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Autore: LadyHeather83    25/04/2021    5 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 9 – Dentro l’arena

*

Sayla entrò in infermeria dopo che le pesanti porte scorrevoli bianche si erano aperte.

Era stata incaricata dal re stesso di sincerarsi delle sue condizioni di salute, dopo che era stato informato dal capitano Bardack, che la moglie terrestre di Vegeta si era sentita male.

Aveva la febbre alta quando era stata visitata dal medico di bordo.

Un alieno dall’età indefinita, con una folta barba bianca e il muso di un pterodattilo verde spento, solcato da molte rughe stava controllando battito e pressione.

Tutto nella norma.

Toccava la donna con quelle le mani che ai suoi occhi sembravano zampe di uccello artigliate, fredde e apatiche, ma nonostante ciò, il suo tocco era fermo e delicato.

Doveva avere le allucinazioni, si era detta.

I suoi occhi si chiudevano involontariamente, la sua mente chiedeva riposo dopo tutto quello stress accumulato, ma lei voleva tenerli aperti per vedere cosa stava succedendo attorno a lei.

Era incuriosita dai macchinari all’avanguardia di quello che doveva essere un ambulatorio medico, e lo aveva capito dall’odore di alcool e medicinali.

Il dottore le mise una maschera d’ossigeno sul viso per aiutarla a respirare, l’ossimetria stava scendendo sempre di più, come il suo corpo che chiedeva solo un sonno rinvigorente.

Dai risultati dei primi esami del sangue, era emerso la mancanza di alcune vitamine e di acqua.

Pensò che quella donna doveva essere assetata e affamata.

“Una flebo di fluidi in vena” Aveva ordinato all’infermiera che lo assisteva.

Bulma faticava a tenere gli occhi aperti, sfinita, si lasciò andare ad un lungo sonno profondo.

*

“Come sta?” Aveva chiesto la vecchia sibilla rivolgendosi all’infermiera che annotava una serie di valori sulla cartella clinica.

Aspettò che il medico finisse la visita e lasciasse posto alla sua assistente, non sarebbe stato saggio disturbarlo.

“E’ stabile!” Disse senza togliere lo sguardo dal monitor “Ha avuto un calo di zuccheri. Succede, se si sta a digiuno!”

Sayla pensò ci fosse dell’altro, assottigliò gli occhi e la guardò dalla testa ai piedi, cercando un segno.

Tenne però per se quelle conclusioni.

“Appena si riprenderà, chiamate la guardia che la rinchiuda nella sua cella insieme alle altre schiave terrestri”.

“Come ordinate” Le fece un inchino e continuò a scrivere.

“Prendete anche un campione di sangue, sai, per la ricerca.”

“Già fatto, e già mandato in laboratorio” Disse saccente, cercando di sforzarsi a sorridere, non le servivano altri capi là dentro, aveva già il suo bel da fare con il dottore e con turni massacranti.

Purtroppo erano a corto di personale, visto che Re Vegeta era una persona abbastanza esigente e se qualcuno gli andava a riferire qualcosa che a lui non piaceva li eliminava senza pietà.

Quell’infermiera pensò che le era andata bene fino a quel momento.

Proveniva da un pianeta lontano, impossibile da pronunciare nella nostra lingua, la pelle era verde smeraldo, occhi neri, grandi e dalla forma allungata: indossava un vestitino bianco attillato, che le arrivava un po’ sopra le ginocchia, in testa, un copricapo bianco con incisa una croce rossa, che le lasciava scoperte le lunghe antenne.

Da quando stavano sperimentando quella nuova cura, non aveva un momento libero.

Sayla uscì da quella stanza e sospirò sollevata.

Quel bambino che stava aspettando la terrestre sarebbe potuto diventare un ulteriore esperimento, oppure un corpo da immolare per il bene della razza saiyan.

*

“I prigionieri sono stati tutti sedati e portati nelle loro celle, abbiamo liberato il gas”.

“Perfetto, capitano Bardack. I tre mocciosi portateli all’arena, ho voglia di un combattimento come ai vecchi tempi”.

“Faccio preparare i Saibaim?” Chiese.

“Si, mi sa che ce ne serviranno parecchi. Non dimentichiamo che in uno di quelli scorre il mio sangue”. Nel volto del monarca si dipinse uno dei suoi soliti sorrisi di soddisfazione.

