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Autore: Rack12345    21/04/2021    2 recensioni
[Completa]
Questa storia è ambientata dopo Captain America: Civil War. Dopo la partenza di Bucky per il Wakanda e dopo svariati mesi, gli Avengers si sono riuniti, perchè era inevitabile che rimanessero separati: per salvare il mondo, devono farlo insieme.
Nel loro gruppo è entrata una nuova spia: Alexis Moore. Lei è la nostra protagonista.
La squadra sembra essere in un periodo pacifico, ma dovranno aspettarsi diverse rogne. Combatteranno contro diversi Villain che li proietteranno nel passato, legati alla Germania nazista della seconda guerra mondiale. Alexis verrà sottoposta a varie sfide, sia fisiche che emotive e vedremo quanto sia stratificata la sua personalità e quanto potenziale c'è in lei: non è una spia qualunque come potrebbe sembrare al primo impatto.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Loki, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'New Avengers: Together Saga'
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New Avengers: Together
Capitolo XIV: "A.T." sta per "Arischer  Traum"
 



-Lexie.- sussurrò di nuovo Steve preoccupato.
La sorreggeva da dietro, con le braccia allacciate intorno alla vita, lo sguardo estremamente corrucciato e preoccupato sul suo volto.
Alexis, con gli occhi sgranati e le mani a coprire la sua bocca aperta per lo stupore, sentì il suo cuore fermarsi.
-Non si sa nient'altro? Come è possibile?- chiese con un filo di voce.
-L'attacco è avvenuto mezz'ora fa, ovvio che non si sappia niente. I giornali, poi, ne sanno ancora meno di noi, o di qualunque altra organizzazione di spionaggio.- disse Tony in modo secco. In realtà era profondamente turbato ed infastidito. -Non si può stare tranquilli un attimo.- aggiunse.
Pepper si era avvicinata allo schermo del televisore, le sopracciglia sollevate in quel suo solito sguardo compassionevole. Si voltò verso Alexis cercando di rassicurarla con lo sguardo, senza riuscirci.  
La ragazza sbuffò pesantemente, lasciando che il peso della sua schiena venisse sorretto da Steve.
Non aveva idea di dove fosse Bucky, erano passate circa otto ore da quando si erano salutati.
Lì a New York, considerando il fuso orario, erano le 10.00 del mattino, mentre in Wakanda erano le 16.00 del pomeriggio, quindi pieno giorno e Bucky poteva tranquillamente trovarsi fuori dalla zona protetta dagli scudi ad alta tecnologia, impegnato in quelle attività di volontariato di cui le aveva parlato.
Oppure no, forse ancora non si era organizzato, magari sarebbe stato impegnato il giorno dopo.
Semplicemente non ne aveva idea: il panico la assalì.
Iniziò a frugarsi nelle tasche senza trovare ciò che cercava, scostò Steve con foga.
-Dov'è...- si guardò le dita, controllò per terra, poi si mise le mani nei capelli, disperata. -Dov'è quel dannato ding ding!?-
-Come scusa?- chiese Tony aggrottando la fronte.
-Alexis, calmati.- disse Steve, cercando di sfiorarla, ma lei lo scostò di nuovo.
-Devo aprire un dannato portale per il Wakanda, subito.-
Alexis prese il cellulare dalla tasca dei jeans, decisa a chiamare Strange. Il suo cervello stava iniziando a mettere insieme i pezzi e si era, fortunatamente, resa conto che per pochi secondi aveva cercato qualcosa che non aveva.
-Dottore, dovevi darmene uno istantaneamente!- sbuffò di nuovo, mentre cercava il numero di Stephen in rubirca.
-Parli di questo?- disse Steve dietro di lei.
Alexis si voltò a guardarlo, i capelli le andavano su tutto il volto a causa dei quei gesti caotici e sconclusionati che stava compiendo senza neanche accorgersene.
