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Autore: ThePrankstersPage    13/05/2021    0 recensioni
Fuggito dal suo regno attraverso la Cieca Eternità, Oko si ritrova nella regione di Galar, un mondo tutto nuovo, popolato da creature che non aveva mai visto prima - i Pokemon - e dove la magia è stata completamente sostituita dalla tecnologia e i re sono ormai diventati presidenti.
Sarà l'inizio di un'avventura bizzarra, costellata di sfide e misteri.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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«Egli, però, non si è ancora dato per vinto! Non ha ancora perso la voglia di combattere!»

Era proprio di lui che il Presidente Rose stava parlando. Essere lodato e stimato dall'uomo più potente della regione di Galar era sempre appagante...eppure Dandel in quel momento non provava lo stesso. A breve avrebbe fatto il suo ingresso leggendario nello stadio e lo scontro tanto atteso sarebbe iniziato, ma c'era qualcosa in lui che non andava. Avrebbe dovuto essere carico, impaziente e pieno di adrenalina e invece continuava a sentirsi tormentato da mille pensieri.

Fiamme...lingue di fuoco...Charizard...casa e...Hop! Ma sì, era stato lui a chiedergli di sfidarlo in un'amichevole lotta Pokémon e a usare il suo Charizard! Lo sapeva benissimo che suo fratello era un gran maldestro e irresponsabile che prima o poi avrebbe combinato un disastro, ma nonostante ciò aveva l'impressione che quei ricordi non gli appartenessero. Non aveva mai lasciato che Hop prendesse in prestito le sue creature, non gli aveva mai detto di “sì”, eppure era successo e gli sembrava davvero strano.

Mentre cercava di mettere insieme i pezzi di quel rompicapo mentale, di colpo fu preso da un fastidioso malditesta che lo costrinse ad abbassare il capo e a poggiarsi una mano sulla fronte. Il rettile arancione, che era lì con lui, se ne accorse.

«Mmrrroooh?» fece, guardandolo con aria incerta, come per domandargli se fosse tutto a posto.

«Va tutto bene, 'Zard, sta' tranquillo» lo rassicurò, accarezzandolo sul muso «era solo...» non fece in tempo a finire la frase.

«...L'IMBATTIBILE CAMPIONE E IL SIGNORE DEI DRAGHI, LAAABURNOOOO!» il grido di Rose interruppe la loro conversazione.

«Oh no, è il momento!» esclamò spalancando gli occhi e drizzandosi in piedi dalla panchina su cui era seduto.

Se si fosse presentato a scoppio ritardato, avrebbe fatto brutta figura davanti agli spettatori, pensò, per cui si apprestò a sistemarsi i capelli e a richiamare la lucertola nella PokéBall, poi si mise il cappello e, mostrandosi fiero e pieno di sé, s'incamminò lungo il corridoio che conduceva al campo sportivo, lasciando che il suo mantello svolazzasse e ondeggiasse ad ogni suo passo.

Uscì contemporaneamente al suo rivale che, dalla parte opposta, gli stava venendo incontro. Laburno era, come al solito, inconfondibile: atletico e asciutto, mentre la sua pelle scura, sotto la luce dei riflettori, assumeva sempre un'affascinante sfumatura opaca. Era impossibile non riconoscere da lontano quel berretto rosso acceso e quella felpa disegnata apposta a imitare il ventre corazzato di un drago.

Il pubblico li accolse con un intenso applauso, tra chi faceva il tifo per l'uno e chi per l'altro, e le loro immagini furono immediatamente proiettate sui maxi-schermi.

I due continuarono ad avanzare verso il centro, finché non si trovarono faccia a faccia, a distanza di un metro, poi Dandel guardò con fermezza il suo sfidante che, essendo più alto, torreggiava dinanzi a lui. Gli occhi azzurri e limpidi di Laburno fissavano immobili i suoi, gialli e luccicanti come l'oro. In quel momento il Campione sentì la tensione crescere e salire tutta insieme: sarebbe riuscito a sconfiggerlo anche questa volta?

