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Autore: LadyHeather83    22/04/2021    3 recensioni
Adrien e Marinette si sono sposati. Hanno una bella casa, un lavoro entrambi alla Maison Agreste e tre figli: Louis, Emma e Hugo, e anche il tanto agognato criceto.
Un equilibrio stabile, che verrà sconvolto dal ritorno di un nemico che credevano sconfitto.
Terza parte della serie ENSEMBLE CONTRE LE MONDE . Long precedenti BEST FRIENDS e LE ALI DELLA FARFALLA.
Genere: Azione, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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Il ritorno di Papillon

*

Capitolo 12

*

Telecamere e macchine fotografiche stavano riprendendo la scena in diretta e in tempo reale.

Adrien e Marinette si guardarono attoniti.

“Che cosa significa, Sabrina?” Aveva chiesto la corvina venendo subito raggiunta da Adrien.

“Ci dev’essere senz’altro un malinteso” Aggiunse lo stilista algido e sicuro di se.

“Nessun malinteso. Andiamo, non mi costringa ad usare la forza” La rossa scosse il capo.

“Mio padre non si muove finché non ci dite cosa sta succedendo”. Adrien era irremovibile, e bloccò Sabrina per un braccio.

La ragazza lo guardò di traverso e gli sussurrò di lasciarle andare subito il braccio, in quanto le telecamere stavano riprendendo tutto, altrimenti avrebbe rischiato anche lui di essere incarcerato  con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale.

“Venite in centrale, ne parleremo lì”.

Entrambi annuirono.

“La festa è finita!” Aveva annunciato Marinette, scendendo dal palco, i gorilla avrebbero fatto uscire i presenti.

L’ultima persona ad essere stata allontanata, era una donna con capelli biondi che indossava un paio di occhiali neri e un ghigno sadico stampato in volto.

Poggiò sulla panchina il flute di champagne vuoto e se ne andò via soddisfatta.

*

Gabriel Agreste aveva dismesso i suoi costosissimi abiti, per indossare una tuta arancio di seconda mano.

Era stato condotto nel carcere di massima sicurezza, ed era pronto per l’interrogatorio, in una stanza fredda, puzzolente, senza finestre e con uno specchio enorme sulla parete, sapeva già che dall’altra parte, qualcuno poteva osservarlo.

“Ci vuoi dire che cos’è questa storia, Sabrina?” Aveva chiesto Marinette dall’altra parte del vetro, mentre osservava suo suocero seduto che attendeva di essere sottoposto all’interrogatorio.

“Ho ricevuto un video sulla mia scrivania, un pacchetto anonimo. Si vede chiaramente Gabriel trasformarsi in Papillon”.

Per poco Marinette non svenne.

Le gambe di Adrien iniziarono a tremare e la gola gli si seccò di colpo.

“Non potevi chiamarci prima di arrestarlo?” Fu sempre la corvina a parlare, il biondo era pietrificato e gli faceva male vedere suo padre ridotto in quello stato.

E con alta probabilità non ne sapeva nemmeno il motivo.

“In verità ho pensato subito che il video fosse uno scherzo e lo avevo gettato nella pattumiera. Il mio collega però l’ha trovato e l’ha visto. Non ho potuto fare altrimenti.”

Nathalie a quelle parole svenne, ma venne prontamente sorretta da Adrien che le stava vicino.

Sabrina gli aveva suggerito di farla sdraiare sulla panchina di legno poco distante mentre lei avrebbe chiamato i sanitari.

S-sto bene” Biascicò Nathalie riprendendo conoscenza. “Acqua, datemi dell’acqua” Prontamente Marinette gli passò un bicchiere di plastica preso dal boccione lì vicino.

“Vi lascio due minuti da soli” Mortificata, Sabrina lasciò la stanza dove di solito sostavano i testimoni.

“Dobbiamo assolutamente tirarlo fuori di li” Esordì Adrien.

“Il video è un falso, non c’è altra spiegazione.” Continuò Marinette convinta.

Poi si ricordò delle conversazione avuta con Alya qualche settimana prima. “Mi aveva avvertita” Strinse i pugni dalla rabbia.

