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Autore: niallsblast    11/05/2021    0 recensioni
Take my hand, take a breath
Pull me close and take one step
Keep your eyes locked on mine
And let the music be your guide
Won't you promise me (now won't you promise me, that you'll never forget)
We'll keep dancing (to keep dancing) wherever we go next
It's like catching lightning the chances of finding someone like you
It's one in a million, the chances of feeling the way we do
And with every step together, we just keep on getting better
So can I have this dance (can I have this dance)
Can I have this dance
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Ballerino!Harry e Louis ((Larry))
Harry ama ballare, lo fa da quando aveva 6 anni. A 11 ha avuto l'opportunità di frequentare lezioni nella scuola di danza più famosa del paese, a Londra. Ora ne ha 18 e il suo più grande sogno è di partecipare al balletto.
Louis, invece, ama la fotografia, il modo in cui i ricordi rimangono impressi sulla carta. Si è trasferito da poco a Londra e a 20 anni non sa ancora cosa vuole dalla vita.
"Lasciati guidare da me. Non ti lascerò cadere, promesso. Fidati di me, Louis."
Genere: Angst, Fluff, Hurt/Comfort | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Louis' POV 

Grugnii quando il suono persistente della sveglia mi risvegliò dal meraviglioso sogno in cui ero immerso pochi secondi prima: ero nel backstage dopo un concerto di Beyoncè e lei si stava proprio avvicinando a me, quando era inevitabilmente suonata quella cosa fastidiosa.

 Lottie, accanto a me, si mosse tra le coperte con fare assonnato.

 - Louis? – borbottò con la faccia schiacciata contro al cuscino. Spensi velocemente la sveglia e lasciai un bacio tra i suoi capelli. 

- Hai ancora dieci minuti, dormi. Torno io a svegliarti. – sussurrai, per poi alzarmi e uscire dalla stanza, chiudendomi piano la porta alle spalle. Lanciai un'occhiata alla porta infondo al corridoio, la stanza di mia madre, e la vidi chiusa, segno che durante la notte era tornata a casa. 

Mi avviai al piano di sotto, in cucina stiracchiandomi e allungando le braccia sulla mia testa. Velocemente iniziai a preparare l'impasto per i pancakes e apparecchiai. Quando lanciai un'occhiata all'orologio notai che era ora di andare a svegliare Lottie e Fizzy, che erano quelle che ci mettevano di più a carburare la mattina e che si dovevano truccare. 

Perciò prima svegliai Fizzy, guadagnandomi una cuscinata in faccia, poi svegliai Lottie. Subito dopo andai in bagno, come da rituale mattutino a fare una bella doccia calda, che lavò via anche il sonno, e mi cambiai. Scelsi dei skinny jeans neri, con una felpa che mi stava un po' abbondante sulle maniche e completai il tutto con le mie solite Vans nere. I capelli li lasciai in una specie di frangia liscia, sulla fronte. 

Una volta uscito dal bagno, vi entrarono Fizzy e Lottie, a cui la mattina non si poteva dire nulla più di un 'ciao'.

Andai a svegliare le gemelle che si alzarono subito, allegre come possono esserlo solo bimbe che vanno alla scuola elementare, quando ancora la scuola si sopporta. 

Le richiamai quando iniziarono a bisticciare per una gonna che entrambe volevano mettersi proprio quel giorno. Nostra madre era nella stanza accanto e aveva bisogno di dormire.

 Finalmente riuscimmo tutti a sederci a tavola, quindi iniziai a cuocere i pancakes.

 - Agitato per il tuo primo giorno? – mi chiese Lottie, senza staccare lo sguardo dal suo iPhone. Mi sistemai la frangia, poi alzai le spalle rigirando un pancake. 

- Sì. Spero di trovare qualche amico, più di quanti ne avevo a Doncaster, anche se non ci conterei. – sospirai, pensando a cosa mi avrebbe atteso nella nuova scuola. 

- Tranquillo, se non trovi amici hai sempre noi, Boo ! – esclamò Daisy mostrandomi tutti i suoi dentini mancanti, con un sorrisone. Sorrisi teneramente alle sue parole. 