-Oh Dio, grazie al cielo.- disse, strappando lo sling ring dalle mani di Steve. -Dove l'hai preso?-
-Al Facility, Strange lo ha lasciato alla reception appena ha fatto ritorno dal Wakanda. Stavo venendo qui per dartelo, quando Nat mi ha inviato la notizia.-
-D'accordo. A noi due ding ding.-
La giovane spia si mise in posizione per aprire un portale. Strinse gli occhi e i suoi muscoli si fecero tutti testi, ma l'adrenalina che le scorreva nelle vene in quel momento, ne era certa, era la stessa che l'aveva spinta a creare quello scudo che aveva salvato James. Quindi, stavolta, era convinta che ci sarebbe riuscita al primo colpo.
Dopo pochi secondi in cui delle piccole scintille le avevano fatto credere, per un momento, che non ce l'avrebbe fatta, iniziò ad intravedersi la forma di un cerchio. Strinse i denti, sforzandosi ancora di più: il cerchio si aprì completamente e attraverso di esso si vedeva la sala del trono di Birnin Zana. Alcune facce guardarono al di qua del portale, non capendo cosa stesse succedendo. Alexis se ne fregò completamente e vi si lanciò dentro.
-Alexis!- urlò Steve.
Prese un respiro e si lanciò anche lui dentro il portale.
Tony allargò le braccia per farle poi ricadere lungo i fianchi, facendo rumore sui pantaloni.
Si voltò verso Pepper rapidamente, con le mani giunte.
-Ti giuro che torno entro l'ora di cena.-
Si lanciò anche lui attraverso il portale. Questo si chiuse facendo cadere alcune scintille sul pavimento lucido della stanza.
Pepper si lasciò cadere, seduta, sul divano. Si sfiorò la pancia.
-Vedrai che tuo padre e tua zi... voglio dire sorel... insomma, Tony e Alexis, torneranno presto.-
 


*                           *                         *


 
Re T'Challa, quando aveva visto quel portale aprirsi nella sala del trono, aveva subito intuito che gli Avengers stessero arrivando in suo soccorso.  Oltrepassò i suoi consiglieri e diplomatici e si diresse verso di loro, sperando che magari potessero avere qualche notizia in più, ma le sue speranze erano del tutto vane.
Alexis lo ignorò completamente, iniziò a voltarsi in tutte le direzioni alla ricerca di Bucky, ma la sua anima perse un soffio quando non lo vide.
Intanto sentiva in sottofondo e leggermente ovattate, le informazioni che T'Challa aveva da dare a Cap e Tony.
Quello che aveva capito era che erano stati inviati dei missili che avrebbero dovuto far saltare in aria la capitale, puntando al cuore di essa: il palazzo reale. I sistemi protettivi, però, avevano intercettato l'arrivo del missile, e lo scudo intorno al centro si era attivato automaticamente. I missili si erano infranti contro di esso ed erano esplosi nel cielo, ma i detriti avevano colpito i villaggi più lontani dal centro, causando vari feriti e morti. A quel secondo appellativo Alexis rabbrividì, chiudendo gli occhi. Steve si voltò a guardarla di sfuggita, mantenendo il suo sguardo serio e tipico da Capitano con i nervi perfettamente saldi.
-Notizie del sergente Barnes?- chiese.
Alexis si voltò di scatto a guardarlo. Sentir chiamare Bucky in quel modo la fece intenerire: non era più legato alla figura negativa del Soldato d'Inverno, ma a quella di un uomo d'onore. Si sentì profondamente orgogliosa del fatto che Steve si fosse riferito a lui in quel modo.
Il re scosse lievemente ed allargò le braccia, stava per dire qualcosa, ma alle sue spalle comparve sua sorella Shuri.
-Venite con me.- disse la ragazza.
Li oltrepassò senza fermarsi. Tony rimase con T'Challa, mentre Steve e Alexis la seguirono nel cortile del palazzo.
Lì arrivò una macchina, senza pilota, che Shuri aveva chiamato tramite il telecomando annesso.
Alexis non si stupì di questo, anche la auto di Tony lo facevano.
Si stupì lievemente di più quando Shuri premette un pulsante sul cruscotto dell'auto e questa si sollevò in aria.
