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Autore: LadyHeather83    02/05/2021    4 recensioni
Dopo gli avvenimenti di Majin-Bu, tutto sembra tornato alla normalità, o quasi.
Qualcuno riesce ad evocare il drago Polunga per riportare in vita un popolo quasi estinto.
Una nuova avventura aspetta Goku e Vegeta, che si troveranno ad affrontare delle importanti decisioni, per il proprio bene e quelle per le sorti delle persone che amano di più
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gohan, Goku, Goten, Trunks, Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Vegeta-Sej

*

Capitolo 10 – Padri e figli

*

Vegeta arrivò come un fulmine a ciel sereno a salvare la vita di Mai, che sicuramente sarebbe stata la prima vittima di quella situazione surreale.

La bimba non lo ringraziò, sapeva che sarebbe stata una parola sprecata, ma si limitò ad abbozzare un sorriso che venne ricambiato con un cenno del capo.

“Si può sapere che cosa ti è preso?” Grugnì contro suo padre dopo aver abbattuto un Saibaim che si era finto morto e lo voleva assalire alle spalle.

“Tu dovresti prostrarti davanti a tuo padre” Sayla si era alzata ed aveva preso la parola per conto del re.

“Ho forse parlato con te?” Domandò infastidito “Cos’è? Mio padre ha perso la lingua? Sempre se di mio padre si tratta!”

Re Vegeta si alzò e con un balzo raggiunse il figlio ai piedi dell’arena lasciando sul terreno sabbioso le sue orme ad ogni passo.

Gli mise una mano sulla spalla.

“Non qui, figlio mio!” Gli mormorò all’orecchio.

Vegeta aveva capito che doveva seguirlo, spiccarono il volo in direzione del palazzo reale e nonostante fossero passati diversi decenni da quando non metteva piede a casa sua la strada non l’aveva di certo dimenticata, anche se ora tutto gli sembrava più piccolo.

Passarono per il piccolo terrazzino di marmo bianco, dove il re era solito tenere i suoi comizi soprattutto dopo aver conquistato un pianeta, oppure quando doveva dire qualcosa di importante al suo popolo.

Le tende rosse pesanti volteggiarono al loro passaggio.

Prima il Re, poi Vegeta con le braccia conserte.

“E’ come te lo ricordavi, figliolo?” Chiese mentre si dirigeva verso il trono sopra i scalini.

Venne accolto subito da una serva dalla nivea pelle, che indossava un abito lungo di raso rosso senza spalline, i lunghi capelli neri erano stati raccolti in una crocchia bassa, al collo e ai polsi, portava dei pesanti cerchi d’oro massiccio, segno tangibile delle schiave del re.

Un rossetto rosso fuoco lucidava le labbra carnose e i suoi occhi verdi vennero messi in risalto da un velo di matita nera.

Portò una bottiglia di rosso e due calici dorati.

Ne porse subito uno pieno al re e poi uno a Vegeta.

“Sembra tutto più piccolo” Rispose annusando quel liquido dall’odore fruttato, ma non lo sorseggiò, al contrario del padre che ne aveva già trangugiato quasi mezzo bicchiere.

“Solo perché sei cresciuto dall’ultima volta che sei stato qui” Fece una breve pausa rigirando più volte il vino nel calice “Quanto è passato?” Domandò curioso stravaccandosi ancora di più sul trono.

“Che importanza ha?”

“Più di trent’anni” Intervenne la sibilla Sayla comparendo da dietro il monarca.

“Hai messo su famiglia” Scandì bene quelle parole. “Sai anche che né la tua schiava e ne tuo figlio potranno salire sul trono, noi saiyan non possiamo mischiarci ad altre razze impure”.

“Tsk! Forse non hai capito che non voglio rimanere qui, dimmi dove li hai portati e togliamo il disturbo.” Gettò il calice addosso ad un muro pitturandolo di rosso.

La stessa schiava di prima di precipitò con uno straccio un mano a pulire come più poteva.

Re Vegeta si alzò ed iniziò a camminare su e giù con le braccia dietro la schiena.

“Mmm…non posso farlo. Ora appartengono al popolo saiyan…” Si fermò e lo guardò negli occhi “…al tuo popolo. Siediti qui, figlio mio” Gli indicò una poltrona di velluto verde circondata d’oro, molto più piccola della sua.”

Il principe dei saiyan inarcò un sopracciglio “No” Tuonò scuotendo il capo.

“Voglio vedere mia moglie, mio figlio e Mai.”

“Mai…Mai…” Si portò due dita sul mento.

“La ragazzina”

“Ah si! Quella che abbiamo portato qui credendo fosse tua figlia. Devo ammettere che ci avevamo cascati come imbecilli. Quei capelli e occhi neri, quel temperamento forte e deciso che caratterizza il nostro popolo, devo ammettere che ci ha ingannati, ma ormai era tardi quando ce n’eravamo accorti.” Si accomodò di nuovo pensando che quella conversazione sarebbe andata avanti parecchio. “Mi sa che ora Bardack l’ha portata nei sotterranei, verrà istruita dalle altre schiave per servirci e poi quando sarà abbastanza grande, la useremo come merce di scambio”.

