Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Rack12345    20/04/2021    1 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
New Avengers: Together
Capitolo XIII: Ritorno alla vita di sempre
 



Una mano sul cuore, un sorriso smagliante, gli occhi lucidi, le guance incandescenti.
Questo fu quello che vide Steve Rogers quando, mentre camminava lungo il corridoio del piano in cui erano poste le camere per gli ospiti, diretto verso la sua camera, le porte dell'ascensore si aprirono con un dolce ding che lo destò dai suoi pensieri.
Alexis, che se ne stava sognante con la schiena appoggiata alla parete dell'ascensore, scattò dritta cercando di ricomporre la sua espressione.
-Ciao Steve!- disse camminando verso il collega.
Ovviamente non riuscì nel suo intento.
Steve la vide diversa rispetto al solito ed inclinò la testa, sorridendo sornione. Si era tolto la giacca e la portava poggiata sulla schiena, tenendola con un dito.
-Ciao a te, Lexie.- le fece una lieve carezza sulla testa, scompigliandole i capelli. -Dove te ne vai?-
-Ehm... in camera, ovviamente!-
-E' passata un'ora da quando hai detto "devo andare" e sei scomparsa nel nulla, e l'ascensore veniva dall'alto.- disse Steve, indicando il piccolo schermo nero posto accanto alle porte, che riportava una freccia rivolta verso il basso. -Che facevi di sopra?-
Nello stesso istante l'ascensore si richiuse dietro di loro e ripartì, stavolta la freccia era rivolta verso l'alto.
Alexis rise nervosamente.
-Ok, lo ammetto, mi sono persa!- rise di nuovo.
Steve finse di crederci. Le mise un braccio intorno alle spalle e la spinse verso la sua camera, che sapeva benissimo dove fosse, visto che vi era stato tutti i giorni per quasi una settimana.
-Ti accompagno.- le disse. -Hai l'aspetto di una persona che ha bevuto qualche bicchierino di troppo!-
Alexis, di nuovo, rise nervosamente, pensando "Evvai, ci ha creduto!".
Purtroppo dovette ricredersi, perchè quando furono davanti la porta della sua camera, Steve la fece voltare verso di sé.
-In realtà non ne sono sicuro... o sei brilla, o molto emozionata...- si portò una mano al mento fingendo di pensarci, mentre Alexis si era pietrificata. -...Ah, a proposito, per caso hai visto Bucky?-
Alexis scosse velocemente la testa ed avvampò, cercando di aprire la porta, ma improvvisamente aveva perso la chiave elettronica che fino a pochi secondi prima teneva tra le mani.
Steve rise di gusto nel vederla così nel panico e, nel vederlo ridere così, ad Alexis si accese una lampadina nel cervello.
-Avanti, dammi la mia chiave.- fece lei muovendo la mano verso di lui.
-Quale chiave?!-
-Rogers, dammi la chiave!-
-Credi di scappare dalle mie domande?-
-Steve...- lo guardò male.
Lui allargò le braccia per mostrare che non l'aveva, fece per dire qualcosa, ma non fece in tempo.
Alexis lo aveva spinto al muro e aveva preso il suo polso portandoglielo dietro la schiena.
Steve continuava a ridere: ovviamente Alexis aveva usato il minimo della sua forza, quindi lui non stava sentendo alcun tipo di dolore. Tuttavia capì che la ragazza si stesse innervosendo.
-Va bene, va bene! E' nel taschino della giacca!-
Alexis lasciò andare la presa e si fiondò sulla giacca, che era caduta a terra. Tirò fuori la tessera bianca che fungeva da chiave per la sua stanza e si diresse verso la porta.
Steve però la fermò: la prese per le spalle e la fece voltare verso di sé.
-Cap, ti prego, sto morendo di sonno!- esclamò lei.
Lo sguardo le cadeva in continuazione verso l'ascensore, la paura che potesse uscirne Bucky da un momento all'altro l'assaliva sempre di più ogni secondo che passava.
Non che lei avesse qualcosa da nascondere, ma avrebbe preferito pensare in un secondo momento a come dirlo a Steve. Ora voleva solo mettersi a letto e fantasticare come una qualsiasi ventitreenne.