«Finalmente» cominciò il Maestro di Draghi, interrompendo il silenzio «ci incontriamo di nuovo sul campo di battaglia, “invincibile campione”...o forse dovrei dire “vincibile”?»

Dandel lo conosceva bene, erano molto amici e aveva imparato a prendere sullo scherzo ogni sua provocazione, ma i nuovi allenatori avrebbero trovato il suo atteggiamento un poco arrogante.

«E cosa ti fa pensare che io lo sia davvero?» gli chiese, mantenendo la propria compostezza «Sei davvero convinto che riuscirai a battermi?»

«Io non “sono convinto che riuscirò a batterti”, io ti batterò!» rispose presuntuosamente il rivale, puntandogli contro il dito «Tu e la tua squadra sarete sopraffatti! Ho studiato a fondo la tua strategia e adesso non hai più segreti per me, haaaah!»

A quelle parole, a Dandel sfuggì un sorriso quasi divertito.

«Dici sempre così in ogni torneo, eppure sei stato stracciato per...uhm...» iniziò a contarsi le dita delle mani «oh, che peccato, ti ho messo a tappeto così tante volte che ho finito le dita. La fiducia in te stesso ti fa onore, ma faresti meglio a non abbassare di nuovo la guard...»

DEEEENG!

Il suono della campana terminò la loro conversazione: la battaglia doveva prendere il via all'istante! I due si allontanarono subito l'uno dall'altro.

«Oh, scusa, non ho sentito bene» lo stuzzicò Laburno e, con una smorfia grintosa, estrasse una PokéBall «potresti dirmelo mentre...MANGI LA POLVERE?» la lanciò «VAI, TORKOAL!»

Una tartaruga dal guscio color carbone e fumante come un vulcano, uscì dalla sfera e poggiò goffamente le zampe a terra, diffondendo un calore estivo.

«Primo tempo di fuoco, eh?» osservò Dandel, preparando a sua volta un congegno «Avanti, Aegislash!»

Una spada animata volteggiò elegantemente su se stessa, poi si mise rapidamente sulla difensiva dietro la sua egida dorata. Era così affilata che bastava solo guardarle la lama per tagliarsi.

«Uuuuh, un Pokémon d'acciaio?! Questo è il mio turno fortunato!» esultò il rivale, poi si rivolse al suo «Torkoal, che ne dici di fondere quel ferro vecchio? VAI CON LAVASBUFFO!»

Il rettile si abbassò sulle zampe anteriori, sollevò il carapace dalla parte posteriore e il cratere sopra di esso eruttò violenti zampilli incandescenti.

«Aegislash, tu sai cosa devi fare» sussurrò il Campione all'arma, in segno d'intesa.

Nessun bisogno di spiegazioni, la creatura aveva capito benissimo: prima che i flutti roventi potessero colpirla, una barriera luminosa comparve davanti a essa, neutralizzando l'attacco.

«IL NEMICO ORMAI È NOSTRO, TORKOAL!» gridò l'altro «LAVASBUFFO!»

E la tartaruga ripeté nuovamente l'attacco.

«Argislash, è il momento! Rientra!» ordinò Dandel, richiamandolo all'interno della Pokéball. Rapidamente ne tirò fuori un'altra e la lanciò «Rhyperior, tocca a te!»

Il bestione dalle sembianze di un rinoceronte atterrò pesantemente sul campo di battaglia. Lavasbuffo lo investì, ma la sua corazza dura come la pietra dimezzò i danni e ne uscì quasi illeso.

«Ora è il mio turno!» disse il Campione, sorridendo «PIETRATAGLIO!»

Il colosso sollevò le grosse braccia e le batté sul terreno.

«Oh no! Torkoal, scansati di lì!» urlò Laburno al rettile, che si ritirò immediatamente nel guscio e rotolò di lato come una trottola, appena in tempo per schivare delle rocce appuntite che fuoriuscirono dal suolo.

«BECCATI QUESTO, DANDEL: SOLARRAGGIO!»

Torkoal cominciò ad assorbire luce dal carapace, poi si abbassò ancora sulle zampe anteriori e dal cratere partì un potente fascio luminoso che travolse Rhyperior come un'onda. I due allenatori furono costretti a coprirsi gli occhi per non rimanere acciecati.

