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Autore: Felpie    13/04/2021    4 recensioni
Come si riconosce un eroe?
Certo per i figli dei Salvatori del Mondo Magico non deve essere facile reggere il confronto.
Possono definirsi eroi?
Alle prese con la Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo, genitori oppressivi quanto distanti, amori adolescenziali, segreti e tradimenti, anche la loro vita non è poi così facile. Però non c'è nessuna guerra, almeno non di quelle con incantesimi e morti.
Come possono trovare la loro strada senza rimanere nell'ombra dei genitori, i figli degli eroi?
[Long che fa parte della serie "I Figli degli Eroi"]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I figli degli eroi'
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Girasoli a testa in giù
Avviliti come me
Come posso immaginare
Tutta la vita senza te
(Per averti - Celentano)






“Ehi, Domi!”

La ragazza si gira, richiamata dalla voce di sua cugina Roxanne, che le sta correndo incontro con un sorriso; sta andando in Sala Grande, abbandonata da Elizabeth per aver fatto troppo tardi e da Dorcas per aver fatto troppo presto e non si aspettava minimamente di incontrare la cugina. Punto primo, perché se c’è una cosa che Roxanne ha in comune con il fratello è l’amore per il dormire e per l’alzarsi a cinque minuti dalle lezioni. E, punto secondo, perché dalla sua Sala Comune non deve passare per quel corridoio per andare in Sala Grande. Che sia successo qualcosa?

“Ciao Rox” la saluta, fermandosi per farsi raggiungere “Che succede?”

“Niente, volevo salutare la mia cugina preferita” esclama l’altra, allegra “E sapere se avessi saputo l’ultima.”

Almeno non era successo nulla di grave, se non un improvviso attacco di attività mattutina da parte della cugina. E a quanto pare una gran voglia di gongolare per la vittoria della sua squadra.

“Quale ultima? Se ti riferisci alla vostra vittoria… ti prego, non gongolare, Dorcas è stata a pezzi, prima di essersi resa conto che dovrà praticamente far sputare sangue a tutta la squadra se vuole sul serio riprendersi la Coppa. O almeno è quello che crede.”

“Nono, macché! Quella è storia vecchia come Salazar, ormai” dichiara la ragazza con un gesto della mano, come a dire che si deve tenere aggiornata “Non sai chi si è picchiato in corridoio ieri sera!”

“Chi?”

“James! James e Alex, per la precisione, me l’ha detto Fred” aggiunge con un sorrisetto malefico “Hai idea del perché possano essersi picchiati?”

Com’è che ha appena detto? Non è successo nulla di grave? Ma perché non impara a stare zitta?

Dominique avverte un brivido lungo la schiena e in quel momento è assolutamente sicura di non voler sapere la risposta.

“Perché?”

“Nessuno lo sa, te lo stavo appunto chiedendo. Tu esci con Alex e sei la migliore amica di James, devi saperne qualcosa.”

“Non ne so niente, Rox…” commenta la Corvonero, appoggiandosi al muro; la cugina le si avvicina preoccupata.

“Va tutto bene?”

“Sì, stavo solo pensando…”

“In questi giorni sei strana, mi sembra di avertelo già detto… vuoi parlarne? Mi dispiace averti raccontato una cosa tanto sciocca, mentre magari hai altri pensieri” insiste Roxanne.

“No, hai fatto bene… tanto sarei venuta a saperlo, in ogni caso. È solo che…”

Dominique si guarda intorno, per assicurarsi che non ci sia nessuno in corridoio.

“Che…?”

“Che credo di sapere perché è scoppiata la rissa e, Merlino, spero davvero non sia per il motivo che penso.”

“Mi stai spaventano, Domi” ammette Roxanne “Alex e James sono amici e sono maschi, potrebbero essersi presi a pugni così, tanto per… James e Fred si riempiono di botte in continuazione solo quando uno dei due finisce l’ultima coscia di pollo e non la lascia all’altro…”

Dominique scuote la testa “Ho paura che questa volta non sia come dici tu…”

“Sul serio, Domi, ne vuoi parlare?”

“È tutto un gran casino!” esclama la Corvonero “Non volevo che quei due arrivassero alle mani…”

“Ma di che stai parlando? Sul serio, Domi, o mi dici qualcosa in più o io… non posso capire, davvero.”

“Vieni, andiamo in una delle aule vuote del settimo piano, lì non ci disturberà nessuno.”