Il suo stupore però era molto contenuto. Era estremamente preoccupata per Bucky.
Steve, seduto accanto a lei sul sedile posteriore, le mise una mano sul ginocchio e lo strinse, ma lei neanche se ne accorse, agitata com'era.
Shuri sfrecciava a tutta velocità tra le vie della città, che si facevano sempre meno rade di edifici e più brulle: si stavano spostando vero la campagna.
-Il sergente Barnes si trova in un villaggio subito prima della Foresta del Tormento.- disse la principessa più intelligente del mondo.
Alexis sollevò le sopracciglia. "Nome rassicurante." pensò.
-Non vorrei buttarvi giù, ma penso sia meglio che arriviate preparati. I detriti dei missili sono arrivati anche lì.-
Alexis chiuse gli occhi e sospirò profondamente, Steve fece la stessa cosa, mentre il cuore gli si stringeva in una morsa di preoccupazione. Lui cercò di non darlo a vedere, mentre la ragazza continuava a fare profondi sospiri, cercando di calmarsi, senza riuscirci.
L'auto si fermò, o meglio, atterrò bruscamente facendo sobbalzare i due Avengers. Si fiondarono entrambi all'esterno col cuore in gola, seguendo Shuri che camminava un metro davanti a loro a passo svelto.
Alexis si guardava intorno e scorgeva solo devastazione. Ogni edificio di quel piccolo villaggio, ogni orto era stato colpito dai detriti, perfettamente visibili, che si stagliavano in mezzo al paesaggio.
Chiuse di nuovo gli occhi e buttò fuori un soffio di aria tutto insieme.
Quel suo disperato tentativo di calmarsi continuava a non funzionare.
Scrollò le spalle, cercando di scrollare via anche l'agitazione, ma niente.
Più si guardava intorno, più un brutto presentimento nasceva in lei.
Shuri si fermava continuamente a chiedere di James Barnes, quasi nessuno le rispondeva, erano tutti impegnati e soccorrere i propri vicini, a ricacciare fuori dalle macerie i propri defunti.
Alexis si accorse che perfino alcuni animali erano rimasti vittime delle lamiere che erano cadute dal cielo, voltò la testa dall'altra parte cercando di non pensarci. Il suo cuore si stava praticamente sgretolando ad ogni passo che faceva senza vedere Bucky spuntare fuori.
Ad un tratto vide Steve accelerare il passo e poi correre dritto davanti a sé.
-Bucky.- aveva sussurrato, sollevato.
Alexis si fermò sul posto ed osservò Steve correre, finché anche i suoi occhi non caddero sul Lupo Bianco.
Si accasciò a terra, quasi in ginocchio, stanca come se avesse appena fatto il giro del mondo in dieci minuti di corsa, si prese la testa tra le mani e rise.
-Dio, grazie!- esclamò sottovoce, tirando su col naso e ricacciando indietro qualche lacrima di gioia.
Si tirò su e gli corse incontro, saltellando lievemente, anche lei, mentre vedeva che Steve gli dava una pacca sulla spalla sorridendo.
Gli si parò davanti ed emise un ennesimo sospiro, ma stavolta era un sospiro di sollievo.
-Alexis.- la chiamò Bucky.
Per pochi istanti aveva temuto che non avrebbe sentito più il suo nome pronunciato da lui.
Il soldato aveva notato gli occhi lucidi della ragazza e l'aveva attirata a sé dandole un dolce bacio sulla fronte.
-Sei ferito.- constatò Alexis, scostandosi un po' da lui.
La ragazza esaminò con attenzione tutte le ferite che vedeva: uno spacco al lato del labbro inferiore, uno molto profondo sullo zigomo sinistro, molti tagli, almeno cinque, sul braccio umano e sul petto, dove la sua maglietta si era lacerata e lasciava perfettamente vedere il sangue che era colato da quelle ferite.
Istintivamente, Alexis si guardò intorno, cercando qualcosa con cui medicarlo, ma si reste presto conto che non era possibile e boccheggiò.
Lui la guardò intenerito.
