Cap. 13: Now & Forever
Thousands of
miles through the cold stormy air
There's really nothing that I wouldn't dare
I climb the eye of the hurricane
When the winds are whispering your name
On and on, we
will fly now and forever
Side to side, now and forever, my love
Now and forever,
now and forever…
(“Now &
Forever” – Xandria)
L’elezione del primo Re di tutti i Norreni si
sarebbe tenuta in Vestfold, nella capitale Tamdrup, e così Bjorn, non appena si
era ripreso dalle sue ferite, era dovuto partire per parteciparvi lasciando la
guida del Regno di Kattegat alle persone di fiducia. E, siccome Ubbe era
partito così come aveva detto e ripetuto per nuove scoperte ed esplorazioni,
Bjorn aveva scelto Hvitserk e Aethelred per affiancare la moglie Gunnhild nel
governo della città. Era stato un bel momento per Hvitserk, una vera e propria
rivincita per le tante volte in cui era stato messo da parte, ma aveva anche
significato la totale riconciliazione tra lui e Bjorn (non dimentichiamo che
Hvitserk aveva quasi ammazzato Lagertha e che Bjorn aveva quasi esiliato
Hvitserk!). Il fratello maggiore aveva dimostrato di avere comunque fiducia in
lui, nonostante ciò che era accaduto con i funghi e tutta quella brutta storia.
Anzi, a dirla tutta era anche una rivincita di Hvitserk nei riguardi di Ubbe…
eh sì, perché Bjorn non aveva fatto mistero della sua poca fiducia in lui
rifiutando di mandare i figli Hali e Asa nella spedizione e, oltre tutto, si
era pure innervosito perché Ubbe aveva avuto la geniale pensata di andarsene proprio quando Kattegat avrebbe avuto
bisogno di lui!
Insomma, Ubbe era proprio caduto dalle grazie
di Bjorn e, al contrario, Hvitserk vi aveva fatto ritorno.
Era davvero un bel periodo, quello, per
Hvitserk. Adesso faceva parte del Consiglio Reale di Kattegat, stava
riconquistando la fiducia di tutti e, in aggiunta, viveva l’inizio della sua
storia d’amore con Helgi nel modo più dolce e tenero. Sembrava che tutti gli
incubi, i sensi di colpa e le ossessioni che lo avevano tormentato per mesi
fossero svanite per sempre.
Però Hvitserk non poteva certo dimenticare
che, se adesso stava così bene ed era felice, lo doveva a Aethelred: era stato
lui ad aiutarlo nei momenti peggiori, lui gli aveva impedito di uccidere
Lagertha, lui lo aveva fatto disintossicare dai funghi allucinogeni prendendosi
ogni responsabilità anche davanti a Bjorn.
Spesso si sentiva anche un po’ in colpa per
essersi innamorato così in fretta di Helgi e per essere tanto felice e appagato
con lui. Quando erano ancora in Wessex, aveva giurato più volte a Aethelred che
lo avrebbe portato a Kattegat e che là sarebbero stati felici insieme, che lo
avrebbe portato in luoghi inesplorati, che avrebbero avuto una vita perfetta e
piena d’amore… beh, lui adesso ce l’aveva, ma Aethelred era rimasto solo e,
sebbene non mostrasse assolutamente gelosia o ostilità nei confronti di Helgi, era
chiaro che si sentiva triste e malinconico.
Hvitserk aveva promesso tante cose a
Aethelred e non le aveva mantenute, anzi, era stato Aethelred a prendersi cura
di lui e a salvarlo, facendo in modo che ora la sua vita fosse così bella.
Bjorn era partito da un giorno e Hvitserk si
trovava con Gunnhild e Aethelred nella Sala Grande per organizzare il governo
del Regno e accordarsi per i compiti che sarebbero spettati ad ognuno. C’era
anche Helgi e, ovviamente, Ivar che d’abitudine compariva dove non era stato
invitato e si faceva allegramente i fatti degli altri!
