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Autore: MaryElizabethVictoria    14/04/2021    1 recensioni
Elizabeth Smith è una ragazza di diciassette anni perfettamente normale che conduce una vita perfettamente normale, quasi noiosa. Fino a che un giorno tutto cambia improvvisamente e si ritrova sola in un posto strano e che non conosce, circondata da ragazzi e ragazze della sua età con superpoteri. Riuscirà la normalissima Ellie ad integrarsi nel gruppo e soprattutto a capire cosa diamine le è successo?!
Alla fine andrà tutto bene, giusto?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il resto della settimana nell'istituto trascorse in uno stato di calma soltanto apparente.
Gli adulti sembravano essersi scordati del cortocircuito o comunque si erano arresi al fatto che non ne avrebbero mai identificato l'origine. Inasprirono però la sorveglianza, tanto che molto spesso si poteva vedere il personale dello Shield, prima dislocato solamente sui confini, presidiare il posto. Gli agenti nei loro completi scuri e auricolare in bella vista stazionavano di fronte alle aule, alla sala mensa e talvolta di fronte ai dormitori. I ragazzi non capivano se era una sceneggiata per farli sentire maggiormente protetti oppure per incutergli timore. Molto più probabile la seconda, si disse Ellie, vogliono farci sapere che ci tengono d'occhio.

Il lato positivo della faccenda era che ora Elisabeth vedeva Michael molto più spesso. Sebbene l'agente  Coulson cercasse sempre di mantenere un distacco professionale, specialmente di fronte ai ragazzi che la struttura ospitava, con lei non ci riusciva mai del tutto. Le pieghe del suo sorriso si allargavano sempre un po' più del dovuto non appena la vedeva insieme ai suoi amici e il suo sguardo su di lei indugiava sempre di qualche secondo in più che sugli altri. Se capitava di incontrarsi in un corridoio non troppo affollato Ellie lo salutava con cortesia e talvolta gli dedicava qualche minuto di convenevoli. Mai nulla di troppo intimo comunque.
Non parlavano di nulla in particolare, per lo più del tempo o talvolta delle lezioni di Ellie, come se entrambi temessero di sfociare in argomenti troppo personali, lui per rispetto alla sua posizione e lei perché ancora in cuor suo si vergognava per avergli mentito durate l'interrogatorio.

Ellie continuava a frequentare quella curiosa parodia di scuola insieme ai suoi nuovi amici e doveva ammettere che passare il tempo rinchiusa in quel posto strano in loro compagnia non era così male. Ci si divertiva un sacco quando Cali era in vena di scherzi e quando riusciva a coinvolgere anche i gemelli era spettacolare. Anche con le lezioni non era così male come all'inizio, soprattuto perché Blake, molto ferrato in astrofisica, la stava aiutando a recuperare i concetti base e a tenere il passo con il resto della classe. Ellie manteneva un rapporto cordiale con tutti, forse un po' meno con Sarah che non le dava ancora troppa confidenza come se si stesse riservando di valutarla. Eppure lei non attendeva altro da giorni se non un momento per poterle parlare da sola, per togliersi quell'angoscia che ancora le arrovellava il cervello.

Malgrado le spiegazioni di Blake non aveva infatti dimenticato gli ammonimenti di Wanda, in special modo il commento sui suoi genitori.

Finalmente un giorno, approfittando del fatto che tutti gli altri fossero impegnati in un corso di matematica avanzata, decise di approfittarne per parlare apertamente con Sarah. La trovò in un angolo della loro stanza, intenta ad ascoltare canzoni da un vecchio walkman.

-Devo chiederti una cosa importante- sussurrò Ellie a mezzo tono, poi, prendendo coraggio, alzò la voce finché Sarah non potè più fingere di non essersi accorta della sua presenza e dovette abbassare un po' controvoglia  le cuffie - Dobbiamo parlare. Ho bisogno di sapere da te se avete davvero scommesso su chi si dichiarerà per primo tra Cali e Sebastian?

