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Autore: LadyHeather83    17/04/2021    4 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 8 – Gemme rosa

*

Pianeta Zuul, qualche tempo prima.

*

La caverna era buia e umida.

Solo una luce appesa su una roccia sporgente illuminava l’abitacolo e anche malamente, visto che quegli alieni inconsapevolmente proiettavano la loro ombra sulla nuda roccia.

Un picchiettio dopo l’altro.

Una goccia di sudore dopo l’altra.

Una difficoltà dopo l’altra, visto che la durezza di quella pietra non era uguale in ogni parte.

I piccoli abitanti del pianeta Zuul riuscirono ad estrarre quelle gemme così importanti per quella popolazione barbara.

I saiyan erano approdati qualche settimana fa, e rivendicarono il dominio su quel pianeta, facendo prigionieri e uccidendo brutalmente chi osava ribellarsi e chi non voleva lavorare per loro, tra questi anche il capo del villaggio.

Non fecero distinzione tra uomini, vecchi, bambini o donne.

I zuliani più arrendevoli, si inchinarono al Re e al suo volere.

“Cosa comanda, padrone?” Era il vice del capo del villaggio, un tipo piuttosto basso, dalle sembianze animalesche.

“Le gemme rosa” Tuonò “…tutte quelle che riuscite ad estrarre, o meglio, tutte quelle che ci sono su questo pianeta.” Quel tono, non ammetteva repliche.

“Ma, signore” Osò dire invece.

“Questi sono gli ordini del Re, feccia!” S’intromise Nappa calciando l’alieno, facendolo volare lontano.

“Nonno!” Un bambino si avvicinò per soccorrerlo.

“Sto bene” Biascicò alzandosi, cercando di mascherare il dolore alla schiena come meglio poteva.

Nappa si era avvicinato a loro mostrando i denti “Questo è niente! Obbedite e non vi sarà fatto alcun male”.

L’anziano, annuì con il capo.

Si sarebbe arreso per il bene del suo popolo, al momento, non poteva fare altro.

*

Quella radura rocciosa e dalla terra rossa, era disseminata di navicelle spaziali anche di grandi dimensioni per permettere di trasportare grandi quantitativi di quel tesoro così bramato dal popolo saiyan.

Di vitale importanza per loro.

Una lunga fila di carretti neri, alcuni logori e con qualche accenno di ruggine, erano stati accuratamente messi in fila su dei binari e attaccati tra loro, in modo che il loro trasporto risultasse meno pesante e più veloce.

Quegli alieni non possedevano una forza tale da spingere i carrelli pieni e pulsanti di rosa, già facevano fatica se erano vuoti.

Erano piccoli e rachitici, e quella particolarità, era nascosta da una veste pesante marrone con il cappuccio, la pelle era rugosa e violacea e sugli occhi tenevano degli enormi occhiali neri, che li proteggeva dalle tempeste di sabbia, molto frequenti in quel periodo.

Gli occhi erano piccolissimi, al pari delle talpe giganti che popolava quel pianeta e che venivano usati per il trasporto delle persone.

Sellati e caricati di cibo e acqua, avrebbero condotto quel popolo ovunque comandavano.

Erano solite a nascondersi nel sottosuolo per sfuggire alle eruzioni vulcaniche e ad altri fenomeni atmosferici che caratterizzavano quel pianeta.

Una di queste, era la tempesta acida, e dall’aria che si iniziava ad respirare, sembrava che ne stesse arrivando una.

I saiyan e gli zuliani, avevano poco tempo a loro disposizione.

Forse un paio di giorni al massimo.

Un zuliano alzò il volto al cielo quando iniziò a fiutare il cambiamento di clima.

Era ovvio che il tempo stesse cambiando, il cielo si era fatto di un giallo ocra, l’aria più rarefatta e tra meno di quarantotto ore sarebbe divenuta irrespirabile a causa degli acidi che componevano le nuvole.

Il vento che si era appena alzato, stava velocizzando il processo.

“Tra un po’ dovremo smettere e metterci tutti in salvo!” Aveva esordito lo zuliano incontro al saiyan che lo stava braccando e tenendo d’occhio.

