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Autore: Undead    18/04/2021    1 recensioni
[Storia partecipante al contest “Canon’s Revenge” indetto da lapacechenonho sul forum di EFP].
Bellatrix aiuta Voldemort a padroneggiare al meglio la bacchetta di Lucius per preparasi a sconfiggere Potter nell'imboscata che stanno organizzando, la notte prima del giorno X i due dopo aver messo a punto il piano nei minimi dettagli si lasciano andare a desideri e/o impulsi per troppo tempo soppressi.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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L'incontro è finalmente terminato, quei miserabili che si sono permessi di ridere di me per colpa di quella sottospecie di figlia della mia ex sorella sono tornati nelle loro insignificanti dimore. L'onore di avere il Signore Oscuro come ospite però spetta a noi, la casa di mio cognato è stata selezionata come quartier generale e io subito mi sono adoperata per rendere la magione il più accogliente possibile per il nostro ospite, ho preso le mie cose e lasciato Rodolphus ad occuparsi della nostra abitazione, io dovevo trasferirmi a villa Malfoy e prendermi cura del mio Signore.
L'emozione che avevo provato quando ci aveva comunicato la meravigliosa notizia era indescrivibile, non potevo quasi crederci di poterlo avere accanto per giorni interi. Gli avevamo fatto trovare pronta la stanza migliore ed io mi ero sistemata in quella accanto così da poter accorrere per prima in caso Lui chiamasse.
Nessuno di quei ridicoli tirapiedi potevano capire quanto amore e dedizione mettevo ogni giorno, da anni, per servire il mio Signore e finalmente stavo venendo ricompensata, lui aveva scelto di fidarsi di me, di farlo ancora una volta e di rendermi speciale. Sì speciale perchè io lo so che per lui sono speciale, non mi avrebbe permesso di essere l'unica sua seguace donna con impresso il suo marchio se così non fosse.

Ero persa in questi pensieri quando percepisco un formicolio, per un'istante la testa mi si svuota completamente, il silenzio è l'unico suono percepibile sia dentro che fuori e poi, dal centro della mia mente si propaga la Sua voce.
«Bellatrix, vieni da me!»
Il cuore mi balza in petto, non succedeva praticamente mai che mi richiedesse direttamente, di solito faceva un richiamo generale, anche se poi ero sempre io ad arrivare per prima e soddifare ogni sua richiesta. Questa volta però è diverso, me lo sento. Non solo perchè mi ha cercata ma c'è qualcosa nella sua richiesta, una nota particolare che avevo sempre e solo sperato di sentire.
Mi ricopongo e in pochi secondi sono a bussare alla sua porta aspettando il suo consenso per entrare.

