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Autore: Il cactus infelice    17/05/2021    3 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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LOTTA PER LA VITA

parte 2


Harry li aveva abbandonati come pedine sacrificabili; o almeno, questo avrebbe pensato chiunque si fosse trovato in quella situazione con degli alleati che non conosceva bene. Ma Harry non lascia mai indietro nessuno, a nessun costo. A Ron capitava ancora ogni tanto di sognare la loro fuga a pelo dalla Stanza delle Necessità in fiamme, quando erano tornati indietro per salvare Draco Malfoy e Gregory Goyle, loro nemici in quella battaglia di vita o di morte.

Sarebbe tornato indietro, ne erano sicuri. Avea un piano, forse. Sembrava così sicuro di sé, ma non erano più così certi che Harry stesse pensando razionalmente.
Erano ancora tutti scioccati dalla reazione di Harry: rompersi una mano per liberarsi dalle manette non era da chiunque. 

“Bene, ora che facciamo?” chiese James. “Aspettiamo che qualcuno corra in nostro soccorso?” 

“Se Harry trova Jim, verrà a liberarci”, osservò Lily.

“Sempre se qualcuno non lo blocca lungo la strada”, obiettò Ron. “Lui è da solo ed è disarmato, io direi di cominciare a pensare a un piano B”. 

“Che cosa stai cercando di fare?” chiese Sirius rivolto a Regulus che aveva cominciato ad agitarsi e a tirare la catena che lo teneva legato al muro. “Vuoi spaccarti anche tu una mano come Harry?”
“Sto pensando che quella non è stata una brutta idea dopotutto”, disse il fratello un po’ acido. 

“Accomodati”. 

“Non cominciate a litigare voi due”, li redarguì James. 

Regulus emise un sospiro e parve calmarsi ma tutto dentro di lui era ancora in subbuglio. L’agitazione continuava a crescere tra tutti i presenti. 

“Questo posto è soffocante e puzzolente”. In qualche modo gli ricordava il lago con gli inferi, anche se non c’era acqua e non c’erano cadaveri putrefatti. Tante cose gli ricordavano il lago con gli inferi, tante cose gli ricordavano gli episodi peggiori della sua vita. E rivivere uno di quelli solo mezz’ora fa non era stata la cosa migliore per i suoi nervi, men che meno in una missione che stava diventando suicida.  

“Forse potremmo…”. 

Un pop interruppe le congetture dei cinque prigionieri e un’altra Mangiamorte, Alecto Carrow, fece la sua comparsa nel seminterrato. 

“Bene, bene, bene”, disse spostando lo sguardo da uno all’altro. “Intrappolati come dei topi”. 

“Alecto”. 

“Oh, è proprio un piacere rivedervi”. 

“Per noi non così tanto”. 

La Mangiamorte indirizzò il proprio sguardo di fuoco in direzione di James che aveva parlato per ultimo: odiava quando i nemici facevano i gradassi, specie se erano così svantaggiati. Ma gliel’avrebbe fatta vedere lei. 

Alecto si avvicinò a James e gli si inginocchiò davanti. 

“Dammi un buon motivo per non ucciderti”.
Erano nella tana del lupo, in netto svantaggio e forse era il caso di usare la testa. 

“Perché l’altra tua amica l’avrebbe già fatto se avesse voluto. Invece ci ha solo intrappolati qui”. 

Alecto inclinò la testa come se stesse pensando. James sperava che non si accorgesse che mancava uno di loro. 

“Per vostra sfortuna io non sono lei però”. 

Carrow alzò la bacchetta in aria pronta a colpire quando Regulus dietro di lei urlò: “Aspetta!” 

Lei abbassò la bacchetta e si girò verso il ragazzo. Tutti tenevano il fiato sospeso. 

“Non puoi ucciderli”, disse il giovane Black. 

“Perché?” 

“Perché.... Perché potrebbero tornare utili”. 