“Domani tornerà qui anche Lagertha” annunciò
Gunnhild. “Ha pensato che, con l’assenza di Bjorn e anche di Ubbe, Kattegat
sarà contenta di avere una figura familiare a cui fare riferimento.”
“Mi sembra una bellissima idea e sono
contento che Lagertha, in qualche modo, prenda ancora parte alla vita politica
di Kattegat” disse Aethelred, sorridendo.
“Fa molto piacere anche a me” ammise la
Regina. “Sono molto affezionata a Lagertha e comunque non dimentichiamo che lei
è stata a lungo Regina di Kattegat senza avere un uomo accanto. Sono certa che
saprà darci molti ottimi suggerimenti.”
“La cosa migliore, dunque, è che tu e
Lagertha vi occupiate delle questioni economiche e organizzative: dirimerete le
questioni tra i cittadini, incontrerete i mercanti che commerciano i prodotti
di Kattegat in Paesi lontani” disse Hvitserk. “Voi ispirate fiducia e affetto
alla gente e probabilmente siete più esperte di Bjorn stesso in queste
faccende!”
Gunnhild rise, ma non poté che concordare con
Hvitserk: Bjorn non era precisamente un sovrano modello, le questioni
economiche e sociali lo annoiavano e, se fosse stato per lui, avrebbe cercato
di intrufolarsi in qualsiasi battaglia piccola o grande dei Regni vicini!
In realtà non era neanche sicura che sarebbe
stato felice di ritrovarsi Re di tutti i Norreni, visto che gli pesava anche la
corona di Kattegat… chissà come sarebbe andata a finire?
“Io mi occupavo di organizzare le difese
delle fattorie e dei villaggi fuori Kattegat, dove vive Lagertha. Bjorn mi
aveva concesso una parte dei suoi guerrieri e Gunnhild e le sue shieldmaiden si erano unite a noi”
ricordò Aethelred. “Come ci organizzeremo adesso?”
“E’ preferibile che tu rimanga a Kattegat
finché non sarà ritornato Bjorn e, ovviamente, nemmeno io potrò guidare le shieldmaiden in questo periodo” replicò
Gunnhild.
“Allora credo che Hvitserk e Helgi sarebbero
i più indicati per questo compito” propose il Principe. “Voi cosa ne pensate?”
“Io ne sarei felice” rispose subito Helgi.
“So cosa significa avere la propria casa devastata, purtroppo, e mi farebbe
piacere essere utile alle persone che hanno perduto tanto.”
Hvitserk, al contrario, parve molto turbato
dalla proposta di Aethelred.
“Cosa c’è, Hvitserk? Questo compito non ti
soddisfa? Possiamo pensare a qualcos’altro, se preferisci, so che Ubbe voleva
affidarti il comando delle spedizioni commerciali e…” cominciò a dire
Aethelred, ma Hvitserk lo interruppe.
“No, non è quello, è solo che… non so se sono
degno di questo compito” mormorò.
Tutti lo guardarono sorpresi e il giovane
vichingo si sentì in dovere di spiegarsi meglio.
“Come posso ispirare fiducia a quella gente?
Io… stavo per uccidere Lagertha quando è arrivata a Kattegat, ferita, dopo che
il suo villaggio era stato attaccato. Mi sento così sporco…”
Helgi allungò una mano e gli strinse
dolcemente il braccio.
“E’ proprio per questo che l’ho proposto a
te” ribatté Aethelred, con un sorriso. “E’ vero, hai commesso degli errori, ma
adesso hai la possibilità di dimostrare che non sei più l’irresponsabile di
allora e che, anzi, ti prenderai cura degli orfani e delle vedove. Hvitserk,
credo che questo sia il modo più bello per rimediare a ciò che stavi per fare a Lagertha, non sembra
anche a te?”
“Io ne sono sicuro” lo incoraggiò Helgi.
Hvitserk era commosso. Ancora una volta
Aethelred aveva letto nel suo cuore e aveva curato una ferita che teneva
nascosta dentro da troppo tempo. Non meritava un amico così dopo quello che gli
aveva fatto, non meritava nemmeno un compagno dolce e tenero come Helgi… sì,
occuparsi dei villaggi avrebbe lenito il suo senso di colpa, ma cosa avrebbe
potuto fare per ripagare il debito che aveva con Aethelred?