-Parla, agente Moore.- le disse, con voce profonda.
Voleva per caso intimidirla?
Alexis alzò le sopracciglia interdetta, mise le mani sul petto di Steve e lo spinse via.
Lui la riagganciò, abbracciandola e incrociando le braccia dietro la sua schiena. Non era un abbraccio vero e proprio, ma solo un modo per tenerla ferma.
Alexis sbuffò. Era una lotta senza vie d'uscita.
-D'accordo, non vuoi parlare.- disse Steve. -A questo punto posso confermare i miei sospetti, grazie tesoro!- le lasciò un rapido bacio sulla guancia. -Buonanotte.-
Senza neanche guardare, le aprì la porta dietro la schiena e se ne andò vittorioso.
Alexis si voltò accorgendosi che non aveva più la tessera in mano, che era infilata nell'apposito spazio accanto alla porta.
Era già lontano di qualche metro quando Alexis gli disse:
-La smetti di rubarmi la chiave!?-
Lui si voltò appena a farle un sorriso mentre continuava a camminare.
Poco prima che Alexis mettesse un piede nella sua stanza, l'ascensore, davanti il quale stava passando, di nuovo, Steve, si aprì.
Il suo cuore trillò quando Steve disse: -Ehi Buck!-
Si fiondò in camera e si chiuse la porta alle spalle, sbuffando nuovamente.
E poi rise, ripensando alla patetica scenetta che aveva appena avuto con Steve, sperando che nessuno li avesse visti.
Si lanciò sul letto e, così come poco prima aveva fatto con le scarpe, fece scomparire anche l'illusione dell'abito. Rimase in biancheria intima, visto il caldo che faceva e si infilò sotto il lenzuolo.
Era circa l'una di notte, ma non aveva assolutamente intenzione di addormentarsi, troppa adrenalina scorreva ancora per tutti i nervi del suo corpo.
Ogni volta che provava a chiudere gli occhi, rivedeva davanti a sé la scena che era avvenuta sul tetto del palazzo quella sera.
Bucky l'aveva letteralmente ammaliata, riempiendola di baci e carezze. Continuava a ridere come una bambina, provando a trattenersi, ma invano. Steve l'aveva capito e lei si disse che, viste le reazioni che stava avendo, era praticamente impossibile non capire cosa c'era stato tra lei e Bucky.
Si portò entrambe le mani al volto stravolta e sospirò.
-Bucky Barnes, cosa mi hai fatto!?- borbottò.
Se lo chiese veramente: non si riconosceva più. Tutto il suo allenamento da spia, i nervi saldi che ne derivavano, erano completamente andati a farsi benedire. Con Bucky le era successo fin dal primo momento.
Lei non era mai stata così, neanche prima di diventare una spia. Quando ancora andava a scuola aveva avuto un fidanzatino, ma nulla di serio. Tuttavia, aveva l'estrema certezza che quello che stava provando per Bucky lei non l'avesse mai sentito per nessuno. Era come se fosse tutto nuovo, come se, quella sera, avesse dato il suo primo bacio.
Guardò l'orologio e notò che era molto tardi e che doveva andare a dormire: la mattina dopo sarebbero ripartiti per tornare al Facility. Non avevano più alcun mezzo di trasporto rapido: Strange era tornato al santuario, che non poteva lasciare incustodito troppo a lungo, e Loki aveva, anche se molto contrariato, lasciato il Tesseract a Shuri: essendo una fonte di energia pulita ed auto sostenibile, la ragazza voleva saperne di più, per poterne sfruttare il potenziale.
Avrebbero dovuto viaggiare con il jet, qualche ora ci sarebbe comunque voluta, quindi si sarebbe dovuta svegliare abbastanza presto la mattina dopo.
Si mise a pancia sotto, le braccia sotto il cuscino, un sorriso stampato in volto.
Si rese conto di non essere mai stata così felice in tutta la sua vita, o almeno da quando aveva cominciato questa seconda vita, e con quella consapevolezza si addormentò, sicura che il protagonista dei suo sogni sarebbe stato il soldato d'inverno.