Dominique si fa strada fino al posto stabilito e Roxanne la segue in silenzio, confusa, incredula e leggermente spaventata dal comportamento della cugina; le due entrano e la Grifondoro si siede sulla cattedra, mentre l’altra si avvicina alla finestra, dopo aver Imperturbato la porta.

“Devi giurare, Rox. Devi giurare che non parlerai mai di questa storia con nessuno, nemmeno con Fred, capito?”

“Domi, non sono la tipa che va a raccontare i fatti tuoi in giro, lo sai.”

“Lo so, ma… è importante. Non c’entro solo io. E devi anche promettermi che non mi giudicherai.”

“Non mi interessa chi c’entri, sinceramente, mi interessa che tu stia bene. E poi, dai, ti ho raccontato che le prime volte che Fred usciva con le ragazze io ero gelosa di loro e tu non mi hai giudicata, potrei mai farlo io con te?”

“Aspetta di sentire il racconto…”

Dominique lancia un’ultima occhiata al paesaggio innevato che vede fuori dalla finestra e poi si gira definitivamente verso la cugina, appoggiandosi leggermente al banco più vicino.

“Io e James siamo stati insieme” dichiara a bruciapelo e Roxanne la guarda confusa.

“Intendi…”

“Sì, intendo proprio quello” la interrompe Dominique “Tutto quello che puoi pensare, sì.”

Roxanne sgrana gli occhi e commenta solo “Wow.”

“Wow cosa?”

“Wow, non me lo aspettavo” risponde sinceramente la cugina, che scende giù dalla cattedra con un balzo “Stavo morendo di fame e volevo disperatamente un muffin ai mirtilli, ma… Godric, questo è molto meglio di un muffin ai mirtilli.”

“Vuoi… sapere la storia?” chiede Dominique e Roxanne la guarda come se le avesse appena detto di essere arrivata da un altro pianeta.

“Ovvio che voglio sapere tutta la storia!” esclama la Grifondoro “Vai con il racconto. Fortuna che oggi ho scelto di alzarmi presto, me lo sentivo che c’era qualcosa nell’aria.”

E Dominique inizia a parlare, dall’inizio e senza tralasciare nulla, se non la coincidenza della situazione simile di Dorcas e Fred – perché in quello lei non c’entra ed sono affari della sua migliore amica – così come lo aveva raccontato qualche tempo prima alla Corvonero. Anche in questo caso, dopo aver cominciato, la francesina si lascia andare completamente, le parole che gli escono dalla bocca rapidamente e senza filtri, descrivendo i loro appuntamenti segreti, i loro baci di nascosti e i loro momenti più intimi.

Roxanne non dice una parola, finché la cugina non la guarda fissa per un minuto intero, così da farle capire che la storia è finita e che non ha più nulla da aggiungere.

“Ripeto: wow.”

“Già…”

“E… siete riusciti a nasconderlo a tutti?”

Dominique annuisce “Lo sa solo Dorcas e ora tu.”

“Wow.”

“Roxanne, sul serio, dovresti ampliare il tuo vocabolario, così è davvero misero” dichiara la Corvonero.

“Sto cercando di elaborare la cosa, dammi tempo!” protesta Roxanne “Fino a dieci minuti fa il mio unico pensiero era se aggiungere la panna sul muffin o metterci un pezzo di cioccolata dentro. Il mio cervello elabora con calma, soprattutto senza zuccheri.”

Dominique scuote la testa divertita e più sollevata dal fatto che l’atteggiamento della cugina sia sempre lo stesso, nonostante sia venuta a conoscenza del loro segreto.

“E sai qual è la cosa divertente di tutta questa storia?” commenta la Corvonero.

“Perché, c’è qualcosa di divertente? Mi sembra alquanto straziante, soprattutto gli ultimi mesi.”

“Vero. Ma la cosa divertente è che quando sono uscita con Lucian, dopo avermi spiattellato tutta la verità e avermi dato questa folle idea, è stato fermato da una ragazza di Tassorosso che gli ha chiesto di uscire e lui, ancora sull’onda di ciò che stava dicendo a me, gli ha detto di sì. Quindi sabato esce con una quattordicenne Tassorosso con l’apparecchio e gli occhiali rosa fluo perché non ha avuto il coraggio di cambiare idea dopo.”

