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Autore: Felpie    04/05/2021    3 recensioni
Come si riconosce un eroe?
Certo per i figli dei Salvatori del Mondo Magico non deve essere facile reggere il confronto.
Possono definirsi eroi?
Alle prese con la Scuola di Magia e Stregoneria più famosa del mondo, genitori oppressivi quanto distanti, amori adolescenziali, segreti e tradimenti, anche la loro vita non è poi così facile. Però non c'è nessuna guerra, almeno non di quelle con incantesimi e morti.
Come possono trovare la loro strada senza rimanere nell'ombra dei genitori, i figli degli eroi?
[Long che fa parte della serie "I Figli degli Eroi"]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio | Coppie: James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I figli degli eroi'
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So she said what's the problem baby
What's the problem I don't know
Well maybe I'm in love (love)
Think about it every time
I think about it
Can't stop thinking 'bout it
How much longer will it take to cure this
Just to cure it cause I can't ignore it if it's love (love)
Makes me want to turn around and face me but I don't know nothing 'bout love
(Accidentally in Love - Counting Crows)






Molto più sobrio, ma non per questo meno familiare, è il Natale a Villa Malfoy; la casa non è addobbata granché, l’albero di Natale nemmeno a parlarne perché è troppo babbano per nonna Narcissa, ma Scorpius ha saputo che suo padre starà a casa per alcuni giorni e questo gli basta.

Ha il forte sospetto che c’entri la donna in coma, che si è risvegliata dopo dieci giorni ma che ancora è sotto osservazione perché ha dei parametri vitali non nella norma – o almeno, questo è quello che ha captato origliando le conversazioni dei suoi genitori – e questo gli dispiace, perché suo padre è un bravo MediMago. Ma, egoisticamente, è contento che abbia del tempo da dedicargli, in questo modo. Lo ha già aiutato a lucidare la scopa, gli ha insegnato un semplice incantesimo curativo e gli ha raccontato degli aneddoti di quando era ancora a scuola, riguardanti il padre di Sebastian, la madre di Jodie e altri con cui ormai Draco non si vede né si sente da tempo. Oh, e l’ha portato a trovare suo nonno. La grandissima novità di quel Natale, come dimenticarsene, l’incontro con Lucius Malfoy.

La cosa era nata dal nulla, semplicemente aveva visto suo padre mettersi la giacca e il cappotto elegante e, alla domanda su dove stesse andando, aveva detto “Al San Mungo. Da nonno”. Da lì al “vuoi venire con me?” era passato mezzo secondo, mentre invece tra quest’ultima domanda e la risposta affermativa di Scorpius ne erano passati diversi.

Così Draco aveva aspettato il figlio e si erano Smaterializzati insieme all’ospedale, dove il padre si muoveva con competenza e con sicurezza.

“Papà…” domanda Scorpius in ascensore.

“Sì?”

“Nonno cosa… cosa sa di me?”

Draco alza un angolo delle labbra “Nulla. Ciò che vuoi che sappia glielo dirai tu.”

Lucius Malfoy ha un aspetto regale, seppur fermo sul letto dell’ospedale, con i capelli bianchi e una flebo attaccata al braccio.

Scorpius si sente intimidito dalla sua figura non appena mette piede nella stanza e si ferma un attimo, sperando che suo nonno non lo noti, prima di entrare definitivamente e chiudersi la porta alle spalle.

“Ciao papà.”

“Draco. Ti trovo bene. Ho sentito delle voci di corridoio su di te.”

Se suo padre si sia irrigidito a queste parole, Scorpius non lo nota, ma Draco lo spinge in avanti “Ti ricordi di Scorpius?”

Lo sguardo di ghiaccio dell’uomo si posa sul ragazzo, che si impone di mantenere la calma, e lo saluta “Ciao, nonno.”

“Nonno… che strana parola. Sono anni che non ci vediamo Scorpius.”

“Come ti senti?”

“Ho avuto giorni migliori. Raccontami di te, sei un Serpeverde?”

Scorpius annuisce, anche se si sente un po’ con le spalle al muro e senza la possibilità di rispondere in modo diverso “Sì, nonno. Sono Prefetto e Cercatore dei Serpeverde.”

Uno scintillio orgoglioso corre negli occhi dell’uomo, che poi annuisce a sua volta “Molto bene. Draco, devo parlarti del San Mungo.”

“Sì, papà. Scorpius perché non ci aspetti fuori?”

E così è finito l’incontro con il nonno e Scorpius si sente improvvisamente più a suo agio nel corridoio dell’ospedale; si siede su una sedia e guarda gli infermieri correre di qua e di là e, dopo una ventina di minuti, suo padre esce dalla stanza, con un’espressione affaticata, e gli comunica che possono andare. E quando il padre lo porta a bere qualcosa al Paiolo Magico, ma senza dirgli molto, Scorpius pensa che non sia il caso di chiedere nulla.

E il Natale arriva poco dopo: generalmente Jodie e Pansy lo passano con loro, ma quell’anno Jodie e sua madre non si sono uniti ai Malfoy, preferendo passare il Natale in casa loro, sfruttando un giorno totalmente libero dal lavoro di Pansy per stare un po’ insieme, così anche i tre Malfoy sono soli nella loro grande villa.

“Che voti hai avuto negli ultimi compiti, Scorp?” domanda Draco, servendosi del pollo arrosto e passandolo alla moglie.