“Chi?” Domando Adrien inarcando un sopracciglio e nel frattempo controllava le condizioni di salute di Nathalie che sembrava aver avuto un altro capogiro.

Marinette si morse un labbro e si voltò verso il vetro. “Alya

Alya?” Fece di rimando. “Cosa centra lei?”

“Non ti ricordi quello che ti avevo detto?”

Giusto…lo avevo rimosso perché ero assolutamente tranquillo. Ora tutte le tessere del puzzle stanno andando al suo posto”.

“Che intendi?”

Nooro è sparito!”

“Cosa???? E quando pensavi di dirmelo?”

Shhh…parlate piano” Gli suggerì Natahlie.

“L’ho saputo poco prima che mio padre venisse chiamato sul palco.”

“E’ una tragedia! Nessuno ha mai perso un miraculous!”

Adrien la guardò storta ricordando di quella volta che aveva smarrito Pollen sulla Tour Eiffel e trovato da Chloè.

“Non è detto che l’abbia perso.”

“Pensi che qualcuno lo abbia rubato?”

“Ne siamo sicuri!” Parlò Nathalie per la prima volta.

Marinette cercò di stare più calma possibile e di non inveire contro la donna, ma quando la moglie di Gabriel aveva confessato anche il quasi incidente di Hugo, sempre quel giorno, non ci vide più.

“E quando pensavate di dircelo? Siamo i suoi genitori!”

Nathalie era mortificata e il suo attuale stato di salute non aiutava molto.

La testa le girava e l’idea che suo marito potesse passare il resto della sua vita rinchiuso in un carcere, da solo, si stava facendo sempre più strada dentro di lei.

“Mi dispiace…

“Nathalie abbiamo bisogno di sapere che cos’è successo il giorno che il miraculous è stato rubato.” Domandò amorevolmente Adrien, non era il caso di infierire.

La donna raccontò tutto quello che ricordava e quello che gli era stato riportato dal marito, dei dubbi e dei sospetti su Lila Rossi.

“Lila Rossi? Perché non sono sorpresa che dietro a tutto questo ci sia lei?”

Sabrina rientrò nella stanza.

“Se volete lo potete vedere, poi ve ne dovrete andare quando ci sarà l’interrogatorio. Vi chiamo io.”

*

Nathalie, Adrien e Marinette si diressero verso la stanza dove si trovava Gabriel.

Un piccolo luogo senza finestre, illuminato da una luce fioca appesa al soffitto, senza lampadario.

Le pareti erano state dipinte da un verde petrolio.

In centro un tavolo di legno e due sedie dello stesso materiale.

“I bambini?” Fu la prima cosa che lo stilista chiese a suo figlio quando entrarono.

“Sono da Tom e Sabine” Aveva risposto.

Sembrava più preoccupato per quei tre marmocchi che per il reale motivo fosse finito in carcere, non gli importava nemmeno che fosse stato arrestato in diretta e davanti all’intero pianeta.

Se c’era davvero Lila Rossi dietro a tutto questo, presto avrebbe colpito anche suo figlio e i suoi nipoti.

“Mi spiace Marinette per averti rubato la scena!” Si scusò con sua nuora perché sicuramente nei giorni avvenire quei parassiti, come li chiamava lui, avrebbero parlato per mesi del suo arresto e non della collezione di Marinette.

“Pensiamo a capire che cosa è successo e a tirarti fuori di qui”.

“Gli avvocati stanno arrivando, papà” Lo informò Adrien che si era prodigato a chiamare la sua schiera di legali.

“Non so se riusciranno a fare molto.” Scosse la testa.

“Se non ti tireranno fuori loro, ci penseremo noi. Ma abbiamo bisogno di sapere per filo e per segno che cosa è successo.”

Gabriel guardò sua moglie.

“Si, sanno anche di Hugo” Disse la donna come se avesse capito da quel sguardo che cosa intendesse dire.

“Penso ci sia Lila Rossi dietro a tutto questo.”

“Potrebbe essere.” Disse Marinette “E’ stata anche da noi l’altra sera. Si era finta me per sedurre Adrien.”

Gabriel deglutì il nulla, uno dei suoi sospetti era vero allora, avrebbe colpito anche Adrien, batté infine i pugni sul tavolo.

