrargli la pistola. Sbuffò, invece di urlare di paura. Per fortuna Idris Coen era stato colpito solo si striscio, e curare la sua ferita non ci richiese troppo impegno.

I miei compagni, sino a pochi istanti prima assuefatti da qualche estranea sostanza, mi guardarono come se fossi divenuto il loro capo. Sentii riversarsi su di me tutti i loro timori e speranze, in una lotta alla salvezza che temevano fosse ormai perduta. Il corpo di Collins era sparito sotto i nostri occhi, e nessuna spiegazione logica avrebbe avuto la meglio sull’idea che vi fosse di mezzo qualcosa di malvagio, oppure la volontà di un Dio crudele. Avrei potuto leggere limpidamente quel pensiero sui volti di tutti, e con più evidenza in quello del giovane Paul; i timori di un ragazzo sono sempre più forti che in un adulto.

Il Professore aveva così perso il suo ruolo di capogruppo. Con la sua azione aveva terrorizzato ogni elemento della compagnia, compreso il suo stesso pupillo; ciò che non sospettavo, era che quel suono fosse riuscito ad angosciare persino lui. Mi fu subito evidente che qualcosa non stesse andando come egli aveva progettato. Ormai si palesò chiaro il fatto che Poegrim non mi avesse ancora mostrato il vero tesoro che si celava in quella Ziggurat. Mi domandai il perché di tanta segretezza: ancora oggi avrei preferito non saperlo mai!

Dobbiamo andarcene. Il Diavolo in persona alberga in questo tempio maledetto!’ ebbe una vera e propria crisi, Paul.

(Solo ora mi rendo conto di aver obliato il dettaglio di questo studente, facendo i miei consueti tagli; Philipp ne parlava durante la descrizione dei cinque compagni ritrovati insieme al Prof. Inoltre, ho rimosso tutte le teorie di Philipp a riguardo della presenza degli studenti nella spedizione. È vero quello che si dice: una storia, per essere compresa bene, deve essere raccontata tutta.)

Quanta pena provai per quel fanciullo, strappato troppo presto alle fantasticherie giovanili; certi uomini, nello specifico certi insegnanti, avvertono tale il desiderio di lasciare degli eredi, che finiscono per sciupare giovani amanti della materia; ho sempre trovato che i giovani debbano essere solo guidati verso la direzione che intendono raggiungere, e non trascinati.

E rinunciare alla scoperta più grande di sempre?’ brontolò Poegrim. ‘Andate, codardo! Andate, se volete andare!’

Il ragazzo ammutolì peggio di quando avevamo udito quel lamento.

Anche voi: andatevene, se volete! Non ho bisogno di nessuno di voi. Io e Philipp ce la sbrigheremo meglio, senza intralci. È stato un errore condividere un’opera simile con beceri piscia letto come voi.’

Professore!’ la mia voce esplose come una delle cartucce della Colt di Idris, imponendo il silenzio. Un lamento lontano, forse l’eco dalla mia voce, mi fece rabbrividire. ‘Siamo tutti provati nel profondo. Molti misteri hanno falciato la nostra compagnia. Nessuno di voi è obbligato ad andare avanti più di quanto il proprio cuore gli suggerisca. Io e il Professore, giacché siamo arrivati sin qui, intendiamo proseguire.’ Voglio ammetterlo, neanche io riesco a credere a come quelle parole stessero abbandonando le mie labbra. Avrei voluto prendere per mano Paul e trarlo in salvo il prima possibile. Ma c’era anche qualcos’altro che mi spronava a continuare… non era sete di celebrità, di riconoscimenti, di titoli. Era un sussurro… un richiamo. Voleva che lo raggiungessi. Qualsiasi cosa essa fosse, voleva incontrarmi. Era stata lei a mandare il Prof da me.

Apprezzerei avervi al mio fianco, piuttosto che pensarvi in pericolo lungo questi corridoi. Insieme possiamo affrontare al meglio le insidie di questa Ziggurat. Ma se qualcosa vi suggerisce di correre via, di voltarvi e non far più ritorno, ascoltate quella voce!’ Considerato che non mi era stato possibile fare altrettanto, cercai perlomeno di risparmiare loro un prolungamento della pena.

Spararci un colpo in bocca sarebbe stato meno invasivo delle sue parole’, grugnì Poegrim, voltandosi poi verso il corridoio. ‘La credevo uno di squadra.’

Io verrò. Tornare indietro non mi risulta meno pericoloso di proseguire. Se debbo morire, vorrei farlo avendo compiuto qualcosa di grande, e non come codardo. Ma rivoglio indietro la mia bambina.’ Era Idris.

