E poi, un’altra possibilità
L’alieno ha scelto Metropolis. Moderna, assolata, distrutta e ricostruita nella sua ombra.
Il Pipistrello infesta
Gotham, la zona del porto. Sfrutta l’oscurità della città per
nascondersi e colpire.
È una minaccia. Un dio onnipotente, svincolato da leggi umane.
Dispensa Vendetta. Non
Giustizia.
Anche solo una possibilità che usi i suoi poteri contro l’umanità è un rischio inaccettabile. Va fermato.
Calpesta vite e diritti
umani. Non importa che prenda di mira criminali. Va fermato.
Sa di Batman. Lo scontro non è più evitabile, se mai lo è stato.
Superman non è riuscito a
spaventarlo. Le loro strade collideranno, è inevitabile.
Bruce morirà. È quasi certo. Ma non può fallire, non questa volta. Luthor gli ha dato quello che gli serve per uccidere Superman.
Luthor ha sua madre, vuole
il Pipistrello morto. Clark non può fallire: deve convincere Batman ad
ascoltarlo. O sarà costretto a uccidere.
Nel momento del trionfo, Bruce perde. Ora comprende cosa è diventato. Un burattino. Un mostro. Un assassino.
L’alieno è solo un ragazzo.
Mentre lampi di dolore
verde e sangue lo accecano, mentre sta per morire, Clark prega e spera
che Batman, Bruce, sia ancora umano, oltre la maschera.
Nella sconfitta, vince.
Nella sconfitta, vince.
Assieme, abbattono Doomsday. Fallisce comunque: ha tradito Clark.
Si sacrifica, ma assieme
sconfiggono Doomsday, salvano il mondo: fa meno male, così.
E poi, un’altra
possibilità.
Note:
Uh, esperimenti con l'impaginazione. Meh.