Quando il bagliore sparì, il Campione vide che la sua bestia era a tappeto, immobile e priva di sensi, mentre la tartaruga era ancora in piedi. Il pubblico applaudì in coro il Signore dei Draghi per il primo Pokémon battuto.

«SÌÌÌ, UNO A ZERO PER MEEE!» esultò lui «Non vorrei rovinarti l'autostima, “invincibile Dandel”, ma sembra proprio che quello in vantaggio adesso sia il sottoscritto, hahaha!»

Sebbene all'altro quella battuta bruciasse un po', non cedette alla provocazione e mantenne la propria fermezza. Dopotutto aveva perso solo un componente della squadra, mentre tutti gli altri erano in piena forma e ancora pronti a ribaltare la situazione in qualsiasi momento.

«HAXORUS, DACCI DENTRO!» gridò lanciando una sfera.

Questa volta fece il suo ingresso una lucertola dalle squame nere e ricoperta da una spessa armatura verdastra, mentre due zanne a forma di ascia sporgevano dalle mascelle.

«Vedo che hai tirato fuori il tuo primo drago!» osservò Laburno divertito, poi si rivolse a Torkoal «Mettiamolo a nanna. Usa sbadiglio!»

Ma prima che la creatura potesse agire, il dinosauro spiccò un balzo e si schiantò a terra, sugli arti posteriori e con tutta la sua forza. Le scosse sismiche che provocò furono così potenti e impetuose che l'avversario si accasciò al suolo, svenuto. Seguì un altro gioioso applauso.

«Dicevi?» sorrise il Campione al rivale, che nel frattempo stava cercando di trattenere la rabbia.

«DAI, FLYGON, FALLO A PEZZI!»

Dalla PokéBall di Laburno uscì una bestia volante, dalle ali a forma di rombo, l'anello mancante tra un draghetto e una libellula.

«FLYGON, AFFETTALO CON DRAGARTIGLI!» ordinò all'animale, che si preparò ad attaccare.

Dandel stava per rivelare la sua prossima mossa, ma, improvvisamente, in quell'istante fu assalito da un fastidioso malditesta che iniziò a martellarlo insistentemente. Fu costretto a girarsi di lato e a poggiarsi una mano sulla fronte, anche se non voleva assolutamente che il pubblico lo vedesse in quello stato.

«Che c'è, Campione, ci stai pensando su?» lo stuzzicò lo sfidante «Non pensavo che per te fosse così difficile.»

Dandel non riusciva a sentirlo, il dolore era tale che ogni suono intorno a sé era ovattato e distorto. Non si era nemmeno accorto che il suo Haxorus si era girato verso di lui, in attesa di ordini, mentre il nemico stava per saltargli addosso, gli unghielli sguainati e pronti a ferirlo.

Nel giro di alcuni secondi, si riprese.

«HAXORUS, USA OLTRAGG...COSA?!» era troppo tardi: il dinosauro giacieva a terra, sfinito. Il drago libellula lo aveva battuto con un colpo critico ed egli non se n'era reso conto.

«Ma...si può sapere che ti è preso?» chiese Laburno, perplesso.

Anche gli spettatori lo avevano notato, il Campione poteva sentirli mormorare e parlare tra di loro. Non andava per niente bene, pensò, lo avevano visto tutti e sicuramente sarebbe finito sul giornale, cosa che avrebbe influito sulla sua reputazione ed egli non lo desiderava affatto, per cui si ricompose rapidamente e la sua espressione ritornò alla normalità. Come se nulla fosse successo, estrasse la sua terza sfera.

«CORAGGIO, DRAGAPULT!»

Il congegno si schiuse, liberando una salamandra dalla coda trasparente e la cui testa ricordava un deltaplano.

«Ehi, bello, niente compassione stavolta» scherzò l'avversario «Sai bene che non voglio vittorie regalate!»

«Infatti non l'avrai!» replicò il Campione, grintoso come al solito, poi guardò il Pokémon «DRAGOSPIRO!»

