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Autore: Padmini    10/05/2021    3 recensioni
Cosa sarebbe successo se Severus Piton non si fosse fidato ciecamente di Silente e avesse deciso di agire in prima persona per difendere la sua amata Lily e fosse arrivato prima che Voldemort la uccidesse?
Genere: Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Lily/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Ciao a tutti! Spero che questa fanfiction vi piaccia, sto cercando di andare avanti pian piano, per non svelare tutto subito, spero di avervi un po' incuriositi! Buona lettura <3
Mini


 
Succo di frutta e messaggi misteriosi

La mattina successiva, Severus si alzò. Riuscì a cambiare colore e tessuto del suo pigiama: dalla seta color malva a un cotone di un bel nero. Indossò la vestaglia, che da verde pisello tramutò dello stesso colore del pigiama, coordinò anche le ciabatte e uscì dalla stanza.

Temeva che Lily se ne fosse già andata, ma era ancora lì, la trovò in soggiorno, seduta sul tappeto accanto a Harry. Sembrava serena, ma conosceva troppo bene il colore dei suoi occhi per non accorgersi che, dietro il sorriso che ostentava, si celava un profondo turbamento.

Non era la prima volta in cui non sapeva cosa dire, di fronte a lei, perciò decise che restare in silenzio sarebbe stata la cosa migliore da fare. Si limitò a tossire piano, giusto per segnalare la sua presenza.

A quel suono, Lily alzò appena lo sguardo, mentre Harry continuò a giocare con una piccola palla.

“Buongiorno, Severus.” disse Lily, con tono piatto.

“B-buongiorno.” rispose lui, incerto.

“Non resteremo qui a lungo, almeno spero.” spiegò, alzandosi in piedi e andando alla finestra “Vorrei riuscire a recuperare qualche abito, qualche oggetto da casa mia, ma al momento sembra impossibile.”

Severus annuì, pur sapendo che, dal momento che era voltata, Lily non avrebbe potuto vederlo. La donna continuò ugualmente a parlare, sembrava che stesse aspettando l’ingresso di qualcuno che non fosse Harry per potersi sfogare, indipendentemente dalla sua identità. Scostò le tende e osservò qualcosa fuori, lontano, che Severus immaginò fosse la sua casa.

“Il Professor Silente è partito ieri sera” disse “Ci ha detto che possiamo stare qui quanto vogliamo. Per quanto mi riguarda, me ne andrò il prima possibile.”

Lily si voltò, chiudendo le tende con un gesto secco, e tornò a inginocchiarsi accanto a Harry. Quel comportamento incuriosì Severus, che si avvicinò a sua volta di fronte alla finestra e scostò le tende. Ciò che vide lo sconvolse.

La casa dei Potter non era vicinissima a quella dei Silente, ma si vedeva chiaramente anche da lì e ancor più visibile era la folla che stazionava di fronte all’abitazione, devastata dall'esplosione che lo aveva ferito. Decine di maghi e streghe erano ammassati di fronte al recinto che delimitava il cortile e non sembravano disposti ad andarsene.

“Vuoi che io …” iniziò Severus. Parlò quasi senza riflettere, desiderava in qualche modo rimediare, abbattere il muro che li aveva divisi da anni.

“No” rispose lei, secca “Preferirei di no.”

Severus non rispose né reagì, lasciò che lei avesse la possibilità di parlare.

“Senza offesa” continuò lei, voltandosi appena “Preferisco stare da sola e ora, più che mai, lontano da te.” aggiunse, sfogando con la voce una notevole quantità di rabbia repressa.

Sospirò e, raggiunto il divano, si sedette.

“Non è colpa tua, non del tutto almeno. Sono io che … devo ancora … affrontare tutto questo.”

Severus annuì.

“Io torno in camera.”

Non disse altro, si soffermò solo qualche istante ad osservare Harry, poi si voltò e quasi corse a rifugiarsi a letto.

Una volta solo, Severus si sedette sulla poltrona posta di fronte al letto e accanto alla finestra. Chiuse gli occhi e riportò alla mente l’immagine di Harry. Doveva ammetterlo, era davvero un bel bambino: nonostante avesse decisamente preso i capelli da James, neri come la pece e arruffati, non c’era dubbio che gli occhi fossero quelli di Lily: avevano lo stesso taglio, lo stesso colore e perfino la medesima espressione mentre sorrideva, felice e spensierato, ancora ignaro di ciò che era accaduto alla sua famiglia.