 




*                                 *                                    *
 




-Alexis.-
Una voce si fece strada nella mente della ragazza, andando ad intrecciarsi con il sogno che stava facendo. Stava sognando il bacio che la sera precedente si erano dati lei e James.
-Agente Moore.- la voce la chiamò leggermente più forte.
La ragazza sentì qualcosa sfiorarle la tempia, spostandole i capelli dal viso.
Non riusciva ad aprire gli occhi, incollata com'era alla scena che stava rivivendo.
Bucky sorrise quando la vide in quella posizione e gli venne in mente della volta in cui l'aveva vista dormire sul jet, durante la loro prima ed unica, per ora,  missione insieme. Le labbra dischiuse e leggermente secche, i capelli sparsi ovunque, le braccia sotto il cuscino.
Le accarezzò nuovamente i capelli, poi si chinò su di lei lasciandole un bacio sulla guancia.
Alexis mugugnò qualcosa e si girò dall'altra parte.
Continuava a confondere il sogno con la realtà, visto che il soggetto e la voce erano gli stessi, così come anche le labbra che le avevano appena sfiorato la guancia.
Bucky sollevò le sopracciglia, rimanendo sorpreso.
-Oh, quindi è così, non ti vuoi svegliare?- sussurrò. -Ammettilo, hai passato tutta la notte a pensarmi, non è vero?-
Alexis continuava a non dare segni di vita.
-Come vuoi...-
Bucky si sistemò meglio, inginocchiato, sul letto di Alexis e con entrambe le mani la prese per la vita iniziando a farle il solletico attraverso il lenzuolo.
Alexis sgranò gli occhi: mai si sarebbe aspettata di svegliarsi in quel modo.
-Mio dio!- esclamò, mettendosi a sedere sul letto e buttandosi i capelli indietro. -Bucky!-
Lui rise.
-Buongiorn...- le parole gli morirono sulle labbra quando abbassò di poco lo sguardo su Alexis.
Resosi conto che la giovane era in biancheria intima, rimase a fissarla per un secondo, ma nello stesso secondo anche Alexis aveva abbassato lo sguardo sul suo corpo e si coprì con il lenzuolo, imbarazzata, mentre Bucky si voltava di lato, sollevando lo sguardo verso l'alto e mordendosi le labbra.
Alexis avvampò.
-Oh dio, scusami!- disse lei.
Bucky rise.
-Eheh, no, scusa tu!-
Il soldato si strofinò entrambe le mani sulle cosce, schiarendosi la voce più volte. Si sentiva leggermente in colpa, nonostante gli stesse piacendo ciò che aveva intravisto per due secondi, perché non voleva assolutamente mettere a disagio Alexis.
La giovane, tenendo premuto il lenzuolo sul petto, con una mano sfiorò il polso di James, tirandolo lievemente a sé.
-Puoi voltarti, tranquillo, sono coperta.-
Lui si voltò verso di lei, sconcertato dalla bellezza di quella ragazza, che gli sembrava essere la perfezione anche alle 05.00 del mattino.
-Scusami.- le disse di nuovo.
Lei scosse la testa e si sporse verso di lui, lasciandogli un bacio sulla guancia.
-Che ci fai qui alle...- controllò l'orologio sul comodino. -...05.03 del mattino!?- la sua voce assunse un tono più sconvolto.
-Scusami per l'ora, ma avevo bisogno di vederti.- le disse, prendendole una mano, che osservò leggermente intristito. Prese un respiro profondo e continuò: -Sai, devo fermarmi qui qualche giorno in più. Non potrò partire con voi, non oggi.-
Il cuore di Alexis si incrinò leggermente. Avrebbe voluto passare con lui tutti i secondi della sua vita, ora che avevano, finalmente, fatto un passo avanti.
Cercò di non darlo a vedere, ma comunque la voce le tremò un po'.
-D'accordo, ma come mai?- chiese.
Bucky sollevò lo sguardo su Alexis.