Sarah a quella domanda del tutto fuori luogo spacciata per questione di vitale importanza assottigliò lo sguardo, sospettosa. Non si fidava ancora del tutto di Elizabeth Smith. Non si sarebbe fidata più di nessuno al di fuori della sua famiglia per molto tempo, dopo quello che era successo a suo fratello. Aveva ceduto sul fatto di accogliere Ellie tra di loro e cercare di aiutarla, questo è vero, ma lo aveva fatto solo perché glielo aveva chiesto Blake.
E in minima parte anche perché, dopo quello che avevano passato, avevano tutti bisogno di una vittoria.

-Perchè?

-Devo saperlo. Per favore- insistette Ellie- E' per una cosa che ha detto Wanda. Io devo solo sapere quanto sia attendibile.

Sarah ponderò la sua risposta per un istante, poi si ammorbidì.

-Bhè...li hai visti- ammise alla fine - Anche se sembrano in costante disaccordo la verità è che hanno un legame molto profondo. Tutti abbiamo pensato che sia solo questione di tempo.

Questa risposta non faceva che confermare i peggiori sospetti di Ellie.
Se Wanda aveva avuto ragione sulla scommessa allora poteva aver detto il vero anche sul resto, in particolare sul fatto che i suoi genitori fossero...no, non ci voleva nemmeno pensare!

-Per caso sai a cosa si potrebbe riferire parlando di una Costellazione o di una Porta rossa?

-No, certo che no. Ellie...posso sapere cosa ti ha detto esattamente Wanda per farti andare così fuori di testa?

Ellie rimorse l'interno della guancia, tentennò un istante ma alla fine vuotò il sacco.

-Ha detto che i miei genitori sono morti.

-Ascoltami bene Ellie, questo non può essere vero. Innanzi tutto Wanda confonde spesso le cose. L'hai incontrata, hai visto come vive, no? Sicuramente ti sarai resa conto che ormai non ragiona più in una linea di tempo 'normale'... è diventata troppo potente per percepire un'unica realtà, ma spesso spazia sulle alternative. In pratica dice un sacco di sciocchezze! Sarebbe capace di parlarti tutto il giorno di cosa sarebbe successo se il sole fosse esploso... e non rendersi minimamente conto che siamo ancora tutti qui e che al mondo là fuori non è capitato proprio niente! Non ancora. Ma il punto è che in quel momento lei ci crede davvero. E tu l'hai vista in una delle giornate buone.

-In che senso 'giornate buone'?

-Ha riconosciuto i gemelli- spiegò Sarah brevemente- Non è sempre così purtroppo....a volte la sua mente si perde. Crede di essere ancora a Sokovia. Oppure cerca suo fratello. In quei momenti non ci hanno mai permesso di restare... solo Visione riesce a calmarla. Bill e Tommy non ne parlano con noi ma gli fa male vederla così.

-Quindi, pensi che anche quello che ha detto sui miei genitori... non sia reale?

-Ma certo! E poi se tu sei finita qui è perché i tuoi hanno dato un assenso scritto. Forse stavi ancora troppo male per ricordartelo. Il trauma, l'ospedale e tutto il resto avranno influito. Ma di questo sono sicura: se fossero morti lo Shield te lo avrebbe detto.

Era evidente che pronunciando quelle parole la ragazza intendesse 'mia madre te lo avrebbe detto'.

Sarah Rogers  anche nel picco della sua fase di ribellione adolescenziale, in particolare modo contro le restrizioni severe imposte da suo padre sul fumo, sul bere o sul fare tardi, era abituata a considerare sua madre sempre e comunque nel giusto. Era un punto di riferimento, era lei che in famiglia mediava, almeno quanto lo faceva Philip, che di Daisy aveva preso gli aspetti migliori di pacificatore. Al contrario di sua sorella, che era sempre stata la ribelle.
Ma quel giorno l'unica ribelle era Elisabeth Smith: di fronte al pericolo che incombeva sulla sua famiglia non sarebbe certo stata zitta. Adesso basta fare la brava bambina, si disse la ragazza in un impeto di coraggio di cui si stupì lei per prima.