- Daisy si è guadagnata il primo pancake ! – annunciai ridacchiando mentre le mettevo il cibo sotto al naso. Lei fece una linguaccia alla gemella, poi iniziò a rimpinzarsi. 

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Quando finimmo di fare colazione, le mie sorelle andarono a lavarsi i denti, mentre io misi da parte alcuni pancakes per mia mamma e lavai i piatti. Solo dopo aver messo in ordite tutto, finii di prepararmi. 

Stavo aspettando sulla porta con il giaccone e lo zaino in spalla da 10 minuti. Controllai nel telefono l'ora e vidi che eravamo già in largo ritardo. Avrei fatto tardi il primo giorno di scuola, ottimo. 

- Ragazze, muovetevi, per piacere. – sbuffai poco prima che mi raggiunsero tutte e quattro e potemmo così uscire.

In pochissimo riuscii ad accompagnarle tutte e quattro, ma mi ritrovai comunque a correre nel parcheggio davanti alla scuola per trovare la segreteria, dove avrei dovuto trovarmi con il consulente che mi avrebbe seguito per l'intero anno. Perciò quando vidi un cartello enorme con stampata sopra la parola "SEGRETERIA" ne fui più che sollevato e mi precipitai velocemente. 

Mi avvicinai al balcone dietro al quale stava una donna sui 50 anni che mi squadrò da capo a piedi, quando mi vide. 

- Salve, sono nuovo. Mi dovrei incontrare con il signor Darren. Sono Louis Tomlinson. – le dissi cercando di nascondere il fiatone. 

- E' dietro a quella porta. – mi disse lei secca, indicando un ufficio con un movimento della testa. La ringraziai e bussai alla porta, prima che mi fu dato il permesso di entrare.

Quando finalmente fui dentro, mi guardai un poco intorno e vidi un uomo in piedi dietro alla sua scrivania, con un sorriso simpatico stampato sulla faccia. 

- Devi essere Louis ! Pensavo non sarebbe venuto. Prego prego, accomodati. Scusa per tutta la confusione di questo ufficio, ma come potrai capire da tutti questi libri, amo leggere. - . Annuii timoroso, prendendo posto in una delle sedie poste di fronte alla scrivania. 

- Piacere signor Darren. Mi scusi il ritardo, ma ho dovuto portare io le mie sorelle a scuola, oggi. - . Lui mi sorrise scuotendo la testa. 

- Non sei così in ritardo. Le lezioni sono iniziate da cinque minuti, perciò vieni con me, così ti porto subito in classe per la lezione di storia. - . Annuii alzandomi e aspettando che fosse lui ad aprire la porta. – Le ore di lettere le farai con me, almeno per un po', d'accordo? – mi chiese uscendo dall'angusto ufficio, con io che lo seguivo a ruota. 

- Sì, è perfetto, va benissimo, grazie. - . Ci incamminammo lungo uno dei lunghi corridoi della scuola, uno accanto all'altro, con passo rilassato. Non ero riuscito a vedere bene da fuori l'edificio, ma dall'interno sembrava veramente enorme.

 - Qui c'è una piantina della scuola, indicate in rosso le aule che servono a te per seguire le lezioni. La classe cambia ogni volta, ma alcuni ragazzi hanno praticamente i tuoi stessi corsi. - . Annuii prendendo il foglietto che mi stava passando. – L'orario è dalle 8.30 fino alle 15. Perciò per il pranzo o ci si porta qualcosa da casa, altrimenti qua abbiamo anche una caffetteria. – continuò a spiegare, finché si fermò davanti a una classe. Ne dedussi che fosse arrivato il momento di fare conoscenza con i miei nuovi compagni, e la cosa mi spaventava tantissimo. 

- Per qualsiasi cosa io sono nel mio ufficio. Vedrai che andrà bene, Louis. Se ci sono dei problemi mi fai chiamare, va bene? – mi chiese, prima di darmi una pacca incoraggiante sulla spalla. Annuii mordendomi il labbro inferiore nervosamente. – Bene, andiamo. - . Detto ciò, bussò alla porta ed entrò. Lo seguii a ruota e mi ritrovai di fronte a una classe di venti persone che tutto ad un tratto si erano zittite e mi fissavano. Abbassai la testa per nascondere il rossore sulle mie guance. 