-Qui ci sono molte persone che mi hanno aiutato quando sono stato scongelato. Molti mi hanno chiesto di... come dire... ripagare il favore.-
Alexis aggrottò le sopracciglia. -Che genere di favori dovresti ripagare?-
Bucky scosse la testa. -Oh, no, tranquilla, non devo uccidere o vendicare nessuno, sono favori nel vero senso della parola.-
Alexis continuò a guardarlo con aria interrogativa.
-Del tipo... aiutarli a ricostruire o riparare cose, fare traslochi, cose di questo genere.-
-Davvero?- chiese lei. -Il soldato d'inverno che fa traslochi?-
James spostò i capelli all'indietro, imbarazzato -Sì, lo so, fa ridere, ma meglio così che un assassino dell'Hydra, non credi?-
Alexis scorse una vena di tristezza attraversargli gli occhi. Avrebbe tanto voluto parlare con lui del suo passato. Ne sapeva poco, ma soprattutto, visto che gli era stato raccontato da altri, avrebbe tanto voluto saperne qualcosa direttamente da lui.
Gli posò una mano sulla guancia, facendolo voltare di nuovo verso di lei e lo attirò a sé, per dargli un lungo bacio sulle labbra.
Quando si separarono, lui sospirò malinconicamente.
-Vestiti, agente Moore.- si alzò dal letto. -Andiamo in un posto. Ti aspetto di sotto.- le disse, mentre usciva dalla stanza.
 


Alexis aveva fatto esattamente ciò che gli aveva detto Bucky. Dopo pochi istanti in bagno, si era vestita con un semplice vestito a fiori, con le maniche corte e lungo fino ai piedi, che aveva trovato nel suo armadio.
Si era fiondata nel cortile del palazzo di T'Challa in pochissimi secondi.
Dopo essersi scambiati un dolcissimo "Ciao", Bucky le aveva preso la mano e l'aveva guidata verso il sentiero che lei aveva già percorso la mattina precedente.
Avevano camminato, per la quasi totalità del tempo, in silenzio, mano nella mano, scambiandosi un sorriso di tanto in tanto.
Ad un tratto Bucky si fermò e le si parò davanti.
-Da qui in poi devi chiudere gli occhi e fidarti, ciecamente, di me.-
Alexis inclinò la testa di lato. -Perché?-
Bucky tese una mano verso di lei. -E' una sorpresa.-
Alexis prese la mano di Bucky e chiuse gli occhi. -D'accordo.-
I due si facevano prendere da varie risatine, ogni volta che Alexis inciampava su un filo d'erba.
Alexis aveva sentito che il terreno era completamente cambiato. Non si trovavano più sul sentiero che aveva percorso il giorno prima insieme a Steve, non era pulito ed inciampava spesso e diventava sempre più scosceso ed in discesa.
Ormai erano passati cinque minuti buoni quando scivolò e cadde a terra.
-Ahi!- aprì leggermente gli occhi, mentre si massaggiava il fondoschiena, ancora seduta a terra.
-James, credo di avere delle difficoltà ad occhi chiusi.-
Bucky la guardò male -Chiudi gli occhi!- lei lo fece. -Ci penso io a te.-
Il soldato si accucciò e la prese in braccio, come si fa con le principesse.
Alexis si sentì tremendamente in imbarazzo.
Una spia come lei, una Avenger, che si faceva trasportare in braccio perchè inciampava sui suoi stessi piedi. Le venne da ridere.
Prima di appoggiare la testa sulla spalla di Bucky disse: -Così non è giusto, io voglio vederti.-
Bucky la guardò, anche se lei non poté vederlo.
-Mi vedrai tra pochi secondi, siamo praticamente arrivati.-
Ed infatti furono solo pochi secondi quelli che passarono da quel momento a quando Bucky mise giù Alexis.
-Non aprire gli occhi.- le disse.
James si posizionò dietro di lei, mettendole le mani sulle spalle, ed iniziò a sussurrarle all'orecchio.
-Ascolta, agente Moore.-
Alexis era sempre più curiosa ed impaziente di sapere cosa le stesse nascondendo Bucky.
-Ascolta lo scorrere dell'acqua, il cinguettio degli uccelli, il rumore del vento tra gli alberi.-
Il cuore di Alexis perse un battito. Un luogo, a lei familiare, iniziò a prendere forma nella sua mente.