«Entra»
Apro la porta quel tanto che basta a scivolare dentro e domando immediatamente «Cosa posso fare per Lei mio Signore?», guardando la bacchetta che aveva preso poco prima a Lucius, risponde «Devo provarla, devo arrivare a controllarla alla perfezione per poter uccidere finalmente Harry Potter. Voglio che tu duelli con me finchè non la dominerò.»  A quella richiesta i miei occhi si illuminano, una gioia immensa invade tutto il mio corpo e rischiando di non contenere la mia felicità rispondo «Sarebbe un vero onore per me, mio Signore. Sono certa che la bacchetta si piegherà presto al Suo volere e grazie alla Sua incredibile abilità potrà compiere magie straordinarie perchè Lei è straordinario, mio Signore.» Alzo lo sguardo che avevo tenuto basso, per rispetto, e proseguo «Quando desidera cominciare?» «Immediatamente, Bellatrix» e incrociando il mio sguardo
dice «afferra il mio braccio!»
Mi avvicino, tremante per l'emozione, afferro il braccio che Lui mi porge con estrema delicatezza ma al contempo con sicurezza. Appena le mie dita si chiudono attorno al suo arto sento partire la smaterializzazione, la mia mente è invasa da milioni di pensieri ma cerco di concentrarmi solamente sulla sensazione che mi provoca quel minimo contatto, la mia schiena è percorsa da un brivido di piacere e rischio di non accorgermi di essere arrivata perchè distratta dalle immagini che si stavano facendo largo nella mia mente. Un lievissimo rumore mi riporta però alla realtà in tempo per staccarmi un istante dopo aver posato i piedi sul terreno. Siamo in uno spiazzo all'interno di un bosco, ha qualcosa di familiare, mi ricorda un po' il luogo dove venivo a giocare da piccola con le mie sorelle. Per un momento sono colta da una sorta di nostalgia, a quei tempi eravamo tutte degne purosangue e i nostri genitori erano fieri di noi poi Andromeda ha rovinato la nostra perfetta famiglia e il disgusto e il dolore che ha provocato il suo tradimento lo sento forte e chiaro. Non c'è tempo però di perdersi nei ricordi, il presente è più importante e sto per vivere un'esperienza che desidero fin dal primo giorno in cui ho avuto la fortuna di conoscere il Signore Oscuro e non ho nessuna intenzione di rovinarmela in alcun modo.
Siamo solo noi due, isolati da tutti e pronti ad intraprendere una battaglia che sarà una spettacolare danza, dopotutto quella che è stata la mia iniziazione è stato un duello tra noi che ha stupito tutti i presenti, aveva deciso di mettermi alla prova, doveva essere sicuro delle mie abilità prima di decidere se ero davvero degna di essere marchiata. Quella battaglia è stata la più intensa della mia vita fino ad ora, certo ho perso ma non ci poteva essere risultato differente e quello che è stato è riuscuto a soddisfarlo e immediatamente al termine mi ha onorata del Suo marchio.
Questa volta però è diverso, questa volta è Lui che si sta mettendo alla prova e ha scelto me per aiutarlo, ha scelto me perchè sa che sono l'unica che qualsiasi cosa succeda non perderà la stima e l'ammirazione verso di Lui, perchè io lo amo e lui, in fondo, lo sa.
Siamo l'una di fronte all'altro, bacchette alla mano, un paio di incantesimi di riscaldamento, giusto per prendere un po' di confidenza con la nuova bacchetta. Gli riescono ovviamente tutti alla perfezione ma sono cose basilari che riuscirebbe a farli chiunque, il Signore Oscuro deve riuscire a padroneggiare con la bacchetta di Lucius gli incantesimi più complicati e potenti che in pochissimi riescono a compiere e Lui, una volta, riusciva a portarli a termine alla perfezione anche ad occhi chiusi. La sua potenza è ancora immensa ma quel moccioso di Potter lo ha scalfito, soprattutto nell'orgoglio, ed ora deve riacquistare fiducia in sè stesso, anche se mai lo ammetterà, ma io non ho bisogno che dica certe cose, le percepisco, riesco a percepire i suoi stati d'animo, è un qualcosa che per mia fortuna ci ha tenuto legati più di quanto Lui desiderasse, in fondo, in qualche modo Lui ha bisogno di me.
Dannazione continuo a perdermi tra i miei pensieri, non è assolutamente il momento per farlo, devo concentrarmi e dare il meglio di me per aiutarlo a fidarsi e a controllare la bacchetta. Mi sta fissando e sento che è arrivato il momento, faccio un inchino che lui, da gentiluomo e da perfetto duellante, ricambia, ci mettiamo in posizione ed inizia la danza.
Tra noi e intorno a noi si propagano lucenti bagliori di mille colori differenti, cadono gli alberi, si creano buchi nel terreno, la polvere si alza. Nelle orecchie una musica ritmata, bellissima, scandisce ogni passo, ogni movimento, ogni incantesimo che diventano sempre più complessi e sempre più potenti, concentrazione, risate, grugniti, affanno, sudore... tutto questo è il quadro che ci racchiude e che ci accompagna per tutta la notte. Ai primi timidi raggi di sole, il Signore Oscuro ordina di fermarsi, per il momento si poteva ritenere soddisfatto e congedanosi mi dice «Ti aspetto a Villa Malfoy, non fare tardi!»