“Certo, sire” Bardack si congedò e pensò che nonostante tutto, sarebbe stata una soddisfazione vedere i Saibaim trucidati senza pietà da quei tre bambini.

Per Gohan, c’era altro in programma.

I Saibaim erano riservati all’allenamento dei mocciosi.

*

La notizia dell’apertura dell’Arena dei combattimenti, era passata di saiyan in saiyan molto velocemente e i più curiosi, volevano assistere.

Si vociferava che il figlio del principe Vegeta e il nipote più piccolo di Bardack, avrebbero affrontato i temibili Saibaim.

In più, c’era anche una femmina terrestre che avrebbe partecipato al combattimento, ma nessuno conosceva la sua vera forza.

Alcuni spettegolavano sul fatto, che la mocciosa non se la sarebbe cavata, e quindi avrebbero assistito ad un uccisione in piena regola.

Poco importava, i saiyan sapevano che sopravvive solo il più forte.

Molti di loro non possedevano una potenza tale da sovrastare quegli esseri, i guerrieri che ci riuscivano, si contavano sulle dita di una mano.

Gli spettatori arrivarono come una sciame di mosche accalcandosi alle varie entrare, in attesa del loro turno.

Uno alla volta, presero posto tra gli spalti, solo a quelli di alto rango era permesso stare nel punto più alto, da cui si poteva godere di un ottima visuale.

Gli scalini erano in pietra, non proprio comodi.

Solo sulla tribuna regale erano stati posati dei cuscini rossi morbidi e confortevoli.

Il ring era un enorme cerchio di sabbia bianca e con varie entrate.

Non era coperto, e il sole picchiava alto nel cielo, ma nessuno dei saiyan presenti aveva pensato di coprire i propri occhi con cappelli o occhiali da sole, erano abituati alle temperature più impensabili, calde o fredde che esse siano.

Quando tutti furono accomodati, il Re entrò con al seguito la vecchia sibilla, e il Capitano Bardack.

Nappa e Radish avevano il compito di aprire le gabbie e far entrare gli sfidanti, quando il re avrebbe dato il suo consenso con un cenno del capo.

*

Il corridoio di pietra trasudava odore di chiuso e di umidità.

Ai lati non c’erano porte, ma ogni cinque o sei metri si potevano incontrare dei cancelli neri che chiudevano delle celle cieche, nessuna brandina per riposare al suo interno.

Trunks e Goten buttavano un occhio in ogni cella per vedere se riuscivano a scovare i propri cari.

Da quando erano atterrati, o meglio, da quando erano stati prelevati dal loro pianeta d’origine non avevano ancora visto nessuno, dovevano solo fidarsi di Nappa e Radish che li aveva informati che tutti stavano bene e non era stato torto loro un capello.

Ma potevano fidarsi di quei due?

Sopra ogni cella era inciso quello che sembrava un numero, e ai lati una piccola torcia infuocata, unico punto luce di quel corridoio buio tranne per un bagliore proveniente da quello che doveva essere la fine.

Ne a Trunks e ne a Goten erano stati dati degli abiti consoni, indossavano ancora il loro amato pigiama, e per fortuna che entrambi avevano il loro preferito.

Goten pestò una pozzanghera con il piede nudo.

“Che schifo!” Esclamò riluttante scuotendo l’arto cercando di pulirsi come meglio poteva.

Trunks rise “Per me qualcuno ci avrà pisciato là dentro.” Non ricordava di aver visto toilette in quel luogo, e nella sua cella, il water, era composto da un buco sul pavimento.

Goten imitò un conato di vomito.

“Tu hai capito dove andiamo?” Chiese un confuso Goten al suo amico in catene.

“Non ne sono sicuro, ho sentito che parlavano di un’arena e di Saibaim. Tu sai cosa sono?”

Goten volse lo sguardo in alto mentre camminava scortato dai due energumeni “Una volta Gohan mi ha detto che li ha affrontati”.

“Davvero?” Il lilla inarcò un sopracciglio “E com’era andata?”

“Ha detto che erano forti, ma è stato molto tempo fa.”

“Ho paura per Mai.” Sospirò.

Anche la bambina li avrebbe dovuti affrontare, sarebbe stato divertente misurare la sua forza nonostante lei continuasse a dirgli che era una semplice terrestre, non incline al combattimento corpo a corpo, ma con le armi era tutta un’altra storia.

