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Autore: Allen Glassred    21/04/2021    4 recensioni
Ivy è una giovane ragazza, figlia di due Hunters molto famosi. Dopo il brutale assassinio dei suoi genitori da parte di Vanitas, il così detto re bambino e sovrano di Veritas, la ragazza vive insieme al fratello Garry, ed entrambi hanno un solo scopo: trovare ed uccidere l'assassino dei genitori. Ma cosa succederà quando Ivy si troverà faccia a faccia con il re dei vampiri, ora ventenne è più spietato di prima? Quale tremenda verità emergerà dal loro incontro? E cosa succederà in seguito? Ragione o sentimento, cosa seguirà la bella cacciatrice? Vi ho incuriositi? Allora leggete la mia storia, e scoprirete tutto quanto.
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La diciottesima Luna '
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A Veritas una nuova giornata è trascorsa. Jeanne è rientrata a palazzo dopo essere stata fuori tutta la notte, sua madre e Dante non si sono fatti scorgere mentre, di soppiatto, hanno richiuso la stanza dove riposa il cadavere di Kaname Hikari seppur Rosina sia ancora assai turbata dall’ultima frase di Dante: le ha chiesto chi le desse la conferma che Re Kaname fosse davvero morto, ma che significavano tali parole? Quando ha in fine chiesto spiegazioni al maggiordomo egli ha semplicemente troncato il discorso, dicendole di dimenticare ciò che ha detto. Che la frase era riferita al fatto che il ricordo del precedente sovrano e soprattutto, delle sue malefatte rimarrà sempre vivido nella mente delle sue vittime. Per questo in un certo senso, il Re non è mai morto: il suo ricordo, quello è e rimarrà per sempre vivo nella mente di tutti quanti. d’altra parte Rosina non si è bevuta nemmeno una parola di quella spiegazione spicciola: ha visto chiaramente lo sguardo dell’uomo dalla chioma arancio quando ha pronunciato quella frase, non sa spiegare cosa vi fosse esattamente ma è riuscita a scorgere, tra le altre cose, preoccupazione e timore. Ma alle sue insistenze l’uomo ha reagito voltandosi ed invitandola ad uscire dalla stanza: Re Kaname va lasciato riposare in pace e non va disturbato, così le ha detto. Meglio lasciare i morti indisturbati, ed è quello che Rosina ha fatto. Pur con mille dubbi è uscita da quella stanza seppur turbata. In quel momento, mentre sta per raggiungere il salone la bionda nota qualcuno uscire, dirigendosi verso il giardino. “ Vanitas? “. Chiede più a sé stessa, sorpresa: credeva che il figliastro non amasse andare in quel giardino così pieno di ricordi, il giardino in cui a suo tempo la Regina Luna lo portava sempre a giocare e nel quale rimanevano per ore ed ore, madre e figlio, ad osservare la Luna blu mentre lei gli raccontava la storia del loro clan e del loro immenso potere. Dopo la morte della madre, raramente il Re bambino si è recato in quel posto ed ha sempre preferito altre aree dei giardini reali, la cosa non può che sorprendere la matrigna ed incuriosirla allo stesso tempo. Decide quindi di seguirlo: da quando Luna è morta lei è pur sempre stata come una madre per lui, anche se i loro rapporti non sono sempre stati idilliaci e non è riuscito a legare con sua figlia Jeanne, spera che almeno in quest’occasione le cose potranno essere diverse. Perché abbia scelto proprio questo momento per avvicinarsi al figliastro, in verità è molto semplice. Ha notato l’influenza che Ivy ha su di lui, un’influenza benefica che è riuscita, talvolta, a calmarlo e farlo ragionare, ad essere meno cinico e crudele. A fargli provare sentimenti differenti dall’odio e dalla vendetta, questo è riuscita a capirlo anche lei. Silenziosamente la donna si avvia verso la stessa direzione presa da Vanitas, trovandolo di lì a poco: sta osservando la luna, ora pallida. Sospira pesantemente e pare essere pensieroso. Cautamente la bionda gli si avvicina, segnalando la sua presenza per evitare di essere scambiata per un nemico. “ Vanitas? Stai bene? “. Chiede semplicemente. A quella domanda e capendo chi sia stato a formularla, il re bambino da prima sussulta per poi annuire semplicemente, sedendosi su una panchina lì vicina.

