Vegeta-Sej
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Capitolo 10 – Padri e figli
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Vegeta
arrivò come un fulmine a ciel sereno a salvare la vita di Mai, che sicuramente
sarebbe stata la prima vittima di quella situazione surreale.
La
bimba non lo ringraziò, sapeva che sarebbe stata una parola sprecata, ma si
limitò ad abbozzare un sorriso che venne ricambiato con un cenno del capo.
“Si
può sapere che cosa ti è preso?” Grugnì contro suo padre dopo aver abbattuto un
Saibaim che si era finto morto e lo voleva assalire alle spalle.
“Tu
dovresti prostrarti davanti a tuo padre” Sayla si era alzata ed aveva preso la
parola per conto del re.
“Ho
forse parlato con te?” Domandò infastidito “Cos’è? Mio padre ha perso la
lingua? Sempre se di mio padre si tratta!”
Re
Vegeta si alzò e con un balzo raggiunse il figlio ai piedi dell’arena lasciando
sul terreno sabbioso le sue orme ad ogni passo.
Gli
mise una mano sulla spalla.
“Non
qui, figlio mio!” Gli mormorò all’orecchio.
Vegeta
aveva capito che doveva seguirlo, spiccarono il volo in direzione del palazzo
reale e nonostante fossero passati diversi decenni da quando non metteva piede
a casa sua la strada non l’aveva di certo dimenticata, anche se ora tutto gli
sembrava più piccolo.
Passarono
per il piccolo terrazzino di marmo bianco, dove il re era solito tenere i suoi
comizi soprattutto dopo aver conquistato un pianeta, oppure quando doveva dire
qualcosa di importante al suo popolo.
Le
tende rosse pesanti volteggiarono al loro passaggio.
Prima
il Re, poi Vegeta con le braccia conserte.
“E’
come te lo ricordavi, figliolo?” Chiese mentre si dirigeva verso il trono sopra
i scalini.
Venne
accolto subito da una serva dalla nivea pelle, che indossava un abito lungo di
raso rosso senza spalline, i lunghi capelli neri erano stati raccolti in una
crocchia bassa, al collo e ai polsi, portava dei pesanti cerchi d’oro
massiccio, segno tangibile delle schiave del re.
Un
rossetto rosso fuoco lucidava le labbra carnose e i suoi occhi verdi vennero
messi in risalto da un velo di matita nera.
Portò
una bottiglia di rosso e due calici dorati.
Ne
porse subito uno pieno al re e poi uno a Vegeta.
“Sembra
tutto più piccolo” Rispose annusando quel liquido dall’odore fruttato, ma non
lo sorseggiò, al contrario del padre che ne aveva già trangugiato quasi mezzo
bicchiere.
“Solo
perché sei cresciuto dall’ultima volta che sei stato qui” Fece una breve pausa
rigirando più volte il vino nel calice “Quanto è passato?” Domandò curioso
stravaccandosi ancora di più sul trono.
“Che
importanza ha?”
“Più
di trent’anni” Intervenne la sibilla Sayla comparendo da dietro il monarca.
“Hai
messo su famiglia” Scandì bene quelle parole. “Sai anche che né la tua schiava
e ne tuo figlio potranno salire sul trono, noi saiyan non possiamo mischiarci
ad altre razze impure”.
“Tsk!
Forse non hai capito che non voglio rimanere qui, dimmi dove li hai portati e
togliamo il disturbo.” Gettò il calice addosso ad un muro pitturandolo di
rosso.
La
stessa schiava di prima di precipitò con uno straccio un mano a pulire come più
poteva.
Re
Vegeta si alzò ed iniziò a camminare su e giù con le braccia dietro la schiena.
“Mmm…non
posso farlo. Ora appartengono al popolo saiyan…” Si fermò e lo guardò negli
occhi “…al tuo popolo. Siediti qui, figlio mio” Gli indicò una poltrona di
velluto verde circondata d’oro, molto più piccola della sua.”
Il
principe dei saiyan inarcò un sopracciglio “No” Tuonò scuotendo il capo.
“Voglio
vedere mia moglie, mio figlio e Mai.”
“Mai…Mai…”
Si portò due dita sul mento.
“La
ragazzina”
“Ah
si! Quella che abbiamo portato qui credendo fosse tua figlia. Devo ammettere
che ci avevamo cascati come imbecilli. Quei capelli e occhi neri, quel
temperamento forte e deciso che caratterizza il nostro popolo, devo ammettere
che ci ha ingannati, ma ormai era tardi quando ce n’eravamo accorti.” Si
accomodò di nuovo pensando che quella conversazione sarebbe andata avanti
parecchio. “Mi sa che ora Bardack l’ha portata nei sotterranei, verrà istruita
dalle altre schiave per servirci e poi quando sarà abbastanza grande, la
useremo come merce di scambio”.