Roxanne scoppia a ridere “Quindi mi stai dicendo che Lucian, il ragazzo più ambito e più sfuggente di tutti i Corvonero è stato incastrato in un appuntamento con una che non avrebbe mai guardato nemmeno per sbaglio perché si è intrecciato con i suoi stessi discorsi?”

“Esattamente.”

“Non ci credo! Sabato andrò a Hogwarts solo per vedere la scena. Quella ragazza starà facendo i salti di gioia, chiunque vorrebbe un appuntamento con lui: chi dice che non ha mai fatto un pensiero su Lucian Sharp è un bugiardo.”

“Lo prenderò in giro a vita, guarda” ridacchia Dominique, prima di tornare seria “Questa era la nota divertente che quasi si può dire faccia parte della storia. Per il resto… è tutto.”

“È parecchia roba su cui riflettere” ammette Roxanne.

“Lo so.”

“Almeno avrò qualcosa da fare a Divinazione” commenta la cugina “Dopo aver mangiato il mio muffin, però. E dopo Pozioni. Perché hanno inventato le pozioni, mi chiedo?”

“Hai ragione, dovremmo andare” concorda l’altra, avvicinandosi alla porta.

“E Domi?”

“Sì?”

“James è ancora in Infermeria. Fred mi ha detto che non è tornato in camera, questa notte.”

E la Corvonero non ha bisogno di molte altre parole per capire ciò che deve fare.

Madama Chips non si oppone alla presenza della ragazza lì, dopotutto i due pazienti non sono malati, ma devono anzi andarsene e liberare i letti; fa un piccolo appunto a Dominique, raccomandandosi di incitare quei due ad andarsene e la francesina può sgusciare dentro l’Infermeria.

James è seduto sul letto con la divisa stropicciata e i capelli spettinati; si sta allacciando le scarpe e alza lo sguardo proprio nel momento in cui la cugina entra nella stanza. Si blocca con un laccio ancora in mano e Dominique esita un attimo, prima di stirare le labbra in un sorrisetto strafottente.

“Lo sai che stamattina abbiamo lezione insieme, vero? Pozioni, per la precisione, e la professoressa Althea non è una tipa paziente.”

“Che ci fai qui?”

“Volevo controllare che fossi tutto intero. E che venissi a lezione” risponde la ragazza, sedendosi sul letto di fronte.

“Ma certo che sono tutto intero” protesta offeso James “Per chi mi hai preso?”

“Per uno che non sa fare a botte. Non è che essere maschi renda automaticamente bravi nella lotta. Non ti ricordi che ti mettevo sempre a terra?”

“Avevamo nove anni, eri più alta di me e io ti lasciavo vincere” precisa il ragazzo, ma Dominique gli lancia uno sguardo come a dire che non ci crede minimamente.



“Ti ho battuto di nuovo!”

Una Dominique di nove anni sta comodamente seduta sulla pancia di James, le ginocchia a bloccare le braccia del cugino e i gomiti appoggiati sul petto; mostra un sorrisetto divertito e orgoglioso, mentre qualche ciocca di capelli le sfuggono dalle trecce. Sono sul letto matrimoniale di Bill e Fleur e la ragazza ha appena messo a terra – o a letto, a seconda delle interpretazioni – il cugino, che ha un’espressione offesa.

“Lasciami andare!” protesta James, provando a liberarsi.

“Cosa ottengo in cambio?”

“Ti ho già dato tutte le mie Api Frizzole, non ne ho più.”

“Uffi, ne hai portate poche” sbuffa Dominique e James la guarda sbalordito.

“Quindici Api Frizzole non sono poche. E le ho rubate dalle scorte di Albus per portartele.”

“Che ragazzino cattivo” sogghigna la francesina e anche il cugino si lascia andare ad un sorriso.

“A lui non piacciono, ma Nonno Arthur continua a regalargliele. Non c’è niente di male a darle a te.”

Dominique sorride, spostandosi e gettandosi sul letto accanto a lui, appoggiandosi sul ginocchio in modo da poterlo guardare.

“Domi?”

“Sì?”

“Saremo amici per sempre, vero?”

“Finché continuerai a portarmi Api Frizzole non ti lascerò mai andare per nulla al mondo.”

“Solo per quello?” mormora triste il ragazzino e Dominique gli sposta il ciuffo all’indietro.

“No, anche perché sei il cugino più simpatico che ho.”

Un sorriso si disegna di nuovo sulle labbra di James “Fred si potrebbe offendere.”