Vegeta strinse i pugni così forti da lasciare sui palmi dei solchi, e se avesse affondato di più le unghie nella carne si sarebbe ferito seriamente.

“Non oserai.”

“Tuo figlio è quello scherzo della natura dai capelli lilla giusto?”

Vegeta digrignò i denti, come osava quell’incapace chiamare suo figlio scherzo della natura? Il nervoso gli stava salendo fino alla testa, un’altra parola in più e gli avrebbe fatto saltare le cervella, poco importava fosse suo padre, era vissuto fino ad ora senza la sua presenza, riaverlo ora nella sua vita non avrebbe cambiato un fico secco, anzi, sembrava diventare più un problema, un grosso problema che ostacolava i suoi allenamenti.

“Probabilmente lo invieremo su qualche pianeta, il popolo saiyan ha proprio bisogno di guerrieri del suo calibro. Per quanto riguarda la tua puttana…”

“Ti ammazzo se le avete osato torcerle un capello! E’ chiaro????” Vegeta accecato dalla rabbia sprigionò una piccola parte del suo potere, e il pianeta Vegeta-Sej tremò.

Le colonne di marmo grigie dalle venature nere poste ai lati della navata, iniziarono a sgretolarsi e se non si fosse fermato, probabilmente avrebbe distrutto il palazzo rendendolo una trappola mortale per chi si trovasse ai piani bassi, come schiavi e scienziati.

Perché sapeva che bastava scendere la scalinata di pietra nascosta dall’imponente dipinto dietro il trono del re  per arrivare ai laboratori di ultima generazione e alle celle.

“Sta tranquillo, sta bene…credo” Lo disse con tutta la calma del mondo e per niente impressionato da quella potenza appena sprigionata.

Sapeva che la tenacia di suo figlio lo aveva portato negli anni a diventare più forte, a dover superare sempre quello scalino per essere una spanna sopra gli altri, del resto, era il principe dei saiyan e un giorno sarebbe stato lui a guidare il suo popolo, anche se, al momento, non sembrava interessato a quell’offerta.

Che la sua mente sia stata soggiogata?

Che ne era stato di quel bambino che ricordava?

Quello che aveva davanti, non sembrava esserne nemmeno l’ombra.

Era più…docile, mansueto.

“Che cosa significa…credo?”

Ecco per l’appunto.

Si preoccupava per una schiava, per una che gli riscaldava solo il letto e aveva messo al mondo la sua prole.

“Durante il viaggio ha accusato un malore, ora la stanno monitorando.”

“Dovresti nutrirla, lo sai? I sacchi vuoti non stanno in piedi da soli!” S’intromise Sayla, e a Vegeta le sue parole arrivarono alle orecchie come un sibilo di serpente, rabbrividì.

Odiava quegli esseri viscidi e striscianti, e la vecchia sibilla glielo ricordava, in più era invecchiata, e sembrava che la sua pelle fosse diventata squamosa e che da un momento all’altra l’avrebbe cominciata a perdere.

“Se mia moglie mangia o no, non è affar mio, e nemmeno vostro.”

Re Vegeta fece spallucce “Abbiamo pensato noi a prenderci cura della tua schiava, se tu non sei in grado”.

Il principe dei saiyan accecato dalla rabbia si scagliò contro suo padre bloccandogli la gola con le mani e facendolo ribaltare all’indietro insieme al trono.

“Brutto bastardo! Voglio vedere mia moglie. Portami da lei!!!”.

Quella conversazione però, fu interrotta da due guardie che erano appena entrate sorreggendo il corpo di un loro compagno.

“Presto, presto!” Biascicarono non curandosi della scena.

“Che succede?” Domandò Vegeta perplesso.

*

Goku era rimasto all’arena come ordinatogli da Vegeta, o meglio, da come aveva intuito da suo sguardo che gli aveva lanciato prima di spiccare il volo.

Il capitano Bardack, dopo che il re assieme al sangue del suo sangue aveva lasciato quel luogo, si era precipitato all’interno dello stadio per recuperare la bambina e condurla nei sotterranei dove sarebbe stata rinchiusa in una cella con le altre schiave.

Forse avrebbe incontrato Videl, Chichi e Bulma.

Aveva appreso dai due amichetti che quei saiyan, non solo avevano portato via loro ma anche Chichi, Videl e Gohan per un motivo ancora ignoto.

“Va tutto bene, Mai?” Chi domandò Goku chinandosi per aiutarla ad alzarsi.

“S-si” Balbettò ancora scossa scrollandosi di dosso la polvere che quel terreno le aveva lasciato tra i vestiti e i capelli neri.