“ Sto bene, Donna Rosina. Sto bene “. Sussurra, ma è evidente che non sia così: pare avere mille e più pensieri a turbarlo, pensieri che come corridori impazziti corrono nella sua mente senza mai raggiungere una meta. “ Sto bene “. Conclude lui, posandosi semplicemente una mano sul viso e chiudendo gli occhi qualche istante. Tuttavia la sua matrigna lo osserva un po' accigliata per poi prendere parola di lì a poco.

“ So che non sono tua madre e non oserei mai sostituirmi a lei. Però con me puoi parlare, se vuoi sfogarti “. Sussurra, quasi timorosa: sa bene che quando si parla di Luna, Vanitas diventa molto suscettibile e che solo una parola mal pronunciata potrebbe farlo andare su tutte le furie. Tuttavia così non è: il re bambino osserva con la coda dell’occhio la donna, la mano sempre posata sul proprio viso ma gli occhi ora aperti.

“ Voi non siete mai andata d’accordo con me, Rosina. Ed io ho sempre disprezzato voi ed in particolare vostra figlia: perché adesso siete qui a chiedermi come sto? A che scopo? “. Chiede. Rosina riflette: certamente non gli può dare torto. Tuttavia la risposta della donna lascia un po' spiazzato persino il giovane re.

“ Perchè mi sono resa conto di essermi comportata male. Mi sono resa conto che forse, in parte è anche colpa mia se ti comporti così: avrei dovuto essere presente come madre, invece di pensare solamente al mio potere ed al mio prestigio. Se solo fossi stata più attenta… “. Si interrompe bruscamente, non intendendo proseguire: ma in cuor suo pensa, se solo fosse stata più attenta forse persino Luna sarebbe ancora viva. Vanitas rimane in silenzio qualche momento, poi porta la mano che precedentemente era sul suo viso proprio al petto, all’altezza del cuore.

“ Ah, al diavolo… “. Mormora, riflettendo: può parlare con Rosina, sente che è sincera quando dice di volerlo aiutare e lui, pensa, ne ha davvero un gran bisogno. Non può parlare a Dante di queste cose, che sicuramente sono più di competenza femminile. “ E’ vero: non mi sento bene “. Confessa mentre la matrigna lo guarda qualche momento per poi prendere parola di lì a poco.

“ Cosa succede? È per tua sorella? “. Chiede. A quella domanda lui annuisce per poi parlare di lì a poco tempo, confuso.

“ Non lo so, credo di sì: credo he Ivy mi abbia maledetto “. Sentenzia, facendo sussultare la donna: la principessa ha fatto cosa? “ Sai, sento il cuore impazzire ogni volta che sono con lei, anzi: ogni volta che solo penso al suo viso, i battiti sembrano impazzire. Il mio corpo è sempre bollente, non riesco a controllare le mie emozioni. E quando per la prima volta, nella notte di luna blu l’ho vista sorridermi, ho visto scomparire l’odio che provava per me… la situazione è peggiorata. Quando ha bevuto il mio sangue non è stato come tutte le altre volte: quella frenesia che mi ha pervaso, l’autocontrollo è andato letteralmente a puttane. l’ho morsa senza rendermi nemmeno conto, lei ha fatto lo stesso e invece di indebolirmi, ne volevo sempre di più, sempre di più. Non riesco a capire cosa mi succede, che diavolo di maledizione mi abbia lanciato mia sorella per ridurmi così…? “. Conclude, mentre la madre di Jeanne lo ascolta decisamente sconcertata: non avrebbe mai osato pensare che un giorno, proprio lei avrebbe raccolto una tale confessione. Non avrebbe mai osato pensare che un giorno, sarebbe stata lei a dover spiegare a Vanitas certe cose.

“ Quando dici che il suo odio è scomparso, cosa intendi esattamente? Non credo che abbia potuto scordare l’assassinio dei signori Perry, coloro che per lei erano i suoi soli genitori “. Azzarda la bionda. Stranamente lui non si arrabbia, piuttosto affonda nuovamente il viso tra le mani per poi proseguire il suo racconto.

“ Non so cosa sia successo, ma so che da quella notte qualcosa è diverso in lei: non ci siamo allontanati un istante, quasi come avesse finalmente accettato il suo ruolo e di essere mia moglie. Di essere mia. In tutti i sensi “. Borbotta solamente, diventando rosso come un pomodoro maturo e continuando a nascondere il viso tra le mani.