“Tutti alti, papà. Oltre Ogni Previsione e qualche Eccezionale. Solo in Erbologia ho preso Accettabile.”

“Come mai?”

“Perché il professor Paciock ha una fissa per i disegni e le mie piante sono tutte uguali” ammette Scorpius e i genitori si guardano con un sorriso.

“Se il voto più basso che hai è un Accettabile e solo perché non sai disegnare non è la fine del mondo, tesoro” lo rassicura Astoria “Soprattutto perché ai G. U. F. O. nessuno ti dirà mai di disegnare qualcosa.”

“Il professor Paciock ce l’ha con me” ribatte il ragazzo, prima di girarsi verso il padre “Non è che gli hai fatto qualcosa e che ora si vendica?”

“Non essere ridicolo. Certo io e Paciock non avevamo proprio un grande rapporto…”

“… non avevate proprio rapporto” lo corregge la moglie.

“… ma lui è troppo onesto e troppo Grifondoro per prendersela con te solo per vendicarsi.”

“Parli dei Grifondoro come se fossero una malattia.”

“Non è Godric il problema, è quelli che sceglie” replica Draco, prima di fare un sorriso al figlio “In ogni caso, sei stato bravo.”

Scorpius sente uno strano calore all’altezza del petto, ma si dimostra molto concentrato sulle patate al forno.

In tutto quel tempo ha continuato ad inviare lettere a Lily, anche se abbastanza sporadiche: lui, di cose da fare, non ne ha avute molte, ma la ragazzina è stata super impegnata, tra pranzi, cene, cugini da qua e cugine di là e il gufo di casa Potter non si è stancato troppo a correre qua e là. Però – e questa è l’altra grande novità delle vacanze di Natale di Scorpius – usciranno insieme.

Come sia finito a chiederglielo sul serio, lui davvero non lo sa e ogni volta che prova a pensarci decide in fretta di cambiare argomento, quando gli torna in mente che sta avendo un segreto con Albus, che sta tradendo la fiducia di Sebastian, che Jodie si infurierà da morire quando lo scoprirà perché lui non glielo ha detto subito, che Lily lo ucciderà quando saprà che lui non era l’X originale – cioè, sulla pergamena sì, ma se proprio bisognava essere pignoli no, non lo era – che tutto il Clan Potter – Weasley desidererà la sua testa, probabilmente, avendo avvicinato la loro piccola cuginetta ad una cosa come l’amore. E quindi era decisamente meglio non pensarci.

Però questo tanto sospirato primo appuntamento si è avvicinato più in fretta del previsto, incastrato tra i troppi impegni della ragazza, e quando quella mattina Scorpius si avvicina alla madre, spera che gli risponda di no alla domanda che deve porle.

“Posso uscire oggi?”

“Certo.”

Ecco, appunto.

“Con Albus?” aggiunge Astoria.

“Sì” mente Scorpius, a disagio: sua madre è sempre stata brava a capire quando diceva una bugia – tipo se avesse finito le sue verdure da piccolo, quando implorava Leslie di non preparargliele – ma in questo caso dovrebbe essere facile, no? Chi crederebbe mai che lui, invece che uscire con il suo migliore amico, stia per uscire con la sorella – alias Lily Luna Potter, figlia del Salvatore del Mondo Magico e bla, bla, bla?

E così il ragazzo si ritrova a girovagare per la casa, in preda ad una strana sensazione che ricorda un misto di euforia, ansia, preoccupazione e in generale un’agitazione sottopelle. Non sa come passare quelle ore di attesa e, quando alla fine passano, non ha idea di cosa abbia fatto in tutto quel tempo.

Scorpius si guarda allo specchio, ripetutamente: come ci si veste per andare ad una fiera babbana?

Sì, perché la piccola Potter ha avuto quest'idea geniale – se lo chiedete a lei – orripilante – se lo chiedete a Scorpius – che sperava di cavarsela con un caffè, una panchina o un parco. E invece no, a quanto pare Lily ci tiene proprio a fare le cose per bene e a divertirsi insieme a lui, così ha intenzione di portarlo nella Londra Babbana dove, a quanto pare, c’è una fiera per le vacanze di Natale.

Vorrebbe chiedere ad Albus se un paio di pantaloni neri e un maglioncino grigio a collo alto vadano bene per un’uscita del genere, ma in primis sarebbe ridicolo e in secundis dovrebbe confessargli di uscire con sua sorella – e che lo sta usando come copertura con i suoi genitori.

Per Salazar, si sta facendo problemi per un maglioncino che sarà ampiamente coperto dalla giacca, visto che fa un freddo Mannaro, che cos’ha per la testa?

Gli torna in mente la conversazione avuta con Rose l’ultimo giorno di scuola.



“Malfoy.”

“Weasley.”

“Ti cercavo.”

Scorpius si ferma, appoggiando il baule che sta trascinando verso l’ingresso “Davvero? E da quanto tu ci tieni a passare più tempo del dovuto in mia compagnia?”

“Da quanto mi hai fatto una promessa, Malfoy.”

“Io non ti ho…”

“Mi hai promesso che avresti trattato bene mia cugina e che l’avresti invitata ad uscire. E che gli avresti raccontato tutto. O sbaglio?”

Rose calca sull’ultima parola, ben sapendo che no, non sta sbagliando.