«FLYGON, ANCORA! SPACCALO CON DRAGARTIGLI!»

Ma quando l'animale osò scagliarsi contro il nemico, questo fu più veloce e sparò dalla bocca un getto violaceo che lo investì, lasciandolo intorpidito e incapace di reagire.

«DANNAZIONE, ME LO HAI PARALIZZATO!» protestò Laburno.

«Lo hai detto tu di non volere compassione» lo schernì gentilmente l'altro «e ora, se permetti...DRAGOSPIRO!»

Dragapult ripeté l'azione e Flygon cadde a terra, privo di energie.

«MALEDETTO, ADESSO ME LA PAGHI!» ringhiò l'avversario e lanciò una Pokéball «HYDREIGON, È IL TUO MOMENTO!»

Il congegno sprigionò un'idra dalle piume nere e le squame blu che ruggì con tutte e tre le sue inquietanti teste.

Dandel si rivolse alla sua creatura: «Dragapult, penso che non ci sia bisogno di spiegazioni.»

La salamandra lo guardò con i suoi occhi gialli e annuì.

«FAGLI ASSAGGIARE IL TUO DRAGOPULSAR!» gridò il Maestro dei Draghi, in preda alla foga.

Le due bestie attaccarono all'unisono e i loro soffi si scontrarono in uno spettacolo di luce purpurea, ma Hydreigon, facendosi forza con tutte quante le mascelle, riuscì a respingere l'attacco nemico e Dragapult fu travolto e scagliato via. Un altro K.O.

Laburno era diventato davvero forte dall'ultima volta che lo aveva incontrato nello stadio, Dandel non aveva mai visto così tanta potenza in lui, prima di allora. Si sentiva quasi alle strette, aveva solo due Pokémon rimanenti, poi sarebbe stato costretto a tirar fuori l'asso nella manica.

«AEGISLASH, AVANTI, TOCCA A TE!»

E la spada fece il suo ritorno in campo.

«Quella cosa non ha speranze» rise il rivale «Hydreigon, scaldalo un po' con fuocobomba!»

Il mostro unì le sue tre bocche e vomitò una grossa fiammata.

«Spadasolenne!» ordinò il Campione.

Prima che potesse essere colpita, l'arma volteggiò in alto con una piroetta, facendo roteare l'egida ed eludendo elegantemente l'attacco. Poi la lama fischiò e, come un cavaliere che abbatte il drago, tagliò l'idra a sangue che rovinò al suolo. L'aveva sconfitta, i due allenatori erano nuovamente in pareggio.

«TI PORTERÒ VIA QUEL TUO TITOLO DI CAMPIONE, MI HAI SENTITO?» urlò lo storico rivale, ribollente di rabbia «Non riuscirai a battermi! GOODRA, CONTO SU DI TE!»

Hydreigon lasciò il posto a un animale paffuto e viscido, simile a una lumaca a due zampe, dall'aria simpatica. Dandel fece cenno al suo Pokémon di attaccare.

«Vediamo come te la cavi con...TUONO!» gli rispose l'avversario.

Aegislash, con una giravolta, si scagliò contro la creatura e la ferì con la lama, ma fu respinto da una violenta scarica elettrica che lo scombussolò un pochino. Ma il Campione non si diede per vinto e insistette ancora. Quando la spada si rilanciò all'assalto, il secondo colpo fu troppo per Goodra, il quale si accasciò a terra, fuori combattimento.

«TE LA FACCIO ESPLODERE QUELLA MALEDETTA SPADAAAA!» ruggì Laburno, scagliando la penultima Pokéball «TURTONATOR, VAIIII!»

Ne uscì un mostro dalle sembianze di una tartaruga che si mise immediatamente sulla difensiva, col guscio rosso acceso e irto di spine appuntite verso l'avversario. Lo sfidante gli ordinò di usare Fuocobomba e Aegislash fece per colpirlo con Spadasolenne, ma il corpo viscoso del Goodra gli aveva rallentato i movimenti e non riuscì a scansarsi in tempo. Le fiamme lo avvolsero e l'arma rovinò al suolo.