“Siete arrivati giusto in tempo” Gli sorrise.

“Ehi! Kakaroth!” Bardack attirò l’attenzione del figlio minore, che appena lo vide inarcò un sopracciglio.

Quell’uomo era identico a lui e sapeva persino il suo nome, si quello saiyan.

“Mi conosci?” Chiese puntandosi un dito sul viso.

“Secondo te non conosco mio figlio? Tsk! Sono passati anni da quando ti ho visto l’ultima volta…in realtà si eri un poppante, ma questo non mi dà il diritto di non riconoscerti.”

Goku squadrò quell’uomo dalla testa ai piedi, si era identico a lui.

Stessi capelli, stessa corporatura, quello che non era lo stesso, era il carattere.

“Dammi la bambina e nessuno si farà del male.” Allungò la mano per prenderla mentre cercava di nascondersi dietro il corpo del saiyan.

“No, no per favore. Non voglio andare con lui”.

“Vieni qui, pulce! Vuoi che il re ti ammazzi?” Bardack prese Mai per la corazza e la tenne stretta perché non scappasse, o gli venisse strappata dalle mani.

“Lasciala andare, non vedi che è solo una bambina?”

“Questa bambina ci servirà!”

“Che vuoi dire?”

“A te non deve interessare”.

Nel frattempo alcuni saiyan presenti nell’arena iniziarono a dirigersi verso le uscite, altri invece, spiccarono il volo in direzione delle proprie case.

Presto padre e figlio rimasero soli.

“Dove avete portato la mia famiglia?” Goku indurì lo sguardo, ed assomigliò in modo impressionante a suo padre.

“Stanno bene, non preoccuparti. Si trovano nei sotterranei del castello, nelle prigioni per essere più precisi.”

“Tu li hai visti, Mai?” Chiese alla bambina.

“No. Però ho incrociato Trunks e Goten, hanno combattuto prima di me”

Senza Vegeta lì con lui, Goku poteva fare poco, anzi, non avrebbe dovuto fare niente prima di consultarlo, non era sicuro che Bardack stesse dicendo la verità, per quanto ne potesse sapere la sua famiglia si poteva benissimo trovare su di un altro pianeta, e se avesse eliminato tutti i saiyan sarebbe stato difficile trovarli.

Meglio prendere tempo finchè il suo amico non sarebbe ritornato da palazzo.

“Dammi un solo motivo per non farti fuori all’istante”.

Bardack aprì le braccia tenendo sempre ben stretta Mai nella mano destra come fosse una busta della spesa “Perché sono tuo padre, e tu non elimineresti mai un membro della famiglia.”

Un fruscio dietro di lui, lo avvertì di una presenza, avrebbe riconosciuta quell’aura tra mille.

“Come se non lo avessi già fatto” Poi si voltò verso quell’individuo “…dico bene? Radish?”

“Ciao fratellino, è un piacere rivederti.” Fece un inchino burlandosi di lui “…tecnicamente era stato il muso verde a colpirmi mortalmente, e se non ricordo male ci aveva uccisi tutti e due.” Si portò al fianco di suo padre, giusto per fargli capire da che parte stava. “Ma sia chiaro! Nessun rancore, ok?” Alzò le braccia in segno di resa “…ti avrei ucciso anch’io!”

Goku si portò sulla difensiva, era pronto per combattere ancora contro suo fratello, e questa volta ci sarebbe andato già subito giù pesante.

“Ragazzi!” Disse mellifluo Bardack “…devo forse sculacciarvi? Su, fate pace. Non voglio vedere i miei due figli litigare come bambini.” Guardò prima uno e poi l’altro.

Radish incurvò un labbro ed incrociò le labbra in segno di offesa.

“Siamo riusciti ad unire la famiglia. Ora combatteremo per Re Vegeta e il nostro popolo.”

“Io ho già una famiglia.” Goku cercò di non abbassare la guardia, sapeva quanto subdoli i saiyan potevano essere.

I suoi sensi erano sempre allertati e attenti. “E voglio che mi portiate subito da loro”. Un ordine che non permetteva repliche.

**

Continua

*

Angolo dell’Autrice: Buona domenica a tutti ed eccoci qui con il consueto appuntamento domenicale.

Vegeta che parla con suo padre e Goku che fa la stessa cosa con la differenza che arriva anche Radish a dare man forte.

Sono decisi più che mai a riprendere le loro famiglie e ad andarsene di lì, ci riusciranno? Per scoprirlo vi basterà attendere la prossima settimana con il capitolo: Nuovi impieghi.

Baci, Erika

*

P.s. Se non lo avete ancora fatto, vi segnalo che tempo fa avevo pubblicato una one shot dal titolo “Un aiuto inaspettato”, una VegeBul, se avete piacere passate a leggerla e a lasciarmi una vostra impressione visto che saranno i protagonisti della prossima long nel medesimo periodo.

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