-Togliti le scarpe.- disse Bucky.
Alexis aggrottò le sopracciglia, ma poi lo fece.
-Senti la sensazione dell'erba sotto i piedi, la rugiada che ti bagna la pelle...- le prese una mano e le fece stendere il braccio davanti a sé, lasciandole, prima, un lieve bacio nell'incavo tra il collo e la spalla. -... la sensazione del sole che ti scalda la pelle.-
Alexis non resisteva più. Sapeva benissimo dove fosse, e ora, forse, aveva capito come aveva fatto a conoscere quel posto ancor prima di averlo mai visto.
Si voltò di scatto verso di lui.
-James.- disse lei, emozionata. Aveva ancora gli occhi chiusi. -Io conosco questo posto.-
Bucky sorrise e le prese il volto tra le mani, dandole un bacio che scaldò Alexis fin nel profondo della sua anima.
Finalmente aprì gli occhi, ritrovandosi, di nuovo, immersa in quella radura.
-Ti ho descritto questo posto tutte le notti. E' qui che venivo quando cercavo di controllare l'altro lato di me, sai, il soldato d'inverno. E' il mio posto preferito.-
Alexis lo abbracciò di getto, allacciandogli le braccia intorno ai fianchi e James ricambiò l'abbraccio, poggiando il mento sulla sua testa. Chiuse gli occhi per godersi a pieno quel momento magico.
-Ero certo che, almeno una volta, fossi riuscita a sentirmi.-
Alexis sollevò la testa e lo guardò nuovamente. -Come potevi?-
-Una volta mi hai stretto la mano.- sospirò. -Non l'ho detto a nessuno, non volevo illudere né me, né gli altri e volevo che quel gesto rimanesse tra me e te.-
Alexis gli carezzò una guancia e lo guardò malinconicamente.
-Per quanto tempo dovrai rimanere qui?- chiese lei.
-Un paio di giorni, tre al massimo.-
La ragazza si mise sulle punte dei piedi e lo baciò, poi rimase con la fronte appoggiata contro quella di Bucky.
-Sbrigati a fare ciò che devi e torna da me il prima possibile.-
Bucky sorrise, prima di baciarla di nuovo.
-Agli ordini, agente Moore.-
 




*                                 *                            *




 
Bucky abbracciò Steve dandogli alcune pacche sulle spalle.
-Ci vediamo presto, Buck.- gli aveva detto l'amico.
Lui aveva annuito di risposta, ma il suo pensiero, in quel momento, era rivolto solo ad Alexis.
-Sta tranquillo, te la tengo d'occhio io.- disse Steve, riferito, ovviamente, ad Alexis.
Bucky rise. -Grazie, molto gentile da parte tua.-
Steve si voltò e camminò verso il portellone aperto del jet. Era l'ultimo a salire, quindi sarebbero partiti da lì a pochi secondi.
Bucky cercò lo sguardo di Alexis, che se ne stava in piedi in un angolo, in jeans e maglietta neri, a sistemare le sue cose in  un baule metallico ancorato al suolo del jet. Dopo pochi secondi anche lei cercò il suo sguardo e si trovarono. Lei gli sorrise e lo salutò con un gesto della mano, lui fece lo stesso.
Dopo pochi secondi il portellone si chiuse e Bucky guardò il jet finché non scomparve oltre le nuvole, certo che il volto di Alexis avrebbe occupato ogni singolo istante la sua mente.
 



Dopo circa 6 ore di volo, ed Alexis ringraziò l'esistenza di quel jet per la rapidità del viaggio, gli Avengers erano tornati negli Stati Uniti e, per fortuna, anche da quelle parti sembrava essere tutto in ordine.
Mentre il resto della ciurma tornò  al Facility, Alexis andò alla Stark Tower insieme a Tony.
-Ho voglia di coccolarti un po' e poi Pepper vorrà vederti!- le aveva detto lui.
Alexis aveva accettato volentieri, anche perché lì aveva passato spesso molte notti ed aveva anche una sua stanza.