Sono rimasta sola, mi guardo intorno e mi accorgo del caos che abbiamo creato, mi accorgo di quanto possiamo essere potenti insieme. Lo spiazzo ha raddoppiato le sue dimensioni, una decina di file di alberi sono stati buttati giù come niente, di loro non c'è più nessuna traccia, solo terra smossa e qualche timida foglia testarda che non ha voluto seguire la scia del vento. Vedendo questo spettacolo mi convinco sempre di più che se Lui si lasciasse andare, se si lasciasse pervadere dall'amore che provo per lui invece che continuare a sfuggire, a considerarlo una debolezza, il Suo, il nostro, obiettivo di arrivare al potere e di mettere i Babbani e i filo-Babbani al loro posto si realizzerebbe più in fretta e quel patetico ragazzino non sarebbe che un minuscolo moscerino che potremmo schiacciare facilmente.
So che potrei renderlo felice, so che potrei dargli molto di più di quanto mi permette, so che vorrei farlo ma che non posso. Non posso risultare troppo invadente, troppo insistente, troppo innamorata, devo continuare a servirlo, ammirarlo e idolatrarlo perchè altrimenti rischio di perderlo, rischio che mi cacci via e questo non è contemplato. Posso sopportare tutte le limitazioni, riesco a tenere sempre alto l'autocontrollo per andare oltre, riesco ad amarlo nella mia mente, nel mio cuore e nella mia anima ma restando, agli occhi degli altri, una fedele servitrice che ha sposato così tanto la causa del marito, Rodolphus, da farla sua. Già, è questo che pensano ma sono solo degli stolti, certo Rodolphus mi ha aperto la via e io l'ho sposato ma lui stesso ha sempre saputo che il mio era puro tornaconto personale, era un buon partito e le nostre famiglie sono state felici dell'unione. Non ci siamo fatti mancare mai niente, i nostri rapporti sono sempre stati abbastanza soddisfacenti, soprattutto per lui, ma alcune volte riuscivo ad estraniarmi dal luogo e dal momento e riuscivo a pensare che con me ci fosse il Signore Oscuro, quelle volte, alla fine del rapporto, riuscivo ad essere soddisfatta pure io e, anche se non ne abbiamo mai parlato, Rodolphus lo aveva capito, lo sentiva che andavo da qualche altra parte ma in fondo gli va bene così, preferisce avermi a metà piuttosto che perdermi, in fondo lui mi ama forse tanto quanto io amo il Signore Oscuro.

Ripreso il controllo di me stessa e dei miei pensieri torno a Villa Malfoy, mi do velocemente una sistemata e poi raggiungo la sala da pranzo dove, di lì a poco, avremmo consumato la colazione. Fortunatamente sono riuscita ad arrivare, come al solito, per prima così da non destare sospetti. Come al solito mi assicuro che sia tutto perfetto per il Mio Signore e poi prendo posto dietro la mia seduta attendendo gli altri commensali e soprattutto Lui, senza il quale non ci permettiamo di sederci e iniziare.
La giornata prosegue come tutte le precedenti, la notte il Signore Oscuro richiede nuovamente la mia presenza e mi porta ancora nella radura per allenarsi.
Questa diventa la nostra routine per i giorni che precedono l'imminente imboscata che abbiamo architettato per Potter, dove finalmente sarà annientato.
Una routine che non vorrei mai abbandonare ma so che presto tutto questo finirà e mi resterà solo la speranza di ottenere un ruolo di spicco che mi permetta di restare vicina a Lui dopo la sua meritata ascesa. Nel frettempo mi godo ogni istante che mi concede di passare con Lui, ogni incantesimo e controincantesimo, ogni parola, che sia un urlo o un sussurro, ogni tocco comandato o fortuito.
Non posso immaginare nulla di più bello di tutto questo.