-Non per criticare, Sarah, ma lo Shield non ha giocato particolarmente pulito confinandoci qui- disse sostenendo lo sguardo impenetrabile di lei-  Voialtri siete qui addirittura da un anno senza contatti con l'esterno...ti sembra normale? E poi di cosa hanno paura?

-Hanno i loro buoni motivi, sicuramente li hanno. Non so per gli altri ragazzi che stanno qui, ma  noi ce lo siamo meritato. Ci sono cose che non sai.

-Ma invece lo so...insomma, Blake me lo ha detto- ammise Ellie con cautela ma anche decisa a giocarsi il tutto per tutto- Mi dispiace tanto.

Non ci volle molto a Sarah per capire esattamente a che cosa si riferisse e per accusarne il colpo.

-Wow...devi piacergli davvero molto se non ha perso tempo a raccontarti tutto!- osservò ironica.
E forse con giusto una punta di gelosia.

-Senti...non è come credi. Si preoccupa per te... più di quanto un semplice amico farebbe.

'Se non fossi così testardamente aggrappata ai tuoi problemi te ne saresti accorta da un pezzo' avrebbe volentieri aggiunto Ellie, ma cercò comunque di essere diplomatica. Era la verità. Che Blake sentisse per Sarah qualcosa di più che amicizia era abbastanza palese anche solo a qualcuno che li avesse osservati e frequentati da pochi giorni. Le stava sempre intorno, non sopportava che ce l'avesse con lui, eppure non era minimamente condiscendente, anzi trovava sempre il coraggio di contraddirla se riteneva che si stesse facendo del male da sola. Ellie in genere non si immischiava in quel genere di faccende, ma ormai era chiaro che prima Sarah se ne fosse resa conto, maggiori sarebbero state le possibilità che si calmasse.

-Questa storia che Blake si preoccupi per me mi ha proprio stancato! Io sto benissimo.

Dal modo in cui scandì le ultime sillabe, quasi con disperazione, era perfettamente chiaro che non era vero. Sarah era da tempo una meteora in caduta libera, per quanto fosse brava a nasconderlo, era molto vicino il punto di impatto.

Detto ciò la ragazza si diresse con passo deciso verso il corridoio, lasciando una Ellie spiazzata ad arrancarle dietro.

-Sarah, aspetta, dove stai andando?

- A cercarti le risposte che vuoi così disperatamente, ragazza nuova! Così forse la smetterai di ficcare il naso nei nostri affari e ad occuparti piuttosto dei fatti tuoi... Wanda non è l'unica Strega che conosciamo.

-Ce ne sono altre? Qui?!

-Agatha Harkness- confermò Sarah- Devi averla incontrata per forza. E' lei che ci ha messo questi braccialetti con un incantesimo quando siamo arrivati, altrimenti pensi che non ce ne saremmo sbarazzati subito?!

-Certo che so chi è ...quella donna mette i brividi, molto più di Wanda.

-Lo so che non è il massimo e non le stiamo nemmeno particolarmente simpatici, a dirla tutta, ma in fondo non la biasimo. Nessuno vorrebbe stare qui. Se lo sopporta è solo perché fa parte della sua condizionale con lo Shield. Non è sempre stata inoffensiva, sai? In pratica sono giunti ad un accordo: lei ci tiene d'occhio qui dentro e si evita la prigione di Westview.

Trovarono Agatha Harkness all'Infermeria, seduta di traverso su una poltrona e intenta pigramente a sfogliare una rivista, mentre nell'altra mano girava un bicchiere di martini. Il settimo della giornata. La noia purtroppo si faceva sentire anche per i guardiani del forte e, come aveva detto Sarah, nessuno era felice di stare in quel posto. Le sentì entrare, ma non sollevò nemmeno lo sguardo dalla sua rivista, agitando pigramente una mano verso la vetrinata delle pasticche.