“Inoltre non sarà un compito troppo
impegnativo e non dovrete neanche restare là per tutto il tempo, basterà
organizzare i turni di guardia dei soldati e delle shieldmaiden. Lagertha, Gunnhild e le loro guerriere hanno già
fatto buona parte del lavoro uccidendo il capo dei fuorilegge e buona parte dei
suoi, gli altri sono fuggiti e non credo che torneranno tanto presto a
disturbare la brava gente!” rise il Principe.
“Quei fuorilegge… voi state parlando dei miei
uomini di fiducia, non è così? Gli uomini che mi sono rimasti fedeli fino
all’ultimo e che, per questo motivo, Bjorn ha esiliato da Kattegat” intervenne
Ivar per la prima volta. Beh, del resto la questione non lo riguardava ed era
anche ovvio che nessuno lo avesse interpellato!
“Quegli avanzi di galera erano i tuoi uomini di fiducia? Complimenti, davvero
il meglio del meglio” commentò sarcastico Aethelred. “Puoi andare fiero di quei
pendagli da forca!”
Il Principe voleva solo scherzare, ma si
rabbuiò quando vide Ivar scrollare il capo con un sorrisetto amaro.
“Evidentemente non sono riuscito a trovare di
meglio” disse. “Non erano poi così tante le persone che volevano stare dalla
mia parte…”
L’atteggiamento di Aethelred cambiò
immediatamente! Si andò a sedere accanto a Ivar e gli sfiorò appena un braccio,
senza avere il coraggio di stringerlo.
“Scusami, è stata una battuta sciocca, io… mi
dispiace, ma adesso le cose sono cambiate, no? Tu sei qui con noi, vivi nella
dimora reale, sei tornato a casa” cercò di consolarlo. Ivar, che non aveva le
timidezze del Principe, accettò subito i suoi gesti di incoraggiamento e fu lui
a circondargli le spalle con un braccio e a stringerlo a sé.
“Sì, hai ragione, ora le cose sono molto
migliorate, sono tornato a casa e ci ho trovato te!” disse, con quel suo tono
che non si capiva mai se stesse scherzando o dicesse sul serio.
Hvitserk, però, lo conosceva abbastanza da capire
e si illuminò tutto. Non era la prima volta che pensava che Aethelred avrebbe
potuto trovarsi bene con Ivar, ma fino a quel momento si era domandato se Ivar
fosse davvero una persona affidabile come compagno. Adesso poteva vedere con i
suoi occhi che il fratello era veramente legato a Aethelred e che, se ancora
non c’era stato niente tra loro, sarebbe sicuramente avvenuto presto!
I sensi di colpa iniziarono a svanire. Era
vero, lui aveva promesso a Aethelred che lo avrebbe portato a Kattegat e che lo
avrebbe reso felice e adesso si rendeva conto che, in un certo senso, aveva
mantenuto la sua promessa. Lo aveva effettivamente portato a Kattegat e poi… lo
aveva regalato a Ivar ed era
piuttosto sicuro che Ivar sarebbe stato in grado di renderlo felice. Sì, non
era la persona più affidabile del mondo, ma almeno nei sentimenti era costante,
certamente molto più di lui. Si era lasciato irretire da quella falsa di
Freydis e l’aveva amata perdutamente quando anche i sassi di Kattegat sapevano
che lo stava prendendo in giro, che era andata a letto con il primo che passava
per fingere di aspettare un figlio da lui… Insomma, Ivar era spietato come
guerriero e infallibile come stratega, ma nelle questioni di cuore era più
ingenuo e fiducioso di un ragazzino al primo amore! Si stava innamorando di
Aethelred e avrebbe fatto di tutto per renderlo felice.
Hvitserk, adesso, si sentiva molto meglio!
Quando la riunione si sciolse era ormai sera
e i compiti e gli incarichi di ognuno erano stati organizzati al meglio.