Vegeta
strinse i pugni così forti da lasciare sui palmi dei solchi, e se avesse
affondato di più le unghie nella carne si sarebbe ferito seriamente.
“Non
oserai.”
“Tuo
figlio è quello scherzo della natura dai capelli lilla giusto?”
Vegeta
digrignò i denti, come osava quell’incapace chiamare suo figlio scherzo della natura? Il nervoso gli
stava salendo fino alla testa, un’altra parola in più e gli avrebbe fatto
saltare le cervella, poco importava fosse suo padre, era vissuto fino ad ora
senza la sua presenza, riaverlo ora nella sua vita non avrebbe cambiato un fico
secco, anzi, sembrava diventare più un problema, un grosso problema che
ostacolava i suoi allenamenti.
“Probabilmente
lo invieremo su qualche pianeta, il popolo saiyan ha proprio bisogno di
guerrieri del suo calibro. Per quanto riguarda la tua puttana…”
“Ti
ammazzo se le avete osato torcerle un capello! E’ chiaro????” Vegeta accecato
dalla rabbia sprigionò una piccola parte del suo potere, e il pianeta
Vegeta-Sej tremò.
Le
colonne di marmo grigie dalle venature nere poste ai lati della navata, iniziarono
a sgretolarsi e se non si fosse fermato, probabilmente avrebbe distrutto il
palazzo rendendolo una trappola mortale per chi si trovasse ai piani bassi,
come schiavi e scienziati.
Perché
sapeva che bastava scendere la scalinata di pietra nascosta dall’imponente
dipinto dietro il trono del re per
arrivare ai laboratori di ultima generazione e alle celle.
“Sta
tranquillo, sta bene…credo” Lo disse con tutta la calma del mondo e per niente
impressionato da quella potenza appena sprigionata.
Sapeva
che la tenacia di suo figlio lo aveva portato negli anni a diventare più forte,
a dover superare sempre quello scalino per essere una spanna sopra gli altri,
del resto, era il principe dei saiyan e un giorno sarebbe stato lui a guidare
il suo popolo, anche se, al momento, non sembrava interessato a quell’offerta.
Che
la sua mente sia stata soggiogata?
Che
ne era stato di quel bambino che ricordava?
Quello
che aveva davanti, non sembrava esserne nemmeno l’ombra.
Era
più…docile, mansueto.
“Che
cosa significa…credo?”
Ecco
per l’appunto.
Si
preoccupava per una schiava, per una che gli riscaldava solo il letto e aveva
messo al mondo la sua prole.
“Durante
il viaggio ha accusato un malore, ora la stanno monitorando.”
“Dovresti
nutrirla, lo sai? I sacchi vuoti non stanno in piedi da soli!” S’intromise
Sayla, e a Vegeta le sue parole arrivarono alle orecchie come un sibilo di
serpente, rabbrividì.
Odiava
quegli esseri viscidi e striscianti, e la vecchia sibilla glielo ricordava, in
più era invecchiata, e sembrava che la sua pelle fosse diventata squamosa e che
da un momento all’altra l’avrebbe cominciata a perdere.
“Se
mia moglie mangia o no, non è affar mio, e nemmeno vostro.”
Re
Vegeta fece spallucce “Abbiamo pensato noi a prenderci cura della tua schiava,
se tu non sei in grado”.
Il
principe dei saiyan accecato dalla rabbia si scagliò contro suo padre
bloccandogli la gola con le mani e facendolo ribaltare all’indietro insieme al
trono.
“Brutto
bastardo! Voglio vedere mia moglie. Portami da lei!!!”.
Quella
conversazione però, fu interrotta da due guardie che erano appena entrate
sorreggendo il corpo di un loro compagno.
“Presto,
presto!” Biascicarono non curandosi della scena.
“Che
succede?” Domandò Vegeta perplesso.
*
Goku
era rimasto all’arena come ordinatogli da Vegeta, o meglio, da come aveva
intuito da suo sguardo che gli aveva lanciato prima di spiccare il volo.
Il
capitano Bardack, dopo che il re assieme al sangue del suo sangue aveva
lasciato quel luogo, si era precipitato all’interno dello stadio per recuperare
la bambina e condurla nei sotterranei dove sarebbe stata rinchiusa in una cella
con le altre schiave.
Forse
avrebbe incontrato Videl, Chichi e Bulma.
Aveva
appreso dai due amichetti che quei saiyan, non solo avevano portato via loro ma
anche Chichi, Videl e Gohan per un motivo ancora ignoto.
“Va
tutto bene, Mai?” Chi domandò Goku chinandosi per aiutarla ad alzarsi.
“S-si”
Balbettò ancora scossa scrollandosi di dosso la polvere che quel terreno le
aveva lasciato tra i vestiti e i capelli neri.
“Siete
arrivati giusto in tempo” Gli sorrise.
“Ehi!
Kakaroth!” Bardack attirò l’attenzione del figlio minore, che appena lo vide
inarcò un sopracciglio.