-Anfetamine sulla destra, oppiacei nel ripiano in basso.... sintetica e qualsiasi diavoleria siano quelle  compresse verdi e blu che vi piacciono tanto sul secondo scaffale. Servitevi pure, tesorini- disse pigramente, talmente abituata alla gente che passava di lì solo per sballarsi da non farci ormai più caso- E mi raccomando, come dico sempre: un consumo responsabile è un consiglio memorabile.

Sarah sbuffò, domandandosi cosa ne avrebbe detto suo padre dei consigli che la Harkness elargiva così generosamente ai suoi studenti.

-Ehm... veramente non siamo qui per drogarci, signora Harkness- precisò Ellie, piuttosto in imbarazzo per quella scena pietosa.

E quella sarebbe stata la loro tutrice?! La potente strega che forse poteva aiutarla?!

-Ah no?- Agatha sollevò appena lo sguardo dalla sua lettura per inquadrarle nel suo campo visivo, gli occhi viola perfettamente in tinta con il suo vestito lampeggiavano leggermente nella penombra della stanza- E allora che ci fate qui, biscottini?

-Vogliamo delle risposte- disse Sarah senza andar troppo per il sottile- Sui genitori di Ellie. Puoi confermare che stanno bene?

-Che razza di domanda sarebbe?! Sei proprio sicura di non volere una pasticca, cara, una piccolina che ti migliori un po' quell'umore cupo che hai sempre? Saresti così carina se solo sorridessi un po' di più. A papà non lo diciamo... sarà il nostro piccolo segreto, ok?

-Può semplicemente rispondere?- la supplicò Ellie- Per favore.

A quel punto la Strega si raddrizzò svogliatamente sulla poltrona, mettendo da parte la sua preziosa rivista per dedicarsi più seriamente alle ragazze che aveva di fronte.

-Samantha e Perry Smith godono di ottima salute- disse a quel punto, senza un minuto di esitazione, con tono più serio e fissandola direttamente negli occhi- e non ho bisogno di un incantesimo per dirvelo, tesorini. Ci ho parlato proprio questa mattina al telefono.

-Davvero?- Ellie vibrava dall'emozione nel sentire dalla bocca di un adulto la conferma che stavano bene.
Sarah invece manteneva il suo atteggiamento scettico su tutto.

-Ma ovviamente... il contatto costante con le famiglie è un punto importante del programma. Altrimenti come potrebbero dormire sonni tranquilli senza essere aggiornati sui progressi scolastici dei loro preziosi rampolli?

-La storia delle lezioni è una cazzata- commentò Sarah- nessuno le segue per davvero. E a nessuno interessa darci dei voti. In un anno che siamo qui non abbiamo svolto un test nemmeno una volta.

-Ah, tu dici?- replicò la Harkness, con il ghigno poco rassicurante di un gatto che sta giocando- Ne sei proprio sicura, cara?

-Per favore- ripetè Ellie, che non stava più nella pelle- mi ci faccia almeno parlare!

-Questo...temo che non sia possibile. Purtroppo il regolamento non lo consente, zuccherino.

-Diciamo che in questo caso si fa un'eccezione- insistette Sarah.

L'attenzione di Agatha si spostò sulla bionda, che squadrò con aria poco amichevole.

-Signorina Rogers, tu sei proprio abituata ad ottenere sempre quello che vuoi... La preziosa principessa di papà e mamma...ma tutto sommato perché non viziarti un po' di più del dovuto?! In fondo non eri tu quella destinata a renderli orgogliosi.

Sarah resse il colpo, apparentemente, ma la sua voce iniziò a tradire urgenza e agitazione.

-Voglio parlare con mio padre, strega, adesso.