“Fred non è qui. E poi anche io sono la tua cugina preferita, ma Molly e Rose non si offendono.”

“Chi te l’ha detto che sei la mia cugina preferita?”

“Perché, non lo sono?” domanda Dominique, con un sorriso furbetto e James si ritrova a scuotere la testa, sconfitto.

“Sì, lo sei.”



Pensando a James bambino alla ragazza viene da sorridere, ma si nasconde temendo che il cugino possa mal interpretare il suo gesto e credere che lo stia prendendo in giro; non si deve essere nascosta molto bene, però, perché il Grifondoro borbotta, senza troppo entusiasmo “Com’è che non sei al suo capezzale?”

“A differenza di te, Alex non ha un capezzale perché è sano come un pesce” ridacchia la ragazza “Ma come ti è saltato in mente?”

Istintivamente, Dominique allunga la mano fino a sfiorargli i capelli che gli ricadono ancora, dopo tanti anni, davanti alla faccia e glieli manda all’indietro, come faceva sempre quand’era piccola. James sgrana gli occhi e per la ragazza il tempo sembra bloccarsi: il suo gesto è stato totalmente spontaneo e non ha pensato nemmeno per un momento all’imbarazzo che poteva seguirne. Suo cugino, però, lo rompe subito, quell’imbarazzo, afferrandole dolcemente la mano e accarezzandole il dorso con il pollice.

Dominique fa un sorriso imbarazzato, ma dolce, senza ritirare la mano ed è James, che dopo un po’, la lascia andare.

“Non lo so, Domi. Mentirei se ti dicessi che sono pentito di ciò che ho fatto. Forse non lo rifarei, ma solo per non dormire in questo lettino minuscolo.”

“Nessuno ti ha obbligato a farlo” commenta la ragazza, guardandolo “Non mi sembra che stai così male da non poter tornare in camera.”

James la guarda storto “Mai sentito parlare di orgoglio maschile?”

“Sì e sai che l’ho sempre trovata una cosa sciocca.”

“Non volevo tornare in camera” taglia corto il ragazzo, mormorando poi “Volevo stare un po’ per conto mio…”

Tra i due scende il silenzio per qualche secondo, finché James non domanda “Come hai saputo che ero qui?”

“Roxanne” risponde laconica Dominique, indecisa se raccontare al cugino che le ha rivelato tutto.

“Godric, la notizia che ho perso contro Alex e sono finito in Infermeria avrà fatto il giro del castello” sbuffa James, appoggiando le mani sul letto dietro di sé.

“Orgoglio maschile…” commenta divertita Dominique “E poi, fammi capire, tu hai fatto a pugni alla babbana con un Nato Babbano sperando anche di vincere?”

James le rifila un’occhiataccia “Una scazzottata è una scazzottata.”

“E tu sei un grande esperto, vero?”

“Con Fred le abbiamo fatte spesso.”

“Con Fred erano per gioco” sottolinea Dominique “E Fred perde contro chiunque.”

“Roxanne non conta, è lei che vince contro chiunque” replica James “Voi due insieme sareste pericolose per chiunque.”

La ragazza esita un attimo, prima di dichiarare a bruciapelo “Le ho detto di noi.”

È il turno del Grifondoro di rimanere qualche istante in silenzio “Perché?”

“Perché lei è importante per me e nell’ultimo periodo mi sono allontanata anche da lei per…”

“… colpa mia?” la anticipa James.

“Non è stata colpa tua. È stata colpa di entrambi” precisa Dominique “Ho sbagliato a dirglielo?”

James scuote la testa “Puoi fare quello che vuoi, Domi.”

Capendo di aver rotto il ghiaccio, la ragazza si azzarda ad aggiungere “Perché hai picchiato Alex, James?”

Il Grifondoro stringe le labbra e poi commenta con un po’ di cattiveria “Ti hanno mandato qui a chiedermelo? Perché io penso tu sappia benissimo perché l’ho fatto.”

“Per me?” insiste Dominique, ignorando il tono del cugino e cercando di ottenere una risposta definita.

Ma invece di darle la risposta in cui spera, James dichiara “Perché tu lo sappia, Elizabeth mi ha lasciato.”

Questo, esattamente, in quale punto del piano di Lucian si va a posizionare?

Dominique vorrebbe sgranare gli occhi o fare espressioni con la faccia, ma cerca di rimanere impassibile e di non fare alcun commento; il suo cuore pompa però il sangue più velocemente del solito, lo sente, e un piccolo pensiero va anche alla sua amica, perché la Corvonero si domanda come stia in quel momento.