Scorpius sbuffa “Lo so.”

“O glielo dirò io.”

“So anche questo, Weasley. Non la tratterò male e gli farò passare un bel pomeriggio. Sono Scorpius Malfoy, dopotutto.”

“È proprio questo che mi preoccupa.”

Scorpius la guarda male, ma non aggiunge nulla perché Rose lo interrompe “In ogni caso sono venuta solo a raccomandarmene. Se fai soffrire di nuovo mia cugina sei morto e credo tu sappia che sono capace di parecchi incantesimi anche per farlo succedere in maniera dolorosa.”

“Mi spaventa di più il fatto che passi così tanto tempo da sola in biblioteca che potresti fare il MagiAvvocato di te stessa e liberarti in nemmeno dieci minuti” replica Scorpius “Mai pensato di trovarti un ragazzo?”

“Vista la pseudo relazione di Lily? No, grazie, sto bene così.”

Questa è decisamente una frecciatina. Perché, se Lily forse era troppo innocente per scoccarle, Rose di sicuro no.

“E vestiti bene” conclude Rose, con la sua solita aria da superiore, mentre il ragazzo deve trattenersi dal farle notare che se fosse per lei a lezione ci si andrebbe in pigiama e pantofole. Non ne avrebbe comunque il tempo perché la ragazza si gira e lo abbandona da solo, ricordandogli per l’ennesima volta che non farà mai più favori a Sebastian o a lui.



Pensando a queste cose decreta che il suo outfit va più che bene e annuncia a Leslie che sta per uscire e che tornerà per cena. È una persona eccessivamente puntuale, a volte, e quindi arriva ovviamente prima della piccola Potter, che invece proprio tanto puntuale non è, e si mette ad aspettarla appoggiato ad un lampione. Covent Garden, il luogo della fiera, è pienissimo di babbani, famigliole imbacuccate nei loro cappotti e con le sciarpe fin sul naso, gruppi di amici che ridacchiano con cappelli colorati in testa e bambini che si rincorrono urlanti e che fanno venire un istantaneo mal di testa al Serpeverde.

Non gli ci vuole molto a riconoscere la Grifondoro in mezzo alla folla: indossa un piumino bianco ed un cappello verde con un pon-pon e tiene le mani in tasca probabilmente per ripararsi dal freddo, come se la grande sciarpa intonata al cappello non fosse sufficiente; l’unica cosa del suo viso che riesce a vedere sono gli occhi luminosi, le gote leggermente arrossate dal freddo e qualche ciocca di capelli ramati che sfuggono al controllo del cappello. Scorpius, da bravo perfezionista, avrebbe voglia di spostarglieli delicatamente dietro le orecchie, per sistemare quel disordine involontario, ma gli sembra tutto così alla Lily Potter, anche quelle ciocche ribelli, che non si azzarda a fare nulla, nemmeno quando lei gli arriva a pochi passi, con un sorriso raggiante che spunta fuori dalla sciarpa.

“Ciao.”

“Ciao.”

“Aspetti da tanto?”

Scorpius scuote la testa “No, sono appena arrivato anche io.”

“Dove vuoi andare?”

Il ragazzo è preso in contropiede da quella domanda e pensa subito che si deve riabituare all’euforia e all’esuberanza della piccola Potter.

“Non lo so, non sono mai stato qui. Che cosa si fa ad una fiera babbana?”

Gli occhi smeraldini di Lily si illuminano, tutta contenta di poter spiegare qualcosa a Scorpius, ed inizia ad elencare “Non ci sei mai stato? Ci sono le giostre, le case di paura e tantissimo cibo. Cibo in bancarelle ambulanti, Scorp! Tipo lo zucchero filato, mi hai detto che ti piaceva, no? Magari ce n’è un po’ da qualche parte. E poi ci sono le caldarroste e il croccante! Lo so che si mangiano anche al castello, ma prenderli da un venditore per strada è diverso e hanno tutto un altro sapore. E la pizza, il gelato e le caramelle! So che forse per il gelato non è proprio il momento giusto, però… hai mai mangiato il gelato? Cioè è buonissimo, si dovrebbe mangiare tutto l’anno. E le caramelle sono diverse da quelle che mangiamo noi, ma sono gommosissime e ti fanno diventare la lingua colorata…”

Scorpius si perde dopo le prime cinque parole probabilmente, ma non vuole interrompere il discorso tanto allegro e tanto entusiasta della ragazza, che continua ad elencare cose a lui sconosciute, ma che sembrano buonissime, fantastiche, meravigliose e tantissimi altri aggettivi superlativi. Sembra così rilassata Lily mentre parla di tutte quelle cose, almeno finché non si gira a guardarlo con l’espressione interrogativa.

“… mangiamo? Perché io ho un po’ fame…”

“Come? Sì, sì” si affretta a rispondere il biondo, facendola ridacchiare.

“Ti sto intontendo di chiacchiere?”

“Un po’…” ammette Scorpius e le sembra che Lily arrossisca a queste parole.

“Scusami. È che sono un po’ agitata. E devo tornare a casa presto, quindi non voglio sprecare questo tempo con te. E potrei anche aver mangiato un po’ troppe caramelle a casa di Rose.”

Il Serpeverde la guarda sbalordito – anche perché ha sparato pure queste parole ad una velocità inumana - ma poi ridacchia divertito “Allora direi basta caramelle per te. Ti va un… cos’erano le altre cose che avevi detto?”