-Tranquilla, agente Moore.- le prese il mento tra le dita e la fece voltare verso di sé. -Il sangue si è già fermato da un po'.-
Alexis annuì, non del tutto convinta di quell'affermazione.
Doveva decisamente farsi passare quell'ossessione di dover curare le ferite, non era per niente comodo nel bel mezzo di una missione.
-Sapete qualcosa in più su chi possa essere stato?- chiese Bucky.
Steve scosse la testa.
-Abbiamo solo visto il telegiornale che annunciava un attacco terroristico in Wakanda.- disse Alexis.
Nello stesso istante comparvero dei jet wakandiani sopra le loro teste. Erano i soccorsi, venivano dalla città, ma anche da altri villaggi vicini che non avevano subito danni.
Il telefono di Alexis squillò. Era Tony.
-Tony?- Alexis si tappò un orecchio, sentendo solo flebilmente la voce di Tony, visto il gran rumore che facevano i jet che arrivavano continuamente.
-Streghetta, hai trovato Barnes?-
-Sì, sì, è a posto.-
-Bene, dovete venire subito qui, abbiamo delle complicazioni.-
Alexis agganciò.
Aveva ancora lo sling ring infilato tra le dita, fece in un attimo a creare il portale.
-Dobbiamo andare!- urlò ai suoi colleghi.
Si lanciarono dentro il portale e furono di nuovo nella sala del trono e anche Shuri li aveva seguiti.
-Che forza, mi piacciono i tuoi poteri!- aveva esclamato, mentre entrava nella sala del trono.
Il cerchio ambrato si chiuse alle loro spalle e Bucky si avvicinò ad Alexis, leggermente zoppicante.
Sorrise soddisfatto. -Quando hai imparato a farlo con così tanta dimestichezza?-
Alexis guardò teatralmente l'orologio che aveva al polso.
-Ehm, un quarto d'ora fa, quando pensavo che fossi morto.- concluse con un sorriso.
Bucky avrebbe voluto baciarla, ma non gli sembrava né il posto né il momento adatto.
Camminarono velocemente verso Tony e T'Challa, che erano visibilmente preoccupati. T'Challa si voltò a parlare con i suoi consiglieri, quindi fu Tony a spiegare le complicazioni ai suoi colleghi.
-Pare che i missili siano stati solo un diversivo.-
-Un diversivo che ha centrato il bersaglio direi, ci sono centinaia di morti.- disse Steve con lo sguardo serio, quasi arrabbiato.
-Sono sparite alcune tonnellate di vibranio dalle miniere.-
-Cazzo.- sibilò Bucky.
Steve chiuse gli occhi e si portò una mano alla fronte, grattandola nervosamente.
Alexis, ora che aveva ritrovato Bucky sano e salvo, mantenne la calma.
-Non è una gran quantità.- aggiunse Tony. -Probabilmente questi soggetti non sono abbastanza avanzati da sapere come usarlo e vogliono solo fare degli esperimenti.-
-Sì, ma per creare che cosa?- chiese Alexis.
-Hanno una gran quantità di soldi a loro disposizione. Hai visto quei missili?- aggiunse Cap, e Tony annuì. -Possono anche non essere avanzati dal punto di vista scientifico e tecnologico, ma non ce n'é bisogno se hai un sacco di soldi.- concluse.
Alexis, a braccia incrociate, annuì.
Il telefono di Tony squillò, rispose in un secondo.
-Vedova?-
-...-
-D'accordo, arriviamo, fatti trovare pronta.- riagganciò, poi si rivolse ai presenti. -Romanoff ha rintracciato il nome del compratore del jet, pare sia un tedesco, ma non ho minimamente capito come si pronunci il suo nome. Andiamo a scoprire cosa vuole.- disse con sguardo determinato.
Alexis, con la stessa determinazione di Tony negli occhi si mise in posizione per aprire un portale verso il New Avengers Facility, ma la frase che seguì la scosse completamente.
-Voi andate, io resto qui, in caso serva una mano.-
Alexis fece scomparire le scintille e si voltò verso Bucky, lo sguardo sconcertato.