L'ultima notte è arrivata, ieri mi aveva avvisato che non ci sarebbero stati altri allenamenti, doveva mettere a punto gli ultimi dettagli del piano ed essere convinto al cento per cento che ogni mossa fosse quella più giusta, non poteva fallire nuovamente. Così, quando qualche ora dopo che le luci si erano spente in tutta la villa, e ho sentito che Lui mi richiedeva sono rimasta, come la prima volta, molto sorpresa. Il cuore mi batteva all'impazzata e dentro alla mia mente si stava creando un'immagine che poteva restare solamente una mia fantasia e, se anche ci potesse essere una minima possibilità di realizzarla, di certo non sarebbe prima di un giorno così importante.
Così con la mente persa in pensieri lontani e bagnati busso alla Sua porta e, dopo il suo permesso, entro facendo sempre estrema attenzione di non fare rumore.
Rimango per qualche istante ferma immobile, con lo sguardo basso, dopo essermi richiusa la porta alle spalle, fino a quando la voce del Signore Oscuro mi raggiunge con un sussurro, allo stesso tempo, dolce e imperativo «Avvicinati Bellatrix, vieni dal Tuo Signore!». Non me lo faccio ripetere e nella luce soffusa della camera mi avvicino al bordo del letto e domando «Cosa posso fare per Lei mio Signore?»
«Ti sei comportata egregiamente in questi giorni e ho visto che, in questi anni, sei migliorata molto nei duelli, gli insegnamenti che ti vengono fatti li apprendi in fretta...» stavo arrossendo, per mia fortuna era buio e Lui non poteva vederlo «... vediamo come te la cavi con le strategie. Accendi la luce!».
Come ordinato accendo la luce e cercando di mantenere un tono di voce adeguato Lo ringrazio per la fiducia che sta riponendo in me.
Ormai si è fatto tardi, mancano poche ore alla messa in moto del piano, abbiamo limato e dato forma a ciò che era nella mente del Signore Oscuro, abbiamo percorso e ripercorso più volte ogni mossa per assicurarci che non ci siano punti deboli ed entrambi siamo soddisfatti del risultato finale e Lui sembra aver apprezzato i miei suggerimenti, dovevamo solo ripercorrere un'ultima volta tutto quanto e poi avremmo potuto riposare un po' prima di partire per la missione.
Presi com'eravamo non ci siamo nemmeno accorti di essere finiti sul letto, non so quanti chilometri abbiamo fatto, andando avanti e indietro per la stanza per tutta la notte, considerando anche che le nottate precedenti le abbiamo passate praticamente insonni per via dei duelli amichevoli i nostri corpi chiedevano tregua, erano abbastanza provati e volevano staccare un po', anche contro la nostra volontà, da quella tensione perenne che ci invadeva ormai da troppo tempo.
Durante le ripetizione dell'ultimissa parte del piano, quella che vedeva il Signore Oscuro trionfare finalmente su Potter, a pochi centimentri da Lui, perdo il controllo e le mie labbra vanno ad incontrare le sue. Come se questo non fosse già abbastanza grave, prima che Lui possa regire in alcun modo le mie braccia si avvinghiano attorno al suo collo e il peso del mio corpo preme sempre di più sul suo.
Forse Lui non si rende conto di quello che sta succedendo, forse è troppo stanco, troppo stanco di combattere anche contro questo, contro quegli impulsi che sono così umani da volerli eliminare. Ora però sembra che anche Lui abbia perso il controllo, invece che respingermi inizia a seguire i miei movimenti, sento le sue braccia, che sempre più convinte, circondano il mio corpo, le sento tra i capelli e i nostri respiri si fanno sempre più corti sono il cenno che precede l'inevitabile. In pochi istanti le leggeri vesti che coprivano i nostri corpi sono sparite e siamo stesi l'una sull'altro, corpo contro corpo, pelle contro pelle... il sudore inizia a farci compagnia, il cuore e il respiro sono sempre più acellerati, sto finalmente vivendo ciò che desidero dal primo istante in cui l'ho visto, anzi forse lo desideravo anche prima, dalla prima volta che ho sentito parlare di Lui e dei suoi obiettivi... e ora sta succedendo, non ho provato mai nulla di simile, immaginarlo e viverlo sono cose completamente diverse e ora che lo sto vivendo so che mai più potrò provare un piacere così enorme, un piacere che va oltre, molto oltre, il normale piacere che può donare il sesso perchè io Lo amo e solo con Lui posso sentire tutto questo ma so anche che non ricapiterà mai più, appena Lui si accorgerà di essere caduto in questa debolezza mortale, di essersi fatto cogliere vulnerabile dai suoi stessi desideri carnali che derivano dalla parte umana e quindi debole che ha sempre messo a tacere non sarà di certo un bello spettacolo. Dovrò provare a fargli vedere tutto in una diversa ottica, provare a fargli credere che non è una debolezza ogni tanto seguire le necessità, i desideri del corpo. Sapendo che per Lui l'amore è la più grande debolezza devo assicurarlo sul fatto che quello che c'è stato non è per niente amore ma solamente piacere carnale e nulla più. Questo è quello che dovrò riuscire a fare perchè Lui purtroppo non sa amare e io, che lo amo immensamente, so quanto sia per Lui una disgrazia questa incampacità di amare, Lui non se ne rende conto, certo, ma nella mia sfortuna di amarlo così tanto ho la fortuna di saper cosa sia davvero l'amore e quanto in realtà ti renda forte.
Pur riflettendo su tutto questo sono estremamente presente a ciò che sta accadendo e sento che sta tutto per finire, voglio che questa prima e unica volta che mi sarà concessa con Lui sia perfetto, dobbiamo finire in simultanea e così prendo in mano la situazione, modifico il ritmo a mio piacimento e riesco ad allontanare di un po' l'inevitabile conclusione, quel tanto però che basta per essere pronta e al culmine del piacere nel momento in cui Lui finisce per poi addormentarsi come un sasso subito dopo. Non poteva andarmi meglio, assaporo il più a lungo che posso quel momento, quelle sensazioni, quell'atmosfera e poi cancello ogni traccia dalla stanza, me ne torno nella mia e mi sistemo per essere impeccabile, quando allo scoccare dell'ora X l'imboscata a Potter inizierà.

Storia partecipante al contest "Canon's Revange" indetto da lapacechenonho sul forum di EFP.

Pacchetto numero 15
Prompt:
non essere amati è solo sfortuna; la vera disgrazia è non saper amare. (Albert Camus)
Genere: introspettivo
Rating: giallo
   
 
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