“Più o meno dopo quanto ti sei perso?”

“Dopo qualcosa di ambulante” ammette il ragazzo, grattandosi la testa, ma alla piccola Potter non sembra dispiacere perché non smette un attimo di sorridere.

“Hai mai mangiato la pizza?”

“Cos’è?”

“Una cosa italiana. Ogni tanto al castello c’è la focaccia, che è simile, ma la mozzarella deve essere molto più filante per definire una pizza” dichiara Lily, con fare esperto, prima di afferrargli una mano.

Ha la mano fredda, la piccola Potter, è questo che il cervello di Scorpius registra quando lo sguardo gli cade sulle loro mani intrecciate.

“Rose adora l’Italia e anche Molly: hanno deciso che quando Molly finirà la scuola, quest’anno, andranno insieme a fare una vacanza lì. Hanno parlato di tantissime città, ma non mi ricordo nemmeno un nome, sinceramente… sai, ho idea che a te l’Italia piacerebbe” esclama Lily, facendosi seguire.

“Ho visto delle foto da un libro, credo. È piena di monumenti. Ma conosco solo Roma, in pratica.”

Lily ridacchia e Scorpius la guarda confuso, prima di domandare “Che ho detto di male?”

“Di male niente, ma l’Italia è piena di cibo, di paesaggi meravigliosi e di una cultura piena di vita… e tu vai a vedere i monumenti?”

Scorpius la guarda confuso, prima di scoppiare a ridere “Non si vede mica il cibo sui libri… o almeno non in quelli che girano in casa mia.”

Il biondo si guarda intorno, prima di commentare “Alla fine mi ci hai portato sul serio a Covent Garden…”

La ragazza lo guarda confusa, fermandosi e lasciandogli andare la mano, e così Scorpius aggiunge “Non te lo ricordi? In una delle tue lettere mi ha scritto che è un quartiere di Londra che adori. Mi avevi anche detto dell’amore di tua cugina per l’Italia e del fatto che tu vuoi andare in Spagna.”

“Ti ho detto sul serio tutte queste cose? Mi manca solo di rivelarti qualche segreto imbarazzante della mia famiglia, allora.”

“Su tuo fratello credo di saperne di più io.”

“Tipo?”

“Tipo che è innamorato della sua migliore amica e che Jodie gli ha regalato un pile per Natale perché Al si lamenta sempre del freddo. E lui sicuramente non le avrà preso nulla perché è un Troll” pensa il biondo, senza però dirlo ad alta voce e limitandosi ad alzare le spalle “Lo sai che una volta ha fatto indigestione di noccioline e ha avuto mal di pancia per tre giorni?”

“Scusa, ma quante ne ha mangiate?”

“Non lo so. So che Sebastian ad un certo punto voleva portarlo in Infermeria ma tuo fratello si è rifiutato perché diceva che era poco virile essere sconfitto da una manciata di noccioline.”

Lily scoppia a ridere, scuotendo la testa “È una cosa proprio da mio fratello. Quand’era piccolo amava i mirtilli e ne ha mangiati così tanti che alla fine è diventato allergico.”

“Si diventa davvero allergici ai mirtilli se uno ne mangia troppi?” domanda confuso il ragazzo.

“Non lo so, ma lui dice di esserlo, non riesce nemmeno a sentirne l’odore” risponde Lily, guardandosi intorno “Comunque stiamo continuando a parlare di cibo e il mio stomaco brontola. Vieni, c’è una ragazza che vende la pizza che è simpaticissima.”

Prima che Scorpius si possa anche solo domandare come faccia Lily Potter a conoscere una babbana che vende la pizza, così bene addirittura da poter dire che è simpaticissima – ma quante volte c’è stata a Covent Garden, esattamente? – la ragazza lo prende per mano – di nuovo – e lo trascina in mezzo alla folla alla ricerca del posto; ogni tanto si ferma, come se non si ricordasse bene dov’è, ma senza mai lasciare la mano di Scorpius, forse un po’ per paura di perderlo e forse un po’ senza notarlo nemmeno, mentre il biondo non riesce a staccare gli occhi dalle loro mani – di nuovo – intrecciate.

Nemmeno dieci minuti dopo Scorpius si trova tra le mani una fetta di pizza piena di pomodoro e filante di mozzarella, con l’orrido pensiero che potrebbe finire facilissimamente – giusto per usare uno degli aggettivi superlativi tanto cari alla piccola Potter – sui suoi pantaloni. Invece Lily, nonostante il giubbetto bianco, non sembra preoccupata della cosa e, sempre sorridendo, gli dice se ha voglia di sedersi su una panchina, dove iniziano a mangiare la loro merenda in pace.

Nonostante l’iniziale remora di Scorpius nei confronti di quel cibo unto e leggermente molliccio, dopo il primo morso deve ricredersi e probabilmente deve anche aver fatto una faccia buffa perché Lily scoppia a ridere per l’ennesima volta. Il biondo si sta quasi abituando a quella risata contagiosa e si aggiungerebbe a lei se non fosse che è abbastanza sicuro che la piccola Potter stia ridendo di lui.

“Che c’è?”

“È buona, vero?” ridacchia ancora “Dovrebbero farla anche ad Hogwarts, è un crimine contro l’umanità non averla. Comunque, ti ricordi la conversazione sui professori?”