-Cosa!?- disse -Stai scherzando.- era un'affermazione, non una domanda.
Bucky scosse comunque la testa.
-Potrei essere utile in caso di qualche altro attacco.-
Alexis anche scosse la testa, molto rapidamente e si diresse a grandi falcate verso di lui.
-Non esiste, tu vieni con noi.-
-Alexis...-
-Vieni con me, James.- lo prese un polso tirandolo lievemente verso di sé.
Tony si voltò di lato, grattandosi dietro la testa, e Steve guardò il soffitto, diventato improvvisamente la cosa più interessante del mondo. Imbarazzati, si allontanarono di poco da quei due.  
-Sta tranquilla, non mi succederà niente.- le disse lui, prendendole il volto tra le mani.
Alexis continuava a scuotere la testa con decisione.
-Allora rimango anche io.- disse, poi si voltò verso Tony e Steve. -Vi apro un portale per il Facility.-
-Veramente dovresti venire con noi.- disse Tony. -Pare che il tizio sia in Germania, ci faresti comodo con il tuo ding ding.-
Alexis chiuse gli occhi e si morse un labbro per contenere un'imprecazione.
Nel giro di 24 ore aveva baciato Bucky, l'aveva lasciato lì, salutandolo, nonostante avrebbe tanto preferito che tornasse con lei per poter passare ogni momento insieme a conoscersi meglio, poi aveva temuto la sua morte, poi l'aveva ritrovato e ora doveva salutarlo di nuovo, per giunta in una situazione di pericolo.
Le sembrò che qualcuno stesse giocando con il suo cuore, divertendosi a ferirlo e curarlo continuamente.
Fortunatamente, Alexis non era una bambina capricciosa. Era una Avenger, sapeva benissimo quanti sacrifici comportasse quel lavoro, anche se mai si sarebbe aspetta di trovarsi in una situazione del genere, col cuore incastonato a qualcuno dal quale era costretta a separarsi.
-D'accordo.- disse, con lo sguardo basso.
Fece per allontanarsi da Bucky, ma lui la prese per la vita facendola voltare verso di sé.
-Aspetta.- le disse. -Mi mancherai.-
-Anche tu, sergente.-
-Fai attenzione.-
Le mise una mano dietro la testa e l'attirò a sé, dandole un rapido bacio, che Alexis si fece bastare.
Si voltò e camminò affiancando Tony e Steve.
-Dammi un passaggio alla torre.- le disse Tony, mentre Alexis faceva volteggiare la mano in aria. -Devo avvertire Pepper.-
 
 


*                       *                       *


 
 
Steve e Alexis uscirono dal cerchio di luce arancione che si richiuse dietro le loro spalle, e si ritrovarono nella sala riunioni del Facility.
Lì giravano alcuni agenti che portavano continuamente nuove informazioni a Natasha Romanoff, che era seduta a capo della lunga tavolata in vetro, davanti uno schermo fatto con delle proiezioni, simili a quelli di Tony.
Gli agenti rimasero impalati sul posto, alcuni avevano anche posato la mano sulla pistola, presi alla sprovvista da un'entrata di scena così d'effetto. Rimasero tutti a fissarsi per qualche secondo.
-Ok, ragazzi, fateci l'abitudine per favore.- disse Alexis leggermente annoiata mentre camminava verso Natasha e Steve la seguiva leggermente divertito, ma anche un po' orgoglioso di quello che Alexis era diventata in grado di fare.
-Bentornati.- disse Natasha.
I due si affacciarono sullo schermo del computer.
-Cosa sappiamo?- chiese Steve.
Nello stesso istante erano entrati nella stanza anche Sam, Wanda e Visione.
-I missili sono stati comprati da un certo Dominik Dietwald...-
-Beh non è così impronunciabile...- borbottò Alexis, riferendosi a ciò che Tony aveva detto pochi minuti prima.