Quando il jet atterrò sulla pista, Alexis vide in lontananza Pepper correre verso di loro.
-Signorina Potts, non corra!- le aveva urlato Tony, ma lei non lo aveva ascoltato.
Alexis, che camminava dietro di lui, rimase intenerita dalla scena che aveva davanti, con Pepper che abbracciava Tony ad occhi chiusi, mentre lui, dopo qualche secondo, la scostava lievemente per accarezzarle la pancia amorevolmente.
In quel momento le mancò, nuovamente, Bucky.
Quando i due si separarono, Alexis fece qualche passo avanti, facendo capolino oltre Tony per osservare Pepper.
Le andò incontro e la bionda, con uno sguardo pieno di compassione, abbracciò anche lei.
-Oh, tesoro.- le disse. -Sono così contenta di rivederti.-
Alexis le strofinò le mani sulla schiena.
-Anche io, Pepper.-
Poi si separarono e seguirono Tony, che già aveva attraversato la porta d'ingresso. Camminarono a braccetto fino al salotto, poi si sedettero sul divano nero in pelle che si trovava al centro della stanza.
Tony se ne era andato in qualche altra ala della torre ed erano rimaste da sole, come due comunissime amiche.
-Come sta la piccola Morgan?- chiese Alexis.
Pepper istintivamente si toccò la pancia, si iniziava a vedere un leggero rigonfiamento, come se avesse mangiato un po' troppo a pranzo.
-Molto bene, devo dire che ormai ci siamo abituate l'una alla presenza dell'altra e non ho avuto neanche una nausea questa settimana!-
Alexis sorrise.
-Tu come stai?- chiese Pepper. -Hai un'aria un po'... provata. Non ti sei riposata in Wakanda?- le spostò una ciocca di capelli dal viso, facendole una carezza.
Alexis chiuse gli occhi godendosi quell'atteggiamento materno, che, a volte, le mancava.
Si era riposata? Sì, fisicamente. Tuttavia, non aveva avuto il tempo di metabolizzare tutto quello che era successo.
Il rapimento.
Synthia e la diabolicità del suo piano: trasformare lei in una sua scimmietta volante per ordinarle di uccidere i suoi amici, consapevole che questi non avrebbero mai fatto del male ad Alexis. La ragazza, nonostante nei suoi anni da spia ne avesse viste tante, era sempre sorpresa da quanto la cattiveria umana (e non) potesse spingersi oltre.
Lo sparo.
I suoi poteri, la consapevolezza della vita che la abbandonava.
Il risveglio in Wakanda, la presa di coscienza e lo sviluppo dei suoi nuovi poteri.
I baci di Bucky.

Tutte queste cose corsero alla sua mente, tutte contemporaneamente, e i suoi nervi saldi da spia, che ormai erano, come già detto, andati a farsi benedire, non riuscirono a reggerne il peso.
Alexis scosse la testa e delle lacrime le rigarono il volto. Pepper la attirò a sé dolcemente, facendole posare la testa sulla sua spalla, capendo perfettamente che Alexis non aveva avuto modo di sfogare tutta quella tensione accumulata.
La presenza di tutti i suoi colleghi accanto a lei era stata fondamentale, ma ora che era tornata alla vita di sempre, aveva bisogno di sfogarsi e di sentirsi fragile per almeno qualche minuto.
E fu così, perché pianse per una manciata di minuti abbracciata a Pepper, che le accarezzava i capelli.
Dopo poco si tirò su, asciugandosi le lacrime con i polsi e guardò Pepper per dire qualcosa.
-Non preoccuparti, non c'è bisogno di parlare.- le disse la donna stringendole entrambe le mani. -So già tutto e ti capisco.-
Alexis volle sdrammatizzare un po' la situazione. Quel pianto le aveva fatto bene, e sapeva perfettamente che con Pepper non avesse alcun bisogno di dare spiegazioni, ma per questo ultimo punto voleva davvero metterla al corrente.
-Beh, non sai proprio tutto.- disse la ragazza, sollevando le sopracciglia ed assumendo un sorrisetto malizioso.
Pepper strinse le labbra, cercando di trattenere un sorriso.