“Non le ho detto nulla di… noi. Ho pensato che non volessi. Anche se la ritengo una tipa troppa intelligente e ho paura che, prima o poi, lo scoprirà” aggiunge il ragazzo.

“Probabilmente hai ragione, ma… sono contenta che tu non glielo abbia detto.”

“Forse un giorno glielo racconteremo. Insieme” precisa James.

“Mi dispiace che sia finita tra voi: la ritengo davvero una brava ragazza. Avrebbe potuto darti tanto.”

“Spero di essere stato lasciato da lei ma di trovare una ragazza altrettanto incantevole” dichiara James a bruciapelo, guardando intensamente la cugina che, un attimo, si sente a disagio.

Cerca però di non mostrarlo e di mantenere la sua espressione algida – che il Grifondoro è sempre stato così bravo a far crollare.

“Quindi nella giornata di ieri hai ricavato un occhio nero e sei tornato sul mercato? Non male come giornata.”

“E anche una vittoria contro Corvonero, se proprio non te lo ricordassi” le rammenta il ragazzo, con un sorriso furbo “E non dire che sono tornato sul mercato, mi fai sembrare una merce.”

“Ma tu stesso ti sei venduto come una merce! Ti ricordi quando, a quella festa in Sala Comune, tu e Fred vi siete messi all’asta?”

“Alex ci ha messi all’asta” sottolinea James “Noi eravamo troppo ubriachi per fermarlo, tutto qui.”

“Un paio di ragazze avevano anche provato a comprarti…”

“Sì e Roxanne ha minacciato di morte quella del secondo anno che stava tirando fuori i Galeoni per Fred.”

I due ragazzi scoppiano a ridere, con quella complicità che avevano guadagnato negli anni e che negli ultimi mesi era solo rimasta sopita per un po’; in quel momento Lorcan rientra nell’Infermeria, con un asciugamano in mano e lo spazzolino.

“Lor, cosa ci fai tu qui?” lo saluta Dominique, alzandosi e avvicinandosi a lui. Il Corvonero sembra spaventato e leggermente imbarazzato.

“Ciao Domi… ho litigato con tuo fratello…”

La ragazza aggrotta le sopracciglia, lanciando un’occhiata a James, che però ha già distolto lo sguardo, riprendendo ad allacciarsi la scarpa “Perché?”

“Non… non importa.”

“Louis è qui?” si preoccupa subito Dominique, guardandosi intorno.

“No, no, tranquilla… non sono così forte, in Infermeria ci sono finito solo io.”

“Louis ti ha picchiato?” domanda confusa – e un po’ stupita – la Corvonero.

Lorcan scuote la testa “Io gli ho dato un pugno, ma a lui è uscito solo un po’ di sangue dal naso. Io mi sono rotto le nocche.”

La ragazza sta per dirgli qualcosa, ma il ragazzo afferra rapidamente le sue cose, saluta altrettanto velocemente ed esce dalla stanza; Dominique sbatte le palpebre, confusa, e guarda il cugino.

“Ma che è successo?”

“Ah… le giovani risse…”

La Corvonero ridacchia “Il vecchio saggio. Sbrigati, la professoressa Althea non berrà la scusa dell’orgoglio maschile leso se per caso farai tardi alla sua lezione.”

E la ragazza segue Lorcan fuori dalla porta con il cuore che batte leggermente più veloce del normale e con un sorriso che non riesce a spegnere sulle labbra; la lezione di Pozioni non le sembra così orribile e la professoressa le riserva anche una specie di sorriso, mentre il professor Vitious tesse proprio le sue lodi pubblicamente, elogiandola come studentessa modello.

Dorcas non manca di prenderla in giro, ovviamente, ma l’altra la ignora, stranamente allegra; le due tornano in Sala Comune ad appoggiare i libri prima di pranzo e si ritrovano davanti Louis e Lysander che parlano in un angolo. Dominique fa cenno a Dorcas di andare su in camera e di portare anche i suoi libri, mentre lei rimane un attimo a guardarli, indecisa se avvicinarsi o meno; i due, in ogni caso, sono presi dalla loro conversazione e non hanno notato minimamente l’ingresso delle due ragazze.

“Ci vuoi ancora venire… si, insomma al matrimonio di Vic con me?” domanda Louis, giocando con le dita delle mani, e Lysander mette su un’espressione incredula.