«Ehi, Campione, non senti anche tu questo odore?» scherzò il rivale, annusando l'aria «Non sarà forse...il profumo della mia vittoria?»

«Caspita, devo aver preso il raffreddore!» ironizzò Dandel che si preparò a tirare la sfera Poké «RILLABOOM, FAGLI VEDERE CHI SEI!»

Col suo robusto tamburo di legno, il possente gorilla rigoglioso poggiò le zampe a terra.

«Non ti senti in colpa per aver mandato un Pokémon erba contro il mio? Hahahahaha» lo derise l'altro.

«Sono i rischi del mestiere» fu la risposta pacata del Campione «ma adesso questo “Pokémon erba” userà...FORZA EQUINA!»

«OH, MAMMA!»

Lo scimmione ruggì, battendo i pugni al petto, poi partì alla carica, muovendosi sulle quattro poderose zampe. Laburno si chinò verso Turtonator e gli sussurrò qualcosa nell'orecchio. Dandel si fece sospettoso: cosa poteva avergli mai detto? Aveva paura di saperlo.

Rillaboom sollevò le braccia muscolose e in quel momento la tartaruga arroventò il carapace, porgendoglielo. Il primate gli si schiantò addosso con tutta la sua potenza, ma di colpo, scoccò una scintilla.

«Oh, no!» mormorò il campione, preoccupato.

Dalla corazza si generò un'esplosione che scagliò all'indietro i due allenatori. Si rialzarono a fatica, tossendo un pochino, e quando il polverone si fu dissolto, videro che entrambe le creature giacievano sfinite.

«AAAAHAHAHAHAHA, TE L'HO FATTA!» rise il Signore dei Draghi, spanciandosi dal divertimento «ERA DA UNA VITA CHE VOLEVO FREGARTI CON LA MIA GUSCIOTRAPPOLA!»

Ma Dandel non sembrava contento. Non avevano fatto altro che pareggiare e ora era rimasto solo un Pokémon su cui riporre tutta la fiducia e la speranza. Si fermarono per riprendere fiato e si guardarono furenti e ansimanti. La tensione saliva verso il culmine e il pubblico esultava, mentre il sudore scendeva lungo i loro volti, sporchi di fuliggine.

Passarono i minuti, poi, a un tratto i due estrassero le loro sfere e, contemporaneamente, le lanciarono.

«DURALUDON, FAMMI SOGNAREEEEE!» gridò Laburno.

Entrò in gioco un goffo dinosauro ricoperto di una spessa corazza di metallo e lucida come uno specchio.

«CHARIZARD, IO SCELGO TEEEE!» rispose Dandel.

Il lucertolone volante ruggì con lui, pronto per lo scontro finale.

«DURALUDON, QUESTO GIORNO È FINALMENTE ARRIVATO, SCATENA IL TUO POTERE GIGAMAX E MOSTRA A TUTTI CHI È LA VERA TORRE DI GALAAAAR!» urlò lo sfidante, richiamando la bestia nel congegno che, intriso di una strana energia scarlatta, aumentò di grandezza. A quel punto, se lo avvicinò a una spalla e il suo Rotomdex uscì da una tasca della felpa. Con un attraente sorriso, l'allenatore si scattò fulmineo una foto e scagliò l'enorme palla. Il Pokémon liberato iniziò a crescere a dismisura e a cambiare aspetto, fino a superare in altezza l'edificio. L'armatura sul lunghissimo collo e sul ventre era diventata così trasparente e vitrea che sembrava richiamare le finestre di un grattacielo vivente, mentre sopra la sua testa nubi nere e burrascose avevano iniziato a vorticare furiosamente.

«CHE IL FUOCO DELLA VITTORIA ARDA DALLA MIA PARTE!» fece il Campione, ritirando il suo rettile, poi con entrambe le mani tirò in alto la grossa sfera.

Charizard s'ingigantì progressivamente, a tal punto che le fiamme, non più capace di contenerle all'interno del suo immenso corpo, si sprigionarono dalle spalle e incendiarono le ali. Il pubblico cominciò ad agitarsi e a cantare un gioioso coro da stadio: il bello stava per arrivare.