Il rapido cambio d’argomento destabilizza di nuovo il ragazzo, che deve sbattere un attimo le palpebre “Quale?”

“Quella su Madama Chips e il professor Vitious.”

Scorpius non capisce bene cosa c’entri quel discorso in questo momento, ma a quanto pare con la piccola Potter i pensieri non seguono un filo logico – cosa che effettivamente avrebbe dovuto capire dalle sue lettere.

“Ho scoperto che Madama Pince è davvero sposata! Mentre si vocifera che il professor Vitious, ai tempi di Hogwarts, avesse una cotta per la professoressa McGranitt, che era una vera rubacuori!” continua Lily entusiasta, come se avesse scoperto una cosa eccezionale.

“Non ci credo. Chi ti ha detto queste cose?”

“Gli elfi e Nick Quasi-Senza-Testa.”

Scorpius ride “Parli perfino con le pietre del pavimento, in pratica.”

“No, con loro ancora no. Ma conosco gran parte dei quadri del quarto e del quinto piano” lo corregge Lily, sorridendo.

Il biondo la guarda: non è solo la risata ad essere contagiosa in lei, ma anche il sorriso. Ha un sorriso bellissimo, anche se ha le labbra sporche e piene di pomodoro. Scorpius avrebbe voglia di baciarle, quelle labbra.

Non appena però questo pensiero sfiora la sua mente, sente una voragine aprirsi nel suo stomaco e si chiede come dal dover fare un favore a un amico sia finito a non voler far soffrire la piccola Lily, prima, ad uscirci, poi, e a volerla baciare come conclusione. Oltre a questo, pensa a Sebastian, ad Albus e, anche se solo per un breve istante perché in realtà di loro non gliene importa poi granché, a tutta la famiglia Potter – Weasley, a cominciare da Rose e terminando con James che, a quanto pare, vuole la testa di ogni possibile pretendente della sorella. Momento, momento, momento: com’è arrivato, esattamente, a definirsi pretendente di Lily Potter? Quand’è successo? A parte che la parola pretendente gli fa pensare ai cavalieri dall’armatura scintillante e dalla spada affilata, pronti a lottare per il cuore di una fanciulla, e la cosa lo riporta automaticamente a Sebastian.

Che sciocchezza. Lui non deve lottare per nessun cuore di nessuna fanciulla.

Ma mentre Lily continua a sorridergli, raccontando di altri quadri con cui ha parlato, Scorpius si ritrova a chiedersi se gli farebbe piacere se la ragazza rivolgesse quei sorrisi a Sebastian. La risposta è ovviamente no. Cioè ovviamente sì, Salazar, sarebbe contento per Sebastian.

Sente nella sua mente Jodie ridere di lui solo per quegli sciocchi pensieri che sta facendo e la sente ricordargli che Sebastian in quell’ultimo periodo non gli sta molto simpatico e che lo sta palesemente evitando con le scuse più stupide. Quando la voce della sua coscienza assomiglia a Jodie Scorpius è sempre alquanto infastidito – soprattutto perché sa che la sua migliore amica, il più delle volte, ha ragione.

“Sto parlando solo io!” esclama Lily “Mi dispiace, ho di nuovo monopolizzato la conversazione.”

Scorpius viene riportato bruscamente alla realtà e allontanato dai suoi pensieri, ma sorride dolcemente alla ragazza e scuote la testa “Non preoccuparti, io non…”

“Forza, raccontami qualcosa tu!” lo interrompe la ragazza.

“Cosa vuoi che ti racconti?”

“Quello che vuoi! Il Natale, che regali hai ricevuto, che farai a Capodanno… lo sai che mia cugina si sposa? Faremo una festa enorme, tutta la famiglia non vede l’ora e Hugo mi ha detto che Louis è super impegnato nei preparativi e che…” Lily si blocca “… sto di nuovo parlando troppo, Godric. Ti prego, fermami.”

Scorpius scuote la testa “È abbastanza divertente sentirti sproloquiare in questo modo.”

“Sì, ma io non sono uscita con te per riversarti addosso tutto ciò che mi passa per la testa…”

“… no?”

“… no, per quel ruolo c’è già Hugo e lo pago profumatamente in muffin. Volevo conoscerti meglio e invece in questo momento ti sto solo dando l’impressione di essere fuori di testa… sto rovinando tutto?”

Rovinando tutto? Ma come fa una ragazza del genere a rovinare tutto?

Scorpius accantona questo fastidioso pensiero in un angolo della mente, accartocciando anche l’involucro vuoto della pizza e appoggiandolo sulla panchina “Perché? Mi fa piacere sentirti parlare.”

“Sul serio?”

“Vivo con tuo fratello, Lily, credi che io non sia abituato alle chiacchiere?”

“Sì, ma… ecco, spero che tu non abbia appuntamenti con Albus” commenta Lily “Cioè, non che ci sarebbe nulla di male, ma ecco, potrei essere gelosa di mio fratello dopo? Cioè sarebbe una cosa ridicola, oltre che, e forse questo non è poi un gran punto, ma è comunque da considerare, farei probabilmente impazzire James che non saprebbe da che parte schierarsi e chi prendere a pugni e…”

Sarebbe gelosa di suo fratello?