“ Aspetta, aspetta: vuoi forse dire che tu e lei…? “. Chiede, ma a quella frase lui scuote il capo.

“ Non lo so: eravamo entrambi sotto gli effetti della Luna Blu, stavolta più del solito. Ho solo ricordi vaghi, non so cosa sia successo ma una cosa è certa: lei mi ha maledetto “. Borbotta ancora una volta. A quelle parole Rosina porta dolcemente le mani guantate su quelle del figliastro, scoprendogli così il viso e facendogliele abbassare.

“ Vanitas, questa non è una maledizione: tu sei semplicemente innamorato. E no: non è un’infatuazione o un capriccio di un bimbo infantile. Quello che tu mi hai descritto, anche io lo provai con tuo padre prima che si trasformasse nel mostro che era. Ed ha un solo nome: amore “. Sentenzia, proseguendo di lì a poco. “ La sensazione che provi ogni volta che la vedi, il dolore che avverti al petto se lei non c’è, questo è mal d’amore “. Conclude poi, mentre lui la guarda shoccato: amore? Credeva di sapere già cosa fosse l’amore, si era dunque sbagliato? Fino a quel momento non ha compreso a pieno cosa fosse il sentimento più alto e nobile tanto decantato dagli umani e da alcuni vampiri, ora invece tutto gli pare sin troppo chiaro, doveva solo sentirselo dire da qualcuno che, come Rosina in quel caso, c’è già passato: lui è innamorato di Ivy. La ama davvero anche se, ora come ora, la prima reazione del Re bambino è quella di scuotere il capo.

“ Impossibile! Io non… non posso… “. Ma la matrigna gli prende nuovamente le mani tra le proprie, annuendo e puntando lo sguardo in quello di lui.

“ Parla con tua sorella. Fallo, dille ciò che senti esattamente come lo hai detto a me. Solo così riuscirai a spezzare definitivamente le catene dell’odio che ancora la trattengono dall’innamorarsi di te, perché credimi: anche lei potrebbe provare le stesse cose “. Fa enigmatica, lui scuote ancora una volta il capo.

“ Il fatto Rosina, è che io non sono affatto pentito di aver ucciso quei cani del Perry. Loro ed i Delacour, insieme a mio padre sono i responsabili della morte di mia madre. Hanno rapito mia sorella, mio fratello è in mano ai ribelli se non già morto. Quindi, perché dovrei parlare con Ivy? Per dirle che la amo, ma che non mi pento di ciò che ho fatto a quella gente? Sai come finirebbe? “. Chiede, guardando poi la luna, pallida sovrana del cielo notturno. “ Finirebbe nuovamente per odiarmi “. Mormora, mentre Rosina non può fare a meno di stringere le sue mani con le proprie.

 