-E perché lui dovrebbe voler parlare con te? Non dubitare neanche per un momento che tuo padre sappia esattamente che quanto è successo alla vostra famiglia sia stata solo colpa tua.

Quel commento la lasciò impietrita.
Ellie si costrinse ad intervenire perché chiaramente Sarah, di solito così forte e indipendente da non aver mai bisogno di nessuno, non ce la faceva.
Non era giusto! Quelle parole non le avrebbe meritate nessuno a prescindere da come fossero andate le cose quel drammatico giorno.

-Non ascoltare una parola di quello che dice questa megera:è chiaro che è una persona malvagia- disse Ellie facendole forza, poi rivolgendosi direttamente ad Agatha Harkness- Che trucco sarebbe questo, vuole torturarci psicologicamente per convincerci a voltarci dall'altra parte mentre fa i suoi magheggi?
Quella finse indifferenza, quasi non l'avesse fatto apposta a tirare in ballo il fratello di Sarah.

-Certo che no cara! Purtroppo nel mio contratto c'è scritto chiaramente che non posso torcervi un capello- e la donna sembrava particolarmente delusa da quella spiacevole circostanza-Comunque RedDoor non lo permetterebbe.

Al solo sentire quel nome entrambe le ragazze sbiancarono riconoscendo un aggancio alle parole di Wanda. La Stanza Rossa dunque non era un posto, ma forse era una persona.

-E chi sarebbe RedDoor?- domandò Sarah, sforzandosi di mantenere una conversazione .

Agatha le dedicò un sorriso sprezzante.

-Ma come, non lo sai tesorino? La mamma non ti ha parlato di chi dirige tutto questo meraviglioso show- la donna indicò platealmente il complesso ridendo di gusto di fronte all'incredulità delle due ragazze- Forse non si fida di te. E perché dovrebbe? L'ultima volta che ha lasciato voi ragazzacci senza supervisione c'è scappato il morto. Ops, troppo presto?!

Ellie si rendeva conto che se in quel momento Sarah avesse perso le staffe lei non avrebbe potuto fare nulla per fermarla. Forse neanche Blake avrebbe potuto nonostante fisicamente fosse forse l'unico a poterla fronteggiare. Ellie vide il suo sguardo farsi di ghiaccio, la mascella serrarsi. Eppure Sarah rimase immobile in una calma soltanto apparente, mentre dentro urlava.

-Diccelo tu Agatha, scommetto che muori dalla voglia di farlo e di dare un senso alla tua patetica esistenza in questo buco di posto- affermò freddamente la bionda, in un'ultimo impeto di coraggio, scatenando nella strega solo una serie di risate ancora più stridule.

-Ti accontento subito, cara. RedDoor è semplicemente quello che voi ragazzini di questo secolo definireste 'un fottuto genio'! E' partito tutto da una sua idea...costruire questo posto, metterci voi mocciosi viziatelli...certo non è stato facile all'inizio. Capitan Manzo non era d'accordo, il Dottor Sexy storceva il naso e Pepper Stark minacciava addirittura azioni legali da milioni di dollari! Ma poi... dopo il tremendo casino che avete causato... hanno firmato tutti come agnellini. Ci hanno praticamente supplicato di mettere un freno a questi fanciulli tanto cattivi e dispettosi.

-Smettila- intervenne ancora Ellie.

-Anche i tuoi cari genitori Elizabeth- aggiunse Agatha, rivolgendosi questa volta direttamente a lei- Sono stati più che felici di mandarti qui. Detto fra noi... cominciavi a fargli paura

-Ce ne andiamo - decise Ellie con fermezza, senza lasciarsi scalfire dall'ultima frecciata malevola e tirandosi dietro anche Sarah che in quel momento era completamente in tilt.

Ebbe la netta sensazione che solo una volta che furono fuori dall'infermeria la ragazza tornasse a respirare.

-Grazie- disse solo rivolta ad Ellie.
Quella semplice parola detta da Sarah valeva un mondo.