Cosa era accaduto alla sua famiglia … Qualcosa di tremendo, qualcosa che era successo ad altre famiglie, famiglie sconosciute, mamme e  papà che non avevano niente a che fare con lui, drammi e lutti familiari su cui non aveva responsabilità, che non lo toccavano. Per tanto tempo si era giustificato così. Aveva sempre saputo che, lavorando con il Signore Oscuro, inevitabilmente avrebbe saputo di omicidi, di famiglie spezzate o distrutte dalla follia omicida dei suoi tirapiedi. Lui no, lui sarebbe sempre stato in una posizione di prestigio, non avrebbe mai dovuto abbassarsi a fare il lavoro della manovalanza, le sue mani sarebbero state relativamente pulite. Aveva pensato di continuare così per sempre, la sua sete di sapere sarebbe stata placata e lui non avrebbe avuto rimorsi di coscienza. La fortuna di essere riuscito a spiare Sibilla Cooman e di ascoltare parte della profezia era tornato a suo favore, se il Signore Oscuro avesse scelto la famiglia Longbottom lui non avrebbe obiettato, la vita di tre esseri umani sarebbe stata spazzata via, ma a lui non sarebbe importato. Invece no. Invece il Signore Oscuro aveva scelto la famiglia Potter e, di conseguenza, Lily ci era andata di mezzo.

Si fermò a riflettere su questo punto, immaginò un universo parallelo, in cui un uomo come lui, altrettanto affamato di conoscenza e di potere, altrettanto ambizioso, avesse ascoltato la conversazione tra Silente e la Cooman alla Testa di Porco, l’avesse riportata al Signore Oscuro e lui avesse scelto la famiglia Longbottom, ma se quell’uomo fosse stato innamorato di Alice? Non avrebbe fatto esattamente ciò che aveva fatto lui per Lily? La vita di Lily Evans aveva davvero più importanza di quella di qualsiasi altra persona?

Sì, per lui, sì, e che il resto del mondo andasse all’inferno.

Eppure … 

Lily avrebbe approvato un pensiero del genere? No, di certo no …

Non ricordò quando aveva smesso di pensare e quando il sonno aveva preso finalmente il sopravvento. Sognò Lily, i suoi ricordi con lei, soprattutto il giorno in cui lo aveva abbandonato. Pipistrelli dagli occhi verdi lo perseguitavano, gli davano dell’egoista, del codardo, fino a quando un calderone, grande quanto il Lago Nero, si materializzò sotto i suoi piedi e iniziò ad attirarlo a sè. Severus tentò di opporsi, gridò, lottò contro la forza misteriosa che lo strattonava … finché si svegliò.

“Waaaaa!”

Si mise a sedere, pensando e pensando aveva finito con l’addormentarsi in poltrona. Cosa lo stava tirando, quindi? Di chi era quel grido … Abbassò lo sguardo e vide, accoccolato ai suoi piedi, Harry.

“Co-cosa …”

Perché era lì? Dov’era Lily? Probabilmente si era addormentata e il piccolo ne aveva approfittato per svignarsela.

“Cucco! Cucco!”

Severus aggrottò le sopracciglia. Era evidente che il bimbo voleva qualcosa e che stave cercando di esprimersi per ottenerla, ma lui non possedeva un traduttore universale per tradurre le sue parole in un linguaggio comprensibile.

Sospirò, suo malgrado gli sfuggì un timido sorriso. Quel bambino era davvero dolce, i suoi occhi erano ipnotici, sarebbe rimasto a guardarli tutto il giorno.

“Cucco!”

“Sì, Harry, ho capito: cucco. Il problema è che non ho idea a cosa tu stia …”

Sorrise. Lui era capace di leggere la mente delle persone. Estrasse la bacchetta e la puntò verso di lui, scoprendo che “cucco” voleva dire “succo”.

“Niente male, Harry” disse, annuendo impressionato “In effetti avrei potuto capirlo. Vuoi il succo?” chiese, prendendolo in braccio e alzandosi.

“Cucco! Cucco!” ripeté lui, battendo le manine felice.

“Va bene, cucco sia.”

Sospirando, si avviò verso  la cucina, cercando di fare il più piano possibile, per non svegliare Lily, ma con Harry in braccio non sembrava una cosa tanto semplice da realizzare. Il bimbo sembrava felice di stare con lui, rideva, si muoveva tra le sue braccia e chiacchierava senza posa.

“Va bene, Harry, va bene. Adesso però stai buono, non vorrai svegliare tua mamma, vero?”

Passarono davanti a Lily, addormentata sulla poltrona, e proseguirono.

Una volta in cucina posò il bimbo a terra e iniziò a cercare il succo, che trovò quasi subito, in uno degli sportelli alti.

Si procurò un bicchiere, ma non appena iniziò a versare il succo, Harry lo vide e gli si buttò addosso, facendogli cadere qualche goccia di succo sulla vestaglia.

“Ah, piccolo …” lo guardò male, stava per dirgli qualcosa di sgradevole, ma il suo sorriso lo contagiò. “Piccolo monello!” concluse, facendosi sfuggire un sorriso “Ecco il tuo succo. Anzi, cucco. Bevi piano, mi raccomando!”