Nello stesso istante anche Ivy è impegnata a riflettere: non ricorda cosa sia accaduto in quella notte di luna blu e la cosa la turba. Una cosa è però sicura: qualcosa in lei è cambiato, non sa nemmeno lei spiegare esattamente cosa sia ma sente che in lei qualcosa è mutato. “ Dannazione, se solo riuscissi a ricordare cos’è successo! “. Fa innervosita la Principessa, dando un pugno al materasso su cui è seduta. Infatti si è appena ritirata nelle proprie stanze per poter riflettere al meglio, ottenendo solamente di avere più confusione in testa. “ Dovrei odiarlo! Dovrei… dovrei… “. Dovrebbe, ma non riesce: non riesce ad odiare Vanitas, non più, non fino in fondo. Ha visto dei lati di lui dei quali mai si è resa conto, ha visto oltre la sua malvagità, seppur per qualche istante. Ha capito che può essere salvato, ma fa troppo male: il ricordo di ciò che fece ai suoi, in lei rimane ancora troppo forte e non riesce a scordarlo. È combattuta, profondamente: i suoi sentimenti fanno a pugni. c’è odio, ma anche… anche cosa? Cos’è si chiede, quella cosa che sta provando? Perché il suo cuore ha accelerato i battiti? Perché ricorda quanto si è sentita protetta ed al sicuro quando, in quella notte di luna blu, è rimasta tra le braccia di colui che di fatto è suo fratello? Perché quando ha bevuto il suo sangue una, due, tre… non sa quante volte e quanto lui abbia bevuto da lei, ma invece di indebolirsi si è sentita fortificata? Perché ricorda di aver sentito un forte ed irrefrenabile desiderio, di avere solo il suo sangue? Che solo quello avrebbe potuto placare la sua sete e quelle sensazioni che sembravano volerla solamente confondere? Non che ora sia diverso: anche ora è più confusa che mai, si porta le mani al capo e chiude gli occhi qualche istante. “ Stupido! Stupido vampiro che non sei altro, cosa mi ha fatto? “. Mormora, ben sapendo che comunque non riceverà risposta. Una risposta che, se anche le venisse data, potrebbe forse non piacerle. Non fa in tempo a pensare altro: improvvisamente un forte profumo quasi la stordisce: non riconosce a chi appartenga ma la attrae irrimediabilmente, fino a farla alzare dal letto. Non sa cosa sia ma è sempre più attratta da quell’intenso aroma, che lei pensa di aver già sentito prima anche se in quel momento non ne ricorda le circostanze esatte. “ Ma cosa… chi…? “. Mormora la figlia minore di Kaname e Luna, uscendo dalla stanza: nessuno è nei paraggi ma, se deve essere sincera, la cosa non fa molta differenza: nessuno le impedirebbe di uscire e seguire quel profumo così intenso, la sensazione che prova è troppo forte, deve capirne la provenienza. Senza pensarci su troppo esce da palazzo, non incontrando nessuno forse a causa dell’ora un po' tarda e, seguendo quella scia di profumo, la corvina giunge fino ad un’area del giardino che non ricorda di aver mai visto. O forse pensa, forse si ma non se lo ricorda. In ogni caso non è il momento di pensarci, si dice: deve scoprire l’origine di quell’aroma. Deve capire di chi sia e da dove provenga a tutti i costi, è più forte di lei. Si avvia verso un gazebo, al centro di un labirinto di siepi. un’emicrania improvvisa la coglie, una visione si fa largo nella sua mente: una donna. Una splendida donna dalla lunga chioma bionda, gioca con una piccola dalla chioma corvina che, incerta, si avvicina a lei che le sorride con dolcezza. Ivy chiude gli occhi qualche momento, come a volersi ben imprimere nella mente il volto di quella donna. Non si accorge che una figura incappucciata la sta osservando da un po' di tempo. Notando le lacrime che scendono dagli occhi della Principessa, lacrime delle quali non si è probabilmente accorta nemmeno lei, le si avvicina per poi porgerle un fazzoletto senza ancora proferire parola. Ivy sussulta sentendo qualcuno vicino a lei. “ Ma voi chi… chi siete? “. Chiede, portandosi una mano agli occhi: stava piangendo? Perché? Pechè quel ricordo l’ha portata alle lacrime, si chiede? Chi era quella misteriosa donna? Alla sua frase lui le si avvicina lentamente: posa una mano sul suo viso per poi scostarle alcune ciocche di capelli dietro l’orecchio, le dita asciugano le lacrime residue della ragazza.

“ Oh, è triste che ti sia già dimenticata di me, Principessa “. Sussurra semplicemente, accarezzandole il punto in cui, tempo addietro, le baciò il collo in giardino e sotto i raggi della Luna Blu. Perché è così, è sempre lo stesso uomo di quel giorno o meglio, di quella notte. l’uomo che turbò profondamente Ivy, malgrado non ne conosca di fatto l’identità. A quel solo tocco la donna non può fare a meno di rabbrividire, certamente non per il freddo.

“ Ma voi chi siete? Perché… “. Il profumo giunge ancora una volta alle narici della Principessa: lo stesso che l’ha attratta in quel gazebo, pensa. Dunque è stato quell’uomo ad attrarla? Se si, perché? Chi è in realtà? Tutte queste domande confondono ulteriormente la Principessa di Veritas, che tuttavia non si allontana mentre l’altro la fissa intensamente, portando il suo sguardo in quello di lei.