Ma nonostante ciò, Re Vegeta fu irremovibile, anche lei li avrebbe dovuti affrontare e sconfiggerli.

I due bambini furono acclamati come fossero degli dei appena varcarono la soglia.

La folla era in delirio, e quelle urla, si potevano udire a kilometri di distanza.

Il palazzo reale, e la città, erano deserti.

I due energumeni, piantarono sul terreno un esercito di Saibaim, Trunks ne contò trenta.

“Io quelli a destra e tu quelli a sinistra” Trunks e Goten si misero fianco a fianco, avrebbero affrontato quella battaglia insieme e…in pigiama.

Crebbero davanti a loro e senza dargli il tempo di accumulare l’energia necessaria per affrontarli, si scagliarono contro di loro come un piccolo sciame d’api, pronti a colpirli con il loro pungiglione.

I due bambini, però, non ci misero molto a trucidarli con la sola forza dell’aura e senza toccarli.

Re Vegeta abbozzò un sorrisetto.

“Buuuu!!! Avevate detto che ci saremo divertiti” Urlò un saiyan insoddisfatto.

“Ci avete mentito”

“Siiii” Urlarono tutti in coro.

Il sovrano si alzò in piedi ed urlò che lo spettacolo promesso ci sarebbe stato a breve.

*

All’arena tutti erano in fermento per il combattimento di quella bambina contro un esercito di Saibaim.

Un paio saiyan, avevano appena piantato i semi nel terreno aspettando qualche secondo che crescessero.

A Mai era stata data una divisa tipica dei guerrieri di quel pianeta, che l’avvolgeva come una seconda pelle, rimpiangeva i suoi abiti militari, perché le sembrava di essere nuda con quei vestiti, e in più, le era stata tolta la sua arma, vedeva la sua fine molto vicina.

Non aveva i mezzi per combattere quelle cose che piano piano crescevano davanti i suoi occhi.

Non che non fosse coraggiosa, anzi.

Questa volta non avrebbe avuto scampo contro nemici di quel calibro.

Ma nonostante questo, quella che agli occhi di tutta quella tribù sembrava essere solo una bimba, non si perse d’animo e cercò di sopravvivere il più a lungo le fosse possibile, scappando e saltandoli, appena si avvicinarono, aspettando che la divina provvidenza le mancasse un segno.

E così fu.

Stava per essere sopraffatta da uno di quegli esseri piccoli e verdi, si era accucciata e rannicchiata su se stessa, sperando fosse indolore e che quel supplizio finisse subito.

Un’esplosione.

Poi un’altra, e un’altra ancora.

Aprì un occhio per vedere meglio, e quello che scorse, fu la testa mozzata di uno di loro davanti a lei.

Mai balzò all’indietro inorridita.

“Stai bene?” Le aveva chiesto una figura nera nascosta apparentemente dal sole dietro di lui.

“Sono morta?” Ancora non riusciva a mettere bene a fuoco quel profilo misterioso, anche se quel timbro di voce l’avrebbe riconosciuto tra mille, ma non poteva trattarsi di lui.

“No, su alzati” Le aveva ordinato, e lei obbedì quasi sollevata.

Se sarebbe bastata essere salvata anche da Trunks, ma avere Vegeta lì, era una garanzia ancora più grande.

“Grazie per avermi salvata.”

Vegeta non rispose, ma le fece un cenno con la testa, troppo preso ad osservare i presenti, e in particolare una postazione aveva attirato la sua attenzione.

Un baldacchino posto al centro, coperto da una tenda rossa di velluto.

Al centro, che si godeva lo spettacolo: suo padre, e ad accanto la serpe di Sayla.

“La festa è finita, padre!”.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Ciao a tutti e buona domenica!

Scusate se aggiorno di domenica, ma ieri è stata una giornata intensa e non avevo avuto il tempo di revisionare il capitolo.

Finalmente Goku e  Vegeta sono arrivati su Vegeta-Sej, da adesso in poi comincerà la storia, i primi capitoli erano stati introduttivi e servivano per spiegare un po’ il tutto.

Ringrazio come sempre chi continua a seguire e commentare, ma anche chi preferisce rimanere in silenzio aggiungendo il racconto tra le preferite, le ricordate e le seguite.

 Ci vediamo al prossimo capitolo: Padri e figli.

Baci, Erika

*

  
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