Non ero mai stato un tipo timido, ma iniziare l'ultimo anno in una scuola nuova non mi faceva sentire a mio agio.

 - Questo è Louis Tomlinson, ragazzi. È nuovo, si è trasferito da poco qua a Londra, perciò vedete di farlo sentire a casa. – sentii dire dalla prof di storia. I miei compagni che ancora non facevano un rumore, troppo incuriositi dal "ragazzo nuovo".

 La professoressa ringraziò Darren con un sorriso, che se ne andò subito dopo, lasciandomi lì in piedi davanti a tutti.

 

Harry's POV

Quella mattina mi ero svegliato con i muscoli decisamente più rilassati rispetto al giorno prima ed ero arrivato a scuola in perfetto orario, pronto per il primo giorno di scuola. Una volta arrivato, mi ero avvicinato alla solita panchina dietro l'ingresso della scuola, dove solitamente mi trovavo prima delle lezioni, con i miei migliori amici Liam, Niall e Zayn. Erano stati tutti e tre bocciati, perciò si erano ritrovati nei miei stessi corsi ed eravamo andati d'accordo fin da subito. Ma non erano lì, perciò entrai insieme a tanti altri ragazzi, tutti destinati a passare sei ore di inferno.

Era piacevole avere tre amici come i miei: spesso mi difendevano dalle prese in giro legate principalmente alla mia sessualità e al fatto che danzassi. Non mi toccavano troppo quei commenti, o almeno non più. C'era un tempo in cui ci stavo male, alle medie, ma poi avevo capito che io ero ciò che ero e dovevo fregarmene di ciò che dicevano e pensavano gli altri su di me.

 Alla prima ora avrei avuto storia, ero annoiato al solo pensiero della professoressa che straparlava dei Celti, perciò quando entrai in classe sbuffai.

 - La principessa ha dormito male stanotte? – mi prese in giro Zayn quando mi avvicinai a dove lui, Niall e Liam stavano facendo gruppo con qualche altro ragazzo della squadra di football, appoggiati ai banchi dove solitamente ci sistemavamo. 

- Non interferire, Zayn. Oggi abbiamo storia alla prima ora. Il primo giorno! – esclamai prendendo posto accanto a Niall che mi salutò con un cenno del capo. Nessuno di noi quattro fece troppa festa agli altri dato che ci eravamo visti per tutta l'estate.

- Liam proprio adesso ci stava raccontando di come ha stracciato Daniel ieri ad allenamento. – ridacchiò Zayn appoggiato al mio banco, guadagnandosi un'occhiataccia da Liam. 

- Non mi prendere in giro. L'ho veramente messo a terra. – si imbronciò quell'altro.

- Ma quello è grosso il doppio di te, Liam. – intervenne Niall. Li guardai un attimo, prima di appoggiare le braccia sul banco, per poi sistemarci la testa. Non mi andava proprio di sentirli battibeccare. - Comunque, oggi pomeriggio facciamo qualcosa? – propose il biondo.

- Assolutamente sì. – concordò Zayn. – I miei zii e le mie cugine sono qua a Londra, immaginatevi il casino per casa. Facciamo da Liam? Lui ha i genitori ricchi. - . Sentii Liam sbuffare e accasciarsi su una sedia, esasperato. Anche se faceva quello infastidito, sotto sotto si divertiva con Zayn.

- Harry? – mi richiamò Niall. Alzai la testa e lo guardai alzando le spalle.

- Quando ho finito lezione posso venire, però sapete che finisco un po' tardi. - .

 - Buongiorno ragazzi e benvenuti al vostro ultimo anno. – esordì la professoressa di storia entrando in classe. Subito tutti si erano zittiti e sistemati ai propri posti. Strano, non avevo nemmeno sentito la campanella.

 Come previsto la prof iniziò a tenere un discorso decisamente noioso su quanto fosse importante quest'ultimo anno e bla bla bla. Sarebbe andata avanti per tutta l'ora, probabilmente, se non fosse stato che, dopo pochi minuti dall'inizio della lezione, Darren il consulente scolastico era entrato in aula, seguito a ruota da un ragazzo che riconobbi subito grazie a quei due occhi azzurri come il mare. 

Cosa ci faceva lì?

 

  
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