Di tutto il discorso – un po’ fuori di testa, è da dire – di Lily, Scorpius si è come al solito fermato alla seconda frase, mentre registra con calma quelle parole. Non sa perché, ma sono parole che gli fanno piacere e sente improvvisamente caldo sulle guance.

Maledetta piccola Potter che dice tutto quello che pensa senza filtri. Questa è una caratteristica che ha sicuramente preso da sua cugina; solo che, mentre di quello che dice Rose a Scorpius non importa quasi nulla, le parole di Lily hanno il fastidioso potere di rimanergli incastrate dentro. E vedendo quanto parla la ragazza, sembra che non se ne sia nemmeno accorta!

“Lily, ti prego, fermati o andrai in iperventilazione” la blocca il ragazzo, divertito.

Sì, divertito. Perché si sta divertendo davvero in quel pomeriggio che, fino ad un mese prima, non avrebbe mai nemmeno immaginato.

La ragazza si zittisce e Scorpius aggiunge “Non è un problema se parli così tanto, davvero. Dici cose spiritose e mi piace starti a sentire. E sì, prima che tu lo chieda, davvero mi piace. Raccontami del matrimonio, del tuo Natale, della tua famiglia, dell’Italia, di tutto quello che vuoi. Non devo per forza parlare per stare bene, sul serio.”

“Sì, lo so, solo che…”

L’occhiata che Scorpius le rivolge la fa smettere in quella che sarebbe stata l’ennesima scusa e Lily sospira “Va bene. Però almeno dimmi come hai passato il Natale. Così intanto riprendo fiato.”

Scorpius alza le spalle “Il mio Natale è stato molto normale, a dire la verità. Nonna è venuta da noi alla Vigilia, mentre a pranzo siamo stati solo noi tre. Di solito viene anche Jodie con la madre, ma quest’anno hanno preferito stare tra loro, zia Pansy non lavorava. Ma… ecco, da noi il Natale non è una festa così piena di vita. Te l’ho detto, preferisco Halloween. Però… sono andato a trovare mio nonno.”

Non sa perché le sta dicendo una cosa del genere, una cosa così personale, ma tanto, a quanto pare, sul personale c’è andato parecchio negli ultimi mesi e visto che Lily sembrava sul serio interessata al fatto che si preoccupasse per il nonno…

“Sì? Come stava?”

“Non lo so, direi bene. Ha sempre un’aria un po’ austera e non si è prodigato in molti commenti. Ma sembrava stare bene” risponde Scorpius, pensieroso “Però non ero mai stato a visitare un paziente del San Mungo, quindi non ho molti metri di paragone.”

“E tuo padre? Lui come sta?”

“Non ha lavorato molto. Non so se c’entri l’articolo di giornale…”

“Oh… mi dispiace.”

Scorpius scuote la testa “Non preoccuparti, può succedere.”

“No, invece. Non dovrebbe” ribatte la ragazza “Non è giusto che per ciò che è successo una volta uno venga condannato a vita!”

Scorpius vorrebbe farle notare che non è proprio così e che sì, la gente se sbaglia viene condannata a vita, ma non vuole inoltrarsi in un discorso del genere, non in quel momento che sta così bene. Non vuole pensare al fatto di essere il figlio di un Mangiamorte, al fatto che la sua famiglia ancora viene guardata di traverso quando vanno a King’s Cross e a tutte quelle cose deprimenti a cui non vuole dare peso e con cui non vuole rovinare quel pomeriggio così leggero – come da tempo non era un suo pomeriggio.

Lily lo guarda pensierosa “Ti dà fastidio parlare di queste cose?”

Il biondo esita un attimo prima di rispondere “No.”

“Mi dispiace avertelo chiesto.”

“Ma se ti ho appena detto che non mi dà fastidio…”

“Non mi sembravi sincero” dichiara a bruciapelo la ragazza, guardandolo negli occhi. Gli occhi verdi come il prato di Lily Potter: Scorpius li trova incredibilmente belli. Sembrano così perfetti e stanno perfettamente sul suo viso lentigginoso e incorniciato dai capelli ramati.

Lily si fruga nelle tasche e tira fuori un pacchetto, che Scorpius guarda curioso, soprattutto quando la Grifondoro glielo porge.

“Che cos’è?”

“Aprilo e vedi” risponde semplicemente Lily “È un regalo.”

“Per me?”

“No, per me, sto aspettando che tu me lo dia” ridacchia la ragazza e, vedendo che il biondo non sta davvero capendo, aggiunge “Sto scherzando, Scorpius. Certo che è per te, aprilo.”

“Ma io non ti ho preso niente…”

E soprattutto Scorpius non pensava di dovergli fare un regalo, l’idea non l’ha sfiorato nemmeno per un istante.

“Non dovevi, infatti. È una cosa che ti ho preso perché l’ho visto e ho pensato a te, non mi aspettavo nulla in cambio” spiega Lily “E visto che ti sembra tanto strano, sappi che io faccio spesso regali a caso alle persone. Ma tu intanto aprilo e poi vedrai che è una cosa sciocca. Anche se spero che ti faccia piacere.”

Il ragazzo, incuriosito e un po’ a disagio, scarta il pacchetto e si ritrova, involtolati nell’alluminio, dei biscotti a forma di unicorno, con tanti zuccherini colorati sopra.

“Volevo farti degli unicorni di zucchero, ma non ci sono riuscita e sono venuti duri come il marmo, quindi ho ripiegato sui biscotti.”