Ora anche Alecto era confusa e non faceva nulla per nasconderlo. Regulus inarcò le labbra in un sorriso sghembo, quasi malvagio. 

“Sono uno di voi”, disse sollevando la manica sinistra e mostrando il tatuaggio del Marchio Nero. 

Alecto spalancò gli occhi per la sorpresa e Sirius era improvvisamente impallidito. Nessuno però osava dire niente. 

“Noi ci conosciamo”, fece la donna scrutando quel ragazzo con attenzione. 

“Oh sì. Non mi riconosci? Sono Regulus… Regulus Black”. 

Un velo di comprensione apparve sul volto della Mangiamorte. “Il Mangiamorte più fedele del Signore Oscuro”. 

Regulus annuì lentamente e con convinzione. Poi si alzò in piedi ma la catena gli impedì di muoversi troppo in avanti. 

“Sono venuto con loro solo perché sapevo dove mi avrebbero portato. Voglio combattere per la vostra causa, qualunque essa sia”.
Alecto gli si avvicinò sorridendo. “E perché dici che non dovrei uccidere tutti?” 

Ti sta sondando, vuole capire se stai bluffando. 

Regulus rispose nella maniera più rilassata possibile, con un tono che faceva intendere che quella era una stupida domanda e la risposta ovvia. “Perché potrebbero tornare utili. Sono ostaggi di molto valore. Pensa a tutte le cose che potremmo avere in cambio della loro libertà”. 

Regulus sapeva che alcuni Mangiamorte non brillavano di astuzia e Alecto Carrow era sempre stata una di quelle. 

“Portami dalla tua capa. Possiamo parlarne”. 

Alecto sorrise, alzò di nuovo la bacchetta, ma questa volta fu per liberare Regulus e smaterializzarsi con lui. 

Quelli rimasti, ora in quattro, stavano capendo sempre meno. A Sirius girava terribilmente la testa. Che cosa era appena successo? Suo fratello aveva davvero dichiarato di stare dall’altra parte? Dopo quell’orribile ricordo che avevano visto e dopo che li aveva aiutati a scoprire dove stava James? Aveva fatto il doppio gioco tutto questo tempo?
No, no, no, no. Non voleva crederci. 



Harry risalì un’altra rampa di scale due gradini alla volta, ignorando la pulsazione alla mano sinistra che si era appena frantumato. Sebbene quella casa fosse una catapecchia, era grande e aveva numerose stanze; non era facile trovare James e a ogni stanza vuota in cui entrava aveva paura di essere un passo indietro a suo figlio e che non l’avrebbe mai trovato. 

“Potter!”

Maledizione! Zeudi lo aveva trovato e a differenza sua era pure armata.

“Come hai fatto a liberarti?”

“Scoprirai che sono pieno di risorse”.

Senza lasciargli un minimo di preavviso, Zeudi gli lanciò contro un schiantesimo che all’ultimo Harry riuscì a schivare lanciandosi per terra.

La strega continuò a tirarne altri, ma Potter non aveva mai perso quei riflessi da Cercatore che lo avevano da sempre caratterizzato, allenati ancora di più grazie a tutti gli anni da Auror, e riuscì a evitarli tutti - eccetto un incantesimo tagliente che lo colpì al braccio, ma per fortuna non andò troppo in profondità limitandosi a macchiargli leggermente di rosso la camicia.

Zeudi si stava arrabbiando ed era meglio agire in fretta. 

Harry si lanciò verso di lei è la tirò per i piedi facendola cadere a terra con uno strillo. La donna lasciò cadere la propria bacchetta e il mago la prese al volo.

“Visto? Attenta, che tu non mi conosci bene”, le disse prima di immobilizzarla con un Immobilus e legarla con delle corde magiche.

Poi si rimise in piedi ed entrò nella stanza nella quale stava per entrare prima che Zeudi lo interrompesse. 