“Perché non dovrei?”

“Non lo so… io e tuo fratello ci siamo picchiati e… non so, magari non ti va più, ecco.”

Lysander lo guarda un attimo, confuso “Non vuoi che venga con te?”

“Che? No, no. Pensavo che a te non andasse più.”

“Con chi si azzuffa mio fratello non è affar mio” risponde Lysander, alzando le spalle “Cioè mi dispiace che abbiate litigato ma… aspetta, ma perché avete litigato?”

“Niente, niente, non è importante” taglia corto rapidamente Louis.

“In ogni caso, io non ho niente contro di te, anzi, sono felice di farti da accompagnatore” dichiara sorridente Lysander “E poi, più che una vera e propria rissa, mi è sembrato molto che Lorcan ti abbia dato un pugno e che si sia fatto male lui…”

“Non volevo fargli male.”

“Lou, Lorcan ti ha dato un cazzotto e Lorcan si è fatto male” ridacchia Lysander “Questo dovrebbe insegnarci che non abbiamo proprio la prestanza fisica per fare a botte. E mio fratello sta bene, non preoccuparti, sono passato stamattina in Infermeria, e se lo conosco un minimo penso che sia anche dispiaciuto per ciò che è successo. Ora ti sta evitando, usando la scusa dei diversi corsi a scelta, perché è in imbarazzo.”

“Che idiota…” commenta Louis, più tranquillo, smettendo di giocare nervosamente con le mani.

“Vero? Lo penso anche io, ogni tanto lo è. Comunque, sai chi c’era in Infermeria?”

“Chi?”

“James. Anche lui è finito in una rissa.”

“Perché?”

“Non lo so, stava cercando di farsi il nodo alla cravatta.”

Louis sogghigna “Mia sorella è fissata con quel nodo, James è sempre stato un incapace a farlo.”

“A proposito di tua sorella…” commenta Lysander, accorgendosi della ragazza poco distante da loro.

“Domi!” esclama Louis, colto alla sprovvista, arrossendo, e Dominique si avvicina, con un sorriso, ostentando nonchalance.

“Ciao ragazzi.”

“Ciao Domi, ti lascio Louis, devo andare a finire il saggio per il professor Binns. O meglio, a iniziarlo…” confessa Lysander, con un sorriso colpevole.

“Non vieni a pranzo?” domanda l’amico, ma l’altro scuote la testa.

“Non ho tempo. Però ci sarà Lorcan!”

E con un sorrisetto, il Corvonero si allontana, lasciando i due fratelli da soli in Sala Comune.

“Quanto hai sentito?” sbuffa il ragazzino, ma l’altra lo blocca.

“Perché Lorcan ti ha dato un pugno?”

“Mi ha detto che devo stare lontano da Lysander” risponde, un po’ sostenuto il ragazzo “E te l’avevo anche detto, ma tu mi hai ignorato.”

Dominique, alla quale in quel momento torna in mente la frase che suo fratello le ha urlato nel bel mezzo del corridoio mentre stava andando da Molly, si dispiace di non aver dato retta a Louis, ma quel giorno aveva totalmente la testa da un’altra parte.

“Mi dispiace…” si scusa.

“Fa niente” risponde rapidamente il fratello.

“Ti sei fatto male?”

“È Lorcan quello finito in Infermeria” specifica Louis, ancora un po’ offeso “Lys mi ha sistemato il naso sanguinante.”

“Credo che Lorcan sia solo geloso, è una cosa normale…” commenta Dominique.

“Ma io non ho fatto ancora niente!” protesta il minore e la ragazza sospira, appoggiandogli una mano sulla spalla.

“Si è gelosi anche degli amici, Lou. Succede. Specie se due fratelli passano tanto tempo insieme di solito. E Lysander ha ragione, Lorcan si sente in colpa e ti chiederà scusa.”

“Come lo sai?”

“L’ho incontrato anche io in Infermeria” risponde sinceramente Dominique “Ed è fuggito dopo avermi visto, in pratica. Farete pace prima di sera. O a pranzo, dove dovresti andare adesso.”

“Anche tu” le fa notare Louis con un sorriso; la ragazza ricambia il gesto e posa un bacio sulla tempia del ragazzo.

“Aspetto che Dorcas scenda e vengo in Sala Grande.”