Vedova la guardò inarcando un sopracciglio, poi continuò:
-...il quale sembra essere nato ieri. Non esiste nulla riguardo quest'uomo, nessuna famiglia, nessun conto bancario, niente di niente. L'unica cosa che siamo riusciti a trovare è l'acquisto di questi missili. Il pagamento risale a ieri ed è stato fatto ad un certo Felix Berger.-
-Fammi indovinare...- disse Steve. -Anche lui è nato ieri?-
-Esatto, ma sono riuscita a rintracciare la sua vera identità: Kyle Cooper. Trafficante d'armi, vive in Afghanistan, ho rintracciato il suo conto e sono risalita al luogo da cui è stato fatto il bonifico tramite un cellulare.-
Natasha, che fin'ora sullo schermo aveva mostrato i volti delle persone che aveva nominato, cambiò schermata e mostrò un punto sulla mappa.
La mappa mostrava le Alpi Bavaresi in Germania. Alexis fece uno zoom sul punto rosso segnato da Nat, allargando con le dita lo schermo.
Ai piedi del Rotwand, montagna delle Alpi del Mangfall, si ergeva una grossa base militare, sicuramente già presente nel secolo scorso.
-Terroristi con il cervello congelato dal freddo, dunque.- aggiunse Sam, ironico.
-Già.- fece Alexis. -Nat, puoi mostrarmi meglio il luogo?-
Mentre Natasha cambiava la visuale dell'immagine per agevolare Alexis che avrebbe dovuto creare il portale, Steve diede gli ordini.
-Dieci minuti, prendete tutto ciò che vi occorre per la missione. Poi partiamo.-


 
Alexis indossò la sua tuta da spia, sistemando tutte le armi.
La rivoltella, gli esplosivi alla cintura, il pugnale al polpaccio, i teaser ai polsi, fili allungabili extraresistenti.
C'era tutto.
Poi si guardò allo specchio, sollevò una mano verso l'alto e fece comparire i suoi dischi volanti alla Xena, come li definiva Tony.
Ora c'erano anche quelli. Ci sarebbero sempre stati. Sospirò e sorrise soddisfatta. Quanto aveva voluto negli ultimi tre anni sfruttare quel potenziale lo sapevano soltanto lei e Dio, e oggi, finalmente, poteva farlo.
Si chiese se fossero davvero necessarie tutte quelle armi, ora che aveva i poteri da stregone.
-Mi ci vorrebbe un mantello da supereroe.- disse.
Mosse lievemente la mano facendo scomparire il disco di luce e fece comparire, con un'illusione, un mantello viola scuro che le scendeva fino ai piedi.
Si girò diverse volte davanti allo specchio, guardandosi.
Non stava affatto male con la tuta di pelle.
Provò anche alcune mosse da combattimento, ma vi inciampò.
-Ok, no, ridicolo.- disse per poi farlo scomparire, imbarazzata.  
Aprì un portale e vi entrò dentro, comparendo davanti agli occhi dei colleghi che la attendevano nella reception del Facility.
-Oh, stavi facendo un pisolino?- le disse Sam.
Alexis fece roteare gli occhi.
-Hai intenzione di non camminare più?- disse Steve che se ne stava appoggiato al muro con le mani alla cintura.
Alexis alzò le mani per difendersi. -Che volete, mi sto esercitando!-
In quell'istante arrivò anche Natasha, e anche lei stava sistemando alcuni piccoli teaser ai polsi.
Alla fine era stata proprio lei a farle da mentore, quindi era ovvio che lei e Alexis avessero gli stessi gusti.
-Se abbiamo finito di punzecchiarchi, direi di andare.- disse la Vedova.
Alexis fece per aprire il portale. Ci mise un po' più del solito e non riusciva a far comparire l'immagine dentro il cerchio.
Lo richiuse.
-Un secondo.- disse per giustificarsi.
-Tranquilla.- le disse Steve.
La ragazza riprese a muovere la mano in cerchio e stavolta il portale comparve nella maniera corretta, ma qualcosa distolse la sua attenzione e lo richiuse subito.
Un fischio lungo e continuo colpì le orecchie degli Avengers. Erano gli altoparlanti incorporati agli schermi presenti nella reception.