E lì… Proprio lì, steso su un piccolo letto, c’era suo figlio.

“Ehi, campione”, lo salutò Harry trattenendo lacrime di gioia.

Ce l’aveva fatta… Se non fosse che Jim aveva gli occhi chiusi ed era incredibilmente pallido e freddo.

“Ehi, tesoro”, lo chiamò nuovamente Harry, questa volta cercando di scuoterlo un po’. Il cuore gli palpitava forte nel petto, il dolore alla mano ormai dimenticato.

Non poteva essere già troppo tardi, non poteva aver fallito così…

Jim si mosse un po’ e borbottò qualcosa.

Harry tirò un sospiro di sollievo.

“Hmm, papà?” 

“Si si, sono io”. Sembrava che il figlio facesse enorme fatica a tenere gli occhi aperti e a restare cosciente, e il padre non sapeva se era a causa del suo diabete o di qualcosa che gli avevano fatto in quel postaccio.

Decise che avrebbe indagato dopo e, con la bacchetta di Zeudi lo liberò dalle corde che gli stringevano i polsi.  

“Ti porto via di qui. Sei salvo ora”.



Regulus seguiva Alecto nei corridoi bui e polverosi della casa. Non aveva idea di dove lo volesse portare, né se magari si era cacciato in guai ancora peggiori nonostante all’inizio avesse pensato che il suo piano fosse geniale. 

Fingersi uno di loro… Almeno aveva potuto usare il marchio per qualcosa di buono ora.

Ed era libero e, soprattutto, a pochi passi da una bacchetta. Quella di Alecto, certo, ma pur sempre una bacchetta.

Doveva agire prima che qualcun altro sopraggiungesse altrimenti rischiava di trovarsi in minoranza numerica è quello non sarebbe stato affatto un vantaggio. O prima che lei capisse che stava facendo un doppio gioco.

“Che cos’ha?” berciò la Mangiamorte notando che Regulus aveva rallentato l’andatura.

“Niente… Pensavo che dovrei potermi difendere se qualcuno ci attaccasse”.

“I nemici sono legato di sotto. Non c’è nessun altro qua, a parte noi”.

“D’accordo, ma… Potrebbero aver chiamato rinforzi. Non dovremmo sottovalutarli”.

Alecto lo guardò storto. Forse si stava insospettendo.

Pian piano sollevò la bacchetta e gliela puntò contro. Regulus ce l’aveva a pochi centimetri dal petto, abbastanza vicino per afferrarla.

Forse, se era abbastanza fortunato… Lei dopotutto era più piccola e mingherlina di lui e anche se Regulus non primeggiava nel corpo a corpo qualche mossa l’aveva imparata.

Le prossime azioni si susseguirono piuttosto in fretta: Regulus afferrò la bacchetta di Alecto per la punta e tirò forte. La donna si sbilanciò in avanti ma non lasciò andare la sua arma. Un colpo rosso partì dalla bacchetta andando a colpire una parete e staccandone l’intonaco.

Il ragazzo storse il polso della Mangiamorte che finalmente mollò la presa gridando. Gli si lanciò contro schiacciandolo contro il muro ma Regulus, impugnando la bacchetta dalla parte giusta, stese la donna che cadde a terra con un tonfo. Prima di girarsi la immobilizzò. Corse via temendo che qualcuno potesse venire dopo tutto il caos appena avvenuto.


*** 

Ed eccoci al solito appuntamento del Lunedì!! 

La lotta si sta rivelando sempre più piena di colpi di scena nonché di imprevisti. Confesso che inizialmente avevo pensato di rivelare il doppio gioco di Regulus nel prossimo capitolo, ma poi mi sono detta che vi ho già tormentati abbastanza e quindi meglio di no ^^ 


Voi che mi dite? Vi aspettavate questo trucco da parte del nostro Black preferito?

Fatemi sapere che ne pensate del capitolo e a presto!
C.

   
 
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