Hvitserk lasciò la Sala Grande insieme a Helgi, ma prima di andarsene notò con
molta soddisfazione che Ivar stava continuando a chiacchierare animatamente con
Aethelred e che il Principe lo fissava completamente incantato. Sì, sarebbero
stati una bella coppia e, in fondo, era anche grazie a lui se si erano
conosciuti, no? Quindi non aveva più motivi per sentirsi in colpa!
Hvitserk era un ragazzo molto pratico.
Quando furono soli nella loro stanza,
Hvitserk notò che Helgi era particolarmente compiaciuto e soddisfatto di quello
che era stato deciso durante la riunione del Consiglio Reale.
“L’incarico che ti è stato affidato ti piace
particolarmente, non è così?” gli domando, avvicinandoglisi e accarezzandogli
dolcemente i capelli.
“E’ così” ammise Helgi. “Per me è come se
fosse una sorta di compensazione. Non sono riuscito a fare niente per salvare
la mia famiglia e i miei cari, anzi, sono stato io, senza saperlo, a condurre
Kjetill da loro… Ma adesso avrò l’occasione di proteggere delle persone
innocenti e indifese come erano mia madre e le mie sorelle.”
Ancora una volta Hvitserk si sentì commosso e
intenerito dalla dolcezza di Helgi e si domandò che cosa mai avesse trovato in
lui. Com’era possibile che persone così speciali come Helgi e come anche
Aethelred prima di lui lo trovassero interessante? Lui non aveva mai fatto
niente di particolarmente buono in tutta la sua vita, anzi aveva seriamente
rischiato di distruggere l’esistenza di molti a Kattegat.
“Ma Aethelred ha ragione, questa è una
bellissima occasione anche per te” riprese Helgi. “Tu non lo racconti mai, ma
io lo so quanto ti senti in colpa per quello che è successo con Lagertha.
Adesso diventerai uno dei difensori del suo villaggio e, in questo modo, ti
sdebiterai con lei e potrai liberarti del peso che ti porti addosso e che ti
schiaccia.”
Helgi aveva parlato con dolcezza, sorridendo.
Ancora una volta Hvitserk si domandò cosa mai potesse trovare in lui un ragazzo
così buono e generoso, ma adesso era intenzionato a fare veramente del suo
meglio per sentirsi degno di lui e finalmente ne avrebbe avuta l’occasione. Lo
prese tra le braccia, lo strinse a sé e lo baciò a lungo, dimenticando i
pensieri e le preoccupazioni; cominciò a spogliarlo e a liberarsi degli abiti
senza smettere di baciarlo, poi si mise sopra di lui e lo prese con ardore ma
anche con una certa qual tenerezza, continuando a baciarlo e accarezzandogli i
capelli mentre si muoveva in modo lento e profondo dentro di lui, cercando di far
durare il più possibile quegli attimi di piacere e dolcezza. Solo dopo molto
tempo, molti baci e molte carezze, giunse all’apice dell’estasi insieme a lui,
sentendosi completamente appagato nel corpo e nel cuore. Lo tenne tra le
braccia e chiuse gli occhi, convinto che sarebbe riuscito a godere di un sereno
riposo insieme a lui, liberato infine dai sensi di colpa e dai rimorsi. Aveva
dovuto affrontare molte difficoltà e aveva perfino toccato il fondo, ma ora si
stava ricostruendo una nuova vita al fianco di Helgi e insieme, adesso e per
sempre, avrebbero percorso lo stesso cammino, sostenendosi a vicenda, amandosi
e dando il meglio di loro stessi.
Prima
di addormentarsi felice, Hvitserk ebbe il tempo di mandare un ultimo pensiero a
Aethelred, augurandosi che anche lui potesse provare la stessa gioia e serenità
insieme a Ivar… magari quella notte stessa.
E,
se avesse potuto dare un’occhiata alla stanza di Ivar, Hvitserk si sarebbe
addormentato ancora più contento e rassicurato!
Fine capitolo
tredicesimo