-Non dirlo neanche, piuttosto dobbiamo trovare un modo di fare qualcosa! Non ci credo che i nostri genitori ci vogliano qui, non come dice lei almeno. Forse gli hanno mentito. Non possiamo credere a niente di quello che ha detto la Harkness, sicuramente stava solo cercando di manipolarci come avrà fatto con loro. Sono sicura che i miei genitori non mi avrebbero mai fatto niente del genere e neanche i tuoi.... devono averli ingannati su questo posto.

-Però è vero che non hanno mai chiamato- osservò Sarah, un po' depressa- Nè i miei né gli altri. Neanche una volta da quando siamo qui.

-Che ne sai? Potrebbero avergli impedito ogni comunicazione. Potrebbero avergli chiesto di non chiamare.

Sarah non riusciva a crederci, non riusciva a immaginare che suo padre si fosse fatto convincere da quella strega a non parlarle per un anno, nemmeno per sincerarsi che stessero bene lei e gli altri. Eppure, considerò, ogni ricordo che aveva di suo padre era stato prima di quello che era successo a Philip.
Dopo l'incidente in cui erano rimasti coinvolti non avevano mai avuto modo di confrontarsi apertamente, entrambi troppo vulnerabili, troppo sopraffatti da un dolore muto e insuperabile. Prima aveva attribuito quel silenzio radio al fatto che la ritenesse responsabile. Ma se invece non fosse stato così? Se la Harkness avesse davvero, come ipotizzava Ellie, approfittato di quel suo grande momento di debolezza per ingannarlo? Se era così, lo aveva di certo fatto anche con gli altri genitori.

-Dobbiamo cercare di saperne di più su questa faccenda- si risolse alla fine, ancora un po' incerta, ma determinata ad andare fino in fondo.

-Dobbiamo provare a scappare- insistette Ellie- Devo tornare a casa e vedere con i miei occhi che i miei genitori stanno bene. Ma con questi stupidi bracciali, la Barriera tutta intorno e le Sentinelle là fuori sembra impossibile.

-Difficile, ma non impossibile- valutò Sarah che, pensierosa, stava con tutta evidenza già immaginando come fare- Credo che con gli altri si possa organizzare, ma ci servirà l'aiuto di una persona. E un cellulare.

Ellie fu davvero felicissima che la ragazza stesse finalmente dalla sua parte e la appoggiasse nei suoi propositi di fuga: da sola non ce l'avrebbe mai fatta a superare le protezioni di quel posto. Fu un po' meno felice quando realizzò che il successivo passo del piano di Sarah la coinvolgeva direttamente.
Infatti, la bionda la trascinò immediatamente fino ad un altro corridoio dove, del tutto ignaro, era di guardia l'agente Coulson.
Senza spiegarle prima le sue mosse e lasciarle il tempo di protestare, Sarah la sospinse in avanti verso un perplesso Michael.

-Buongiorno ragazze- le salutò lui, sempre cortese ma formale- Come posso aiutarvi?

-Ehm. Ciao- ebbe appena il coraggio di rispondergli Ellie, finendo inevitabilmente per arrossire subito e abbassare lo sguardo.
Ed era proprio quella la reazione su cui Sarah contava.

-Diglielo Ellie- la incalzò infatti- Avanti, prima glielo dici meglio sarà per tutti.

-Dirmi cosa?- Michael si mostrò subito molto preoccupato dal suo silenzio imbarazzato, che non poteva sapere essere dovuto alla totale mancanza di preparazione da parte di Sarah, che non le aveva ancora spiegato niente del piano- Elizabeth, stai bene? Posso forse aiutarti in qualche modo?

-Io...ecco...- la ragazza, sempre più rossa, continuava a guardare Sarah in cerca di aiuto.

-E va bene. Ci penso io- disse la bionda con totale scioltezza- Ellie vorrebbe chiederti di uscire. Noi ragazze non ce la facciamo davvero più a starla a sentire che parla tutto il tempo di te, così abbiamo deciso che è il momento di mettere le cose in chiaro.