Louis annuisce, prima di mormorare “Grazie…”

Dominique sorride e fa per andare a sedersi sul divano per aspettare la sua amica quando il fratello la richiama “E, Domi?”

“Sì?”

“Io lo so che a volte hai altri pensieri per la testa e che non puoi sempre occuparti dei miei problemi.”

“Io voglio occuparmi dei tuoi problemi, Lou, sei il mio fratellino. E i tuoi problemi verranno sempre prima del resto. Tu ricordamelo, se per caso io lo dimenticassi.”

E in quel momento, Dorcas appare in Sala Comune e le due ragazze si avviano verso la Sala Grande, lasciando lì Louis, immerso nei suoi pensieri.

La giornata si direbbe apparentemente perfetta per Dominique, che si sente leggera come non succedeva da parecchio tempo, e anche le lezioni del pomeriggio vanno molto bene; perciò quando saluta Dorcas, diretta agli allenamenti, e se ne torna in Dormitorio, ha tutta l’intenzione di starsene sul letto a non fare nulla: oggi, di studiare, non se ne parla nemmeno. Però, quando apre la porta e si trova Elizabeth che piange sommessamente seduta sul letto, sente il mondo crollarle addosso.

“Liz! Che è successo?” esclama preoccupata, chiudendosi subito la porta alle spalle.

La Caposcuola si asciuga in fretta le lacrime che le rigano le guance e si alza dal letto, afferrando i libri “Nulla, non preoccuparti.”

“Ne sei… sicura?”

“No” risponde l’altra, risedendosi sul letto; Dominique le si avvicina, incerta: non si è mai trovata in una situazione simile con la sua compagna di stanza e non ha la minima idea di come debba comportarsi. Vedendo che la Caposcuola le sta facendo un po’ di spazio, però, la ragazza si siede vicino a lei e la guarda dolcemente, come a dirle che, se vuole, lei è lì ad ascoltarla. Elizabeth si asciuga gli occhi di nuovo umidi con un fazzoletto e si soffia il naso arrossato.

“Mi sono lasciata con James. Cioè, io l’ho lasciato, in realtà” specifica Elizabeth “E quindi lo so che è stupido che sia io a piangerci sopra, ma…”

Si soffia il naso, di nuovo, come per non essere costretta a continuare.

“Non è stupido” prova a rassicurarla Dominique, sentendo un peso posarsi sul suo petto e i sensi di colpa subito all’erta.

Elizabeth scuote la testa “Ho sempre professato il non piangere per amore e per delle persone e ho sempre snobbato i romanzi rosa dove succedeva e ora… guardami: seduta sul letto a piangere per un ragazzo.”

“Certe cose non si possono controllare con così tanta precisione” le fa notare Dominique, sfiorandole la mano “E se piangi vuol dire solo che ci tieni. E se hai lasciato James vuol dire che è stato lui a farti qualcosa.”

La francesina si sente un’ipocrita tremenda in quel momento: lo sapeva che qualcuno si sarebbe fatto male in tutta quella storia, ma pensare che sia Elizabeth a soffrirne ora – e per colpa sua – la fa sentire in maniera orrenda. Si sente sporca, come se avesse sbagliato su tutta la linea. E forse, ha sul serio sbagliato su tutta la linea. Ma ormai non può più tornare indietro – né vuole, se deve essere totalmente onesta. Proprio come James non è pentito del pugno ad Alex.

Elizabeth scuote la testa “James non mi ha fatto niente, è proprio questo è il problema.”

La Caposcuola guarda l’amica, seduta sul letto accanto a lei “Tuo cugino è una persona speciale, Domi… davvero. Non è come sembra, il Grifondoro allegro e spensierato, pieno di amici. Cioè, è anche questo, ma c’è un mondo su di lui che… non avrei mai pensato.”

“Credo di averne un’idea…” si ritrova a dire tra sé Dominique.

“Ma lui non lascia che nessuno si avvicini a quel mondo, lo nasconde a tutti e io non… non voglio essere una delle tante per lui. Non… non mi va, ecco. E ho scelto di allontanarmi del tutto.”

L’altra la guarda, un po’ confusa, in verità: se non sapesse cos’è successo e se non conoscesse suo cugino, sicuramente capirebbe ancora meno, ma anche così non è facile.

“Penserai che io sia matta…” commenta Elizabeth, con un tono leggermente divertito, come a cercare di trovare qualcosa di spiritoso anche in quella situazione.