Porse il bicchiere al bimbo, che si era fatto d’un tratto serio. Harry prese il bicchiere con due mani, con estrema attenzione, infine iniziò a bere a piccoli sorsi, godendosi ogni goccia.

Severus lo osservò, non avrebbe mai pensato che si potesse essere tanto felici per una cosa semplice come un succo di frutta. Guardò la bottiglia e, dopo qualche minuto di tentennamento, si decise e, preso un secondo bicchiere, si versò un po’ di succo.

“Vedo che state facendo baldoria senza di me, eh?”

Severus si voltò di scatto. Lily era davanti alla porta della cucina e li osservava teneramente.
Harry alzò il suo bicchiere per mostrarlo alla madre, fiero di riuscire a bere senza sporcarsi troppo. Lei distolse lo sguardo da Severus per rivolgere al figlio un dolce sorriso.

“Molto bene, Harry!” disse, lodandolo “Deve essere proprio buono, quel succo, vero?”

Il bimbo annuì, poi tornò a bere, concentrandosi totalmente sull’azione che stava compiendo.

“Hem … io … tu … stavi dormendo, Harry è venuto in camera mia e …” iniziò Severus, tentando inutilmente di celare il suo disagio.

“Va bene, Severus.” lo interruppe lei “Sei stato molto gentile.”

“D-di nulla. Vuoi un po’ di succo?” chiese, alzando  la bottiglia.

“Volentieri.”

Non c’era dolcezza nella sua voce, non c’era rabbia, non c’era nessuna emozione. Severus immaginò quali tormenti dovessero affliggerla in quel momento. Doveva affrontare il dolore per la morte di James mentre tutto il mondo festeggiava la sparizione del Signore Oscuro, convivendo con l’uomo che era stato la causa indiretta del suo stato di vedovanza. Non doveva essere facile, ma lei era una roccia e riusciva a trasmettere calma anche al figlio, che continuava infatti a giocare e a bere il succo senza problemi. Lui però la conosceva bene, aveva imparato a decifrare il cambiamento nei suoi occhi, a scoprire le sfumature delle sue emozioni quando si riflettevano nelle sue iridi.

“Cosa hai intenzione di fare?” chiese, cercando di essere il più neutrale possibile. Non voleva che lei lo percepisse come un impiccione, era semplicemente in pensiero per lei.

“Come ti ho detto, vorrei andarmene da qui. Lontano. Lontano da Godric’s Hollow. Non per sempre, ovviamente, ma per ora qui ci sono troppi ricordi, ho bisogno di staccare.”

“Lo capisco. Se vuoi …”

“Ti ringrazio, Severus, ma no” rispose lei, prima che lui potesse offrirle un qualsiasi tipo di aiuto.

Lily si avvicinò alla finestra, anche da lì si poteva vedere il suo giardino, dove si poteva ancora vedere qualche gruppetto di maghi e streghe arrivati in visita al luogo dove il lungo periodo di terrore aveva avuto fine.

“Appena quella folla si sarà dispersa, andrò a casa e prenderò un po’ di cose, qualche vestito, tutto ciò che riuscirò a salvare, poi me ne andrò.”

“Hai già un posto dove andare?” chiese Severus, in ansia.

“Chiederò ospitalità ad Alice” rispose lei “Spero che possa farmi stare da lei per qualche tempo, fino a quando non troverò una sistemazione migliore.”

“M-ma puoi stare qui! Con me! Se Silente ti ha portata qui avrà avuto i suoi motivi, giusto?”

“Non mi importa. Non …”

Lily si voltò verso di lui. Severus lesse nei suoi occhi l’indecisione. Sembrava combattuta tra il dirgli la verità, ovvero che non voleva stare con lui un minuto di più, e la sua gentilezza, che la portava a non voler ferire nessuno, mai, in nessun modo.

“Te l’ho detto, io …”

Lily non fece in tempo a terminare la frase, che entrambi videro il patronus di una fenice entrare in cucina.

“Silente?” esclamò Lily, sorpresa.

Entrambi si voltarono per guardarla e anche Harry posò il bicchiere di succo per poi correre verso quella strana apparizione e poterla afferrare. Il patronus parlò con la voce pacata ma autoritaria di Albus Silente.

“Non muovetevi da lì. Non uscite nemmeno in giardino. Non muovetevi da quella casa per nessun motivo al mondo.”

Detto questo, la fenice svanì.

“Cello! Cello!” gridava Harry, mentre Lily e Severus si voltarono uno verso l’altro, lui quasi felice, lei terrorizzata, entrambi speranzosi che Silente sarebbe arrivato presto per spiegargli cosa voleva dire con quel messaggio misterioso.


P.S. "Cucco" è il modo in cui i miei figli (1 e 2 anni e mezzo) dicono succo :)

 
   
 
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