Con che coraggio potrei lasciarvi da soli?’ aggiunse Andrej, approfittando del discorso per allontanarsi dalla fontana.

Sig. Khalid? Ha scoperto niente d’interessante? Le avevo detto che avrebbe trovato un segreto degno delle vostre terre natie’ soggiunse il Professore, ignorando del tutto Paul.

Mi chiami Giles, per favore. È questo il nome che ho scelto per il suo mondo.’

(Parte poco rilevante, lo so; ho voluto riportarla perché faceva tanto film degli anni novanta. L’ultima battuta di Khalid mi ha fatto per un attimo pensare a qualcuno venuto davvero da un altro mondo. Non sarebbe poi una novità, non credete? Non di certo la cosa più strana che abbiamo letto nelle storie di Philipp Lloyd.)

Vengo anche io.’ La timida voce di Paul fu soffocata dalle ultime parole di Higgins.

Mi ritrovai quindi a guidare il gruppo, proprio verso la direzione da cui era giunto quel suono raccapricciante. Le pareti avevano smesso di riflettere il calore delle torce, quasi intendessero punirci per la nostra violenza. Poteva esistere davvero una Ziggurat senziente? A voi la risposta.

 

Il corridoio sempre a forma pentagonale proseguiva con un’inclinazione quasi impercettibile verso il basso; ogni nostro passo riproduceva una quantità elevata di eco che trovammo quantomeno sospetta. Tutti ci attendevamo di veder spuntare fuori una qualche mostruosa creatura, tanto che Idris, poco dietro di me, aveva il dito tremolante sul cane della pistola.

Poi, avvertimmo all’improvviso una stanchezza insensata, come se la gravità attorno a noi fosse aumentata notevolmente. Sentivamo proprio la testa venir spinta verso il basso da un’energia sorprendente; faceva male alla schiena resisterle. […]

[…] Il Professore, il più provato da quell’incedere a oltranza, alla fine si fermò.

Ci siamo… occorre un po’ più di luce, se permettete’ ci consigliò, estraendo alcune torce.

Sapevamo che se avessimo acceso anche quelle, per il viaggio di ritorno alcuni di noi sarebbero rimasti al buio. Tuttavia, la compagnia fu ben lieta di aver più luce che annullasse le tenebre di questo nuovo ed ultimo locale della nostra gita.

Si rivelò ai nostri occhi una stanza con la stessa forma geometrica delle altre, ma con una differenza sostanziale: esisteva un pavimento che differiva da qualsiasi altro, come se il resto dello Ziggurat fosse invero stato costruito su questa base.

Questa cosa è priva di alcun senso…’ lamentò Andrej, tastando il pavimento ad un primo sguardo liscio e al contempo stopposo al tatto, di un colore rossastro, simile all’argilla. Al centro di esso le luci palesarono un albero, o qualcosa che ci si avvicinava, che nessuno di noi, escluso il Prof., aveva mai visto in vita. Potrei definirlo come una specie di salice al contrario: la corteccia era di un verde acceso, ed i lunghi ciuffi color amaranto piangevano verso il soffitto, galleggiando nell’aria sino a cinque metri di altezza. Galleggiare è il termine adeguato, perché continuavano a danzare nell’aria come se una specie di vento li animasse. Non tirava un filo d’aria in quella Ziggurat.

La parte che definiremo comunemente la chioma, in un canonico salice, era quindi inversa, e così lo erano anche le radici, le quali si estendevano verso l’alto, simili a tentacoli iridescenti, finendo per avvolgersi attorno ad una crisalide d’ambra alta grossomodo quattro metri e larga due. Al suo centro vi era qualcosa di informe, indefinito, ma che faceva apparire quella crisalide come una sorta di enorme occhio.

Ci sentimmo tutti osservati.

Abbandonando l’albero come una sorta di vortice, cinque grosse venature camminava sul pelo del pavimento, andando a formare delle specie di alcove a forma di mezzaluna.

Quello spettacolo ci era visibile solo grazie alle pareti e al corpo dello strano salice, che riflettevano il colore delle fiamme, illuminando maggiormente l’intera stanza.

Sono come delle postazioni’, commentò Idris, facendosi un po’ più vicino, senza mai salire sul pavimento. ‘Un luogo di culto, suppongo. Guardate come tutto conduce a questa splendida crisalide. Forse la reputavano una sorta di divinità? Che abbiano eretto questo tempio a sua protezione?’

Le sue domande non innescarono risposte.

Cosa ha prodotto quel suono che abbiamo udito?’ espose il timore più grande di tutti, Paul.