“No. Penso che hai i tuoi beni motivi e che a crollare possono essere tutti, perfino tu. E che questo ti rende molto più umana.”

“Io, più che umana, mi sento molto sciocca. Non c’è una guerra nel Mondo Magico, me ne frego della gente che dice che sono la figlia di un Mangiamorte, sto bene da sola. Eppure sto piangendo per una cosa così.”

“Io, invece, ti rigiro la domanda: che vita al castello avresti avuto senza provare mai una cosa del genere? È questo il bello di avere diciassette anni, non è una promessa di matrimonio quella che facciamo ad un ragazzo: se andrà bene, magari lo diventerà, ma se andrà male ne troveremo un altro. Ora dovresti solo concederti un pomeriggio libero, mangiare qualcosa di dolce e svuotare la mente, anche piangendo. Dopo tutto avrà un sapore diverso, che tendenzialmente sarà migliore di quello che provi adesso.”

Dominique si sente sempre più ipocrita a dire quelle cose, ma pensa sul serio quelle cose e sarebbe il discorso che rifilerebbe all’amica in un’altra circostanza: se il ragazzo non fosse stato James, le avrebbe detto quelle precise parole, quindi non ha senso che non gliele dica solo perché è un minimo coinvolta nella cosa. Okay, è molto coinvolta e sta cercando di ignorarlo, ma vuole che Elizabeth capisca che non è tutto bianco o nero e che può imparare anche da quella situazione. Che è anche una cosa normale avere diciassette anni e stare male per un ragazzo: in quel momento, la francesina ha come la sensazione che Elizabeth non si sia mai lasciata avvicinare da nessuno e che, perdendo James, si senta esposta e vulnerabile ad un suo possibile attacco.

“Se fosse capitato a te… avresti seguito questo tuo consiglio?” domanda Elizabeth, da persona razionale qual è.

“No” ammette Dominique e l’amica sorride tristemente.

“Questo rende il consiglio più vero. Ma non penso che lo seguirò nemmeno io.”

“Me lo immaginavo. Sappi però che James non è… uno stronzo. Non si dimenticherà così in fretta di te. Ti ha lasciato entrare nella sua vita molto più di quanto faccia normalmente con le altre” confessa l’altra, dando poi un’occhiata ai libri accanto alla Caposcuola “Ti darai ai compiti, quindi?”

“Il tema per la professoressa Vector non si farà da solo…” commenta Elizabeth, alzandosi “Ma mi sento un po’ meglio. Sempre uno schifo, ma meglio.”

“Chi lo sa, magari a te l’Aritmanzia fa passare una delusione” ridacchia Dominique e l’altra si lascia andare ad un sorriso.

“Suppongo che lo scoprirò tra poco” la Caposcuola guarda un attimo l’amica “Grazie, Domi.”

“Non che abbia fatto molto…”

“No, ma mi hai ascoltato. Credevo che… nessuno lo avrebbe fatto. Penso di poterti considerare una vera amica.”

E il sorriso di Dominique è un po’ meno largo del previsto alle parole della ragazza, ma Elizabeth non se ne accorge mentre, con un colpo di bacchetta, si dà una sistemata, uscendo poi dalla porta salutando con un gesto della mano. E lasciando l’altra in preda ai sensi di colpa.






Felpie's Corner
Buonsalve! Avete finito la cioccolata di Pasqua? Altrimenti Lily la fiuta fin dal castello e viene a rubarvela, sappiatelo. E dove non arriva lei arriva Teddy.
Era ora che Dominique parlasse con Roxanne! (E non solo perché io amo i gemelli Weasley - okay, forse amo tutti i gemelli, credo che il problema sia questo). E ce la vedo troppo gelosa di suo fratello nei suoi primi appuntamenti. E, a proposito di gemelli, Lysander è un piccolo cuoricino, amore (frase forse priva di senso, ma nella mia mente rendeva molto il concetto).
E mi sento in maniera orrenda per quello che ho fatto a Elizabeth - e che ho fatto dire a Dominique - ma era inevitabile, qualcosa doveva andare storto.
Il prossimo capitolo è l'ultimo ambientato ad Hogwarts prima delle vacanze di Natale (che spero saranno molto interessanti).
Sono di frettissima (era da troppo che me la prendevo con calma, doveva succedere anche questo) e tra il non pubblicare e il rileggere una volta di meno il capitolo ho scelto quest'ultimo, quindi spero non ci siano troppi errori.
A presto,
Felpie
   
 
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