“ Ti ho cercata a lungo, per tanto tempo. Da quando quella drammatica notte, io e te scappammo da palazzo insieme alla mamma. Certo, non ti puoi ricordare tutto ciò: io ero solo un neonato e tu poco più di una bimba “. Ivy continua ad osservarlo confusa, mentre lui prende una mano della ragazza nella propria e senza mai distogliere lo sguardo da quello smarrito di lei. Senza ancora togliere il cappuccio l’uomo misterioso posa lievemente le labbra sul dorso della mano della corvina, facendole così un baciamano. “ E’ un vero piacere rivederti “. Sentenzia poi, lei non può fare a meno di arrossire lievemente mentre la curiosità non fa altro che aumentare.

“ Ma voi chi siete…? Perché tutto questo? E perché non mostrate il volto? “. Chiede. Lui rimane in silenzio qualche momento per poi decidersi a rispondere alla domanda che la donna gli ha posto numerose volte.

“ Il mio nome è Vincent Hikari “. Sentenzia e, a quella frase lei non può fare a meno di sussultare: Vincent? Suo fratello? Colui che tutti credono morto? Scuote energicamente il capo: no, pensa. No, deve essere una burla di pessimo gusto.

“ Impossibile “. Fa, lasciando per un istante l’altro decisamente sorpreso. “ Insomma: il principe Vincent scomparve anni ed anni fa. Lo presero i ribelli, dicono che sia morto. Ed ora voi mi dite che… che… “. Si blocca: è come se lo sguardo di lui le impedisse persino di parlare.

“ Ti assicuro che invece è così: sono io. Sono Vincent Hikari, tuo fratello minore “. Sentenzia nuovamente il giovane dal volto ancora celato. A quella frase Ivy scuote nuovamente il capo, shoccata e confusa. Eppure un’altra sensazione si fa strada in lei: non sa descriverla, non sa darle un nome ma si risveglia ogni volta che quell’uomo si presenta, ogni volta che la tocca, ogni volta che anzi solo la sfiora. Ivy respira profondamente, facendo un passo indietro come a voler porre la giusta distanza.

“ Se sei davvero Vincent, perché non vivi a palazzo? Perché continui a celare il volto ed a presentarti a me… insomma, in quel modo? Con quei modi, per la precisione “. Arrossisce lievemente, riferendosi chiaramente ai fatti della notte di luna blu, al bacio, ed ora a questo incontro che, sicuramente, tanto casuale non è. “ Perchè mi hai attratta qui, anche ora…? “. Chiede poi la fanciulla, abbassando lievemente lo sguardo. Lui le si avvicina di un passo mentre un lieve sorriso si dipinge sul suo volto ancora celato. Eppure pensa Ivy, non riesce a fidarsi di lui: malgrado quel sorriso apparentemente rassicurante sente di non doversi fidare a pieno.

“ Per rispondere alla tua prima domanda dovrei portarti con me, ma non è questo il momento giusto “. Le risponde il più giovane, che arriva nuovamente di fronte alla sorella senza tuttavia sfiorarla. “ Per la seconda invece, il motivo è lo stesso di mio fratello maggiore, il Re “. A quella frase lei non può fare a meno di sgranare gli occhi sconvolta, scuotendo lievemente il capo.

“ Che? “. Chiede semplicemente, per un momento il respiro sembra quasi mozzarsi. “ S… smettila di burlarti di me così, non è divertente. Non so nemmeno se tu sia davvero Vincent, non so… “. Ma si ferma: il sangue non mente. Ora che ci fa caso, l’odore del sangue di Vincent e quello di Vanitas sono molto simili, quasi identici. Non c’è dubbio: chi si trova di fronte è un Hikari puro. “ Ok… ok, mettiamo il caso che tu sia realmente Vincent… “. Fa ad un certo punto la ragazza, respirando profondamente mentre il suo cuore pare letteralmente impazzire, tanti sono i battiti. “ Perchè intestardirti così con me? Voglio dire, non… “. La sua frase viene interrotta sul nascere: lui le si avvicina sempre più, il viso a pochi centimetri dal suo per poi sussurrarle qualcosa all’orecchio.

“ Oh no, Ivy: tu non sei una delle tante. Tu sei molto, molto più di questo “. La corvina avvampa violentemente mentre lui le cinge la schiena con un braccio, stringendola forte a sé mentre anche l’altro braccio va a cingerle le spalle con una certa forza. “ Tu sei il mio futuro “. Conclude la frase il minore e, senza darle tempo di reagire ed esattamente come la volta precedente, le sue labbra si posano su quelle di lei lasciandola decisamente sconvolta: di nuovo. Di nuovo quello sconosciuto, che si è rivelato ora essere suo fratello Vincent, la sta baciando. E di nuovo lei non riesce ad opporre resistenza, di nuovo una sensazione a lei sconosciuta la pervade e, per qualche istante, addirittura la porta a ricambiare. E proprio come la volta precedente e senza sapere nemmeno lei come, solo quando recupera un po' di ragione la fanciulla si stacca improvvisamente, interrompendo il contatto e spingendo l’altro lontano da sé.