Attendeva il suo turno per entrare nella miniera e procedere con l’estrazione delle gemme che si trovavano sempre più in profondità e per permettere l’accesso più rapido, erano stati scavati nel terreno dei pozzi con macchinari all’avanguardia portati dai saiyan. “…anche voi dovreste lasciare il pianeta, prima che la tempesta acida danneggi irreparabilmente i motori delle navicelle.”

“Che cos’è questa storia della tempesta acida?” Chiese riluttante, come se quell’abitane si stesse burlando di lui.

“Con il solstizio d’inverno, le due lune entrano nella stessa orbita, e il miscuglio di polveri causato dal loro passaggio cadono nell’atmosfera, provocando una vento forte che corrode tutto ciò che incontra. Meglio non trovarsi nel suo cammino. Provoca una morte lenta e dolorosa. Gli organi interni li senti bruciare e preghi gli dei che tutto finisca presto”.

Il saiyan inarcò un sopracciglio, non credeva ad una sola parola di quel piccoletto.

Gli diede una pacca sulla schiena intimandolo di andare avanti, era arrivato il suo turno per entrare nella caverna e di lavorare, picconare, finchè le mani non abrebbero iniziato a dolere e a sanguinare.

*

Re Vegeta si stava godendo un calice di vino nella plancia della sua navicella, quando uno scienziato dalla testa allungata bianca, che ricordava molto una trasformazione di Freezer, entrò dopo essersi fatto annunciare da una guardia.

In mano teneva delle carte arrotolate.

Non era molto alto e se il camice bianco che indossava non gli fosse stato cucito su misura, sicuramente sarebbe inciampato perché troppo lungo.

“Mio signore” Biascicò. Quell’uomo riusciva a mettergli timore solo con il suo sguardo truce.

“Che cosa c’è?” Sorseggiò il vino tenendone un po’ in bocca per gustarselo meglio.

Lo scienziato arrivò al tavolo vuoto posto al centro della stanza e vi srotolò la prima carta blu, con annotato dei dati in bianco.

Premette un pulsante sul suo computer posto sul polso, e proiettò i dati in un ologramma che si aprì un po’ più in alto.

Rappresentava il profilo di un guerriero saiyan e dei numeri scritti nella sua lingua.

“I dati definitivi dell’esperimento, signore.”

Re Vegeta osservava tutto in attesa di capirci di più.

Nelle sue competenze c’erano mappe stellari, coordinate, popoli alieni, ma non scienza, o peggio ancora qualcosa legato alla genetica.

“Dammi buone notizie”. Si limitò a dire, a lui interessavano solo quello, il resto per lui sarebbero state solo inutili chiacchiere.

“E’ solo in via sperimentale, ma i soggetti testati hanno risposto bene. Siamo riusciti ad allungare i tempi da una settimana a dieci giorni con una gemma”.

“Perfetto.” Sul volto del sovrano si era materializzato un ghigno soddisfatto e anche sollevato.

“Ma…” Fece poi smontando il suo entusiasmo, sapeva che quell’avverbio nascondeva qualcosa di preoccupante. “…i soggetti studiati manifestano scatti d’ira e irascibilità, finché questi non li portano alla morte, causando aneurismi. Questo però nei soggetti puri.”

Lo scienziato spense quella proiezione per passare ad un altro foglio.

Re Vegeta osservava ed ascoltava il tutto, con estrema attenzione, anche perché ne andava della sua incolumità.

Lui era stato sottoposto al trattamento settimanale, che consisteva in un infusione di cellule staminali potenziate con gemma rosa.

Il tutto poi completato da un ciclo di un paio d’ore nella vasca di rianimazione.

Il metodo più sicuro ed efficace al momento.

Ma si doveva trovare presto una soluzione più duratura, in quanto di gemme rosa, presto o tardi, non se ne sarebbero più potute estrarre o peggio ancora avrebbero sfruttato talmente tanto quel pianeta, che il sottosuolo ci avrebbe impiegato secoli per formarne altre.

E i saiyan da curare, erano troppi.

“Si ricorda che ci ha mandato un campione di alcuni terrestri?”

Il monarca annuì a quella domanda.

“I nostri laboratori hanno impiantato delle cellule terrestri nei soggetti puri, creando degli ibridi, metà saiyan e metà terrestri per l’appunto, e i risultati sono sorprendenti. E’ stato appurato che questi soggetti, non manifestano nessuno dei sintomi precedenti. E contemporaneamente possono fargli sprigionare una potenza tale come se fossero super saiyan.”