«Non senti gli spettatori che fanno il tifo per me, Dandel? Ti schiaccerò quel tuo volatile e ti ritroverai a guardare la cenere della tua sconfitta!» Laburno alzò lo sguardo verso il colosso «SCATENA LA TEMPESTA, TRASCINA QUEST'ARENA NELL'ABISSO COL TUO DYNAMACIGNO!»

Dal suolo, il gigantesco animale fece emergere un'altissima parete di roccia che lentamente iniziò a inclinarsi verso l'avversario.

«CHARIZARD, ORA! SPAZZALO VIA CON DYNAJET!»

La lucertolona si alzò prontamente in volo e agitò violentemente le ali infuocate, generando un vortice d'aria che trapassò il muro, mandandolo in frantumi, e colpì Duraludon che si piegò leggermente, ma non si mosse di un millimetro. Le macerie si schiantarono a terra e il polverone sollevato generò una tempesta di sabbia che arrecò del danno a Charizard.

«Come siamo diventati gentili, mi stai regalando il titolo, per caso?» lo provocò ancora una volta il rivale «Ti farò passare la voglia di prenderti gioco di me. AVANTI, DURALUDON, QUESTA È QUELLA BUONA! DYNAMACIGNO!»

«Regalare? A te? Te la regalo subito, vieni a prenderla!» gli rispose Dandel per le rime, poi si rivolse al suo Pokémon «È il momento, 'Zard...VAI CON GIGAVAMPA!»

Il rettile si gonfiò e dalle fauci sprigionò un'onda di fuoco che spaccò nuovamente il colossale masso di Duraludon, travolgendolo. Il calore estivo prese il posto della tormenta di polvere, cambiando le condizioni atmosferiche, ma Charizard non riuscì a evitare i grossi frammenti di pietra e li prese tutti in pieno. Si schiantò a terra, facendola tremare, e rimase immobile, mentre il nemico, seppur in condizioni critiche, ancora torreggiava come un palazzo. Gli spettatori trasalirono, poi tacquero e osservarono l'accaduto a bocca aperta: lo aveva sconfitto?

«Charizard...» anche Dandel era senza parole, non gli era mai capitato che Laburno lo mettesse con le spalle al muro o peggio...in ginocchio!

«AAAAHAHAHAHA, sapevo che questo giorno prima o poi sarebbe giunto!» esultò il Maestro di Draghi «Che c'è, hai paura della sconfitta, eh, Campione? O forse non dovrei più chiamarti così?»

Qualcosa, però, non tornava, pensò Dandel: il pubblico non stava applaudendo e un Pokémon gigante, una volta sfinito, avrebbe dovuto riacquisire le proprie dimensioni di sempre, ma 'Zard aveva ancora il potere Gigamax attivo! Che stesse fingendo?

La risposta alla sua domanda non tardò ad arrivare: il bestione si mosse e goffamente si liberò dai massi che lo avevano tenuto intrappolato, facendo sentire il suo possente ruggito.

«AAAGH, NO! NO! NO! NOOOOO!» si mise a urlare l'avversario, con gli occhi strabuzzanti, mettendosi le mani nei capelli «NON PUÒ FINIRE COSÌ! NON DEVE FINIRE COSÌ! È MIA LA VITTORIA! DURALUDON...CONTRATTACCA!»

Ma il drago era troppo indebolito per vincere di velocità. Le fiamme di Charizard divamparono ancora più violentemente, divorandolo per l'ultima volta. Nella caduta, l'enorme dinosauro corazzato divenne sempre più piccolo, fino a sparire nella PokéBall del suo proprietario. La folla andò in delirio, acclamando Dandel che era riuscito a difendere il suo titolo con successo, mentre Laburno, a pugni stretti, cercava di non esplodere.

«E va bene» aggiunse, chiamando il Rotomdex fuori dalla felpa e incrociando le braccia dietro la testa per farsi bello «vada per l'ennesimo autoscatto della sconfitta, ma il prossimo torneo lo vincerò io!»

I due tornarono al centro del campo, l'uno di fronte all'altro e si strinsero la mano.