-Ne sei proprio convinta? Sono pur sempre una donna, ho l'occhio lungo, sai?-
Alexis gettò la testa al'indietro ridendo.
Le raccontò di Bucky, di come l'avesse completamente stregata, di tutto quello che aveva provato, con tanto di urletti emozionati sia da parte sua che di Pepper.
Non ricordava l'ultima volta che le fosse successo di parlare così con una sua amica, forse quando aveva 12 anni, quando era cotta del suo vicino di casa ventenne, di cui non ricordava più neanche il nome.
Tony, dopo circa un'oretta, era rientrato nella stanza e, dirigendosi al bancone degli alcolici per prepararsi un Martini, sentì le risatine delle due donne.
Perfino lui fu intenerito dalla normalità di quella situazione e scosse la testa sorridendo.
Sorrise di meno, invece, quando, non essendosi accorta della sua presenza, Alexis nominò i magnetici occhi azzurri di James. Tony roteò gli occhi.
E si fece improvvisamente serio quando la ragazza fecce apprezzamenti sui pettorali del supersoldato.
Storse il naso e la bocca e decise che era giunto il momento di farsi sentire.
-Signore, qualcosa da bere?-
Alexis si voltò di scatto.
-Oh, da quanto sei lì!?- chiese la giovane, leggermente agitata.
-Abbastanza.-
Pepper trattenne una risata, mentre Tony andava verso di loro con un vassoio con tre bicchieri sopra e sgranò gli occhi.
-Signor Stark, a cosa dobbiamo tutta questa gentilezza?-
Tony mise il vassoio sul tavolino in vetro posto davanti al divano.
-Succo d'arancia per te che sei incinta...- fece, passando un bicchiere a Pepper. -...e succo al mirtillo per la nostra giovane streghetta. E' ancora il tuo preferito, giusto?-
Alexis annuì a Tony, poi scambiò uno sguardo di complicità con Pepper come a dire "sapevamo che prima o poi l'avrebbe detto" in riferimento al fatto che l'avesse chiamata streghetta.
Poi Tony si sedette accanto a loro e riprese a parlare:
-Sì, beh, non vi ci abituate. Tu sei mia moglie incinta che non vedo da una settimana...- disse indicando Pepper. Poi indicò Alexis -...e tu sei la mia figlioccia che per poco non ci rimetteva le penne, perciò...- bevve un sorso del suo Martini.  -Allora? Ora che sono arrivato io non ridacchiate più?-
Alexis mandò giù un lungo sorso del suo succo al mirtillo, anzi lo finì tutto, non sapendo cosa rispondere a Tony. Era evidente che avesse sentito di cosa stavano parlando pochi secondi prima.
-L'ho capito che è successo qualcosa, sai?- le disse lui. -Tutti quegli sguardi malinconici quando stavamo per partire, insomma, è ovvio.-
Alexis strinse gli occhi, soffrendo un po' ripensando a quel momento.
-Tony, ti prego, non infierire.-
Tony, mentre portava alla bocca il suo bicchiere, guardò Pepper come a dire "ops, ho sbagliato" e lei l'aveva guardato male, con gli occhi ridotti a due fessure e annuendo, come a dire "sì, hai sbagliato e ora poni rimedio".
Lui continuò a bere, lanciando degli sguardi da Alexis a Pepper e da Pepper a Alexis.
-Andiamo...- disse, dando due pacche sulla spalla ad Alexis, che si era leggermente rabbuiata. -Dopodomani rivedrai Mr. Ghiacciolo, sta tranquilla.- le sorrise.
Lui non era mai stato bravo a parole, così decise di riprendere in mano una questione che avevano lasciato in sospeso il giorno prima.
Abbassò lo guardo sulle scarpe di Alexis per appurare che non indossasse i tacchi e le sfilò di mano il bicchiere, che posò accanto al suo sul tavolo.
-Attacca, Friday, qualcosa di tosto per la nostra giovane streghetta!-
Nello stesso istante in cui  Tony aveva tirato per un braccio Alexis, facendola alzare, dalle casse della stanza partì "Back in Black" degli ACDC.
-Tony!!- esclamò Alexis colta di sorpresa.