Re Vegeta spalancò gli occhi, non credeva alle sue orecchie.

Sarebbe diventato il leggendario super saiyan senza seguire un allenamento speciale, ma con solo una iniezione?

No…ci doveva essere per forza un cavillo, non poteva essere così facile.

Lo scienziato prese un altro grafico e continuò con quanto scoperto.

“…i geni terrestri sono perfetti per l’ultimo test che abbiamo eseguito. Sono stati impiantati in alcuni soggetti, filamenti di DNA e RNA.”

“Su, va avanti” Battè i pugni così forte sul tavolo da far interrompere il collegamento, facendo sobbalzare il povero malcapitato, che nervosamente raccolse tutti gli incartamenti caduti.

“I soggetti che abbiamo chiamato ibridi” Continuò sistemandosi gli occhiali sul lungo naso incurvato “…non hanno bisogno dell’infusione settimanale delle cellule staminali, però potrebbero rigettare il DNA, se il soggetto a cui lo si preleva, non è abbastanza forte.”

Re Vegeta si portò le mani dietro la schiena ed iniziò ad avanzare fino al monitor di comando, dove venivano evidenziate le condizioni meteorologiche.

Una strana chiazza gialla che roteava come fosse un uragano, stava prendendo sempre più forza dalla parte opposta dove si trovava la miniera utilizzata per l’estrazione delle gemme.

Quel zuliano non aveva mentito, mancava poco tempo.

E anche i saiyan non ne avevano molto.

“Mio figlio si trova sulla Terra giusto?” Appoggiò i palmi delle mani sulla tastiera.

“Si, sire. Gli ultimi dati evidenziano che si trova lì, e c’è anche Kakaroth.”

“Dobbiamo andare sulla Terra a prenderli. Convincerli ad allearsi con noi e selezionare i terrestri che potrebbero tenerci in vita.”

“Funzionerà? Voglio dire, voci di corridoio dicono che abbiano messo su famiglia e che siano diventati più…docili, maestà! Questo potrebbe essere un problema.”

“Li convinceremo!” Spiegò dandogli sempre le spalle e continuando ad osservare i carrelli pieni di gemme rosa che risalivano dall’oscurità della miniera.

“E come intende fare?”

“Li colpiremo dritti al cuore.” Prese il pugnale che teneva nascosto sotto il mantello e lo piantò sul tavolo con un movimento secco e deciso.

Sogghignò.

E la sua risata sadica echeggiò per tutti i corridoi della navicella.

“Ma prima…” Continuò attirando l’attenzione dello scienziato “…ci sottoporremo anche noi all’esperimento, non possiamo andare sulla Terra e farci trovare impreparati”.

*

Pianeta Vegeta-Sej, oggi.

*

Erano atterrati da qualche minuto sul loro pianeta natale ripristinato, grazie alla perseveranza di Sayla e soprattutto alle sfere del drago di Neo-Namecc.

Re Vegeta, fu il primo a scendere seguito dall’immancabile consigliera, che lo aveva avvisato che il terzo carico di gemme era in arrivo.

“Cosa ne facciamo dei prigionieri?” Domandò il capitano Bardack.

“Le schiave nelle celle sotterranee. I ragazzi tutti e quattro nel bunker, più tardi testeremo la loro forza con i saibaim.”

“La piccola?”

“Nella nursery, più tardi le assegneremo un pianeta da conquistare. Il computer non ha ancora terminato di scansionarla.” Fece una breve pausa “…tutto chiaro?”

Bardack annuì, ed assieme a Nappa e Radish, andarono a prendere i prigionieri.

*******

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ciaooo! E buon sabato a tutti! Eccoci arrivati all’aggiornamento settimanale, spero abbiate gradito la spiegazione e che iniziate a capire un po’ di più sulla situazione e del perché hanno portato sul pianeta Vegeta-Sej le famiglie dei saiyan e anche di come abbiano fatto a sopraffare Trunks, Goten e Gohan.

Come sempre vi ringrazio per essere arrivati fino a qui, sapete che il mio ‘grazie’ va a tutti indipendentemente che lasciate o no un commento, ma se vorreste farlo, sappiate che ne sarei ancora più felice!!

Vi lascio come sempre, con il titolo del prossimo capitolo: Dentro l’arena.

Baci, Erika

  
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