“Li hai fatti tu?”

“Non si vede? Gli zuccherini sono praticamente lanciati a caso sopra e…”

“Non hai detto che li avevi visti e ti sono venuto in mente io?”

Lily scuote la mano, come se quella fosse una cosa superflua “Sì, è vero. Cioè li ho visti in un negozio babbano, l’altro giorno sono venuta nella Londra Babbana con Molly che doveva fare un regalo per Albus per il Babbo Natale segreto tra cugini. Niente, dicevo, li ho visti e ti ho pensato, ma come ho detto quelli di zucchero non sono riusciti, quindi ho dovuto ripiegare sui biscotti.”

“Posso mangiarne uno?”

Lily lo guarda e scoppia a ridere “Ma certo che sì, sono per te!”

“Ne vuoi un pezzo?”

“Solo per vedere che non ti soffochino.”

Il resto del pomeriggio scorre così rapidamente, tra le chiacchiere senza fine di Lily e il sorriso spontaneo che non abbandona nemmeno per un momento il viso di Scorpius: la ragazza gli racconta di tutto, qualsiasi cosa le passa per la mente, e il ragazzo ride di gusto, molto più a suo agio dopo aver mangiato i biscotti. Quella ragazzina è davvero simpatica e lo rende tranquillo, tantoché non si accorge minimamente del tempo che passa, troppo occupato a guardarle quelle ciocche di capelli che sfuggono ancora fastidiosamente al controllo del cappello, le lentiggini che si muovono mentre Lily parla e le labbra perennemente in movimento.

Si chiede se siano morbide, le labbra della piccola Potter: si immagina che ci passi sopra chili e chili di burrocacao. Sicuramente le ha visto indossare un lucidalabbra, ogni tanto al castello, che le stava davvero bene: si era anche ritrovato a pensare che Lily Potter stesse molto meglio con un semplice lucidalabbra di quelle sciocche Tassorosso del quarto anno che si riempivano di rossetto e di correttore. La piccola Potter è già bellissima così, al naturale.

Arrossisce a quel pensiero, ma la ragazzina non ci fa nemmeno caso, tanto è presa dai racconti sul matrimonio: Scorpius si immagina che sarà una festa grandiosa – e che Albus si lamenterà ampiamente della confusione e del dover indossare lo smoking.

La Grifondoro prova a convincerlo ad andare su una specie di trenino fin troppo alto per i gusti di Scorpius, dove una scatolina di metallo si lancia a capofitto verso il basso, seguendo dei binari estremamente sottili, con una velocità che possono raggiungere solo le Nimbus di ultima generazione. Si rifiuta categoricamente di salire, facendole notare che il suo stomaco sta bene al suo posto e che non vuole vederlo affianco ai polmoni o, peggio ancora, in gola. Però si lascia convincere ad entrare in una casa degli orrori, dove la piccola Potter gli stritola la mano quando un uomo con la testa di un cinghiale appare da dietro un angolo, e nella casa degli specchi, dove il Serpeverde è molto tentato di tirare fuori la bacchetta e distruggere qualsiasi cosa gli restituisca il suo riflesso e uscire da quel posto infernale. Sfortunatamente, la sua bacchetta è rimasta a casa. Però si diverte a vedere le bancarelle piene zeppe di oggetti babbani strani, fatti di legno, di stoffa o di tessuto.

Alla fine è Lily a fargli notare che devono tornare a casa e che è ora di cena e a Scorpius dispiace, senza sapere nemmeno perché. O meglio, lo sa, ma non ha intenzione di ammettere che si è divertito tantissimo con quella ragazzina instancabile e dall’allegria contagiosa.

Si chiede se dovrebbe offrirsi di portarla a casa, ma non gli sembra un’idea tanto sensata: dopotutto, lei ora dovrebbe essere con Hugo e suo fratello potrebbe rimanere sorpreso del trovarselo in casa – sorpreso, che eufemismo.

Si chiede anche come dovrebbe salutarla, che cosa sia stato quello che sembra essere stato a tutti gli effetti un appuntamento. Ma la piccola Potter è più rapida di lui, perché gli si avvicina, lo abbraccia dolcemente e gli schiocca un bacio sulla guancia; Scorpius è colto talmente tanto alla sprovvista che non sa come reagire e rimane immobile.

“Allora ciao Scorpius” esclama la ragazza, quando si separa da lui “Mi sono proprio divertita!”

“Sì… anche io…” mormora il biondo, senza sapere cosa dire “E… grazie per i biscotti.”

“Sono contenta che siano venuti bene!”

“A… a presto.”

“Scrivimi, d’accordo?”

“Ho idea che sarai impegnata in questi giorni” ridacchia Scorpius e la ragazza fa finta di pensarci su.

“Effettivamente… ti auguro anche buon anno, allora. Oh, ma io devo salire su quello!”

E, senza aggiungere altro, la ragazza si gira per correre verso un autobus babbano, lasciando lì Scorpius intontito e confuso a guardarla allontanarsi. Rimane lì a guardare il punto vuoto per qualche secondo, prima di darsi dello sciocco e ricordarsi come si cammina, andando in direzione di casa.

Quel pomeriggio con la piccola Potter lo ha confuso tremendamente ed è ancora immerso nei suoi pensieri quando entra nell’immensa sala di Villa Malfoy, dove la madre è intenta a leggere un libro davanti al camino.