Sabrina bussò alla porta e fece entrare la schiera di avvocati dello stilista.

“Mi dispiace, dovete andare.” Aveva detto a malincuore.

*

Usciti dal carcere, Adrien aveva invitato Nathalie a casa loro, non era sicuro ritornare nella residenza e non l’avrebbe lasciata per niente al mondo da sola.

L’aveva accompagnata a casa a prendere alcuni effetti personali mentre Marinette era andata a casa dei suoi a riprendere i bambini.

Sua madre però aveva insistito perché pernottassero da loro almeno quella notte, in modo da essere tranquilli per sistemare la vicenda di Gabriel.

Ne Tom e ne Sabine avevano fatto domande in merito, sapevano che si trattava solo di un malinteso, e che non poteva essere lui il famigerato Papillon.

E non avevano continuato ad insistere perché i bambini rimanessero lì.

“Tienici aggiornati tesoro”

“Certo, nemmeno a dirlo.”

*

I bambini erano seduti nel sedile dietro e confabulavano sull’arresto nel nonno.

“Wow, nonno Gabriel è Papillon!” Disse Hugo gasato.

Non capiva che quella era una cosa terribile, come invece comprendeva il più grande, Louis.

“Non è una bella cosa, sai? Qui non si sta giocando. Se realmente nonno Gabriel è Papillon, significa che è un criminale.”

“Vedremo Lady Bug e Chat Noir?” Intervenne Emma.

“Smettetela!” Esclamò Marinette stringendo di più il volante e zittendo i tre là dietro. “Nonno non è Papillon e presto verrà scagionato. E da ora in avanti non voglio più sentire una parola in merito. Anche perché nonna Nathalie verrà ad abitare da noi.”

Tutti e tre esultarono di gioia.

*

Dopo aver dato la buonanotte a Nathalie che si era sistemata nella grande stanza degli ospiti, avevano messo i bambini a letto.

Hugo si era addormentato appena Marinette aveva chiuso la porta della cameretta, invece Emma e Louis, non riuscivano a chiudere occhio, e senza volerlo ascoltarono la conversazione che stavano avendo i loro genitori.

“E’ ora di chiedere aiuto a Tikki e Plagg!” Sospirò la corvina.

“Ne sei sicura?” Domandò Adrien allontanandosi dal corridoio.

Emma e Louis si alzarono dai rispettivi letti quando non sentirono più le voci di Adrien e Marinette provenire da fuori della porta e la luce si era spenta.

Lentamente avevano aperto la porta della camera e rimasero di sasso quando incrociarono i loro sguardi.

“Vai a letto!” Louis aveva rimproverato la sorella.

“Vacci prima tu” La biondina gli fece una linguaccia.

“Hai sentito anche tu che parlavano di Tikki e Plagg?”

Emma annuì saltellando, se avevano capito bene, con molta probabilità i loro genitori erano i fantomatici Lady Bug e Chat Noir.

*

“Che vuoi fare ora?” Chiese Adrien seguendo la moglie nello studio.

Marinette aprì il quadro che li raffigurava nel giorno del loro matrimonio e digitò la combinazione della cassaforte.

Tirò fuori la miracle box e la poggiò per terra.

Chiuse gli occhi e sospirò prima di premere il dito sul pulsante in cima.

Si aprirono tutte le porticine, ma lei prese l’anello del gatto nero e lo porse ad Adrien, liberando così Plagg, e lei indossò gli orecchini della coccinella, liberando così Tikki.

Entrambi i kwami furono risvegliati dal loro lungo sonno, comparendo davanti gli occhi di due ragazzi, leggermente cambiati dall’ultima volta che li avevano visti.

“Dov’è il mio formaggio?” Aveva chiesto Plagg guardandosi attorno.

“Sei sempre il solito” Lo rimbeccò Tikki.

Adrien tossì per attirare la loro attenzione, conosceva molto bene quei due, e se non li avesse interrotti, probabilmente avrebbero continuato a battibeccare all’infinito, e loro non avevano tutta l’eternità.

Gabriel Agreste non aveva l’eternità a sua disposizione.

*

continua

  
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