La ragazza rise di gusto, mentre Tony la teneva agganciata a sé con un braccio e le stringeva una mano, tenendola sollevata. Le stava facendo ballare quella canzone in un modo del tutto insensato, facendole fare dei casquet che le facevano sfiorare il pavimento con i capelli, delle rapidissime giravolte, e delle mosse di danza completamente inventate sul momento che Alexis seguiva, ridendo come una matta.
Il tutto fu immortalato da Pepper che, seduta sul divano, si sbellicava dalle risate, con una mano sulla pancia.
Quando la canzone finì, i due rimasero abbracciati, ciondolando mollemente e continuarono a ridere.
-Grazie.- disse Alexis, accoccolandosi meglio sulla spalla di Tony.
Quel momento magico fu interrotto dalla voce metallica di Friday, che quasi li fece sobbalzare.
-Signore, Steve Rogers è qui.-
Tutti e tre aggrottarono le sopracciglia. Nello stesso istante il cellulare di Tony squillò.
-Fallo salire.- disse Tony, mentre tirava fuori il cellulare dalla tasca posteriore dei jeans.
-E' già in ascensore, veramente.- disse Friday.
Le orecchie di Alexis si rizzarono quando Tony rispose al telefono.
-Romanoff?-
Le porte dell'ascensore si aprirono e ne uscì un trafelato Steve Rogers, che non aveva neanche avuto il tempo di cambiarsi. Erano rientrati da poco meno di due ore, Alexis si chiese cosa stesse succedendo.
-Steve!?- Alexis gli andò incontro. Lui la prese per le spalle e le passò una mano sulla guancia, stava per dire qualcosa, ma nel frattempo Tony aveva acceso la tv e lo interruppe.
Un notiziario recitava: "Sembra essere opera di un gruppo terroristico l'attacco avvenuto pochi minuti fa alle porte del Wakanda. Non si sa ancora nulla riguardo l'identità del gruppo, né delle motivazioni, ma sembrano esserci 10 feriti, al momento, perlopiù nelle campagne, ma il conteggio è in aumento. Re T'Challa ha assicurato che lo scudo protettivo ha permesso di evitare che l'attacco avvenisse nel centro della città, tuttavia..."
-Cazzo.- disse Tony riagganciando il telefono.
Alexis sentì le gambe cedere, si sarebbe accasciata al suolo se Steve non l'avesse sorretta, sussurrando il suo nome, preoccupato.
La ragazza portò entrambe le mani alla bocca, sconvolta.
-Bucky...- sussurrò con un filo di voce.
La felicità di poco prima era svanita, lasciando spazio all'angoscia e al terrore di scoprire ciò che stesse veramente succedendo in Wakanda. 




















Angolo Autrice
Ciao a tutti!
La tranquillità è durata fin troppo. 
Cari Avengers, pesavate di cavarvela con così poco?
Fin'ora hanno combattutto contro un nemico che voleva soltanto vendetta nei confronti di alcuni di loro, riuscendo a mantenere il resto del mondo fuori da quella faida. 
Ma ora? Sta arrivando qualcosa di più grande. 
Siamo a metà esatta della storia, miei cari lettori e letterici, e colgo l'occasione per ringraziare di nuovo
Lucy24 e InsurgentMusketeer per le loro belle recensioni, e per ringraziare InsurgentMusketeer [sì, di nuovo, sei la mia cuoricina :')], Tharanne e Jesibel per aver inserito la storia tra le preferite, Aboutmarty94 per averla inserita tra le ricordate, ed infine lettrice folle, magiudona e shadowhuntersforeverx per averla inserita tra le seguite! E' molto importante, per me, vedere che la storia interessa ancora, e ringrazio di nuovo tutti coloro che la seguivano già nel 2019, che ho già ringraziato nei capitoli passati: DianaSparks49, Vampirosolitario91, Nivei, Jess Chan, Lady Tsuki, AsiaLuna, Edward4ever96, mikaaa, b2611, SaraStarkEFP, Frathedreamer, Nevermore72
A presto con il prossimo capitolo!
Rack <3 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Rack12345