«UNA BATTAGLIA MERAVIGLIOSA, DAVVERO MOZZAFIATO!» esclamò il cronista «UN GRANDE APPLAUSO AL NOSTRO INVINCIBILE CAMPIONE, CHE ANCHE STASERA HA DATO PROVA DI TUTTO IL SUO GRANDE TALENTO, E AL SIGNORE DEI DRAGHI, UN AVVERSARIO DAVVERO TEMIBILE! NON LO AVEVAMO MAI VISTO COSÌ FORTE PRIMA D'ORA, RIUSCIRÀ A CONQUISTARSI IL TITOLO DI CAMPIONE AL PROSSIMO TORNEO DELLE STAR? QUESTO È ANCORA TUTTO DA VEDERE, MA RIMANETE CON NOI, LA SERATA HA ANCORA IN SERBO TANTE NOVITÀ!»

Gli spettatori continuarono a battere le mani con urla e fischi, mentre Dandel espresse la sua gratitudine facendo la famosa posa da campione. Vederli felici e gioire per lui gli rendeva il cuore più leggero, soprattutto quando nell'incendio di due giorni prima aveva creduto di perdere quasi tutto. Sua madre e suo fratello sarebbero stati davvero fieri di lui, dopo questo trionfo, e non vedeva l'ora di poterlo festeggiare con loro.

Laburno gli poggiò un braccio intorno al collo e insieme salutarono il pubblico. Come erano entrati, infine, uscirono di scena.

*************

Dall'altra parte dello schermo, Oko aveva seguito attentamente lo scontro, senza perdere alcun dettaglio, ed era orgoglioso di aver finalmente ottenuto le preziose informazioni che stava cercando. I bestioni che aveva incontrato nelle Terre Selvagge non erano giganti per natura: le loro enormi dimensioni dovevano essere frutto di un potere a lui ancora sconosciuto che, però, poteva essere innescato...ma con cosa? Il Viandante ricordava bene di aver attivato un faro di luce rossa, gettando un sasso simile a quello che teneva con sé in un buco, ma era sicuro di non aver visto strani ciottoli in mano ai due allenatori. C'era qualcos'altro con loro che, a contatto con le PokéBall, aveva rilasciato quell'energia, alterandone le dimensioni. Ma alla fata non veniva in mente niente, se non un piccolo particolare che inizialmente aveva ritenuto insignificante: un bracciale che entrambi avevano al polso ed era identico, sia per Dandel sia per Laburno. Con quell'oggetto era dunque possibile avere il controllo di quei colossi senza subire alcun danno e senza ricorrere alla violenza, ma avrebbe avuto la stessa certezza di farlo anche senza? A quel solo pensiero, gli si illuminò il volto e un sorriso malizioso comparve sulle sue labbra.

Nel frattempo, nel bizzarro specchio magico era nuovamente comparsa la figura del Presidente Rose, a prendere il posto dei precedenti sfidanti. Il magnate, dopo aver salutato il pubblico a braccia aperte, impugnò il microfono.

«Bentornati ancora, carissimi spettatori!» disse «Dopo questa entusiasmante battaglia, dichiaro ufficialmente concluso il Torneo delle Star di Galar!» finse poi di asciugarsi le lacrime «Provo già nostalgia, non lo pensate anche voi?»

Si alzò un coro di approvazione.

«Vi ringrazio, amici miei, vi sono molto grato di essermi emotivamente vicini» proseguì «ma veniamo ordunque al sodo. Vi avevo promesso una sorpresa, al termine di questa serata. Volete scoprirla?»

«SÌÌÌÌÌÌÌÌ!» gridò la folla, gioiosa.

«Ebbene, signore e signori, tenete occhi e orecchie ben aperti perché state per assistere all'inaugurazione della Novantanovesima Edizione della straordinaria e unica...SFIDAAA DELLEEEE PALESTREEEE!»

Cominciò a fare gesti con le mani, come se volesse invitare della gente a entrare nel campo. «CAPIPALESTRA, VENITE AVANTI!»

Gli spettatori applaudirono impazziti e anche Oko sembrava molto curioso: cosa poteva mai essere un “capopalestra”?