Quell'affermazione lasciò senza parole tanto Ellie quanto Michael, che addirittura fece un passo indietro, in totale sconcerto.
Al povero ragazzo mancò un battito: ovviamente aveva pensato a lei, ma sapeva bene che era solo quello, un pensiero proibito. Non sarebbe stato giusto, non sarebbe stato degno della sua missione e degli impegni che aveva preso con lo Shield soccombere a distrazioni di quel genere. Avrebbe solo finito per mettere in pericolo stupidamente la stessa Ellie, che invece doveva solo pensare a proteggere.

-Io...mi dispiace - disse subito e non era chiaro se si riferisse a sé stesso o alla faccia sconvolta della ragazza, che con ogni evidenza doveva proprio esserci rimasta male.

-Poche storie- si intromise Sarah Rogers, che non avrebbe mai giudicato una persona capace di immischiarsi in quel genere di faccenda, ma che forse lo stava facendo proprio pensando al bene della sua amica- Adesso le devi dare una risposta Coulson. Per favore, è diventato un vero martirio sentirla sospirare per te tutta la notte...

Ellie avrebbe voluto sotterrarsi.
Da Cali si sarebbe aspettata di tutto, ma Sarah quando ci si metteva poteva fare anche peggio!

Michael dal canto suo era semplicemente impietrito, neanche gli avessero appena annunciato via radio che l'Hydra aveva conquistato la base.

-Elizabeth... sono mortificato. Voglio dire, mi fa piacere, ovvio....sei una ragazza stupenda e ti assicuro che fuori da qui non ci avrei pensato un secondo! Cioè non intendevo dire che mi piaci, ecco ... parlavo solo ipoteticamente. Ma siamo tutti qui, quindi...

Non sapeva più come uscirne.

-Ti prego, capisco perfettamente- cercò di fermarlo Ellie, ma lui ormai era nel pallone e continuava a scusarsi come se avesse sbagliato qualcosa.

-Quello che sto cercando di dirti è che sono un'agente dello Shield assegnato a questa base. Non sarebbe corretto se il mio comportamento verso di te non fosse solo professionale. E' il mio lavoro- concluse infine, quasi per convincere più sé stesso che la ragazza che aveva di fronte.

-Perfetto - affermò Sarah - Quindi tutto chiarito. Andiamo Ellie- disse, trascinandola via esattamente come l'aveva portata lì e lasciando il povero Michael che ancora si scusava con loro imbarazzatissimo.

Solo quando ebbero voltato l'angolo Ellie ebbe la forza di divincolarsi e di pretendere una spiegazione dalla ragazza.

-Si può sapere perché lo hai fatto?!- esclamò esasperata.

-Guarda- Sarah per tutta risposta estrasse dalla tasca della felpa un cellulare nero, che Ellie riconobbe subito come uno di quelli in dotazione agli agenti, in particolare era esattamente come quello di Michael- Gliel'ho preso mentre era distratto dalla tua struggente dichiarazione. E lui era talmente in imbarazzo che non se ne è minimamente accorto! Ottimo lavoro Ellie!

-Non direi, hai fatto tutto da sola- si difese lei che non voleva avere nulla a che spartire con quell'ennesima presa in giro ai danni di Michael.

Per la verità, stava ancora pensando a lui così impacciato e vulnerabile, a quanto era carino quando arrossiva, al fatto che le avesse detto che era una ragazza stupenda.... e fu così che Elizabeth Smith si arrese al fatto di essersi presa una gigantesca cotta per l'agente Coulson.
Intanto Sarah stava trafficando indisturbata con il cellulare rubato.

Inviò un solo messaggio al numero che il Sergente Barnes tempo prima le aveva chiesto di memorizzare in caso avesse avuto bisogno di aiuto.

Il messaggio era molto semplice e conciso.

Sono Sarah. Per favore, vienici a prendere.

 

 

  
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