“ Perchè fai tutto questo? Prima nel giardino, poi… poi questo “. Sussurra sconvolta, portandosi una mano alla bocca ancora sconcertata. Lui la guarda ancora piuttosto sorpreso: si aspettava un epilogo diverso, ma forse dovrà aspettare la prossima luna blu per far cadere la principessa ai suoi piedi? Anche se il motivo per il quale lo fa rimane ancora ignoto, almeno al momento.

“ Te l’ho detto: perché tu sei il mio futuro, il solo possibile “. Continua semplicemente lui, la donna lo guarda ancora sconcertata e con le dita che ancora sfiorano le labbra: sente ancora il sapore di lui su di esse, la confonde, la spaventa ma allo stesso tempo non la spaventa affatto e anzi, quasi ne desidererebbe ancora. “ Quindi mia cara, dolce Ivy, potrai mentire a te stessa finché vuoi ma non potrai mentire a me: ho percepito cosa ti ha fatto sentire il mio bacio, anche ora… “. Le si avvicina di nuovo, lei indietreggia di qualche passo ma, ancora una volta, lui le arriva a pochi centimetri di distanza. “ Noi due ci rivedremo molto, molto presto. Fino ad allora, aspettami “. le sussurra sulle labbra, prima di voltarsi ed andarsene via così com’è giunto, lasciando un’Ivy sconcertata e con mille e più domande nella sua mente. Non sa cosa prova, né per Vanitas né per quell’uomo che si è rivelato essere suo fratello minore. E soprattutto pensa, cosa deve fare? La cosa più logica sarebbe parlarne con qualcuno, ma sarà davvero la scelta più saggia, si chiede? Non riesce a capirlo e cade seduta su una sedia lì vicina, confusa e un po' spaventata.

 

Garry torna invece a Villa Veghner, deciso: deve porre fine al suo fidanzamento con Mina, non può più ingannarla. Ama Jeanne, è lei la donna che vuole e che ha sempre voluto e questo non è mai cambiato, malgrado gli anni trascorsi ed il loro odio l’uno verso l’altra, odio che tuttavia nasconde un grande amore che finalmente, in quella notte di luna blu si è rivelato. Sulla soglia tuttavia, il giovane dalla chioma argentea trova ad attenderlo Pierre Veghner. Il rosso lo guarda con sguardo indecifrabile, il più giovane pare sorpreso. “ Lord Pierre? Voi… cosa ci fate qui fuori? Dimenticate che potreste essere in pericolo? Gli Hikari… “. Ma l’altro alza una mano come a farlo tacere, guardandolo quasi con severità. In seguito prende parola.

“ No: non dire altro. Non dire altro, ti prego: so tutto “. Sentenzia, sconvolgendo letteralmente l’altro. “ Quando sei uscito ti ho seguito. Ho avvertito la presenza di un vampiro con te e non ho potuto non capire che si trattasse di Jeanne Hikari, la sorellastra di Vanitas. E tuo antico amore “. Precisa, il cacciatore non può fare a meno di guardarlo con sorpresa.

“ Cosa…? Lord Pierre, io… io… è di questo che volevo parlarvi: si, è vero. Ho visto Jeanne ed ho scoperto che, malgrado ciò che dicevo, malgrado l’odio che dicevo di provare, io ho sempre amato profondamente quella donna. Mi dispiace darvi una delusione, ma non credo di essere l’uomo adatto per vostra figlia “. Parla apertamente il giovane, inutile nascondersi: lo avrebbe capito comunque. Pierre da prima rimane in silenzio, in seguito tuttavia si gira per rientrare in casa, facendo cenno al ragazzo di seguirlo. Garry obbedisce senza fiatare e, una volta giunti in salone Pierre chiude la porta e fissa il giovane Perry qualche istante, tra il severo e… come? Come lo sta guardando realmente Pierre, si chiede Garry? Non c’è rabbia nel suo sguardo malgrado ciò che gli ha detto, come mai? La risposta non tarda ad arrivare.