Tutti si voltarono ad osservarli e rimasero pietrificati da ciò che vedevano proiettato su tutti gli schermi del quartier generale degli Avengers.
Uno sfondo nero e al centro una svastica bianca, affiancata da due lettere maiuscole "A. T.".
Non furono tanto le iniziali, ma più che altro la svastica a far ghiacciare il sangue nelle vene dei ragazzi, in quanto simbolo del Nazismo, una delle più grandi, forse la più grande, delle piaghe che si siano mai abbattute sul pianeta terra.
Gli altri agenti correvano a destra e a sinistra.
Sam bofonchiò un: -Porca puttana.-
Una voce robotica iniziò a parlare:
"'Lo 
scopo supremo dello Stato nazionale è quello di conservare quei primordiali elementi di razza che, quali donatori di civiltà, creano la bellezza e la dignità d'un'umanità superiore'. Questo è il nostro mantra. Sapete chi lo disse?"
Steve puntò lo sguardo a terra. Deglutì. Trattenne il vomito. Lo sapeva benissimo, ma anche gli altri lo immaginarono.
La voce riprese:
"Adolf Hitler. Vi state chiedendo cosa significhino quelle due lettere? A.T. sta per Arischer Traum. Ci dispiace per i poveri Wakandiani, ma ci serviva il vostro vibranio per portare avanti la nostra causa: rimetteremo in piedi il sogno di Hitler, uomo incompreso, la cui condanna è stata voler portare la razza umana alla perfezione."
Il cellulare di Alexis squillava. Era Tony. Non rispose.
"Anzi, a dire la verità, non ci dispiace affatto."
Con quest'ultima frase il logo sparì. 
Tutti gli schermi tornarono alla trasmissione sui cui erano sintonizzati prima del fischio.
In pochi secondi i notiziari di tutto il mondo parlavano di ciò che era appena successo: in tutto il mondo, in ogni schermo acceso, era appena andato in onda quella sorta di annuncio, quella minaccia che sconvolse nel profondo il mondo, gli Avengers e, in modo particolare, Steve Rogers.
Stavolta fu il cellulare di Natasha a squillare. Era sempre Tony. La vedova rispose allontanandosi dalla confusione che gli agenti stavano creando nella reception.
Alexis, tremendamente spaventata, collegando la Germania nazista e l'Hydra, pensò a Bucky.
-Voi tre, da Bucky. Subito.-
Aprì un portale per il Wakanda e lo fece muovere fino ad inglobare Sam, Wanda e Visione, per poi richiuderlo subito.
I suoi occhi cercarono Steve.
Il capitano Rogers si era lentamente accasciato a terra fino a sedersi, le ginocchia avvicinate al petto, l'elmetto e lo scudo a terra, le mani tra i capelli, a stringerli in un gesto di disperazione.
-Steve...- Alexis si precipitò al suo fianco, cercando di confortarlo, pur sapendo che, in quel momento, era tutto inutile.
Nessuno riusciva a credere a ciò che era appena successo e Steve era stato colpito fin nel profondo della sua essenza. Aveva combattuto contro quel mostro già una volta, quasi un secolo prima. Come poteva il mondo avere sempre gli stessi problemi? Aveva distrutto la sua divisione scientifica, l'Hydra, già due volte, e non era certo se anche stavolta ci fosse il suo zampino di mezzo oppure no.
Si sentiva spezzato.
Sentiva di essere morto per nulla.
Sentiva di aver sacrificato tutta la sua vita e quella del suo migliore amico per nulla. 


















Angolo Autrice!
Eccoci al capitolo 14. 
Non ho niente da dire, sono un po' traumatizzata, come il povero Steve. 
Ringrazio chiunque abbia letto il capitolo, chi ha recensito il capitolo scorso e starlight1205  per aver inserito la storia tra le preferite e le seguite. 
Fatemi assolutamente sapere cosa pensate di questi recenti sviluppi nella storia!
A presto!


Rack <3 =)
  
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