Quell’uomo
era identico a lui e sapeva persino il suo nome, si quello saiyan.
“Mi
conosci?” Chiese puntandosi un dito sul viso.
“Secondo
te non conosco mio figlio? Tsk! Sono passati anni da quando ti ho visto
l’ultima volta…in realtà si eri un poppante, ma questo non mi dà il diritto di
non riconoscerti.”
Goku
squadrò quell’uomo dalla testa ai piedi, si era identico a lui.
Stessi
capelli, stessa corporatura, quello che non era lo stesso, era il carattere.
“Dammi
la bambina e nessuno si farà del male.” Allungò la mano per prenderla mentre
cercava di nascondersi dietro il corpo del saiyan.
“No,
no per favore. Non voglio andare con lui”.
“Vieni
qui, pulce! Vuoi che il re ti ammazzi?” Bardack prese Mai per la corazza e la
tenne stretta perché non scappasse, o gli venisse strappata dalle mani.
“Lasciala
andare, non vedi che è solo una bambina?”
“Questa
bambina ci servirà!”
“Che
vuoi dire?”
“A
te non deve interessare”.
Nel
frattempo alcuni saiyan presenti nell’arena iniziarono a dirigersi verso le
uscite, altri invece, spiccarono il volo in direzione delle proprie case.
Presto
padre e figlio rimasero soli.
“Dove
avete portato la mia famiglia?” Goku indurì lo sguardo, ed assomigliò in modo
impressionante a suo padre.
“Stanno
bene, non preoccuparti. Si trovano nei sotterranei del castello, nelle prigioni
per essere più precisi.”
“Tu
li hai visti, Mai?” Chiese alla bambina.
“No.
Però ho incrociato Trunks e Goten, hanno combattuto prima di me”
Senza
Vegeta lì con lui, Goku poteva fare poco, anzi, non avrebbe dovuto fare niente
prima di consultarlo, non era sicuro che Bardack stesse dicendo la verità, per
quanto ne potesse sapere la sua famiglia si poteva benissimo trovare su di un
altro pianeta, e se avesse eliminato tutti i saiyan sarebbe stato difficile
trovarli.
Meglio
prendere tempo finchè il suo amico non sarebbe ritornato da palazzo.
“Dammi
un solo motivo per non farti fuori all’istante”.
Bardack
aprì le braccia tenendo sempre ben stretta Mai nella mano destra come fosse una
busta della spesa “Perché sono tuo padre, e tu non elimineresti mai un membro
della famiglia.”
Un
fruscio dietro di lui, lo avvertì di una presenza, avrebbe riconosciuta
quell’aura tra mille.
“Come
se non lo avessi già fatto” Poi si voltò verso quell’individuo “…dico bene?
Radish?”
“Ciao
fratellino, è un piacere rivederti.” Fece un inchino burlandosi di lui
“…tecnicamente era stato il muso verde a colpirmi mortalmente, e se non ricordo
male ci aveva uccisi tutti e due.” Si portò al fianco di suo padre, giusto per
fargli capire da che parte stava. “Ma sia chiaro! Nessun rancore, ok?” Alzò le
braccia in segno di resa “…ti avrei ucciso anch’io!”
Goku
si portò sulla difensiva, era pronto per combattere ancora contro suo fratello,
e questa volta ci sarebbe andato già subito giù pesante.
“Ragazzi!”
Disse mellifluo Bardack “…devo forse sculacciarvi? Su, fate pace. Non voglio
vedere i miei due figli litigare come bambini.” Guardò prima uno e poi l’altro.
Radish
incurvò un labbro ed incrociò le labbra in segno di offesa.
“Siamo
riusciti ad unire la famiglia. Ora combatteremo per Re Vegeta e il nostro
popolo.”
“Io
ho già una famiglia.” Goku cercò di non abbassare la guardia, sapeva quanto
subdoli i saiyan potevano essere.
I
suoi sensi erano sempre allertati e attenti. “E voglio che mi portiate subito
da loro”. Un ordine che non permetteva repliche.
**
Continua
*
Angolo dell’Autrice: Buona domenica a tutti ed eccoci qui con il
consueto appuntamento domenicale.
Vegeta che parla
con suo padre e Goku che fa la stessa cosa con la differenza che arriva anche
Radish a dare man forte.
Sono decisi più
che mai a riprendere le loro famiglie e ad andarsene di lì, ci riusciranno? Per
scoprirlo vi basterà attendere la prossima settimana con il capitolo: Nuovi impieghi.
Baci, Erika
*
P.s. Se non lo
avete ancora fatto, vi segnalo che tempo fa avevo pubblicato una one shot dal
titolo “Un aiuto inaspettato”, una VegeBul, se avete
piacere passate a leggerla e a lasciarmi una vostra impressione visto che
saranno i protagonisti della prossima long nel medesimo periodo.
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