“Mamma?” la saluta avvicinandosi.

“Ciao, Scorpius, bentornato” risponde la donna, chiudendo il libro “Tutto bene, tesoro?”

“A te piace la cioccolata calda?”

Astoria lo guarda confuso “Perché questa domanda?”

Scorpius alza le spalle “Perché… avevo voglia cioccolata calda. E mi domandavo… sì, se volevi berne un po’ con me.”

Come fa la famiglia Potter.

La donna sorride divertita “Non bevo la cioccolata calda da… non so, forse dai tempi di Hogwarts. Leslie?”

Il suono tipico della Smaterializzazione avvisa i due che l’elfa è accanto a loro.

“La padrona ha chiamato Leslie, signora Astoria?”

“Sì. Potresti farci due tazze di cioccolata calda?”

“Leslie può farlo, signora Astoria. Ma la cena è quasi pronta.”

Astoria guarda il figlio e scuote la testa “Non importa, oggi facciamo una cena alternativa. Portaci anche qualche biscotto, ti vanno, Scorpius?”

Il ragazzo annuisce e, pochi minuti dopo, è seduto sul divano accanto alla madre, sotto una coperti a scacchi e con in mano una tazza di cioccolata fumante; Leslie ha fatto anche una teglia di biscotti con le gocce di cioccolato e Scorpius pensa che non ha mai visto sua madre fare una cena del genere, né – per quanto assurdo – mangiare dei biscotti.

“Che cosa ridicola” si ritrova a pensare.

“Com’è andata con Albus?”

“Bene. Siamo andati a Covent Garden, nella Londra Babbana. C’era una fiera.”

“Ti sei divertito?”

“Sì. C’erano tantissime persone. Tu che cosa hai fatto?”

La donna alza le spalle “Ho letto. Tua zia Daphne doveva passare a trovarmi, ma è stata trascinata ad una cena con i Goyle.”

“La nostra cena è più bella” specifica Scorpius e Astoria ridacchia.

“Non abbiamo nemmeno aspettato tuo padre.”

“Colpa sua, se arriva tardi a cena. Questi biscotti sono troppo buoni.”

“Dovrebbe farli più spesso, Leslie” ammette Astoria “Mi sembri allegro oggi.”

“È solo una bella giornata” minimizza Scorpius “Ci sono le vacanze di Natale e ho già quasi finito i compiti.”

“Non hai bisogno di dirmi che sei bravo, io lo so già, tesoro.”

È un bel quadretto di famiglia quello che trova Draco tornando a casa esausto dal lavoro. Scorpius ha saputo solo che gli hanno permesso di tornare dopo Natale ma è convinto che gli abbiano dato dei turni massacranti, perché torna sempre stanco e molto tardi.

“C’è una festa qui?” domanda Draco, comparendo sulla porta del salotto.

“Ciao papà.”

“Ciao caro. Ti va una cioccolata calda?”

“Una cioccolata calda?” chiede Draco, avvicinandosi e scompigliando i capelli del figlio.

“Sì. Una cena alternativa” conferma la moglie.

Il padre guarda il figlio “Posso unirmi?”

Scorpius sorride, prima di farsi un po’ più vicino alla madre per permettere a Draco di sedersi e prendere un biscotto.






Felpie's Corner
Ed ecco il tanto sospirato primo appuntamento. Vi è piaciuto? Spero di sì. Sappiate che li ho pedinati con cappello, occhiali da sole e giornale bucato per raccontarvelo. Niente bacio, mi dispiace deludervi: lo trovo un po' irrealistico, Lily ha poco più di 13 anni e vive in un mondo troppo idilliaco anche solo per pensarci. Arriverà, con calma, più avanti. 
Con il drago (per rimanere in tema magico) che Scorpius sale sulle montagne russe, sta molto meglio con i piedi per terra.
Probabilmente è impossibile che il nostro Serpeverde non abbia mai mangiato la pizza però boh, cibo italiano babbano, non credo sia proprio all'ordine del giorno in casa Malfoy. E a Hogwarts gli elfi cucinano cose sicuramente più raffinate.
Ho inventato di sana pianta il matrimonio di Madama Pince, così come il professor Vitious innamorato della McGranitt, ma quei due mi piacevano tutti. La McGranitt però è troppo algida per lui.
Non c'è parentela tra Scorpius e Jodie, ma mi piace pensare che Scorpius chiami Pansy zia. Ce la vedo molto, in questa loro famiglia ristretta.
In settimana pubblicherò un bigliettino di Scorpius su ciò che ha pensato di quest'uscita e come Dominique si prepara al tanto atteso matrimonio! Sì, perché i prossimi due capitoli (uno mi sembrava troppo poco) è sull'evento dell'anno. Così, giusto per non creare aspettative (in pratica, mi rovino con le mie mani).
Ultimo commento: amo troppo la canzone di questo capitolo, mi mette tantissima allegria. Per chi non la conoscesse, in realtà è molto famosa, è la canzone di Shrek, praticamente.
Come sempre straparlo, meglio smettere. Spero però che il capitolo vi sia piaciuto e che Covent Garden abbia messo un po' di allegria anche a voi. Come sempre, se trovate degli errori ditemelo che li correggerò subito.
A presto,
Felpie
   
 
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