Piano piano, fecero il loro ingresso sette persone in divise non molto diverse a quella che aveva Laburno.

«Le sue vittorie sbocciano rigogliose come fiori in un prato, ecco a voi, in prima linea, il coltivatore di Pokémon erbaaa...Yarrow!»

L'inquadratura si spostò su un giovane dai capelli mossi e rossicci; era grande, grosso e muscolosissimo, ma aveva l'aria molto pacifica e gentile. Indossava un grande cappello da fattore e una bandana verde.

«A seguire, direttamente dal fascino degli abissi del mare, l'onda travolgenteee...Azzurraaa!»

Era una ragazza alta, magra e scura di pelle; aveva gli occhi celesti, così come lo erano alcune ciocche della sua chioma nera e raccolta in una crocchia. Buttò un bacio al pubblico, mentre camminava ondeggiando.

«Le fiamme ardono potenti in lui, il nostro veterano del fuocooo...Kabuuu!»

Il Presidente passò a un uomo di mezza età dall'espressione seria, sul volto leggermente emaciato, e dai capelli sale e pepe. Anch'egli era nerboruto, e prevalentemente vestito di rosso.

«È timido e taciturno, ma quando combatte è davvero spaventoso! L'amico degli spettriii...Oniooon!»

Un bambino si fece strada a passo insicuro e curvo. La sua faccia era coperta da una maschera bianca e inquietante, come se volesse imitare un fantasma.

«Lasciatevi affascinare dalla magia del rosa perché sta arrivando la favolosa incantatriceee...Poppyyy!»

Dal naso lungo e a punta e dai capelli bianchi, una donna anziana camminava lentamente e gobba; aveva un lungo abito rosa, un cappello verde in testa, mentre al collo portava una grossa sciarpa viola e in mano un ombrello degli stessi colori.

«Quando inizia la sfida, arriva l'inverno! L'nconfondibile professionista del gelooo...Melaniaaa!»

Aveva un fisico rotondo e formoso, mentre il suo abbigliamento era completamente bianco come la neve, da capo a piedi.

«E ora l'ultimo della lista! Il più forte e incredibile, l'eterno rivale di Dandel, nonché Signore dei Draghiii...LAAABURNOOO!» gridò indicando l'allenatore grintoso che aveva appena fatto ritorno.

«Ne manca uno, ma c'era da aspettarselo, è un tipo molto...spinoso per queste cose.»

Si misero tutti quanti in ordine in fila orizzontale e Rose passò di fronte a ognuno di loro.

«Dieci sono gli allenatori scelti e sponsorizzati che avranno l'onore di sfidare i signori capipalestra in epiche battaglie e sono già tutti qui, in attesa di poter fare il loro ingresso nel meraviglioso Stadio di Goalwick! Stasera voglio dare loro il mio più caloroso benvenuto. Entrate in scena, giovani!»

Arrivarono in gruppo, accolti dagli applausi più sinceri, e si disposero anch'essi in linea retta. Avevano tutti circa la stessa età e il Viandante fu sorpreso nel notare che erano tutti...bambini!

Il Presidente li presentò uno alla volta, fino ad arrivare all'ultimo. Oko lo riconobbe subito.

«E dulcis in fundo, abbiamooo...» fece il magnate, porgendogli il microfono.

«Sono Hop!» esclamò il ragazzino, emozionato e radioso.

«Straordinario!» Rose era meravigliato «Mi sento davvero fortunato! Quest'anno avremo con noi anche il fratello del Campione! Sarà lui la nuova stella che prenderà il posto dell'invincibile Dandel?Lo scopriremo nei prossimi giorni! Il torneo avrà inizio tra una settimana, a partire da oggi, e non vedo l'ora di potervi regalare le più belle lotte Pokémon che abbiate mai visto!»

Oh, sì, le più sublimi che vossignoria abbia mai visto, pensò la fata, ridendo sotto i baffi. Avrebbe partecipato anche lui, senza ombra di dubbio, ed era certo che sarebbe stato un vero spasso! Non gli restava altro che aspettare.

   
 
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