Forse l’ambra si è mossa’ disse Andrej.

L’ambra si è mossa’ lo corressi. Ma non aveva prodotto alcun rumore. Non seppi distinguere se a muoversi fosse l’ambra o le radici che l’avvolgevano. Essendo un essere vivente, quell’albero aveva però tutto il diritto di farlo. Il pensiero che cercò di sfiorarmi in quel momento cercai di lasciarlo correre ancora per un po’, perché troppo assurdo. Di cosa si nutriva?

C’è forse un fiume, sotto questa Ziggurat?’ chiese Giles. ‘Harry ci avrebbe fatto comodo, in un momento come questo.’

La meraviglia… dov’è la meraviglia nei vostri occhi?’ chiese Il Professore, sconcertato. ‘ Siete dinanzi ad una scoperta storica, qualcosa di tremendamente raro!’ e si dilungò nell’elencare tutte le meraviglie davanti ai nostri occhi, a partire dalla forma di vita primordiale, alla cultura, alla scrittura, al valore dell’ambra stessa. Insomma, per il professore avevamo camminato per secoli sopra un cimelio d’inestimabile valore, senza comprenderne l’immenso valore!

Se solo avessi altri quattro specialisti come me, forse saprei tradurvi quanto è scritto in queste opere!’ Khalid era del tutto fuori di sé. Aveva riempito già delle pagine di appunti, ossessionato dalla quantità di scritti presenti nella stanza.

Temo la nostra meraviglia pareggi il nostro terrore’ ammisi, guardando Poegrim dritto negli occhi. Lessi un lampo di rabbia infuocagli lo sguardo che mi restituì.

Udite! Udite la sua voce! Se solo aveste tutti un po’ di accortezza del rispettare quanto vi è di più sublime. Vi ho resi partecipi di una grande scoperta!’ la sua voce suonò a tutti noi strana, quasi alterata.

La sento Professore’ ammise lo studente. ‘Un flebile mormorio. Sento il suo richiamo…’

Sapevo non mi avresti deluso!’

Un ad uno i miei compagni di sventura udirono quel richiamo. Io, in verità, vi ho già raccontato di averlo udito prima di tutti loro.

Egli vuole parlarci’ annunciò Poegrim. ‘Ma Egli è troppo debole. A lungo l’Antico è stato dimenticato, abbandonato dalla nostra stirpe. Avvicinatevi ed udite meglio la sua voce. Io, prima di voi, ho abbracciato una delle mezzelune. Ho udito la sua voce cristallina. Volete, amici miei?’

Guardai il Professore con odio.

Avrei voluto ribellarmi a quella sua richiesta, ma era come se quella pressione mi spingesse verso una delle alcove. Non potevo più rifiutarmi. Nessuno di noi poteva.

Sig. Coen!’ lo richiamò a sé, Poegrim. ‘Lasciate a me la vostra Pacificatrice’

Dopo che era stato ferito, immaginavo che almeno Idris trovasse la forza di opporsi a quel suo comando. Invece, il rosso consegnò la sua Colt S.A.A. nelle mani del Professore, prima di prendere posto ove glie era stato suggerito.

Sentii mancarmi il fiato. Quel senso di oppressione mi costrinse a sedermi. Vidi le radici allungarsi verso di me. Udimmo tutti quel grido raggelate riempire la stanza, distinto, uscire dall’interno della crisalide.

Eravamo tutti parte del piano di Poegrim!”

 

 

La trascrizione mi ha preso più del previsto, ma sono costretto a fermarmi qui, per oggi.

Non ho una connessione stabile dalla quale riuscire a postare ciò che voglio. Sono quindi costretto a scrivere tutto da remoto, tenendomi ben distante dai problemi, dall’Uomo Ombra che ancora mi cerca. Di giorno non posso muovermi troppo liberamente. Le forze dell’ordine mi cercano.

Come al solito, non ho tempo per correzioni. Devo consegnarvi tutto come mi è riuscito di trascrivere, sperando possa essere quanto meno leggibile.

Alcuni di voi hanno avuto timore avessi deciso di fermarmi con il mio Diario. Non è così.

L’Uomo Ombra non è stato sconfitto. Non come avrei voluto. Egli muove i fili di molte altre questioni, è un po’ ovunque. Ma devo avergli fatto molto male. Per questo mi brama. Per questo mi cerca.

Continuerò la mia silenziosa e segreta battaglia contro questa avvilente oscurità.

Lo farò per tutti noi.

A costo della vita!

 

Aggiornerò, il prima possibile.

 

 

Philipp Lloyd.

   
 
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