“ Garry, ti sbagli: tu sei l’unico idoneo. Sposerai mia figlia Mina, che diventerà la signora Perry… “. Il ragazzo scuote il capo con enfasi.

“ No! Assolutamente no! Non posso sposare Mina, ve l’ho detto: amo Jeanne “. Sentenzia. A quelle parole tuttavia, il rosso scuote il capo.

“ Ho detto che sposerai Mina. Non che non potrai vivere il tuo amore con Jeanne “. Le sue enigmatiche parole turbano e non poco l’argento: cosa significa? Gli sta suggerendo di rendere Jeanne la sua amante?

“ Pierre, aspettate: cosa state dicendo? Mi dite di sposare vostra figlia, ma che potrò amare Jeanne: non vi seguo “. Fa decisamente confuso. A quelle parole e notando la sua comprensibile confusione, il capostipite del casato Veghner prende finalmente parola.

“ Io, mia moglie e mia figlia ne abbiamo discusso: tu sposerai Mina, abbiamo bisogno di queste nozze: sono indispensabili date le condizioni attuali di mia figlia. Ma sappiamo che non l’ami, lo abbiamo sempre saputo ed anche Mina se n’è resa conto: se accetterai questo compromesso, ti garantisco che non ci saranno problemi. Nessuno ostacolerà il tuo amore con Jeanne, ti chiediamo solo di mantenere salve le apparenze. Per il bene di tutti “. Il fratello di Ivy scuote il capo, confuso: non capisce. Cosa può aver spinto Pierre, Joe e Mina stessa ad accettare un a cosa simile?

“ Quali condizioni? “. Chiede semplicemente il ragazzo, non dando una risposta a quell’inatteso patto: credeva che Pierre lo avrebbe colpito con uno schiaffo, gridandogli che è il disonore dei cacciatori e che avrebbe fatto di tutto per fargliela pagare. Invece eccolo lì, a proporgli di sposare Mina solo per facciata ma di mantenere la relazione con Jeanne. A garantirgli piena immunità per la sua compagna, quand’anche gli Hunters dovessero attaccare gli Hikari a lei sarebbe garantita la piena e totale immunità. “ Perchè state facendo tutto ciò, Lord Pierre? “. Chiede poi l’argento. A quella frase l’uomo non può fare a meno di guardarlo con sguardo serio: deve farlo. Deve confessargli la verità su ciò che è accaduto a Mina, spiegargli che lui è il solo a poter far accettare agli altri Hunters la nuova condizione di sua figlia, che se sarà sua moglie diverrà intoccabile e che nessuno oserà levare il braccio su di lei se porterà il cognome Perry. Il rosso sospira pesantemente, per poi fargli cenno di sedersi.

“ Siediti: ho bisogno di parlare seriamente con te, Garry “. Fa, andando a sua volta a sedersi mentre il più giovane segue il suo esempio anche se non può fare a meno di preoccuparsi: non sa cosa stia succedendo, ma ha la sensazione che non sia nulla di gradevole.



Salve miei fans, come state? Ed eco il nuovo capitolo: finalmente l'identità dell'uomo misterioso viene rivelata. Si tratta niente poco di meno che di Vincent Hikari, fratello minore di Ivy e Vanitas: cos'avrà in mente? Perchè avrà nuovamente baciato Ivy, dicendole che lei è il suo futuro? Intanto Vanitas si sfoga con Rosina, confessando di credere di essere stato maledetto. Ma la matrigna gli fa comprendere che, in realtà, ciò che prova è amore, vero amore. Anche Ivy sembrerebbe essere piuttosto confusa: prova attrazione forse, per colui che si è rivelato essere Vincent e qualcosa di ancora sconosciuto per Vanitas. Vanitas che, come lei, non ricorda esattamente cos'è accaduto la notte di luna blu. Cosa sarà mai successo tra i due? In ultimo, vediamo Pierre Veghner fare una shoccante proposta a Garry: accetta la sua relazione con Jeanne, anche Joe e la stessa Mina sono dello stesso avviso, ma lui dovrà in cambio sposare la ragazza. Gli rivelerà anche il perchè? Per saperlo, non vi resta che aspettare il capitolo diciassette! Alla prossima, baci!
   
 
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